mercoledì 1 ottobre 2014

L'eterogenesi dei fini.

Ha un bel da divagare, Matteo Renzie, sui poteri forti che lo osteggiano: l'unico potere forte che lo condiziona è la Commissione europea che, ogni volta che lui o i suoi ministri propongono date simili alle calende greche, per il risanamento di bilancio, inserito con spregio nella Costituzione, gli ricorda che "pacta sunt servanda". Renzino, Renzuccio o Renzaccio lo sa benissimo e la trama guidata lo esenta dalla conoscenza di quel che profferisce, lusingandolo di una lunga e luminosa carriera, ma le sofferenze crescenti del popol suo disconosciuto lo infastidiscono per l'opposizione di frange geriatriche, ma anche novelle, del (suo?) partito. Fin che riuscirà a menare il can per l'aia, Renzie resterà im sella; a scopi raggiunti, sarebbe estromesso, a scopi disimulati ha la concreta prospettiva di proseguire nel suo avanspettacolo, perchè solo dopo lo scempio sarà rimosso, mentre prima dello scempio dubito che ci siano candidati veri. La tradizione storica italiana insegna che la destra deve governare e la sinistra deve opporsi; a ruoli invertiti, la sinistra opportunista o travisata fa scempio fra le sue fila, come mai avrebbe consentito alla destra o forse come mai la destra si sarebbe prefissa, una volta salvaguardati i suoi interessi. In fondo chi ci ha messo a regime europeo? Un altro democristaiano doc, Romano Prodi.

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