sabato 11 ottobre 2014

Accadimenti.

Genova come Firenze, anzi peggio, per l'entità della trascuratezza circa le opere di contenimento dei torrenti che l'attraversano e la lambiscono. La seconda volta in pochissimi anni, tutte e due le volte con dei morti e danni ingentissimi al patrimonio pubblico e privato. Rispetto a Firenze non sono state interessate le bellezze artistiche e i musei: Genova sale e scende, come molte città rivierasche, l'acqua quindi scende a valle o ristagna, portando con se quello che incontra, soprattutto auto e moto. Non vi lasceremo soli! Sempre le stesse ciacole. Il contesto genovose è in crisi da decenni, dopo che l'IRI smobilitò le numerose e grandi aziende che aveva su quel territorio; il numero dei barboni per le strade è impressionante, eppure la città, barocca nei suoi quartieri ricchi, che ospitano, al sicuro, tutta la musealità cittadina è bella e aspra, con i suoi caruggi e dolente e squallida nelle sue periferie sventolanti di centinaia di bandiere del Genoa. L'esondazione non la cambierà di molto. I fondamentalisti islamici hanno già comunicato di aver affilato i coltelli per la macellazione della diciassettenne pakistana insignita del premio Nobel. Ci sono due aspetti che stonano in tutto questo: il riconoscimento del premio per la pace in nome di un inventore di esplosivi( i Talebani lo hanno ricordato, riferendolo ai bombardamenti ) e la corresponsione di milioni di euro ad una minorenne, la cui condizione, famiglia permettendo, potrebbe mutare definitivamente nella povera realtà pakistana e impigrire e sterilizzare la campagna "studentesca" di questa coraggiosa ragazza, forte, fino ad ora, della sua formazione, che il premio in denaro potrebbe modificare im prospettiva. Costei propugna la scuola gratuita per tutti i bambini, maschi e femmine, cioè il superamento in breve tempo della cappa religiosa e di costume che opprime l'Islam povero in tutto il mondo. Il riconoscimento, invece, in quest'ultimo senso, è importantissimo e la reazione dei macellatori di Allah ne è l'attestato più evidente. E' stato premiato, insieme a Malala Yousafzai, l'indiano Kailash Satyarth, che di anni ne ha sessanta e che da venticinque si batte contro il lavoro minorile nel suo Paese, fenomeno che riguarda milioni di bambini analfabeti, la cui condizione si può già considerare "migliore" di quella di altrettanti coetanei che vivono per la strada, in balia di tutto e di tutti. Gli uni e gli altri li ho visti personalmente, in India, appoggiare il capo su una parete in pomeriggi torridi e polverosi, schiavi di padroni urlanti ad ogni minimo cenno di rallentamento, dentro laboratori orafi, in prossimità di mercati ed empori, nei quartieri dell'artigianato. La mia "guida" a Benares è stato un bambino gentile, che mi chiese, in premessa, se io avessi conosciuto i miei genitori, perché a lui non era toccato. Era "ancora" consapevole e premuroso, mentre intorno i conducenti di risciò litigavano con i loro arti "mangiati" dalla lebbra, per accaparrarsi i clienti. Ricordi di un'umanità del tutto identica alla mia, affidata alla casualità senza senso della nostra presuntuosa esistenza. Una volta tanto, un Nobel del cuore.

Nessun commento:

Posta un commento

Sono graditi i tuoi commenti