sabato 30 giugno 2012

Diritto e contaminazioni. Franco Cordero, giurista.

Nella monarchia inglese e francese vediamo come il re fosse carismaticamente giudice e i suoi consiglieri in tale materia diventino titolari d'uffici più o meno indipendenti (i servizi cortigianeschi sono fenomeno degenerativo imputabile alla debole natura umana). Sul continente borghesi addottorati in diritto romano forniscono i quadri d'una noblesse de robe (la toga) professionalmente qualificata. In Inghilterra ancora Edoardo I e II emettono sentenze, poi questa prerogativa va in desuetudine: dal tardo XV secolo eventi simili sanno d'anomalo; secondo i panegiristi dell'assolutista Giacomo I, Sua Maestà può troncare qualunque giudizio ("Rege inconsulto"), ma nessuno li prende sul serio. Correndo l'anno 1608, questo Stuart, famoso demonologo, pretende d'interloquire in una causa e sir Edward Cook, parruccone conformista, glielo contesta riguardosamente notando come i meccanismi legali inglesi siano "artificial reason" praticabile dai soli intenditori (la questione stava altrove: se, conoscendo o no la common law, potesse mettere becco nel King's Bench; era in ballo la divisione dei poteri). Nominati dal monarca, i giudici restano in carica "during the royal pleasure": solo i baroni dello Scacchiere sono inamovibili "quamdiu se bene gesserint" (finché non sopravvengano cause d'una dimissione disciplinare); e dal 1648 tale status compete a tutti. In Francia viene formandosi un sistema a maglie fitte: i parlamenti della capitale e province sono corti sovrane nelle rispettive circoscrizioni; i seggi, venduti dalla Corona, costituiscono un bene patrimoniale, alienabile e trasmissibile in via ereditaria, con requisiti d'idoneità personale. Ma l'antico carisma regale non è estinto. Fino alla rivoluzione sopravvive una "justice retenue": il re può impadronirsi d'ogni caso; quando voglia, li trasloca davantia tribunali suoi;o vi nomina dei commissari, stabilendo la misura dei relativi poteri; o liquida affari pendenti mediante lettres de grâce, il cui contrario è l'ordine d'una misura detentiva senza processo. Residui verbali trapelano dallo Statuto Albertino, art. 68: "La giustizia emana dal re; in suo nome l'amministrano giudici da lui istituiti". Ha oscure origini francesi il pubblico ministero: regnando Filippo il Bello, un'ordinanza 1302 contempla i procureurs du roi: attori penali, esercitano le poursuites ossia instaurano i processi; che siano funzionari ubbidienti, consta dal nome; li chiamano "uomini del re"; da notare come nei parlamenti tali uffici non fossero venali. In Italia il pubblico ministero appare nella legge 13 novembre 1859 n. 3781, "rappresentante del potere esecutivo presso l'autorità giudiziaria": il ministro lo dirige, nomina, promuove, dimette; le corti non hanno poteri disciplinari nei suoi confronti; se qualcosa non va, "rimostrino" al guardasigilli (art. 158); e gode d'una carriera distinta da quella dei giudici, assai più aperta, ma l'art. 154 ammette transiti nei rispettivi quadri; i vertici togati vengono dall'apparato requirente. Ancora nel regio decreto 14 dicembre 1921 n. 1978 impersona il potere esecutivo: idea poco congeniale a uno Stato soidisant liberale; così passa all'ordinamento giudiziario fascista (art. 69 regio decreto 30 gennaio 1941 n. 12); diretto dal ministro, esercita "le funzioni che la legge gli assegna". Nell'Italia 2012 la "justiceretenue" è memoria fossile: il monopolio giurisdizionale appartiene a un corpo la cui autonomia è garantita dall'autogoverno e l'identico status compete al pubblico ministero, ma sappiamo da Freud come il tempo non viga nell'Es, regno delle pulsioni; interessi, abitudini, memoria collettiva formano livelli profondi su cui le norme talvolta scivolano. Gl'interessati le eludono nelle pieghe d'una lingua sonora, enfatica, vacua, dove le parole nascondono la cosa. Abbiamo l'esempio sotto gli occhi. Pendono ipotesi gravissime: che vent'anni fa persone d'alto rango trattassero con i superiori più o meno cogniti della galassia mafiosa; e abbiano concluso un accordo (in Francia se ne stipulavano tra re e ugonotti: XVI secolo, anni sessanta e settanta). Fosse vero, saremmo uno Stato dall'identità equi voca, a due teste: riconosciuta quale partner d'un negoziato, la misteriosa Connection diventa soggetto palese della prassi sinora combattuta, almeno a parole; «convivere con la mafia», predicava un disinvolto ministro forzaitaliota. Poche settimane fa, la Cassazione ha annullato la condanna d'uno stretto sodale d'Arcore: veniva in questione l'idea del concorso esterno in associazione mafiosa; qualcuno vi crede ancora? Forse distiamo poco dalla situazione dei Paesi nei quali il narcotraffico costituisce potere forte, quindi autorità effettiva. È materia capitale stabilire cosa sia accaduto e fin dove l'ipotetico accordo fosse penalmente lecito. Pubblici ministeri palermitani indagano su una persona d'alto rango, illo tempore seconda carica dello Stato, ministro dell'Interno, vicepresidente del Csm: l'accusano d'avere dichiarato il falso occultando fatti su cui l'ascoltavano quale possibile testimone. Posizione scomoda: vuol evitare confronti pericolosi; lamenta indagini «non coordinate» (vi cooperano tre procure); e sarebbe un sollievo passare in mani meno grifagne. Giochi ogni carta difensiva, è suo diritto. L'anomalia sta nei canali: confuti gli avversari o mandi doléances alla procura nazionale antimafia o, se crede, al procuratore generale presso la Cassazione, possibile promotore d'inchieste disciplinari; no, discorre fitto con i consiglieri del Quirinale invocando aiuto. Il tutto viene fuori perché i suoi telefoni erano sotto legittimo controllo. È una gaffe per quei consiglieri avere accettato il dialogo: appelli simili non meritano ascolto; né sta nel decorosamente sostenibile pretendere o pensare che il Capo dello Stato funga da organo censorio d'atti giudiziari, ora sollecitando, ora inibendo, come se il pubblico ministero rappresentasse ancora l'esecutivo e in via Arenula sedessero Alfredo Rocco o Dino Grandi. Che sia una gaffe, lo provano festosi commenti dal côté berlusconiano, fulmineo nell'auspicare larghe intese: le intercettazioni turbano delicati equilibri; affossiamole.

Percorsi.

Esame diviso in tre prove. Tre esaminatrici. Pietro, in diciotto minuti, ha superato la prima, mi pare sul cranio. A sinistra, troneggia un arto, a destra un microscopio. Pietro attende di essere chiamato per la seconda prova. Mamma mia, che stress, povero Pietro. Sono certa che andrà alla grande. Nel culo alla balena!! Avanti con la seconda prova!! Pietro al microscopio. Docente cinese. Nove minuti. Mi sembra bene. la cinese annuiva, interloquiva e sorrideva, con un'espressione tra il rapito, il compiaciuto e l'omicida. Sei un giornalista fantastico. L'angolo della terza esaminatrice si va corredando di reperti anatomici di plastica. L'interiorità dell'uomo su un banco di macelleria. Siamo animali, ahimè... L'esame sta entrando nella routine. La cinese si fa lo chiffon mentre ascolta, alla sua destra, protendendosi sopra una scatolina di cartone, contenete delle maschere veneziane, si concertano le altre due. Mi pare che Pietro, mediamente, sia ascoltato più a lungo. Mia madre lo chiama al telefono. Muto. Mi sovviene di pensare agli animali macellati questa mattina, mentre osservo questa accademia della sofferenza potenziale. Un manichino androgino, con un seno scorticato e uno sportello mediano, presiede ieratico al cicaleccio scientifico. La sua miseria anatomica confligge drammaticamente con la sua serietà. Tocca a Pietro. Pietro col cuore in mano.. C'è anche il gambo. Sei troppo simpatico. Otto minuti, trentatrè in tutto di esame. Un'ora e venti di attesa. Una stretta di mano e 28. Ottimo. E' Anatomia, non quisquilie...Bravo Pietro. E' stato fantastico!!!! Bacio

martedì 26 giugno 2012

Degradazioni.

In parlamento si sta consumando la disfatta della civiltà del lavoro. a colpi di voti palesi di fiducia. Ben quattro. In quarant'otto ore, Monti dovrà portare a Bruxelles le spoglie dei lavoratori, senza ottenere altro che disprezzo e diniego, entrambi motivati. La tabe dell'Italia è, infatti, la corruzione,a cui nessuno vuole rinunciare e della quale, contingentemente, le mosse furbesche di Berlusconi sono un precipitato.

Moralità e potere. La carità.

La carità è un modo di mantenere la gerarchia, non di sovvertirla. Le metafore con le quali i Padri della Chiesa si districano fra contenuti commerciali ed argomenti spirituali, quali il debito, servono in definitiva a sottolineare che il ricco non deve niente al povero che lo supplica, proprio come Dio non è costretto "legalmente" a salvare l'anima di chiunque sfami un mendicante. Il debito si risolve in pura gerarchia ( da cui l'espressione il Signore ), in cui persone fondamentalmente diverse si rendono dei servigi altrettanto differenti. I teologi, nel tempo, confermano questa interpretazione: Scrive San Tommaso d'Aquino: " gli esseri umani vivono nel tempo, quindi è ragionevole considerare il peccato come un debito nei confronti di Dio. Ma Dio vive al di fuori del tempo e, per definizione, non può dovere niente a nessuno. Quindi, la sua Grazia può essere solo un dono, concesso senza alcun obbligo". Queste considerazioni, a loro volta, forniscono una risposta alla domamnda: che cosa i Padri della Chiesa stavano veramente chiedendo di fare ai ricchi? La Chiesa si opponeva all'usura, ma aveva ben poco da dire sulle relazioni di dipendenza feudale, nelle quali il ricco è caritatevole e il povero sottoposto mostra la sua gratitudine in svariati modi. Quando questo tipo di arrangiamenti divenne comune nell'Occidente cristiano, la Chiesa non mosse obiezioni significative. Gli schiavi per debiti di un tempo, furono gradualmente trasformati in servi e in vassalli. Sotto alcuni aspetti, le due relazioni non erano così diverse, poiché, in teoria, il vassallaggio è una relazione contrattuale volontaria. proprio come i cristiani devono poter ecegliere "liberamente" di sottomettersi al "Signore", così i vassalli decidono di diventare l'uomo di qualcun altro. Tutto questo sembra perfettamente il linea con il Cristianesimo.

Dramatis

In Grecia, il ministro delle finanze si è dimesso. Aveva assunto 70.000 statali invece di licenziarli. Nessuno, per adesso, lo ha accusato di essere l'unico malfattore della banda, come invece fa Rutelli, il capo, con Lusi. Temo che l'Italia sia inaffidabile, come la Grecia e che il "cinismo" della signora Merkel sia giustificato. Presso Banca Intesa procedono, di soppiatto, gli esodi del personale. Passera, che ha appena "lasciato" l'istituto, non ne sa niente? Lo stesso Passera che ha dichiarato 80.000.000 di investimenti per lo sviluppo, quando, di disponibile, ve ne è solo uno. Anche Monti, Fornero e i sindacati sono all'oscuro dei fatti e sono pronti a fare i pesci in barile quando gli effetti negativi - non per loro - si manifesteranno. I Democratici di sinistra ( D.S. ) non esistono più. Hanno però, ancora, 49 dipendenti e una montagna di debiti. I finanziamenti pubblici sono stati depositati e investiti in una miriade di fondazioni, titolari di un "villaggio" immobiliare. Le grandi banche, esposte verso questo fantasma della politica cangiante, per molte decine di milioni di euro, hanno ora a che fare con un debitore nullatenente. Lo spread è arrivato a 500. Quando era a 400, si narrava che eravamo arrivati al confine del "non plus ultra".

lunedì 25 giugno 2012

Efficienza nell'erogazione dei servizi sociali.

L'Emilia Romagna è considerata una delle regioni più efficienti nell'erogare servizi di sostegno, i cosiddetti presidi e le pensioni di accompagnamento, alla sua popolazione invalida, in numero esponenzialmente crescente, rispetto alla sua scarsa popolazione. Sarà pur così, ma non voglio immaginare in cosa consista la gestione inefficiente nelle altre regioni, se da noi si è costretti a convocazioni, talvolta disdette, ad ogni ora e per lunghi, lunghissimi periodi, senza riguardo per l'età, le patologie note dei pazienti, in ossequio solamente ad una serie di apparenze burocratiche, soddisfando le quali, anche attraverso una consumata facoltà recitativa popolare, si può carpire il beneficio, accordarlo senza tema di venire sconfessati, accordarlo, eventualmente, in termini clientelari. L'esperienza che descriverò è già stata ripetutamente vissuta. Ora X, di un giorno Y, tempo dalupi o da cammellieri del deserto, paziente cardipoatica ultranovantenne. Una lettera, neppur raccomandata, preceduta da una telefonata convoca, riconvoca, per accertamenti di pura natura amministrativa. Non mancano gli accertamenti sanitari, ma, attribuendo a questi ultimi una veste di serietà, non ne farò oggetto di illustrazione. Una commissione, con grande rilassatezza, fra una bibita, un caffé e una sigaretta, ogni tanto si degna di raccogliere le lettere di presentazione che i postulanti recano seco. Costoro vengono ammassati in fondo ad un lunghissimo corridoio, dove si perde completamente il beneficio del condizionamento ambientale, per la presenza di un gran numero di astanti. Prima, l'ambiente è spoglio, ma climaticamente gradevole perché deserto, per decine di metri. Fra andirivieni disordinato di portantini, di carrozzine per disabili e di infermi in grado di camminare, le uniche piazzole di sosta incolonnate sono quelle dei bagni, davanti ai quali stanno in fila, per via delle lunghe attese, i malati anziani e i loro parenti o accompagnatori. Sembra un'anticipazione dei prossimi gironi danteschi. Quando qualche d'uno timidamente propone la sua convocazione, il membro della commissione che è uscito per una sosta, lo ignora con cinico e consumato mestiere, rendendo chiaro e manifesto che l'efficente servizio si svolge secondo i canoni della più completa indifferenza verso un'umanità senza una privata definizione e, per di più, aspirante a sussidi pubblici in denaro che, oggi, non sono più dispensabili, perchè per generazioni ammanniti a cani e porci, purché raccomandati. Giunge infine l'agognato momento. Davanti al malcapiatato e ai suoi parenti si appalesa una commissione di civette: sono spesso solo donne: Qualche volta, compare anche un gufo. Le civette sono spellacchiate, fisicamente mal messe; solo una, stagionata, tradisce una vocazione tardiva o frustrata per il divismo anatomico. Anche i maschi sono anzianotti, pallidi e calvi. Il tono è mellifuo, le domande, sparate a bruciapelo, capziose. E' sua la carrozzina? Chi la assiste? E' venuta con il pannolone? E' in grado di levarsi da sé? Comunque si risponda, sarà facile argomentare che la situazione non richiede l'intervento dell'argano della capitaneria di porto, che la condizione economica consente il companatico, oltre il pane, che se la deambulazione residua è accompagnata dall'ansimare dovuto all'apnea cardiaca, si può deambulare con sofferenza, dati i tempi. Senescenza senza speranza, frustrazione di pari prospettive, ambienti squallidi e spogli, umanità in liquidazione.

domenica 24 giugno 2012

Gli spostamenti progressivi del potere.

In Egitto, i Fratelli Musulmani hanno vinto le elezioni, contro il candidato degli apparati statali e militari, una sorta di successore "democratico" di Mubarak. Ha vinto il popolo, non c'è dubbio, dato che l'espresione del sentimento filosofico, morale e religioso è autenticamente popolare. La fine della guerra fredda ha provocato anche questi riposizionamenti tellurici del potere in giro per il mondo e numerose guerre "umanitarie", in aree regionali, strategicamente o energeticamente sensibili. Gli egiziani, vessati per generazioni da un potere d'apparato, tutt'altro che modernista, che approfittava della situazione per sedimentare i suoi interessi, rubando a man bassa, hanno infine, per così dire, deciso di vessarsi da sé. E' infatti scontato che il movimento finalmente al potere, pur influenzato da simboli esteriori della modernità importata, dovranno basare la loro presa su tutte quelle remore, censure e mutilazioni, che maniacando la psiche, consentono il controllo delle masse e della loro coscienza. E' tipico di tutti i preupposti ideologici o filosofici, è fondante per il potere religioso. Si è ritenuto, ad un certo punto, da parte di un'amministrazione democratica, negli Stati Uniti, che il "nostro piccolo figlio di puttana", come era chiamato Mubarak dalla diplomazia nord americana, avesse fatto il suo tempo. Adesso verrà il tempo di un disordine allargato. Sapranno gli Stati Uniti e Israele adeguarvisi con profitto? In Italia, il Fatto quotidiano pubblica il testo delle telefonate intercorse fra Nicola Mancino e il consigliere giuridico di Napolitano, riguardo il coinvolgimento dell'ex Presidente del Senato e ex Vice presidente del Consiglio superiore della magistratura nella trattativa fra lo Stato e la mafia, da cui sarebbe sorta la Seconda Repubblica. Condivido e incoraggio. Non è impossibile nè improbabile che la moralità e lo zelo informativo non siano gli unici scopi dell'inflessibilità giacobina e giudiziaria del Fatto ( e anche della Repubblica ), ma è tempo di disinfezione, senza riguardi per questo anziché quel parassita. Anche tanto personale della prima e seconda repubblica, ormai alle spalle, non serve più e viene, per questa via, accantonato. Il futuro sarà migliore dell'attualità? Non so, non credo, ma sarò certamente diverso, almeno quando l'ultimo riciclato se ne sarà andato. In Spagna, Alonso su Ferrari ha vinto il Gran premio di Spagna. Montezemolo ne tragga motivo per rimanere a fare l'icona del cavallino italiano rampante, senza indulgere alle velleità di trasporla ( la sua icona ) nella politica nazionale. Di figure di incerta paternità ne abbiamo ancora abbastanza. Ai confini siriani è stato creato l'incidente pre bellico che ha caratterizzato le amministrazioni democratiche statunitensi, quando hanno voluto intraprendere un conflitto armato. Fu così nel Golfo del Tonchino, in Vietnam, è stato così ora, con i buoni uffici della Turchia, alleato portaciabatte alla periferia orientale del mondo: prima l'URSS, ora la Siria. Le amministrazioni repubblicane, quando vogliono aggredire le fonti energetiche, creano invece una mitologia che, anche se smentita da verifiche internazionali pre e post evento, non intacca il "dover essere", ovviamente diverso da quello propagandato. Solo nella ex Jugoslavia attesero che i Serbi vincessero per seppellirli di bombe, mentre le nefandezze perpetrate prima, se le ragioni umanitarie non fossero una foglia di fico, avrebbero giustificato ad abundantiam l'intervento. Fu patrocinato anche da Wojtila che temeva la prevalenza dei Serbi ortodossi sui cattolici ( e storicamente fascisti ) croati. Syriza, in Grecia, ha perso le elezioni. Eppure, il suo giovane leader ha festeggiato, attorniato da una piazza stracolma di ragazzi, ma, con al proprio fianco due novantenni: colui che aveva ammainato la bandiera nazista sul Partenone e l'autore di Zorba il greco. Perché tanta allegria e confermata fiducia, all'atto dell'ennesima constatazione di una sinistra, radicale e non, che quando osta agli interessi oligarchici è sempre sconfitta? In fondo, i nuovi voti di Syriza provengono dal Pasok, ormai ridotto alla percentuale di possesso "azionario" della famiglia Papandreu. Tsipaz - mi pare che si chiami così - aveva, in cuor suo, tirato un bel respiro di sollievo. Lo si era capito fin dalla fase finale della campagna elettorale, quando aveva affermato e ripetutamente ribadito, che il suo movimento se maggioritario, avrebbe rinegoziato il patto di adesione all'euro. E se gli altri e la Germania non avessero voluto saperne? Quì casca l'asino. Mancava, infatti, al programma di Syriza una ipotesi pubblica di uscita dall'euro. Probabilmente, per questa ambiguità, ha perso. Parte del mondo imprenditoriale, con i principali capitali all'estero, avrebbe aderito ad un'opportunità di ulteriore rilancio dei propri affari, attraverso svalutazioni competitive. Ma, in assenza di questa prospettiva, meglio riaffidarsi ai vecchi arnesi di "Nuova" democrazia, - diffidare sempre delle novità - gli stessi che, radicati al Nord e da sempre rappresentativi degli interessi della aristicrazia del denaro, erano stati i responsabili del falso in bilancio, che aveva consentito alla Grecia di aderire e, per scontata conseguenza, di languire nella miseria oggi. Il Pasok, l'altro corno del dilemma sofistico, è un partito familiare, radicato al Sud ed è altrettanto corrotto. Qualcuno, in Italia, nell'ambito della sinistra extra parlamentare, si ispira al modello di Syriza. Lo fa nella consapevolezza che, nel giro di pochi mandati, in un bastimento senza timone e senza bussola, i destini sono ondivaghi e spesso si invertono. Ne sa qualcosa il partito socialista francese, sparito con l'onesto Lionel Jopin, quando anche Le Pen padre lo soverchiò e titolare ora della maggioranza assoluta in Francia. Della fatalità occasionale della politica e degli umori della folla, ha imparato qualcosa, a sue spese, Sègolene Royal, che ha raccolto il testimone dello sconfitto, ha tirato la volata al marito, lo ha perso, insieme al suo seggio al Senato. Tornando a Syriza e alla sinistra, eterna seconda ed eterna oppositrice, è facile prevedere che, anche se la Grecia uscirà dall'euro e per le stesse ragioni, sarà di nuovo al secondo posto, nell'agone e nella agorà politica.

sabato 23 giugno 2012

Seconda Repubblica in demolizione.

Dopo l'accantonamento di Berlusconi, che cerca di (r)aggirare l'ostacolo, la seconda Repubblica è in demolizione. Anche Napolitano è stato intercettato, non direttamente, ma perché raccoglieva le chiamate di quel vecchio arnese del notabilato democristiano di Nicola Mancino, che gli chiedeva soccorso istituzionale perchè si era prestato a trattare con la mafia, dopo gli attentati del 1992-1993, dai quali era scaturita la cosiddetta seconda Repubblica, all'interno dei cui confini, si erano riposizionati gli stessi figuri superstiti della prima. Roberto Formigoni, il Governatore "cummenda", continua a ripetere, come un disco rotto, che non si dimetterà. Prima o poi, lo farà. Da qualche tempo, fremono i nuovi tribuni, ai quali i cittadini offrono il loro sostegno, nella speranza che riescano a scacciare gli impresentabili catenacci di una corruzione generazionale, la magistratura ritorna protagonista e martella gli istituzionali indagati. La difesa ribalta le accuse proprio sulle "scheggie impazzite della magistratura", per poi correggersi, attribuendo loro la volontà di conservare i privilegi accordati dopo che troppi giudici erano caduti, colpiti dal terrorismo. Ci si è meno scandalizzati - si osservi - per i tanti uccisi dalla mafia. Se mai esistessero o fossero esistiti, apparati giudiziari non indipendenti o strumentalmente faziosi, è esame che andrà, eventualmente, rimandato a dopo la sostituzione completa di questa inamovibile gerontocrazia politica ed anche dei suoi pupillari nipoti. Le sentenze hanno il pregio di essere scritte, motivate e pubbliche. Possono essere sbagliate o anche disoneste: se così, restano, per così dire agli atti. L'Europa - sarà anche quella dei poteri forti - preme ai confini e forza, senza complimenti, consolidate abitudini di privilegio e impunità. Dato che, da sole, non accetteranno mai di "purificarsi", come dice la Merkel, vanno, con giustizia e implacabilità, persguite e rese note. La democrazia è questo.

Stress correlato al lavoro, lavoro correlato allo stress.

La correlazione stress-lavoro o viceversa, è ambigua, trattandosi di una alimentazione fra eventi endogeni ed esogeni, ma riassumibili, forse, nella difficoltà di far coincidere tempi e obiettivi, obiettivi e situazioni, ansia di smaltire un gravame per poterne affrontare altri a cui si oppongono impreviste obiezioni o impedimenti. In questa dicotomia fra il dire e il dover fare, fra il pensare e l'agire, si crea un intasamento interiore, che Wilehm Reich suggeriva di sciogliere in un orgasmo, che influenza negativamente la vita dei soggetti colpiti. La vita associata, nella quale, alla compresenza di impegni onerosi si associa la volontà di ogni entità coinvolta di spostarne il peso, lateralmente, su altri istituti, reali o mitologici, della relationship, fa avvertire la sua ponderosità soprattutto sulle spalle più provate, quelle cioè, che, con risorse scarse devono provvedere a sé e agli altri, includendo nella (in)sopportabile estraneità, ogni sorta di profittatori. Talune categorie intermedie, o mediocri, sembrano enfatizzare questa sensazione di disagio, portandola a picchi abnormi, materialmente ingiustificati. Questo avviene per l'affievolirsi del senso d'identità o la sua considerazione svilita e disprezzata. In medio - sembra - non stat virtus, ma incertezza e insoddisfazione. E' in questa fascia sociale che si riscontrano alte percentuali di alcolisti e tabagisti e un numero di suicidi che le condizioni materiali non giustificano. Le ristrutturazioni produttive dell'ultimo ventennio hanno incrementato queste sofferenze morali, alle quali è stato offerto uno sfogo con i pensionamenti anticipati - i cosiddetti esodi - oggi ostruiti per le superiori ragioni dei bilanci all'europea, mentre, per favorire i quali, si era dato luogo a studiate ( e pagate ) strategie di mobbing. Ecco una causa evidente del fenomeno oggetto di studio, relativa ai tempi che sono corsi e che corrono. Semplificando, ma non banalizzando, potremmo dire che lo stress - e purtroppo ben di peggio - aumenta in rapporto all'irrazionalità e alla sua estensione.

Divo Adolfo

Adolfo, sei impagabile. non solo e non tanto per il tuo assegno annuo, quanto per l'assoluta indifferenza per il tuo popolo fedele, che lavora per te senza sosta e si sazia di ciò che avanza. Mentre ti pavoneggi con l'inviato A Reggio Emilia del Corriere - quanto è costato il servizio redazionale? - per gli straordinari risultati della trimestrale e sottolinei che, con la liquidità di cui disponi, vorresti crescere ancora - attento, mi sembra la filosofia di Raoul Gardini, che ha fatto la fine che ha fatto - e osservi rapace quel che si libera nel mondo del precariato bancario, monitorando l'adeguamento al ribasso dei prezzi, non hai un minimo di resipiscenza per il mancato riconoscimento del premio di produzione ai tuoi adepti. Costoro ti donano quotidianamente, attraverso il loro lavoro, non retribuito, le tue sostanze. Lo credo bene che, per voi, "il costo del credito è di circa la metà rispetto alla media di sistema". I ratios patrimoniali sono di assoluta tranquillità, la clientela, grazie al mio disperso amico Milone, si approssima al milione - anche se non sono 980.000, bugiardello - e, di un milione di persone "vogliamo sapere tutto!"; figurarsi di 5.700 dipendenti. Il tuo, conducador, è un lavoro di taglia e cuci di raffinata fattura, però ricordati - anche se credo che tu lo sappia - che sulla passerella del Credem' a me, tu sei il sarto-indossatore, non lo stilista.

giovedì 21 giugno 2012

Diritto e prepotenza.

Il Dalai Lama del Tibet, in esilio in India, dove nacque il buddismo, che però oggi è officiato solo dal 3% di quella immensa popolazione continentale, l'ironico capo spirituale che seguirà il Papa a Milano e lo precederà nella visita ai terremotati, dovrà rinunciare alla cittadinanza onoraria di Milano, perché il Governo di Pechino lo boicotta, in giro per il mondo. Per il pur progresista Pisapia, sarebbe troppo grave che il boicottaggio si estendesse agli affari delle aziende milanesi e lombarde, che verrebbero estromesse dal capitalismo dirigistico cinese. Il buddismo, pratica di rilassamento, saprà farsene una ragione, anche in funzione del fatto che le sue comunità si stanno estendendo in ogni parte del mondo commerciale, col quale scopertamente interagisce e che, molto più dell'ideologico sistema gerontocratico della Cina popolare, che coniuga primitive tradizioni con il materialismo scientifico e la sua rovesciata prassi capitalista, meglio si presta alla sua influenza . Il Dalai Lama, infatti, è un monarca in esilio, un esilio dorato e il buddismo è una filosofia che si adatta plasticamente, anche se è costretta all'erranza, impossibilitata a insediarsi nella terra promessa. Certamente, con uno Stato alle spalle, potrebbe curare molto meglio i suoi ingentissimi affari. Gli operai iscritti alla FIOM hanno ottenuto soddisfazione dal Tribunale di Roma, che, constatata l'assenza di iscritti "rossi" fra i reintegrati al lavoro nello stabilimento di Pomigliano d'Arco, che dovrebbe produrre la Panda, dopo la firma degli accordi sterilizzatori di qualsisi influenza sindacale sulla gestione, della CISL e della UIL, ne ha desunto la discriminatoria natura e ha disposto, percentualmente, l'assunzione di qualche centinaio di lavoratori non mansueti. Una volta tanto, il diritto ha prevalso sull'opportunismo e poco importa se, per reazione, la FIAT dovesse minaccaire di trasferirsi in Serbia o in Polonia. Nella tradizione di questi lavoratori c'è un'organizzazione e una storia sindacale, fatta di conquiste dolorose e il primo Marchionne che passa non può pensare di travolgerle impunemente. Quanto alla delocalizzazione degli impianti, anche se purtroppo la FIAT non è più amministrata dai defunti Agnelli, ma da un evanescente ingeniere, che sembra un consacrato aziendale e da un deficiente famoso solo per le sue gaffes e la sua smodata passione per i travestiti, che tanto delude la sua fidanzata Lavinia, i Marchionne passano e l'impresa resta ed è buona norma non concedere a questi manager poteri che eccedano la gestione.

mercoledì 20 giugno 2012

Patrie galere.

Così, lo sconosciuto Senatore Lusi - non ne ricordo neanche il nome - è stato tradotto al più confortevole carcere di Rebibbia, rispetto a Regina coeli, sul lungotevere, una vera ignominia perpetrata dalla pigra magistratura romana che lo trova più comodo per gli interrogatori e gli adempimenti di sorveglainza, dato che si trova in città. Costui, un oscuro economo di un ectoplasma politico cangiante, si è appropriato di una parte, individualmente consistente, dei finanziamenti pubblici che affluivano per un'attività da esperire fino a quando poteva essere conveniente per i suoi costitutori, che controllavano ferreamente gli associati, i parlamentari, ma trascurava la contabilità d'apparato, demandata a un prestanome, ovviamente interessato e "autorizzato" a gestire anche pro domo sua, quanto amministrava nell'interesse materiale della sua "cupola". Nella sua autoperorazione al Senato, dopo aver tentato di sfangarla con il voto segreto ( dovrebbe comunque essere sempre tale ), come gli sarebbe certamente riuscito, ha poi ripiegato sulla apertura dello scrigno dei segreti custoditi. Sarà bene che lo faccia e che lo faccia con coerenza, la logica che ha dismostrato di avere durante il suo discorso in Senato mettendo i giudici e i media nella condizione di sviscerare le sue affermazioni. Sarà importante che lo faccia con semplicità e accettando la giusta pena che gli compete, senza attenuare le sue dichiarazioni anche se dovesere aggravare la sua evidente colpevolezza. Sarebbe l'inizio di una civile e laica catarsi. Non so, però, se questo gli sarà consentito - non credo neppure che se lo proponga - dato che la magistratura romana è inaffidabile. se fosse stato per lei, nessuno degli scandali della prima o della seconda Repubblica sarebbe mai nato e il gioco di sponda con gli apparati politici e la burocraziia giudiziaria superiore è purtroppo probabile, per non dire certo. La palla passa quindi al miglior giornalismo d'inchiesta, che, pur non essendo alieno da strumentalizzazioni politico-economiche, potrà lasciar intravedere, nei dettagli, quel che all'ingrosso, ognun già sa: la proliferazione di formazioni politiche è funzionale all'appropriazione indebita di ingenti capitali, apportati direttamente dal finanziamento pubblico o prestati da imprese grandi, medie e piccole, per ottenere facilitazioni legislative e d'influenza d'ogni tipo. Quanto ai privati piaceri di questa corte bizantina in via di rapido degrado, se Lusi sa - come è certo - è bene, per tutti, che se ne vendichi, per aver tanti compagni al duol.

martedì 19 giugno 2012

Sensi di colpa.

Mi scuso per l'appropriazione del Forum sull'innovazione e la strategia per commentare la mosaica perorazione del nostro Direttore generale. L'Adolfo de no'altri, profondamente scosso dal flipper informatico che la tecnologia domestica, agita e gestita da impiegati con qualche infatuazione tecnologica, ha provocato nel web aziendale, premette: non ci interessa di chi è la colpa. Ci mancherebbe, dato che gli artefici della débacle erano sfiniti dalla costante applicazione, dall'alba fino alle 21. Il D.G. è palesemente imbarazzato, per quella che Emilio Fede, prima di essere rimosso insieme al suo padrone, avrebbe definito "una figura di m." In realtà non è successo niente e i valorosi-volonterosi, trattenuti a stento da un rituale harakiri, non sono responsabili di nulla di cui non si siano già macchiati, qualificati e ben pagati tecnici del settore. Quando si tocca l'hardware, ne succedono di ben peggio e ci vogliono settimane per depurare il sistema. Quindi, quando torneremo all'eccellenza, in linea con la nostra storia e tradizione - ma di chi? Questi accoliti non hanno formazione propria, senso geloso della propria individualità? - sarà successo quanto costantemente sperimentato ovunque. Adolfo si effonde in un soliloquio sulle caratteristiche etologiche del popolo del Credem'a me, che, inopinatamente, si è adagiato sugli allori di una ininterrotta serie di successi e, come spesso narrato nella Bibbia, si è assopito nell'appagamento. Speriamo che dormissero anche le figlie di Loth. Non sfiora, il nostro condottiero, il sospetto che fossero semplicemente stanchi, tanto che asserisce, fra le colonne: "che non si ripeta mai più!!!" L'intemerata pulzella è stata esposta alle critiche del borgo; come faremo a venderne ancora la virtù? Come faremo a mantenere la nostra fama reputazionale? Agire, ancora più maniacalmente, come, in espiazione, stanno tormentandosi i nostri accoliti, intensi e scrupolosi. Dopo aver onestamente asserito che, senza intromissioni dell'Ufficio delle imposte, nel 2011 avremmo conseguito l'eccellenza, con minor coerenza - pur lasciandolo intravedere - ha (ri)velato che, senza un gran "lato B", sarà difficile non sbagliare più.

domenica 17 giugno 2012

Le elezioni in Grecia.

In queste quattro settimane, si è messa la sordina agli effetti, già dolorosamente sperimentati, che una conferma dei conservatori, corrottissimi, greci, provocherebbe nella popolazione che vive del proprio lavoro, nella capitale e nei pochi centri economici della Grecia. I tagli impedirebbero di mantenere il modesto tenore di vita ai salariati. I lavoratori dipendenti, pubblici e privati, sprofonderebbero nell'insicurezza e nella privazione di qulasiasi prospettiva, anche previdenziale. Una disperazione, sulla quale vigilerebbe Alba dorata, la formazione nazista, scaturita apparentemente dal nulla, mentre, invece, costituisce semplicemente il riarmo dei "bravi" del privilegio, al quale si è già arruolato l'80% dei poliziotti. Questa formazione di picchiatori razzisti, sarà purtroppo protagonista anche in caso di risicata vittoria della destra conservatrice di Nea demokratia, con l'ausilio dell'area grigia della piccola borghesia "ben pensante", che si sente ancora tutelata, in qualche anfratto dell'amministrazione. La politica greca assumerebbe un aspetto duale, con una metà dei cittadini relegata nel pauperismo e priva d'influenza. I fascisti si incaricherebbero di contrastarne e di reprimerne le proteste e di emarginarne il degrado che seguirebbe, come la polizia di Stato non potrebbe ufficialmente ed esplicitamente fare. Sarebbe la prima volta nell'Europa post bellica e una resistenza dei grossi capitalisti, dei poteri, anche politici, che si coagulano intorno alla finanza, che fosse assicurata dalla violenza dei miliziani, confermerebbe la genesi e la natura del fenomeno fascista, come garante della classe ricca. Snaturerebbe definitivamente la democrazia occidentale, non più tenuta al rispetto dello scompaginato mondo del lavoro, da una consistente e reale alternativa comunista. Anche da quella parte prevaleva la negatività, assolutizzata nel totalitarismo, ma la perdita di una temibile alternativa, ha liberato i peggiori riflessi particolaristici dei possidenti ed i peggiori istinti eversivi della destra economica e finanziaria, alla quale si è accodata la tradizionale e circoscritta categoria dei possessori di beni stabili, cioè sottratti alla dinamica economica, tutti ereditari o accantonamenti di profitti. In Grecia, comunque vada e quale che sarà il periglioso cammino di quella infelice nazione , credo che il fascismo - non neo, è quello di sempre - in funzione di garante dell'ordine pubblico, sarà l'ultima deviazione, la più grave, del levantinismo opportunistico di quel Paese e gli Stati economicamente evoluti del continente ne saranno corresponsabili. Vedremo se anche imitatori. La focalizzazione sul dato finanziario, che spesso non corrisponde all'economia reale, esilia sempre di più la considerazione per la cultura e le tradizioni dei popoli che compongono l'Unione europea, solo monetaria e già così sbrindellata perché fondata su presupposti egositici, oltre che corredata di molte riserve mentali e velleità di furbizia, ma anche di dominio e di indirizzo.

sabato 16 giugno 2012

Egoismo elitario e rinuncia popolare.

Domani, in Grecia, si terranno le seconde elezioni politiche in quaranta giorni. Dopo quelle del 6 di Maggio, in seguito alle quali nessuno aveva convinto la percentuale necessaria a formare un Governo che proseguisse nell'opera di depauperamento delle risorse nazionali, anche per le generazioni a venire, perché la realtà quotidiana era segnata da una catena incessante di suicidi, il periodo di sospensione dello strangolamento sistematico del popolo greco, ha provocato un'amnesia, che il caldo torrido favorisce. Il piccolo mondo dei reddituari ateniesi spera in un'affermazione di Nea Demokratia, un partito di notabili conservatori che rilancerebbe alla grande la rapina delle risorse pubbliche future a scapito di tutti, tranne che di se stessi, dell'accolita di cui sono mandatari e delle istituzioni di riferimento europeee, che ne sono forziere e centrifuga nel consesso allargato continentale. Un consesso di pura valenza economica, nel quale il tecnicismo, non neutrale, la fa da padrone, su qualsiasi altro elemento che rimandi alla cultura alta o tradizionale, alla storia, alla lingua nella sua evoluzione antropologica, di ciascuno degli ignorati popoli che , come substrato, la compongono. Prima ancora che economicamente, la dignità dei popoli viene schiacciata dalla ignoranza di altri elementi che non siano di contabilità finanziaria. Anche in condizioni di estrema miseria, non sono mai mancati, alle famiglie e alle comunità, caratteri di identità e di fierezza che, invece, per questa scelta arida e inumana, si vogliono conculcare. Nelle ultime ore, la propaganda dei contendenti alla leadership si è coagulata sulla permanenza, comunque, nell'area dell' euro, che solo il movimento della sinistra radicale - Syriza - si propone di rinegoziare, sperando nella solidarietà degli altri Paesi "pigs" - la definizione si commenta da sé - e nel crescente, anche se da posizioni di preminenza economica - isolamento della non solidale Merkel. Anche in Italia, da circa un mese sono evaporati i furori fiscali e, soprattutto, esattoriali che avevano provocato una filiera di suicidi, alcuni dei quali di palese protesta, al compiersi dell'atto estremo. Ma, permanendo al potere l'attuale Cancelliere di questo Reich finanziario, gli altri Paesi dell'Unione, in diversa proporzione, continueranno a dibattersi in una crisi di sostenibilità della quale l'euro è la causa e non la medicina. Se non se ne esce e si subisce ogni sorta di umiliazione e di commissariamento delle democrazie nazionali, è perché si teme di essere oggetto di aggressione dei movimenti speculativi finanziari che sono espressione degli stessi soggetti che infuriano all'interno dei non insuperabili confini dell'Unione europea e ai quali, non ostante tutto questo, si accetta di assoggettarsi, perchè è confacente agli interessi di delega demandati ai nostri governanti non eletti e perché si teme - da parte dei reddituari pubblici e privati, non del popolo - di non riuscire a farvi fronte per una debolezza che è soprattutto morale: per la pavidità egoistica e la corruzione. Speriamo che i Greci intacchino questa monoliticità dell'egoismo elitario e della rinuncia popolare.

martedì 12 giugno 2012

Tutto scorre..e si ripete.

Nel 1900 venne pubblicato, negli Stati Uniti, "Il meraviglioso mago di Oz" di L. Frank Baum. Il brogliaccio mitologico si proponeva di appoggiare il candidato presidenziale William Jennings Bryan, che prometteva di cambiare lo standard dell'oro con un sistema bimetallico, che avrebbe consentito di creare una moneta in argento accanto a quella d'oro, più adatta ai consumi delle classi popolari. I debitori erano, infatti, i suoi più convinti sostenitori, a cominciare dalle famiglie contadine del Midwest, come quella di Dorothy, la protagonista del libro di Baum. Negli anni della severa crisi della fine del XIX secolo, queste famiglie avevano dovuto subire e affrontare le conseguenze di una massiccia ondata di pignoramenti e di sfratti. Secondo la lettura popolare di questo libro, che sarebbe diventato di culto letterario, mitologico e cinematografico, le Streghe cattive dell'Est e dell'Ovest ( la Fornero? )rappresentano i banchieri delle due coste mercantili, promotori e beneficiari della scarsità di moneta, lo Spaventapasseri simboleggia gli agricoltori, che non avevano il senno di evitare di cadere nella trappola del debito, l'Uomo di latta è il proletariato industriale, che non ha il cuore di agire in solidarietà con gli agricoltori, il Leone codardo rappresenta la classe politica che non ha il coraggio d'intervenire. La Strada di mattoni gialli, le Scarpette d'argento, la Città di smeraldo e il Mago incapace ( Monti? ), parlano da sé. Oz è l'abbreviazione, in inglese, di oncia.

mercoledì 6 giugno 2012

Leadership cibernetica.

Sta per cominciare la nostra Odissea nella leadership, in un processo di emanazione trinitario: il Capo del capo, il Capo e i discepoli. Saremo il popolo del Credem'a me. Con spirito costruttivo - ci mancherebbe! - smusseremo particolarità, equivoci, incomprensioni e saremo tanti corpi - quasi tutti da indossatori - ma un'anima sola. Almeno sette apostoli valuteranno il Capo - in realtà, ne sottolineeranno qualche spiritoso ghiribizzo di carattere, per poi incensarlo, amarlo e glorificarlo. I Capi e i loro cloni rafforzeranno il nostro spirito unitario per poi procedere, come un sol uomo, a tradurre in fatti e non in parole, i savi proponimenti. Saranno i comportamenti integrati e conformi a produrre gli effetti, i risultati delle intenzioni. Non sarà per fede che saremo salvi se la fede non sarà feconda di esiti. Sarà quindi attraverso un controllo incrociato ed orizzontale di ogni atto, disponibilità, controllo, corrispondenza meccanica ad ogni sollecitazione, che la leadership si effonderà sopra di noi, dandoci l'illusione di un comune destino. Tutto ciò si estrinsecherà in cenacoli ristretti, quindi il Verbo viaggerà nel cyberspazio, estaticamente ammirato. Sarà anzi necessario che, al di fuori degli epta-campioni - non se ne faccia cenno, onde impedire a qualche subdolo eretico di insinuare errori e introdurre il disordine nelle nostre file. Verrà, infine, il tempo del raccolto, sul quale, proprio perché discepoli, non ci sarà consentita alcuna facoltà di valutazione.

martedì 5 giugno 2012

Stoiken ed eroiken

Piucre(dito), cioè più prestiti a privati non sfiorati neppure da un sospetto di crisi. Per gli altri, di cui non condivideremo la sorte, anticipazione del fallimento, in base a previsioni algoritmiche: sono già pronti i piani di rientro. Poi solleveremo la sbarra di confine polacco. Morellini, alla consolle, ha un aspetto un po' inquietante, mentre sancisce: ridurre, aumentare, semplificare, relazionarsi ( marcare a uomo ), ridurre ancora, mantenere. Una nuova cultura, la cui premessa è una stabile ignoranza, sulla quale incessantemente rinnovarsi, aumentando ritmi, resistenza, gratuità, passione e responsabilità. Poi, l'anno prossimo, se ne terrà conto per il premio di rendimento. Leadership ( qualitativamente uber alles ), esteticamente superiori, selezionati anche sul piano della "presenza", in tutti i sensi, aumentiamo il fatturato "interno", mentre pratichiamo il protezionismo. Elettoralmente, lo sta dichiarando anche Obama. La PEF, radiosa, si staglia nel nostro futuro. Il nostro DNA incontaminato ci consentirà di galleggiare su ogni situazione, la contrazione degli organici in atto sarà compensata da un rinnovato sforzo. PiùCredere, piùObbedire, piùCombattere. A noi! In acronimica sintesi. P.S. Ma Paolo Boni a che ora ha preso servizio per postare il bando? (7,47a.m. )

sabato 2 giugno 2012

Brevi di cronaca, di un giorno qualunque.

Gran bella abbuffata per le banche quella di oggi. Quelle europee che oggi hanno speculato lo hanno fatto con i soldi prestati dalla BCE all'1% per prestarceli al 6.62. Lo spread italiano sul bund tedesco ha sfiorato i 480 punti e si mantiene sui massimi di giornata, con il rendimento del Btp decennale arrivato al 5,94%. Forte tensione anche sulla Spagna, con il premio di rendimento arrivato a 546 punti a fronte di un tasso decennale del 6,62%. Le politiche criminali della BCE stanno funzionando benissimo.

Nel 2013, emergerà un altro "uomo nuovo", dopo quello del '92-'93??

Allora, dopo decenni di bipolarismo di fatto DC-PCI, si andò a votare in uno stato confusionale e trasformistico e si inaugurò il periodo dei "movimenti". Il prevalente spirito conservatore italiano scelse quello conservatore, che attinse ad aree della piccola borghesia e del mondo femminile ( casalinghe ) per le sue promesse di successo e vita facile. Non intravedo nuovi soggetti mediatici proprietari, in grado di focalizzare tutto su se stessi, né di sollecitare, al Sud, la solidarietà della mafia. Ma il prevalente spirito conservatore è rimasto, la mafia pure e la sinistra è confusa come allora e, in più, bastonata. Siamo già in amministrazione controllata e, dopo questa esperienza, riparlare di democrazia, orizzontale e partecipata, con "le sue perdite di tempo", per tener conto delle opinioni di tutti, sarà difficle, forse impossibile. E' possibile, invece, che, per i meno anziani, la demagogia si sposti in Rete. Il cosiddetto futuro è già nell'attualità

venerdì 1 giugno 2012

Incentivazioni produttive e spirito civile.

Chi ha vissuto il terremoto davvero, ha visto e sentito i muri vibrare e inclinarsi verso di loro, mentre tavoli, scrivanie e persone scivolavano. Poi, le costruzioni più robuste si sono riassestate, come per magia; in realtà perchè le facoltà di resistenza degli immobili ben costruiti sono maggiori di quanto si possa immaginare. Le verifiche di stabilità dureranno settimane, durante le quali le fabbriche dovrebbero rimanere chiuse. Per tanto tempo non sarà possibile, anche se colpevoli e volgari sono state le sollecitazioni, venate di minacce, perché fossero riprense le attività, nonostante il pericolo. Le imprese che hanno sacrificato, in forma definitiva e in quella potenziale la propria forza lavoro sono quelle che hanno mercato e commesse. In quelle in crisi, la cassa integrazione ha limitato i danni. I capannoni costruiti con pezzi prefabbricati sovrapposti, sono state edificati a norma. Nessuna è abusiva o fuori regola. La responsabilità è da ricercare nelle improvvide normative che, leggermente, hanno consentito la costruzione labile, rivelatasi letale. Va però sottolineato che un capannone industriale antisismico è stimato, su base standard per dimensioni, del costo di 70.000 euro per parete: quindi per quattro. Vanno poi fondate e ricoperte con adeguati materiali, di cui non conosco il costo. Un piccolo imprenditore che esporta quel che produce in uno dei tanti impianti regionali, lucrando il suo utile dalla commercializzazione costante e rapida di ogni manufatto, non può permetterselo. Probabilmente, in sede di concessione, si è assunto un atteggiamento passatista alla "speriamo bene", mentre ora, chi ha avuto la struttura distrutta o danneggiata e tutti gli altri che saranno sottoposti a verifiche ed obbligati a sospendere la produzione in locali inidonei, dovranno semplicemente rinunciarvi o delocalizzare le attività. C'è chi lo fa per opportunismo, chi lo farà per necessità, chi dovrà rinunciare e basta. Con tutta la disoccupazione del caso, che riguarderà, in gran parte, lavoratori immigrati. Costoro dovranno spostarsi ancora e cercare impiego in base alle abilità eventualmente acquisite. Qualcuno sostiene che il mercato è troppo tuelato e poco mobile. Il tessuto produttivo delle zone terremotate non è uniforme per sensibilità, mentre è omogeneo per dimensione delle unità attive. Ma non tutti gli imprenditori hanno ricattato, con spirito avido, meschino e provinciale, i propri dipendenti, telefonandogli a domicilio o facendogli telefonare dai dirigenti e commis, che ripetevano lo slogan dissenterico: noi siamo qui! Molti, senza coordinamento, quindi a macchia di leopardo, hanno comunicato ai consigli di fabbrica che si sono riuniti nei cortili che, in assenza di una verifica di stabilità, dovevevano considerarsi liberi ( non che dovevano mettersi in ferie ). Quasi ovunque, le impiegate ( sono quasi il 100% della forza lavoro intellettuale ) se ne sono andate a casa. Gli operai, impegnati, per turni, alle macchine di produzione che non si interrompono mai, spesso sono andati, spontaneamente, al lavoro. E' quanto emerge da testimonianze univoche di tanti imprenditori della zona interessata dal sisma. Resta gravissimo il destino di coloro che, con la casa, hanno perso tutto quello che possedevano e su cui si basava la loro esistenza. Senza l'impegno fattivo di tutta la comunità coinvolta, senza un progetto da affidare agli artefici competenti e, casomai, coordinato dalle autorità amministrative locali, le donazioni, pur generose, i soldi si riveleranno inutili ed occasione di speculazione e appropriazione di chiunque sarà in condizione di metterci sopra le mani, come l'esperienza consolidata insegna. Qui si vedrà, al di là delle parole di circostanza, la qualità dell'amministrazione e la tempra, semplice e costruttiva delle comunità locali. Dello Stato, infatti, ci si può fidare solo per le celebrazioni.