venerdì 31 agosto 2012

In fine d'estate.

E' morto, presso la Casa dei Gesuiti, il Cardinale emerito di Milano Carlo Maria Martini. Lo apprendo al ritorno da ferie finalmente godute, così come il caso ce le propone, proprio mentre mi sono ritrovato sul tavolo una schifosa e burocratica lettera, proveniente da quella setta di brutte persone di una squallida e pelosa provincia. Il Cardinale Martini apparteneva alla Santa Madre Chiesa, della quale io, consapevolmente, non faccio più parte da quarant'anni e nella quale non aspiro a rientrare neppure in articulo mortis. La figura del porporato mi è stata e mi rimane estranea eppur familiare, perchè sempre presente sui quotidiani da almeno venti anni. La sua figura ascetica e severa mi ha sempre respinto e non mi avvicina a Lui, ora che è morto, rifiutando, ci riferiscono, le metodiche artificiali che prolungano per un po' la vita. E allora perchè sono spinto a parlarne? Perché, della sua figura umana, mi attraeva la componente spirituale e culturale, l'una alimentata dall'altra, come per ogni uomo di sensibilità e di pensiero, quali che siano. Mi affratellava a Lui la costante violenza che la sua qualità gli infliggeva, a Lui che solo agli studi profondissimi ed alla meditazione in Terra santa si sentiva richiamato, ogni volta che lo coinvolgevano in impegni gravosi e non cercati, in base ad una doverosità che, provenendo dal potere, gli cadeva adosso come un macigno, una espiazione. Gli fu imposto di occuparsi della Diocesi di Milano, la più popolosa d'Europa del mondo cattolico, che amministra e organizza solo il 18% della popolazione mondiale, ma che, con essa e in suo nome, esercita ingente influenza e conferma ricchezza e potere nel mondo occidentale al quale è legata la sua storia e, sulla punta delle spade, la sua espansione. Ego sum! gli intimò il Santo subito, al suo rifiuto della porpora cardinalizia e di Milano, contro voglia, seppe esprimere le potenzialità intellettuali migliori, in una realtà segnata da squallidi ragiunat, da poveri e meno poveri immigrati e dalla nebbia meteorologica e della finanza bancaria. Proveniente dall'Ordine più politico della Chiesa e per questo messo a tirar le fila di una realtà fondamentale, economicamente parlando, della bottega cattolica, seppe far prevalere le ragioni del dialogo, del confronto e della riflessione e seppe estenderle a quel popolo devoto che a volte si intravede farsi il segno della croce, nelle calliginose mattine, nei pressi della Madunina, prima di affrontare la pena quotidiana. Alla fine del suo mandato, quando gli organigrammi delle cariche ecclesiastiche richiesero degli aggiornamenti, se ne tornò a Gerusalemme, ridivenne gerolosimitano, come gli Ebrei chiamano i residenti nella città della Religione Una e Trina ( Ebraismo, Cristianesimo e Islam, la stessa origine, la stessa cosa, per questo occasione di continui conflitti ) e lì rimase, fino all'aggravarsi della malattia che lo ha spento. Viveva quindi la sua vita dell'anima come una constatazione indefettibile dell'impossibilità di vivere nel mondo e del mondo, senza volgarizzare e inquinare la superiore spiritualità dell'uomo, confondendo o semplicemente accettando che la sua sensibilità non era di e per questo mondo. Per questo, credo, non ha chiesto di abbarbicarsi alla vita biologica e, anche ora che - penso - non è più in nessuna forma, ha confermato la fede e, insieme, l'invocazione disperata di Gesu' sul Golgota. Torno miseramente ad immergermi nella falsità e nello squallore.

sabato 11 agosto 2012

Equilibri e equilibrismi.

Ogni estate divampa una guerra civile in medio-oriente, fomentata dall'Occidente. Quest'anno tocca alla Siria, dove lo stallo sanguinoso fra insorti e filo-governativi si mantiene nonostante le defezioni, gli attentati e le battaglie in aree urbane, sempre più intense. Assad sarebbe già caduto se a sorreggerlo non ci fosse la Russia che ha ripreso il ruolo che fu dell'URSS. I Russi hanno in quel Paese una grande base aeronavale, tramite la quale mantengono un piede in medio-oriente e hanno ripreso a giocare le loro pedine, dopo aver collassato per molti anni e aver offerto nelle fiere occidentali, armi e anche velivoli, trafugati negli arsenali. Difficilmente il premio Nobel per la pace Barak Obama scatenerà una guerra pre elettorale; Bush o Romey probabilmente lo farebbero, ma, almeno per ora e anche dopo, se volese perfezionare la riforma sanitaria nel suo Paese, non potrebbe imbarcarsi in qualche cosa di diverso che non fosse un'eliminazione diretta, come quella, già in cantiere prima della sua elezione, di Osama Bin Laden. I "Volonterosi" paesi europei hanno beghe monetarie: l'italia sarebbe comunque pronta a fornire le sue basi, per ragioni umanitarie, anzi, la portaerei peninsulare è sempre alla fonda. Dalla casa madre abbiamo appena comperato 90 aerei da bombardamento con i quali essere presenti sugli scenari petroliferi e, domani, di questo passo, in un ginepraio strategico e militare dove saremmo i vasi di coccio fra i vasi di ferro, pronti a voltar gabbana ed a perdere la faccia, dopo aver perduto molte vite. All'interno, la guerra per il potere vede contrapporsi etnie, capi tribù e confessioni religiose interne all'Islam, che, nell'Iraq di Saddam, per tanti anni filo-occidentale, fino a sacrificare milioni di uomini in otto anni di guerra all'Iran e nella Siria degli Assad, erano state represse e non avevano potuto aspirare al potere. Fino ad ora. In entrambi i paesi al potere c'era il partito Baath, laico e unico, utile agli occidentali per tenere schiacciati i movimenti integralisti. Poi, quando questi regimi si sono troppo emancipati nella regone e hanno insidiato le teocrazie petrolifere circostanti, alleate degli Stati Uniti e minacciato, più con la propaganda che con i fatti, gli Israeliani, che sono il gendarme avanzato degli americani in medio-oriente e in buona parte dell'Africa, sono stati sovvertiti, con un intervento diretto e con un forte contributo in armi e logistica. A contenere gli islamici combattivi, oltre alla loro intrinseca corruzione, così speculare a quella dei "custodi della fede" alleati, c'è l'intelligence e l'azione dei Paesi arabi più ricchi, che influenzano le situazioni con donazioni, investimenti, bustarelle e influenze nelle quinte colonne politiche e religiose, pur in pericolosa ebollizione. Israele che si era sentita, all'epoca di Sharon, messa in discussione, nell'ipotesi di un nuovo equilibrio utile nella zona, ha ripreso sicurezza e orgoglio, anche se non ha ancora proceduto ad iniziative pubbliche contro l'Iran, paese non arabo della regione, già avamposto americano ai tempi del corrottissimo Scià. Qualche iniziativa privata deve averla intrapresa, se è vero che due scienziati di primo livello, due fisici che lavoravano al progetto nucleare, sono stati uccisi da sicari rimasti ignoti e provocato la vendetta simbolica su un gruppo di turisti Israeliani, in Bulgaria. Dopo la Siria, rebus sic stantibus, il prossimo obiettivo sarà appunto l'Iran, Rusia permettendo e, soprattutto, situazione finanziaria del mondo occidentale permettendo, o, forse, fomentando, in un gioco di domino che, all'epoca della guerra fredda si è sempre fermato sul crinale del precipizio, in cambio della soggezione e della schiavitù di interi popoli e di carneficine periferiche. Ma in questa mancanza di riferimenti? O i riferimenti ci sono e non si colgono?

Uomini in fuga.

Fuggono i capitali, insieme ai lavoratori, non più impiegati in Patria, rifuggono i migranti dalle nostre coste, tranne orfani e inidentificabili (tutti?) disperati dal macello siriano, perché nessuno aspira più a trovare lavoro da noi. L'emigrazione italiana, per contro, verso la Germania è ripresa, anche se " siamo tutti ( euro )pei"; si manifesta un flusso che tende ad ingrossarsi verso i pochi Paesi ricchi e finanziariamente stabili. Eppure si lotta e ci si incaponisce a difendere gli interessi di nicchia e di apparato, - a cominciare dal Governo tecnocratico - mentre i popoli, cominciando dalle fasce più esposte, vanno in rovina...un'altra volta. Popolo nomade quello che non può contare che sulle sue braccia.

venerdì 10 agosto 2012

Uomini soli.

Antonio Di Pietro non demorde, nonostante l'ecosistema gli si sia fatto ostile e continua ad accusare tutti coloro, compreso il Presidente della Repubblica, che non solo delegittimano i coraggiosi, ma non fino al martirio, loro e della loro scorta, magistrati palermitani, ma fanno una ipocrita, ancorchè scoperta, opera di fiancheggiamento di quell'area nebulosa che da sempre tratta con la mafia ogni cogestione della vita pubblica, fino a far diventare viola d'invidia il sindacato confederale. Lo fa con lo stesso piglio delle sue arringhe e dei suoi interrogatori, con la stessa popolaresca energia di chi non si fa soffocare dai felpati eloqui che vogliono mascherare la realtà. In fondo, non si è fatto irretire dalle cariche ed è sempre rimasto uguale al tribuno che conoscemmo e che non tutti apprezzammo, proprio perché implacabile, lui, rozzo e plebeo, con i potenti fino ad allora tanto intoccabili quanto corrotti. Poco importa che l'accusatore sia candido o faziosamente subdolo: le sue argomentazioni saranno avvalorate dai fatti o, dai fatti, ridimensionate o illuminate all'incontrario, ma dai fatti non si può prescindere, nè è lecito ad alcuno prescinderne, parlando d'altro e ostacolandone l'accertamento. Se i toni sono aspri è perché l'impunità è la regola sostanziale di una mafia burocratica che ben intende messaggi, segnali e opportunità trattativiste. Antonio Conte è l'unico reo del calcioscommesse 2012; uomini già ex Bari, ex Siena, dove anche il Presidente-marito della Carfagna - Dio li fa e poi li accompagna - scommetteva a colpo sicuro sulla sconfitta della sua squadra, che di quelle combines dovevano per forza essere protagonisti sul campo, sono stati assolti: l'accusatore non era affidabile. Come poteva esserlo un taroccatore di gare e autore di autogoal, è problema astratto che i giudici non si sono posti; come sia possibile trovare una persona degna in quell'ambiente di bestemmiatori, turpiloquatori, frequentatori di escort e di sale per massaggi, di scommettitori, la cui ignoranza lievita parallelamente alla ricchezza, è un altro mistero gaudioso, pur essendoci fra di loro delle persone che fanno eccezione, di solito per formazione e sensibilità religiosa, è ricerca appropriata per un rilevatore di aghi nei pagliai. Le società stesse. gestite da personaggi che si propongono scopi a latere di quelli sportivi imprenditoriali - con l'eccezzione spendacciona di Massimo Moratti - rifulgono per opportunismo e combinano molte partite, per ragioni di classifica e di mercato. Moggi è stato la punta di diamante di un sistema che, come lui stesso disse a Gazzoni Frascara, dopo avergli rinfacciato di aver fatto frequentare casa Agnelli ( di cui era amico di famiglia ) al suo figliolo, per interesse: "non è un ambiente per gentiluomini". Amati farabutti ne sono usciti indenni, un colpevole è stato eletto a capro espiatorio e tutto si è risolto in una bolla di sapone. Il costume non sarebbe cambiato comunque, ma non per questo si doveva ridurre al grottesco il senso di giustizia al quale non si deve smettere di tendere.

giovedì 9 agosto 2012

Non di soli affari...

Sussistono, intonsi e solo superficialmente aggiornati, stagni economici, sociali e culturali che servono gli interessi conservativi degli strati più immobilisti della nazione, custodendone i depositi. Si tratta di ambienti che non si sono mai fatti coinvolgere nella complessa evoluzione delle dinamiche economiche e finanziarie e che si sono costituiti per preservarne le metodiche conservative, per esserne la cassaforte. Ambienti piccini, nei quali il fascismo storico si è ritualmente conservato, pur sovvertito, ma solo istituzionalmente. Ora, queste pozzanghere di privilegi fondiari e finanziari, che si costituiscono esclusivamente per la raccolta, da qualunque fonte provenga e che, come gran parte dei suoi finanziatori pratica l'evasione e l'elusione fiscale e contributiva, costituiscono, nelle more di una crisi senza riferimenti concreti, un rifugio, anche se a reddito ridotto rispetto agli standard di settore, a condizione di una completa e uniforme soggezione, che non prevede neppure la normale disamina dell'ambiente di lavoro, rispetto alla frammentazione occupazionale , frutto della destrutturazione contrattuale , dei contratti atipici, della concertazione e della cogestione di un sindacato completamente delegittimato presso il volgo disperso dei lavoratori che è costretto, per reggere il fronte dei propri interessi a rappresentarsi insieme a tutti gli altri fiancheggiatori del sistema, anche quelli più ostili agli interessi che dovrebbe rappresentare, come i partiti e i movimenti politici, ormai incapaci, non solo di governo, ma anche di contenuti e di proposta. Sono passati diversi anni da che le banche hanno preso a fondersi, spinte a queste operazioni soprattutto da governi di sinistra ambigua, ma non si è manifestato nessun miglioramento delle prospettive economiche, anzi, si sono sommate una serie esponenziale di criticità patrimoniali e occupazionali che sono ancora in corso. L'attività produttiva è stata abbandonata e strangolata dalla mancanza di credito, prima che la conseguente sterilità produttiva le assestasse il colpo di grazia che, solo ora, sembra essere stato scoperto da un Governo tecnico, in gran parte di professori della materia. Le operazioni di ingegneria finanziaria che hanno portato all'invenzione dell'euro, da parte - lo ripeto - di una sinistra tecnocratica e politicamente ibrida, sono ancora difese aprioristicamente e a beneficio di un progetto politico transnazionale, che la sinistra post comunista veicola con una determinazione che la destra non conosce. Il cerino acceso è stato affidato a quel Mario Draghi che, forzando le sue competenze, si è impegnato due volte a difendere l'euro "irreversibile" con ogni, non meglio specificata strumentazione, suscitando, prima la contraddizzione della Bundesbank, sua effettiva dirimpettaia, e poi le poco diplomatiche dichiarazioni di importanti ministri tedeschi. Draghi è un banchiere pubblico e sitituzionale a termine, come riuscì a riconfigurarne la carica Tremonti e si è proprosto, quando la speculazione sembrava sul punto di travolgere gli argini verbali, a rianimatore dell'euro, almeno per l'estate declinante. Le repliche tedesche, però, ormai trascurano qualsiasi diplomazia e affermano ciò che ciascun sa in cuor suo: Draghi tenta di muoversi per far pagere i suoi debiti, confondendosi con altri insolventi, al contribuente tedesco, che già accettò di ridurre la sua retribuzione per annettersi la Germania orientale in fretta e furia e consentirle subito un inconcepibile cambio alla pari, ma che non appre riconoscersi in una generica e in realtà inesistente identità continentale, che gli comporterebbe solo l'importazione di troppi debiti e che, comunque, sente estranea culturalmente e moralmente, Esattamente come noi sentiamo estranei, da molteplici punti di vista, i Tedeschi. Ecco che la opportunistica e tanto più boriosa quanto più infondata, ignoranza degli elementi culturali che sono alla base delle specifiche civiltà, si impone sui tecnocrati, al primo affievolirsi dell'utilità di una iniziativa meramente utilitaristica e materialista.

mercoledì 8 agosto 2012

Cerchiobottismi.

La professoresa Fornero, dopo aver umiliato in quattro e quattr'otto i lavoratori in servizio, posticipandone il riposo fin quasi a quello eterno, e quelli in dilazione di quiescenza, consentendo, nel contempo, ai padroni di vessare e licenziare, dopo averli precarizzati, tutti quelli che mostreranno un minimo di autonomia e di decoro, scopre la dignità della classe operaia e preconizza un autunno caldo, durante il quale, ammonisce, potrebbe prender corpo la deindustrializzazione dell'Italia. Dice che vedrà anche Marchionne, per parlare - niente di più - di politica industriale. L'unica uscita centrata, ancorché imbarazzata, di questi ultimi giorni l'ha offerta la Segretaria della CGIL, allorquando ha constatato che ormai la FIAT investe quasi tutto all'estero ed ha chiesto che il mestiere di produrre automobili non le sia più appaltato in esclusiva, dopo gli anni del tutto agli Agnelli di Craxi. L'esito, infatti, è stato infausto e, per impiegare le nostre maestranze, non si ostacolino più gli investitori del ramo stranieri, aprendo opportunamente il mercato. Questo comporterebbe una sprovincializzazione del mercato produttivo, del mercato del credito e ci precipiterebbe in un contesto reale, ancorché faticoso, di emancipazione dagli equilibri produttivi e dell'impiego che ormai, gli stessi fruitori industriali di numerose generazioni, mostrano di mal tollerare. Troppi vetusti e periclitanti equilibri si reggono sul miraggio di fotogrammi di realtà che non esistono più. Lasci stare il Ministro Fornero la tardiva ed ipocrita lode sepolcrale, con la quale cerca di recuperare una posizione mediana, per riaccredistarsi. La sua è la lode di un defunto che ha finito, dopo che, per decenni, gli stessi cangianti partiti e movimenti che la sostengono hanno contribuito a dissanguare.

Spirito di olimpica empiria.

Seguo distrattamente le Olimpiadi inglesi, tanto ben organizzate e gestite da passare quasi inosservate, nella loro implacabile corsa alla cerimonia di chiusura, nel poco tempo disponibile per poterle gustare appieno. Non ha torto Beppe Grillo, quando afferma che ormai manca solo la gara di bocce perché i giochi olimpici siano espressione di ogni divagatoria contesa fra umani, in forma agonistica. Si potrebbero introdurre il lancio dei massi e delle forme, la gara fra spaccalegna ed ogni altra sagra primitiva e bucolica. Si alternano in una non più credibile professione di spirito olimpico, le situazioni più varie e solo apparentemente contraddittorie. Una giovane e implacabile sparatrice di Crevalcore dedica la quasi perfezione della sua performance all'Emilia, la terra tanto amata e tanto provata. Sotto la tenda, i compaesani brindano, inneggiano, festeggiano il primordiale trionfo e trasformano il piagnisteo della tragedia in un rituale folle di riso, in un baccanale di allegria. Il povero carabiniere alto atesino che, pur parlando un buon italiano tradisce la sua etnia esclusivamente austriaca, si duole, si pente, si accusa, si dimette. Tutto per essersi fatto scoprire positivo all'epo che confessa di essersi andato a comperare da solo (sic) in Turchia, subito fatto oggetto di una richiesta di delazione delle autorità di quel Paese. Lui, macchiato per sempre, solo perchè scoperto, "unico colpevole" di un misfatto del quale si sono macchiati tutti i maggiori campioni del passato e del presente, con il valido ausilio dei laboratori dei propri Paesi, ansiosi di visibilità e primato "sportivo". Lo spirito dilettantistico è morto da tempo e l'atleticità chimica è invalsa a fondamento di ogni successo che richieda un prolungato ed intenso sforzo fisico, celebrato fino a che, in omaggio ad una virtù pubblica e di facciata, a titolo esemplare qualcuno non incappi nella provetta, urinaria o ematica, del laboratorio di turno. In questo caso l'ostracismo, anche retroattivo, altrimenti la fierezza nazionalistica di cui ciancia il Presidente del CONI a cui segue il Cavalierato conferito dalla Presidenza della Repubblica. Intanto, gli Inglesi, dopo aver spento, spostato e riacceso la sacra fiamma olimpica e aver condotto in una sintesi, senza sbavature, i Giochi, si accingono ad archiviarli, dopo averli sottratti alle mire spartitorie dell'Italia rutelliana e del suo Tesoriere, il povero ladro Lusi.

Ogni epoca dà i suoi frutti.

Mentre tornavo a casa in autobus, ho visto una signora anziana, ma non decrepita, di quelle vedove che i figli lasciano a casa, prendersi una multa di 61 euro, da conciliare entro cinque giorni perchè non diventino 81, per aver omesso di timbrare il biglietto, dopo tre fermate. I verificatori, un uomo e una donna piuttosto anonimi, erano saliti a una fermata. Si erano seduti a chiacchierare fra di loro disinvoltamente e, quando avevano esaurito l'argomento, si erano alzati e avevano intimato, sotto tono ma con arroganza, di mostrare i titoli di viaggio. La buona donna, su un mezzo quasi vuoto, avrà ritenuto di potersi rilassare, ma così non era: i due sfigati accertatori erano in agguato. Dopo averle fatto firmare il verbale, eccoli scendere a una fermata qualsiasi e sostare sotto il cartello, in attesa di qualche altro accaldato improvvido. Solo la donna, prima di scendere ha rivolto qualche parola alla signora e uno sguardo incerto agli scarsi astanti, ben sapendo di avere commesso una cattiva azione. Di questi tempi, gli sfigati prolificano come i funghi dopo una pioggia. Sono una categoria infelice che si arrabatta all'ombra di una burocrazia comportamentale a mezza via fra l'insipienza e la necessità ammantata di arroganza. Ho ricevuto a domicilio due contravvenzioni: mi sono sembrate identiche, ma, avendo distrutto la prima, ho pagato anche la seconda. Si trattava, in entrambi i casi, dello stesso divieto di sosta, all'altezza dello stesso civico della stessa via. E' possibile che io sia solito parcheggiare in quella via sempre alla stessa altezza, anche se, in coscienza, non ne ricordo il motivo. Ne deduco che, in quella strada stazionino o transitino i vigli urbani perchè sanno che è ricca di pescato, anzi, una sorta di moltiplicatore delle multe e dei pesci, con i quali rimpinguare le esangui casse comunali. In azienda, dopo avermi comminato una sospensione di tre giorni per una inventata mancanza, neppur esplicitata nella lettera di contestazione e che avrebbe dovuto e potuto dar luogo ad assenza più prolungata, mi sono visto privare di un traslato contrattuale, accettato dall'acquirente all'atto del passaggio del ramo d'azienda di cui facevo parte, che si è tradotto in una sottrazione di circa 980 euro, con una sequela di osservazioni che tradivano una sistematica annotazione di presunte, singole mancanze, il nucleo delle quali si sostanziava nella mia indisponibilità a prestare lavoro non retribuito, né recuperabile. Il tutto, in una catalessi della coscienza, in un rifugiarsi nell' autonomia delle opinioni e delle "libere sensibilità" - che per me è un principio insuperabile, ma che vorrei vedermi riconosciuto - che non ha spinto nessuno a dichiararmene la conoscenza, né ad esprimermi un sintomo di interesse, ben sapendo a che cosa si ispirano le metodiche interpretative del padrone, che loro, con assurda uniformità, accettano "perché in fabbrica è peggio", perché " qui si lavora su piazza, mentre nelle altre aziende i trasferimenti dei Quadri direttivi sono molto distanti", perché da noi si conosce il padrone e non si corre il rischio di operazioni societarie". L'unica solidarietà mi venne, a suo tempo, da due bariste, oggi non più in servizio, che avevano sentito i normalizzati colleghi commentare gli avvenimenti, quando, alla fine di un economico pasto alla CAMST, si portavano al mio stesso bar per il caffé collettivo. Oggi, un provinciale di mezza età, dopo aver vagato, senza dare il minino cenno di necessità fra le due posizioni di front-office, nel ritornare sui suoi passi e avendo orecchiato la mia conversazione, post officium con un cliente-promotore finanziario, non trovava di meglio che prodursi in un " io non ho tempo da perdere, mentre tu facevi delle chiacchiere". Ribadito con calma che io con le persone parlo e parlerò e che a sua disposizione c'era un'analoga posizione di lavoro, venivo poi investito dalla curiosità, reiterata, di un altro collega, che non aveva pace fino a che non raccoglieva la mia versione dei fatti, suscitandomi anche i commenti che avevo omesso, per sorpresa, per tanta maleducazione, di primo acchito, ma che prometto, se una situazione simile, alla quale non ho mai sottoposto nessuno ed alla quale non sono avvezzo, dovesse ripetersi, espliciterò senza inibizioni e con il tono di voce spontaneo. L'educazione, chi non sa neppure che cosa sia, ormai non può più darsela, ma la burineria non può esimerlo da repliche appropriate e da ripetersi, senza variazioni, dovunque fosse necessario. Purtroppo, questa inutile ignoranza sta prendendo sempre più piede, sta cioè emergendo impunita e incontrastata in ogni ambito della vita lavorativa e ex civile. "Tutti gli ambienti di merda producono una varietà esponenziale di stronzi". Letteratura muraria. Anonimo.

martedì 7 agosto 2012

Fraintendimenti.

Entro quest'anno molte attività impenditoriali e commerciali chiuderanno bottega. La possibilità di rifinanziarle o di fonderle e di indurle a federarsi, sono impedite dalla chiusura egositica e familistica della banche più piccole e dal dissesto finanziario, ancora in gran parte occultato, delle più grosse. La Spagna non è sola in questo baillamme, nel quale si sono confuse, mischiandole, tante responsabilità, molte delle quali attinenti al potere politico e governativo. La banche, grandi e piccole, hanno già predisposto dei piani di rientro per le imprese periclitanti e ripristinato, di fatto, il tanto vituperato "cartello" interbancario che, almeno, le sosteneva ed impediva una dissennata concorrenza patrimoniale, che inibisce completamente il sostegno al mondo della produzione, nel senso della negazione del credito, tranne che alla vasta gamma di consumi voluttuari ed inutili, purché compresi in un range di compatibilità. Per questa via si favorisce il processo di banalizzazione della società ed i consumi di apparenza. Soprattutto, però, da questa condotta della banche traspare una totale sfiducia nelle possibilità di ripresa dell'imprenditoria nazionale e, in ultima anlisi, del cosiddetto sistema-Paese. Le banche, però, si lagnano e paventano che la rigidità tedesca, che rischia di mettere a repentaglio l'euro - dei Paesi più scassati - potrebbe indurre anche a loro sofferenze finanziarie di non calcolabile entità. Si domandino, però, se è logico che gli Stati più attrezzati, sulla base delle stesse analisi che le banche elaborano per sé, possano nutrire fiducia in nazioni verso le quali anche le istituzioni finanziarie indigene mostrano di non nutrire nessuna considerazione. Basta non distrarsi con le chiacchiere per capire le cose.

lunedì 6 agosto 2012

Catechesi professorale e catechizzazioni.

I Paesi cattolici e latini, oltre che corrotti sono anche antidemocratici. Il professor Monti, con tutta la sua scienza economica, parla senza rendersi conto che quello che dice può andar bene in quest'Italia imbastardita dalla superficialità, dall'avidità e dalla endemica corruzione, ma suscita ripulsa in chi, multiconfessionale, rigoroso e democratico ( perchè oggi la Germania è una grande democrazia ), mai accetterebbe di limitare le prerogative del suo Parlamento per compromettersi con realtà che li inquinerebbero stabilmente in un losco e compiaciuto gioco di sprechi clientelari, che non producono nessuna stabile ricchezza. Lo stupidotto bocconiano ha sentenziato due volte, rivolgendosi prima alla Merkel, alla quale ha suggerito di fare come in Italia, cioè di bypassare le prerogative del Parlamento, che da noi le ha cedute senza combattere ed imporre i diktat del Governo. Dimentica che in Germania, per una vacanza scontata e una facilitazione d'acquisto, il Presidente della Repubblica si è dovuto dimettere; chissà cosa gli sarebbe capitato se avesse nominato senatore a vita un Mortimer locale e lo avesse investito del ruolo di dittatore-salvatore della Patria. Sempre più viziato dalla piaggeria dell'informazione mediterranea, ha poi soggiunto che sarebbe stato opportuno che il parlamento fosse stato ridotto ad un ruolo meramente notarile anche in Germania, a beneficio di un Governo, che in nome di una superiore entità europea, avesse cavato le castagne dal fuoco a quasi tutti gli altri Paesi. Se i Tedeschi usciranno dall'euro, faranno bene, anche e soprattutto alla luce dei comportamenti pre dittatoriali che, in un silenzio complice, inane e indifferente, stanno prendendo piede nei Paesi latini. Anche in Spagna, infatti dopo le violente e gisutificate rimostranze popolari contro la falce che si abbatte su una società senza colpe, il nominato e poi almeno eletto Rajoi ha sostituito con un decreto tutti i giornalisti delle reti televisive spagnole per sostituirli con figure di assoluta fiducia e carriera della sua area politica, perché ogni dissenso e manifestazione del medesimo sia ridotta a atto eversivo, incompetente e inutile. Mi verrebbe da dire: speriamo nell'Inghilterra, ma la consolidata e declinante neghittosità e appartata accidia mi costringono a sperare che sia, una volta tanto, la Germania a darci una salutare lezione anche sul piano civile e politico.

domenica 5 agosto 2012

Contrappesi. La bilancia della giustizia.

Il Ministro Severino ha riposto nel cassetto del Ministero, la proposta di legge sulle ridotte possibilità di intercettazioni telefoniche dei pigri corrotti e trattativisti di casa nostra. Siccome vuole mascherare lo smaccato favore ai troppo numerosi malfattori, di modo da poter dare l'impressione di reprimerli, senza, in realtà, scardinare il fondamento del nostro patto sociale sotto traccia ed anche i fondamenti della nostra convivenza istituzionale ( prima, seconda e terza, per ora Res publica ) ha affermato che, contestualmente, proporrà un disegno di legge sulla corruzione: simul stabunt aut simul cadent: questo non lo ha detto, però. Resta sottinteso che i due disegni subranno modifiche nell'iter parlamentare, anche queste semi-occulte, furbesche ed interpretabili, così che non venga a mancare quel collante male odorante fra etica e malaffare che tanto ridicolmente ci caratterizza ed espone alla riserva internazionale e che, in questa fase storica, impedisce un soccorso finanziario che, se fose necessitato da cause tecniche ed estemporanee, forse ci sarebbe. E' ovvio che, dopo tanto ipotizzabile lavorio di commissioni e d'aula, il provvedimento sarà approvato con la consueta "fiducia" ed un'apoteosi di commenti favorevoli dell'informazione televisiva e della stampa più diffusa. Il Governo tecnico, che non riesce a toglierci dal pantano finanziario, per mancanza di presupposti, sta invece facendo un lavoro egregio per il potere sostanziale, così come si esprime e si articola nelle rappresentanze parlamentari ( mentre si disarticola e riarticola nelle trame per le prossime alleanze ), per il proseguimento semi-indisturbato dei suoi traffici predatori, coprendolo anche nella reimposizione delle catene di un attualizzato colonato o servitù della gleba, nei confronti dei lavoratori e dei pensionati. Vedremo, analizzando il semi-trasformismo post 2013 e gli incarichi che saranno assegnati o implementati ai maggiori fautori delle tecnicalità in atto, in che cosa consisteranno i trenta denari che, certamente, percepiranno. Anche i Ministri minori, di cui non conosciamo e non ricorderemo neppure il nome saranno premiati, direttamente o, più probabilmente, attravesro un aumento e una facilitazione dei propri introiti professionali e paraprofessionali. Così l'Italia sarà finalmente cambiata, tromberanno i corifei di tutti i regimi. Fino alla prossima volta.

Fondamenti soci(ali)etari.

Dunque, in Calabria, ci sono famiglie intere a disposizione della mafia e sono famiglie di professionisti, le quali, in funzione dei loro servigi, occupano posizioni nelle ASL e, addirittura, contano dei magistrati nella loro Gens. Alcuni fra i membri delle famiglie medesime, si presentano alle elezioni locali e nazionali ( probabilmente i meno dotati ); tutti, in funzione dei servigi che dovranno rendere e a riconoscimento dei servigi medesimi, dovranno accedere alle funzioni, ai ruoli ed agli incarichi, che li renderanno possibili. Si tratta, quindi, di una "società" in evoluzione meccanica, della quale, la famiglia resta l'unico tassello, l'unico elemento immutabile. Deve trattarsi certamente di una famiglia stabile, anzi monolitica, indissolubile e, perchè ciò sia possibile, deve fondarsi su una società statica, nei suoi connotati economici e morali. Gli influssi, contrastati e controllati, della modernità, devono essere assorbiti, resi inerti e distribuiti secondo un feudalesimo aggiornato. Soggiace al modello appropriativo e totalitario, una morale "utile" all'invarianza culturale, comportamentale e di condizione di tutta la comunità feudale, fino a suscitare il riflesso condizionato di filtro, rigetto e di repressione di ogni, anche larvale, manifestazione di emancipazione, contestazione e rifiuto.

sabato 4 agosto 2012

Rielaborazioni.

Presso il carcere minorile di via del Pratello, a Bologna, si sono consumate, per anni, violenze di ogni tipo: fra detenuti, per affermare la propria supremazia, dei secondini sui detenuti, per lavorare con il minor coinvolgimento possibile, violenze sessuali, indotte dalla reclusione, dalla noia, dallo spirito di dominanza, fra soggetti tanto piccoli quanto già etologicamente impegnati, in assenza di un qualsivoglia barlume di educazione. Quando non li sedavano, a suon di botte, i secondini facevano finta di non vedere e di non sentire. La Direttrice non ha trovato di meglio da dire che: " non ho compiti da secondino". Tirava a fine mese, come le guardie. Eppure, presso il Pratello, giudici, educatori, hanno fatto un lavoro egregio e reinserito al lavoro e in società, a fine pena, oltre il 70% dei reclusi. Durante la detenzione, il quadrilatero della via e dell'adiacente via Pietra alata aveva collaborato a mettere in sinergia attività appaltate al carcere, precedendo il reinserimento. Eppure..eppure, nei pressi sorge una pizzeria, è gestita da Notarbartolo e Notarnicola che i più anziani ricordano, quando, loro coetanei, militavano nella criminalità ed erano dediti alle rapine, senza trascurare di scimmiottare la sociologia di Robin Hud, per attribuire un senso al loro vitalismo appropriativo. Cercavano di confondersi un po' con le coeve Brigate rosse e, come loro, sparavano. Sono usciti per pentimento e buona condotta, ma hanno scelto la via della movida, della trasgressione inborghesita che già fu della prostituzione e della "balla" dei facchini, usi a concludere le loro bevute notturne, con risse e coltellate. Conoscendo la carcerazione si sono mostrati "solidali" con i giovanissimi senza supporti: fanno loro comporre delle poesie che vengono riportate sui tovaglioli della loro pizzeria. E' vera solidarietà o continuità nell'illusione? Insieme alle anime dei "biassanot" di un tempo, vagolano sotto i portichetti i perdigiorno di oggi, tutti dotati di autocoscienza, autogiustificazione, autosbronza; soprattutto d'estate fanno l'alba precoce, preferendo accasciarsi per terra o su un tavolo, anziché recuperare una branda pubblica o privata. Per cercare di nobilitare e assorbire i fenomeni di autoghettizzazione, il Comune aveva organizzato concerti e recite all'aperto, ma i residenti, composti da "irregolari", vale a dire omosessuali, maschi e femmine, drogati, ideologi di se stessi, border line, ma anche da professionisti che vi hanno studi e garconnieres e da aspiranti al successo commerciale non condizionato all'inizio dagli apparati professionali che si autoconservano e che hanno ricostituito, modificandolo, l'humus marginale, sofferto, compiaciuto, cercato, non hanno trovato di meglio che appellarsi alle ordinanze sui decibel consentiti. Anche il carcere, modificandosi e migliorandosi, non si esime dal lento e contraddittorio progresso e scarta, fra gli scarti, senza una logica che non sia presuntuosa e senza una spiegazione che non sia vana.