venerdì 10 agosto 2012

Uomini soli.

Antonio Di Pietro non demorde, nonostante l'ecosistema gli si sia fatto ostile e continua ad accusare tutti coloro, compreso il Presidente della Repubblica, che non solo delegittimano i coraggiosi, ma non fino al martirio, loro e della loro scorta, magistrati palermitani, ma fanno una ipocrita, ancorchè scoperta, opera di fiancheggiamento di quell'area nebulosa che da sempre tratta con la mafia ogni cogestione della vita pubblica, fino a far diventare viola d'invidia il sindacato confederale. Lo fa con lo stesso piglio delle sue arringhe e dei suoi interrogatori, con la stessa popolaresca energia di chi non si fa soffocare dai felpati eloqui che vogliono mascherare la realtà. In fondo, non si è fatto irretire dalle cariche ed è sempre rimasto uguale al tribuno che conoscemmo e che non tutti apprezzammo, proprio perché implacabile, lui, rozzo e plebeo, con i potenti fino ad allora tanto intoccabili quanto corrotti. Poco importa che l'accusatore sia candido o faziosamente subdolo: le sue argomentazioni saranno avvalorate dai fatti o, dai fatti, ridimensionate o illuminate all'incontrario, ma dai fatti non si può prescindere, nè è lecito ad alcuno prescinderne, parlando d'altro e ostacolandone l'accertamento. Se i toni sono aspri è perché l'impunità è la regola sostanziale di una mafia burocratica che ben intende messaggi, segnali e opportunità trattativiste. Antonio Conte è l'unico reo del calcioscommesse 2012; uomini già ex Bari, ex Siena, dove anche il Presidente-marito della Carfagna - Dio li fa e poi li accompagna - scommetteva a colpo sicuro sulla sconfitta della sua squadra, che di quelle combines dovevano per forza essere protagonisti sul campo, sono stati assolti: l'accusatore non era affidabile. Come poteva esserlo un taroccatore di gare e autore di autogoal, è problema astratto che i giudici non si sono posti; come sia possibile trovare una persona degna in quell'ambiente di bestemmiatori, turpiloquatori, frequentatori di escort e di sale per massaggi, di scommettitori, la cui ignoranza lievita parallelamente alla ricchezza, è un altro mistero gaudioso, pur essendoci fra di loro delle persone che fanno eccezione, di solito per formazione e sensibilità religiosa, è ricerca appropriata per un rilevatore di aghi nei pagliai. Le società stesse. gestite da personaggi che si propongono scopi a latere di quelli sportivi imprenditoriali - con l'eccezzione spendacciona di Massimo Moratti - rifulgono per opportunismo e combinano molte partite, per ragioni di classifica e di mercato. Moggi è stato la punta di diamante di un sistema che, come lui stesso disse a Gazzoni Frascara, dopo avergli rinfacciato di aver fatto frequentare casa Agnelli ( di cui era amico di famiglia ) al suo figliolo, per interesse: "non è un ambiente per gentiluomini". Amati farabutti ne sono usciti indenni, un colpevole è stato eletto a capro espiatorio e tutto si è risolto in una bolla di sapone. Il costume non sarebbe cambiato comunque, ma non per questo si doveva ridurre al grottesco il senso di giustizia al quale non si deve smettere di tendere.

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