lunedì 29 febbraio 2016

Schengen.

L'europa senza frontiere, l'europa di Schengen era solo l'europa dei capitali da attrarre e veicolare senza intoppi. Di capitali ne ha attirati pochi, solo in Germania e nella City inglese ed ora che sono i profughi a premere alle sue porte più sgangherate, sono stati esplosi, in aria,, i primi colpi di arma da fuoco, oltre ai gas lacrimogeni ed alle bombe assordanti. Gli unici feriti, per ora, sono trenta bambini, al confine fra la Macedonia e la Grecia che, dopo aver ristretto il numero degli affluenti, ha conosciuto il primo sfondamento dei confini, in prossimità di una bolla satura di disperati. Prima o poi ci sranno dei morti; è nella realtà e nella logica delle cose. Dopo averli uccisi si piangerà, ci si sdegnerà, il Papa lancerà anatemi e auspicherà la misericordia, ma per i profughi dalle guerre messe in opera dall'occidente non ci sarà né tregua, né accoglienza. Per questa ragione i Paesi del continente centrale, già schiavi della Russia, sono pronti all'isolamento, mentre le loro badanti e le loro prostitute sciamano verso sud ovest; la Slovacchia è pronta all'uscita della U.E, l'Ungheria dovrebbe esserne fuori perché l'ammorba con le sue politiche fasciste. I disastrati Stati post comunisti sono in mano alle destre più revansciste, nostalgiche e razziste. I nazionalismi micro la fanno da padroni, di conserva con il nazionalismo autoritario turco, che dell'europa non fa parte, per fortuna, ma che gioca un rulo sul limes disastrato dalle frettolosamente inclusive politiche comunitarie e dalla pesante influenza della NATO. Le nazioni più indebitate cercano di approfittare dello sfarinamento per menare il can per l'aia, ma la tetragona Germania, direttamente o per bocca di qualche commissiario europeo, le richiama all'ordine ed alla sottomissione, accettando, in qualche occasione, di recitare in sincrono con i tartassati, consentendogli qualche affermazione non impegnativa perchè infondata. Le frontiere presidiate, mentre si violano in missione "democratica" quelle degli altri, non possono reggere all'urto di masse umane senza nulla da perdere e non risulta chiaro neppure a che cosa si aspiri agitando il lilipuziano "spettro" di una propria uscita dall'europa, solo perché non ci si può chiudere dentro.

Paternità, in senso biblico e senza donne.

Anche Niky Vendola ha il suo bambino. Come Cristiano Ronaldo - che però ha usato il suo seme - anche il politico pugliese ha ingaggiato una povera indonesiana di cittadinanza statunitense minore e, in cambio di denari, non halla portata di tutti, le ha fatto concepire e gestire una gravidanza per suo conto, senza contaminarsi con la fecondazione masturbatoria: ci ha pensato il più giovane partner canadese. Quindi Vendola dovrebbe essere la mamma, ma ha rivendicato la paternità. Padre nostro che sei altrove! Con rapido iter burocratico, ha(nno) ottenuto l'adozione "in partibus infidelium" ed ora nessun tribunale italiano potrà revocargliela, come ha sancito recentissimamente la Corte costituzionale, a proposito di un ricorso presentato dal Tribunale per i minorenni di Bologna, il cui Presidente è padre adottivo di quattro figli. La Corte ha insinuato che costui non conosca approfonditamente il Diritto, avendo confuso l'adozione omosessuale di un minore straniero con il riconoscimento in Italia di un'adozione avvenuta legalmente all'estero fra due straniere, nella fattispecie. Cosa fa la Chesa cattolica in questi casi? Si rifiut(er)a di battezzarli, si sarebbe rifiutata di battezzarli in Italia o avrebbe preso in considerazione la possibilità di ammetterli al sacramento, come fa per i figli delle coppie eterosessuali non sposate, se i genitori lo richiedono e, caso per caso, per i divorziati? E, in futuro, in caso di coppie gay appartenenti a diverse religioni? L'uniformità di Babilonia - storica rivista dei gay - è sempre più estesa in un mondo occidentale nel quale la negazione di fatto dei diritti sociali viene sostituita con la copula generica e l'assunzione di responsabilità della coppia, a prescindere, nei termini dell'assistenza..casomai a se stessi in prospettiva. Mentre la povertà ridiventa endemica si fa riorso alla gioiosa irresponsabilità, tanto a lungo caldeggiata dalla Chiesa stessa fino a pochi anni fa, quando negava la procreazione responsabile, secondo le diverse declinazioni che ne possono dare il censo, la cultura, le prospettive o le ambizioni professionali e il desiderio di non fare, in questo senso, un percorso all'incontrario. Il tutto implicito e non detto. Quel che è paradossale è che la custodia dei principi utili a popolare la terra di tanti disgraziati sia quella "ecclesia" che, celibe ed ispirata dalla "paideia" classica, non fa altro che sostituire la femmina procreatrice e le sue aspettative e rimostranze circa la sua "sistemazione" nell'ambito di una famiglia "economica", con i figli dei poveri, fin dalla più indifesa età. E' poi possibile, forse probabile, che il figlio interattivo ( Italia, Canada, Indonesia, Stati Uniti )abbia buona fortuna, in quanto figlio di un politico affermato ed influente, molto di più di tanti pargoli eterofamiliari, poveri, provenienti da famiglie ignoranti e litigiose. Sarà comunque figlio dell'onorevole Vendola e le vili contumelie che potrà ricevere gli verranno più dalla destra fascista, molto rappresentata nelle Puglie, che dal sentimento morale offeso, con il quale lui non c'entra niente. Ad assicurargli un bizzarro rispetto contribuirà il potere clientelare e il prestigio istituzionale del Padre. Altrove e immaginario, per gli altri immaginifico.

domenica 28 febbraio 2016

Dove andare a sbattere la testa?

Tempi incerti, tranne che nella violenza appropriatrice, eppur coinvolta e malamente finalizzata per abbarbicarsi a certezze cangianti e traditrici. Che l'intenzione risieda nel "tutto - almeno il possibile - a me" e il niente da ripartire solidalmente fra tutti gli altri, è rinovazione dell'adagio di sempre; in fondo, tutti gli altri sono gli esuberi geometrici della dottrina economica classica, nella quale lo Stato assicura soltanto i servizi di polizia. Dal momento che esercita anche la polizia fiscale, i cespiti carpiti defraudando la giusta mercede agli operai, sono custoditi a Singapore, ma per molti medi capitalisti, l'interesse erariale per i loro accantonamenti li induce all'estremismo. I poveri diavoli possono solo, democraticamente, mugugnare per poi abbassare il capo come sono abituati a fare, attraverso le generazioni. E' questa dunque, seppur all'italiana, la società liquida, ma senza approdi e senza bussola, nella quale, al rarefarsi della liquidità si accompagnano le pubblicità più compensative ed inutili della storia recente e gli empori "stracciamerica" di tempi che si credevano e si volevano superati. In questo deserto, il Partito della nazione, che forse non si chiamerà più così, prende corpo attraverso una mediazione meschina, alla quale un comunista d'altri tempi, ha dato un dirigistico contributo, per evitare non una deriva autoritaria, ma un riposizionamento non controllabile delle magmatiche forze politiche, con il risultato di ridare spazio e peso a una nullità, per di più oscurantista, come Angelino Alfano. Caduta la possibilità di alimentare un clientelismo diffuso, si cerca ora di sedimentarlo, cristallizzarlo in pochi epigoni e nelle loro salmerie, le uniche che continuano a votare, indifferenti alle colossali baggianate che ogni giorno vengono spese da un imbonitore del quale un giorno, non diversamente da come fu per Berlusconi, ci si dovrà dire chi, in quali circostanze e per quali compiti, ce lo ha catapultato su un proscenio per attori e non per guitti. Intanto, nelle famiglie, cresce la tensione per le ristrettezze crescenti del reddito, la sua diminuzione inaspettata, dovuta alle continue rielaborazioni degli assetti societari, alle entrate e alle uscite dei soci, alle liquidazioni stratosferiche degli uscenti che lasciano in strada o nel vestibolo chi si guadagna faticosamente il sostentamento. Intanto, in giro per il mondo, si rielaborano le alleanze e ci si mantiene al potere, anche se dimidiato, attraverso la scacchistica autocollocazione in un tessuto che qualcuno ha smesso di tessere insieme alla potenza dominante, avendone avvertito per tempo l'effetto dilapidatorio in genere e per la propria nazione in particolare. Sul piano civile si evidenziano - ma questa volta sono riuscite ad imporsi - le tradizionali dicotomie fra le zone post industriali, oggi prevalentemente dei servizi e quelle borboniche, divise nella prassi ma accumunate in un'attività spartitoria che, ancora una volta, rievoca il Gattopardo, che è l'emblema della possidenza inamovibile ed arcaica. Noi, gente comune, con poche eccezioni, pensiamo solo ai fatti, più spesso fatterelli nostri, salvo sbagliare i conti o vederceli sovvertire dalle influenze improprie della finanza e del fisco, in un dedalo di offerte al ribasso per mantenere i servizi adusi, subordinati ad un algoritmo, legati ad una percentuale e, forza delle espressioni incomprese ma emblematiche, ad uno spread, in cui si sostanzia, in questo nebuloso panorama, la nostra vita.

mercoledì 24 febbraio 2016

Di che parliamo?

La legge sulle cosiddette unioni civili sta accelerando verso un'approvazione monca, attraverso il voto di fiducia. La salvaguardia della poltrona farà aggio sugli indefettibili principi. Sarà dunque una legge a metà, frutto del solito compromesso democristiano. E' possibile che si svilupperà in un'estensione "interpretativa" in progress, perché la normativa sulle unioni fra gay, sulle adozioni ( che questa volta verranno stralciate ) sono sollecitate, come tutte le altre leggi nazionali, dall'Unione europea. L'attrito ha una valenza multiforme: trascinare Il detatto cattolico all'interno delle istituzioni europee, che lo vollero escludere proprio per evitare continue interferenze nella legislazione, condizionare l'ibrido P.D. nei confronti del suo elettorato di centro, lo stesso complesso che ha provocato il voltafaccia del movimento 5 stelle, allargare il peso e l'influenza del moderatismo bianco che segue l'oscillazione di un pendolo, or verso destra or verso sinistra, mentre anche una parte di Forza Italia non si nega al principio liberale dei diritti, in questo caso omosessuali, come ha ricordato pochi giorni fa, l'ex Ministro Anna Maria Bernini. La lesina, il chewing gum, lo stiracchiamento, il compromesso, implicano una ulteriore spartizione del potere, andato deluso in sede di rimpasto, prima della messa in cantiere dell'iter parlamentare e causa di alcuni ripensamenti, tanto che il voto segreto è temuto ora come la peste. Si spera nella comprensione dell'Unione europea, impetrata e respinta riguardo al tentativo di indorare la pillola e fare un po' di clientelismo nei confronti del popolo, sì bove, ma anche esautorato. Con realismo ex comunista, anche la relatrice Monica Cirinnà, approva infine lo stravolgimento del testo, da lei non redatto certamente, ma da lei proposto in aula, al Senato. In fretta, in fretta, incalza Renzie, dobbiamo procedere, a costo di seminare di aborti l'accidentato percorso legislativo. Domani rabberceremo o rabberceranno le incongruenze logiche di testi incongruenti, per accontentare questo e quello: la stessa logica che ha porttao al dissesto, anche morale della nazione. In piazza, i gay idealisti protestano, strepitano e piangono: è indubbio che una legge inequivocabile sulle unioni civili ne avrebbe legalmente riconosciuto l'esistenza e avrebbe vietato comportamenti discriminatori nei loro confronti, assicurando, insieme alla visibilità, l'interazione ( almeno delle frange militanti ) con le istituzioni e la società. E' proprio questo e solo questo che si vuole impedire. Sulle facoltà degli omosessuali si è consumato il compromesso già tentato, da ben altri interpreti, all'epoca del divorzio e dell'aborto, senza che vi riuscissero e costringendoli a prendere atto, dopo due referendum, della sensibilità maggioritaria del popolo italiano. Anche in questo caso, è la strada da percorrere. allora furono i sanfedisti a tentare lo sfondamento popolare chiedendo l'abrogazioni di due leggi del Parlamento e, dato che in Italia è ammesso solo il referendum abrogativo, bisognerebbe sconfessare l'intera classe compromissoria, abrogando una legge fatta male, poi ognuno potrà riprendere legittimamente la sua azione. Fra poche settimane comincerà il dibattito sull'eutanasia, già ipocritamente definita "sul fine vita". Come già per i diritti dei gay, io non ho né interessi, né opinioni nel merito, constato solo che, alla faccia dei principi conclamati, si va sempre a mediare per ragioni di bottega e di carriera. Nel caso dell'eutanasia, pavento che sarà una legge che favorirà l'eliminazione di tanti vecchietti capaci ancora di vitalità e di tanti deboli di difficle e costosa gestione, subodoro anche che l'omogeneizzazione fra eterosessualità e omosessualità, così come fra sopravvievnza senza utilità e "dolce" morte, voluta, come tutto, da entità sovranazionali, non sia altro che un intendimento di omoegeneizzazione pseudo-culturale di una società, ignara delle differenze nazionali, già paralizzata nell'espressione dei suoi bisogni ed impedita, per il venir meno dell'interlocutore, dal farli valere. Le pseudo battaglie sui temi "etici" sono il sostituto "popolare" di un potere politico di pura facciata, replicante di volontà esogene. Cominciano con l'indire elezioni politiche e ad eleggere una maggioranza, non di nominati, che esprimerà un Governo. Se no, di che parliamo?

martedì 23 febbraio 2016

La stampa che rompe le uova nel paniere.

L'Italia chiede spiegazioni all'America del nord per lo spionaggio sistematico, tutt'ora certamente in atto. Lo fa per convenzione, ma senza convinzione. D'altra parte non riesce, ammesso che non cincischi nelle quinte colonne per ragioni commerciali, neppure con l'India, dove, per altro, sostiene d'ufficio la causa di due assassini. Come per il povero Regeni, Renzie e i suoi asseriscono che non si accontenteranno di verità di comodo, ma gli egiziani continuano a fornirle come se niente fosse. Niente è, purtroppo e niente sarà, mentre i droni armati stanno per decollare da Sigonella verso la Libia in funzione bellica. Se erano spiati Merkel e Hollande, la cura verso Berlusconi non poteva essere originata che dai suoi rapporti informali con Putin, alla luce dei quali, certamente è spiato anche Bergoglio, che potrebbe reagire con una scomunica. Ma non lo farà, per misericordia.

Non servono troppe altre parole.

La Corte europea dei diritti umani ha condannato l'Italia per il rapimento e la detenzione illegale dell'ex imam Abu Omar. "Tenuto conto delle prove, la Corte ha stabilito che le autorità italiane erano a conoscenza che Abu Omar era stato vittima di un'operazione di 'extraordinary rendition' cominciata con il suo rapimento in Italia e continuata con il suo trasferimento all'estero", afferma la Corte. L'Italia ha violato il diritto di Abu Omar a non essere sottoposto a tortura e maltrattamenti. L'Italia, secondo i giudici di Strasburgo, ha inoltre violato il diritto dell'ex imam e della moglie al rispetto della vita familiare. I giudici hanno quindi stabilito che l'Italia deve pagare 70 mila euro a Abu Omar e 15 mila a sua moglie per danni morali. La sentenza diverrà definitiva tra tre mesi se lo Stato italiano non chiederà e otterrà dalla Corte di Strasburgo un nuovo esame davanti alla Grande Camera L'Italia ha applicato il legittimo principio del segreto di Stato in modo improprio e tale da assicurare che i responsabili per il rapimento, la detenzione illegale e i maltrattamenti ad Abu Omar "non dovessero rispondere delle loro azioni". La Corte afferma che "nonostante gli sforzi degli inquirenti e giudici italiani, che hanno identificato le persone responsabili e assicurato la loro condanna, questa è rimasta lettera morta a causa del comportamento dell'esecutivo". Infatti, questa è l'Italia, senza distinzione di "parte" politica: ad opporre il segreto di Stato furono prima Berlusconi e successivamente Prodi. Lo hanno fatto per subordinazione culturale e di costume, prima che politica. Sapevano che gli americani li controllavano ( lo ha detto Prodi recentemente ) e l'ira di Forza Italia è strumentale alla contesa con il Governo, mentre la richiesta di spiegazioni circa ciò che è chiarissimo, è tipica di Renzie. Infatti, penso che a Washington se la stiano ridendo, come sanno benissimo anche i nostri mediocri commedianti.

La rimozione della civiltà.

Umberto Eco è ormai ridotto in cenere. Venerdì uscirà postumo il suo ultimo libro: "Pape Satàn, pape Satàn aleppe", pronunciato da Pluto, nel quarto cerchio dell'Inferno, al sopraggiungere di Dante e Virgilio. L'espressione è tutt'ora dibattuta e certamente il sofisticato semiologo, ne avrà dato un'interpretazione fra l'erudito e il satirico. Per parte sua, nelle fiamme dell'Inferno ci è già passato e solo un'urna - se non ha dato disposizioni dispersive - raccoglierà l'impapabilità polverosa della vita. Un'altra esegesi biblica. Di Umberto Eco hanno parlato tutti i notiziari, cartacei, televisivi e telematici, ma la partecipazione alla sua commemorazione è stata parziale, stentata, imbarazzata. Penso che lui ne sarebbe stato lieto. Spirito impalpabile e libero ha sparso, nei confronti del mondo ufficiale, cerimoniale, fasullo e vuoto, un anticrittogamico che si è fatto sentire nell'ultima circostanza: i tromboni si sono chiusi nella loro trombonite, vanità e calcolo materiale insieme. "La morte si sopporta solo qundo si è raggiunta la certezza che gli altri sono dei coglioni". Ne è stata data la prova, intorno al feretro. Ma, nelle stesse ore, un'altra italiana illustre è sparita: Ida Magli, l'unica antropologa culturale italiana in grado di competere in questa misconosciuta - da noi - materia, con i maggiori ricercatori anglosassoni e francesi. L'hanno ricordata solo gli intimi e questo è dovuto al terreno su cui ha sviluppato le sue analisi, spesso urticanti, a volte un vero e proprio pugno nello stomaco, ma illuminanti, anche "obtorto collo". Ha spesso condotto le sue ricerche sulla scimmia-uomo, maschio e femmina, nel contesto storico italiano, artistico, religioso, di costume e politico, mettendone a nudo i prodromi e i contenuti nascosti anche ai protagonisti, resi edotti, casomai, solo dalla loro malafede. Nell'ultima parte della sua vita ha condotto un'aspra battaglia contro l'Unione europea, deframmentandone l'artificialità e l'incompatibilità con le culture dei diversissimi popoli, già così diversi e variegati all'interno del loro involucro istituzionale. Pur così apparentemente lontani e diversi i due hanno parlato soprattutto all'estero e lo hanno fatto rappresentando quella cultura italiana che è straniera a casa sua, ma che non ha eguali riguardo ai suoi fondamenti. Troppi fanfaroni mitologici continuano ad ostacolarne la diffusione e l'assimilazione e a costoro, da noi, nessuno si è mai opposto. Ci sono stati, invece, diversi tentativi di imitazione.

lunedì 22 febbraio 2016

Eredità profetiche.

Domani, nel cortile del castello sforzesco, alla cui vista consumavo un affollato pasto, nell'ormai lontana applicazione meneghina, in quell'ufficio Borsa che poi sarà esperienza minore in una clientelare e ridotta esperienza bolognese, si terrà la celebrazione postuma di Umberto Eco. Sarà una celebrazione editoriale ed elegantemente di sinistra. Cerimoniere sarà il comunista newyorkese Furio Colombo, già sodale di Gore Vidal, direttore e poi opinionista dall'america dell'Unità post gramsciana, ma non ancora tribuna di Maria Elena Boschi, che partecipava alle Feste dell'Unità, in compagnia di ragazze bionde e slavate direttamete dagli States. La buffonata di quel comunismo e probabilmente del comunismo in genere e di ogni altra retorica dell'homo sapiens era già palese, ma rimossa. Umberto Eco non si schierò mai e la vicinanza a quel mondo letterario, negatore, perchè ricco, della materialità della vita, era nell'indubbia cultura dei suoi epigoni. Di Eco verrà celebrata la cavalcata nel mondo dei simboli e dei loro interpreti, riscontrabili, senza differenze di classe, in ogni occasione dell'esistenza. Eco, come Calvino, ma un po'più dispersivamente, ne ha fatto la sciarada della sua vita di uomo curioso, perfettamente inserito nell'alveo della cultura "economica", coi suoi seguaci fatti da figli di papà. Non mancarono alle sue lezioni del Dams bolognese le signore sfaccendate che si iscrissero o si reiscrissero alla sua Facoltà con il solo scopo, con diversità d'accento, di invitarlo al loro desco e nel loro salotto, cosa che l'Eco ancor giovane del tempo non trascurò di praticare. Il romanziere autore di "Come si fa una tesi di laurea", commissionava ai suoi laureandi trame che poi assemblava al computer ed utilizzava per le sue celebrazioni letterarie, demandandone i prodromi al suo bracciantato culturale. Di questi tempi, nessuno - credo - cercherà di appropriarsi di Umberto Eco, come hanno fatto i comunisti con qualunque autore consacrato che avesse dimostrato una qualche sensibilità o capacità di analisi sociale e come aveva attribuito per il suo volgo mercantile, la destra post fascista e cafona che caratterizza l'altra parte dell'Italia. Sarà celebrato il suo percorso nelle trame storiche attualizzate dell'esistenza, fra le quali c'era l'irrisione dei "coglioni", fra i quali non figurano i suoi amici, che domani celebreranno i suoi funerali tardivi, nei quali celebreranno l'assenza, mentre sta per essere edito l'ultimo "romanzo", che invece consentirà ai lettori di riannodare atemporalmente, come ( non ) si fa per i classici, un discorso sempre uguale, con poche varianti destinate a incancrenire con il variare dei riferimenti storici, anch'essi simbolicamente mascherati. Lui non ci sarà. non sarà da nessuna parte; la sarabanda narrativa si è interrotta. Neanche la cultura è immortale per chi l'ha elaborata; risulta immortale nella rielaborazione storica degli epigoni cultuali ma non disinteressati. Come il profeta, del resto, che lascia in eredità la Profezia.

sabato 20 febbraio 2016

Dio salvi la regina, dal mischiarsi alle genti.

La Brexit di cui si sta trattando in queste ore, presenta cartteristiche diverse dalla grexit sventata con la sottomissione carrieristica di Tsipras, in Grecia. La Gran Bretagna, che non ha condiviso con il continente la moneta unica, non sopporta più il dirigismo prussiano e l'invadenza, anche se solo parolaia dei partners minori. Tra poco il continente sarà di nuovo separato dall'Inghilterra liberale e, da questo punto di vista, con non poche ragioni. Il parlamento britannico, che non conosce contestazioni referendarie, se non sull'autonomia delle regioni unificate solo dalla Corona, conterebbe, in un'Europa integrata molto poco e questo contrasta con il particolarismo locale, poco aduso a vendersi per ragioni d'opportunità, avendo da sempre relegato agli inferi la sua classe popolare, abbrutita dall'alcool e dalla disoccupazione. Ma la liberale Inghilterra non può essere assimilata al crogiolo incongruo delle nazioni sotto il tallone guglielmino, anzi prussiano. La politica d'accoglienza pro quota dei migranti, sollecitati alla migrazione proprio dalle guerre condotte dagli inglesi e dai nord americani, con il contributo straordinario della Francia, contrasta con l'egoismo istituzionale britannico che lasciava morire di fame i prigionieri nei suoi cmapi d'internamento per non sprecare il cibo, contingentato solo per le sue milizie. In questo hanno ormai degli emuli fra i piccoli Stati del continente. I Greci ed anche qualche italiano si sono suicidati all'epoca dello spread pilotato, gli inglesi se ne sono rimasti in disparte, monitorando e meditando autonomamente i passi da compiere nell'interesse empirico del mantenimento del loro rapporto fra le classi e l'originalità ed autonomia delle loro decisioni, a beneficio di una classe mercantile e possidente, abituata ad isolarsi o ad intervenire solo per puntualizzare le posizioni dominanti nell'ambito dell'asset anglo-americano. Che l'eventuale uscita dell'Inghilterra sarebbe funzionale solo ai deputati conservatori è come scoprire l'acqua calda: rappresentano gli interessi tradizionali della classe dominante del loro Paese. In più, l'accentuata predominanza tedesca, le sterzate bizzose e reazionarie degli Stati dell'Europa "mignon" ed ex comunista, ma di tradizione retorica ( almeno nelle attuali contingenze ) "disturbano" lo snobismo formalmente contro corrente e l'egoismo sostanziale dell'algida e meschina Albione, che però, con questo atteggiamento e questi mezzi, anche culturali, ha a lungo colonizzato il mondo ed è ancora una della capitali della finanza, dispersiva ma egemonica, in giro per il mondo. Noi italiani, ad esempio, non usciremo mai da niente, se non a calci, altrimenti ci adatteremo a qualsiasi imposizione adattatoria, chiacchiere inascoltate a parte. E, a proposito di chiacchiere, come reagiscono gli inglesi alle perorazioni del Papa cattolico e al senso peloso di solidarietà comunitaria? Come coloro che concorrono a provocare le cause dei flussi migratori per miopi considerazioni d'interesse e poi continuano a lavarsene le mani: non solo un tetto molto basso all'accoglienza, ma uno stipendio d'ingresso, come da noi con i vari "job's act", per i migranti "selezionati" all'origine e l'esclusione, totale o parziale ( si riservano,, a seconda dell'utilità ) delle prestazioni alcooliche del "welfare". D'altra parte - devono aver pensato - trattandosi di musulmani, che se ne farebbero? Piuttosto: Ramadan per tutti. Non per noi "Tories", per i "privati" imprenditori e i privati cittadini che possono permettersi e vogliono tutelare la loro "cittadinanza". David Cameroon è stato soddisfatto in tutto, a differenza di quanto toccò, all'incontrario, alla Grecia; andrà al referendum a Giugno e chiederà, a condizioni "equivalenti" di restare formalmente "dentro"; anche Renzie, che è frutto "in progress" dell'aut-aut golpistico all'Italia si è adoperato per "sparecchiare" il tavolo delle trattative, dandosi, a chiacchiere, un gran lustro. Alla Grecia fu negata, la prima volta la facoltà di chiedere al popolo il suo parere e, quando si espresse "contro", fu ignorata e riassorbita a condizioni di "paria". Che diavolo è l'Europa?

venerdì 19 febbraio 2016

La ronda degli sfessati.

Ci sono tre sfessati che vestono giubbotti catarifrangenti come i ruscaroli, in pattugliamento per il "quadrilatero" di Bologna. Complimentati dai bottegai, sono stati ritratti mentre importunano i mendicanti, che danno criminologico, in genere, non ne arrecano, ma disturbano l'estetica degli acquirenti. Ormai il centro è un caravanserraglio di network low cost ed attraggono squattrinati compratori di generi colorati, di frequente sostituzione, di durata ridottissima e di costo poco più che simbolico. Eppure, anche i simboli, di questi tempi, attraggono i ladruncoli, come i selvaggi che vengono suggestionati di tutto quel che luce o è colorato. La vigilanza privata a Bologna, sottopagata dall'Ascom, associazione di categoria di comemrcianti, ha un sentore chiaramente pre-elettorale, ma richiama la compiaciuta approvazione solo dei negozianti e di pochissimi residuali, anacronistici passanti. La nostalgia e la sottoccupazione giocano sinergicamente in questo spaccato dell'ignoranza particolaristica, in un mare di malacreanza podistica. Le ultime rivendite storiche sono destinate a chiudere, l'eleganza delle architetture, normalmente adibita a rifugio ed alcova per i "peccatori" danarosi, sarà lo scenario prossimo - molto più di quanto già non sia - del pascolo indistinto, nel quale la trasandatezza spicca e si impone. Di questa trasandatezza velleitaria e nostalgica fanno parte i tre sfessati di cui sopra.

I frutti fuori stagione che intossicano la vita.

Nelle "Notti di Cabiria" un poetico Federico Fellini, affidava alla sensibilità della moglie, Giulietta Masina, l'interpretazione di una porstituta romana, una donnina delle baracche, che viveva la sorte che aveva trovato sul suo spoglio cammino, ma non per questo, come accade alle professionste rese edotte dall'economia speculativa, arida di sentimenti e illusioni. Innamoratasi di un frequentatore squallido, dovrà disilludersi con infantile dolore, quando costui cercherà di ucciderla per appropriarsi dei suoi soldi. Nel Piemonte provinciale, in una casa tradizionale, nella quale la "signorina" aveva condotto con profitto i suoi studi, si era dedicata all'insegnamento con ponderata sacertà, in simbiosi con i genitori, senza mai uscire di sera e senza prendersi vacanze autonome, chi, se non un ex allievo millantatore, poteva carpire la sua confidenza, farla invaghire di se, assecondarla in questa sua aspirazione romantica e tardiva, che li avrebbe portati in costa azzurra, dove lui avrebbe fatto il broker assicurativo e lei sarebbe diventata - pensate! - la sua assistente. Pecccato che, per mettere su bottega, la tapina avesse dovuto anticipargli il capitale, centottantasette mila euro, che costituivano tutti i suoi risparmi, con i quali il baldo giovane, che aveva "sgamato" la debolezza affettiva della poverina, si era eclissato. Per lungo tempo, l'aveva fatta franca, poi, elaborato il trauma dell'inganno e dell'abbandono, la zitella-insegnante, conservatasi "madamin" d'altri tempi, ricorreva ad un avvocato, per riottenere i suoi soldi, impegnando, nel caso in cui li avesse già spesi, il fidanzato ingannatore alla restituzione attraverso il suo lavoro. Ma, di lavorare, per lo meno ai fini del risparmio, della costituzione di una "base" tradizionale, lo studente rivisitato in chiave sentimental-sensuale, anche se la sensualità fisica, probabilmente, andava attenuandosi, aveva già dimostrato di non avere intenzione, a sua volta intriso di provincialismo cinico-romantico, come alcuni personaggi di Charles Dickens, nelle vesti del signor Pautasso. Così una "madamin antica" di quarantanove anni dimostrava minor senso dell'esistenza di un giovinetto di ventidue, ancora intriso del sarcasmo da quattro soldi degli adolescenti, nel caso suo, tardivo e grettamente speculativo, a tutti i più minutamente sordidi effetti, dei delinquenti..in progress. La sua relazione con la professoressa doveva essere noiosa ed accompagnata dal disprezzo per la principessa addormentata ma nel frattempo invecchiata, ma conservatasi infantile nei suoi sogni di incontrare un giorno un principe azzurro che altri non poteva essere che giovane, "sedotto" dalla sua cura sapienziale e formativa, del quale sarebbe diventata volentieri l'ancella devota. Rinsavita dalla constatazione che la vergogna sociale riguardava solo un aspetto intimo e larvale e contribuiva a negarle la materiale prospettiva di una vecchiaia tutelata da qualche risorsa, passava, con il patrocinio di un legale, al contrattacco, mettendo in apprensione il delinquentello che, però, riusciva a richiamarla in un luogo appartato, un boschetto, riesumando per l'ultima volta l'illusione di un sentimento temporalmente improprio, perché troppo diverse dovevano, per forza, essere le motivazioni di due persone così distanti nell'elaborazione dell'esperinza umana. Quella dell'allievo era, fra l'altro, maligna. Così il drudo vacuo e bugiardo ha portato la sua stupidità e la sua cattiveria alle estreme conseguenze, sperando, dopo essersela levata di torno definitivamente, di riprendere al sua vita"normale", della quale l'insperata opportunità finanziaria era stata solo un espediente occasionale, nell'ambito di un rapporto nel quale, se "gallina vecchia fa buon brodo", dopo un po', fattosi "pagare le prestazioni", forte si era riproposto il desiderio di "cibi freschi". Questa povera e triste vicenda non documenta, secondo me, i tempi violenti e senza sentimenti che viviamo, ma un'eco di tempi poveri e lontani e non solo sentimentalmente, che già Cesare Pavese, per restare in Piemonte, così bene trattò nei suoi testi descrittivi del "mestiere di vivere" e che si conclusero, per lui, con il suicidio. Ci sono altri modi per "suicidarsi".

martedì 16 febbraio 2016

Interni.

La contabilità quotidiana avvelena il vissuto di molte famiglie. Le difficoltà e il risentimento verso l'ambiente di lavoro si sfogano in contrasti fra i coniugi. La svogliatezza scolastica, dapprima alimentata da un benessere assopitore, plana sui più giovani e si nutre del cattivo esempio, meglio ancora, di una sorta di condizionamento al peggio di tipo etologico, nell'ambito degli ambienti destinati all'organizzazione dello studio, demandato per il suo svolgimento e la sua realizzazione alle famiglie, molte delle quali indatte al compito. Le scuole tecniche, sulle quali hanno ripiegato i cadetti per l'inaridirsi delle fonti di reddito dei genitori, le scuole comprensoriali alle quali affluiscono quasi tutti i ragazzi di estrazione popolare e i figli degli immigrati, conoscono scontri fra incongruità didattica e condizioni di vita, anche solo di costume, dei nuclei familiari di provenienza; gli studenti, non supportati dagli insegnati che non vogliono assumersi l'onere di un affiancamento faticoso e costante, godendo del posto fisso e - con qualche ragione - non vogliono neppur competere con famiglie che non si rendono conto o non possono o vogliono supportare economicamente, di fatto privatamente, il conseguimento del diploma dei loro figli, ma vorrebbero presuntuosamente, pretestuosamente, ma anche ingenuamente, che fosse il corpo insegnate a farsi carico di questo, mentre invece quest'ultimo avvia i loro figli alla scuola professionale o, come si diceva una volta, alla scuola di avviamento al lavoro, levandoseli di torno. Come in passato, negli Istituti comprensivi territoriali, come si chiamano oggi, gli studenti sono selezionati in base al reddito, che farà democraticamente di alcuni dei grevi padroncini, di molti dei salariati manuali, senza supplire alle difficoltà di accudimento delle famiglie, come già detto, non all'altezza. Ma è all'altezzza una scuola di questo genere? L'unico sistema sarebbe quello del "college", che però, quando vigerà, non sarà riservato ai figli dei lavoratori, almeno di quelli meno acculturati. Il corpo docente non si sofferma, giudica e declassa. Il classismo si manifesta subito, dal primo anno delle scuole superiori. Tantissime potenzialità vengono così trascurate ed accantonate. Il mondo sofisticato dei Licei si chiude, invece, in una specializzazione culturale crescente, della quale i docenti sono solo i custodi, non impegnandosi oltre il rito quotidiano della lezione e demandandando alle facoltose e relazionate famiglie il supporto privato all'apprendimento, ammansito dallo stesso corpo docente pubblico disimpegnato. Si ripete così il collocamento e la relegazione censitaria in una società che, per fini di dinamica economica, si è strutturata in una democrazia formale, fra l'altro sotto la spinta, a suo tempo post-bellica, delle potenze capitalistiche vincitrici, almeno nella nostra porzione di mondo. Eppure, senza soluzione, le società che utilizzano il lavoro, si sfaldano, si ricompongono, si fondono, sono soggette all'informatizzazione continua di tutti i servizi e, prima di liquidare ( sontuosamente per i proprietari ) l'attività, aggrediscono e licenziano il personale, allorquando, ciclicamente, si isterilisce il loro "core business". La capacità innovativa, la stessa mancanza di volontà, delle aziende meno strutturate, le portano spesso al fallimento pilotato e, nel caso di un eccessivo indebitamento, frutto dell'inconsapevolezza dell'evoluzione degli eventi, ad un fallimento rovinoso. Lo scenario che si offre è di un'incompetenza diffusa, a livello produttivo e bancario o finanziario in genere e di una gestione miope e contingente dei fenomeni. Se così non fosse e non fosse stato si sarebbe potuto e si potrebbe ovviare e correggre, scontando la resistenza, più di facciata che di sostanza, dei sindacati, trattenendo in radice, almeno in parte, la frana economica in corso, che tanto disordine ha provocato nelle persone e nei nuclei familiari. I lavoratori, per parte loro, non hanno avuto la capacità, duttile, intellettuale, di adattrasi e di riconvertirsi, non solo negli atteggiamenti e nelle parole, ai cambiamenti tecnici. La massa non ne possiede gli strumenti e le aziende, con l'avanzare dell'età, fanno di ogni erba un fascio, scartando anche le competenze provate e precedentemente esercitate, per sostituirle con una banalizzazione generalizzata di mansioni, di contratti e di costi. L'occupazione, nella migliore delle ipotesi, diventa intermittente, per molti occasionale e la stessa affettività assume connotati diversi, ristretti ma almeno consapevoli, riguardo all'antieconomicità di una famiglia tradizionale, troppo esposta agli sconquassi della crisi endemica del capitalismo. Così, i beni vanno all'incanto per rincorrere situazioni irrecuperabili, la ricchezza si accentra, l'indebitamento che porterà all'espropriazione viene incentivato, sfruttato con un cinismo da mentecatti. Manca, da troppi anni, il movimentismo sociale, che, laddove si manifesta, assume caratteri di dispersiva disorganizzazione, tanto che dopo aver carpito ed ottenuto un consenso sentimentale, si adatta e si confonde. Tsipras, in Grecia, insegna. Insomma, tutta l'area meridionale del globo, appeso agli ammennicoli della finanza dominante, di cui gli Stati sono lo strumento, sprofonda in costumi irrazionali ed insensati, in una coreografia di pura e stentata sopravvivenza, senza riferimenti culturali, priva ormai di una base economica e dopo che si è perduto il senso di appartenenza ad una classe. Le classi dominanti, lo hanno invece rafforzato. Elementi semplici che, in questa barbara fase storica, sono miseramente crollati.

lunedì 15 febbraio 2016

Il minestrone.

Il minestrone ribolle in pentola, gli ingredienti vengono gettati alla rinfusa nella broda, non c'è una ricetta, si fa con quel che c'è come i soldati in guerra, al campo o nelle trincee. So che il paragone è irrispettoso, più alla memoria e all'epica di quelle disordinate e sporche baruffe per la vita di cui il cibo residuo e indeterminato era una risorsa ed un aspetto, ancora vitale. Ma è quanto accade nel mondo economico e, per ricaduta nello sfilacciato tessuto sociale: a molti sarà sfuggito che si è tenuto a Milano, patrocinato dalla F.A.B.I., a nome dei suoi oltre centomila associati, un convegno sul nuovo modello di banca, al quale hanno partecipato tutti i principali manager creditizi e nessun altra sigla sindacale. Il Corriere della Sera di sabato recava una quartina di pagina del tavolo di presidenza del convegno, con una spuria ed eterogenea riproduzione, riduttiva, dei dodici apostoli. L'ospitalità così generosa ( e gratuita? ) era il frutto dell'interesse finanziario e non un riconoscimento dell'iniziativa sindacale. Il contenuto è restato però nel vago; il lavoro sostanziale di preparazione è stato underground e, sotto il livello del suolo, si svolgerà ancora a lungo, scontando l'ostilità invidiosa e concorrenziale delle altre sigle sindacali, l'interesse parallelo e vicario della FABI e l'individuazione dell'utile da parte dei vessillferi del capitale azionario. Se l'intemerata sindacale parla di un'azienda creditizia non finalizzata solo alla creazione dell'utile contingente per gli azionisti, causa delle incessanti incentivazioni alla produttività e, in realtà specifiche, del lavoro non pagato quotidiano, si concentrava sul riassorbimento nell'area contrattuale del credito delle numerose attività collaterali e di nuovo conio, prevalentemete infomartiche, oggetto do outsourcing nell'ultimo trentennio, quella padronale non arrivava se non nell'affermazione stentorea del taglio della pletorica dirigenza bancaria, appena alleatasi con la First-CISL per salvare la ghirba, tanto è vero che l'allegra brigata ha subito chiesto una mediazione che metterà im crisi l'alleanza, perchè qualcuno da sacrificare sull'altare degli interessi coniugati ( prevalentemente assicurativi ) ci dovrà essere. Il percorso del nuovo modello di banca sarà quello di una metropolitana sotterranea, lungo il cui tragitto, alle cui fermate, saliranno e scenderanno i compagni di ventura di tradizionale e nuova formazione, compresa quella CGIL che appare dall'anno scorso a fianco del Segretario generale della FABI nella persona della Camusso, per dare coesione all'iniziativa strategica più realistica - come già asseriva Bruno Trentin - dato che le delegazioni Fisac- CGIL si presentano ai vari tavoli con dodici mozioni diverse e formulano di solito tredici proposte. Il nuovo modello di banca va portato, nella prassi sindacale, ignota solo alle sparute realtà asindacali d'Italia, alla conoscenza ed all'approvazione dei lavoratori bancari e, nel farlo, in questa fase di passaggio, evanescente o definitivo, i sindacalisti attuali dovranno scontare, a loro volta, l'incongruenza delle nuove figure che cercheranno di mantenere o di inserire nel Credito: dall'informatico, al sensale assicurativo e immobiliare, passando per i mille camaleontismi dell'inventiva finanziaria, alle prese con gli orari prolungati divisi in turni e con le prossime fusioni bancarie, generatrici di nuove, sistematiche sovrapposizioni. Eppure, nonostante che le uscite volontarie e incentivate degli ultimi trent'anni siano state quarantacinquemila i bancari in servizio permanente effettivo sono ancora trecentamila. Ad ogni esodo corrispondono assunzioni precarie e sottopagate, utilizzate secondo criteri di fungibilità senza limiti, alla luce dei dati ufficiali, quasi pari alle uscite: sono solo diecimila a costituire il saldo negativo. Per evitare comodità e acquisizione di abitudini che si vogliono sradicare, i neo malcapitati vengono assunti a molti chilometri di distanza dalle loro residenze, impegnando nel loro mantenimento iniziale, ancora una volta, le famiglie. E' il "nuovo" modello che avanza, ma, sia ben chiaro, con una connotazione corporativa - se vi fa piacere - ma resitenziale, nel solo settore creditizio,

domenica 14 febbraio 2016

Il nulla che agita il mondo, concentrato in una sua piccola porzione.

In Siria o in ciò che ne resta, si stanno misurando gli interessi di una rinata potenza russa ( fragile per la diffusa povertà del suo entroterra ed il potere accentrato nelle mani di oligarchi fedeli o soggetti al presidente Putin ) e l'imperialismo finanziario, guidato dal nord america. L'Unione europea, nelle sue maggioritarie componenti in crisi, si acconcia a fare da mosca cocchiera delle cause stesse ( almeno di quelle esogene ) del suo stato di pre-insolvenza. La Germania osserva, consolida i suoi storici legami con la Turchia e per ora se ne sta appartata, maggiormente preoccupata della debolezza dei suoi partners caudatari. Turchi e sauditi minacciano l'invasione ( a seguito di questo intendimento il Jet russo è stato abbattuto e altri sconfinamenti si sono susseguiti ), gli statunitensi parlano di rivedere, in fine di mandato presidenziale, l'intenzione di non impiegare truppe di terra in Paesi lontani, la Francia gioca alla grande potenza, quale è militarmente, ma nelle stesse condizioni, più contenute, della Russia. Il dentista siriano, ultimo epigono del semi-potere ( metà del territorio ) dell'ultimo Partito laico ma dittatoriale del Medio oriente, rimane insediato a metà, in base all'equilibrio instabile e per la carneficna surrogata dai contendenti geo politici, che hanno sostituito in parte quello tradzionale della sua famiglia. Assad, che aveva già prenotato la sua nuova residenza a Londra, è rimasto in sella per le incertezze tattiche e dispersive degli occidentali, per la contraddittorietà delle opposizioni interne e, da ultimo, per la ritrovata volontà egemonica della Russia riarmata e riassestata, dopo le improprietà del capitalismo improvvisato di Boris Eltsin e la repressione dell'islamismo guerresco e terrorista in Cecenia, che, dopo essersi ripresa la base navale ucraina della Crimea, si sta attestando sull'altra base navale meridionale, dove ha alla fonda numerosi sottomarini e navi da guerra, in Siria, per l'appunto. Anche il linguaggio riecheggia situazioni storiche fra blocchi, uno dei quali si è dissolto mentre l'altro si è ingrandito, in una bulimia imperialistica che, oltre ad imitare quello storico e territoriale russo, ha sollevato i giustificati timori del continente eurasiatico. Dopo la contesa egemonica globale, adesso le potenze stanno conducendo, sulla pelle degli altri, un massacro ipocritamente giustificato, per consolidare interessi particolaristici, seppur vasti, attraverso i quali continuare a condizionare e sollecitare "soluzioni" politiche in Russia favorevoli ai propri scopi, da un lato e ad affermare e consolidare una propria alterità dall'altro, riprendendo una dialettica oppositiva. Intanto, le masse rese nomadi dalla guerra, si riversano verso le luci, già sopite, di quella che avvertono erroneamente, come civiltà delle opportunità: poche, disoneste e precarie, per loro e per le crescenti subure interne, con le quali sono già assimilabili ma dalle quali sono "divise" da costumanze, abiti e religioni ( anche se nelle subure occidentali, il senso religioso è quasi assente ). Il Papa gesuita predica "unità" fra i cristiani ma anche, generalmente, fra gli uomini di buona volontà; da latino americano conosce l'estraneità culturale degli anglofoni del nord ed il loro cinismo affaristico con il quale hanno schiacciato e umiliato le, per altro disordinate, comunità latine, rubando gran parte delle terre confinanti a sud, al Messico. Per questo, ha stretto un patto non dichiarato con Vladimir Putin e se ne è valso per ottenere in territorio neutro ( a sua volta ex comunista ) un incontro altrimenti insperato su quella difficile via di Mosca che il patriarcato ortodosso ha sempre impedito, per non portarsi la concorrenza omoreligiosa in casa. Il martirio delle antiche comunità cristiane in Medio oriente "serve" al pampa-Papa per rimanere in gioco, nel contesto descritto, di "terza guerra mondiale a tappe", anche attraverso timidi contatti con le gerarchie spirituali e politiche dell'Islam e, con ripetute visite in Sinagoga, con gli Ebrei, relegati, "ghettizzati" comunque sullo sfondo, a causa della loro particolarità irriducibile, tanto che pochi anni or sono l'ex Primo ministro di Israele Ariel Sharon ebbe ad esclamare che anche gli Stati Uniti stavano pensando di abbandonare, un giorno, gli ebrei, almeno quelli sionisti, al loro destino, se si fossero superate le ragioni dell'alleanza strategica nell'area medio-orientale. Tutti giocano, tutti ci provano e tutti si dolgono comodamente e a distanza, mentre interi popoli, a lor volta non alieni, ma non propugnatori, del "peccato originale" dell'odio, vengono straziati, costretti all'esodo o rinchiusi nell'angusto recinto di Gaza, per la preminenza e il suo mantenimento, che, un giorno, potrebbe trasformarsi in puro spirito di conservazione.

sabato 13 febbraio 2016

La slavina e la sua sciolina: l'ignoranza.

La costituzione, patrocinata dall'Ascom, associazione di dategoria dei commercianti, di un servizio di vigilanza privata in via Indipendenza a Bologna e, oltre il ponte di Galliera, alla Bolognina, è un insulto al privilegio di cittadinanza e un riconoscimento di fatto, finanziario, della tutela dell'interesse privato lungo le vie comuni-comunali. Che una delle tre agenzie che impegneranno anche personale avventizio nelle implementate mansioni, girerà anche armata ( La Patria )lascia esterrefatti circa la legalità o meno dell'iniziativa. Le vie della Bolognina sono esplose, nelle settimane scorse, in manifestazioni vandaliche e di violenza, ora sedate. La via dell'Indipendenza, a Bologna, è da molti anni un luogo privilegiato di borseggio, stante la vicinanza della stazione ferroviaria, ma, anche in passato al di là della bellezza architettonica dei palazzi, non era una via benfamata. era solo una via elegante, nella quale si mischiavano i vizi estetici e sessuali dei frequentatori, che si infrattavano in notori casini, oggi trsformatisi in alberghi ed i cui eredi-proprietari sono fra i promotori-sostenitori dell'iniziativa riguardante le squadre dell'ordine commerciale. Poi, supplirono e, nonostante una riduzione, dovuta alla crisi dei portafogli, anche voluttuari, gli esercizi di estetica. L'unica "ratio" che ispira questa sostituzione delle forze istituzionali di polizia, è la salvaguardia dei propri affari, la salvaguardia di un peculio particolaristico, appoggiatosi, per cercarvi giustificazione, nelle formazioni, anch'esse gruppuscolari, di destra, alla caccia del volgo "profittatore". A dimostrarlo è la scenografia attuale della via, nella quale i negozi ricercati per una clientela da passeggio, sono stati quasi completamente sostituiti da network di negozi low cost, che aprono e chiudono, avvicendandosi, nel giro di pochi anni. Insomma, il mondo del privilegio si chiude in se stesso, mntre il mondo defedato, certamente regredito, vagola disordinatamente, alla ricerca di qualche bene estorto, da rivendere su un mercato secondario od alla questua organizzata e anch'essa suscettibile di avvicendamento e mobilità, fra etnie mendicanti, alle quali si mischiano i nuovi derelitti della disoccupazione, frutto di fallimenti, ma anche di "razionalizzazioni" societarie. In fondo, la situazione della via dell'Indipendenza, coi suoi epigoni di Arpagone non differisce da quella del popolare quartiere confinante della Bolognina, al di là del ponte, dove alla crescita di molte genrazioni si è affiancata una robusta rete di servizi, ma anche di piccoli e meno piccoli bar, che ora vogliono confrontarsi, ben armati, casomai di randelli, con i perdigiorno, i drogati e gli ubriaconi, che in un contesto post operaio ( nel senso che non lavorano più ) si dilata nell'indifferenza, non solo dei proprietari, ma, di fatto, anche delle istituzioni pubbliche che non hanno più i soldi per compensare e contenere i disagi. Anche nel popolarissimo quartiere della Cirenaica, da un anno a questa parte, i negozianti dei mercati rionali e dei banchetti pubblici hanno istituito a man salva dei gruppi di disoccupati riconvertitisi alla vigilanza degli interessi dei privati, casomai quegli stessi che, da dipendenti, li avevano licenziati. In un Paese civile, la tutela della legalità, verso tutti, spetta alle forze demandate a questo compito e responsabili verso tutti dei loro atti, non a milizie improvvisate che, pur soggette alla legge, operano al soldo e nell'esclusivo interesse di pochi committenti e dei loro schifiltosi clienti. Che questo avvenga, in assenza di una reazione decisa e di una correzione dei capitoli di spesa, è purtroppo sintomo di complicità nella rapida e rimossa involuzione sociale e civile di questo nostro Paese.

martedì 9 febbraio 2016

Le vie attribuite al Signore, sono infinite.

Così, il pampa-Papa della Compagnia di Gesù, incontrerà diplomaticamente il Primate della seconda Roma Kiril, a sua volta "barbudo" ma ieratico, in quel de L'Avana, dove il pontefice, connazionale di Ernesto "Che" Guevara, è stato in visita per suo conto. Vi farà di nuovo tappa, in transito per Santo Domingo ( neanche lui trova abbastanza coreografica la dissipata Haiti, al di là di una catena di monti )e, pronubo Raoul castro, si intratterrà con il suo rivale geopolitico dalla costituzione della Chiesa uniate orientale, in stretta collateralità con l'autosufficienza imperialistica della Grande e Santa madre Russia. La Chiesa ortodossa è ritornata ad essere Chiesa di culto statale in Russia e non le fa velo la violenza politica, affaristica e banalmente criminale sulla quale ha ridisteso lo storico legame fra "il trono e l'altare" che nell'emisfero occidentale mercantile, finanziario e massonico non è più possibile, tanto che il Papa sud americano ha riscoperto il Vangelo dei poveri. Però, Bergoglio ha anche un altro problema contingente: la rapida sparizione delle comunità cristiane più antiche nelle terre mediorientali e, non solo Bergoglio, ma tutta la Chiesa politica, oltre l'attuale preminenza strategica di una comunità irriducibile alle mediazioni della politica "spirituale", quella sionista ed ebrea, attraverso lo Stato d'Israele. Per questo, non da oggi, Jorge Maria Bergoglio ha costituito, con sapienza politica, un asse con il Cremilino e, per questa via è riuscito ad ottenere un incontro con l'altro, autonomo Pontefice. Che cosa questo comporterà nel lunghissimo periodo e a quali condizioni geo-politiche e "spirituali", non è individuabile, ma il fatto stesso che il "separato" abbia deciso di aderirvi un significato, casomai larvale, deve averlo. Quale possa essere è "in interiore homine" e trova probabilmente indizio nella presenza sul suolo cubano di un Capo religioso che con "l'hispanidad", casomai cattolica, anche se progressivamente post comunista, non ha niente a che fare. I vecchi attori, con altri abiti di scena, si ritrovano su un palcoscenico e nel contesto di una scenografia mutante, con una comparsa con ambizioni di protagonista: il primate della prima ed "unica" Roma. Che dire di queste "strane" frequentazioni - ma non per un gesuita - più che mai impegnato in una tessitura di rapporti sotterranea, se non che non sembra tener conto "dell'hanimus" dei suoi interlocutori prescelti, anche alla luce della sorte "miracolata" toccata invece per ragioni nazionalistiche al suo predecessore e Santo Giovanni Paolo II, sul cui attentato deve sapere molto di più di Ali Agca, il Colonnello del KGB Vladimir Putin, oggi alleato e referenziere del Vaticano su diversi fronti. L'assoluta indifferenza per una democrazia negata in premessa non meraviglia: la Chiesa non ama, né si rifersice alle democrazia e tratta il popolo come un gregge e dei liberi e liberali pensatori, come Anna Politkovskaja, men che meno: potrebbero avere sentore di zolfo. Soccorre l'eloquio del portavoce della sala stampa vaticana, quel Padre Lombardi che dev'essere credente come me, che nell'annunciare il "gaudium magnum" dell'inaspettato ( per noi )incontro, lo attribuiva non al traffico diplomatico ma all'intecessione di Dio, che si sarebbe risolto a por fine o, per lo meno ad assecondare, lo sforzo autodefinito "convergente" verso quell'unione, asimmetrica per principio, forse simmetrica per una possibile convenienza. Queste trame "culturali" non sono indifferenti riguardo al destino dei popoli, ma riguardano aree, settori e sette volutamente estranee ai principi ed all'ideologia della libertà formale e di quella sostanziale degli affari, comunque l'unica storicamente apprezzabile, a rischio di involuzione nei periodi di crisi che essa stessa provoca. Il gioco degli equilibri si alimenta delle, casomai occasionali, alleanze, anche le più gesuiticamente spregiudicate.

domenica 7 febbraio 2016

Tragitti anseatici.

L'unico vantaggio formativo che si può trarre dalla conoscenza della civiltà classica, della cultura cioè delle classi dirigenti pre cristiane, è l'assoluta oggettività dell'essere e la vanità del voler essere. L'irrompere di civiltà asiatiche, del medio oriente, sullo scenario post greco e romano soprattutto, ha apportato delle sovrapposizioni rispetto alla civiltà sovvertita. Oggi si accusano i flussi indeterminati della finanza fantasiosa di essere all'origine dei mutamenti regressivi nelle società, ma la lenta agonia dell'Imperium romano fu originata da cause esogene ed endogene, certamente economiche, ma anche di costrume e cultura importati. Ciò di cui gli uomini e oggi anche le donne pratiche, fanno spallucce. Tutte le subculture mediorientali e mesopotamiche, che, anche per questo, ancor oggi interagiscono e in parte sovvertono le civiltà tangenti ancor oggi interagiscono con quelle preesistenti, dopo averne modificato il DNA, tranne una: quella originaria delle altre due, quella ebraica, elaborata e conservata attraverso lo studio nel nomadismo e nella persecuzione. Proprio per questo gli intellettuali ebrei di mentalità laica hanno detenuto le chiavi interpretative del costume occidentale, legandovisi intrinsecamente, vittime del tentativo di distruzione di una grande potenza barbara, in un tripudio generazionale di nuovo paganesimo. Da Freud, che ha chiarito l'intrinseca natura dell'anima, "Psiché", degli uomini, maschi e femmine, scremandola dalla superificiale crosta delle religioni e dei luoghi comuni, che, per reazione inconscia alla confusione e alle contraddizioni che vengono indotte, generano nevrosi che si sfogano nell'adesione ad un ordine artificiale, a Karl Marx che "rovesciò" la prassi delle azioni umane, rivelandone, per contrappasso, il substrato materialistico. Alla luce di queste interpretazioni che, insieme all'evoluzionismo, chiudono il grande lavoro chiarificatore o sovvertitore, a seconda dei punti di vista, dell'Ottocento e consegnano il ripetersi generazionale inconsulto all'inconsapevolezza della gran parte dell'umanità velleitaria ed infelice, all'illusione e al macello, la vita culturale dell'uomo evoluto e le sue scelte possibili, sono pur sempre condizionate dalle parentele, strette su base puramente economica e subordinatamente empatica, dall'ambiente "dominante" al quale si riferiscono e dalle sue presunzioni, che svaniranno alla prima oggettiva difficoltà e lo renderanno consapevole della monotematicità delle medesime, tanto che spesso si concludono con il suicidio. La violenza endogena della società, urbana prevalentemente, non lascia alibi ai fortunati spettatori ed ai miserabili interpreti e le querimonie morali o giustizialiste lasciano il tempo che trovano: il tempo di un sermone. La vita è semplicemente quello che è e trova in se stessa la sua interpretazione - non necessaria - più convincente, dalla fase ingenua e vitalistica a quella erotica e valida, quasi sempre rinchiusa in una gabbietta riproduttiva, al progressivo svilimento ( nei casi fisiologici ) ed alla sua conclusione senza altro esito né senso. Nel mezzo, con fare saputo o intimidatorio, sanzionatorio in terra e nei cieli, ogni sorta di speculativo mantra viene agitato, pagato, scontato e ripreso nel vasto pelago della plebe borbottante e negli squittii e risate fiduciose, oppur sarcastiche, verso un mondo che non verrà o che ci si rallegra che non sia ancora venuto. Ma, di lì a poco, tutto sarà chiaro, compresa l'impossibilitù di uscirne.

Bubbole confusionarie, mistiche e mistificanti.

Peter Saunders, una ormai anziana vittima dei preti pedofili, che sembra essere la forma scelta dal clero per evitare una discendenza che li vedrebbe subito espulsi dalla chiesa ed una riedizione della Paideia, in senso prorpio e non retorico, dell'antichità, è stato rimosso dalla Commissione voluta con mediatica risonanza dal pampa-Papa. Sesta solo un'anziana donna irlandese. Saunders aveva ripetutamente denunciato la commistione, la compresenza nella Commissione di prelati pedofili o favoreggiatori di pedofili, che, in un caso, sono stati nominati ai vertici della gerarchia cilena. Insomma, forse senza volere, il povero due volte Saunders, ha scoperto l'ipocrisia e la doppiezza mistificatoria ed aggiustatoria di Santa romana chiesa. D'altra parte, un magistrato specializzato nella difficile inquisizione della consorteria pedofila, ebbe a dichiarare, pochi anni or sono, di non aver mai ricevuto una sola denuncia dall'interno della chiesa, anzi di essersi sempre trovato di fronte ad una sordida resistenza alle sue indagini. La destra opportunista cattolica osteggia in tutti i modi la legge, voluta dall'Unione europea, sulle unioni civili dei gay, supportata nei suoi appetiti politici da questa parte della Chiesa, che è in prima linea nel coprire un'abitudine tanto diffusa nel mondo ecclesiastico, da apparire come una "scappatoia" al celibato.

sabato 6 febbraio 2016

La rimossa, quotidiana macelleria.

Dunque anche un semplice ricercatore straniero può essere considerato talmente ostativo da un regime di cafoni come quello egiziano, da essere sequestrato, torturato, per cercare informazioni ed ucciso. Abbandonato in un fosso, erano pronte per lui le ipotesi più fantasiose riguardo le circostanze della morte. peccato che un incidente stradale - prima versione - non ti priva dei pantaloni e delle mutande. Ricercare, a fini di studio e di documentazione, fonti alternative a quelle di una bolsa propaganda e, per di più, di una dittatura mitiare, provoca la "violenza buona", come ben sanno, adattandosi, le greggi in favore di vento che appestano l'aria di tutti gli altri. Gli altri non sono nemmeno, in gran parte, oppositori, ma con il loro agnosticismo, sono palesemente dei "non credenti" che, se si mettono a dire la loro, senza interessi in gioco, possono compromettere gli interessi dei bifolchi al potere. Laddove si tratta - come sempre - di poteri legati all'economia e a quello specifico condizionamento sulla maggioranza senza dignità, in nome dei suoi minuti vantaggi, la violenza di apparati formali, come la polizia, o informali, come tutti gli squadrismi privati, si esercita impunemente e questo basta agli scherani, anche loro pubblici o privati, per dar sfogo al loro sadismo. Non diverso è il comportamento della mafia,di tutte le mafie, sempre limitatamente libere e tronfie "sul terrritorio", sul mandamento del potere sociale di chi si serve di loro. L'uso tardivo dei social network, la prudenza incongrua quando in gioco è la vita e la verità, è costata la vita a Regeni, per il quale sono già pronte interpretazioni alternative alla superata ma non ancora smentita ufficialità dell'incidente stradale e su queste si giocherà il falso sdegno delle pallide autorità italiane e gli interessi governativi convergenti delle due parti in commedia. Il Manifesto medesimo, che ha ospitato post mortem l'utimo scritto del povero studente. non lo aveva mai assunto, né messo nella condizione di collaboratore a gettone: non era organico. Da questa solitudine, da questa libertà, è conseguita, per l'ennesima volta, una morte che nessuna querimonia, nessuna rimembranza degli amici a posteriori, potrà celebrare degnamente. Le spoglie smembrate dall'autopsia tardiva non forniranno prove certe, il rimpianto sfumerà nell'indeterminatezza per la coscienza pelosa di chi, già in queste ore, specula difensivamente su una realtà rimossa di torture, illecite anche nei macelli, ma praticate dai macellai prima dell'esecuzione.

giovedì 4 febbraio 2016

Attrazioni turistiche, pellegrinaggi, marce su Roma.

La traslazione della mummia di padre Pio, anzi San Pio, come lo volle Giovanni Paolo II, è feticistica e stride pesantemente con la fede che in lui hanno riposto e ripongono moltissime persone che gli chiedono grazie e protezione. Il feticcio innaturalmente conservato di un uomo che, in vita, fu relegato, osteggiato, ma mai espulso perché godeva di un grandissimo seguito popolare, nei luoghi "sacri" al pellegrinaggio ingenuo e popolare, ma che tanto gli furono organizzativamente ostili e calunniatori quando viveva nell'Eremo di San Giovanni Rotondo, sa di strumentalizzazione a fini d'imperio. Insieme a lui, sarà "per la prima volta a Roma" un altro Santo venerato anche in vita, di cui io non ho mai sentito parlare, ma che invece è ben noto agli archivi inquisitoriali vaticani, oggi "riabilitatori", come erano usi fare gli apparati burocratici della chiesa comunista, con i membri "deviazionisti" del partito, a distanza di anni dalla loro esecuzione e ad opera delle stesse figure che li offrivano nuovamente al culto delle masse, dopo che li avevano perseguitati. Così si riabilitavano anche loro. Anche la mummia di Lenin, sulla Piazza Rossa, per generazioni oggetto di culto politico, è ancor oggi conservata per il pellegrinaggio dei turisti. Il Giubileo si colora, per l'ennesima volta, dei colori vividi ma pecorecci del culto popolare indistinto, sulla cui affidabilità specula la chiesa cattolica per alimentare il suo gregge, che, al pascolo, bruca di tutto.

In ogni core 'e femmina c'è sempre un po' di zucchero.

Ho visto le immagini che ritraggono un'educatrice di Pisa - altrimenti detta maestra d'asilo - che minaccia e percuote i bambini a lei affidati e che dimostra di non poterne più di loro. E' stata arrestata ed è stato ben fatto. Mi chiedo però se quell'atteggiamento non sia usuale in tante, troppe case, nelle quali la madre, a cui è stato demandato di fatto il compito esclusivo dell'accudimento, non si comporti nella stessa maniera, per la fatica, l'impossibilità di interrompere quel costante transfert, non meditato e dunque non voluto, con una esistenza aliena ed una alienata: la sua. La retorica della buona mamma va in moltissimi casi a farsi friggere di fronte all'improvvisa consapevolezza che il proprio ruolo di supporto, ma in gran parte sostitutivo, non cesserà più, casomai si evolverà, ma, per molti anni, la priverà della sua autonomia e privatezza. E' quest'epoca "meravigliosa" ad imitare le teorie pedagogiche ed a tradurle in norme di legge innaturali, perché la mamma ( figurarsi l'educatrice ) dei suoi cari bambini farebbe ripetutamente polpette, ma, "amandoli" li picchia e li minaccia, lasciandosi sfuggire talvolta: "io ti ho fatto e io ti disfo", mentre per l'educatrice deve essere sembrato troppo, per il misero stipendio che percepiva, doversi sobbarcare l'indifferenza al suo regime ordinatorio, di tutti o quasi i bambini, anarchici naturali. Per questo li reprimeva come la peggiore delle dittatrici, in una infantile parodia dei metodi della polizia.

La cultura disinteressata è quella che suscita la reazione.

Giulio Regeni, un giovane ricercatore italiano, è stato sequestrato, lentamente torturato e poi ucciso. Così, com'era ridotto, senza gli indumenti dalla vita in giù, è stato scaricato in un fosso, recuperato dal quale , gli stessi aguzzini hanno impastocchiato diagnosi di maniera e promesso tutta la loro cura nella ricerca dei responsabili. La sceneggiata non è andata a buon fine per la tempestività di un avvocato egiziano, impegnato nella rappresentazione giuridica dei diritti umani in un paese che ha sperimentato la democrazia, sia pur eterodiretta ed ha subito ripiegato su una dittatura tradizionalmente rassicurante per l'Occidente. Regeni svolgeva attività di investigazione scientifica sul campo - drammatica ingenuità, su un terreno del genere e, oltre certi limiti, non solo - e collaborava sotto pseudonimo con Il Manifesto, l'unico quotidiano che mostrasse interesse a pubblicare i suoi articoli, le cui fonti risiedevano, in parte, nell'opposizione alla macchia dell'Egitto, anch'essa, per altri versi, tutt'altro che democratica. Il Governo egiziano, che oggi, tramite il suo ambasciatore a Roma, ha espresso il suo cordoglio e garantito la sua massima collaborazione, è degno di fiducia quanto quello italiano che, nella sua nota diplomatica, ha inserito e sottolineato, "gli ottimi rapporti intercorrenti, per obiettivi comuni, fra l'Italia e l'Egitto. Propio quegli obiettivi comuni, che investigava senza interessi personali e senza militare in nessun partito o movimento, gli sono costati, non solo l'esistenza, ma, prima. l'umiliazione che tutti i corpi di polizia riservano alle prede inermi e coraggiose, mentre loro sono dei servi. La democrazia è spenta ed in Egitto non è mai nata: Giulio Regeni, novello Nazzareno, ha immolato la sua vita ad un ideale e, come tutti gli idealisti, sarà glorificato e non imitato.

lunedì 1 febbraio 2016

Non ci faremo mettere i piedi in testa..dicono tutti.

Family day: un uomo dà fuoco alla sua compagna incinta di otto mesi, i medici estraggono "dalle fiamme" la bambina, la contenitrice versa invece in pericolo di vita. Butta dalla finnestra il figlioletto perché, con i suoi strilli, gli impediva di seguire la partita di calcio. Il papà si è fatto la figlia o il figlio fin dalla più tenera età, senza che la mamma avesse niente da dire. A volte nascono nipotini autoriprodotti che vengono attribuiti a incontri senza conseguenze coniugali. In molte famiglie eterosessuali il clima domestico è caratterizzato da insopportazione, percosse e contumelie, fra coniugi e nei confronti dei bambini: sarebbe questa la famiglia da difendere a prescindere? Famiglie omosessuali non se ne conoscono ancora, ma penso che la statistica delle nefandezze non conoscerebbe scostamenti, perché la natura sottostante delle persone che compongono il sodalizio non muterebbe. Sarebbe "imbarazzante" se le rilevazioni statistiche asserissero che la conflittualità e la violenza sono minori nelle famiglie omogenitoriali e la violenza emarginatrice si esercitasse da parte delle etero famiglie sulle omo famiglie e soprattutto sui rispettivi, biologici o culturali discendenti. Il problema dell'adozione, preesistente, comunque surrogata, si porrebbe, mentre oggi gode dell'abbrivio della "tradizione". Quel che conta è - credo - il benessere e le facoltà di sviluppo delle persone e, in questo senso, nessun orientamento sessuale fornisce garanzie. Il contrasto si svilupperebbe fra famiglie: famiglie povere o borghesi, ma si farebbe eccezione per i figli dei ricchi ( se non avessero anche una famiglia etero di copertura ), la discriminazione si sfumerebbe. E' trasparente che il caravanserraglio della omogenitorialità si svilupperebbe, alla luce del sole, solo in contesti culturalmente ed economicamente defedati, che, confusamente, si farebbero paladini "della uniformità e della normalità" familiare della loro opzione, entrerebbero in competizione per gli allogi e i sussudi con le famiglie eterogenitoriali, già esacerbate perché confinate ai margini dai precarissimi nuclei familiari degli immigrati, di altre famiglie sopravvenute, a loro volta inaspettate e quindi anomale. Sul fronte Arcobaleno, in un tripudio di semplificazioni, si sosterrebbe, senza scienza e con coscienza ottenebrata dall'ignoranza, l'assoluta omogeneità delle scelte alla base, non di un piacere condiviso o di un interesse carpito, ma proprio l'insignificanza e l'invarianza dell'antropologia dell'accoppiamento, sostituendo alla conoscenza ed al raziocinio, una pretesa indifferenziata ed aprioristica. Sull'altro versante. il problema non si pone, non esiste: Dio e la natura, in simbiosi panteistica, hanno già stabilito tutto una volta per sempre. Con gli effetti sopradescritti. Con gli effetti che saranno descritti.