venerdì 30 settembre 2016

La mollezza assorbente delle sabbie mobili.

Non si fa in tempo a lodarla, che già s'incarta. Dopo meditazioni sul tetto e prima che il maltempo le impedisca di sfuggire alle orecchie, ai veleni e alle pressioni di un ambiente caoticamente omogeneo, il Sindaco Virginia Raggi ha tolto dal cilindro, senza rischio di preventive dimissioni, come è accaduto per il prof. Tutino, un trasformistico duetto: un assesssore al bilancio del PD fino a l'altro ieri e un imprenditore veneto, già "Centro democrazia cristiana". Insomma un ritorno al pre 5Stelle, nel solco tracciato dall'aratro e dalle dimissioni-intromissioni che lo difendono con la spada del trasformismo. Anche il PD è un professore in varie Scienze economiche ed è stato, in sincronia, a capo di commissioni, a fianco di istituti e, soprattutto, di politici designatori e titolare di cattedre nei pressi di Roma, la cui titolarità concorsuale era una pura formalità. L'imprenditore veneto democristiano, proveniente dalla sacrestia d'Italia, andrà alle "partecipate" edilizie e lì potrà sfoggiare tutte le sue eccellenze tecniche monumentali: infatti le sue aziende hanno già montato torri e mausolei alla civiltà presente in ogni angolo emblematico del mondo, in collaborazione con istituti universitari locali, di alcuni dei quali, previa proprozionale sponsorizzazione, è entrato a far parte. Insomma: "prestigio e sortilegio" di cariche consuete, note e rassicuranti - anche per il Vaticano - ma soprattutto per il ragioniere comunale che, "privo di indirizzi politici" ( ma non deve fare i conti? ) si è dimesso, poi sospeso e rientrato nei rangi su Twitter, con il sindaco in versione salottiera, scesa quindi dai tetti. Un'abdicazione, che, se non sarà definitiva, preovocherà nuovi sommovimenti, stavolta devastanti per il movimentucolo aziendale che, fuori dal recinto della "fabricheta" di Casaleggio, trova riscontro solo nella plebe affamata di retorica giustizia. Plebe borghese, già democristiana o - parimenti - sull'otto volante delle sigle, con annesse cariche politiche, dei partiti dalle denominazioni più bizzarre, delle mascherine più bizzarre del nostro mesto, ma per loro festoso carnevalare, nel quale e dal quale - però - scaturirà sempre un'italietta al rimorchio di nazioni più serie, ma non benevole. L'impropria capitale non poteva che riconfermare il suo stile. Roma ha riassorbito nei suoi riti pigri l'apparenza innovativa.

mercoledì 28 settembre 2016

La caciara.

Il Sindaco di Roma, Virginia Raggi, al centro dello stesso calderone che provocò l'uscita di scena del chirurgo Marino, ha bocciato le "quote rosa", con il quale femmine incapaci di intendere e di volere, accedevano alle cariche pubbliche e attraverso mutamenti di incarichi, non se ne distaccavano più. Sarà durissima la selezione di persone capaci, disposte a sottoporsi al degrado d'immagine che ha indotto l'ultimo candidato al Bilancio, il professor Tutino, a ritirarsi, ma è certamente più facile trovare maneggioni/e senza qualità disposti/e a tutto e indifferenti all'aggressione ddegli "incompetenti" - come li ha definiti Tutino - in quanto non hanno niente da difendere, né professionalemnte, né come immagine personale. Mi è piaciuta anche la replica a Renzi, che si era reso interprete del malumore degli speculatori in agguato: non è il coraggio che mi manca, bensì la consapevolezza che queste grandi opere non portano nel tempo nessun indotto, né beneficio alle città ospitanti e vanno a vantaggio economico di pochi soggetti influenti che montano la grancassa mediatica. Ha poi reso pubblico il debito residuo del Comune di Roma, relativo alle Olimpiadi del 1960. Volendo - ha aggiunto - si potrebbero destinare i fondi che il Governo avrebbe stanziato, ad un piano per Roma, analogo a quello messo in piedi per Milano. Inviperita, la replica di un sottosegretario, quindi direttamente del Governo: "venga in Consiglio dei ministri e imparerà qualcosa sul bilancio dello Stato. I soldi che sarebbero affluiti a Roma, andranno a Parigi e a Los Angeles. Non faccia la furba" In realtà il manipolatore è proprio il sottosegretario, perché - mi pare evidente dall'analisi logica e sintattica della frase riportata, la Raggi non si riferiva alle sovvenzioni internazionali delle ricchissime istituzioni sportive , che andranno alla città prescelta e disponibile, ma alla cifra di supporto che il Governo aveva già deciso di stanziare in caso di designazione, accolta, della città di Roma. Quei soldi in più sarebbero andati agli speculatori ed ai truffatori, ad alimentare clientelismi e fedeltà e avrebbero contribuito a far lavorare, per una congerie di progetti inventati e di ritocchi superflui, qualche sfessato, destinato, subito dopo, a ritornare nei ranghi, in attesa di un'altra consimile chiamata. Un esempio di clientelismo a digradare. Alla fine della Fiera, se sarà questa, cara Sindaco Raggi, direi, a differenza di quanto ha stizzito il sottosegretario, delegato dal Ministro che non voleva apparire, che se il contributo governativo venisse erogato comunque a favore del "progetto Roma", sarebbe ugualmente a favore di un, subitamente messo in piedi, "progetto criminale", come certamente sarà, in tutto o in parte, il "progetto Milano". Con questi limiti: brava!

lunedì 26 settembre 2016

Infingimenti.

Così, mentre la nazione decade e il numero dei poveri si moltiplica, di pari passo con la perdita di redditività delle aziende e della crecente insostenibilità previdenziale, gli italiani dovrebbero riprendere la competizione pauperistica col terzo mondo migratorio e fornire alla patria un replicato, ingente numero di proletari, a loro volta, infelici. La voragine demografica si originò negli anno '80, quando sull'abbrivio dello yuppismo e del femminismo, alla carriera immaginaria, obbligata e garantita per le donne, fece seguito una scontrata avarizia fertilizzatrice, con la quale conseguire, almeno, una licenza, cioè libertà, maggiore di vita. I vent'anni successivi sono stati senza incremento demografico, anche nelle regioni meridionali, dove, per lo meno, la coppia si replicava nei due figli canonici. Alla contrazione della natalità, per ragioni di egoismo dissimulato, si è sostituita la difficoltà cogentre di matenere qualcun'altro oltre a se stessi, la perdita di qualunque vocazione al sacrificio autoinflitto, nonostante l'arruolamento delle nonne, fino all'ultima energia spendibile. Questo governo screditato e eterodiretto, non trova di meglio che mettere in atto costosissime campagne pubblicitarie per rimproverare le giovani italiane, senza memoria e incitarle a tornare massicciamnete a procreare, casomai in cambio di un'allevamento monoreddito, dato che opzioni gratificanti, crecita individuale garantita pro quota, non sono individuabili e si prospetta per loro la condizione delle loro nonne o..bisnonne. Perché dunque attardarsi in attività sfruttate, sottopagate, senza prestigio, nè reddittività: tanto vale tornare alla gratificazione materna, contenuta, un po' mesta, come nell'iconografia della mater pulcra et dolorosa? Non mancano, ogni momento, i segnali e i simboli del ripiegamento socio-culturale di una nazione in mano a buffoni eterodiretti, che, impossibilitati a mettere sul terreno una politica economica che, da un lato, non sia cassata il giorno dopo dalle autorità europee e, dall'altro, a superare, per irriducibile miseria a-culturale, il vetero clientelismo, la distribuzione di sussistenza di risorse non create ed alimentate dallo sprofondo di bilancio, per il quale si chiede, reiteratamente, una deroga, due deroghe...fino a venir ignorati in ogni riunione decisionale, anche se solo sul piano politico, degli alleati, pur diseguali, dell'Unione, a due, europea residua, dopo l'uscita della Gran Bretagna. L'immigrazione rischia di subornare, sul nostro suolo, i giovani della prossima generazione; le resistenze a riconoscere lo "jus soli" nasce dalla preoccupazione, mai sperimentata, di trovarsi prossimamente con una prospettiva religiosa e culturale difforme, sia dal cattolicesimo, in crisi di rappresentanza, sia da costumi e riferimenti autoctoni e di trovarsi in balia di una sensibilità ibrida, ma di basamento alieno, con tutte le possibili configurazioni politiche, a tutt'oggi inimmaginabili. Mentre si tratta e ci si adatta a tutto per arginare con ogni mezzo la disperata migrazione di gente senza più identità, che viene trasferita a pagamento su coste inospitali o smembrata per venderne gli organi, se non in grado di pagare, si paventa, eccome, la colonizzazione dall'interno o, per lo meno, il forte condizionamento politico, per cui la si vorrebbe infiltrare con un congruo numero di indigeni, senza prospettive, da affiancargli in funzione contenitiva, anche attraverso quel "razzismo" che, con ogni ipocrita iniziativa, si biasima o si deplora.

domenica 25 settembre 2016

Simbologie.

Il ministro Angelino, già spedizioniere di ispettori presso le Procure che investigavano su Berlusconi, quando ministreggiava di giustizia al soldo dell'imprenditore governativo, poi riciclatosi in qualità di destra post berlusconiana nell'esecutivo di larghe intese, cioè con i democristiani morbidi e gli ex comunisti, quando torna a casa riassume i connotati di una sub cultura democristiana, completamente compromissoria. Di ex di successo c'è rimasto solo l'eterno ministro Alfano che giganteggia in raccomandazioni, anche tramite l'ufficio di segreteria del padre e che si è esercitato favorendo l'assunzione e la carriera del fratello nelle istituzioni regionali siciliane. Ebbene, Angelino, nel giorno di San Michele arcangelo, patrono della polizia, se ne è andato a Catania, dove si teneva la manifestazione principale dei festanti poliziotti ed ha inaugurato un ristorante, dopo pochi mesi sequestrato per mafia, in una sintesi usuale nella quale gli estremi si toccano.., perché sono apparenti. Angelino è arrivato sul luogo dell'inaugurazione circondato da ventotto auto di scorta: neanche Erdogan si è mai munito di un simile apparato di rappresentanza, più che di sicurezza. Per arrivare sul luogo dell'inaugurazione, Angelino e si suoi, hanno fatto emanare un'ordinanza con la quale le prospicienze del luogo dove si sarebbe celebrato l'evento, venivano requisite, rimosse le auto dei residenti, multati gli incauti compatibili. Poi, la celebrazione conosceva il suo apice, non alla mensa della polizia, ma nel ristorante inaugurato, a sbafo ed a lungo, in un tripudio di cibi e beveraggi. Può essere rappresentata una prova più lampante della concezione del potere pubblico e del suo uso a fini privati, nel quale alle cariche sottendono il lavorio dei picciotti e l'amicizia con i loro maggiorenti? Potremmo, quindi, avere un ministro di polizia più aderente al vero e all'indecorosa realtà di un Paese che si ostina a voler rimanere in Europa?

Charlie Hebdo si è replicato in Giordania.

Charlie Hebdo si è replicato ad Amman, in Giordania, davanti al suo tribunlae civile, nel quale stava per entrare, accusato di vilipendio della religione, un intellettuale di quel Paese che era stato accusato di vilipendio della religione. Non ce ne è stato bisogna, perché ha provveduto un uomo armato che lo ha ucciso, sulla soglia, con tre colpi ben assestati. Intendiamoci, non è l'unico caso: le faide calabresi sono ancora attive, il presunto omicida di John Kennedy, Jack Ruby, fu ucciso in diretta televisiva, da un ambiguo personaggio che non gli soparvvisse neanche un mese, però l'intolleranza religiosa ( anche in Italia, fino a quarant'anni fa era previsto il reato di vilipendio alla religione di Stato e prevedeva il carcere, era reato penale la blasfemia e i preti godevano ancora di un filtro censorio all'incriticabilità del loro operato o della dottrina ecclesiastica ) si è sostituita agli strumenti di una giustizia ancorata a previsioni politiche ( perché si tratta di giurisdizione civile, applicata al contesto ) , in mabiti adatti, "conferma" il suo diritto alla preminenza sul diritto ( presunzione e volontà di preminenza presente in tutte le religioni, anche quelle arcaiche, intime e personali ). L'assassinato è stato uno scrittore giordano di etnia cristiana, Nahed Attar, non solo e non tanto per la sua privata posizione laica sull'islamismo dell'Isis, quanto per avere messo in Rete una sua vignetta, che aveva provocato il placcaggio legale e il sacrificio- eliminazione rituale dei fedeli del culto di se stessi. La caricatura rappresentava il Capo degli estremisti in armi ( ma,a quanto pare, all'occorrenza, sono tutti in grado di armarsi ) a letto con due belle donne, all'interno di una lussuosa tenda. Si affaccia Allah, lo omaggia e si offre di servirlo. Si, Signore, mi porti un bicchiere di vino e chieda all'Arcangelo Gabriele di portarmi qualcosa da sgranocchiare, La prossima volta, si ricordi di bussare, anzi, allo scopo metta una porta davanti alla tenda per annunciarsi. L'imputazione laica ha riguardato l'espressione scelta per apostrofare Allah ed è tutta interna alla cultura islamica, così come nell'antico Israele era proibito nominare Dio, in qualunque forma e modo, tranne che a cura del Rabbino capo, una volta all'anno. L'imputazione si concentrava su un'espressione usata nel testo della vignetta: Sua beatitudine ( espressione rivolta a Dio dal felice, paradisiaco Jhiadista ) anziché, come previsto dalla ritualità religiosa, Gloria. Ebbene, questa variante, introdotta a fini di satira che mi sfuggono, anche se mitigano la glorificazione della forza,dato che in quel contesto non appariva ), ha fatto scattare l'accusa id blasfemia. Insomma, un manicomio, portato a conseguenze omicide, ma non dissimile da ogni ritualità irrazionale addotta per cementare un sodalizio, i chiamati ad un'impresa - casomai di continuo - nel quale anche le parole, che pur non hanno un significato, hanno uno scopo. E' la stessa retorica che si usa nelle caserme, nelle società sportive, nelle "moderne" imprese commerciali, di vendita di qualcosa, tanto indeterminato, quanto imprescindibile.

In che cosa consiste la perdita di sicurezza?

Il supermercato delle occasioni, degli sconti, del tutto su uno scaffale ideale, assorbe con crescente bulimia, tutte le opportunità professionali del tempo appena trascorso. Oggi, molte famiglie si trascinano in difficoltà inaspettate, anche se erano eredi di dinastie dei mestieri e delle professioni commerciali. E' così per gli assicuratori, insidiati dalle banche, dal welfare aziendale e, quindi, dai sindacati in via di riaddattamento. Le posizioni ottenute in strutture semipubbliche, di carattere finanziario, all'epoca trascurate, attraverso il controllo e la gestione su delega di politici assenti, come ad esempio l'I.N.A. Assicurazioni o le Generali medesime, amministrate in proprio dal Senatore, anzi Presdente del Senato Cesare Merzagora, un pederasta dal prestigio solidale con le sue attribuzioni coordinate e lucrative, una specie di Luchino Visconti delle Istituzioni pubbliche ed assicurative, arrancano nel brookeraggio, dopo che l'onorevole Bersani, nel 2007, ha liberalizzato la costituzione di compagnie e la vendita dei prodotti, in senso lato, finanziari, a favore di ogni soggetto che avesse le capacità ed i capitali per farlo. Da quel momento, il vincolo gerarchico che teneva tutti i cadetti, anche di una medesima famiglia, sotto l'egida del designato, una sorta di diritto altoatesino del Maso chiuso, ha provocato una repentina fuga verso proposte allettanti, con portfaoglio annesso e, quindi, smembramenti, mutilazioni nella gsetione dei capitali, che hanno aperto la via al rifugio del brookeraggio, troppo oneroso per essere gestito attraverso società costituite autonomamente e troppo asfittico nella ripartizione degli utili in societù nate come i funghi dopo la pioggia, se in condizione di soci di minoranza. fatto salvo che i soci di maggioranza, messisi insieme per esercitare il potere, accusavano in poco tempo, diminuzioni di valore nel protafoglio dell'uno o dell'altro, cercavano di vendere le scarne quote ai soci di minoranza, a patto che sostenessero le spese di liquidazione del finanziere-assicuratore uscente. Altrimenti, invivibilità e, talvolta, minacce. Questo è uno spaccato del capitalismo d'occasione vigente, che vede le banche stesse, nonostante la "rapina" di altrui specializzazioni - in primis quelle assicurative - con margini di utili decrescenti ed esponenziali, ai quali suppliscono attraverso le fusioni societarie, attualmente incagliate per la dimensione ridotta delle concorrenti, per cui le compensazioni nel Consiglio di amminiatrazione o in società terze, risulta difficile. Insomma, si cambierà pelle solo quando si dovrà prendere atto della violenza inconsulta del mercato, tanto banalmente invocato. In questo contesto, tutti i mediatori sociali, a cominciare dai politici, passando per i sindacati, sono impotenti e si cerca, ad opera delle istituzioni medesime, che sono in via di disconoscimento, una resistenza per sopravvivere e ritardare la propria, inevitabile estinzione. Dopo di che il nostro piccolo mondo non sarà migliore o peggiroe di prima, ma alcune professioni ereditarie non saranno più trasmissibili.

Mamma, li barbari!

Piazza Verdi, a Bologna, è uno slargo e niente più che ospita l'ingresso del Teatro lirico comunale, una mensa univeristaria e poco altro. In quel punto, per chi proviene dal centro, comincia la zone di interdizione del traffico; per questo, pur non avendo dimensioni eccessive, vi si radunano gruppi di studenti, soprattutto d'estate, per consumarvi qualche serata, senza rifugiarsi nei costosissimi locali della zona. Insieme a loro, nell'accampamento improvvisato, trovano rifugio e si mimetizzano, cercando un po' di compagnia, nomadi informali, erranti apolidi e punk a bestia. La zona, senza l'Università e la transumanza degli studenti, che inizia dalle prime ore del mattino e termina...mai, essendo diventata la cittadella il luogo di ritrovo dei medesimi, a prescindere dai colloqui con i ricercatori, dalla frequentazione delle lezioni e dagli esami, sarebbe un Museo alla residenzialità danarosa e, se adeguatamente provocata, razzista. Nonostante il crescente decentramento, anche in altre città della Regione, l'antico Borgo dei carnasciali studenteschi, ha ancora il suo fulcro in vie storiche, architettonicamente ricche, abitate da proprietari-residenti ereditari, per la maggior parte, che, chiudendo le finestre e le imposte, al riparo di mura spesse, sarebebro praticamente insonorizzati. La confusione, le goliardate i rumori c'erano sempre stati, ma avevano una connotazione borghese, direi classista, all'insegna delle prepotenze degli "anziani" sulle matricole, secondo un modello in cui le gerarchie erano esercitate, in maniera arbitraria ed egualmente ignorate, all'interno di una società informale, allora, solo nella sua ingannevole esteriorità. Al di là della stesa di bottiglie, che possono essere facilmente rimosse, subito dopo che si sono levate le tende, dalle attrezzature dell'Hera, poco prima che riprenda la deambulazione verso e intorno agli Istituti universitari, ciò che perplime i satolli e barricati residenti è la perdita del valore dei loro immobili. Sì, perché la pretesa di vivere in mezzo a dei ragazzi che sperimentano i loro ultimi anni di libertà e di licenza, in età verde, ma già adulta, è una pretesa autoritaria, vecchia, egoistica, spenta e parruccona, decontestualizzata. Il piccolo dedalo delle antiche vie universitarie, tutt'intorno, alimenta lo spaccio degli stupefacenti: se nelle strade adiacenti, semideserte, si lasciano circolare, ad ore note, furgoni che riforniscono consumatori abituali e numerosi pusher, è scontato che il dettaglio avvenga in Piazza Verdi. Ma non è neppure questo che disturba i residenti: ciò che li sconvolge è che la repressione e l'allontanmento dell'immagine immiserita del contesto teatrale nel quale vivono, venga alterato, senza che la polizia bastoni a sangue quei barbari, parte dei quali, fra poco, saranno dottori, che poi vorrebbe dire semplicemente "dotti" e non "professionisti", come si intende oggi l'esito universitario ed entreranno, per forza d'inerzia, nei ranghi dei conservatori. Ma che cosa devono conservare ora che, a parte, per taluni, le "lontane" origini familiari, non hanno nulla da trasferire in un blasone, in una proprietà, in un'immagine? Sono così diverse le cittadelle delle altre città universitarie storiche nel mondo? Bologna, con i suoi 120.000 studenti immatricolati, ospita un quarto temporaneo dei suoi abitanti in una ridotta piccina, il suo provincialismo intatto svetta e rifulge nella sua meschinità. Per fortuna ci sono gli studenti a contraddire, in ininterrotta rotazione lo spirito settario di un piccolo mondo, di nessuna utilità, tranne che a se stesso.

sabato 24 settembre 2016

Raccogliendo le membra sparte e sparse.

In Siria continua il macello della popolazione civile, decimata dai raid aerei delle potenze che si esercitano nel gioco geostrategico sul suolo diviso a metà della dittatura familiare degli Assad, il cui ultimo rappresentante continua a ricoprire la veste di Presidente, su una parte del Paese. in quella residua, l'Isis, dopo aver conquistato numerose roccaforti, aver deportato come schiavi tutti gli uomini validi, aver messo a disposizione delle milizie le donne rintracciate - della sorte dei bambini, anch'essi rapiti, pochi parlano e fugacemente - è oggi sottoposta al fuoco, non concentrico, delle aviazioni decise a sconfiggerlo, mentre altre si focalizzazo sui Curdi e perseguono altre ipotesi di assetti politici. I Russi, che hanno in Siria un'imponente base militare sin dai tempi dell'Unione sovietica, vogliono che Assad od altro garante della loro presenza in quel territorio e sono entrati decisamente in gioco, come neppure l'Unione sovietica faceva, giocando di logorio e finendo per logorarsi. Prima, i Russi, combattevano i Turchi che cercavano di sterminare i Curdi; oggi, che hanno individuato nello "scosso" Erdogan una pedina scambiabile, spendibile sullo scacchiere conteso, ne sono diventati gli infidi protettori. Tutte queste entità statuali, potenzialmente in crisi se cambiassero gli assetti e, euindi, con i vertici politici destinati a cadere, per mano di congiurati interni o per interventi esterni, condotti senza ritegno, si affiancano, per itinerari diversi, sul terreno, o meglio nell'aria, dato che sul campo ci sono solo quelli che non dispongono di un'aviazione: i Curdi e l'Isis. In un contesto così disordinato e sperequato, il senso di depressione potrebbe prendere prontamente il sopravvento, se non fosse per una dichiarazione odierna della Croce rossa che ha semplicemente dichiarato: "a prescindere dalla situazione dissipata sul campo, noi andremo avanti comunque". Spero che sia vero, anche se la Croce rossa non è esente da apparentamenti politici e se la stentorea dichiarazione potrebbe essere uno slogan ad uso domestico e credo che non sia ben vista, anche se fanno lo stesso mestiere, dalla Mezza luna islamica. Ma il principio, da cui devono discendere i fatti, è giusto: l'unico scopo che possiamo perseguire nella vita è di non tradire - si comincia col non tradirsi - né permettere a nessuno di subornare, il nostro ruolo, le nostre facoltà e la nostra libertà nel farlo, pena l'autoestinzione di ogni residuo barlume di civiltà. Buon lavoro, che non le mancherà, alla Croce rossa.

venerdì 23 settembre 2016

E' finita, da mo' 'a trippa pe' gatti.

Il presidente dell'ente anticorruzione italiano - lo stivale rivoltato, praticamente - esterna ogni qual volta ha in mano un dato statistico significativo e un numero di denunce sufficiente, a suffragare ipotesi a tutti note da sessant'anni e incrementatesi, per cinesi e quantità, negli ultimi trenta. E' avvenuto perché somo aumentati anche i titolati a concorrervi: prima si esercitava anche fra le salmerie medio-basse, oggi in via di ripiegamento nelle ridotte dell'esclusione. Se le competenze migliori e più sudate cercano soddisfazione e remunerazione all'estero è perché - dice Raffaele Cantone - in Italia non possono relegare ai margini il figlio di un primario, di un professionista qualsiasi, su base ereditaria. I concorsi, di conseguenza, sono tutti pesantemente truccati. Come prefìca ( si pronuncia così in greco ) Cantone risulta banale, scontato, soprattutto perché non pare in condizione di far seguire alle parole i fatti. E' un magistrato senza giurisdizione che segnala ai tecnici delle Procure un faticosissimo lavoro di istruzione, in ambiti finora trascurati, mentre tutta l'Italia, è un caso giudiziario. Per questo non se la fuma nessuno e il Capo della Commissione europea Junker, quella della Germania frau Anghela Merkel e il il ragioniere in fregola copulatoria da potere, il povero Francois Hollande, con il suo arsenale di bombe atomiche, che, alla luce di questi avvenimenti, furono una buona idea del generale De Gaulle per autonomizzarsi dagli Stati Uniti, si incontranno dopo il briefing franco-tedesco di Bratislava Se le atomiche le avesse, da sola, la Germania, ad esempio, forse sbagliando, non mi sentirei tranquillo. I Presidenti lobbysti e il loro Esecutivo si riuniranno sul suolo germanico per un vertice decisionale. Nessuno degli altri comprimari è stato invitato. A servire a tavola gli stuzzichini, Renzi si sarebbe intrufolato volentieri ed ora, come tutti coloro che vengono trascurati, non riconosciuti dai potenti, ne critica le decisioni di rigore di spesa. Le stesse che hanno consentito alla Germania di rimanere stabilmente, dopo la crisi finanziaria che veicolò il nazismo, la nazione più ricca del continente. E' stata presentata una teoria, quanto elaborata in solipsistica solitudine da qualche studioso dei segni premonitori dei sismi, che avvertono gli animali ma non gli uomini, oppure ispirata da qualche Cancelleria influente, secondo la quale l'Unione europea in frantumi di oggi, verrebbe sostitita, dopo il suo scioglimento formale, da un neo direttorio, composto comunque dagli stessi Paesi, uno effettivo ed uno di copertura, che costringerebbe ancora di più, nella tenaglia del debito, gli Stati potenzialmente insolventi. Che ci venderemo ora? Non certo battute e retorica verbale.

giovedì 22 settembre 2016

Se magna, se magna..Grazie, no. Ma quando mai..?

L'atteggiamento del Sindaco Raggi, a Roma, verso i più impomatati vertici del C.O.N.I., non è stato un atto di superbia: i suoi pedinatori l'hanno ritratta a consumare un piatto riscaldato nel dehor di un ristorante di rione, spesso di ottima cucina ma con l'arredo di una mensa, ma un gesto necessario per sottrarsi alla pesantezza violenta di lobby affaristiche transnazionali, con le quali l'unica strategia per mantenere l'autonomia è di non frequentarle. Tanto è vero che adesso cercheranno di aggirare l'ostacolo, rivolgendosi direttamente al Renzino, che sarà sollecitato da altre cancellerie straniere. C'è abituato, del resto. Faranno o tenteranno di fare come facevano ( non lo fanno più? ) gli ambasciatori presso la Sente Sede, quando, "morto un Papa, se ne fa un altro". D'ora in avanti ci sarà anche l'incognita delle dimissioni. I grandi lavori, a Roma, sono la mangiatoia dei costruttori edili, l'inutilità fastosa di tante opere grava per decenni e mandati sul bilancio comunale, ma, come si faceva durante la prima repubblica, ai debiti sottostanti si sovrappongono nuovi affari, spartiti e lottizzati in termini clientelari e, nel tempo, nuovi debiti. Per chi volesse "prove provate" di quanto affermo, basti considerare che alla base dello sprofondamento greco ci fu il tentativo di trovare un palliativo all'inerzia economica di quella nazione con le Olimpiadi di Atene, che anche quelle, ormai storiche e bagnate di sangue, di Città del Messico, si sono rivelate, nel tempo, una fonte, un catalizzatore di miseria ed insolvenze. Alle Olimpiadi di Rio de Janeiro, fra qualche anno, seguirà un incremento ed un'estensione delle favelas. A non risentirne sono solo gli Stati amministrativamente solidi ed economicamente corazzati. I tentativi di turare le falle per aprire, al naufragio, delle voragini, rappresentano "i colpi di teatro" grifagni degli speculatori privati, in concorso con le delegazioni nazionali delle istituzioni sportive, come la cronaca giudiziaria recente e meno recente, testimonia, senza riguardo a confini geografici e il maquillage istantaneo dei governi incapaci di indurre altrimenti lavoro ( sempre clientelare, comunque )a cui seguirà il disfacimento del trucco, di cui tutti e ciascuno disconosceranno la paternità. E' fuor di dubbio che in questa prima decisione responsabile della sua Giunta, la Raggi si stia muovendo in controtendenza rispetto ai forchettoni dell'Urbe. I romani stessi non sono e non da oggi, favorevoli alle continue devastazioni-ricostruzioni speculative della Città eterna e, seppur abituati all'invadenza esogena di partiti, sindacati, confraternite ed associazioni, che innumerevoli volte, ogni anno, provocano congestionamenti ed interruzioni del traffico, dei lavori fatti con materiali di riporto, del costo di manutenzione di opere destinate a "ballare una sola estate" e, scettici verso e circa l'uso del potere, non si fanno suggestionare da provinciali entusiasmi. Siamo già passati agli insulti diretti, il nervosismo sale. Aspettiamo, ancor cauti, l'esplosione.

Strumenti d'altri, i necessari recettori di un'involuzione nei "nuovi" cinegiornali Luce.

Si ricevono, dalle circostanze più occasionali ed inaspettate, delle sensazioni precise, non diverse da quelle maturate in costanza di rapporto, con persone certamente diverse da noi, anche se, in termini di interessi, di lavoro, di impegno sociale, da avamposti ben distinti seppur collaborativi, di una diversità che ci conferma in sintomi di malessere e di pregiudizievole ostilità. Nonostante che i tempi siano trascorsi e che quel sodalizio di mestiere si sia finalemnte sciolto, permane un sentimento frustrato di invidia, competizione, di aspirazione alla prevaricazione. Si tratta, alla luce prospettica della distanza temporale, di una malattia della personalità, chissà per quali ragioni, esperienze, traumi, aspettative deluse, aspirazioni al soddisfacimento egoistico ed alla prevalenza di dottrine omologanti che si sono dissolte. Si tratta cioè di un malessere che è sintomo di una malattia, che reincontrarsi rinfocola, nei termini di una chiusura assediata, aggressiva verso l'esterno e del timore di una possibile influenza, di un contagio invalidante al quale concorrono figure ignare e inavvertite della personalità che in loro si è rifugiata, dandogli rifugio. Per converso, assecondando le richieste legittime e garbatamente espresse, in un contesto selettivo, guardingo e inquisitorio, non si provocano, come a qualcuno piace pensare, situazioni macchiettistiche premeditate: si evidenziano solo e da sole determinate situazioni paradossali e ridicole, da cui il contesto, per un attimo non più esclusivo ed escludente, non è ossessivamente salvaguardato. Su questo scenario, architettonicamente disomogeneo, nel quale qualcuno ha cercato, voluto, disegnare la propria memoria funeraria per i posteri, edificando, per suo conto, un bel palazzo, senza però tener conto di planimetrie e piani regolatori. per cui, lungo le via storiche, ciascuna costruzione è ammirevole per la sua fattura specifica, ma fa a cazzotti, con ciascuno degli altri palazzi. Ciò non ostante, per debolissima facoltà, almeno di dissimulazione, lungo gli stessi, comuni tratturi, nei quali si consumano tutte le bassezze dell'opulenza sprecona e del bisogno, anche moralmente miserabile, gli ultimi bottegai frignano e chiamano la forza pubblica, per evitare "scarti" da parte dei clienti e se, nonostante i borseggi e i numerosi civici per appuntamenti, un barbone, comunque un cittadino che transita per i luoghi comuni, stanco, si siede e si sofferma, ecco che da qualche feritoia viene scorto e denunciato alla vigilanza urbana, che, purtroppo, con una scusa, lo allontana, lo manda a nasconsersi, come se quel tratto di marciapiede fosse - ed in effetti è - oggetto di apartheid per lui. Più di una indagine sociologica sul campo ha acclarato che, negli ultimi anni, rispetto ai precedenti, è aumentato il numero delle persone che non si curano più di controllare, sui due lati, il traffico mentre attraversano la strada e che, lungo i marciapiedi, numerosi sono coloro che parlano da soli. Il consumo di psicofarmaci è decuplicato in meno di quindici anni e i presidi psichiatrici di quartiere, curano, ma soprattutto tengono sotto osservazione, i disturbati del circondario. Bizzarramente, molti sono dei bancari, "traumatizzati" dai budget e dai "fondi", che devono vendere senza conoscerne la natura, cosa che li facilità nel compito, ma li lascia inermi di fronte alle contestazioni lamentose o irate dei creduoloni speculatori. Oggi si è celebrato il "fertility day", la prima responsabile della comunicazione è stata licenziata, ma il baggiano revival della procreazione cafonescamente sollecitata pare destinato ad accompagnare il declino della Patria. Fate come Abramo con Isacco, avuto dalla moglie Sara, "tardiva" e sterile : immolate i vostri figli.

lunedì 19 settembre 2016

A proposito di icone..

In questo Paese di terza fascia, l'Italia, la nomina di ben tre Presidenti dell'esecutivo, è stata preceduta dalla "presentazione" di una delle icone della patria retorica: Carlo Azeglio Ciampi. Costui, recentemente "cocodrillato", fu propagandisticamente incensato anche all'epoca della sua inarrestabile ascesa - che Renzi vorrebbe ripercorrere - alla Banca d'Italia, da dove, secondo il "cursus honorum" implicito, fu nominato, chiamato, alla Presidenza del Consiglio, tornò al Ministero del Tesoro, tecnico non eletto, alla Presidenza della Repubblica, alla quale approdò senza passare, prima, per nessuna prova elettorale. Ecco l'antesignano dell'Italia commissariata dai poteri sottostanti alle apparenze istituzionali; ecco perchè ha trovato, "post mortem", tanta acritica e falsa nostalgia. Si è trattato di un processo identico a quello che porta alla beatificazione ed alla santità dei Papi, incaricati, si sa, dallo Spirito santo e di qualche altra figura iconografica dell'area di appartenenza dei conferitori, neppure in nome proprio, ma in quello di dio o di altri principi ed entità trascendenti l'esperienza. In fondo, la prepotenza e la falsificazione dei bilanci, messa in atto da Romano Prodi, ci hanno portato a stringerci da soli il cappio al collo di una moneta che ci ha costretto nella veste di debitori...eterni e ci ha fatto trascinare dalle conventicole delle quali sia l'uno, defunto, sia l'altro, ancora in bicicletta, facevano parte. Prodi, almeno, si sottopose successivamente, dopo una vita all'I.R.I. e nei meandri ministeriali, per ben due volte e vittoriosamente, al giudizio elettorale, che gli conferì meno potere di quanto ne avesse esercitato in tandem, per delega e per procura, da "tecnico", una genia dittatoriale, che ha aperto la strada ad un costume di soggezione e conformismo antidemocratico, simile a quello che vige negli uffici, come nei consigli di amministrazione delle società private, con l'aggravante che, nel nostro caso, si tratta di una procedura fallimentare. Infatti, l'insuccesso che ci caratterizza, sia che applichiamo una ricetta spendacciona e clientelare, sia che facciamo fare sacrifici alla nazione lavoratrice, si conferma,invariabilemnte, una conseguenza dei palliativi con degli esiti fallimentari. Si vende quindi, nelle celebrazioni, un'immagine minimalista ostentata e si sorvola, in vita e in morte, su ogni impegnativa analisi sugli atti compiuti e sull'ambiente che li ha resi possibili, demandandone le ricadute negative, anche interpretative, su noi destinatari di una politica esogena e non condivisa. L'attuale Presidente, Mattarella viene da un passaggio nella vita parlamentare: era deputato quandò elaborò una legge di suffragfio gattopardesca - il Mattarellum - che lasciò intatti gli equilibri fra i poteri reali e le sue rappresentanze partitiche. Per questo, subito dopo, passò alla Corte costituzionale a difendere taluni aspetti, anche a lui riferibii, dell'indigeno legiferare successivo. Da lì, dopo il bi-mandato dell'ultimo dei realisti comunisti, è stato ripescato per garantire, fra prolungati silenzi e calibratissimi discorsi, l'apparenza degli equilibri, come si conviene ad un cattolico-rotaryano di sinistra. Tutti, però, Ciampi in maniera smaccata, altri in forme più mimetiche, scaturiscono dalle zone umbratili del potere legislativo, di controllo e di garanzia, secondo il percorso e le triaettorie di una gimkana. Ma chi non viene dalla politica elettiva, con tutti i suoi difetti e possibilità degenerative, non può impersonare un'azione democratica sincera. Diceva Cesare Pavese: " dire di voler andare verso il popolo, è già indice di cattiva coscienza. Si è già popolo."

domenica 18 settembre 2016

Chissà che cosa è stato?

Scoppiano le bombe, umane, aeree, nelle pentole per la cottura veloce; c'è un atteggiamento studiato ed uno imitativo, non dissimile, del resto, dalla pronta adesione al modello dominante, omologato, in ogni contesto o ridotta della vita organizzata. Resta da chiedersi, organizzata a beneficio di chi? Quel che c'è di ridicolo in tutto questo, consiste nell'adesione acritica e interiormente compiaciuta alla falsità dei riti, alle amicizie e collaborazioni ambientali, a fini estranei alle soggettività che vi abdicano: dimenticavo, i fini di codeste piccole anime sono i propri, compatibili aggiustamenti e vantaggiucoli personali. Uniti e solidali, solo quando scoppiano le pentole a pressione, initazione del trombonismo sociale. Da che mondo è mondo, l'agguato, il rumore, la detonazione, i toni alti, sono lo strumento degli imbelli, non dissimili dai conformisti, ma ribelli. Da che mondo è mondo istituzionalizzato nei costumi più accettati ( ipocritamente, soprattutto chi ha ricchezza e potere li viola in continuazione ) lo sdegno, la chiamata alla distizione e alla separatezza, chiama a raccolta i banditori del sistema vigente: che cosa ne pensino - ammesso che pensino - gli esclusi, chiamati al consenso, non è dato sapere. Di loro, rimangono, affastellate, le immagini di un improvviso ottundimento dei neuroni, una fuga scomposta un po' più in là. Il mondo "democratico" deve conoscere una fase di disordine e di crisi se, recuperando dalla memoria etologica, anche i singoli sperduti si mettono a bombardare gli estranei, alle corse podistiche o nei punti di ritrovo della movida. In quanto(ri)accade e riaccadrà non c'è nulla di strano e la mancanza di senso razionale non è necessariamente una tabe, ma l'impressione, su pellicola fotografica, dell'immmagine rovesciata di uno specchio che ci rimanda un'immagine che vogliamo rimuovere. La retorica delle povere vite innocenti ( come se non se ne spegnessero ogni istante, di ben più numerose, in ogni parte del mondo minore )copre la volontà di tacere e nascondere e di riconoscerci, ogni volta che accade, dalla parte dei giusti, investiti della vendetta, legale o militare. Domani, a New York, si riuniranno duecento leader governativi, delle più miserabili aggregazioni statuali, di quelli mediocri che non sono né carne, né pesce e dei Paesi ricchi, avidi delle risorse dei primi e del conformismo, verso di loro, dei secondi.. Ci saranno anche quelli che di risorse, di cui farsi depredare, sono privi; sarà l'ocacsione per una bella scampagnata e per dire la loro davanti agli scanni di un uditorio al bar, come se quelle parole fossero qualcosa di diverso da un fuoco fatuo, in fin dei conti come le bombe ad innesco con cellulare nel quartiere di Chelsea, quartiere elegante, deputato ad altre occasioni di ritrovo e di riconoscimento.

sabato 17 settembre 2016

A Re', ma chi te s'encula?

Matteo Renzi ha protestato per le conclusioni del vertice europeo di Bratislava. Non ha partecipato alla conferenza di chiusura che è stata tenuta, dopo diversi anni, solo dal direttorio franco-tedesco. Dall'epoca dei sorrisini fra il conservatore Nicolas Sarkozy e l'inossidabile Angela Merkel, il rito si è replicato, fra la medesima e il socialista Francois Hollande: nell'una e nell'altra occasione, l'Italia che, solo un mese fa, a bordo di una portaerei, si era candidata, da sola, a far parte di una "trimurti", è stata subito ridimensionata: miseria della Grecia o Brexit, chi comanda in quest'europa degli Imperi centrali, è la Germania, con la copertura affannosa della Francia. Anche il fanfarone di Rignano cercava copertura e facoltà di spesa, ormai consapevole che il suo consenso parolaio si stava dirigendo verso le secche della contraddizione e dell'inconcludenza. Ma di allargare i cordoni della borsa, come si faceva in Italia, in sede di stesura della legge annuale di bilancio, la Germania non vuol sentir parlare, paventa, a ragione, un nuovo clientelismo finanziato dall'Europa e segnatamente da lei medesima. Per questo - ha detto Renzi - lui non ha partecipato, non condividendo i contenuti del summit. Peccato, però, che non sia stato invitato e che, a poche ore di distanza, dall'inusuale impennata, dell'altrimenti fin troppo gioviale commissario su nomina - non se ne dimentichi mai, sembrano volergli dire i suoi committenti - la verità sia venuta a galla. Fra poco meno di due anni si tornerà a votare anche da noi e, dopo la giubilazione illegale, golpista di Silvio Berlusconi, che era stato eletto, la tentazione di continuare, su basi originariamente fraudolente, nella carriera istituzionale, delle cariche, che necessita però dell'investitura popolare, lo induce a continuare nelle esternazioni vacue e chiassose, che sono nella sua indole. Analoga, anche se diversamente espressa, intenzione, si era manifestata in Mario Monti, che aveva costituito un partito, ma che non era stato riconosciuto dagli Italiani, in Gianni Letta, che aveva scelto di galleggaire, immobile, sui marosi, prima di essere rimosso ( rovesciato mi par dir troppo, stante la caratura del e dei personaggi ) dai congiurati Napolitano e Renzi, che lo aveva anche invitato, poche settimane prima, a star sereno. Se Matteo Renzi sarà rottamato dall'Europa guglielmina, ci sarà un altro/a, come lui, a interpretare, con diverse applicazioni artistiche, il suo copione. Può interessare solo a lui.

Papaveri e papere.

Vi è un mondo e svariati ambienti dove vigono rumori e becere chiacchiere e vi è un coagulo di rappresentanza all'interno del quale figure mediocri e senz'altra virtù che la ricerca dei propri comodi, si agitano per ottenere un viatico strumentale ai vizi ed alle loro pigrizie. Alla base di questa "ideologia" plebea c'è l'invidia che cerca di farsi forza attraverso la coalizione degli interessi minori. A costoro non importa nulla degli scopi dichiarati: ottenuta una sostanziale sicurezza, cercano di tradurla, fin da subito, in minor fatica, nell'assunzione di un ruolo comodo e preminante, attraverso la solidarietà iniziatica, ambientale e settaria. A dar retta a queste sirene si perde solo del tempo e, se impegnati in studi, professioni importanti ed impegnative, di farsi irretire e di perdere la trebisonda. Questo costume maligno non è proprio di un ambiente specifico, ma alligna come un possibile contagio, in ogni ambito dell'effimero, sia che si traduca in una falsa rappresentazione di sé, sia che si offra ad uno spettacolo pagato, nel quale gli impresari e gli intermediari sono gli unici, inizialmente, a percepire del denaro, ed il cui lucro si fonda sul traino degli strumenti prescelti e reclutati, irretiti nel vasto ambito dell'amatorialità, suggestionadolo di farla diventare una possibile professione. E' evidente che i più "motivati" e disposti a "giocare sporco" saranno gli "amatori" senz'altra arte, né parte, mentre la compensazione che alberga nelle scelte ludiche e ricreative di tanti studenti o di già professionisti, può degenerare in suggestione ipnotica, al risveglio dalla quale si sarà perso tuto e ci si troverà con un pugno di mosche in mano o soggetti ai ricatti di personaggi, finalmente rivelatisi ambigui. Eppure, anche queste "selezioni" prevedono tempi troppo lunghi di definizione per essere credibili e stornano attenzione e concentrazione dai compiti sicuri e, fino al momento della suggestione della "fuga", condotti con sacrificio, ma in sicurezza. Il mondo delle mezze calze, potenziali o in atto, non è tipico di un settore o di un ambiente, ma si esplica in ogni momento della vita, dello studio e del lavoro: bisogna saper lasciare le illusioni di una vita facile, comoda, ma soprattutto falsa perchè ostentata agli imbelli, numerosissimi, in cerca struggente dell'ennesima delusione.

La vita finisce e, con essa, la contesa fra immagine e interiortà.

E' morto anche Carlo Azeglio Ciampi e un attimo opo la dipartita, tutti coloro che sicuramente non l'hanno accompagnato nel lungo trapasso ( perché la morte biologica è un iter, fisico e mentale )lo hanno lodato secondo l'icongrafia del sistema. E' dispiaciuto anche a me, per l'immagine di uomo buono e semplice nelle sue esternazioni familiari, popolari, sulla pubblica strada: per i suoi ricordi semplici, condivisi da me, allora bambino. Eppure, fra un attimo anch'io non ci sarò più. Ho la presunzione di credere che qualcuno, a me caro e vicino e anche qualche giovane, che non sarà più tale, per il quale sono un secondo papà, nutrirà un sentimento fuggevole, un'impressione amorevole, ma questa è stata solo una parte della mia espressione evidente, ce ne sono state altre che, per quanto riservate dall'invadenza pettegola degli estranei, sarebbero state giudicate diversamente, alla luce dei luoghi comuni. Anche gli scribi e i farisei sentenziosi non sono quello che vogliono catechizzare, si pongono solo sul piedistallo delle convenzioni, estranee alla natura. Matteo Salvini, già molte altre volte greve provocatore, come il suo predecessore Umberto Bossi, ha espresso un pensiero privato di pietà per la persona cancellata e ha dato del medesimo un diverso giudizio storico ( la storia può essere anche quella privata di ciascuno ) al profferir del quale tutti gli scirbi e i farisei si sono stracciati le vesti con riflesso pavloviano. Ciampi non è stato un personaggio lineare: cattolico, passò poi alla massoneria e, forte della doppia investitura, assurse, in un percorso di carriera ininterrotto, ad una combinazione sistematica di investiture. In questo senso, come pochi altri, ma molto più prudentemente e sotto traccia, è stato un uomo delle istituzioni. Proveniente dalla provincia anarchica di Livorno, si fece cattolico, ma non ignaro del pullulare di Logge massoniche di cui la Toscana è ricca, proprio nelle sue ridotte più provinciali: l'Arezzo di Licio Gelli, ad esempio, può sorprendre solo i non indigeni. I reperti anatomici che il Mostro di Firenze, il violento e primitivo Pacciani e i suoi amici, asportavano nelle notti del plenilunio pagano, secondo i riti che la plebe romana, non convertita e perseguitata, come i sabbatisti nel Medio Evo, ha celebrato per secoli, servivano per riti di setta della feroce e sadica esoteria fiorentina, della quale ci si è disinteressati, dopo aver messo le mani sull'esecutore, tanto infame, quanto inconsapevole. Dunque, il buon Azeglio, laureato in lettere, divenne economista, Governatore della Banca d'Italia, capo del Governo, Ministro dell'economia e, infine Presidente della Repubblica, adatto ad accontentare tutti, a conciliare capre e cavoli. Ecco perché. oggi pomeriggio, è stato tanto incensato dalla legione degli indifferenti. Salvini non detto un'eresia, o meglio, l'ha detta per i sacerdoti del Tempio: l'accusa di essere stato un traditore, o meglio, un venditore della Patria, è stata condivisa, sul versante di destra, da figure importanti e non impegnate in politica. Su tutte, l'antropologa Ida Magli, che di quella classe politica ha disegnato un profilo culturale sconvolgente rispetto al comformismo ipocrita ed opportunistico. Può - se così fosse stato - un uomo essere contemporanemaente un prototipo di bontà domestica e di tenera sensibilità e un macchiavellico politico? Certamente si. Nel trasmettere il proprio calore e la propria incentivante vicinanza, si può essere per taluni unici, inarrivabili, mentre altri, dall'osservatorio distaccato delle ricadute comportamentali, almeno sull'agone pubblico, traggono segnali diversi, che interpretano le convenzioni propagandisticamnte egemoni, alla luce dei loro moventi non evidenti. Perché può avvenire? Perché, critici ed incensatori sono, a loro volta, invischiati in contraddizioni, ma, dopo aver sposato il convenzionalismo, ne celebrano esclusivamente le vestigia. L'icoma non c'è più.

mercoledì 14 settembre 2016

Auguri difficili.

Fra poche ore ricomincia la kermesse scolastica. Mi riferisco a quella pubblica, nella quale alla disorganizzazione e alla neghittosità insuprabile di una classe docente, composta per la stragrande maggioranza da donne e tracce sparse maschili, che vi cercano un orario ridotto e che non hanno nessuna intenzione di impegnarsi a fianco della discenza meno favorita per estrazione familiare e per reddito, fa da contraltare l'aspettativa ingenua di tanti ragazzi, che conosceranno, attraverso l'indifferenza e l'egoismo, le prime sostanziali delusioni della loro vita, il senso di relegazione e di "collocamento censitario". Eppure, in un contesto di mediocrità, capiterà, almeno ai più resistenti, di percorrere un breve itinerario fuori dalle dinamiche meschine della vita che li attende, durante il quale sentiranno di cose inutili ma non estranee, delle quali nessuno parlerà loro mai più. Solo per questo: buon anno scolastico, ragazzi/e.

Uno Stato minore, non necessariamente una nazione.

Roma sta cambiando la struttura e, con essa, la natura del Movimento 5 Stelle. Le dimissioni per mancata continuità clientelare, l'immondizia riversata in strada, gli attacchi ad ogni starnuto, i pedinamenti del Sindaco per coglierne le magagne, reali o attribuibili, le critiche scomposte per l'inevitabile scorta, i cronisti morti di fame appollaiati sotto casa sua e immortalati di rimando con il cellulare, stanno modificando, con una fretta autodistruttiva, l'apparato aziendale dei grillini. Non poteva andare diversamente: Roma è città molle, depositaria di tutte le morali e, per questo, priva di ogni morale, in grado, quindi, di destrutturare in breve qualunque rappresentazione della medesima. Non si tratta di vedere come andrà a finire, perché non finirà mai e la vicenda supera la stessa modesta entità grillina; le clientele e gli interessi di dispiegano e si ricollocano plasticamente, il marchio è tanto celebrato quanto disconosciuto. Gridava Cicerone contro Verre, Lucrezio criticava le credenze religiose, radicale im potenza e in quartine. Le beghe sono materiali, di soldarelli, che altri, tutt'altro che di estrazione popolare, non vogliono più consentire alla plebe, se non, domani ed eventualmente, per proprio tramite. I sindacati "larghe intese", dai fascisti dell'UGL agli ultimi dei comunisti della CGIL, passando per i cattolici "First CISL" con annessi Dirigenti in cerca di ricetto e gli altri tribuni della plebe non identificati altrimenti, hanno ottenuto "un grande risultato" al tavolo negoziale del Ministero del lavoro, al quale non sedeva neanche il Ministro ma un Sottosegretario. In realtà non hanno fatto altro che avvalorare, non richiesti, quanto compensato da menti non eccelse, con un'esenzione all'uscita anticipata, dalle previste penalizzazioni per chi percepirà inizialmente più di milleduecento euro e aliquote proporzionali ad una cessione del quinto, fin dall'origine, per chi supererebbe questa soglia, in modo da riportare, solidaristicamente, lo standard previdenziale, se non in termini identici, all'aliquota di sostenibilità temporanea di un sistema in via di lenta ma ineluttabile implosione. Vale lo stesso invito rivolto alla Ministra Lorenzin, a proposito del "fertility day". In realtà, neppur dissimulata, tutti i cascami della rappresentanza politica e sociale, oggi neppure espressa da congressi e votazioni ( manca la base nelle fabbriche chiuse e gli elettori non vanno più a votare, senza peraltro esservi chiamati, tranne che in occasioni di dettaglio ), anziché essere rottamati, congiurano al mantenimento della loro necrotica sussistenza, in un contesto di temporaneità e transitorietà, che loro esorcizzano con giubilo, quando riescono a sedersi davanti ad un mascherone d'interlocutore. Poi, come da copione, la CGIL "si accorge" che il provvedimento mira a ridurre il reddito e la spesa previdenziali: se riuscisse a portare la base di spesa su parametri egualitaristici, cioè i più bassi possibili, per gente senza facoltà, istruzione e desideri, accetterebbe quanto finge di voler esaminare, con dilazioni insopportabili, ancora per un po'. Ma la base è evaporata, la falsa dialettica riguarda solo i suoi assetti interni. L'ambasciatore americano di via Veneto, che, rappresentando il suo governo, ne ha espresso la volontà, più che l'opinione, ha minacciato gli elettori di "ridotti investimenti", cioè di minor mercede, in caso di espressione contraria allo scempio grossolano della nostra Costituzione. Gli ambasciatori americani si erano già esibiti in casa nostra in molte altre occasioni, dagli anni '50 in poi e l'ultima esternazione, in ordine di tempo, di una filiera, non costituisce una novità. I messi della Casa madre, malfidata verso una democrazia non adattata, non normalizzata ai piani bassi, pontificano smaccatamente ogni volta che gli interessi imperiali verso una ridotta trascurabile rischiano di venire contraddetti, fregandosene altamente che a farlo possa essere il popolo: la democrazia americana è tale solo nei confronti dei commerci, della finanza e della deresponsabilizzazione sociale e si preoccupa che gli altri, giocando, possano creare delle lacune nello scacchiere su cui vuole dominare. Non sarà certo la volontò popolare a limitarne l'invadenza, favorita e ben accolta da una classe politica di percettori di reddito, ma sarebbe importante "rivoltargli i denti" e non assecondare una esplicita e offensiva prepotenza. Lo Stato italiano è oggetto, dalla sua costituzione, di interferenze confessionali, politiche ed economiche, alle quali, quando è stato chiamato in causa, il popolo ha maggioritariamente replicato, ma, ai vertci, la mancanza di dignità e di autonomia è volgarmente ostentata. Solo Craxi, a Sigonella, diede ordine ai carabinieri di armare i fucili sulla pista, dove erano atterrati gli americani, come se fossero a casa loro. Vien da chiedersi di quanti estranei siamo succubi e fantaccini e concluderne che ci resta solo l'espressione della volontà popolare per salvaguardare una dignità politica assente nelle quinte colonne dei designati a ubbidire.

lunedì 12 settembre 2016

Il buon padrone non esiste. Se non fosse stato uno stronzo sarebbe stato un proletario.

Incassate le esenzioni contributive, le imprese hanno smesso di assumere e hanno cominciato a licenziare senza motivo, per evitare che le tutele si facessero crescenti. Che poteva avvenire di diverso nella logica volgare del profitto? Messo nella condizione di colpire a discrezione ed a man salva, il padronato non si è certo bloccato sul limitare degli scrupoli morali, che sono stati venduti al popolo lavoratore-precario, dato che le remore morali si presumono solo nei confronti, in offertorio di speranza, dei più svantaggiati. Poi, come le aspettative di borsa e della redditività dei fondi, saranno deluse e sconsiderate con un sospiro. Crolla, come a seguito di "imprevedibili" movimenti tellurici, l'aspettativa del versante minore, quello lavorativo, di essere una merce affidabile, in grado di farsi mantenere a vita, anche in pensione, sull'angiporto di Caronte, coinciderà, per l'erario, con l'inumazione a spese delle famiglie. Il guaio è, per il bambolotto di Rignano, che "l'apparir del vero" non segue la scalettatura temporale che lui avrebbe voluto conferirgli. i benefici agli imprenditori - in realtà solo bassi speculatori di convenienza e conventicola - non si sono tradotti, neanche illusoriamente, cioè per una certa durata, in stabilità schiavistica: le maestranze sono state presto rimesse in libertà e l'estemporanea occasionalità dell'impiego sta diventando una rapida stratificazione in basso di chi deve mantenersi e può offrire, per farlo, solo il proprio lavoro. Le competenze accademiche, sempre più diffuse, sviliscono nell'inutilità commerciale e sono pagate poco e poco a lungo. Per un riflesso condizionato, riveniente da epoche passate, si affannano sulle telescriventi dei sindacati, che provvedono agli esodi,ai reintegri infraregionali e al welfare fornito e gestito economicamente delle aziende, i fuggiaschi dell'ultima ora che, avendo subito per decenni le angherie del privilegio e del potere, non si sono affrancati dal desiderio infantile di fuggire fuori, a loro spese, indebitandosi, verso un brodino, una panchina e senza i risparmi necessari a provvedere ai primi e poi ai crescenti acciacchi, dato che l'assistenza sanitaria pubblica si fa sempre più massiva e spicciativa. La nuova ragione sociale dei tribunati della plebe assomiglia embrionalmente a quei sindacati nord americani che, dopo aver amministrato portuali e camionisti, ora cogestiscono i fondi pensione a prestazione borsistica. Dal fronte del porto a Jimmy Hoffa con i suoi camionisti, tutto ha un sentore di mafia in senso etimologico, s'intende. Nonostante questo, la giovane età, la remota inconsapevolezza di un destino programmato, che si spera, con ottimismo vitalistico, di superare miracolisticamente in pochi anni, si ripetono i riti delle generazioni passate nella riserva: famiglia, procreazione, vacanze al mare e poi ai monti. Fra poco sarà difficile continuare ad assicurarseli, fino a che la famiglia tradizionale, base economica statica, si sgretolerà, almeno in parte. L'utile latita, il lavoro non serve, anzi, sta diventando un argomento pretestuoso, le casse previdenziali si impoveriscono per chi dovrebbe cominciare ad usufruirne. Il resto sono frottole. Il calo del reddito, senza un modello tayloristico o fordista, anzi, senza proprio unità produttive che non si siano, di nuovo, ridotte ad officine, riporta indietro di tre generazioni lo status delle classi popolari, che non più organizzate in un rigido apparato, senza una coscienza di classe, declinano e si disperdono in un ribellismo romanticamente anarchico e si appartano nelle ridotte degli esclusi.

domenica 11 settembre 2016

Ammende oscene.

La storia del golpe abortito in Turchia ci mostra un mondo, quello delle istituzioni, del tutto analogo a quello della cosiddetta malavita. Le stesse figure preposte al mantenimento dell'ordine, cioè dello status quo, sono le medesime che lo sovvertono, sacrificano le figure a cui prestavano ossequio ( come faceva Bruto con Giulio Cesare ). Questo, in Turchia, è rimasto allo stato potenziale e sono ora gli stessi comandi e complementarietà non coinvolti a infierire su parte del loro apparato, quello che si è esposto ed ha perso. La contro rivoluzione dall'interno di un mondo parimenti criminale di quello che viene relegato nelle carceri, vi ha spedito decine di migliaia di militari, giornalisti ( già da prima del tentato golpe ), attivisti per i diritti umani, docenti universitari, rettori, presidi e professori delle scuole secondarie, la maggioranza degli addetti alla pubblica amministrazione, l'oceano delle mezze maniche che si sostenta con e che sostiene, per mezzo della burocrazia, l'apparato dello Stato. Un apparato obeso e cieco, basato su di una finzione giuridica, una delle tante che abbiamo indossato dopo aver perduto il pelo ed adottato i vestiti, con i quali ci siamo accollati una congerie di religioni, di finzioni giuridiche, di criteri, di moralità, di credenze ed altri basamenti nevrotici, tramite i quali, cinicamente, falsamente e ritualmente, si recitano tutte le parti possibili in commedia, per semplice sopravvivenza, per lucro e furto, per dipendenza clientelare, per opportunistica possibilità di trar profitto da una situazione interpretata nel più speculativo dei modi. In Italia, la storia della mafia è un "continuum" coerente con quella delle logge massoniche meridionali, del mondo "superiore" delle professioni, frutto delle rendite, di una società borbonica extra-moderna, basata sulla gerarchia e tenuta sotto controllo con i favori, sulla quale stende il suo sudario ipocrita una chiesa, meglio un'espressione ecclesiastica, fra le più retrogade e reazionarie, nella quale le madonne pellegrine omaggiano i boss. A trascinarla al nord ci hanno pensato gli uomini d'affari, gli imprenditori indebitati, la genia del fare a prescindere, quando si è trovata senza soldi. Nell'Italia corrotta fino al midollo delle ossa, la giunta Raggi in Campidoglio, ha privato dei consolidati riferimenti, il mondo del malaffare amministrativo e burocratico, non tanto per intrinseca onestà, quanto per l'occasionalità estranea di un'eperienza imprevista e di cui gli stessi interpreti..rimasti sul campo si sono trovati a proporre soluzioni, senza esperienza e senza interlocutori, rinserratisi nelle loro ridotte, reattivi e alleati, per l'occasione, per poter recuperare, il più presto possibile, il loro traffichio di frontiera, quella fra l'orizzontalità degli interessi scambiabili. L'azione delle Procure, svegliatesi solo dopo la fine della guerra fredda, con il pronto e silenzioso appartarsi della Chiesa cattolica dal fronte demo-cristiano, non più utilizzabile e già sconfessato, quanto ad efficacia, da due referendum consecutivi, appare in prospettiva storico-contemporanea, strumentale a un disegno: quello di togliere di mezzo una classe politica di governo che, pur colpevole e marcia, si manteneva al potere con inavvertita autoreferenzialità, non più con l'appoggio esogeno degli Stati Uniti e con quello endogeno delle maggiori lobby, con le quali si erano tentute la parte, che avevano ereditato dal fascismo e che avevano aliemntato, alimentandosene, cioè facendosene remunerare. Lobby manifeste e occulte, economiche e spirituali, in procinto di mischiarsi e confondersi agli occhi profani, per rendere irricostruibili le trame trascorse ma, ciò non ostante, a loro volta sotto "scopertura" e coinvolte in scandali soffocati nell'omertà al di qua ed al di là del Tevere o nella Capitale morale d'Italia e "amministrati" attraverso il sacrificio di troppo esposti capri espiatori. Senza che la moralità pubblica e quella trasformistica degli apparati, quindi, ne beneficiasse minimamente. Oggi che il cappio del debito da incomparabilità delle economie in area euro, costringe lo Stato trasformista e sotto tutela a un recupero sugli evasori ed i truffatori, qualcuno finisce condannato, ma non in carcere, per ora, - vedasi i Menarini di Firenze -; in carcere ci vanno solo i truffatori semplici e non a capo di grandi aziende. La corsa disperata al "ghello" di uno Stato indebitato porta a strane forme, residualmente consentite, di legiferazione: da quest'anno, gli atti osceni in luogo pubblico non sono più un reato penale, ma sono stati assoggettati ad una sanzione pecuniaria, senza alternativa carceraria, ma pignoratizia, dai cinquemila ai cinquantamila euro, per ogni atto osceno ostentato, beninteso. Oscenità ppubblica consentita, dunque, solo ai nulla tenenti, che, in quanto tali, non sarebebro tenuti a conferire nulla. Ne consegue che la conversione all'imprenditoria postribolare ed erariale procede verso scontate riedizioni.

Convulsioni equivoche.

Il mondo globalizzato è in preda alle convulsioni particolaristiche. Da quando qualcuno si è ribellato al dominio finanziario degli Stati Uniti, potenza indebitata fino alle orecchie per le sue spese militari, le guerre locali, al massimo regionali, si sono intensificate. Dopo lo scioglimento del comunismo ad opera di Gorby - ve lo ricordate? - le pretese di preminenza sulle aree circonvicine di taluni Stati, energeticamente strategici, hanno provocato l'esportazione della democrazia da parte degli americani, come del resto fecero in Europa, e la rinascita, per reazione, di tutte le storiche configurazioni belliche e politiche dell'Islam. Diversi sono stati i metodi di contraddizione dell'egemonia della potenza unica: da quella imitativa, ma solo sul piano economico, della Cina, saldamente strutturata sulla disciplina comunista, secondo l'adagio orientale per cui "se tirano, spingi; se spingono, tira", al recupero para-dittatoriale di Vladimir Putin, che riveste nella Federazione russa, il ruolo, in centro-europa, della Commissione europea, della dignità e dell'influenza della Russia, dopo il festoso sfacelo iniziale di Boris Eltsin. La Germania riunificata ha smesso di mantenere gli sprechi e i clientelismi degli ex alleati della prima ora, ma non dell'ultima e li costringe, con il suo imperium non relativistico ed il suo costume serio, a non compromettere il suo benessere e la sua stabilità. La Turchia sta per muovere alla sua soluzione finale contro i Curdi, come fece con gli Armeni, nonostante che, sulla carta, i Curdi dovrebebro essere suoi alleati contro l'Isis. Ma tant'è, la Turchia non riconosce ai Curdi nessuna nazionalità e, come fecero i nazisti con gli Ebrei, quando erano privi di uno Stato, ne vorrebbero l'eliminazione fisica ed etnica; una soluzione definitiva, un ascesso, un tumore non recidivabile. Sono molti gli alleati di maniera, nelle cui fila si nascondono i più fieri attentatori degli equilibri apparenti: Turchi e Greci, Sauditi e potenze post coloniali europee e neo coloniali, economicamente, del nord america. Per interesse economico, trattano reciprocamente, pur sapendo - gli occidentali - che i loro partners del deserto, hanno finanziato e finanziano ogni sorta di organizzazione terroristica islamista al mondo. I Sauditi conducono, anche con il terrorismo, una battaglia di primazia contro l'Iran, i cui pelllegrini saranno esclusi quest'anno dal palegrinaggio alla Mecca, ostracizzati come non islamici. E' l'effetto politico della moratoria fra i Persiani e gli Stati Uniti, un'altra mossa maldestra e mal ponderata dell'amministrazione Obama: ad applicare le sanzioni agli iraniani provvedono direttamente i Sauditi, che potrebbero trovare nel forte Stato musulmano, ma popolato da ariani, un contrafforte molto competitivo, sia sul piano militare, sia su quello economico. Dubito che la prossima amministrazione statunitense sarà in grado di giocarli l'uno contro l'altro, divisa fra un isolazionista e una disonesta aspirante alla carica. Continuerà dunque la guerra dinamica e - come si dice - asimmetrica, in un contesto di crisi culturale prima ancora che economica, caratterizzata da semplificazioni violente, simili ad una guerra fra bande per il controllo di un territorio al centro di interessi contesi. Mentre la Menarini farmaceutica sconta, di questi tempi votati al rastrellamento sanzionatorio di quanti si era, anche attraverso donazioni e regalie, lasciato rubare, sconta con la condanna penale dei fratelli amministratori e un recupero fiscale di un miliardo di euro, gonfiaggio dei prezzi dei farmaci ed ottenuto, quindi, rimborsi percentuali al gonfiaggio e non dovuti dal servizio sanitario nazionale, a Roma è finita, se mai era iniziata, la luna di miele fra l'amministrazione del Movimento 5 Stelle e il Vaticano. A parte le solite incongruenze, compromissoriamente storiche, da quando i Sabaudi, che avevano rovesciato i preti, ci avevano regalato un'Italia incompatibile, per cui i rapporti fra un'amministrazione ed uno Stato estero sono intersecati ed eversori ad uno dei tanti diversi livelli in cui si stratifica la "compensazione dispersoria" fra lo Stato e la Chiesa, vien da notare come anche la Chiesa paventi l'agnosticismo amministrativo di una giunta nei marosi delle clientele trascurate e sulla quale si riversano le contumelie dei mercanti, a cui non si presta, in via prioritaria, la piazzola.

Convolando a tempo scaduto.

Il Ministro Beatrice Lorenzin ( in italiano le cariche sono neutre ) è convolata a nozze con il suo storico compagno, narrano le cronache del gossip. Sta di fatto che la paladina della fertilità, che ammonisce le italiane a non far trascorre troppo tempo prima di farsi ingallare, perché la fecondità scema, appare in abito ridicolmente bianco ed attillato, sul quale si stampano le pliche di una tonicità d'altri tempi, al fianco di un cicciottello con due meches bianche ai lati del capo. Occhio e croce, la fertilizzatrice dovrebbe accusare almeno una pre-menopausa ed una incipiente secchezza vaginale. Eppure, la pontifichessa non si è astenuta dal pontificare, come capita a prescindere dalle credenze che si vogliono solo indurre negli altri. Auguri Ministro, quanto alla fertilità, come già suggeritoLe, "se la ficchi su per il c.".

venerdì 9 settembre 2016

L'algoritmo del destino.

Bisognerà cominciare a riflettere sulle modalità di funzionamento dei dispositivi d'uso corrente e precocissimo - come se l'esperienza fosse relegata in soffitta - che preparano gli spettatori-consumatori del futuro e incartano quelli del presente. Nell'era dei Big Data ( espressione retorica ed enfatica, come in tutte le celebrazioni ) qualcosa di compensato statisticamente orienta scelte e prende decisioni, seleziona-censura ( senza parere, anzi..)i contenuti ai quali possiamo e, potendo, dobbiamo accedere. Il criterio non è altro che la maggiore o minore popolarità, venduto come sinonimo di attendibilità quando lo è solo commercialmente, a prezzi promozionali. I network decidono quali notizie mostrarci, mentre decade rapidamente l'informazione su carta stampata, illustrandoci i nostri presunti interessi. Anche le raccomandazioni di lettura di Amazon sono costruite sulla base dei gusti di lettori che ci "assomigliano". A unificare queste operazioni manipolatorie è un principio "meritocratico". Devo averne fatto un compendio, di queste espressioni, da qualche parte, negli ultimi anni. In che cosa consiste, dunque, la meritocrazia? Nel trasmetterci il giudizio di "eccellenza" formulato da altri utenti/consumatori, dopo averlo confrontato con una serie di scelte che noi stessi abbiamo, in precedenti occasioni, effettuato. Così operando, gli algoritmi diventano i guardiani dello spazio digitale ( così simili ai protagonisti della numerose saghe letterarie e cinematografiche )ricreando e plasmando l'ambiente in cui ci muoviamo, proponendoci altre mete. Mete illusorie, riproposte continuamente. In questa frenesia manipolatoria su basi immutabili, eppur cangianti nelle luci della ribalta, non giocano esclusivamente gli interessi diretti delle Internet Company, che riescono a profilare le tipologie dei consumatori, a rendere più efficaci le pur ripetitive campagne pubblicitarie, le comuncazioni di marketing, le tecniche di fidelizzazione, ma anche e soprattutto le strategie "politiche" di riduzione, di fatto, del diritto alla privacy e ad all'instaurazione di un regime di controllo generale. La politicità di questa strategia commerciale consiste nell'acquisire la capacità di governo delle condotte. Si tratta di una "governabilità algoritmica" che si basa sull'accettazione da parte nostra, di ciò che ci viene suggerito, inducendoci la convinzione di averlo liberamente scelto. I "venditori" promuovono l'idea che nuove forme di governo, generate operando buoni calcoli su dati validi, sarebbero più lineari e quindi buone, affrancate dai "media" e dalle istituzioni medesime, perché la loro comprensione della società nascerebbe direttamente dallo studio e dall'applicazione delle azioni degli individui. E' il criterio applicato dal direttorio aziendalistico del Movimento 5 Stelle, che aveva inizialmente suggestionato anche me. E', quindi, dalla somma o dalla composizione vettoriale delle "libere" volontà individuali che sorgerebbe una volontà collettiva, da tutti condivisibile. Siamo giunti al delirio totalitario delle merci illusionistiche. Il Grande Fratello, nuova versione, finge di mettersi alla pari e si offre all'osservazione, dopo averle fornito le lenti, in cui tutti si possono riconoscere e rispecchiare. Dopo aver separato, a fini analitici, l'interesse economico, da quello politico dei Big Data, è giunta l'ora di ricongiungerli nel loro sincronico parallelismo, con il quale inducono nel consumatore la convinzione di essere stato messo nella condizione di scegliere la soluzione, fino ad allora non individuabile, capace di soddisfare i suoi bisogni e i suoi desideri, ciò che residua del lavoratore, di essere stato promosso al ruolo di imprenditore di se stesso, il cittadino, di essere governato nel modo che lui stesso ha contribuito a scegliere. Sono tre figure differenti di quella stessa mutazione che il debolissimo, anzi falsificatorio pensiero liberista confusionario vorrebbe promuovere, anche con l'aiuto della governabilità algoritmica.

giovedì 8 settembre 2016

Rivisitazioni epigrafiche.

“L’intelligenza sa di essere libera, quali che siano le coercizioni esteriori. Sa che la grandezza dell’Uomo è nel pensiero, e sa che c’è sempre almeno un altro uomo che lo afferra e lo trasmette.” E' uno dei pensieri-epigrafi di Ida Magli, un'antropologa "strana" per l'Italia, per molti versi affine ai ricercatori statunitensi che, con tutti i limiti di diffusione del frutto delle loro ricerche ( a studenti presumibilmente in gran parte bolsi, delle Università private ) sono liberi, almeno nel contesto strettamente culturale, che non inficia gli interessi economici. Invece, in Italia, il pensiero anticonvenzionale è osteggiato, quando non è possibile ignorarlo, rimuoverlo o nasconderlo, come nei paesi islamici o nella Turchia di Erdogan, nella quale Dario Fo è stato proibito. penso che molti desidererebbero che avvenisse anche da noi, così come è provato che la censura ideologica, la prevalenza del costume "ben pensante" sul diritto e l'influenza mellifua delle convenzioni, fanno dei liberi pensatori una categoria di reietti. Io non la penso politicamente come la Magli, le cui ceneri sono state inumate al Vittoriale degli Italiani, davanti al lago di Garda, ma ne ho sempre ammirato la lucidità, l'onestà di studiosa e di divulgatrice, vessillo di tante battaglie, condotte fino a pochi giorni dalla fine. L'ostracismo che le è stato riservato è tipico delle culture illiberali, prima ancora che antidemocratiche, ma ha, se non altro, antopologicamente rivelato la natura sottostante degli italiani, secondo me neppur conforme nelle sue diverse espressioni, pur su di un suolo così ristretto. In altri tempi sarebbe stata arsa viva; ha provveduto da sé, post mortem e questo è già un significativo progresso. Le sue opere, impegnative alla lettura e del tutto indifferenti alle convenzioni morali, ai presupposti etici, alla beceraggine ignorante della politica opportunistica, restranno negli annali universitari di tutto il mondo, una sorta di tempio iniziatico - ma non per tutti i dottorandi - nel quale la convenzione non deve entrare. Ma come, non hai detto poco sopra che gli studenti sono spesso bolsi? Lo confermo: si sforzano di adeguarsi ad ogni conformismo, come faranno poi in società e nella vita professionale. Ma, costoro, sono solo i Dott. dei biglietti da visita, non faranno mai paura a nessuno, non renderanno isterici e convulsi, con le loro analisi e la loro capacità di interconnessione critica, i presupposti su cui si basa, convenzionalemnte e cerimonialmente la morale ed il potere. Lo dicevano già Antonio Gramsci e Friedrich Nietzsche, geni intellettuali opposti, ma accumunati dalla libertà della cultura che non può e non deve coinvolgere chi non la possiede.

mercoledì 7 settembre 2016

La stabilità nell'insignificanza, l'assurdo convenzionale.

C'è un modo di navigare fra le sinapsi della mente, restando immoti. Senza uscire da se stessi, sarebbe presumere troppo. E' la navigazione attraverso internet, ma ve ne sono state altre: la lettura, la musica, la partecipazione non cerimoniale a spettacoli. Spesso rappresenta una forma di gioco e di distrazione al sicuro, più spesso, ovvia alla mancanza di risorse: tempo e denaro, per soddisfare il desiderio di "vivere altre vite" e l'aspettativa di novità. La lettura dei giornali di un tempo e quella delle notizie, sempre e solo ufficiali, anche nelle forme di chi contesta, invece, riafferma, stabilizza, incattivisce, reclama giustizia. In realtà, è una sciarada. E' cioè il richiamo della cultura convenzionale e viene pagata bene, solo ai livelli di chi la dirige, solo per questo. Internet, a differenza degli strumenti a cui accennavo prima, non richiede scolarizzazione, interessi, è anzi la banalizzazione della realtà che si vuol far passare quale sub-cultura dominante: è uno strumento democratico e greve, istantaneo e pubblicitario, intorno al quale si incantano soprattutto le menti più leggere, affascinate dal possedere un'opportunità di evasione e di ininterrotto cicaleggio, all'interno del quale sentirsi vivi e, nella propria dimensione, importanti. Una volta, quando non c'era internet, non molto tempo fa, nella società civile, sui media, nelle fabbriche, nelle scuole e nelle Università, si dibatteva su quanto avveniva nel mondo, quanto per concausa propria e ci si schierava, influenzando gli equilibri politici, pur inchiodati da accordi internazionali sotterranei, come ora. Internet è il veicolo apparentemente più libero, ma molto più insignificante, del dibattito pubblico, proprio mentre i margini di sicurezza si fanno aleatori. Bizzarramente, qualcuno che era in sella all'epoca del sistema clientelare democristiano, almeno in grandissima parte, disarcionato, ha scoperto che il capitalismo, al quale il suo modello para e post fascista, conservato dalla Chiesa e dai suoi epigoni politici, era estraneo, pur annuendo compunto ai diktat generici dei nord americani, è un modello "criminale", certamente fagocitatorio. Per lui lo è stato e tanto basta. Nessuno si interroga od evita di dirlo sul sistema che lo manteneva ai vertici, sui quali ha fondato un certo tipo di famiglia, che oggi si sgretola e contro il quale ha ingaggiato una corsa contro il tempo, per portare al primo traguardo i suoi discendenti. Intanto, le bombe italiane, prodotte in Sardegna, cascano in testa agli Yemeniti, sganciate dai Jet dell'Arabia Saudita, alleata e terrorista, esportatrice della più soffocante superstizione religiosa, come lo è stata quella cattolica per la generazione dei miei genitori, per le donne soprattutto e come anch'io ricordo di aver sperimentato nella mia infanzia, ad opera dell'influenza diretta, indiretta e politica della Chiesa cattolica, che non tanto dei principi cristiani ed evangelici si faceva portatrice, ma della legiferazione conforme al suo sistema sacramentale e del controllo educativo e sociale, orgogliosamente cogestiti e sovragestiti, per tutelare i suoi privilegi. E' una fortissima lobby anche adesso, alla ricerca di nuovie greggi, mantenendo ben saldi i suoi approdi nel primo mondo secolarizzato. I principi della libertà e dell'autonomia sono fortemente in declino, perché sono stati accantonati i contenuti dell'educazione critica, laica e l'illogicità strumentale continua ad assicurare una base acquiescente ad ogni disordinata prevaricazione, interna ed internazionale. Si resetta il passato, che le nuove generazioni, presuntuose sull'abbrivio dell'energia senza una direzione prescelta, perché non individuabile, a parte l'imitazione dell'aggressività in funzione del "risultato", sperando di condividerne una parte. Non conosceranno mai, nella reiterazione familiare, nel corso della loro vita, interiorizzando e poi sterilmente criticando i "must" della loro esperienza, riproducendo insufficienze, insoddisfazione e fallimenti - fatte salve, ovviamente, le aristocrazie del denaro -, esperienze non costrette nell'alveo opprimente del costume ereditato, in cerca di sicurezza. Ma questo non li esimerà da ogni forma di sofferenza, insicurezza che gli stravolgimenti economici e chissà, domani, di nuovo politici, apporteranno loro. E' crollato un altro pezzo di territorio, attiguo a quello de L'Aquila. Dopo sette anni, la faglia ha cercato stabilità ed ha sconquassato la superficie: lo stesso disastro di un bombardamento, la stessa impotente disperazione, la stessa assurdità..si, perché la natura non è razionale e i nostri calcoli non la rendono né prevedibile, nè imbrigliabile.

martedì 6 settembre 2016

Il marasma statale, fra matrimoni e future adozioni gay, istituzione dei sex center, facoltà di abortire e le nuove battaglie demografiche, mentre tutto decade sotto il peso del debito.

Qualcuno, in Rete, ha definito il governo Renzie, la versione ridicola del fascismo 2.0 e una sua ministra di destra, Beatrice ( donna venuta di cielo in terra a miracol mostrare ) Lorenzin, ne impersona i caratteri in maniera ineccepibile, come quell'altra imitatrice infelice del peggior militarismo sovvenzionato, al Ministero della difesa offensiva, che procura commesse ad un'azienda sarda, fabbricatrice di bombe, vendute all'Arabia Saudita, con le quali bombarda lo Yemen. Più tradizionalmente, sul modello dell'Opera nazionale maternità e infanzia, la Lorenzin si è lanciata in una missione fertilizzatrice delle neghittose femmine connazionali, i cui contenuti ed il cui materiale pubblicitario non potranno altro che alimentare - forse - un incremento della natalità senza prospettive, che non siano sentimentali, nel sud d'Italia, valendosi di un materiale pubblicitario da terzo mondo intellettuale, mentre nel terzo mondo materiale si fanno campagne di segno contrario, con pari povertà di contenuti. Insomma, ci si rivolge ad un pubblico di defedate culturali. Sì, perchè la campagna si rivolge solo alle donne, con cuoricini fecondati da vezzosi spermatozoi, non intenerendosi ai quali si viene colpevolizzate, per mancato sostegno demografico alla patria. Patria-pater, una sorta di disponibilità arcaica, speculare a quella richiesta alle islamiche, che, per questo, si impegnano a sopravanzarci, mentre i nostri, di padri, sono interdetti da pillole ante e post e da spirali, senza ( decadenza dei principi atavici! ) che se ne risentano. Qualche volta mantengono, in extremis, i figli di qualcun altro, per endogena od esogena adozione. Dunque, anche dal punto di vista della fierezza dei principi, c'è da scapitarne. Vien da chiedersi quanti figli abbia la Lorenzin ed a quale classe sociale appartenga, dato che la sua perorazione è spiattellata ad uso delle vandeane più estremiste, trattenute, però, dall'assenza crescente di supporti alla maternità, dalla crisi dell'occupazione e dalla sua precarietà. Quindi, in presenza di una selezione artificiale, nell'ambito del mondo produttivo, lo Stato non trova di meglio che indurre all'irrazionalità, la parte più infelice della popolazione, da opporre all'avanzata eterologa, culturalmente, d'importazione, alla quale contendere i posti disponibili per fare le pulizie e, dati i costumi lassisti, le marchette gergali. Nulla - sia chiaro - contro la procreazione, la cui mancanza non sempre è una scelta - rispettabile - ma che, talvolta, per una valutazione agnostica, rende meno grigia la vita delle masse meno abbacinate ed evita illusioni e disillusioni nei nascenti al miraggio vitalistico, come se, sulle due sponde del fronte sociale, ci si industriasse a crearsi i problemi che, mano a mano che evolvono, non si sarà in grado di risolvere e si abbandoneranno al disincanto dei "chiamati", che dovranno arrangiarsi "così come abbiamo fatto noi". Sta di fatto che, senza proletariato ( proletario è un'espressione latina che indicava coloro la cui unica possibilità era di "fare figli" ), senza il loro cuscinetto in progressione geometrica, anche le cucciolate dei ricchi sono a rischio "schiacciamento", come per un secolo si era paventato, se fosse avvenuta uniformemente, la riscossa comunista. La deprimente ministra non avrà neppure il soccorso della Chiesa cattolica, ormai inascoltata nella sua retorica a priori e le cui riaffermazioni sono sempre più di maniera e...sterili. Bei tempi, quando Berta filava e si bendicevano gli otto milioni di baionette, insomma la carne da macello, da produrre in serie. Si offrisse almeno un serio Stato sociale - ma quale, oberato com'è dai debiti clientelari accumulati? - una robusta integrazione al reddito familiare, come solo la Germania assicura ad autoctoni ed immigrati e che gli italiani perdono al rientro. Ma via, aridità di pensiero e di sentimenti, dirà qualcuno/a. Per fortuna - relativa - la sollecitazione non smuoverà gli ormoni procreativi assopiti ed i consumi di pannolini ed omogeneizzati low cost. Per di più, su twitter e da parte di una donna che non teme le ritorsioni del potere, interpretando al meglio le facoltà della Rete, è comparso un pensiero solidale di genere verso il ministro Lorenzin: "ho quarantadue anni e non posso avere figli; ho abortito tre volte e in ospedale non ho avuto nessun supporto psicologico. Lorenzin, il Fertility Day ficcatelo su per il c." Presto il Sito omonimo sarà pieno di commenti similari e non più di quelle poetiche sviolinate, false e recitatorie, come tutto, di altri tempi. E' questo che il Ministro Lorenzin non ha inteso, pare infatti che il sito..."non funzioni" già più.

lunedì 5 settembre 2016

Fra il dire e il fare..

Eh si, la solidarietà vige, ma non vive, solo nel mito cristiano. Qualsiasi apertura pratica alla condivisione di spazi angusti provoca rifiuti fortificati: dalla sera alla mattina nascono nuovi partiti di destra con una forte caratterizzazione specifica. L'indeterminatezza finanziaria provoca chiusure e indifferenza, la migrazione di massa un radicale nazionalismo. In realtà, il creazionismo politico deriva dall'abbandono, anche solo tattico, da parte dei partiti conservatori compositi, che, per ciò, appaiono nell'insieme moderati, dei sani principi esclusivistici propri della destra potenziale che sottendono. E' stato così in Italia, allorquando le correnti di destra della democrazia cristiana tenevano ben saldo il "continuum" con il fascismo deposto dalla guerra. E' stato così in Germania, dove alle aperture dei confini da parte della CDU-Merkel, ha corrisposto una istantanea sconfitta elettorale e la nascita, il consolidamento istantantaneo come di un collante a presa rapida, di una gemmazione xenofoba del partito democristiano medesimo. Viene comunque il sospetto che queste neo ( si fa per dire ) formazioni politiche servano a ricollocare indietro, da dove si erano spostate, le mega strutture istituzionali del consenso e che queste ultime siano pronte a rientrare nei ranghi a "pericolo scampato". Leader e rappresentanti di queste sentinelle dell'ordine tradizionale, che cosa facevano prima, appena prima di ieri e che cosa ritorneranno a fare, se si riconfigureranno le condizioni per un ritorno - a missione compiuta? E' il segreto di carriere apparentemente istantanee, come se da un organismo, di qualsiasi genere, fisiologia e presunta ( in questi casi ) patologia, potessero essere originate al di fuori delle dinamiche "corporee", spacciandosi per miracolosi, reattivi e salvifici, tanto antichi nei loro riflessi condizionati "eppur così moderni".

Spaccati di società.

Dilma Roussef, nel difendersi davanti al Senato del suo Paese, ha affermato di essere stata vittima di un golpe isatituzionale. Come presisto, anzi "stabillito" a priori, è stata destituita. E' possibile, come è stato possibile in Italia con la defenestrazione di Silvio Berlusconi, la sua successiva condanna ed esclusione dalle cariche pubbliche e la triade dei nominati, ci cui solo uno, Monti, sottoposto a giudizio elettorale, è dovuto rientrare nei ranghi, senza che nulla dei suoi misfatti sociali sia stato revocato. Dilma Roussef, combattente contro una giunta militare golpista, incarcerata e seviziata, ha avuto la forza di salire nel tempo fino ai vertci dello Stato ed ora si trova di nuovo in condizione pre-carceraria, ad opera di quegli stessi ambienti retrogradi che hanno tramato contro il Partito dei travachadores, il cui predecesore Lula ha probabilemnte commesso illeciti ( insieme a molti gesti importanti e positivi, che portarono ad una rinascita economica durante il suo mandato, ma che ha messo in difficoltà, fin dall'inizio, la presidentessa subentrata ). I golpe istituzionali vanno di moda, di rado c'è bisogno dell'intervento militare: il Brasile viene messe in difficoltà anche riguardo alla sua adesione al BRICS, con la Russia e quant'altri hanno rifiutato la soggezione finanziaria crisaiola nord americana. Una picola cricca di reddituari sembra ancora una volta trarne beneficio, nonostante che si tratti di una conventicola ridotta, abbarbicata ad un costume premoderno, chiusa in un alveo di privilegi autoreferenziali. Ebbene, nella società globalizzata, questa gente si raggruppa e riesce ad influenzare, da posizioni di rivalsa e di particolare egoismo, i corsi politici democratici, che devono con cura minuziosa guardarsi, da errori e trame endogene ed esogene. Le società ad economia di mercato, in genere, mentre si riassestano su una base classista e censitaria crescente, mettono in atto tutta una serie di regolamentazioni da "padri pellegrini", moralistiche e ultra-borghesi. Dopo il tramonto del femminsimo, di impronta comunista, ecco una serie di norme anti gallismo che potrebbero al massimo riguardare le donne in posizione di preminenza professioanle e imprenditoriale; questa impostazione viene estesa a tutte le poverine che del loro fascino velleitario, facevano uno strumento di elevazione o una consolazione estetica. Mentre vengono asseriti - solo sulla carta - i diritti dei gay ed estese loro facoltà matrimoniali ed adottive, gli stessi relatori delle leggi domestiche ( leggasi senatrice Cirinnà ) si fanno paladine dei supermerket del sesso a pagamento, prenotabili via internet, come in Germania ed in Austria, dei quali si dilettanoa nche le popolazioni italiane prossime o confinanti. C'è qualcosa, anzi molto, che stona con queste verticistiche deliberazioni, non estranee a corposi interessi; la depenalizzazione delle droghe meno destruenti, ma molto più cancerogene del tabacco, che i Monopoli di Stato si sono ben guradati dal privatizzare, è la via permissiva - ma quando si permette, contemporaneamente si induce e si controlla - per il pascolo dei falliti nei giardini appositi, con la conseguente rinuncia ad un costoso e lungo recupero. Non sarete più rei, ma non uscirete più dalle vostre riserve. Intanto, le società più democratiche, ma senza la previdenza publica, hanno quotato in borsa i penitenziari privati e registrano una percentuale altissima di detenuti, tutti provenienti dalle riserve economiche e razziali del loro tessuto sociale, salvo "accorgersi" che dei settanta dollari giornalieri di sovvenzione pubblica, solo diciassette vanno ai detenuti, mentre lo stato della violenza intrinseca al sistema carcerario privato e la scarsa qualificazione dei secondini, assunti per periodi contingentati, fra i residui "istituzioanlizzati" della società, presentano scenari apocalittici, di degrado e inciviltà. In più, come gli schiavi di un tempo recente, i prigionieri, con il loro lavoro, devono mantenere in utile l'istituzione "correzionale" privata.

domenica 4 settembre 2016

Pugni nello stomaco di un dolore insanabile.

" Charlie hebdo non ha costruito le vostre case, è stata la mafia"; le case crollate nell'ultimo terremoto italiano: pasta con salsa e pomodoro, pasta gratinata e, infine, lasagne, macerie "le une sulle altre". Il settimanale satirico francese che aveva provocato i beceri islamisti, povere capre di Allah, a uccidere i suoi derisori, ha provocato sdegno e riprovazione, in molta parte analoghi, in varie istituzioni, formali e informali, sul campo di macerie. Ha detto "irriverentemente" solo la verità, testimoniata da due case in piedi e da un pulviscolo indistinto tutt'intorno, attestante la povertà della materia con cui sono state costruite: polvere e sputo. Negarlo equivale alla consueta omertà mafiosa italiana, alla quale dà un fattivo contributo la complicità popolare e clientelare che baratta case-trappola con costi plebei, salvo disperarsi teatralmente quando la realtà si manifesta ed invocare l'aiuto di dio o di altri Signori, che li lasceranno nei containers. Parliammo del centro nord del Lazio, terra di accomodamenti e rimozioni e subito siamo colpiti dallo stupro materiale e psicologico perpetrato su una bambina di tredici anni dal rampollo trentenne di una cosca "accreditata", per lunghi anni, spesso subito sopo l'uscita da scuola della poverina. Un abuso pre civile di cui tutti sapevano e che nessuno ha denunciato, non tanto e non solo - credo - per timore di un potere malefico, quanto per la rimozione e il seppellimento indifferente verso una vicenda estranea, riguardante una preda incappata nelle grinfie di un delinquente e dei suoi amici, come nell'etologia animale, dove allo stupro si sotituisce l'uccisione, per cibarsene, di altre specie animali inermi, dove all'avventarsi del predatore nel branco alimentare, verso i più deboli e i più esposti, fa seguito, subito dopo, lo sparpagliarsi dei superstiti risparmiati, come se, insieme, non si potesse far altro. Così è stato in provincia di Reggio Calabria per molti anni, senza che la poveretta medesima pensasse di poter denunciare, senza potersi rivolgere ai propri genitori, che comunque consapevoli, come tutti, di quanto stava avvenendo, non avevano trovato di meglio che lamentarsene con i genitori dell'immondo, impresentabile giovane uomo. un padrone come i figli dei dittatori di aree circonvicine o arretrate: i Gheddafi e i Ceausescu. Crescendo, la ragzzina si era anche "fidanzata" con un coetaneo, quando il gruppo - perché il figlio del boss dell'aautorità reale del mandamento, che si ostinava a non crescere, la condivideva con i suoi numerosi amici - in un sabba fatto di cerimonie e di convenevoli criminali, fin nelle sue espressioni confermatorie di una finzione morale, in una terra arida nella quale vigono ancora cautele liberticide verso la libera scelta sessuale informata. Il Procuratore capo di Reggio Calabria sottolineava come un fenomeno consimile fosse peculiare della sua stessa terra, oltreché giurisdizione, perché pur verificandosi dovunque atti di violenza cieca e inconsulta, la tortura di un essere umano, reiterata e costante, proprio perchè subita, viene accettata e taciuta. I Carabinieri hanno dovuto ricostruire una ad una le prove, senza il contributo di alcuno, dopo molto tempo, quando una "voce" confidenziale era riuscita a far pervenire loro "vari e vaghi indizi" di quanto accadeva. Che cosa ha fatto la Chiesa locale, prona per generazioni agli omaggi delle processioni con feticcio, che altro non sono che "manifestazioni" popolari di "riconoscimento" dell'autorità che c'è? Del resto - è provato - anche lei nasconde, nega e rimuove, almeno se e finché le viene permesso Il civilissimo magistrato ha sottolineato l'orrore di una lotta condotta da soli contro un costume mafioso, figlio di un'ignoranza trasfigurata in "cultura" della rimozione, ignara di qualsiasi giustizia. E' possibile che questo scempio non si ripeta in analoghe ridotte del degrado morale, nei grandi e meno grandi rioni degli agglomerati popolari, nella "solidarietà" etnica e sotto-culturale di "amici emigranti", come emerge dalle cronache del comportamento di altri esuli, cumulativamente e retoricamente compatiti, durante le loro itineranze? Altrove, in questi e in altri anni, prepotenze d'accatto, ma virulentemente criminali, non hanno segnato altre creature, nell'edificazione priva di servizi di quartieri popolari, sotto il segno delle clientele edilizie improvvisate, dove forse le famiglie, colpevoli, distratte o isolate delle vittime, non sono state neppure coinvolte e il peso di una defomazione interiore ha segnato le vite delle vittime? Non è ancora così nelle "enclaves" delle ridotte plebee, prima che le costruzioni delle mafie e delle tangenti, finalmente non gli caschino addosso? Almeno così, in un colpo solo, sarebbero cancellate le vite e le possibili inquità, non procrastinando una pena insensata e neppure retoricamente compatita.

Il vallo romano.

Cade a pezzi la giunta Raggi a Roma, oppure se ne vanno i procacciatori d'affari del vecchio potere consociativo? Le opposizioni portano le immondizie in strada e tutti i gangli della sciagurata amministrazione capitolina lasciano gli incarichi, nel tentativo di far dimettere il Sindaco/a. Troppa fretta nel voler dimostrare l'omogeneità al peggio dei 5Stelle, rappresentati - sia chiaro - da un'avvocatessa proveniente da uno degli studi legali più grandi e più influenti della capitale e che rappresenta taluni poteri forti contro altri poteri forti, non la spoglia onestà contro i corrotti. A Roma o si mangia con l'amministrazione o si rischia di fare la dieta e la lotta sarà senza esclusione di colpi, così simili nelle loro pecorecce espressioni ai moti della plebe medievale che buttava i Papi nel Tevere. La Raggi-Cola di Rienzo resta calma; è navigata e, pur non essendo una politica è impastata della politica quotidiana di cui vive Roma e sa che non deve curarsi dei caduti-dimissionari. Nella peggiore delle ipotesi, per un po', la città continuerà a non essere amministrata. Niente di nuovo. Che il cambio della guardia con poteri periferici, intrinseci o di contorno, fosse stata mal digerita ad ogni livello, era stato dimostrato dall'astio verso il Sindaco alla prima comparsa, in Vaticano, alla giornata misericordiosa per i politici; per lei non ce ne era stata nessuna, era stata ignorata smaccatamnte oltre ogni finzione di convenienza da ministri, sottosegretari e magna-magna della sua città. Lo scontro non è comunque fra anime belle, su nessuno dei due fronti principali che ne sottintendono molti altri, permeabili e bradisistici. Saranno "cazzi tua" ( latino neutro plurale nell'aggettivo ) Sindaco/a Raggi che devi barcamenarti fra le intemperanze elette a strategia politica e il dirigismo aziendalistico del grillismo, di cui il comico-polemista è solo il banditore, ma non ti mancherà il mestiere, gli appogggi ( altrimenti non saresti mai arrivata lì ), gli incroci, gli inciuci e gli infroci di cui sei tu stessa nutrita e nei quali rischi di diventare la burattina, ma anche, se sarai abile e manovriera, ad un alto livello professionale e culturale, non a quello dgli squittii delle comari dimissionarie e dei trucidi dimessisi, la burattinaia, anche nelle quinte colonne del tuo movimento, dove l'agitato-agitatore Di Maio, sclera di un incontinente protagonismo. Roma esprime l'apparenza e la falsità del potere e la concretezza degli interessi che lo alimentano; si darà ancora una volta a un beccaio o ne spariglierà i velleitarismi?

Le apparenze menzognere.

Estate scombiccherata. L'unico ordine rimasto è quello del calendario scolastico che porta le famiglie ad ammassarsi al mare a Luglio e, soprattutto ad Agosto, quando anche i padri raggiungono la famiglia. I figli grandi si adeguano e intasano i luoghi di ritrovo con le loro vacanze personali e autonome, utilizzando, a sprazzi, le abitazioni abbandonate dai genitori, spostandosi per uno o due giorni di quà e di là, preparando, nel contempo, gli esami. I campionati di calcio si adeguano progressivamente ai calendari del nord europa e alla stanzialità dei tifosi poveri, disoccupati o sottoccupati, come presto sarà da noi, dove però il caldo, fino a settembre inoltrato, rimarrà opprimente. Di solito, dopo una o due partite nella calura si pratica una pausa rigenerante, per gli impegni precoci della Nazionale. Nelle città vuote sono rimasti solo i mariti e le escort degli annunci via chat: i soldi latitano - si dice - ma, nel desero apparente, permane il lavoro più antico del mondo non conosce riti, matrimoniali equivalenti, non disponibili, o riduzioni. Evidentemente sono sempre gli stessi ad usufruirne, con uniforme ed omogeneo ricircolo generazionale. L'impronta privata della vita routinaria si scontra con il disordine planetario e con le guerre in corso, con le loro conseguenze migratorie. Ogni giorno, ogni ora, ci raggiungono le immagini - estranee - di devastazioni, deportazioni, fughe e sfruttamento dei fenomeni selvaggi e deregolamentati che vengono provocati. Il rifornimento di organi da trapianto aumenta, viene alimentato da compra-vendite e da innesti in corpi ricchi, mentre le persone comuni defedate restano in attesa di un'occasione burocratica, economicamente non impegnativa. Il furto di ovuli su un'infermiera presso la clinica Antinori è esemplare del commercio di ogni specie manipolabile, alimentabile, non ultima e non da ora, quella dei bambini da adottare o da far circolare e poi sparire nei circuiti pedofili internazionali. Nella Turchia del post-golpe hanno superato il problema: sono stati depenalizzati i rapporti sessuali con i minori, a partire da dodici anni. Anche questo è un ritorno alla "tradizione". Guerra e assenza, emigrazione e sradicamento e prostituzione itinerante, riduzione di persone, anche in età infantile, a materiale d'uso e di commercio, come il lavoro salariato, a proposito del quale va rimarcata la ricorrenza del lavoro schiavo nel sud d'Italia, dei contributi non versati, dell'alloggiamento autonomamente costruito dai braccianti nelle zone di lavoro, delle diatribe interreligiose, che vietano ai cristiani di praticare il loro culto ad opera degli altri lavoratori musulmani. Storie di vite senza riferimenti materiali: quelli morali ne sono soltanto il precipitato, contraddetto nella privata asimmetrica sinergia fra ricchi e poveri e vissuto come tenuta valoriale dal medio ceto sfigato, che tiene saldo, costituendone il cemento, il sistema diseguale. Sullo sfondo, rimosse e dimenticate - ma non dai governi che le agitano e che sanno con precisione dove continuare a rivolgersi, pur senza venire a capo delle consuguenze - le guerre d'assestamento degli anni '90 nella ex Jugoslavia e poi di nuovo in medio oriente. Vacilla la "verità" della commissione statunitense sull'attentato dell' 11 Settembre 2001, sempre più sbugiardata da inchieste giornalistiche documentate, che accusano ormai, senza mezzi termini, l'Arabia saudita di averli finanziati, progettati e delegati per l'attuazione. Lo Stato più oscurantista ed orgoglioso, fra quelli vicini, sfrutta spregiudicatamente la sua strategità regionale e petrolifera e investe in ideologia religiosa una parte delle sue ricchezze ed esporta l'Islam gueriero e destabilizzante nel mondo di cui è, per interesse reciproco, alleato. Interesse ricambiato, dunque, ad onta di ogni considerazione che non sia economica e, conseguentemnte, corruttrice. In questa fase, Italia ed Israele risultano indenni dagli attentati terroristici, sembra che i nemici di Israele siano solo quelli prossimi, interni alle zone occupate, espropriate e relegate, mentre l'Italia, che pure presta le sue basi ed alcuni corpi scelti alle azioni belliche, è amica di tutti. Deve avere un buon carattere e anche una buona viabilità, dato che gli attentatori si dirigono verso il centro ed il nord europa transitando, previo accordo, anche con la mafia, nelle prime, per prossimità, regioni del sud, lungo la filiera dello Stivale. Il regresso sociale si consuma nell'indifferenza e nella negazione, la crescita della violenza e delle modalità con cui si esprime sono rimosse e attribuite al bau-bau di turno, mentre il popolo ha smesso di votare. Le apparenze, almeno quelle che vengono propagandate, sono immutate e qui sta la menzogna.