lunedì 30 giugno 2014

La realtà è nuda.

Tre giovani israeliti sono stati sequestrati e subito dopo uccisi in Cisgiordania dove facevano l' 'utostop, reduci da un convegno religioso. L'espressione israeliti=ebrei è appropriata perché uno dei sacrificati era americano. Subito dopo il ritrovamento e dopo un breve atto di contrizione, il Governo israeliano ha deciso di annientare Hamas, attribuendole il triplice omicidio, per il quale ci si aspettava, invece, una lunga detenzione ed uno scambio con prigionieri palestinesi, come era avvenuto, dopo cinque anni, per un imprudente caporale dell'esercito. La vendetta biblica, che gli arabi replicheranno e che i costumi tribali - come nel nostro mezzogiorno profondo - associano ai rapimenti od al sacrificio del nemico, sta per abbattersi sui palestinesi, indiscriminatamente. Alcuni attivisti sono già stati relegati a Gaza, a dimostrazione che il campo di concentramento rivierasco, però inaccessibile, è una prigione a cielo aperto per tutti i possibili oppositori dei Giudei. Ridicole note, che vorrebebro essere diplomatiche, mentre l'eccidio sta per ricompiersi, recitano parole di sdegno e di solidarietà, oltreché di condanna verso "coloro che rifiutano il dialogo", identificati questa volta su di un versante solo. Di costoro, contro i tre giovani inconsapevoli di un atroce destino, ne sono già stati uccisi quattro. L'insipienza internazionale verso una condotta insopportabile da ambo le parti, per l'influenza degli interessi petroliferi - non certo nei confronti dei palestinesi - e della potente comunità ebraica di New York ( l'Europa non conta )lascia ancora una volta le parti a misurarsi sul piano della ferocia, in attesa di nuove repliche degli abbracci e della piantagione di alberelli propiziatori, da parte e in luoghi estranei alla contesa ed ai suoi lutti.

I numeri di cui non si terrà conto.

CNEL e ISTAT hanno unito le forze e hanno disegnato un ritratto dell'Italia in itinere lungo il sentiero del suo ridimensionamento, non più sulla base del vecchio contrasto destra-sinistra, ma dell'attuale alto-basso, cioè il ridimensionamento di un'Italia minore, è sottinteso. Dalla documentata e inutile rilevazione emergono soprattutto sfiducia e stanchezza, dovute all'accavallarsi crescente delle difficoltà che, spesso sono solo i nodi che vengono al pettine, di una sistematica lesina impoveritrice, consumatasi in pochi anni e aggravatasi per la riduzione di numerosi servizi, il lievitare del loro costo, la minor qualità delle prestazioni. Se a questo aggiungiamo la riduzione di fatto dei salari, attraverso ogni accorgimento elusivo che la legislazione degli ultimi anni ha fornito alle imprese private e a ciò che residua dello Stato imprenditore, è palese il quadro di crescenti e, per alcuni, insostenibili problemi economici che li vedono relegati in strati sociali inferiori a quelli praticati fino ad oggi, solo perché impossibilitati a sostenere ingiunzioni fiscali tardive, inderogabili e indiluibili, ed a mantenere la propria abitazione solo per inadeguatezza censitaria nell'ambito di condomini che prevedano spese, deliberate a maggioranza, che questa o quella famiglia non è più in grado di sostenere. Dalla rosea società senza più lavoro e paradisiaca, teorizzata dagli intellettuali organici all'editoria propagandistica del modello finanziario, alla società estranea al lavoro per fasce crescenti della sua popolazione, nell'ambito della quale, la subitanea perdita del lavoro stesso, provoca fenomeni di mendicità, sconosciuti nei decenni precedenti. Vi è poi il paradosso per il quale coloro che un lavoro lo conservano, guardandosi le spalle, hanno sempre meno tempo libero per sé, sia per l'intensificarsi dello sfruttamento concorrenziale con i Paesi del terzo mondo, sia per la insufficente retribuzione che non compete più con i prezzi dei beni desiderabili. Dall'analisi risulta chiaramente che quest'Italia, di nuovo minore, è in via di rapido ripiegamento; i migranti stessi sono in calo, checchè non si rinuci a cavalcare questo ronzino spellacchiato da parte di movimenti apertamente di destra popolaresca. I migranti, in cifra assoluta, in Italia non sono tanti, sono 1.300.000 contro i 2.200.000 dell'Inghilterra, i 2.700.000 della Francia e i 3.400.000 dell Germania; sono i nostri connazionali che hanno ricominciato ad emigrare, in treno od in aereo e non su barconi, secondo PIL relativo. Le nascite sono calate ancora per il quinto anno consecutivo e non sono cali dovuti principalmente a decisioni di coppie cassintegrate o altrimenti precarie che non sanno come sbarcare il lunario o di coppie border-line, le une e, soprattutto, le altre desiderose di costituirsi autonomamente una compagnia, una potenziale risorsa e un'affettività; sono spesso piccoli borghesi timorosi di non poter conciliare le prospettive di una classe che, oggi più di ieri, risulterà un miraggio irragiungibile, si dice per i propri figli, si sottintende per sé. Gli indicatori di povertà per le classi precarie sono tutti in crescita, mentre invece tutti i consumi sono in calo. Lo studio è "ricco" di analitiche percentuali statistiche, tutte imperniate sul "meno". Le spese impreviste sono un trauma e il risparmio una chimera. Continuare a far indebitare massicciamente le famiglie, come si propongono a fini reddituali ( per loro ) le banche e le finanziarie, è diventato più difficile, mentre chi non ne può fare a meno vede ridursi il numero dei suoi beni, che spesso vengono venduti a lotti. In pochi anni, la classe medio-piccola della popolazione è già nelle spire di una incipiente povertà, mentre la classe che stava sulla soglia del benessere ne sta rapidamente prendendo il posto. La base della popolazione (ex) lavoratrice dovrà presto riscoprire l'arte dello scambio e del baratto per ammortizzare la penuria di beni.

Colpevoli rimozioni.

Hannibal Lecter esiste, sia pure - talvolta - in forme infantili(?) ed attenuate. Lo dimostra l'impenitenza nel mordere del centravanti della nazionale uruguaiana, tale Suarez. Ma esistono pure altre forme di crudeltà che non so definire scientificamente, ma che attingono i loro significati, in una fase indefinita dell'evoluzione umana e che vengono alla luce- quando vi giungono - dopo la morte impunita dei protagonisti. Costoro, durante la loro vita, sono talvolta dei trascinatori di spettatori, la loro patologia non è mai rilevata, le loro malefatte non sono mai denunciate; l'ambiente che li circonda si mostra omertoso e complice, perchè, che non se ne sapesse nulla è difficile da sostenere. Jimmy Saville. uno dei più seguiti presentatori della BBC, ha stuprato almeno duecento persone, dai cinque ai settantacinque anni, ha praticato sesso con cadaveri negli obitori degli ospedali presso i quali prestava la sua opera di volontario, non ha trascurato abusi sui degenti e sul personale infermieristico, soggiogato dalla sua notorietà e attratto dalla sua presenza nelle corsie. Aveva anche l'abitudine di asportare gli occhi di vetro che rilevava su alcuni cadaveri per farsene dei ciondoli o degli anelli. A ottantaquattro anni è morto, dopo una vita votata al suo piacere insano e sadicamente dominante, rimpianto e celebrato da schiere di seguaci televisivi. Il controllo sociale, nei suoi confronti, non è mai stato esercitato, le categorie che non era in grado di minacciare, lo ignoravano, coloro sui quali riusciva ad esercitare una perversa influenza, lo subivano in silenzio, salvo, a morte avvenuta, cominciare a sussurrare, fornire particolari, denunciare singoli episodi, dai quali la polizia ha ricostruito il puzzle. C'è un intreccio simbolico fra questi atti, etologicamente arcani e l'espressione pubblica, infingitoria e ipnotica di uno show men, a modo suo dandy e fuori di testa come il giovane protagonista di "Arancia meccanica", nello scenario londinese di Jack lo squartatore, nel quale aveva trovato ricetto anche un nostrano maniaco potentino, che, dopo aver ucciso una adolescente sua coetanea ed averne occultato il cadavere per decenni sotto il campanile del Duomo cittadino, così bene che era "sfuggita" a operai al lavoro e a due parroci succedutisi, si era ripetuto con una sua vicina di casa nella capitale inglese. Aveva l'abitudine di tagliare ciocche di capelli, all'improvviso, alle ragazze ed alle donne: l'ha fatto indisturbato per quasi quarant'anni. Con queste mostruosità, evidentemente, si convive facilmente, soprattutto - pare - se circonfuse di notorietà o se espressione ( degenerata? ) di famiglie influenti, anche o soprattutto in ambiti ristretti. Poco importa dei risarcimenti riservati ora alle vittime note, tratti dall'incanto del patrimonio del defunto. Resta sconosciuto l'iter storico-eugenetico, lo stop fotografico di un'evoluzione fissatasi in un'allucinazione, come, circonfusi di pietà che non spiega, esistono casi di trogloditi sedati e inseriti in comunità ad hoc, taluni incapaci persino di espressione verbale, sulle cui negate stimolazioni sessuali si costruiscono retoriche crudeli o pericolose. Se non altro, da questa vicenda, nota solo perchè noto è stato il suo protagonista, si evince che i trogloditi possono essere anche intrattenitori di masse, che gli demandano inconsapevolmente i richiami a quelle cristallizzazioni di inciviltà e di gaudio sadico che in loro sono state solo rimosse.

mercoledì 25 giugno 2014

Faide emblematiche.

Ciro Esposito è infine morto. Quando ho letto del suo peggioramento, a due mesi dal ricovero, l'ho scambiato per un calciatore. Mi pareva che rassomigliasse a Insigne o ad Immobile. L'espressione, almeno, era identica. Si trattava invece del tifoso napoletano, in trasferta a Roma per la finale di Coppa Italia, ferito con un colpo di pistola da uno sconosciuto che lo aveva affiancato, poi da lui stesso identificato in tale De Santis. La Rete è esplosa in contumelie ataviche: i "colerosi", di quando sugli spalti, all'invocazione "Napoli!!!", dalla curva opposta, i romanisti rispondevano "colera". Sembra che la memoria di quel singolo episodio, così comune nelle grandi città - a Londra è endemico - non si sia sopita. " Coleroso muori e io godo!" è l'affermazione di una donna. Gli ultras delle due tifoserie si stanno riunendo per prendere le decisioni ritorsive del caso e già trapelano intenzioni di vendetta spicciola sul primo "romanista" che capiterà ad un "napoletano" di intravedere isolato, come in un agguato. Ogni buon tifoso del Napoli ha l'obbligo morale di uccidere un romanista: come una Fatwa islamica. Fra i diseredati delle subure partenopee e capitoline,il senso di appartenenza e di riconoscimento si fa strettissimo e, nel vuoto prospettico di tante vite insulse, un nemico si configura non nella foggia di una divisa, ma nel colore di una maglia.

Dispersioni.

Al campionato del mondo di calcio, in corso in Brasile, ai peana guerreschi, ai quali fanno seguito barbine figure, si affiancano, trascendenti di tutto, anche delle condizioni di miseria di milioni di locali, momentaneamente messe sotto il tappeto erbaceo, le invocazioni a dio. Ce lo si ingrazia all'ingresso in campo con contriti ma ripetuti segni di croce, accompagnati da un feticistico contatto con il terreno di gioco. Segue il canto ispirato dell'inno nazionale, tanto retorico quanto contraddetto dalle sicure combines di alcuni fra i canterini. Ogni goal viene assegnato all'intercessione divina, lo sguardo si perde verso l'alto. Solo i giocatori africani inscenano un balletto tribale, anch'esso certamene propiziatorio o grato. La matrice sud americana del torneo, cattolica ma interpolata da mille contributi, conservati, modificati o sincreticamente miscelati di antichi riti delle etnie che compongono il caleidoscopio continentale, spicca in tutto il suo barocchismo superficiale e superstizioso. Che "la mano de dios" si serva degli "ispirati" arbitri latini del Mercosur o di qualche asiatico o indoeuropeo FIFAiolo, per tessere la sua trama, è conseguente per chi ha fede. Alla levità di questo costume, che surroga la democrazie, evade dalle competenze e uniforma la corruzione, mescolandola, si ispirano inconsapevolmente le masse colorate dei baccanali inscenati sugli spalti. Eppure si tratta di una simulazione - in tutti i sensi - di imprese agonistiche, che dissimulano la caccia il sacrificio e l'esibizione delle spoglie della preda, anche i morsi di qualche centravanti che non si è evoluto da quando, bambino, litigava e competeva con i denti con i coetanei. Neanche i Crociati furono così teatralemnte ispirati, quando si accinsero alla rapina e allo stupro, per salvaguardare i luoghi santi alla cristianità, senza successo, a giudicare dall'attuale, irredimile, pretestuosa contesa che vede come sostituti protagonisti gli ebrei e gli islamici. Mai la fede fu così ostentata. Nelle ridotte alberghiere, altro è il pathos: la squadra inglese ha passato una piacevole vacanza con prostitute locali che sono state fotografate sui terrazzi dell'ostello, all'alba, ignude. I papaveri della FIFA, burocrati ed ex calciatori, i calciatori stessi, senza o con famiglia al seguito - sono impenitenti fedifraghi - hanno di che sollazzarsi per sopportare la noia: sapendo che il loro circuito è ostruito, i partecipanti ai campionati nazionali più remunerativi, preferiscono darci un taglio e non compromettere la preparazione estiva. Le scommesse pullulano e le schiere coloratissime dei turisti che affollano le non economiche tribune ( di uno stadio o di un sambodromo, poco importa ) gioiscono cretinescamente della loro dispersiva vacanza. Il peso delle Federazioni nazionali influenza, oltreché le nomine, i risultati e, quando i giochi saranno fatti, vedremo un bravo arbitrello dirigere la finale, con saltellante compunzione e rassicurante mestiere.

martedì 24 giugno 2014

Baruffe all'alba.

Ogni mattina, alle ore sei, sul marciapiede antistante la clinica di ostetricia e ginecologia dell'Ospedale Sant'Orsola di Bologna, un gruppo di preghiera e una delegazione di femministe si contendono la manifestazione per la vita, intesa in termini antitetici. Gli antiabortisti, appartenenti alla fondazione di Don Benzi, quello che portava in corteo le prostitute che aveva accolto ed arruolato nella sua congregazione, comprese, come testimonials, quelle ammalte di Aids, recano Vangeli ed immagini della Madonna in attesa di partorire. Spesso fanno incursione nei corridoi dove le pazienti attendono, ignorate e maltrattate da un personale infermieristico, soprattutto femminile, sentenzioso ed offensivo, per tema di essere fuori ruolo nell'assistenza ai degenti e, minacciando le pene dell'inferno, tuonando contro l'inane lotta per la sopravvivenza del feto, distribuiscono anatemi, ammonimenti, incitamenti alla redenzione e Vangeli, alle astanti che, subito dopo l'intervento, con le ferite cauterizzate e un forte bruciore ventrale, saranno dimesse e torneranno a casa con l'autobus. In questa sezione dell'ospedale universitario si va sempre da sole e si torna a casa da sole. Sono estranee alle problematiche personali delle richiedenti, le associazioni cattoliche fondamentaliste, che imitano gli antiabortisti degli Stati Uniti dell'interno, che, qualche volta, dimessi i Vangeli, fanno irruzione nelle corsie e uccidono medici, infermieri e pazienti..per salvare il feto o far subir loro medesima sorte. Parimenti estranee alle necesità concrete ed alle situazioni reali sono le femministe, le attiviste della CGIL e quant'altri contromanifestano in un caravanserraglio di ideologie prescientifiche. La sottocultura creata dall'assenza di robuste organizzazioni politiche e civili, dilaga in una contesa da pollaio a favore di astrazioni in libertà. Il Governatore della regione Lazio, ha oggi emanato un'ordinanza con la quale intima ai ginecologi obiettori della sua regione, il 90% dove la Chiesa ha una determinante influenza sulle carriere e l'accesso alle numerosissime cliniche private, di prestare tutta la consulenza e l'assistenza che la loro specialità contempla. Saranno ovviamente liberi di non praticare l'aborto, ma dovranno informare, curare e prescrivere tutti i farmaci che inibiscono l'evoluzione dell'ovulo fecondato e che non necessitano dell'intervento chirurgico, come da deontolgia professionale. L'obiezione morale viene rispettata ma si sposta o viene relegata, diranno alcuni, sul piano dei principi, senza più ripercussioni "politiche" sugli interventi legali che sono richiesti. Sono prese di posizione importanti che non mancheranno di sucitare polemiche e capziose interpretazioni, ma le leggi, fatta salva, negli atti, la propria coscienza, non può diluire, fino ad annullarla una facoltà riconosciuta, comunque difficile da esperire, per l'ambiente culturalmente depresso che circonda i luoghi dove si può esercitare e per il prevalente interesse manifesto ad assumere posizioni che spesso si disattendono all'interno dei propri ambulatori. L'aborto pubblico riguarda infatti sempre donne del popolo ed è su di loro, esclusivamente, che si esercita la pressione che non riserverà peraltro a loro stesse nessun aiuto concreto, a parte le chiacchiere e i buoni principi. Il pubblico dibattito, dall'Agorà si sposta nell'aia.

Cannibali.

C'è un certo Suarez, uruguaiano, che passa di squalifica in squalifica, perché addenta gli avversari. Oggi, infastidito dalla ruvida marcatura di Chiellini, lo si è visto saltare, inerpicare il capo e - così sembrava - calare una testata sul nostro difenzore. In realtà stava avventandosi, come un predatore, sulla spalla del mediano, per addentarla a morte, come risulta dalla chiostra perfetta impressa sulle carni pur protette dalla maglia. Gli uruguaiani sono sempre stati celebri per la loro tradizione di picchiatori e, in questa occasione, si sono superati o, per lo meno, si è superato, confermandosi, il dentato centravanti, per il quale il suo fisioterapista ha sospeso la chemioterapia. A Suarez serve un etologo che ne ricostruisca le latebre incompiute della sua evoluzione; in lui l'agonismo senza razionalità, un'istintualità strana, da predatore, prevalgono su tutta la congerie di scorrettezze, dissimulate o violente, che caratterizzano questo mondo di primitivi, partecipi di un mondo greve, fatto di disonestà sistematica e di partite truccate. Dopo il lavacro di calciopoli, i nostri arbitri, che erano fra i più compromessi, sembrano i più affidabili: se si paragonano, infatti, gli arbitraggi degli ultimi campionati con i palesi favoritismi esibiti in questa fase eliminatoria dei campionati del mondo per squadre, non si può fare a meno di constatare che in moltissimi paesi esoticii, calcisticamente e non, la corruzione e i favoritismi la fanno sfacciatamente da padroni. A tutto questo non è estranea la FIFA, che, come i calciatori, alle sue scandalose prebende associa le tangenti che servono a favorire questa o quella magnificenza di Governi di popoli poverissimi od arretrati. I campionati in Quatar, coperti mediaticamente da Al Jazeera, insieme alle guerre imperialistiche ed alle prodezze del terrorismo islamico, da chi saranno egemonizzati? Avremo qualche nazione araba almeno nelle semifinali del torneo, come è capitato tutte le volte che gli inutili, costosissimi e monocordi tornei, sono stati indetti in luoghi per l'innanzi ai primordi della abusata e popolaresca specialità. I cannibali non sono solo in campo e spesso addentano mazzette di denaro, icone grossolane dei tempi che corrono e dei valori comprensibili in questo contesto.

lunedì 23 giugno 2014

Disordine mediatico e commerciale.

La battaglia, a colpi di diffide - due incrociate in un solo giorno - fra Sky e Mediaset, scopre il gioco degli interessi incrociati ed "istituzionali" fra il renziesmo e il berlusconismo aziendale, sullo sfondo delle riforme del sistema politico e parlamentare. Fino a ieri, era aggiudicatario dell'asta sui diritti televisivi, relativi al corrottissimo mondo dello spettacolo calcistico., chi offriva di più. Da quest'anno, in omaggio ad una par condicio alla rovescia, cioè a favore del biscione, non si vuol più attribuire la licenza a chi può pagarla di più e, presumibilmente, offrire il servizio più ricco, ma va ripartita, divisa, fra i due soggetti commerciali concorrenti, a prescindere dalle disponibilità economiche di ciascuno. Quindi Mediaset sarà aggiudicataria del campionato italiano di calcio nonostante la riduzione implicita delle royalties alle società e moltiplicando, quindi, in relazione all'esborso confacente alle sue possibilità, il guadagno esponenziale, diretto e pubblicitario che ne conseguirà. Torneranno gli spot a gioco fermo dei primi anni di TV commeciale, quando, più di una volta, veniva oscurato il goal in diretta? A parte questi aspetti, che devieranno la polemica dell'utente dalla politica, ecco un altro esempio della falsità di ogni proposito moralizzatore e della sedimentazione di un riapprestamento del preesistente apparato, sulla base dei reciproci favori e dei "comuni" interessi. Fu così, sotto traccia, anche all'epoca del dualismo veltronian-berlusconiano di cui Dalema si fece solo mentore. In spiccioli, dal prossimo autunno, le migliori energie degli italiani saranno mobilitate in un'integrazione di abbonamenti-riempitivi.

Renziadi.

Il grullesco Presidente-Sindaco con il suo Cardinal Mazarino, sindaco a sua volta, cioè nominati sulla base del dosaggio tosco-emiliano all'interno del PD, che ha visto il designato raccogliere tutti i suoi consensi in Emilia-Romagna, insiste, da buon cattolico, nella controriforma, più dichiarata che attuata, delle Istituzioni parlamentari. Quando ho sentito parlare di un Senato da cento membri, mi sono detto: è stata anche una mia modesta opinione, sulla base, ovviamente, del Senatuspopolusqueromanus. Una camera alta, deputata alla doppia lettura di qualità e competenza. Ebbene, come se ne viene fuori il gigione? Un Senato di cento membri, nominati dagli Enti locali che, così, potrebbero sbarazzarsene, mandandoli a malaffare in Parlamento a rinforzo delle mille malefatte, grandi e piccole, di cui si sono resi protagonisti, in loco, dai rimborsi gonfiati e malimpiegati, all'Expo, al Mose e via sprecando. Tanto è vero che costoro, non si vede in base a quale principio anticostituzionale dovrebbero esere esenti dalla giurisdizione. Loro e solo loro (per ora ). Si vuole decentrare il malaffare? Sembrerebbe di sì. Lo si vuole articolare in forme aggiornate e più elastiche, come usa dire, flessibili? Si tratta allora non di una rottamazione, bensì di un ripristino diffusorio e dissimulatorio della vecchia, anzi eterna politica italiana, in un'apoteosi di motteggi e sberleffi incompetenti - vintage democrstiano - da meritare una immediata cassazione. Vedremo come evolveranno le cose, ma il renzismo deve finire senza apportare i danni promessi e finora non attuati.

Fantasmagorie.

Che George W. Bush non fosse un genio lo si era intuito, dopo la sua nomina a Presidente da parte della Corte suprema degli Stati Uniti, sull'effettivo vincitore, Al Gore. Catapultato dalla ripresa in diretta dell'attacco alle Torri gemelle, in una realtà sconosciuta, mentre da due mesi non si risolveva a prendere possesso della Casa bianca, preferendole il suo ranch, nelle ore immediatamente successive al raid, in teleconferenza dal suo aereo Air force 1, si intratteneva con i suoi non più qualificati collaboratori, su quale Paese arabo attaccare per primo, mentre si elaborava su due piedi una sequela di inziative belliche successive, che avrebbero dovuto portare al sovvertimento di cinque potenza regionali arabe oltre a quella iraniana. Gli effetti di tanta irrazionalità si posono constatare oggi che il jiadhismo, non più contenuto dai regimi laici, ancorchè dittatoriali, si sta impossessando di alcune importanti regioni petrolifere dell'Iraq, accompagna il ritiro delle truppe americane in Afghanistan e tracima in tutta l'Africa. La debacle irachena balza agli occhi: l'esercito regolare, ricostituito dopo la deposizione e l'assassinio legale di Saddam e dei suoi due figli maschi, viene decapitato dai rivoltosi, non in senso metaforico, ma fisico. La prova è recente: 1.600 corpi decollati e sepolti di soldati regolari sono stati rinvenuti. E' presumibile che esistano altre fosse comuni che ne possano ospitare altri. La prudente amministrazione Obama sta per mandare sul campo trecento specialisti e un numero imprecisato di droni, per cercare di contenere le acquisizioni dei rivoltosi islamisti. In Afghanistan, poco dopo averlo abbandonato, gli americani dovranno ritornare, se vorranno assicurarsi, attraverso il controllo della sola capitale, il contenimento del nuovo nemico globale che, con la solita insipienza diplomatica, si sono creati, dopo che era venuto meno quello sovietico. Dovranno cioè presidiare territorialmente i loro avamposti, cone fecero ( e continuano a fare ) sul territorio europeo dopo la fine della seconda guerra mondiale. Presidi a cui sono costretti o che sistematicamente ricercano in un ininterrotto gioco di dominanza?

domenica 22 giugno 2014

Sensazioni.

Col passare del tempo biologico della nostra vita si riducono le facoltà di nuova compagnia. L'incalzare delle nuove generazioni ( scarse ) occupa scrivanie, automobili, opzioni vacanziere: non è la vita, ma nelle sue rappresentazioni ci confina in interpreti del muto. Almeno così sembra, col succedersi delle stesse opportunità o meglio con il riproporsi delle stesse opzioni che la società contempla e che paiono, meccanicamente, emarginarci, fino alla conclusione utilitaristica del ciclo, a cui, filosoficamente, attribuiamo "regole" etologiche. A suggellare la nostra sopraggiunta inanità, intervengono le malattie e le inadeguatezze fisiche e mentali, che ci relegano nel ruolo di molestatori delle ripetitive ritualità familiari. Così si entinguono le nostre potenzialità e, con esse, il nostro futuro, dato che il tempo è una pura convenzione che è scandita, diversamente per ciascuno di noi, dalla genetica e dalla biologia. Nell'ecosistema evoluto della sociologia che ci si applica, la ricerca spontanea della compagnia e dell'amicizia, si accompagna ad un'adesione acritica ad ogni sorta di ripetuta convenzione, aggiornata agli usi che l'evoluzione o la primitività dell'economia suggeriscono e, su questa base, si tracheggia verso gli esiti attesi, in un profluvio di commenti stantii che, con "consapevolezza e responsabilità", conduciamo ed induciamo nei nostri figli e sui quali ci misuriamo con le altre famiglie. La concentrata edizione eliminatoria delle prodezze calcistiche si ripropone nell'inverno brasiliano che non conosce temperature inferiori ai trenta-trentacinque gradi, con tassi bolognesi di umidità. E' chiara la forzatura corruttoria dell'evento, che ha drenato risorse ingentissime ad un'economia oligarchica, ha provocato tanti sacrifici di uomini-schiavi nei cantieri e che è influenzata, se non determinata nei suoi esiti, da biscazzieri internazionali. La polizia cinese ha arrestato, con due incursioni successive, trentanove persone nello stesso albergo, che avevano costituito una sala operativa per le scommesse,non solo sui risultati finali, su quelli parziali ed il numero dei goal, ma anche sui cartellini gialli e rossi, sui rigori assegnati ed i calci di punizione vincenti, coinvolgendo, evidentemente, arbitri, guardialinee e comportamenti dei singoli calciatori, non rilevabili empiricamente. Sugli spalti, un oceano di turisti, provenienti anche dai Paesi più poveri o chiusi nelle spire della dittatura del mondo, affollano interi settori degli spalti, a prezzi, per tagliando, pari allo stipendio minimo brasiliano di un mese. Chissà che categorie reali della società di estrazione, morale soprattutto, sono prevalentemente rappresentate sugli spalti? Ho conosciuto il fidanzato di mia nipote: perfetto. Sembra il fidanzato di Chiara Stasi. Aspirante ingegnere, sorriso di costume, essenzialità, nessun interesse reale alla conoscenza, fretta di filarsela con la fidanzata. Quanto alla fidanzata, devo osservarne con attenzione gli atteggiamenti. La Tv manda la cronaca di Algeria-Corea del sud. Due nazionali del terzo mondo che giocano una partita senza presunzioni né tattiche. Indomiti, rendono appassionante la contesa, con belle trame e senza mai mollare l'osso. Sono, anche per questo, due realtà del terzo modo; anche la Corea capitalistica, con i suoi supporters con la bandana della Coca Cola e il nastro a pois di Minnie a cingere il capo alle ragazze.

venerdì 20 giugno 2014

E' sempre tempo di..pericolose illusioni.

Il tempo della caccia alle streghe è ritornato. L'informazione generalista sentenzia che i files trafugati meritoriamente da WikiLeaks contengono le prove della grande congiura finanziaria che ci sta immiserendo economicamente e civilmente. Una riedizione del "Protocolli dei Savi di Sion". Così facendo, si oscurano le cause della crisi, certamente indotta dalla finanza e favorita da protocolli internazionali, ma da questo a mistificare una riunione di iniziati tutti tesi alla creazione di una situazione preidentificata e costruita con infallibile consequenzialità, ce ne corre. Neppur Dio ci ha fatti perfetti ed abbiamo dovuto elaborare fantasmatiche dottrine giustificazioniste. La finanziarizzazione dell'economia ha sostituito, fin dal 1974, la caduta della produzione industriale e dei consumi: da questa data inizia la stasi delle retribuzioni. Gli Stati, ancora sovrani, preso atto di questa situazione si sono rifugiati nel surrogato finanziario ed hanno consentito alle banche, alle grandi banche, soprattutto statunitensi e tedesche, di creare denaro fittizio attraverso i derivati che, rispetto alla loro funzione di calmiere dei prezzi agricoli, avevano assunto le caratteristiche di scommesse senza sottostante, basate sulle impressioni e sui calcoli statistici, insomma una specie di video gioco. Il precipitare di cui solo da qualche hanno ci rendiamo conto, ha avuto la sua origine nella perdita della facoltà di scambio fra le merci e il denaro che ne stabiliva il valore e, per un soprassalto di idozia che spesso coglie noi umani, illusi nuovamente da qualche infantile ipotesi di felicità, ha creato un risucchio vorticoso che ci sta ancora trascinando verso un fondo da cui non abbiamo ancora cominciato il percorso contrario. In assenza di soluzioni praticabili o della volontà di non esperirle perchè contrarie alla predominante ideologia liberista, qualche colpevolizzazione, un possibile capro espiatorio, ci illudono ulteriormente.

giovedì 19 giugno 2014

I principi alla prova dei fatti.

Un bambino down di nove anni, dopo un solo giorno in un centro estivo, allestito a Roma per i fanciulli liberi dagli impegni scolastici, è stato allontanato dalla struttura con un decisione genericamnente giustificata. Il centro è a pagamento e il suo direttore non ammette di temere che parte della sua clientela possa emigrare per altri lidi. Non diversamente, quindi, dai luoghi deputati alle ceriminiosità private di questa classe sociale, di quella setta religiosa o di quella comunità di ideologicamente ed ipocritamente affini, non appena si esce dall'alveo della pedagogia modernista, o, per meglio dire, delle strutture no-profit, per altro sostentate, direttamente o indirettamente, dal pubblico denaro, ecco che la speculazione esclude, riforma, espelle ed emargina, per puri fini di lucro. Ovviamente, le ragioni farfugliate sono altre, reperibili nelle mille cortigianesche sfumature della lingua italiana, che, nel formalismo dei farisei, presumerebbero di confondere la realtà fattuale. Il brutto bambino non aveva comportamenti abnormi, ma stava lì, in mezzo ai normotipi, col suo faccione sorridente eppur inquietante, rivelatore della deformazione genetica incapace di spegnerne la gioia ingenua e l'affettività, ma non in grado di competere con l'algida sicurezza di una capacità cognitiva doppia, a dimostrazione che chi ha la testa ( ma quale, spesso? ) non ha cuore e, purtroppo, viceversa.

mercoledì 18 giugno 2014

Ascesi immaginifiche.

Non ci crederete ma nell'Ucraina russofona, combattono al fianco delle milizie reduci dalla Cecenia, volontari di altre nazionalità: le più disparate: Fra costoro, seguaci di un filosofo locale che mischia apparenti nostalgie comuniste con archetipi nazisti, alcuni italiani, organizzati in milizia nazionale e rappresentati da un tricolore con al centro la stella rossa del socialismo che fu al potere. La confusione mistificatoria del guru ucraino di tendenze russofile non è importante; quel che colpisce è che a rimpolpare le brigate sedicenti rivoluzionarie, in realtà ripiegate all'indietro e all'indietrissimo, accorrono giovani devoti di pensieri astratti e battaglieri, in una sorta di monachesimo templare. Gli italiani erano accorsi in Spagna per opporsi al poi vittorioso franchismo, ma almeno erano inquadrati nelle organizzazioni internazionali comuniste; Garibaldi, come il Che Guevara, ritentò l'insurrezione, vittoriosa in Italia, in Sud America. Fino alla fine, si direbbe, in una continua ricerca di un nemico ideologicamente immaginato, al fianco, come falangi suicide, di ben altre e concrete intenzioni. Dalla Legione straniera, per combattere all'ombra di una bandiera, alla bandiera rattoppata di un'Italia particolare, nella quale i miti dell'internazionalismo e della solidarietà di classe, si confondono con il pastrocchiato pensiero di un improbabile "maitre a penser" ucraino.

Il caos della natura e la difesa di ciò che non conta.

Angelino non ne indovina una: fa rapire la Shalabayeva e la Bonino la fa rientrare, si fa scappare Dell'Utri e il Presidente libanese lo estrada con l'ultimo atto del suo mandato, esulta per l'arresto di un ancor presunto colpevole e suscita la stizzita replica del Procuratore della Repubblica competente, per una serie di "vulnera" alle guarentigie innocentiste degli imputati, che non mi hanno convinto più di tanto ed alle quali lui ha replicato accusando le Procure stesse di essere una sentina di delazioni giornalistiche. Sul furbastro Angelino, ma non per le sue gaffes, stanno calando le mannaie della vendetta di Forza Italia e di qualche suo compagno di centro-destra, prossimo a sostituirlo. Il suo partitino non conta niente nella contabilità Renzie-Berlusconi, che forse non conterà più, se si riuscirà a fare un accordo con il M5S. Nel paese di Yara Gambirasio, nel quale nessuno si era accorto delle attenzioni morbose di un padre e marito, alle analisi dei RIS e del DNA dell'imputato, la madre replica che il suo concepimento deve considerarsi maritale; con l'autista dell'auto pubblica del paese scopava in macchina e basta e mai avrebbe accollato al coniuge il frutto della lussuria privata. E' probabile che, se anche le risultanze dovessero essere incontrovertibili, continuerà a gridare l'estraneità del suo drudo dalla discendenza con pedigree. Rivendica la tua privacy, cara signora e il rispetto delle tue scelte: tu non hai ammazzato nessuno. Il giudizio degli estranei alla tua vicenda non conta nulla. All'ospedale Pertini di Roma continuano a scambiare le provette con gli embrioni da impiantare negli uteri omologhi che, invece, risultano alla fine eterologhi, con le coppie onanistiche che li rifiutano, come se la maternità e la paternità si fondassero sugli ingredienti domestici, coniugali e non sulla volontà e la capacità di accompagnare la crescita di un cucciolo. In questa foia generatrice si confondono le leggende su una improbabile sintesi di geni e di sangue.. come si dice. La natura ha posto rimedio a queste piccine pretese e il personale del Pertini provvede sistematicamnte a sparigliare le certezze di tanti coglioni - nel senso di gonadi - che si vorrebbero riprodurre.

martedì 17 giugno 2014

Gesti volutamente incomprensibili.

Yara Gambirasio, quattro anni dopo, trovato un uomo,figlio naturale di un autista del medesimo paese nel cui circondario è avvenuto il delitto. Una confidenza o una vanteria, rivelata dal destinatario dopo decenni da che l'aveva ricevuta, ha indirizzato gli inquirenti ad una donna ottantenne alle quale è stato applicato un tampone salivare, con caratteristiche compatibili con il DNA tratto da una maccia di sangue trovata sugli abiti della vittima e che non le apparteneva. Ecco chi è il figlio dell'autista. Un quarantaquattrenne muratore, padre di tre figli. Non sono cronache metropolitane inglesi o nord americane, riguardano invece la campagna, i paesi dove tutti si conoscono, si dice. Sabato sera, prima di recarsi alla partita con amici in un pub della zona, un marito e padre benestante della provincia a cavallo fra un'inclita cittadina e il capoluogo lombardo, prima di uscire di casa, ha fatto l'amore con la moglie, l'ha sgozzata e poi ha ucciso anche i due figlioletti di cinque anni e venti mesi. Decisamente, un'intenzione di piazza pulita rispetto a tutta la sua vita precedente, che l'ha portato a perderla e a farla perdere. Non sono certo che si tratti di fenomeni recenti, nei quali individuare un travisamento dell'ego, del super ego e finanche dell'es, nelle sue espressioni utilitaristiche che, con razionale analisi, la polizia scientifica smonta quasi sempre. Dico che non sono certo della novità antropologica di questi eventi, perché sospetto che si faccia pubblictà solo ai casi più emblematici dal punto di vista dell'apprezzamento sociale comparativo - tanto è vero che i magistrati si sono lagnati delle pubbliche vanterie del ministro Alfano e lui dei dettagli svelati ai giornalisti, mentre si ometta la piccola ma violenta e, talvolta, anche omicida, cronaca quotidiana dei deliri domestici. Chi, per anni, ha fatto la guardia medica, all'inizio della sua carriera, al pronto soccorso di un ospedale cittadino, mi ha parlato della processione di tumefatte, ferite a bottigliate, nel corso della notte, prima che il chiarore riportasse le apparenze alla consuetudine. Le bambine, un tempo, non avevano caratteristiche da atlete o madamin, da studentesse o, comunque, da omogeneizzate potenzialmente borghesi e non ci si preoccupava più di tanto se qualcuno, in paese o fra gli amici, si prendeva delle precoci confidenze: a dodici anni, nel diritto civile che ho studiato, ci si poteva sposare, assumendo, ispo facto, la maggiore età. Solo il rifiuto, la resistenza, senza cedimenti, causava la morte della vittima, due volte. Altrimenti la vittima subiva e taceva. Anche chi aveva visto, sentito, capito, faceva finta di niente. Chiara Poggi e il suo algido-fidanzato assassino, inafferrabile sul piano probatorio, Sara e Omar, mi pare, che fanno la posta alla madre ed al fratellino di lei, mente e promotrice del delitto, e li eliminano, mentre il padre che rientra tardi, la scampa. Nel passato recente, Vilma Montesi, Rina Fort, più dappresso Elisbetta Cesaroni, anche lei senza giustizia. Sollecito-Knox, con condanna solo nazionale, il caporale-istruttore e chissà quanti episodi ancora mi sfuggono. Le prostitute - termine riduttivo di una condizione comunque disumana - immolate, non solo dalle conventicole che le organizzano e che le sfruttano, ma anche da clienti ritualisti, come in certi film porno per ricchi amatori, nei quali alle sevizie si accompagna, per eccesso o perché ricercata, la morte. Gli omicidi seriali, celebrativi di archetipi nascosti di morte, di paganesimo sacrificale. Non mi interessavano e se ho cominciato a memorizzarli è stato solo per la loro, ormai normale, ripetitività. E' tempo di cominciare a spiegarli, non con sociologica assertività o con criminologica dottrina: bisognerebbe, lasciando a chi ha questo compito, di giudicare, addentrarsi nei meandri ambientali, familiari, personali e storicamente personali e nelle sinergie o nei contrasti ed irriducibilità, che si creano fra questo e quel profilo psicologico e spiegarne le ragioni, casomai secondo una logica etologica o propria alle circostanze ed ai caratteri, alle psicopatologie della vita quotidiana che ci sono certamente e non vanno lasciate alle latebre del pregiudizio e della facile sentenziosità, come capitò al freudismo, fino a non molto tempo fa inviso all'Italia cattolica, scaturita dal fascismo, dopo l'ultima guerra. . Non lo si fa, invece, perchè si teme di mettere un sigillo, un imprimatur, su fatti che si preferisce lasciare ai luoghi comuni, pieni di complici omissioni, della gente.

Radicalità inconsueta.

La rapida evoluzione delle inchieste giudiziarie sulla corruzione endemica di questo comico Paese, si sposa con calibrata sequenzialità e temporalità, con l'incontrastato processo demolitorio della politica. Fin da Tangentopoli, solo dopo la fine della Guerra fredda, l'azione giudiziaria, di rito ambrosiano - quello capitolino resta di riequilibrio e di stabilizzazione - punta e colpisce alcune maxi-truffe, perpetrate all'erario, da ogni sorta di amministratori che siano in grado di appaltare grandi opere. Nel caso della Torino-Lione, però, ci si limita, per ora, a preservare la fattibilità dell'opera, al lordo delle tangenti ed a carcerare gli oppositori. Probabilmente, le tangenti sono solo un aspetto del reticolo vischioso promotore delle uniche opere industriali e ingenieristiche che ancora si svolgono in Italia, essendo defedata tutta l'attività privata, per mancanza di credito. Anche nella parsiomoniosa Banca Carige, il figlio dell'amministratore delegato accusava il padre di essere un cleptomane compulsivo e se ne chiedeva l'utilità: se si fosse limitato a mettere da parte due milioni, anziché rubare su ogni intermediazione, nessuno se ne sarebbe occupato. Resta il fatto, ormai storicamente coerente, che l'azione della magistratura, della quale numerosi esponenti approdano in Parlamento, fino ad occuparne, subito dopo la prima elezione, lo scranno più alto dopo quello del Presidente della Repubblica - provenendo dalla Procura di Palermo, non da quella di Urbino - accompagnano con vigore, pari alla pigrizia antecedente, l'opera di demolizione dello Stato, infliggendo ferite rimarginabili all'impenitente mondo del crimine e della corruzione - che poi è un crimine anch'essa - ed emorragie mortali per partiti storici, sostituiti da altrettante associazioni, dedite solo all'arricchimento personale. E', fra l'altro, una strana ed incongrua versione del capitalismo, come una fonte da spremere per eguagliarne i fasti e per tenerla su di un piano di parità, mentre ci si prosterna, con patologica riflessologia a tutto quanto ce ne viene dall'esterno. Ora, se è pur ovvio che la responsabilità della corruzione è dei corrotti, tanto improvviso spirito di giustizia, in un Paese privo di moralità che non sia invidiosa astiosità, suscita una curiosa e crescente perplessità. E' come se gli elementi che sorreggono la società, almeno formalmente, si fossero separati in un arcipelago senza più contatti reciproci. Può darsi, ma e strano.

domenica 15 giugno 2014

Tasselli.

Così, anche l'inamidato nipote, alla sinistra di tanto zio, beneficiava della sua posizione per ottenere aiuti economici per le campagne elettorali; era, dunque, parte del sistema, che contribuisce all'elezione dei suoi membri, senza vincolo di mandato e ne viene appoggiato, proporzionalmente alle donazioni, che sono certamente a raggiera,in un ventaglio di affiancamenti e di opportunità. Regine dei depositi e delle donazioni - come dubitarne? - sono le Fondazioni, intitolate agli scopi più commoventi, austeri e benefici, che rimodernano il business evasivo e propulsivo della carità. I soldi arrivano per affluenti ben noti, ma, nella fattispecie, non al destinatario finale, bensì ai suoi fiduciari, funzionari che provvederanno a rimeritare i generosi, convogliando sia a livello di favoritismi, sia, per indotto, a livello economico, qualcosa, ogni volta e nell'insieme, per se. Sdegno e inconsapevolezza, come al solito. Certamente, il fiume della donazioni corre, tra rapide e cascate, nell'alveo del sistema para-economico, contenuto, ma ribollente, fra le due sponde, del Governo e dell'opposizione cangianti, ormai, anche in Italia, opposizioni di Sua Maestà. Tanto è vero che avari imprenditori e usurai finanziari, mentre lesinano sui centesimi, erogano - da fondi neri - ogni sorta di premio per i benefattori privati, rivestiti del pubblico laticlavio, sponsor di uffici tecnici di verifica preliminare e di controllo, esegeti delle assegnazioni per le commissioni incaricate. Oggi a me, domani a te. Secondo devozione.

Giardinaggio.

Tre giovani Israeliani, poco più che ragazzi, di cui uno Statunitense, sono stati rapiti direttamente dal ciglio della strada sul quale facevano l'autostop, reduci da un seminario ideologico-religioso. Tragica leggerezza o strana carenza organizzativa, che potrebbe costargli anni di sequestro, in attesa di una massiccia liberazione di prigionieri palestinesi. Parte di quelli tornati alle loro bicocche in cambio di un graduato dell'esercito sionista, hanno già fatto ritorno al gabbio, in seguito ad una retata ritorsiva, messa in atto subito dopo il sequestro. Una settimana fa il Presidente israeliano, al suo ultimo atto pubblico, quello dell'Autorità palestinese, un Metropolita ortodosso e il Papa, avevano piantato un albero della pace nei giardini vaticani. Dev'essere appassito. Il rapimento è avvenuto in zona ex giordana, annessa dagli Israeliani dopo la Guerra dei sei giorni e mai più restituito, nel quale si ammassano i Palestinesi, che vorrebbero farne un pezzo del loro futuro Stato. Con gli Israeliani insediati in minoranza? Non è conforme ai principi del sionismo. Se poi sorgesse, infine, uno Stato palestinese, non diventerebbe una potenza ostile di confine, che continuerebbe ad esercitare le sue azioni di guerriglia verso gli invisi vicini? Gli squilibri armati continueranno dunque a seccare qualsiasi pianticella, utile solo ad abbellire, come qualsiasi altro innesto i Giardini del Papa.

sabato 14 giugno 2014

Entropie europee.

La Croazia è da un anno il 28° Paese irregimentato nell'Unione europea e, da un anno a questa parte, la sua situazione economica non ha fatto che regredire e deteriorarsi. C'è da chiedersi che cosa spinga una politica di automantenimento a condurre al macello interi popoli, in una tenaglia dalla quale non si affrancheranno più per decenni, ovviamente a scapito delle classi medie e popolari. La risposta, conseguente, è che costoro beneficiano della loro associazione, sia pur incompetente, ma potente, alle trame della finanza, che controlla ed ispira tutti i trattati europei e le determinazioni delle Commissioni e della Troika, nelle quali non è presente nessun eletto. Il debito prodotto dalle banche continentali - le più grosse e politicamente compromesse - si scarica sui popoli e trova sempre nuovi adepti al massacro, in un contesto tanto esteso quanto irrazionale, dal quale solo la Russia ha saputo star fuori e recuperare una sua sovranità e potenza e, come durante la Guerra fredda, alcune nazioni scandinave che se la passano bene, come prima. Codeste, fra l'altro, non hanno subito menzogneri colpi di Stato ad opera di componenti delle Istituzioni che avrebbero dovuto tutelare. Ma i privilegi minacciati li hanno meccanicamente indotti al tradimento. E' sul conflitto geo-politico, innestatosi dopo la liquidazione del comunismo, che si vanno coagulando le gerarchie instabili di un mondo ingiusto, nel quale i rimedi della politica sono stati criminalmente e imprudentemente accantonati. I cattolici slavi confinanti declinano nei lavoretti di contorno al turismo d'occasione, nelle case affittate in piazzetta o agli attracchi d'arrivo, nella prostituzione apprestata per gli yacht-men alla fonda nei moli graziosi ed affollati. La gente normale si avvilisce nella sottoccupazione e nel riverbero delle appartenenze, già riemerse, a fomentare la battaglia, per la riemersione della piccola nazione, come in Ucraina, dei nazional-fascisti Ustascia che caratterizzarono uno dei periodi peggiori della loro storia recente. La stretta subordinazione economica, vigente già ai tempi della Jugoslavia, quando il marco era la moneta prediletta ( in subordine, il dollaro ) per il mercato parallelo della Dalmatia e dell'intera regione croata, spiegano, in parte, la scelta suicida, nel ventre di un'Europa che ha in se i prodromi di una futura ed anch'essa storica entropia. .

Per vivere, ha vissuto.

Renato Vallanzasca torna in carcere, dopo una sfortunata licenza-premio di tre giorni. Ha cercato di impossessarsi di un paio di cesoie, un sacchetto di terra concimata e di un paio di mutande all'Esselunga. Ad occhio e croce, il materiale gli serviva per compiacere una signora, curare il suo terrazzo o il suo giardinetto; quanto alle mutande: un accessorio di presentazione, il tutto condito con una di nuovo endemica penuria di denaro. Ha, quindi, come in passato, rubato per uno degli elementi che fanno gioiosa la vita o, sul declinare del tempo, meno reclinata su se stessa: una donna. Nella sua semplicità, senza enfasi, il bel René, è stato, ancora una volta, fedele a se stesso. Le donne, di un certo ceto, di un certo ambiente, forse, lo hanno sempre amato, tanto che, ancora carcerato, nel 2008, si era risposato. Poi si era impiegato in un negozio, ma, scoperto dai media, ne era stato allontanato. Ha cercato ancora uno sprazzo di vitale appagamento, impeditone da due tutori dell'ordine aziendale e della tutela dei suoi beni. E' ritornato al gabbio, quello stesso da cui fece evadere una tigre, prigioniera di un circo. Alla prossima, Renato, finchè ci sarà vita. E, se sarà finita, non importa.

La deriva autoritaria e i suoi pittoreschi oppositori.

Corradino Mineo è stato esautorato dai suoi ruoli istituzionali perché ha eccepito circa le intenzioni anticostituzionali di quello che si può già definire il renzismo plebiscitario. Il berlusconismo, al confronto, è stato ben poca cosa ed è normale che alcuni parlamentari lo contestino apertamente. Se potessero ancor farlo all'interno delle correnti di una volta...il renzismo non esisterebbe. Ma quel sistema di democrazia mediatoria era diventato paralizzante. Per questo, in ogni ambito, si prendono le più strampalate decisioni e poi se ne propagandano le cause in modo da escludere le proprie responsabilità. Anche Corradino, quando era inviato di RAI 3 e direttore di RAI News, indulgeva alle censure: fece in tal guisa, quando, pur sponsorizzando uno speciale di Michele Santoro dal PalaDozza di Bologna, oscurò l'intervento di Daniele Luttazzi, un altro dei tanti epurati della RAI, per poi riprendere con gli sproloqui fintamente antisistema dei Travaglio, dei Santoro et similia. Anche Renzi ha il suo gineceo. A chiedere la messa in mora di Corradino è stata la popolarmente properosa Anna Maria Boschi, Ministro di un Ministero che non so. Nel generone nazionale non cambia niente perché non esistono i presupposti perché questo avvenga, ma sono evidenti i caratteri dittatoriali che il corso renziano vuole assumere; quegli stessi caratteri che Berlusconi non riuscì mai ad interpretare, non avendo un interesse personale a rivestirli, bensì solo uno scopo aziendale e familiare. Berlusconi era in patente conflitto d'interesse, ma che dire di un nominato improvvido fin nell'aspetto e prepotente, osannato dalle plebi, non più per un mediatico riflesso di ricchezza, bensì per ottanta euro, per i quali non c'è la copertura, che va e andrà ricercata in nuove tasse, variamente denominate. Ancora una volta, nella storia italiana, è la sinistra trasformista ad accompagnare le derive autoritarie, che i vecchi e tradizionali rentiers hanno avvertito e fatta propria con pavloviano riflesso.

giovedì 12 giugno 2014

Presupposti.

Erri De Luca è uno scrittore a me quasi sconosciuto, ma molto apprezzato negli ambienti popolar-resistenziali italiani. Tempo fa se ne venne fuori con un'affermazione di questo genere: è giusto, anzi è auspicabile che si saboti materialmente la TAV. I giudici di Torino, altrimenti noti per una lunga e per ora sterile battaglia contro il doping sportivo, sono invece fieramente dalla parte degli interessi costituiti, per quanto riguarda la contestatissima opera, che ha ormai travalicato i suoi confini geografici. Detta magistratura ha individuato, nelle parole di De Luca, un incitamento bello e buono a sabotare la linea in una escalation dell'opposizione ad un'opera che ha assunto il carattere di collettore della protesta di base in tutt'Italia. Come già detto, delle caratteristiche tecniche e politiche della tratta non so nulla e, quindi, continuerò a non addentrarmici. Mi interessa di più l'atteggiamento polemico dello scrittore, che, leggo, è già stato un attivista di quella che si chiamava estrema sinistra, delle cui vicende, più poeticamente che realisticamente, ha intriso i suoi libri, di solito brevi e focalizzati. Come Adriano Sofri, Erri De Luca ha detto che non si difenderà tecnicamente e accetterà eventualmente una condanna. Quanto si propone di fare è, nella cornice del processo, una domanda retorica: investigate sull'EXPO milanese e sul Mose veneziano, mentre sembrate mobilitati, riguardo alla Torino-Lione solo sulle manifestazioni contro il proseguimento dei lavori, come se, lungo i binari, non corressero anche le tangenti, almeno nella tratta nazionale, di cui, pur benemeriti per le sentenze sulla Thissen Group e le inutili indagini sul doping venefico nello sport, non vi curate. Ebbene, se mai De Luca cercasse, anche inconsapevolmente, una fragile notorietà dalle sue esternazioni, come non pensare altrettanto di una magistratura che indaga reati alla moda, sia che si tratti di anabolizzanti o di altiforni incendiari, ma in un contesto caratterizzato da una violenta contrapposizione valligiana e di importazione, non trova di meglio che ergersi a severa custode dell'ordine. Affaristico e tangentizio? E' prematuro parlarne. Non si comporta conformemente, in fondo, anche quando incarcera i corrotti? Lo fa in nome di quello Stato di cui è servitrice, tanto più tradita, quanto più ingenua e disinteressata, ma anche nella veste confermatrice dell'ordine legale, colpendo con sicurezza dove minore è la resistenza di quello stesso potere che, con rituale sacerdozio, impersona.

Scosse.

In Brasile non ne hanno avuto abbastanza sella Confederetion'Cup del 2013 e stanno per dare la stura ad un campionato del mondo al quale non erano preparati. La ripartizione delle spese proposta anche all'Argentina è stata rifiutata dalla Presidentessa, mentre quella brasiliana si è accollata uno sforzo improbo, in cambio di ricche royalties. Decine di operai sono morti nei cantieri, ma la manifestazione comincia con impianti incompleti che non saranno più portati a termine. Ad agitare le acque sono i movimenti di base, in Brasile come in molte altre parti del mondo, dove partiti, sindacati e lobbyes sono appattumati e sotto traccia. La Roussef è stata, da giovane, durante la dittatura militare, una fiera oppositrice della Giunta golpista; è stata arrestata e torturata. Ma oggi, dalla presidenza, il suo contegno non è diverso da quello di qualsiasi altro potente. Alla contestazione, suffragata da generazioni di favelados, oppone i proiettili di gomma e i candelotti ad altezza d'uomo di tutte le polizie al mondo. Non è il fascismo che ha combattuto, ma la repressione colpisce milioni di giovani uomini - sì, milioni, anche se i manifestanti sono, in tutto il Paese, qualche decina di migliaia - che hanno paura di raggiungere i trent'anni. Il campionato del mondo di calcio è un pretesto, un'occasione di far sentire le prorpie ragioni; un megafono molto forte che si correla con gli analoghi episodi che si sono svolti e che si svolgeranno dovunque esista un'organizzazione dei precari di ogni latitudine.

martedì 10 giugno 2014

L'irriducibilità della fede unica.

Shimon Peres ha chiuso la sua lunga carriera politica abbracciando Abu Mazen in Vaticano e piantando, insieme a Francesco e ad un metropolita, un albero della pace nei giardini del Papa. Poi è tornato in Israele per cedere il laticlavio a tale Rivlin, contrario a qualsiasi processo di pace e patrono dei coloni. Peres è stato per tutta la sua vita politica un prestigioso leader socialista. Pacifista e spesso critico delle politiche dello Stato sionista, è sempre stato relegato in secondo piano, fino alla tardiva consacrazione presidenziale. Era succeduto ad uno stupratore seriale, condannato per questo a ventidue anni di prigione e cede il posto ad un rappresentante della destra più ottusa e segregazionista. Peres ha in fondo ben rappresentato il mantra dell'ebreo. Pure apprezzato internazionalmente, rare e sporadiche sono state le sue partecipazioni a convegni internazionali. E' stato lui, a poche ore dall'abbandono, a sancire l'assegnazione di un premio a Giorgio Napolitano, definito difensore dell'ebraismo e fiero oppositore dell'antisemitismo. Ma la parabola collaborativa, che pure trovava difficoltà evidenti, anche da parte sua, ad esprimersi, non ha mai trovato sbocchi ed oggi Istraele ritorna precipitosamente sui suoi passi, vanificando il cerimoniale incontro di preghiera. Lo stato dell'arte resta inalterato, anzi rincrudisce nei suoi caratteri contrapposti: il Dio dei tre monoteismi, destinatario di preghiere solo apparentemente uniformi dove sottendono la pace, continua ad ispirare gli oranti in modi difformi e il tentativo ecumenico di Francesco era meglio se non veniva esperito.

La prepotenza della menzogna.

Ci sono morti e feriti, ogni giorno, nelle regioni orientali dell'Ucraina. Così come parte dei "rivoluzionari" che hanno portato alla liberazione della Timosenko e all'elezione dell'oligarca arancione Petro Poroshenko, sono nazisti emuli ed eredi di quelli che affiancarono i tedeschi nell'invasione della Russia, nelle enclaves russofone in lotta, ad agitare il vessillo di una battaglia sempre più disperata sono gli ucraini di orine russa che combatterono in Cecenia, convinti di aver evitato all'ex Repubblica sovietica, un destino islamico ed integralista. Sono vent'anni che l'ordine regna a Grozny, gli armati islamisti si sono spostati nel Daghestan da dove hanno ordito due attentati clamorosi nell'imminenza delle Olimpiadi invernali di Sochi. Gli ex generali impegnati su di un fronte nel quale il sadismo reciproco la faceva da protagonista, hanno reindossato le uniformi, contrattaccano ed eseguono condanne a morte per fucilazione sui soldati e gli ufficiali che fanno prigionieri: sono ben armati ed addestrati, ma sono isolati. Putin sembra averli votati al sacrificio, accontentandosi delle basi militari, ma potenzialmente anche civili della Crimea, anche perché le stime sulle materie prime, soprattutto carbonifere di alcune di quelle regioni si sono dismostrate sovradimensionate rispetto alla realtà. Grazie, morite pure. In fondo Putin è coerente: ha giustificato l'annessione senza mostrine della Crimea in nome dell'autodeterminazione dei popoli, che gli fu certificata da un referendum indetto in fretta e furia, con le sue truppe all'interno della regione contesa. Ma la sensibilità per l'autodeterminazione dei popoli è assente dall'orizzonte politico e morale della piccola spia del KGB, tanto è vero che fece brandelli di analoga pretesa cecena, appena vent'anni fa, da quando, dopo sadismi reciproci d'ogni genere, il Governo fu affidato al fantoccio Ramzan Kadirov, che, da allora, non ha conosciuto opposizione al suo demandato potere. La prepotenza della menzogna volteggia su di uno strato lastricato di morti. Fra questi Anna Politkovskaya, per l'omicidio della quale sono state condannate tre persone, due delle quali padre e figlio, senza che sia stata individuata traccia dei mandanti.

lunedì 9 giugno 2014

Appena due parole.

Due parole sui ballottaggi in alcuni Comuni italiani, minori, direbbe qualcuno, invece significativi di radicate tradizioni e delle loro trasformazioni. Padova, purtroppo, si è confermata ridotta preziosa ma egualmente laida, del municipalismo che esclude. La città del muro che isola i quartieri indigeni dagli insediamenti degli immigrati, dell'intatto Ghetto ebraico e della Cappella degli Scrovegni, fatta affrescare da un mediocre usuraio, discendente di usuraio, per sperare di salvarsi l'anima, ma, soprattutto, credo, per immortalare, in una forma ipocritamente accettabile, la sua ricchezza estorta, ha insediato al Municipio un'accozzaglia di leghisti, di Fratelli d'Italia ed altri cascami della Destra popolare e becera. Padova è stata uno degli epicentri della "strategia della tensione", negli anni '70, così piccola eppur pullulante di sedicenti giornalisti ed editori, strettamente legati ai servizi segreti, ma anche piccola patria di quell'Autonomia operaia di cui Antonio Negri fu il mentore e l'agitatore, fino all'esilio alla Sorbona, al triennio carcerario ed alla ripresa dell'analisi dei movimenti insieme a Michael Hardt. Perugia, la terza capitale rossa della Prima Repubblica, passa a Forza Italia. Sembra bizzarro, ma è un sintomo dell'estrema aleatorietà delle appartenenze. Livorno, la rossissima va ai 5 Stelle, la sinistra è in lutto, ma dimentica che Livorno, sia storicamente, sia nell'indole intima dei suoi abitanti, è una città anarchica, quindi non rossa, bensì rosso-nera e il successo di Grillo sul vecchio rosso-comunista, a me non riesce strano, né insospettabile. I campanili, le piazze della politica-polemica cittadina sono tornate ad animarsi. Ormai, la politica nazionale è demandata all'esterno ed è un sintomo vitale che i Comuni siano tornati impetuosamente in campo.

Rampicanti.

Il Primo ministro indiano, neoeletto, Narendra Modi, ha annunciato che aprirà le porte del suo continente agli investimenti a zero spese, zero norme antinquinamento, zero sindacacti - mi sembra superfluo, basta fare una joint venture con quelli italiani -: vuole diventare definitivamente una grande potenza economica; nucleare lo è già. Il baricentro del mondo, per ora, non si sposta, ma le sue proiezioni, che attengono solo al lucro, si vanno diramando, con sistematica ed accentuata metodicità, verso i paesi di nuova industrializzazione, verso i prezzi minimi, pur in presenza di una tecnologia ancora insufficiente. Molte aziende italiane sopravvivono vendendo a blocchi, le forme tecnologiche più evolute che detengono, in maniera da poter affiancare e controllare i committenti, sia riguardo alle competenze che acquisiscono, sia alla lesine delle forniture integrate e necessarie che dovranno, se non potranno farne a meno, ancora fornir loro. Il neo Primo ministro ha sbaragliato, nelle ultime elezioni, il feudale e corporativo partito del Congresso, della vedova Gandhi, che, probabilmente, ne è stata lieta, temendo e ben a ragione per la vita sua e dei figli. I partiti familiari mostrano la corda in tutto il mondo; troppo gelosi gli egosimi, troppo limitatrici le politiche, con poche possibilità di spartizione fuori dalla cerchia dei propri dignitari. Il loro particolaristico ma ingentissimo interesse, sarà comunque salvaguardato e potra consentir loro di attrezzarsi per il nuovo sistema che verrà o che abortirà..in questa fase è solo un'intenzione. L'india, che ho visitato è un territorio vastissimo e multietnico, caratterizzato da due etnie principali violentemente contrapposte: gli Indu e i Musulmani. Per questa ragione fu creato il Pakistan, ma la diaspora dei seguaci di Maometto non fu sufficiente e, in un contesto ben diverso, fu concesso a pakistani e indiani di neutralizzarsi con la bomba nucleare. Il Pakistan è restato un paese statico e tribale, l'India emergente di cui si novella è costituita da 250.000.000 di persone, di modi affettatamente inglesi, di ingenti ricchezze, depositaria di competenze di vertice nelle telecomunicazioni. Ma l'India che ho visto è anche la plaga sterminata di orfani che fanno le guide dovunque, dei bambini e degli adolescenti stremati, al servizio di qualche grossista di preziosi e, come in Pakistan, nei forni che producono i mattoni per l'edilizia. Sono anche i bambini che, con mitezza e rassegnazione, chiedono l'elemosina, per cibarsi, sui marciapiedi delle grandi città, prima di coricarsi sotto tende di canapa grezza nera, sui marciapiedi stessi, secondo una specifica concessione comunale. Narendra Modi, di queste anime vagule e blandule, nate per caso e per niente, se ne frega, almeno fino a che non costituiranno un impedimento molesto alle deambulazioni affaristiche, quando, cioè, per altri versi, non credo che la loro condizione migliorerà. Il guaio è che, per noi, già ricchi e satolli, pigri ed illusi che il nostro sia uno stato acquisito ed a prescindere, i problemi aumenteranno ancora. Sono già tante le realtà economiche nostrane avvinte a quel carro fatto di joga mattutino, vacche libere per le strade piene di traffico, caste e famiglie, interi quartieri dediti ai più sordidi e disumani commerci, come attività castale che i genitori tramandano ai figli. E' una nazione fatta di assalti ai treni, sui predellini dei quali è consentito viaggiare gratis, come sui tetti dei medesimi, affollati come i vagoni. Anche in Inghilterra, i senza tetto possono occupare gratis le case pericolanti: il tessuto sociale e morale per il capitalismo è già pronto. Le droghe vegetali, le mille e più religioni stordiscono le varie caste di cui si compone quella primitiva e pagana società povera, mentre evidenti sono gli archetipi originari e comuni che sono osservabili sui muri della case. Ancora non ci sono comitati per la ripulitura, per non farne diminuire il valore. Narendra Modi è in fondo un altro ventriloquo del sistema, indigeno e internazionale. Siamo noi che abbiamo perso la voce.

domenica 8 giugno 2014

Nulla più a che spartire.

Settant'anni dallo sbarco anglo-americano in Normandia, perché quell'europa continentale era divisa fra l'orso sovietico e una congerie di nazionalismi asfittici che si erano rifugiati nel nazismo o alleati con esso, dopo averne costituito con il fascismo italiano la base ideologica, non reggeva più agli equilibri e rischiava di sconfinare nel sistema dell'economia pianificata, fumo negli occhi per gli Stati Uniti e per la sua ancella orgogliosa, l'Inghilterra. Da due direttrici opposte, Russi, stremati ma vittoriosi sulle milizie germaniche in rotta e nord americani, corsero ad accapararrarsi quanto più territorio poterono, per porlo, la Russia, a garanzia del suo impero territoriale e della sicurezza ammortizzatrice che le consentiva e, gli Stati Uniti, a contenderle, con un'ocupazione stabile attraverso poderosi contingenti militari, dei decaduti Paesi "alleati", l'egemonia su tutto il continente, che, altrimenti, ne avrebbe sterilizzato i commerci. Giocarono, in quest'ultimo spicchio di mondo, a favore degli americani, le lobby, economiche e religiose, che, mantenendo la loro scelta di fondo, palesemente fascista, si adattarono alla sua rovina, cercando - come fanno ora - di ammortizzarne le ricadute. Settant'anni dopo, la celebrazione ha cambiato i suoi connotati, o meglio, li ha persi: la Germania è di nuovo unita e dominante nell'Unione europea, la Russia sta riconquistando la sua alterità ambigua ed euralasiatica e gli Stati Uniti giostrano, sui flussi finanziari ed economici, in tutto il mondo, ma sono ormai pesantemente condizionati dal debito e contraddetti dalla Cina. Dopo l'improvvisa e per molti versi improvvida liquidazione del comunismo in Russia, gli Stati Uniti hanno dapprima imposto il sogno di un Eldorado finanziario che tutti i più modesti venditori delle banche hanno con violenza pari all'ignoranza, propagandato presso i risparmiatori autarchici dei B.O.T.. Il capitalismo genetico ha provocato una delle sue crisi ricorrenti, all'interno della cui patologia si stanno risistemando i soggetti nazionali, in vesti da protagonista o da comprimario. Quanto, delle culture specifiche, accantonate ma non rimosse, potrà riemergere o quanto dovrà assoggettarsi trasformisticamente alle volontà della cabina di regia, lo vedranno i posteri. La Russia si è affrancata dal nuovo ordine e già ne contrasta l'espansione sul versante orientale, sul quale l'alleanza energetica con la prima potenza finanziaria e capitalistica al mondo, la Cina, che della sua spietata dittatura continua a fare il volano del suo successo, pone seri problemi, soprattutto prospettici agli Stati Uniti. I piccoli e presuntuosi Stati europei, che nulla fecero per autoaffrancarsi dalla potenza nazista egemone, hanno partecipato, da comprimari, alla manifestazione sulla spiaggia dalla quale importarono, in molti ambienti, di malavoglia, la democrazia e il mercantilismo.

sabato 7 giugno 2014

Ricordi semplici e onesti

Il 7 Giugno del 1964, il Bologna f.c. conquistò allo stadio Olimpico di Roma il suo settimo e ormai cinquantennale scudetto. La temporalità suggersice che non ci sia proprio nulla da festeggiare; oltretutto è venuta a coincidere con una indiscutibile retrocessione in serie B. Quel giorno era caldo e luminoso ed io, che avevo tredici anni, me lo ricordo bene. Seguimmo la radiocronaca di Nicolo' Carosio che poco lasciava intendere l'effettivo svolgimento dei fatti, fino a quando a metà del secondo tempo, annunciò un calcio di punizione per il Bologna che fu tirato da Romano Fogli, un mediano arretrato dal tiro flebile, che le punizioni non le tirava mai. Fu, in quell'occasione, preciso e Sarti, il portiere nerazzurro, se la vide sfilare, trapassante l'area affollata, alla sua sinistra. Ci pensò a sei minuti dal termine Arald Nielsen, con uno dei suoi dondolamenti verso l'esterno dello spazio stretto ed il tiro dalla parte opposta a sancire la conquista, meritata e contrastata, del titolo a quella bella squadra, nella quale l'allenatore, laureato, dava del lei ai giocatori, in cui si rispettavano i ruoli, dalla cui interpretazione si evinceva la qualità reale o la modestia non truccata di chi li ricopriva. Arbitrò la partita Concetto Lo Bello, che diventerà di lì a poco deputato. La arbitrò bene, come sapeva fare, pur condizionato, come tutti gli arbitri, fino a calciopoli, dalle pretese e dall'influenza dei grandi club. Tre giorni prima era morto Renato Dall'Ara, il Presidente di quella squadra che giocava come solo in paradiso si era soliti fare. Fulvio Bernardini, già aggiudicatario di una scudetto con la Fiorentina, dedicò quella vittoria ai bolognesi, "gente semplice e onesta". La stessa che continua a tifare per i colori rossoblu.

Scompensi.

Mentre l'Italia naufraga sotto il peso di una prima Repubblica clientelare e di una democrazia corrotta e incorreggibile, il Garante anti-corruzione rimane solo, a pochi giorni dalla sua nomina. I suoi predecessori si sono dimessi all'unisono, non per la patente inutilità della loro opera, ma per essere stati bypassati dal nuovo censore. Divertente la proposta di Matteo Renzi che, poverino, non sa quello che dice, di trattare da alti traditori i politici che accettano o sollecitano mazzette. L'alto tradimento è una specie di reato che si attaglia solo alle alte cariche degli Stati o a suoi Funzionari in posizione di segretezza e responsibilità securitaria. E' giuridicamente inapplicabile a tutti quei sacerdoti civili, che, in qualsiasi ambito, aspirano ad arricchirsi e, ridicolmente, pretestuosamente e presuntuosamente, ad accreditarsi in una società ormai senza contenuti, né culturali né morali. BBB, non se ne esce e prospettive negative. Su queste fenditure speculano le combriccole di paese, impegnate a trasformare il declino della nazione in opportunità di rapina particolaristica. La moglie di Renzi scorrazzava per Firenze con un pass comunale per il quale non aveva titolo alcuno. Il marito, ovviamente, non ne aveva bisogno. Questa è la cultura dei piccoli italiani, immodificabile. La privacy non piace ai Governi che, come denuncia la Vodafone, entrano, senza rispettare procedure, dentro le linee degli operatori privati di telefonia mobile. Temendo un possibile effetto Snowden, la multinazionale inglese ha messo le mani avanti: tra le più intercettate, ovviamente, l'Italia per via della mafia, si dice, ma, in percentuale alla sua popolazione, la più ascoltata è Malta. Uno dei tanti lavori di merda: dover decrittare tutte quelle comunicazioni sgrammaticate, gergali e dialettali, lo spezzattamento delle frasi, i grugniti e i mugugni che qualche volta ho ascoltato, riprodotti da qualche sito informativo. Doveva essere meno difficile e snervante decifrare le comunicazioni in codice durante la seconda guerra mondiale. Beppe Grillo è voluto approdare nel Parlamento europeo, nel quale, a differenza di quello nazionale, pare soffrire di solitudine. Per mantenere la propria maniacale particolarità, cerca alleanze con soggetti politicamente volatili. Le contumelie che fanno del beone Farage, sempre fotografato con monumentali boccali di birra rossa e con una mimica da Mister Bean, fanno parte del gioco alla distruzione morale dell'avversario, proprio da parte di coloro nei cui ranghi allignano i più amorali ladri e farabutti. Prima o poi, dovrà decidersi; se stare in politica o farne parte e starne fuori. Nulla di nuovo: abbiamo già avuto le convergenze parallele e il partito di lotta e di governo. In Siria, Assad ha ottenuto una plebiscitaria riconferma con l'83% dei suffragi. I suoi due sparring partners hanno ovviamente preso il 3% e il 4%. Nessuna scheda biana o nulla. I morti, 160.000, non hanno votato. Il Presidente del Senato, Aldo Grasso, corregge la foga rottamatrice di Renzie con un'ipotesi più praticabile: decadenza immediata e perdita di ogni vitalizio, se un deputato o un senatore vengono condannati per corruzione. Al resto deve provvedere il diritto penale. Il commercialista bolognese Gnudi è il nuovo commissario all'ILVA: lo hanno nominato il suo collega minore all'ambiente, Galletti-Casini e una delle sue segretarie: la Maida.

venerdì 6 giugno 2014

Il vuoto su cui si regge il regime.

L'anno scorso, la televisione pubblica greca dovette chiudere per qualche giorno, prima che la Corte costituzionale ne disponesse la riapertura. In Italia, Matteo Renzi annuncia tagli draconiani alle sedi regionali, lasciando inalterata la grande greppia romana, quella che dovrà parlare di lui. CGIL e UIL hanno proclamato uno sciopero; la CISL è stata coerente con la sua linea di collateralità a qualsiasi Governo, azienda o centro di potere: dopo qualche tentennamento ha deciso di non partecipare. Ma anche lo sciopero del primo e del terzo sindacato confederale lascia perplessi: anche loro hanno consentito un prolungamento inusitato della vita lavorativa, hanno abdicato all'art. 18 e con esso, alla stessa loro ragione di esistere, almeno come rappresentanti dei lavoratori. Solo a queste condizioni, un simulacro di partito di sinistra ha potuto ottenere un consenso plebiscitario sulla linea dell'appiattimento alle volontà di Obama e Merkel, della Goldman Sachs e del club Bilderberg. Tutti pazzi per il pupazzo: le banche, Confindustria, CGIL CISL e UIL, Conferenza episcopale, terzo settore, enti locali ( Governo dei Sindaci ), giornali e televisioni; il mondo dello spettacolo non satireggia su di lui e anche le gerachie sportive lo appoggiano. Renzie vende speranza senza presupposti concreti e , per l'ennesima volta, ha fatto presa su di un paese allo stremo della democrazia e della sua dignità La vicenda degli 80 euro è lì a dimostrarlo. Non appare nulla che faccia sembrare, la sua, una vittoria progressista, fondata sulla partecipazione e sulle lotte. Quindi, il consenso a Renzie si basa sulla fine delle illusioni e sulla rassegnazione. Quanto deve rodere a Veltroni essere stato precipitoso nell'interpretare il "nuovo", a suo tempo, anche se dicono che potrebbe rifarsi con la Presidenza della Repubblica, a capo della quale si farà chiamare Francesco Berlinguer. La forza di Renzie sta nell'inerzia e nella passività diffuse tra le persone massacrate o provate dalla crisi, che si aggravano per l'assenza dell'azione sociale e sindacale. La Grecia è stata ed è la cavia dell'Europa forte e serve anche alla comprensione dei limiti del puro esercizio brutale del potere in un contesto formalmente democratico. Renzie è il fantaccino che sperimenta il cambio di dosi e le modalità di somministrazione della stessa terapia mortifera. Gli 80 euro in busta paga sono stati questo: una misura certamente concordata o autorizzata per cercare di rendere accettabile il proseguimento della politica di prosciugamento delle risorse. Vengono ribaditi i tre principi cardine che la sostanziano: La flessibilità del lavoro, cioè la riduzione di salari e diritti, le privatizzazioni e la riduzione della spesa pubblica sociale, il pareggio di bilancio, cioè la fame per le categorie stremate della popolazione. Con sei milioni di disoccupati reali, non si mette in discussione la politica economica importata ed il vincolo europeo, al carro del più ricco. Siamo forse la seconda cavia d'Europa; lì si è usato il bastone, qui si prova con Renzie. Gli unici ad opporsi sono i sindacati di base, i movimenti, coloro che sono privi di abitazione ed i facchini. Tutto il resto della rappresentanza sociale è in letargo opportunistico. Contro i poveri oppositori è in atto una violenta repressione poliziesca, che ha visto, come fiancheggiatori, alcuni esponenti del servizio d'ordine del PD, pallida ma resistente copia dei gasisti bolognesi e dei Katanga milanesi, negli anni '50 e'60. Il costituendo regime renziamo si nutre della passività e del senso di sconfitta di un defedato mondo del lavoro. Per impari che siano le forze, ribellarsi alla normalizzazione è fondamentale per mantenere viva la possibilità di una rinascita del senso democratico della vita in questo Paese ed in Europa.

Afonie.

A Donetsk ed Odessa, i caduti filo-russi sono stati probabilmente eliminati con gas urticanti, su un'altra città ucraina, Lugan, cadono testate convenzionali ad alto potenziale, incapaci di mirare un obiettivo, contribuiscono alla lotta nazionalistica ma fratricida ben identificati nuclei di neo-nazisti che si rifanno a quelli che parteciparono con i tedeschi all'invasione della Russia. Eppure, il mondo occidentale fa finta di non accorgersene ed anzi fomenta l'azione del Governo ucraino neo-eletto, ma anche di questi sciagurati, che sono troppo bene armati per aver provveduto da sé al proprio equipaggiamento. Nello stesso tempo, filmati documentari attestano che in talune enclaves controllate dai secessionisti, veri e propri governi militari decretano condanne a morte che vengono eseguite da sicari incapucciati, Un comandante ben identificabile ed anzi presentatosi, dopo aver illustrato le "ragioni" della sentenza, ordina in video l'esecuzione dei condannati, che cadono con le vesti scompigliate dalle raffiche. Obama partecipa a summit con il neo-presidente cioccolatiere, conferma sanzioni e ne minaccia altre, asserisce di essere al fianco degli ex nemici ucraini e l'Europa va tacitamente al traino, in un'assenza di inizativa politica palese da lasciare interdetti. Putin ha fatto una mossa chiara: ha riorientato in parte i suoi gasdotti verso il confine cinese, mentre, a livello bancario, si va armonizzando il cambio fra il rublo e lo yuan. Il messaggio non potrebbe essere più chiaro: possiamo fare a meno di voi. Potete dire altrettanto? Non illudetevi di poter incettare il nostro gas assumendo il controllo dei gasdotti ubicati in Ucraina. Possiamo riorientare completamente quei flussi e lasciarvi tutti all'asciutto. I Cinesi si sono dimostrati subito disponibil a modificare, con i Russi, la geo-politica mondiale, soprattutto in rapporto alla parte centrale ed occidentale dell'Europa, perchè gli Stati Uniti potranno continuare a giostare sullo scacchiere da una posizione energeticamente non impegnativa e gli unici a veder repentinamente decadere le loro economie sarebbero i silenti europei. Non illudetevi, sembra dire il piccolo Zar di continuare a godere della posizione di rendita del dopo Guerra mondiale, il gioco si è aperto e noi, Russi, Statunitensi, Cinesi, sappiamo giocare. Emancipatevi quindi dalla tutela americana, o meglio, interagite efficacemente fra di voi e verso di noi, se volete contare qualcosa nei rapporti reciproci. Ma l'Europa ha o potrà avere questa voce? Che ne dirà Renzi di tutto questo? Sarà rottamabile, da parte sua, questo sistema o ne sarà, lui insieme a noi, rottamato? Chissà come saranno preoccupati Putin e il Primo ministro cinese.

giovedì 5 giugno 2014

Apprezzamenti non richiesti, né graditi.

Il pampa-Papa questa volta ha sbroccato, mentre aggiungeva al suo rosario francescano una nuova categoria di esclusi, disprezzati, ecc. Forse ha qualche affinità teatrale con Marco Pannella, che ha basato la sua fortuna politica sull'allucinata invocazione a supporto dei suoi personali successi, di ogni sorta di sfortunato consimile. Infatti, gli ha telefonato. Quest'oggi il Pontefice si è rifatto ai tempi in cui, trovandosi a Roma, a coltivare la sua potenziale carriera, poteva prendere i mezzi pubblici per spostarsi e, al momento della salita di gitani, sentiva gli autisti catechizzare gli altri passeggeri perché prestassro attenzione ai loro portafogli. Anche se è vero che costoro rubano, non li si deve apostrofare così. Sono d'accordo, ma in che altra maniera un autista gergale di autobus poteva rispettosamente rivolgere un ammonimento agli altri passeggeri? L'uno, duce e guida e gli altri, i trasportati, facevano gruppo, etnia e scoprivano una solidarietà limitata e temporanea contro gli estranei e questo non è evangelico. Ma, si sa, di fronte alla pecunia l'uomo è fondamentalista. Il fatto è stato che la rappresentante della comunità Rom e Sinti, pur ringraziando per la buona intenzione, ha tagliato corto: non cada, Santità, nello stesso razzismo che ha appena denunciato, la carità cristiana non è tutto, almeno per noi, anzi..Si informi: nella nostra lingua, Rom vuol dire uomo e basta ed è così che gradiamo essere citati da chiunque. Grazie anche per la paterna carezza sul nostro capo pidocchioso, ma, in questi termini, non lo faccia più. Siamo stati capaci di farne a meno, siamo stati sterminati nei campi di prigionia nazisti e non ci siamo pianti addosso, come gli Ebrei, nessuno ci ha mai compatiti. Non siamo citati nelle querimonie penitenziali dei politici e degli altri uomini pubblici; in fondo, nessuno ci ha mai difeso né ci difende. Neanche Lei, chiamandoci zingari, per farsi capire ed accettare dai Suoi adepti, lo ha fatto. Se deve continuare così, lasci perdere. Esiste un filmato della Guardia di Finanza di Savona, organo di polizia giudiziaria, anche a prescindere dai compiti istituzionali, che documenta l'arresto di un medico psicoterapeuta della città ligure, per abusi sessuali sui pazienti ricoverati. Il film non documenta gli abusi del medico, ma il contorno di strattoni, ceffoni punitivi susseguenti a delazioni circa i comportamenti, pestaggi a terra nei corridoi, strattoni per i capelli, coricamenti forzosi con sberle ripetute, perché i molesti malati ubbidissero, per timore, alle ingiunzioni svogliate e irritate degli inservienti. Il commento era, come al solito, retorico. Invece, penso che il breve estratto sia documentario dei rapporti reali e quotidiani verso chi disturba con la sua inabilità e non è in grado di difendersi da chi ha scelto per necessità o di malagrazia, l'odioso - in tutti i sensi - mestiere. Così, per pigrizia e frustrazione, si sfogano nei manicomi, nelle carceri, durante gli arresti individuali e i confronti in piazza, da ambo le parti, mentre gli abusi sessuali vencono compiuti con sistematica indifferenza e continuità, sui pazzi, a cui nessuno crederà, sui bambini, contando che si chiudano e tengano nella loro anima deformata il male che li accompagnerà per tutta la vita, su chiunque, restituito allo stato di natura, sia privo di un ruolo e di un riconoscimento sociale. Per costoro, all'abuso si accompagna il giudizio, che non è mai, se non convenzionalmente ed ipocritamente caritatevole.

E poi, che cosa ne è stato?

Venticinque anni da Piazza Tiennamen a Pechino, con la foto di un povero ragazzo che frontrggia un carrarmato e di cui non si è mai conosciuta né l'identità, né la sorte. Dopo la caduta del blocco antagonista sovietico, con il quale la Cina è sempre stata in rapporto competitivo, ricercando una sua propria area d'influenza, la dittatura si è consolidata e non ha più avuto sussulti come quello improvvido e sincero dei giovani studenti che desideravano un mondo meno cupo. Invece la cupezza contro ogni espressione democratica si è confermata, mentre la cinesi sociale è stata assicurata da un vorticoso sviluppo anarco-capitalistico che ha fatto cadere anche l'ultimo diaframma interpretativo, per il quale liberi commerci e democrazia erano andati storicamente - almeno finora - di pari passo. Dittatura e capitalismo sono invece compatibili e corrispondono ad una variabile ( di prospettiva ) ma univoca concezione materialistica della vita che, nell'esperienza cinese coniuga arricchimento ed insensibilità morale per le sofferenze e la morte di tantissimi oggetti-schiavi, la cui sorte, data la quantità, è indifferente e per i quali, senza diritti sociali, "l'esuberanza" occidentale non è conosciuta. In tutto questo non c'è un barlume di coscienza civile, di spirito illuministico, di compensazione economica e politica. Anzi, la presenza, anche larvale, di questi elementi metterebbe a rischio il sistema dittatorial-economico, come in precedenza la tenuta di quell'allora poverissimo regime. Sono vent'anni che è scomparso Enrico Berlinguer, mitizzato Segretario del Partito comunista italiano che portò nel corso di dodici anni, prima di essere spezzato da un ictus durante un comizio a Padova, a condividere con la D.C. morotea un breve tragitto all'insegna del compromesso storico, prima avvisaglia di un modello compromissorio che si sarebbe trasformato nelle tanto di moda "grandi coalizioni", dove l'alterità maggioranza-opposizione si stempera in un corporativo andazzo compromissorio. Sono queste le forme di governo dei periodi privi di bussola. Moro sarà ucciso da un nucleo partigiano che, utopisticamente aveva continuato a ragionare, senza che ne esistessero più i presupposti, secondo i canoni del leninismo, più che del marxismo dottrinario. Berlinguer suggestionò tutti gli Italiani per via del suo monachesimo e della sua integrità personale. Anche quelli che per indole e costume mai si sarebbero acconciati al modello che proponeva, gli riservavano un ossequio sentito per la comune formazione cattolica di quasi tutti noi, più che per le novità ideologiche che si limitavano ad affernazioni di maniera sulla NATO, per mitigare i malumori americani e sulla perdita di propulsione del sistema nato dalla Rivoluzione d'Ottobre, che in realtà fu Novembrina. Il suo maggior merito, la sua alterità col modello democristiano con il quale si era diluito, consisteva nella denuncia della corruzione come male mortale della società italiana, ma la sua denuncia toccava i canoni della moralità personale che avrebbe dovuto informare, definitivamente, quella pubblica. La sua moralità non era dunque quella nordica del capitalismo, ma quella familiare e domestica nella quale si dovevano attestare i rapporti fra le persone e le classi. La sua era un'invocazione ad una impossibile moralità di popolo, condivisa e comune. Proprio per questo, i suoi funerali emularono quelli di Togliatti; alla sua salma resero omaggio tutti, anche Giorgio Almirante, Segretario dei fascisti del MSI, chiese e fu ammesso a salutarlo, ma la sua aspirazione, molto condizionata dalla innaturale ibridazione con i cattolici, altrettanto, ma ben diversamente conservatori, aveva più dell'aristocratico latifondista sardo, pur fulminato sulla via di Damasco del riscatto immaginario del popolo minore, che del radicale rinnovamento della vita politica. Ne ebbe paradossalmente di più suo cugino, Francesco Cossiga, quando, dalla Presidenza della Repubblica, picconò la prima Repubblica e i suoi partiti, compreso il suo.

mercoledì 4 giugno 2014

Miasmi.

PD e PDL uniti dalla tangente. A parte i nominalismi, i riciclati, (ri)convertiti, in decine di "altre" denominazioni, sono sempre gli stessi e identico è il sistema che li sorregge. Questa volta i P.M. di Venezia accusano gli imprenditori di essere i corruttori sistematici dei politici, che li favoriscono come le loro amanti, i loro procacciatori d'affari i loro Numi tutelari a qualsiasi titolo, come coloro, cioè, che sono in grado di aprire e poi, eventualmente, presidiare le porte. Che c'è di inaspettato in tutto questo? Non voglio fargli pubblicità, ma lo grida, vox clamans in deserto Beppe Grillo, accusato per questo di nevrotica inattendibilità. Più intrigante, ma a pensarci bene, ovvia, è la constatazione che per qualcuno, rude e avvezzo alla sofferenza ( definizione che diede di sé Primo Greganti ), quello del tangentaro e' stato un vero e proprio mestiere, le cui scremature hanno costituito l'accantonamento previdenziale del prestatore dei suoi buoni uffici. C'era dunque chi si esponeva e rubava e chi ne beneficiava, sia in termini d'apparato, sia in termini individuali. Queste gerarchie improprie vengono facilmente accettate ed hanno alla base non la necessità, ma una concezione vieta e materialmente ripugnante delle ragioni dell'esistenza, indifferentemente fra i ricchi e fra i poveri, che, questi ultimi, sembrano solo coloro che, non avendo nulla da prestare e da spartire, sono costretti alla frustrazione dell'onestà. Chi agita l'onestà è temporaneamente fuori dai giochi, dato che gli esempi individuali contrari non fanno statistica. Ingenuamente mi chiedo che effetto abbiano fatto quelle spese follemente voluttuarie, quelle ristrutturazioni principesche, quelle continue acquisizioni di fasto e "prestigio", presso le famiglie che le condividevano. Le mogli "oche" pensavano che si trattasse del riconoscimento palese e patente delle qualità del coniuge? I figli crescevano nella mitologia e nella retorica del papà provvido e provvidenziale, modesta, ma non tanto, effigie di dio? Chissà che tragica disillusione. Michelle Bonev, Dragomira per gli amici, lamenta oggi su twitter che il suo sito è stato oscurato dalla Procura della Repubblica di Roma, dopo la diffusione integrale del verbale di interrogatorio, nel quale replicava alla denuncia per diffamazione di Francesca Pascale, promessa di Berlusconi e madre di Dudù. L'infelice Michelle invoca la libertà di espressione e, in questi termini, sono d'accordo con lei. Non so se si proponeva di ricattare o, almeno, di diffamare, ma penso che le motivazioni vadano accertate oggettivamente, alla luce dei fatti, su un piano di assoluta parità fra le parti in causa ed oscurare un sito sul quale la Bonev si stava certamente pubblicizzando, al pari di tanti altri, ma sul quale intratteneva anche iniziative umanamente non disprezzabili, sempreché non fossero strumentali, resta un precedente pericoloso e da respingere, perché inibisce non solo la libertà di espressione, ma anche la responsabilità di chi procura, eventualmente, danni ad altri, sia che si tratti dei fidanzati di Arcore, sia che, invece, si tratti della Bonev stessa. Sperando, da parte sua, che i danni lamentati non siano esclusivamente artistici, dopo aver soggiaciuto, per amore di carriera, anche a rapporti saffici, con la donna di un vecchio bacucco, per la quale, quindi, l'amore fisico potrebbe essere, sussistendo le condizioni descritte, trasceso e sponsorizzato ad altra partner. Detto questo, sono del tutto contrario che si chiuda preventivamente la bocca a qualcuno e, per così dire, attendo le motivazioni della sentenza.

martedì 3 giugno 2014

Disinformatia.

in Ucraina è in corso una guerra civile, circoscritta alle zone orientali e russofane, che i neo insediati Governo e Presidente stanno reprimendo con azioni belliche, nel cuore delle città in rivolta, con armi di distruzione di massa, cioè incapaci di mira e dispiegamento di mezzi tecnici che fino a poche settimane fa non erano censite. I fratelli uccidono i fratelli in una nazione che seppur divisa, a grandi linee, in due aree, non aveva ancora conosciuto lotte intestine. Russi e filoccidentali si scontrano, senza che i protagonisti di tutto questo escano da dietro le quinte, dove continuano a dissimularsi. Gli americani hanno almeno, per due volte, messo in campo il loro Segretario di Stato e il Vice-Presidente, mentre l'invocata europa, che invece li metterà alla gogna, fa la gnorri, sentenziosa e sanzionatoria, aumentando il senso di sgomento e di paura che i suoi sembianti suscitano, anche all'interno del limes storico. Tutti tacciono, in questa fase, mentre i morti si affastellano ignorati in ogni provincia ove i filo-russi o russi emigrati essi stessi hanno imbracciato le armi, sperando nell'aiuto fattivo della Madre Patria che, invece, li ha disconosciuti di fatto ed abbandonati ad una vendetta fine a se stessa. Perché nell'Europa dei ventotto saranno solo gli ultimi straccioni. E' il secondo conflitto, dopo quello bosniaco, nel quale l'appartenenza etnica è invocata a giustificazione di inumani ed incivili massacri. E' anche questa l'Europa che ci aspetta? Sembrerebbe di si, data la disinformazione che caratterizza questi eventi, pericolosomante celati.

lunedì 2 giugno 2014

Frammenti.

Dopo un anno di austerità, trovato lo sponsor, le Frecce tricolori hanno ripreso a sfrecciare. Anche gli altri costi della retorica sfilata da potenziuccola al seguito, sono state pagate dai sostenitori, per i quali, ovviamente, dovremo condurre le nostre future operazioni belliche, pardon di pace. La commissione europea ha smorzato le bischerate di Matteo Renzi, rifacendo il punto della situazione dell'Italia e lasciandogli una deroga, per il prossimo anno, al raggiungimento del giugulatorio pareggio di bilancio, che lascerà scoperte vaste fasce della popolazione, clientelarmente selezionate, come è d'uso. Due bambinelli di sei e sette anni sono stati uccisi da uno sconosciuto che si sono trovati davanti all'apertura delle porte di un ascensore, prima che il buio, senza esperienza, si richiudesse precocissimamente su di loro. Nella grande america, la cui civiltà è in realtà molto primitiva, sono fatti usuali e la pena di morte che viene comminata a queste personalità non servirà ad impedirne la riproduzione in serie. L'Alitalia dei Patrioti sta per passare agli arabi per 600 mln di euro. Poi, come tutti gli acquirenti, vorrebbero ripartire da un drastico, susseguente alla spesa, ridimensionamento degli organici. Non sanno che gli organici romani sono frutto di clientele inestirpabili, non disposte ad allontanarsi dalla base familiare e non sospettano che sono ben addestrati a rintuzzare qualsiasi tentativo di razionalizzazione, beduina o capitalistica che sia. Altri 600 mln buttati in volo e un altro periodo di inerzia lavorativa per il personale di volo e di terra, per altro caldo e piacevole, dell'Alitalia dei cento padroni. In India, un continente di un miliardo di abitanti, la campagna internazionale contro gli stupri verso le ragazze e le bambine, secondo una gerarchia di casta, ha provocato una dimostrativa recrudescenza delle violenze sessuali, a cui seguono le uccisioni, accompagnate da roghi, impiccagioni, strangolamenti, eviscerazioni. La violenza, non solo quella sessuale, ambientale e castale non è un fenomeno solo indiano, è vigente, sotto mentite spoglie, in ogni ambito etologico; l'unica differenza è che non viene rivendicato e, sotto sotto, approvato, con tanta evidente virulenza. Ma, come dimostra lo scempio del Circeo - solo per citare un esempio noto - alligna ovunque e come letterariamente documentato dal "Cacciatore di aquiloni" e da tanti educatori, religiosi e non, non solo verso le femmine. I campionati del mondo di calcio del 2022, che dovrebbero svolgersi in Quatar, in un ambiente desertico e adattato artificialmente all'evento, godono di una così bislacca destinazione, solo per le progressive e sistematiche tangenti, con le quali si sono ulteriormente arricchiti tutti i cialtroni che satrapeggiano le organizzazioni calcistiche sovranazionali, facendo dei circenses e dell'insulsa passione popolare, il volano di una profonda corruzione di cui, il greve e ignorante Michel Platini, Presidente con la cravatta sempre allentata della FIFA, è il soggetto più significativamente, ma anche popolarmente, emblematico.

domenica 1 giugno 2014

Inavvertenze.

Quaranta morti in Nigeria in una zona spesso oggetto degli attentati di Boko Haram. Dev'essere stato un bel botto, in quello stadio, durante una partita di calcio. Gli islamici sono all'attacco nelle zone limitrofe, energeticamente, al mondo che consuma le loro materie prime, senza che da questa ricchezza venga un piano di crescita autonoma. Anche l'italiana E.N.I. ha molte cointeressenze in quel Paese di cento milioni di abitanti e nel quale la parte cristiana, oltre ad essere la più proclive in termine di corruttività, controlla le fonti energetiche a beneficio delle corporations inglesi ( ex coloni ), nord americane ed europee. I guerriglieri di Boko Haram non sono certo più evoluti, ma sono il braccio armato di Al Qaeda e di molte sue filiazioni locali. I guerriglieri, la cui organizzazione deve essere molto ben ramificata e fondarsi sull'alleanza muta di buona parte della metà musulmana della popolazione, non sono più evoluti dei loro committenti e dei loro dirimpettai cristiani, ma non è questo il loro compito, per il quale, anzi, una qualche forma di evoluzione sarebbe ostativa. E questo compito da bruti, a metà fra il piacere sadico della dominanza e della distruzione e l'invasamento religioso e mistico verso la vittoria nella jiad o il sacrificio nel martirio, li rafforza patrimonialmente attraverso i riscatti e contribuisce a formare certamente delle gerarchie economiche e di comando al loro interno. Sta di fatto, che le interpolate autorità nigeriane non ce la fanno, neanche lontanamente, ad impedire gli attentati e ad arrestarne gli autori. La guerra globale per procura è molto più prossima, almeno ai nostri interessi ed alle nostre comodità, di quanto il provincialismo domestico ci consenta di apprezzare.

L'Italia in deroga.

Chiedilo a loro. recita così la costosa propaganda cattolica a favore del riconoscimento dell'8/°° alla Chiesa cattolica italiana. Ma, a spulciare i resoconti contabili, ci si rende conto che quasi nulla viene direttamente conferito all'assistenza, per la quale ci si vale di altri ristorni statali senza che nessuno, nemmeno il massone Mario Monti, sollecitato dalle commissioni europee, abbia messo efficacemente mano alla questione. Dal fisco, dunque, la Chiesa continua solo a ricevere, come tanti altri Enti fioriti o tramandati durante la Prima Repubblica, a dire il vero. Il miliardo di euro che viene attribuito, ogni anno, ai preti è frutto di un calcolo globale sulle astensioni ( il 60% ,) il 90% del quale finisce nelle casse vaticane. Dato che i cattolici espressi in Italia sono tre per dichiarazione e che le altre confessioni od associazioni ne assommano uno ogni centomila, è chiaro che tutta la torta o quasi finisce nella capaci pance di Vescovi e Cardinali. Fra i possibili beneficiari, vengono omesse le comunità islamiche, destinatarie di altre carità, anzi elemosine o concorrenti troppo pericolose per il cattolicesimo sociologico nostrano? L'11 febbraio 1929, Benito Mussolini, un mangiapreti, però al Governo, come il suo emulo Bettino Craxi, firmò, insieme al cardinale Pietro Gasparri, i patti lateranensi che poi furono inseriti nella Costituzione repubblicana per i realistici buoni uffici del P.C.I., mentre la comunista Presidente dell'Assemblea, Giglia Tedesco piangeva senza ritegno. La questione romana era già stata sanata con la Legge delle Guarentigie, con la quale lo Stato sovrano liberale riconosceva al Papa il pieno esercizio spirituale e, come al solito, ampie esenzioni fiscali ed un cospicuo assegno per il mantenimento del clero di 3.225.000 lire, pari a 13.000.000 di euro. Ma Pio IX non si accontentava e rivendicò anche la Corona, con la "Uni nos", nella quale affermava che la potestà gli era stata affidata da Dio. Il Cav. Mussolini trovò più comodo ed opportuno tacitarlo così, ricevendone in cambio l'unzione ufficiale e pubblica in un Paese dove vigeva una dittatura e dove il Pontefice sapeva benissimo ch erano presenti sensibilità politiche e culturali ben differenti e, in clandestinità, all'opposizione. Il fascismo cadde, il concordato no. Chiarificatrici furono le parole del grande giurista Piero Calamandrei, a proposito dell'art. 7. "Si introducono di soppiatto nella Costituzione norme occulte, in urto con altrettatnti articoli palesi della nostra Costituzione. I Patti lateranensi realizzano uno Stato confessionale, ponendo coloro che professano la religione di Stato in condizione di favore e privilegio giuridico. Fu Bettino Craxi a rilanciare, per mere ed illusorie ragioni di consolidamento del suo potere minoritario e negoziare con la Chiesa il recupero del terreno perduto durante il processo di emancipazione degli anni Settanta, che aveva portato a grandi svolte nei diritti civili: Statuto dei diritti dei lavoratori, divorzio, nuovo diritto di famiglia, aborto e che aveva messo all'angolo il fronte clerico-fascista-democristiano. Un fronte sempre pronto a ricompattarsi, al prezzo di qualunque simonia, anche quando è dormiente sotto la coltre degli interessi celati. Il ladro Bettino, mentre ridava la stura al riflusso politico-economico-sociale, avvertiva il bisogno di un'altra alleanza con i controllori dell'anima nel ritorno alla stasi sociale spacciata per riscoperta del privato, cattiva coscienza del farsi i propri casi, nell'elevazione a norma dell'amoralità familista. Berlusconi, poi, perfezionerà tutto questo. Verrà lo smantellamento della Costituzione repubblicana, ma, scommettete, che, come un rudere antico, ben solido pur nella sua rovina, l'art 7 resterà o sarà sostituito da altro consimile, nonostante il diverso regime fiscale vigente per la Chiesa, cattolica e non, nei Paesi leaders dell'Unione europea? L'Italia è sempre in deroga, almeno parzialmente. Sarà per la nostra ontologica genetica cattolica - almeno per chi non conosce il mondo antico - che scambia tutta questa ignoranza per sistema di potere, fondato e sostenuto su fiumi di denaro, che, come recita il Concordato craxiano, riconosce il valore della cultura religiosa e i principi del cattolicesimo, parte ( bontà sua ) del patrimonio storico del popolo italiano.