mercoledì 25 giugno 2014

Dispersioni.

Al campionato del mondo di calcio, in corso in Brasile, ai peana guerreschi, ai quali fanno seguito barbine figure, si affiancano, trascendenti di tutto, anche delle condizioni di miseria di milioni di locali, momentaneamente messe sotto il tappeto erbaceo, le invocazioni a dio. Ce lo si ingrazia all'ingresso in campo con contriti ma ripetuti segni di croce, accompagnati da un feticistico contatto con il terreno di gioco. Segue il canto ispirato dell'inno nazionale, tanto retorico quanto contraddetto dalle sicure combines di alcuni fra i canterini. Ogni goal viene assegnato all'intercessione divina, lo sguardo si perde verso l'alto. Solo i giocatori africani inscenano un balletto tribale, anch'esso certamene propiziatorio o grato. La matrice sud americana del torneo, cattolica ma interpolata da mille contributi, conservati, modificati o sincreticamente miscelati di antichi riti delle etnie che compongono il caleidoscopio continentale, spicca in tutto il suo barocchismo superficiale e superstizioso. Che "la mano de dios" si serva degli "ispirati" arbitri latini del Mercosur o di qualche asiatico o indoeuropeo FIFAiolo, per tessere la sua trama, è conseguente per chi ha fede. Alla levità di questo costume, che surroga la democrazie, evade dalle competenze e uniforma la corruzione, mescolandola, si ispirano inconsapevolmente le masse colorate dei baccanali inscenati sugli spalti. Eppure si tratta di una simulazione - in tutti i sensi - di imprese agonistiche, che dissimulano la caccia il sacrificio e l'esibizione delle spoglie della preda, anche i morsi di qualche centravanti che non si è evoluto da quando, bambino, litigava e competeva con i denti con i coetanei. Neanche i Crociati furono così teatralemnte ispirati, quando si accinsero alla rapina e allo stupro, per salvaguardare i luoghi santi alla cristianità, senza successo, a giudicare dall'attuale, irredimile, pretestuosa contesa che vede come sostituti protagonisti gli ebrei e gli islamici. Mai la fede fu così ostentata. Nelle ridotte alberghiere, altro è il pathos: la squadra inglese ha passato una piacevole vacanza con prostitute locali che sono state fotografate sui terrazzi dell'ostello, all'alba, ignude. I papaveri della FIFA, burocrati ed ex calciatori, i calciatori stessi, senza o con famiglia al seguito - sono impenitenti fedifraghi - hanno di che sollazzarsi per sopportare la noia: sapendo che il loro circuito è ostruito, i partecipanti ai campionati nazionali più remunerativi, preferiscono darci un taglio e non compromettere la preparazione estiva. Le scommesse pullulano e le schiere coloratissime dei turisti che affollano le non economiche tribune ( di uno stadio o di un sambodromo, poco importa ) gioiscono cretinescamente della loro dispersiva vacanza. Il peso delle Federazioni nazionali influenza, oltreché le nomine, i risultati e, quando i giochi saranno fatti, vedremo un bravo arbitrello dirigere la finale, con saltellante compunzione e rassicurante mestiere.

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