giovedì 30 aprile 2015

La legge è legge, ma i soldi sono già stati sprecati.

La Corte costituzionale ha sancito che la norma che bloccava l'indicizzazione delle pensioni più alte è incostituzionale. Certamente, a stretto rigore giuridico ha ragione, anche se suggerisce che i supremi giudici abbiano anche voluto tutelare il pingue potere d'acquisto delle proprie. Se ci si volesse pronunciare con consequenzialità su tanti aspetti della legislazione pasticciona e contraddittoria prodotta in questi ultimi decenni ed alla luce di una Costituzione desueta ma ancora vigente, penso che dovremmo tornare a prima del tifone dilettantesco che ha preso ad imperversare sui patri destini. Questo non avverrà, anzi, il buco da cinque miliardi che apre da stasera nei conti previdenziali comporterà un aumento proporzionale dell'età per la quiescenza dei comuni immortali. La legge è legge, ma purtroppo i soldi sono stati già sprecati in mille malversazioni e clientelismi e a questo, tranne che per un numero esiguo di categorie sociali e di beneficiari, non c'è rimedio, salvo deprimere ancora di più redditi e pensioni.

Contestatori post-politici.

E' sottinteso che ci contesta l'Expo si attribuisce la rappresentanza delle classi subalterne che da queste kermesses economiche non traggono beneficio alcuno. Le manifestazioni "contro" sono state e sono tipiche di ogni evento di grande impatto internazionale. Fu così all'epoca delle Olimpiadi di Città del Messico, dove la repressione causò decine di morti, è stato così per il G8 di genova; in Brasile, prima degli ultimi campionati del mondo di calcio i dimostranti hanno richiamato l'attenzione sui favelados, a milioni in quello che nell'Ottocento fu un Impero degli stracci. L'unica novità questa volta è il pampa-Papa anche se, secondo me, non è pienamente credibile, nel senso di incompreso, circa il senso delle sue dichiarazioni, per altro incontrovertibili nell'espressione, circa l'ignoranza delle esigenze dei poveri che il mercantilismo fine a se stesso non può che far trascurare. Intanto aumentano le misure preventive, che non servirebbero a niente, insieme a quelle repressive, che serviranno solo a mettere la mordacchia a strati sociali in condizione di non nuocere, almeno pesantemente. L'istituzionalizzazione delle manifestazioni pubbliche è rivelata anche da identiche modalità sicuritarie, adottate contro sospetti di intemperanze in previsione del Primo Maggio. Ci aspetta una democrazia espositiva e concertistica, di puro svago e celebrativa del consumo discount.

Morti ignominiose, morti senza nome.

A Baltimora Freddy Gray - ma potrebbe chiamarsi "Nessuno" è morto per le carezze della polizia, prevalentemente bianca, negli Stati razzisti del sud. Il Presidente Obama - che approva o disapprova ogni giorno una lista di omicidi mirati - ha fatto una dichiarazione sofferta: non credo che tutti questi fatti siano occasionali. Sembra nato ieri. I neri americani rappresentano per l'etnia bianca una razza diversa, inferiore e sopportata per effetto di una legge nella quale non si riconoscono. I neri sono, per la gran parte, i meno istruiti e i più trascurati nel fisico, nei modi e nel reddito della popolazione periferica. Loro stessi, nella stragrande maggioranza dei casi, non si sentono integrati, alla pari, ma un'etnia a parte e vedono nei bianchi degli avversari sempre all'erta e dei potenziali persecutori. La microcriminalità è, per inerzia, molto diffusa fra i ranghi "colored" e tutto questo, mescolato, alimenta il pregiudizio. La realtà è che, mischiati nei centri cittadini, i bianchi non sopportano i negri e questi ultimi sono attratti per reazione dall'importunarli o peggio a farsi valere con gesti di costante provocazione. La polizia, che cosciente o inconsapevole, difende con la sua divisa "istituzionale" i costumi dominanti e forse teme l'esuberanza fisica dei negri, gioca al tiro a segno o, quando è soverchiante numericamente, li ammazza a suon di botte, sulla pubblica via o all'interno dei luoghi di prima detenzione. Anche nei Paesi più scassati d'Europa, come l'Italia, questo fenomeno di ibridismo e violenza - dovuto a valenza storiche diverse, ma a pregiudizi e rifiuti comuni - si verifica con sempre maggiore frequenza e numerosi sono i casi venuti - ma solo recentemente - alla luce, senza che i colpevoli venissero concretamente sanzionati. C'è voluta la costanza della madre di un ragazzo ucciso a Ferrara perché i responsabili ne pagassero, parzialemnte e con molte attenuanti, le conseguenze. Quando l'affievolimento di pena riguarda invece delinquenti senza divisa, "l'opinione pubblica" è sempre sentenziosa e forcaiola; per i "propri" tutori dell'ordina non si muove un fiato. Anche della mamma che, a Baltimora, schiaffeggia il figliolo sorpreso a manifestare, del vecchio e alienato reduce dal Vietnam che si interpone fra i manifestanti e la polizia, come in un film "vintage", non c'è da farsi meraviglia: sono sensibiltà caute od esperte d'occasione. A Lima, una mamma ha preso a schiaffi suo figlio che, non riconoscendola le ha rivolto apprezzamenti sessuali, come andava facendo lungo la strada, insieme ad un amico. Le sorelle Williams, agli Internazionali di tennis degli Stati Uniti, che Serena ha vinto, sono state fatte oggetto di una violenta e prolungata sequela di fischi dagli spalti gremiti di bianchi e non se ne sono date particolare pena: ci sono abituate. Fra i principi di Liberté, Fraternité, Egalité e il senso del popolaccio, bianco o nero, in divisa, in marsina o in bermuda, c'è lo iato di un'istintività presuntuosa, nella quale chi si identifica nel modello prevalente snobba, offende e reprime quelli che, per reazione gli rendono, più nei modi che nelle circostanze concrete, la pariglia e di cui temono istintivamente un'impossibile sovvertimento dei ruoli, che la polizia impedisce. I poliziotti non sono notoriamente degli illuministi e spesso, come nel caso della Diaz di Genova, invidiano i manifestanti - fra i quali non ci sono i figli dei loro padroni di fatto - che saranno "dottori" e li trattano di conseguenza. Sarà sempre così.

mercoledì 29 aprile 2015

Declino della sociologia laica e declinazione di quella religiosa.

Il pampa-Papa rilancia alla grande la Chiesa cattolica nell'agone politico, di cui ha sempre fatto parte, in termini importanti. Oggi si pronuncia sugli stipendi delle donne, schierando la Chiesa sul versante dell'uguaglianza. Una inversione di 360° rispetto ad una concezione che vedeva nella donna l'angelo del focolare. La Chiesa supplisce così alla latitanza delle rappresentanze sociali, alla loro impotenza, o meglio, all'impotenza che è derivata dalla commistione. Scopre il gioco e fa opera molto meritoria per la conoscenza in controluce dei fatti quotidiani. Ancora di più: "illumina" le vicende del mondo e comincia a farlo con efficacia, stante le manifestazioni deteriori del "razionalismo", applicato ad ogni specie della vita e della morale umana. E' un papato sottile e gesuitico. Tramontato il femminismo laico, proiezione delle rivendicazioni delle donne delle classi popolari, impegnate anche nella cura della famiglia, marito compreso ed affievolitosi con la messa in opera delle nonne, ecco il papato, la Chiesa ecumenica, accorgersi che, nel vasto pelago del mondo, a parità di lavoro, molte donne sono pagate meno degli uomini. Non bisogna andare molto lontano, per altro: così avviene in Inghilterra e in Germania. Non è chiaro a quali nazionalità femminili il Papa si riferisca, ma la denuncia è scontata e chiara. Va da sé e Bergoglio certamente non lo ignora che, sociologicamente, gli stipendi sperequati si coniugano con il bisogno e, quasi sempre, con il bisogno familiare o con lo zitellaggio povero, un segretariato che, quando non è in grado di coinvolgere il padrone - altrimenti, non volendo, si porrebbero problemi di mantenimento del posto - si riduce spesso a ruoli di collaborazione familiare o servaggio, come si diceva impietosamente un tempo. A parte, le migrazioni vedovili o divorzili per la cura dei vecchi benestanti, a scapito dei propri. Lo scontato principio di equivalenza si scontra, a mio modesto parere, con un'infinità di diversità di apprezzamento, che non coinvolgono ovunque le sole donne in quanto tali e il cui superamento, non esclusivamente formale, coinciderebbe con una società egualitaria, vagamente o avvertitamente assolutista e totalitaria, oppure - ed è questo probabilmente il riferimento del Papa sud americano - una società pauperistica, nella quale il lavoro è sopravvivenza. Bergoglio sa che quelle periferie si stanno estendendo anche a gran parte del nostro continente e segnatamente a quello cristiano e cattolico non riformato e se ne propone come rappresentante evangelico sul palcoscenico di questo mondo.

La barbarie razionale.

Le madri surrogate nepalesi sono state portate a partorire in Israele su degli aerei militari. I bambini già partoriti anche. Dopo il terremoto, si è scoperto che il Nepal è una fabbrica di bambini per coppie sterili israeliane. Con seimila dollari, anche i gay si assicurano un bastone per la vecchiaia. Questi commerci sono paralleli a quelli per gli organi, di cui i figli di nessuno sono fra i maggiori fornitori ed a quelli sessuali. Sono compravendite. Per seimila dollari avremo tanti bravi riccioluti bambini, formati nella Torah e nalla Cabbalà e chissà quanti altri, in giro per il mondo, in tante altre insensatezze culturali. All'origine, la pura animalità e una miseria, sottratta dai soldi alla sua natura. Nella conoscenza e nella comodità borghese, tanti salvati dalle acque coltiveranno presunzioni nazionalistiche. Le nepalesi in affitto hanno ricevuto il seme congelato con voli militari? I nati, come i cagnolini, vengono recapitati con micro chip e vaccinazioni effettuate? Perchè degli altri bambini comperati non si sa nulla? E' un vivaio israeliano? C'è un nazismo o un'appropriazione etnica sul modello di quello serbo e del Califfato siriano e iracheno delle donne di nessuno abbandonate o rese vedove sul campo? Che ne è dell'autoappropriazione rivendicata - non senza ipocrisie - in Occidente, dalle donne di sinistra? C'è un forte sentore di violenza e inciviltà in quello che è venuto alla luce, che il terremoto ha scoperchiato. La cultura della Chiesa cattolica, in quest'ambito, va recuperata. Può costituire un antidoto. Ma è, purtroppo, dalle legislazioni statali e dalla loro impronta "razionalistica" che si deve, in molti campi, guardarsi e difendersi. Molte barbarie della modernità ne sono figlie.

Modalità da regime.

Arresti preventivi di gente che non ha fatto niente, ma è sospettata per via delle sue idee. Consegna di una cittadina straniera e di sua figlia, che non avevano fatto niente, alla polizia del loro paese, che ha condotto le operazioni direttamente sul suolo italiano. Poi Emma Bonino la farà rilasciare. Ricatto ad ogni variazione di governo per mantenere la poltrona: ecco un quadro sintetico del ministro Angelino Alfano. Intanto, il boss delle intesucce allargate conduce la censura dentro al suo partito, che è un caleidoscopio di contraddizioni: non ci si può opporre e si punta, per realizzare riforme costituzionali, al partito del vitalizio. Si specula su una disonestà dilagante per far passare modifiche dirigistiche e antidemocratiche, guardandosi bene dall'attaccare la corruzione. Non passerebbe un giorno e se ne dovrebbe andare. Ci saranno arresti preventivi anche ad Ottobre, prima del Giubileo? Quelli di oggi, anti contestazione dell'Expo ( se ci saranno attentati verranno da strutture internazionali, ben più agguerrite ), segnano un'altra pagina buia del regresso civile dell'Italia, senza portare beneficio alla diffusione del benessere, agendo, da tempo, in via preventiva, in senso opposto.

martedì 28 aprile 2015

Putredini di culture sottostanti.

Duecento donne, rapite da Boko Aram in Nigeria, sono state liberate dall'esercito regolare, in una per me imprecisata savana. nelle capanne dei villaggi circostanti e nell'humus medesimo della foresta, sono state trovate le carogne decomposte di molti uomini, uccisi durante il saccheggio. Le donne e le ragazze liberate erano state stuprate, iniziate, soprattutto le vergini e in parte sposate ai miliziani. Probabilmente, in cuor loro, i soldati governativi hanno invidiato i ribelli e hanno rimpianto gli usi soldateschi di un tempo. Pur nella primordialità e nella barbarie, anzi proprio per esse, il "rito" di appropriazione che, nelle culture primitive, catturate da quelle religiose, si accoppia con il matrimonio; lo spulzellamento delle pulzelle era l'atto "sacrale" eppur così indifferente e materiale, con il quale il maschio-marito prendeva possesso della sposa, in forme sempre più sottintese e diluite, ma presenti, pur rimosse, nella ritualita iniziatica, sacerdotale ( con corredo di vestali ) e "sacramentale". Ai riti ed alle suggestioni della deflorazione, dell'apertura della "via" si accompagnano nella farmacopea dei "selvaggi acculturati" fantasiose ipotesi di facoltà guaritrici dal contatto fra entità non contaminate e le più spietate malattie, legate spesso, a loro volta, alla mancanza di igiene ed alla promiscuità dei contatti. La purezza, purificatrice. Sarebbero novantanove le ex fanciulle recuperate ad una condizione di libertà, ma a quali condizioni sociali, sottoposte a quali pregiudizi familiari, ambientali e complesi personali? Forse - ma non è detto - se fra costoro ci fossero alcune delle ex liceali rapite un anno fa, si potrebbe sperare in qualche facoltà di ripresa, ma nelle latebre della psiche e degli archetipi, così apparentemente lontani, ci confondiamo mentre ne cogliamo radi aspetti radicali.

I supplenti.

Laura Boldrini è uno dei tanti prototipi del conformismo fruttifero. Veicolata alla Presidenza della Camera da un piccolo partito ad alto contenuto estetizzante e sedicente di estrema sinistra, direttamente dall'alto Patronato dell'O.N.U. sui migranti, ha continuato, da quest'ultimo seggio a commuoversi ed a concorrere in misericordia con il pampa-Papa. Fosse stata un'ecologista avrebbe dovuto competere prima con Al Gore e poi con Alfonso Pecoraro Scanio. Priva di conoscenze protocollari e regolamentari, del tutto adagiata sui funzionari del suo Ufficio, che si sono moltiplicati sotto la sua Presidenza, ha ricoprto un ruolo del più vieto conformismo, affaticandosi a priori a cercare giustificazioni formali ad ogni prepotenza perpetrata dal governicchio di Renzie, ad ogni forzatura di ruolo messa in atto dall'ex Presidente Napolitano. Si è, insomma, trincerata e messa al sicuro dietro ogni pretesto di istituzionalità, dopo aver proficuamente cavalcato ogni disimpegnativo sentimento lacrimevole. Spogliata dei suoi orpelli, che altro sarebbe se non una ex ragazza viziata e protetta? Piero Grasso, il più prudente ed apparentmente "istituzionale" fra gli alti commissari antimafia, da neo eletto al Senato, ne è subito diventato Presidente. Ha subito inaugurato, in tandem con la Boldrini, la non citabilità del capo dello Stato nei dibattiti parlamentari ed ha diretto l'eutanasia del prestigioso ramo del parlamento di cui avrebbe dovuto essere il difensore. Da commissario anti mafia, a Palermo, non ha mai preso posizioni pubbliche impegnative, ma soprattutto ha agito sulle punte e dietro le quinte contro il fenomeno di cui avrebbe dovuto essere il diserbatore; non è mai stato minacciato, non risulta neppure adesso in pericolo. E' stato aristocraticamente, se pur paciosamente, appartato rispetto ai quei giacobini dei procuratori siciliani che non hanno più una vita privata e che si vedono presciegliere colleghi di diversa formazione e sicuramente meno o non impegnati contro l'infezione mafiosa, abbandonati ad un ruolo misconosciuto di mera testimonanza, prima o poi alla memoria. Piero Grasso è stato anche "supplente" del Capo dello Stato dimissionario. Ecco spiegato il ruolo, i ruoli che si sono ritagliati: supplire alla bisogna e trarne prestigio, prebende e pensioni. Ne conoscete altri, anche operanti su ridotti palcoscenici?

Che c'è da festeggiare?

La festa dell'Unità, officiata proprio ora che la disunione fra chi la fondò e chi l'ha usurpata è al massimo compatibile con le esigenze di mantenere il posto degli emarginati, nel parco del Pincio - sotto, cioè. una montagna di rifiuti, là dove si squartavano i banditi, provenienti da via dei Malcontenti - viene contestata e i contestatori sono manganellati dalle forze dell'ordine borghese, conseguito anche dagli ex cooperatori. Queta volta sono stati alcuni antagonisti dei centri sociali, pochi giorni fa è toccato al ministro dell'istruzione essere oggetto delle contumelie degli insegnanti. Due proteste difformi: alla ricerca di uno status mai avuto e ancor più precarizzato, i docenti di una scuola pubblica sempre più povera di contenuti, proprio ora che aveva recuperato un po' sugli stipendi; una protesta fine a se stessa portata all'uscio di una festa privata di neo integrati. Intanto, con il calare dei consumi, i grandi empori stanno spazzando via quel che resta delle antiche botteghe e i grandi network del discount sfavillano di luci fatue e di salari che rendono superfluo il lavoro. Ormai, le commesse servono solo a controllare il taccheggio, affiancate da qualche spallone, rigorosamente nero. Nel mondo delle ex professioni assicurative, insieme alle provvigioni degli agenti, crollano le ore delle impiegate; le sentenze di fallimento, frutto di indebitamento e di accanimento nel mantenere in vita aziende senza ordinativi, né prospettive, azzera i salari delle famiglie superstiti che da quel lavoro dipendevano, cambia lo scenario per gli eredi di quelle attività andate in malora. Le banche stanno per procedere ad un'altra ibridazione concordata: Unipol con Pop. dell'Emilia-Romagna, UBI Banca con quello che resterà di MPS, salvo "cambio della dama" a danze in corso, i piccoli forzieri di famiglia pronti allo sciacallaggio, in una contraddizione che prima o poi potrebbe esplodere, fra incongruità di costumi aziendali, espansione, ingrossamento e mentalità e scopo esclusivamente lucrativo a favore di una ridottissima platea di azionisti. In queste condizioni pietose ci si avvia al Primo Maggio, che sarebbe rispettoso non festeggiare, in un tripudio di balle veicolate dalle poche testate, ex di destra ed ex di sinistra, che sono rimaste in edicola. Per capire come si comportano i giornali, basterebbe dotarsi, presso una biblioteca, di qualche numero arretrato e confrontare la retorica che spendevano a favore delle guerra etiope o dell'irresistibile avanzata delle nostre truppe ecc. per confrontarla efficacemente con le note interpretative della realtà pauperistica in cui stiamo precipitando. Non si trattava - si badi bene - dell'oppressione della dittatura, ma della convenienza dei gazzettieri di dire quanto conveniva, per fare altrettanto a realtà sovvertita.

sabato 25 aprile 2015

La resistenza decontestualizzata.

Settant'anni e li dimostra. Da memoria partecipata, nei corollari che l'evento aveva prodotto, a mera commemorazione storica, da parte di epigoni in difficoltà identitaria, nell'Italia medioevale attuale. Oggi, una delle figlie di Mussolini, una fra i tanti figli illegittimi del dittatore, dall'alto dei suoi novantadue anni, ha attribuito tratti paterni a Matteo Renzie. Anche Mussolini è stato cabarettistico, speriamo che Renzi non sia tragico. La figliola ha colto nell'unilateralità degli atti del ducetto per procura di Rignano, una somiglianza con papà, pronto agli impegni più sanguinosi, ma incerto nel riconoscerla. Non prima che compisse diciotto anni. Di molti altri, non si curò. A Milano, la Brigata ebraica è stata sonoramente fischiata dai Centri sociali, in un transfert con l'attualità della condotta israeliana nei confronti dei Palestinesi. La contingenza storica è stata quindi rimossa e rovesciata nell'attualizzazione. Solo il Presidente Mattarella ha vuto parole nobili nell'istituzionalizzare un evento fatto di fango e sangue. Da quell'insurrezione di una parte della popolazione, è derivata una classe politica incongruente, prodotta da una anomalia del costume nazionale: una minoranza attiva della popolazione aveva preso le armi e cercato di veicolare il suo destino dove altri, preponderanti, non hanno voluto che andasse.Ciò nonostante e suo malgrado, ha rappresentato in quel momento e nei decenni della sempre più corrotta Prima Repubblica, l'argine, resistenziale appunto, contro la rivincita della destra - che in Italia era diventata ed è tuttora fascista - fino a che una dissipata condotta finanziaria ci ha portato a rifugiarci nella stretta di una riaffermatasi potenza egemonica continentale, che fu allora nostra alleata, al prezzo di un rientro affannoso nei ranghi, di un ridimensionamento non solo dei redditi, ma della democrazia sostanziale e della dignità lavorativa. Come i nobili, aboliti dalla nuova Costituzione, hanno continuato a chiamarsi con le loro attribuzioni, nei confronti dei loro domestici, alcuni fascismi di nicchia e finanziariamente aristocratici, si sono rinchiusi nelle loro ridotte, cementandole nel vinvolo massonico o nella provinciale riffermazione dello status, anch'esso decontestualizzato, da cui discendono. Le industrie che sono riuscite a sopravvivere, oggi sono rimaste chiuse, le cooperative ex rosse, invece erano chiuse, ma tutto il mondo del commercio ha festeggiato la liberalizzazione degli orari e l'anestesia del sindacato, per intercettare i pigri acquisti del passeggio. Lo stesso hanno fatto le catene dei supermercati "di destra", empori e fonti di finanziamento e di lobbysmo nei confronti dei loro rappresentanti. In un recente passato non l'avrebbero fatto: le famiglie andavano in gita, mentre ora vanno a fare la spesa compatibile con le loro risorse. Dalle prime rilevazioni dell'Ispettorato del lavoro dei Carabinieri risulta che alcune imprese hanno cominciato ad usufruire dei finanziamenti previsti dal Job' Act per sostituire il loro personale, in numerosi settori senza tutele, a cominciare dall'edilizia. Li sostituiscono con altri manovali a tutele crescenti. Il Bonsai del lavoro. Oggi, alla manifestazione di Milano, qualcuno inalberava cartelli con sopra scritto: Latorre e Girone liberi! Come la Resistenza si nutrì di tanto sangue, così il sistema che sta sostituendo i suoi lasciti, sempre più esangui, ha ricominciato ad arricchirsi spremendo risorse che non dovrebbero essere utilizzate "in contrasto con la loro utilità sociale". Ma sono brandelli di una Costituzione ormai lacera.

giovedì 23 aprile 2015

L'eterna illusione.

L'europa si prepara alla guerra ai vettori dei migranti. Nessun impegno di intelligence e di contrasto ai grandi trafficanti i cui interessi promanano dai vertci - oggi neppur più mascherati istituzionalmente - della stessa società libica, ultimo filtro saltato all'esodo. L'europa è disposta a colpire con raid aerei le posizioni più sensibili della flotta in disarmo, ma nessuno degli Stati membri, lontani dalle frontiere africane, si è detto disposto ad accogliere neppure una minima quota di coloro che sono sbarcati e che sbarcheranno comunque. Il neocolonialismo che si è innescato di recente verso i Paesi energetici e i loro dittatori, dopo che sono venuti meno gli equilibri fra potenze mondiali, non può rimanere a metà; per evitare che l'esodo biblico dei disperati alteri irreparabilmente le società e la cultura nazionali delle popolazioni dell'occidente cristiano, una nuova forma di eterodirezione e di condizionamento della politica e degli strumenti d'ordine pubblico degli Stati nord e centro africani è nei fatti che si sono voluti creare. Gli incursori subacquei della nostra marina potrebbero con facilità e senza neppure dichiararlo, far brillare la flottiglia degli scafisti, come hanno fatto con la filibusta somala, dissoltasi in un lampo senza che nessuno lo rivendicasse. Gli incursori subacquei di marina sono un coprpo d'élite fin dalla seconda guerra mondiale, quando sui famosi "maiali", dissolsero la marina inglese nel mediterraneo, alla fonda nel porto di Taranto. Ma la perdita delle "barcacce", che ci sarebbe fatta pagare con qualche "segnale" terroristico, comporterebbe solo una riorganizzazione del business migratorio e, in ogni caso, una situazione esplosiva in quelle regioni dove è la guerra o la persecuzione etnica o tribale ad indurre masse di deprivati di tutto a cercare di salvare almeno la vita. L'accoglienza di interi popoli potrebbe avere un senso - fino ad una certa soglia - solo nella dispersione su tutto il continente, ma in assenza di una possibilità concreta di lavoro e di integrazione, è inutile porsi il problema. Mentre la democrazia di Paesi minori, come l'Italia, langue e muore, i Governi dei Paesi dominanti possono fornire qualche bomba, ma nessun ricetto, a gente senza riferimenti comuni o almeno prossimi ai nostri, proprio mentre stiamo creando vaste plaghe di emarginazione domestica. Che questo sistema sia "vergognoso" è possibile, come è possibile che sia "vergognosa" la sua razionalità, ma i centri di internamento ( altrimenti detti di accolgienza ) sono pieni e mi ricrederò quando i privati accoglieranno qualche profugo bisognoso.

mercoledì 22 aprile 2015

La nostra "meravigliosa" pena.

Il mese prossimo ci sarà il mutuo ricaricabile, già ora c'è il conto inestinguibile e le mance predeliberate. Le automobili si comperano con un piccolo versamento inziale e poi, secondo tariffe da noleggio biennale, al termine del quale si possono restituire per ricominciare daccapo. Il bello è che le immatricolazioni, ferme da anni, sono riprese in questo 2015. Il contratto di lavoro a tutele crescenti è soggetto al licenziamento "ad nutum", prima che le tutele si consolidino. Per altro, sono tutele solo nominalistiche. Il Credito è rimasto l'unico settore ad avere un contratto di categoria e ad area riparametrata. Qualcuno nella CISL, che fra non molto si autoribattezerà "First", dopo essersi fusa con il sindacato dei dirigenti, e nella UIL.CA. non c'è rimasto bene, ma sarà la minoranza della CGIL a fare casino nelle assemblee. Il sistema premiante e discrezionale dovrebbe diventare il salario variabile del futuro, è già applicato anche alla FIAT, nelle catene di negozi di straccetti e similpelle. Il lavoro dipendente deve uniformarsi, tanto il commercio è eterodiretto e non più negoziabile. Anche la politica si concentra con fretta sui compiti assegnatile dall'Europa che conta. Chi non condivide la linea, viene mobbizzato ed escluso dai lavori delle commissioni di cui faceva parte. Il parlamentare senza vincolo di mandato è un ricordo: è diventato il dipendente di un apparato di replicanti del quale è ancora richiesto formalmente il voto, per continuare a prestare il quale deve abdicare a qualsiasi forma di dignità. Devo rileggere "Il conformista" di Moravia, il senso di quel vuoto è riprodotto in un contesto che non attribuisce riferimenti alla critica e all'opposizione. Venticinque professori seppero negare il loro giuramento anche al fascismo; a parte l'esule Letta, non ci sono sintomi in questo senso. Intanto i gerarchi defenestrati dei regimi sradicati dalle guerre energetiche, dirigono il traffico dei migranti, organizzano e finanziano l'ISIS. L'Italia vuole guidare un contingente militare europeo; se non fossi italiano, non mi fiderei. Non mi fido neanche da italiano. L'Italia è capapce solo di ciurlare nel manico, non le mancano le competenze tecniche, le manca l'onestà e strumentalizzerebbe a fini propri i partners, coinvolgendoli in ambigui dosaggi di interessi, ai quali loro sono naturalmente estranei. Il Presidente della Repubblica è quel Mattarella che partorì il primo sistema elettorale controriformato, dalla fine della guerra ed ora, dopo il "porcellum" e in previsione "dell'Italicum", presiede, silente e severo, il lavoro di un parlamento che lui stesso, da giudice costituzionale, definì illegittimo, ma che, proprio per la sua illegittimità, sta portando alla meta le leggi adattatorie all'Europa, come, in altri ambiti, con sanguinosi golpe, fecero e fanno i dittatori militari, portati ad esempio dai Chicago boys di tutte le latitudini che sperimentano, tramite loro, "in corpore vivo", tutte le teorizzazioni più irrispettose della democrazia che mente finanziaria ed economica possa formulare. Mi sembrano quei ricercatori dell'Università di Roma che uccisero una studentessa che passava nei viali del campus, per provare a se stessi che esisteva il delitto perfetto. Recenti sentenze avvalorano la loro tesi; uno di loro ha da poche settimane assunto la cattedra in una scuola superiore, al termine di una breve pena. La nostra sarà lunga e coinvolgerà le generazioni a venire.

martedì 21 aprile 2015

Quando l'inglese era meno diffuso, ma si andava in gran Bretagna.

Durante la campagna sull'aborto, venivano spesso citati i viaggi in Inghilterra e segnatamente a Londra, delle nostre connazionali che volevano abortire. Oggi quel viaggio di andata e ritorno si consuma in autobus, ma non uniformemente. I medici ginecologi obiettori sono la maggioranza in tutte le strutture ospedaliere, ma la loro abiura professionale è dettata, nella maggior parte dei casi, da preoccupazioni professionali, cioè di carriera, per due motivi. Nella strutture ospedalierre sono attivissimi i comitati delle organizzazioni confessionali, spesso molto ricche ed influenti, fin dagli studi universitari. Tramite loro si veicolano o si ostacolano potenziali carriere, soprattutto in determinate regioni, prevalentemente ricche e del nord Italia, Al sud, la vicinanza della Chiesa alle istituzioni sanitarie, l'influenza clericale e di destra sulle AUSL e, in subordine, il sentire morale indotto nelle masse borghesi e popolari, creano una pressione enorme sui medici, la cui condotta in coerenza con gli obblighi professionali, li esporrebbe a ritorsioni sul posto di lavoro. La più comune, al sud come al nord, è la relegazione ewsclusiva a fare aborti, senza più percorrere l'iter completo del medico ginecologo e senza poter più aspirare a gratificazioni di carriera, già difficli per il "familismo" e il clientelismo professionale vigente in ogni concorso medico. Così, le donne che desiderano interrompere la loro gravidanza devono errare, non più verso la pefida Albione, ma fra le regioni italiane, in cerca di un posto libero per loro, prima che decorrano i termini per l'interveno. E' così che la provincia di Trento, pur cattolica, ma di mentalità asburgica per quanto attiene agli obblighi professionali, si sobbarca un carico di interrruzioni di gravidanza di cinque volte superiore a quello delle regioni parzialmente o prevalentemente obiettrici. Lungo i corridoi dei reparti ginecologici, dove le donne attendono numerose, nonostante tutto, di abortire, sciamano neo catacumenali con Bibbie e Vangeli agitati, anatemi in itinere, mentre all'esterno sostano in preghiera gruppi di oranti che non si sarebbero sognati di pregare per un eretico, perché per loro l'eresia sta nel pensiero e nel gesto difforme al canonico "non possumus". Così l'Italia perpetua fra le sue diverse entità territoriali e culturali, i pregiudizi reciproci e riafferma la prevalenza sulla legge delle convinzioni etniche e morali, tribali e religiose che nello Stato e nelle sue leggi vedono solo l'usurpazione di un costume privato esclusivo.

Quando il regno non è di questo mondo.

Il discorso papale sulla misericordia e l'accoglienza ai profughi è paradossale: un puro idealismo decontestualizzato. I milioni di potenziali profughi che approderebbero sulle nostre coste, non sono accoglibili, né integrabili. Non c'è lavoro e non ci sono soldi. La popolazione di uno Stato o di un continente non può raddoppiare per ospitare popolazioni incongrue, senza distruggere le basi della propria civiltà. Non ci sarebbe neppure migrazione se non fosse organizzata nei minimi dettagli da ex funzionari di regimi dissolti dall'irrazionalità del Presidente Bush e del presidente Hollande: senza il business del trasporto via mare e una rete, in via di formazione, di stampo mafioso, nei paesi d'arrivo, i disperati continuerebebro a disperarsi a casa loro. Il superamento dei limiti finanziari e il conseguente dissolvimento dei precedenti regimi, ha aperto una lacuna monumentale nella coesione sociale e familiare di quelle genti, poverissime anche prima. L'anarchia ha prodotto guerre intestine, la formazione di milizie bene armate dai trafficanti internazionali, agenti di commercio della trafugazione dai magazzini delle fabbriche d'armi nazionali: un mercato parallelo. Si fugge nella speranza di sopravvivere, nel vuoto più assoluto, a meno che le mafie instauratesi negli approdi ambiti, riescano a riveicolarli per nuovi scopi di lucro. Il Vaticano se ne è uscito oggi con una proposta insensata: la Grecia paghi il suo debito accogliendo tutti i profughi e - sottinteso - la U.E. mantenga gli uni e gli altri. Ma i Greci non arrivano a dieci milioni, otto dei quali concentrati nei centri urbani. Come potrebbero convivere con popolazioni analfabete, defedate, professionalmente inutilizzabili? Chi potrebbe pagarli? Si produrrebbe una novazione di nazionalità, fra pochi epigoni in decadenza di antiche civiltà e plebi disperse prive di identità, di istruzione e di prospettive. Per questo vengono trattati come pacchi da recare sulle coste meridionali dell'Europa e riguardati come schiavi, senza rispetto. L'appello alla salvaguardia della loro comune umana dignità va rivolto non solo agli europei, ma soprattutto ai loro aguzzini, ma non lo si fa perché ne risalterebbe l'assurdità. Ma la colpevolizzazione di chi non potrà accoglierli è una pietistica e pietosa iporisia, un sermone senza fondamento.

E' tempo di girare la penultima pagina.

Il XXI Aprile, data della liberazione di Bologna, trascorre nell'indifferenza del passeggio primaverile, delle scolaresche in fila indiana a frangere il riflusso indistinto del corso. I lavori a rilento per il filobus che non rialza di un centimetro la quotazione di un Sindaco brutto e grigio, figlio di un tempo passato, malamente riciclatosi nel nuovismo, impediscono fanfare e cortei. Un esponente della destra democristiana, oltre ad essere certamente un profittatore, come Guazzaloca, impigrirebbe ancora di più la provinciale città, che avrebbe bisogno di un Roversi Monaco per rilanciarsi alla grande e trasformarsi rapidamente in una città metropolitana moderna. Ma fra i comunisti riformisti e i democristiani di tolla, per il cugino Fabio Alberto, non c'è spazio e non è lui a risentirne. Stanno per chiudere i battenti due storiche aziende bolognesi: hanno già annunciato la resa. Inutile citarle, sono già nel mondo dei più. Sopravvivono solo gli Studi professionali di più solido basamento clientelare, ma restringono i loro ambiti applicativi, lesinano sulle ore dei dipendenti e sulle provvigioni o onorari consulenziali dei più accreditati collaboratori. Costoro si rivolgono alla concorrenza..dispersa e dispersiva. Le famiglie, nella fase più impegnativa, per le spese e per l'età dei reggitori, conoscono un'altra fase, l'ultima, di disagio e sacrificio, per portare in porto i figli, almeno per gli accademici allori. I figli e i nipoti dei titolari degli Studi professionali di cui sopra non soffrono di riduzioni di orario di lavoro e di reddito, così come i titolari non soffriranno di carenza o ridimensionamento di dividendi. La retorica che ricopre la controriforma del lavoro continua a salmodiare, col coro d'accompagnamento di sindacati e patronati collusi, al mantenimento di uno stato di fatto, dato che sono associazioni non riconosciute, cioè esclusivamente private. Mai la solidarietà, impetrata dai tribuni della plebe per i poveraci, intaccherà di un'unghia la rendita dei padroni e, con essa, il sistema di potere e la moralità politica. Le riforme servono solo a questo in un contesto internazionale mutato. Questo pomeriggio, in piazza del Nettuno, un'anziana commemoratrice della liberazione, che terminerà quattro giorni dopo a Milano, parlava con voce fioca ai passanti che tiravano dritto, che non potevano percepirne le parole, mentre, alle sue spalle, sui gradini della bibioteca multimediale, i ragazzi bivaccavano, parlavano fra di loro, fumavano. La democrazia si è fatta esclusivamente consumistica, il riflusso culturale partecipato ha toccato livelli di insipienza e di superficialità sconcertanti eppure ancora parziali. Il tempo dell'impegno sociale è finito perché è inutile.

domenica 19 aprile 2015

L'unica realtà.

La Grecia sta per uscire, con default annesso, dall'Unione europea. Devastazione sociale e permanenza sono connessi. I problemi interni, per Syriza, verranno dopo, per il repentino ridimensionamento del tenore di vita degli inurbati clientelari di quel piccolo Paese. I Paesi contributori, fra i quali l'Italia, ne avranno un aggravamento delle loro periclitanti fortune. La Banca europea e il Fondo monetario internazionale vigilano su di un contesto univoco quanto caotico e contraddittorio. Le formazioni di sinistra, post classe operaia, si riorganizzano su base embrionale, ideologica e teorica. Una minestra riscaldata. La lotta di classe all'incontrario, durata oltre trent'anni, ha sortito i suoi effetti: il lavoro è volatile e affannoso. Le migrazioni affondano nel mediterraneo quando un elemento inaspettato si approssima a mutarne il monotono percorso. I naufraghi non sanno nuotare, non sanno fare niente, fuggono e basta. In fondo non aspirano ad altro che ad un ricetto in qualche base militare dismessa, in qualche lavoro a gettone. Oltre non potranno proseguire, soggetti alle rigide leggi sull'immigrazione dell'Eldorado negato; da noi resteranno alla fonda, sine die. Sono morti in settecento, forse di più, perchè si sono sporti su un lato solo del barcone, quando un rimorchiatore si è accostato. "Tragedia, dolore", inavvertiti fino a un attimo prima della fine. Il senso dell'assurdo, di una vita restituita alla sua causalità naturale, ha assunto dimensioni di massa. I lamenti dei parenti sembrano il coro della tragedia greca, quella classica. Dai limitrofi paesi dell'esodo giungono, di tanto in tanto, video-twitter di immolazioni di prigionieri cristiani ad opera dell'esercito scalzo, ma bene armato, del Califfo, mentre le autorità libiche intercettano, intercettate, solo i nostri barconi di pescatori che saccheggiano da decenni le loro più pescose coste. L'interdizione militare questa volta ha funzionato, mentre latita contro gli scafisti e i profughi, che non saranno arginabili, se non a prezzo di un nuovo colonialismo controllore sui luoghi di partenza. L'Italia lo ha capito, ma Europa e Stati Uniti non ci sentono: non hanno per ora interessi diretti in quelle aree e l'Italia non ha i mezzi militari ed economici e soprattutto la mentalità per fare da sola. Un'opera di interdizione sistematica la esporrebbe ad ogni sorta di ritorsione, come le accade con la mafia, mentre il suo uso è di negoziare con i capi-bastone, istituzionali o di fatto, come l'E.N.I. fa in Libia e in Nigeria e con i capi delle fazioni libanesi dove mantiene, in questo modo, un'instabile tregua e l'incolumità dei suoi soldati. La scompostezza delle candidature di illustri sconosciuti, tutte all'interno delle cooptazioni movimentiste, dato che i partiti sono stati superati, non si cura nemmeno delle apparenze, trascinadosi dietro il lungo verme delle clientele al seguito, pronte a scomporsi, o meglio a deviare dal percorso se il capo branco designato si ricicla, si riconverte, fa del salto della quaglia un frenetico balletto. la Chiesa neo francescana abbraccia e propone la versione aggiornata dell'utopica accoglienza, mai praticata neppure nelle società arcaiche nelle quali costituiva un valore da ostentare, a patto che il rifugiato si assoggettasse, anima e cultura, a quella d'accoglienza - Adamo ed Eva furono i primi - in un contesto materiale non dissimile, in una sorta di uniformità desertica e agro-pastorale. Subito dopo essersi rifocillati e felicitati, le differenze di costume, di religione, riaprivano le contese: ingrati! Oppressori! L'unica realtà è in fondo al mare.

Chi non mi vuole non mi merita.

Enrico Letta lascia il Parlamento e "questa politica". E' indubbio che a determinare il suo gesto sia stato il levantinismo al Governo con il quale è stato disarcionato. Dice che rinuncerà formalmente alla pensione. Non so se sia possibile, ma questo è secondario. Andrà a Parigi a fare il Rettore di una prestigiosa scuola diplomatica universitaria. Nel gesto è implicito il dolore, non attenuato dal tempo, per il plebeo tradimento dello statista di Rignano e del suo manutengolo quirinalizio. Il suo Governo vivacchiava nell'inanità e, per questo, i burocrati europei lo hanno rimosso, come fecero a suo tempo con Berlusconi, sempre con l'avallo di Napolitano. Ora sul proscenio resta solo Renzie, per condurre a compimento il lavoro sporco che gli è stato commissionato, dopo che una convention occasionale di passanti, pagando due euro, lo ha primariamente e, per ora, esclusivamente, votato, affinché commissariasse l'Italia per conto della Troika. Due impasti politici diversi, due educazioni e culture incompatibili con la politica italiana e, forse, non solo.

sabato 18 aprile 2015

Gli anti Papa.

C'è una corrente nella Chiesa cattolica che, non riuscendo a contenere, artefare e condizionare il pampa-Papa, cerca di rimuoverlo per via canonica e sostiene che l'elezione è stata irregolare perchè il Conclave è stato indetto due giorni prima dell'arrivo di due cardinali, quindi con un collegio convocante ridotto e che le schede della quarta votazione non furono bruciate o non furono bruciate subito dopo la votazione, prima della quinta, quella decisiva. Le notizie provengono evidentemente dalla parte sconfitta del Collegio cardinalizio. La polemica, della quale Antonio Socci si è fatto pubblicista per conto di una parte dei contendenti-ricorrenti è una delle pagine zeppe di invidie, di influenze della autorità politiche dei Paesi d'origine dei porporati elettori e della rivendicazione particolaristica di "Status" dei prìncipi ridimensionati, delle lotte e delle logge di Corte, nelle segrete stanze dello staterello assolutista con proiezione mondiale. Non va giù a questi reazionari che il Papa parli spesso in termini sociologici, che sorvoli sul peccato originale, che comprenderebbe ogni nequizia, passata, presente e futura del genere umano e accusi, scomunichi i mafiosi e i trafficanti d'armi, che continui a predicare a tutti l'acoglienza verso i poveri ed i migranti. Il gesuita Bergoglio è un intellettuale dissimulato - come lo fu Giovanni XIII - e un politico raffinato, come testimonia il rientro nell'agone politico europeo, ottenuto affermando le responsabilità genocide della Turchia, risospinta su quei confini con l'Europa che storicamnte e militarmente cerca di varcare, con spirito coloniale e islamico, da centinaia d'anni. Papa abusivo, dunque, secondo la mentalità esclusiva ed escludente di tutte le destre.

Così vicini, così lontani.

Guai alle coppiette che d'estate si appartano in macchina in un prato ubertoso, se adiacente alla villa di una famiglia professionale; vigili urbani al lavoro se i "vu' cumpra'" occupano con le loro copie fatte dai cinesi il solco che conduce ai negozi con le griffes: i clienti - dicono - si spaventano e temono di prelevare i soldi con i quali li dovranno pagare, in presenza dei mori scippatori e, perchè no, stupratori. Se una violinista di strada si esibisce sul corso degli scippi, dei taccheggi e della prostituzione ai piani alti degli storici palazzi, i condomini affiggono dei cartelli con i quali, senza averne alcuna facoltà, intimano agli artisti di strada di non osare più. Se qualche punk a bestia indugia nel sonno, nonostante la luce precoce e ostruisce la via d'accesso agli sparuti manipoli dei lavoratori mattinieri, la polizia - come previsto - li fa sloggiare, con metodi urbani. Se, poco dopo, un novello senza tetto si siede di fronte ad un ingresso, che sia di un occhiuto commerciante o di qualcos'altro che gli assomigli, si cercano sollecitatori di rimozione, fondata solo sulla suggestione che si puà produrre su di un povero diavolo, che si sposta più in là temendo di non poter più mendicare. Questo è il mondo da sempre. E' anche il nostro futuro contingente. Lo si vuole rimuovere da un centro ormai defedato di estetica classista, in nome di una sopravvivenza fuor di contesto? Le transazioni mercantili ormai si tengono nei centri fieristici o commerciali. La strada comunale - lo dice il nome - è comune, pubblica e, se non sono pagate gabelle, né si è acquisito il tratto prospiciente, non rende lecito a chi si reca al negotium o alla tapeza, chiederne la rimozione, né è lecito ai serventi, ritenuti adatti, per affinità di condizione, ma al coperto, adoperarsi allo scopo. Il poveretto non si sente sicuro per chiamare a sua volta i vigili o la polizia, istinivamente percepiti come difensori di un ordine convenzionalmente dominante e reclamare e se anche, per ventura - ma non credo - si trattasse di una sceneggiata, se ne consumerebbero altrettali, al coperto di un loggione e di un sipario, di repliche quotidiane e mediocri. Sono infatti parti assegnate e purtroppo accettate, per "educazione" e ( scarsa )formazione. Repliche infinite di un canovaccio identico, generazione dopo generazione. I replicanti a volte precorrono i desideri dei loro ispiratori, talaltre ricevono sollecitazioni improprie all'intrusione, alla prepotenza in rappresentanza della presunzione e dell'ignoranza censitaria. E' codesto il modo di far approcciare gli altri dai propri "bravi", in cialtronesca rappresentanza nel confinare perimetri di un mondo passato che, per fortuna, può essere ignorato, tranne che dagli esteticamente ( per chi non lo sapesse, l'estetica tange la morale ) "impresentabili". Con un portatore di convinzioni convenzionali parlo del nuovo consolato marochhino e delle due moschee che ospiterà. Gli dico che è il secondo al mondo, per dimensioni, di quel paese. " manteniamo anche i Marocchini, adesso!" Peccato che l'abbiano pagato sull'unghia e che, nei Paesi arretrati, senza cioè un'adeguata distribuzione del reddito, sono conservate grandi ricchezze statiche, con le quali intrattenere rapporti d'affari e che non prevedono alle loro porte soste che non siano "devote" e, tanto meno, esibizioni non meste, non pietose, bensì indifferenti di povertà. Insomma, società e mentalità precommerciali, imbozzolate in un mondo arcaico, nel quale vige la realtà "rimossa" e il costume cortese, da "curtis".

mercoledì 15 aprile 2015

La crasi fra i principi etici e la prassi valoriale della politica.

Il Ministro degli esteri della Repubblica turca ha oggi citato, a commento delle affermazioni ufficiali del Papa, non che l'eccidio o genocidio degli Armeni non ci sia stato, come ha fatto sfacciatamente e arrogantemente il Presidente Erdogan ( che ha in realtà minacciato, come un mafioso qualsiasi, chi volesse affermarlo, non ignorarlo ), ma che, nella parte ibrida, meticcia, ma fortemente influenzata dall'Europa, anche attraverso il lavorio diplomatico e spionistico, di Istanbul ed Izmir ( Smirne ) trovarono rifigio e quiete i perseguitati dall'Inquisizione spagnola. E' vero, incontrovertibilmente vero. Pur privati, perché provati, dall'impicciarsi della politica della Sublime Porta, poterono stabilirsi in quelle terre, lavorare e commerciare e nessuno ne mise in discussione le credenze, i costumi e i riti. Anche gli Ebrei sefarditi, coi loro cappottacci, i cappelli spropositati e le barbe sul petto, non hanno mai sentito il bisogno di allontanarsi da Istanbul e, a tutt'oggi, sono i grossisti del Gran Bazar. Li ho visti io trattare le merci sull'ampio prato prospiciente l'ingresso dei corridoi congestionati di negozi, di merci e di persone, calmi e tradizionali. Stavo parlando col genero del proprietario dell'ex Cinema Olimpia di via Andrea Costa a Bologna, in italiano. Costui viveva da decenni ad Istanbul e non nutriva alcun desiderio di tornare in Italia. Ebbene, il Sultano della Sublime Porta non ammise mai la democrazia, ma non perseguitò mai, in nessuna forma, men che meno ideologica né gli Ebrei - che non si sognano neppure lontanamente di diventare sionisti - né i cristiani espulsi dalle loro terre d'origine dall'invadenza, dalle torture e dai roghi della Santa Inquisizione. Ecco che l'aspetto politico e diplomatico della rinnovata contrapposizione fra Islam riemergente nel Paese più forte ed evoluto, insieme alla Persia, alle porte d'Europa e nel cuore del Medio Oriente, riemerge ad onta della forza o debolezza contingente e delle influenze degli attori in commedia: due Stati e due comunità non arabe, la prima euralasiatica, la seconda ariana. Quello politico è un aspetto, anche se non l'unico, che non può né deve essere messo fra parentesi; il Papa non rappresenta un'autorità morale o spirirtuale per i Turchi e per gli islamici in genere, ma, come lamentano anche gli Ebrei, fa politica e un gesuita in particolar modo. Ecco perché, in termini politici, gli Armeni sono un pretesto per un "casus belli". Ma il tentativo di genocidio, ad opera dei "Giovani Turchi", una sorta di futuristi filo europei e a conoscenza della più sofisticata cultura europea, che non potevano esportare né imporre nel loro Paese, ci fu e la sua disamina, o meglio la contrapposizione degli eventi più vergognosi dei contendenti, sul piano degli effetti concreti delle prese di posizione di ambo le parti, apre la porta, sublime o meno, ad un grande dibattito.

martedì 14 aprile 2015

Chi è senza peccato..

"I cristiani hanno commesso dei genocidi". Il Governo turco ha omesso di dire, a loro volta, ma è implicito. Ha ammesso così, implicitamente, le proprie colpe ed ha solo eccepito di trovarsi in compagnia del suo accusatore. La conquista delle americhe da parte degli spagnoli e dei portoghesi, soprattutto, hanno conosciuto un'opera di "evangelizzazione" dei nativi: sulle baionette ha viaggiato il Verbo, senza che nessuno degli indigeni ne sentisse la mancanza o ne invocasse l'intercessione. E' anche vero che, in limitate circostanze, ad opera dei Gesuiti, alcune popolazioni indigene siano state temporaneamente tutelate dal genocidio spagnolo, fino a che, rotti gli indugi, le soldataglie avevano proceduto alla loro distruzione. Non erano mancati gli stupri e neppure le copule volontarie durante la permanenza coloniale, tanto che dalla conquista delle terre d'oltre mare, era stata importata in Europa la sifilide, che si espanse rapida in tutto il continente e le isole, come in tempi recentissimi l'AIDS. La rimostranza turca, sul piano comparativo, non è infondata. basta rifarsi al comportamento dei cristiani-ortodossi Serbi nei confronti dei Kosovari: tentativo di pulizia etnica o genocidio, stupro pianificato di donne musulmane, fino a far loro concepire dei serbi, dato che erano state emarginate dal loro ambiente culturale ed espropriate del loro territorio. Lo stesso atteggiamento dei fondamentalisti musulmani verso le donne delle comunità cristiane. E' abbastanza controverso che le persecuzioni attuali siano più pervasive di quelle delle origini; il fatto è che la decimazione è oggi condotta con metodi bellici e cerca di estirpare la presenza cristiana dai luoghi più antichi del suo insediamento, ma senza la sussistenza della comunità romana, che rischiò sul serio l'estinzione, la nuova dottrina, innestata sui canoni del diritto romano, non avrebbe mai cominciato la sua costruzione dottrinaria, protrattasi per secoli, fino al 1500 e le comunità autoctone delle regioni attigue alla Palestina, dove Paolo di Tarso fondò, attraverso la sua predicazione itinerante, un nuovo culto, sarebbero rimaste sparse e modeste, per numero ed a concreto rischio di aggressione e di estinzione. Ma competere sulle lotte intestine, della tripartizione dell'unico Libro, è un'arcaica rivendicazione di un potere estinto, per speculare su un sentimento vivo, vivissimo, nei cuori e nelle coscienze di popoli archeologici. "Non pensavo che fosse un politico di tal fatta", ha detto Erdogan, "d'ora in avanti lo riguarderemo di conseguenza". I papi e un Papa gesuita sono certamente dei politici, ma dovendo scegliere, sul piano storico e limitatamente al fatto citato, a prescindere da quelli omessi, il pampa-Papa ha detto una verità scomoda. Può accettarla Erdogan? Se la sente di rinunciare a riagganciare l'elettorato nazionalista del suo competitore elettorale? Cominci ad accettare le responsabilità storiche della Turchia e, alla luce di questo, contrattacchi, se vuole e può apporossimarsi, sia pure in termini spuri, a quell'Europa che ha influenzato, in parte, le sole Istanbul e Izmir. L'alleanza militare con l'Impero guglielmino, con la NATO e con gli Stati Uniti, non bastano.

Estranei.

"Sono uno degli agenti della Diaz, rientrerei in quella scuola ancora tante volte". Deve essere rimasto frustrato in questi lunghi anni, lui e i suoi colleghi "con le palle piene". Forse, anzi probabilmente, ha potuto sfogarsi su qualche borsaiolo, su qualche prostituta, per la sua sfiga, che con le dimostrazioni non ha nulla a che fare, ma solo con l'inerme oggetto della sua rabbia. Non lo sbatteranno dentro, ne sono certo, spogliato dei suoi pretesti ed in balia della "vendetta" dei detenuti, verso le angherie subite dietro la protezione della divisa, l'unica risorsa di un questurino. Un altro bullo, turco questa volta, ammonisce il Papa a non pronunciarsi più secondo verità; non si capisce a quali minaccie alluda. E' solo un rozzo e prepotente levantino da scaricare subito e per sempre. L'indole incivile e incongrua con l'Europa dei Turchi è acclarata. Lo stesso Obama è stato minacciato di compromettere l'alleanza con l'anatolia, se pronuncierà la parola "genocidio". Se non vorrà rinnegare non solo la verità storica, ma la lunga storia di persecuzione, ancora in atto, dei neri d'america, discendenti di quegli schiavi africani che vi furono importati, non potrà che ribadire l'inammissibile tentato sterminio di un intero popolo. I Turchi persecutori degli Armeni, si comportarono come stanno facendo le soldataglie del IS: non solo sfogarono i loro istinti omicidi o altrimenti sadici sui prigionieri e sui deporttai, prima di finirli, ma rapirono, per farne schiave sessuali, le donne armene, inquinandone per sempre la discendenza. Il caso della bambina yazida, in Iraq, che a nove anni è già incinta per essere stata data in premio a dodici combattenti, ma anche kamikaze islamici, è la conferma di un costume costante, praticato ad ogni latitudine dei territori di Maometto. La bambina, per immaturità fisica. rischia la morte o irrimediabili menomazioni permanenti. Penso che questa infamia, certamente negata, chiuda il cerchio e immagino che il pampa-Papa sia perfettamente in grado di reggere la parte nei confronti di questi cafoni orgogliosi, minacciosi e potenzialmente assassini, come un malfattore pescato con le mani nel sacco ed accusato. La Turchia è e resta oriente e non può aspirare ad essere europea; se è nostra alleata, si dia ragione di ciò, avrà i suoi buoni vantaggi per esserlo e non minacci abbandoni che la vedrebbero solo abbandonata.

lunedì 13 aprile 2015

Bravo, pampa Papa.

La diatriba fra la Turchia e la Santa Sede si è già spostata sulle interpretazioni storiche e le sottigliezze giuridiche. Sono state interpretate, da parte turca, le differenze di attribuzione linguistica, al "genocidio" armeno e ai "massacri" in Ruanda, come se si volesse preservare l'influenza "cristiana" in Africa e non ci si curasse che dei cattolici Armeni, dei Siriaci, dei Greci citati nel discorso papale, incentrato, ancora una volta, sull'indifferenza verso il "genocidio o lo sterminio" dei cristiani nelle zone di più antico insediamento: "più che ai primordi del cristianesimo". Si è sottilizzato sulla giuridicità del concetto di genocidio - come se il milione e mezzo di morti non ci fosse stato - si è cercata una compensazione sui numeri ( cinquecentomila Armeni e cinquecentomila Turchi ) prodotti dalle malattie e dalle depoortazioni, si sono contrapposti i morti Turchi e islamici nella miriade di guerre ( l'Impero ottomano era ai suoi minimi storici ), "ignorati" dal Papa. Si è rimarcata la contraddittorietà fra le premesse inclusive di Bergoglio, subito dopo la sua elezione e la "discriminazione" "pro domo sua" di ieri. Insomma si è rilanciato sul piano strettamente politico, contro quello che è stato avvertito come un atto di ostilità mirato da parte di un'entità di cui al popolo turco "non importa assolutamente nulla" come ha affermato il Ministro dell'interno anatolico. Ali Agca conferma. Il Vaticano non aggiunge verbo e non poteva sfuggire a Bergoglio che la sua presa di posizione avrebbe suscitato le prevedibili reazioni del Governo turco. L'Europa non commenta ufficialmente. Nuove "misure" sono preannunciate dalla Turchia. Un ulteriore arroccamneto confessionale e nazionalistico? Eppure, ho molto apprezzato la chiarezza e la nettezza del pronunciamento papale ( casomai dovrebbe citare, in un altra occasione, anche i "genocidi" degli oppositori in Argentina ) sia che avesse un dichiarato e lecitissimo scopo politico, contro la persecuzione in atto contro i cristiani o fosse funzionale a farsi valere nel gioco diplomatico europeo, perché voglio credere che, prima e al di là ditutto, ci sia stata la semplice e spontanea volontà di dire la verità, assumendola a base di qualsiasi possibilità di relazione e rinnegando la falsità complice, ma spesso anche criminale, dei manierismi diplomatici. Il messaggio è di Bergoglio e solo del suo pontificato: la Chiesa intepreta il Vangelo o lo ripone spesso nel cassetto, a seconda degli equilibri del Conclave, comprendendo sul proscenio della storia ogni possibilità, tutto e il contrario di tutto, interagendo con la complessità degli eventi e dell'animo umano, compresi i suoi ipocriti interessi. Bisognerebbe analizzarne la capacità esegetica, in funzione della sua dottrina e della corrispondenza al vero ed al reale. Sarebbe per gli storici un esercizio onesto.

domenica 12 aprile 2015

Finezza gesuitica.

Parlando ufficialmente come Capo della Chiesa di Roma, all'interno della Città del Vaticano, Stato europeo, il pampa-Papa ha allargato il cuneo fra la pretesa turca di aderire all'Europa, senza fare ammenda della nefandezza contro la popolazione armena e verso l'Europa politica, forte solo di storici rapporti con l'Impero guglielmino. Ma non è stato questo l'aspetto principale della presa di posizione di Bergoglio. I Turchi se ne sono risentiti, confermando nel contempo la loro autoreferenzialità "imperiale" nel valutare gli eventi storici e i loro atti storicamente accertati. Furono un milione e mezzo gli uccisi per mano turca. Nel farlo Francesco continua l'opera che aveva iniziato Benedetto XVI con la sua lezione magistrale all'Università di Ratisbona, preso la quale era stato docente. Allora, le sottili considerazioni filosofiche e teologiche che sancivano la natura intrinsecamente violenta dell'Islam suscitarono un vespaio ancora maggiore, ma gli effetti politici di quest'ultima dichiarazione potranno essere ancora più incisivi ed impegnativi per le parti che trattano senza trovare un accordo. La diplomazia vaticana entra così a gamba tesa nel dibattito intraeuropeo, dal quale l'ex Presidente della Repubblica francese Valerie Giscard D'Estaing, la volle escludere "per evitare future ingerenze, sul modello italiano" e lo fa in funzione della riaffermazione della sua influenza "fondatrice" dell'Europa medesima. In realtà, dopo il Secolo dei Lumi, l'Europa centro settentrionale è composta dalla Francia laicista e da Stati multiconfessionali, costituiti, in parte, da confessioni cristiane ma sotto l'egida delle autorità statuali, di solito coronate, ma la determinante e non sempre positiva influenza della Chiesa ( che, attraverso gli ordini monastici ( quanto rappresentativi dell'istituzione possano essere considerati...preservò la cultura classica ) durante il medio Evo, portò sistematicamente a inquisizioni, repressioni, guerre e genocidi, non di popoli, ma di categorie sociali: streghe, eretici, regioni che abbracciavano regole religiose eterodosse. Dalle Crociate in poi, anche per evitare l'intera islamizzazione delle arre contese, la contesa fra islamici e nazioni cattoliche meridionali dell'Europa non è mai cessata ed ora viene richiamata. La Chiesa rientra quindi in gioco, con vigore e determinazione, nei confronti dei suoi e nostri vecchi nemici - gli islamici - e del suo esclusivo avversario, il pensiero moderno. Mossa di grande e gesuitica finezza.

Gli squilibri della menzogna.

Il pampa-papa, che è un sottile gesuita e che conosce storia e diplomazia, ha affondato con semplicità il dito nella piaga purulenta degli eccidi negati, mentre commemorava i caduti cristiani sui fronti islamici. Ha parlato dell'attuale indifferenza, ad onta dei principi di libertà, uguaglianza e fraternità, che dovrebbero muovere immediatamente le mega armate a difesa degli interessi occidentali. E ha citato, da storico e da Capo di Stato, gli eccidi ignorati e poi negati del XX secolo. Quello più caparbiamente ed orgogliosamente negato, dall'ex Impero ottomano, è, da oltre un secolo, quello degli Armeni, un popolo cristiano "in partibus infidelium". Più di una volta il pampa-Papa ha affermato che le vittime sono tali indipendentemente dalla loro fede e, quindi, la rievocazione commemorativa non è bellica, ostativa, ma riguarda tutte le persone di buona volontà. Ma, ancora una volta, la decaduta potenza turca non lo capisce, richiama il suo ambasciatore presso la Santa Sede e convoca il Nunzio pontificio. Non sarebbe un gran danno se, con queste mosse il neo confessionale e populista Erdogan non avesse avuto la possibilità di appartarsi ancora un po', facendo leva sul sentimento autoconsolatorio e sullo spirito nazionalistico insieme, che aveva già indotto Ataturk a inaugurare le tesi negazioniste che offendono quei morti, quel popolo, due volte. Mentre Obama ultima versione e il fratello di Fidel Castro aprono al turismo, il pampa-Papa chiude ai negatori della propria malafede senza curarsi di equilibri diplomatici. Un'altra pietra miliare a favore del suo pontificato.

Principi al vento.

Il pampa-Papa, ogni domenica, celebra il massacro dei cristiani nel terzo mondo, al quale le guerre energetiche e il globalismo finanziario hanno scoperto il gioco dei regimi complci dell'occidente che cavalcano il sentimento religioso delle loro popolazioni, ma se ne discostano, tranne che nelle forme, in equilibrio instabile con gli officianti delle medesime. Ma la religione islmamica, almeno nelle sue versioni più numerose, non ha una gerarchia sociale, casomai teologica, ma un macellaio di periferia puà essere un Imam e predicare. Da questo, la rinascita dell'islamismo, senza che i dottori della fede e della legge se ne immischino direttamente e preliminarmente. Troppi interessi economici, intrattenuti con i regimi medio-orientali e quelli dell'Africa petrolifera, impediscono gli interventi umanitari, come si dovrebbe per le donne yazide, o in difesa della fede cristiana, anzi cattolica, come avveniva in Europa dal Medio Evo in poi, ma solo in funzione degli interessi temporali della Santa Sede, in combutta e talvolta in contrasto, con i feudatari prima ed i capi di Stato cattolici poi, salvo che non fossero in conflitto fra di loro. Lo stesso che accade oggi nelle desertiche regioni dell'Islam e su cui contano i movimenti fondamentalisti, diretti da persone ricche ed eminenti, in primo luogo per sovvertirli e sostituirsi ad essi. Poi, i popoli sovraeccitati doverebbero venire a più miti consigli. Resta il fatto che persone "estranee" al sentire maggioritario, oppure invise a minoranze assolutiste ed intolleranti, celebrano ogni domenica il loro sacrificio, quando sono riunite per il culto. Resta il fatto che i regimi al potere, forti solo della loro corruzione, non vogliono o, più probabilmente, non sono in grado di andare contro tendenza rispetto al sentimento popolare più numeroso e che il principio laico della equivalenza, nel rispetto, di ogni credo, non è condiviso da sudditi e governanti. Le guerre costano, pampa-Papa e devono costituire per i Paesi che se ne facessero promotori, un investimento e, in Italia, si possono promuovere referendum contro il divorzio, ma nessuna armata partirà, da sola, per altre crociate. Proprio per mancanza opportunistica di laicità.

sabato 11 aprile 2015

Una sentenza d'inciviltà.

La Corte europea di Giustizia ha condannato l'Italia per il pestaggio notturno di manifestanti inermi che avevano trovato un tetto per la notte dentro una scuola, durante il provocatorio G8 di Genova. Provocatorio per due aspetti: la città di Genova, attraverso il suo reticolo di caruggi, fu una trincea sanguinosissima della Resistenza urbana italiana, dell'Italia industriale . Questa caratteristica è rimasta a presidio dei luoghi popolari e dei sentimenti democratici; lo sapevano i fascisti quando ottennero dal Governo Tambroni di tenere il loro congresso nella sede più inopportuna che si potesse scegliere, lo sapeva quel fessacchiotto di Gianfranco Fini, che nella sua veste di vice presidente del Consiglio, passò le sue giornate e quella notte nella sala operativa della questura, alla ricerca di un'occasione di rivincita. Il pestaggio indiscriminato fu l'opera di poliziotti mascherati o in borghese, circa duecento, che diedero libero sfogo alla loro violenza squadristica, la stessa che impose, insieme all'umiliazione di persone sorprese nel sonno, il canto di "faccetta nera" e consimili melodie del ventennio dittatoriale. Poterono sfogare la loro frustrazione di sbirri deputatati a un ordine che poi si manifestava culturalemnte in forme e modalità dalle quali loro erano esclusi. La stessa frustrazione che li porta, in taluni casi accertati, a competere con i criminali, assumendone le parti quando sono in licenza. Lo spirito di squadra che alligna in quei reparti e in quelle ridotte, oltre ad ottenere con l'intimidazione la complicità di commilitoni incongrui all'atto dell'arruolamento, quando la catechesi si è per forza di tempi e di inesperienza limitata a ideologiche ed astratte convergenze di "principi", si potè esprimere, in quella circostanza, in forme fisiche. Quello spirito si è conservato inalterato. A dimostrarlo è l'impunità della quale quei delinquenti hanno goduto: solo diciassette funzionari sono stati condannati dal Tribunale di Genova, ma non hanno fatto un giorno di prigione, perchè si sono dilazionati opportunamente i tempi, fino a farli cadere in prescrizione. Insomma, la "regola" d'apparato, il corpo primitivo del gruppo, altrimenti nomato "squadra" ha fatto vilmente quadrato e, con esso, l'Italia mediocre e arcaica.

venerdì 10 aprile 2015

E' una democrazia l'America dinastica?

Hillary Roda Clinton ci riproverà. Tenterà di occupare il posto che fu del marito e che lei, durante il di lui primo mandato cercò pesantemente di influenzare. La coppia affaristica - con altri termini, fu la stessa signora a rivelarlo: "fin dai tempi dell'Università", si ripropone, con individuale vanità, ma formazione a testugine. D'altra aprte la ex first lady è un'importante avvocato newyorkese ed ha fatto una pubblica esperienza, in qualità di Segretario di Stato, durante il primo mandato ( deve essere un riflesso condizionato ) di Barak Obama, che aveva prevalso su di lei alle primarie e che i coniugi Clinton avevano poi sponsorizzato. Il ruolo del "consigliori" riguarderebbe stavolta il marito, ma cointeressenze e finanze della coppia rampante e recidivante, crescerebbero esponenzialmente. Che ne è stata, dunque, dell'incompatibilità, del conflitto d'interessi, nella puritana America? L'unica incognita sulla strada presidenziale di Hillary è che il marito, ancorché ex presidente, si faccia fare un'altra pompa da una stagista. Questa volta non basterebbero i graffi e le scenate della volta scorsa, né i languidi abbracci sotto le cascatelle di un'amena località turistica, a restituirle la gravità istituzionale che il ruolo comporta, anche se le sue eventuali prerogative presidenziali dovrebbero esserne esenti. Questa volta, da presidentessa, dovrebbe chiedere il divorzio, come non fece allora per non perdere l'aggancio al treno verso la casa Bianca. A competerle lo Studio ovale ci sarà probabilmente Jeb Bush, il secondo figlio dell'algido vice di Reagan, a sua volta presidente per un solo mandato, per menzogne fiscali e primo assalitore dell'ex alleato Saddam Hussein, intento ad allargarsi troppo sul fronte petrolifero. L'opera fu portata a termine, senza curarsi delle conseguenze dal primo figlio George W. Jeb è stato governatore di uno stato conservatore del sud, la Florida. Dal 2007 ad oggi se ne erano perdute le tracce, ma rieccolo quest'anno ad annunciare la sua candidatura. Come per Hillary, soldi ed influenza ne fanno il candidato certo. In america del nord ognuno si sceglie la religione che preferisce e Jeb è cattolico, grasso e sempliciotto come George W. Le sue opinioni in materia di costume sociale sono retrograde, ma contraddittorie: è cattolico ma si dichiarò favorevoel all'aborto, è contrario alla pena di morte, ma si inchina al sentire popolare, per evidenti ragioni elettorali, simili a quelle ripartite confessionalmente in famiglia. Come il fratello ed il padre ha forti interessi nel mondo del petrolio e degli approvigionamenti bellici e, quindi, un'altra bella guerra, una resurrezione di Condoleeza Rice e DicK Cheney sono con lui possibili, se non probabili. Con Jeff saremmo alla terza edizione a ai potenziali vent'anni di affari di famiglia. Non è casuale che, in gran parte del mondo, i canoni della democrazia decadano a favore dell'utile particolare, democratico o conservatore che sia. In fin dei conti non è neppure una novità: i primi a prenotare il posto a Washington per tutta la famiglia furono i Kennedy, che però, all'interno dell'establishment, avevano degli irriducibili oppositori, a cominciare dal Vice presidente Gerald Ford, che molti considerano la mente dell'omicidio di John. E' stato compiuto prima, per così dire, un lungo tragitto, fatto di intrighi familiari e lobbystici, in un Paese dove vota sì e no il 30% degli aventi diritto.

La violenza endemica.

Da molti anni ormai, la società italiana, la società civile e in pace, soffre di una violenza sempre più accentuata. Le caratteristiche ideologiche di questo fenomeno sono state politiche ( il brigatismo rosso e la reazione nera, le stragi mai spiegate ) poi, esauritesi le suggestioni e la politica medesima, ecco sistematizzarsi una serie di fatti prima estranei alla nostra criminologia, fatta sì di mafia, ma priva di connotati di privato banditismo, di fobie e fissazioni, di ripetitività seriale. Mi viene in mente il killer delle prostitute a Genova, un borghese un po' bolso ma all'apparenza come tanti, un certo Balestra, mi pare. La mafia del Brenta, felice Maniero nel Veneto e Renato Vallanzasca in Lombardia, ma, soprattutto, passo, passo, prendeva piede una vocazione assassina, senza motivazioni che non fossero l'inancrenirsi e l'incrudelirsi di particolari criticità personali e sociali. Quando mai si uccideva qualcuno perché si falliva? Casomai, ci si uccideva ( anche il suicidio è una forma di violenza entropica, di cui si tacciono le statistiche ), alienati di paese facevano strage di donne d'occasione e si manifestavano rituali seviziatori, numerosi in altre culture delle quali, secondo il modello economico acquisito, stiamo evidentemente ripercorrendo le tracce. Quante donne, mogli, ex mogli, fidanzate e ex fidanzate sono state uccise in questi anni, in sostituzione dell'atavico "delitto d'onore"? Anche i figli venuti male sono stati rimossi, molto tempo dopo. La gratuità della violenza si è consolidata, senza giungere, se non incidentalmente, all'esito irrimediabile, in ogni circostanza della vita associata fino a sfociare nell'aggressione improvvisa e gratuita, incrociando un estraneo lungo la propria strada. La violenza, dunque, è assurta a epifenomeno fine a se stesso ( come è sempre stata, legata com'è all'istinto, a cui si erano sovrapposti costumi clanici e ambientali ) e si esprime all'improvviso, senza segni premonitori, che si cercano e si attribuiscono spesso, invece, a persone del tutto innocue. Le categorie interpretative del recente passato sono superate; non si vuole accettare che non ve ne siano, prima che vengano elaborate nuove e ingannevoli motivazioni.

Muoia Sansone con tutti i Filistei.

I noiosissimi commenti che ammorbano le nostre giornate, sono completamente fuorvianti. Anche se sono stati espressi dal protagonista di fatti demenziali, prima che criminali, sono il frutto del disagio psichico in cui si trova. Pare che voglia avvalorare le tesi ufficiali che certamente gli sono state indotte dagli inquirenti; l'odio che esprime è senza oggetto, è rivolto al suo fallimento personale in un'età dalla quale non puoi aspettarti di risorgere - bisogna avere al massimo trentatre anni - è un vortice d'assurdo che in psichiatria avrà certamente una denominazione, simile, per questo aspetto, all'alienato suicida tedesco. Ebbene, su questa idiozia, in senso tecnico, si è innestato un penoso lamento giudiziario: i giudici seduti, pigri fruitori di laute prebende e lunghe ferie, ma che erano già preedisposti al severo ozio intellettuale, molto schematico e involuto, anche quando erano a tutti gli effetti degli statali, allora anche mal retribuiti. Eccoli che si sentono improvvisamente messi in pericolo dalla denigrazione pubblica degli imputati, come, per converso, il principale "reo" di questi ultimi anni che si è sempre detto "perseguitato" dalle toghe pipistrellesche, mutatesi, all'atto dell'aggressione, in rosso sangue. A parti invertite, il copione si ripete: non disturbate il manovratore, sia che si tratti di un burocrate, sia che si tratti di un imprenditore, vittima della satiriasi da ricchezza e dalla noia che ne deriva. E' stato solo un atto insensato, senza necessità pratica, non alimentare e neppure di difesa, se, per difesa, si deve intendere il pericolo imminente da scongiurare. Sansone è fallito e i Filistei, parte della vasta tribù dei Filistei, in particolare in una significativa figura alla quale non è stato sufficiente appartarsi, sono stati privati dello status quo. Tutto qui.

giovedì 9 aprile 2015

Uniforme estraneità.

Lo Stato della Città del Vaticano rifiuta l'accreditamento del nuovo ambasciatore francese presso la Santa Sede perché omosessuale. Ovviamente, la ragione del rifiuto non è stata esplicitata, ma diversi tabloid francesi lo hanno reso di pubblico dominio. Il Governo francese non intende recedere perchè questo tale Stefanini è il più accreditato esperto di vaticano fra le feluche d'oltralpe e perché il diplomatico possiede una collezione importante e numerosa di dossier sulla politica vaticana medesima. E' probabilmente il possesso di tanti fascicoli o file a rendere inquieta la diplomazia d'oltre Tevere che, insieme alla pratica così diffusa fra le sue stesse file e segnatamente fra le alte sfere cardinalizie, ha posto i sigilli al di fuori dello Stato racchiuso entro il colonnato del Bernini. Ci pensò un altro diplomatico francese, tale Peyrefitte a mettere in piazza una sua relazione con il cardinal Montini, diventato già Paolo VI quando fu sputtanato per gli usi curiali: intensi ed ipocriti. Ha un bel da dire il Presidente Hollande, di non avere una figura alternativa dello stesso livello; almeno per il Vaticano, meglio un interlocutore più ingenuo, ma meno inquietante per la pace del gregge, che, invece, secondo me, pascola indifferente. L'omosessualità curiale, figlia delle raccomandazioni familiari per quei rampolli che erano stati avviati alla carriera ecclesiastica per chiari sintomi omofili, fa parte - lo ha ammesso lo stesso pampa-Papa, parlando di lobby omosessuale nella Chiesa - dell'ambiente, come uno dei criteri e dei segnali non manifesti di riconoscimento e un gay di un Paese ultra laico ai suoi vertici che porti la sua gayezza in feluca, è un corpo estraneo, un'infiltrazione del diavolo secolare nella ritualità simbolica e pratica del Sacro Collegio e, siccome, l'accreditamento riguarda livelli inferiori a quelli del Pontefice, in quelle stanze si è scatenata una lotta contro un competitore estraneo.

Il codice che identifica.

Codice identificativo per i poliziotti? Solo di appartenza ad un reparto obiettano i sindacati come se spettasse a loro tutelare chi abusa della divisa dalle giuste sanzioni e dal Parlamento che dovrebbe emanarle. In Italia non esiste neppure il reato di tortura e, se sarà formulato, dubito che non si tratterà di un compromesso gesuitico. Le forze dell'ordine sono ancora considerate le paladine del sistema e non le garanti riconoscibili dei cittadini e, verso le frange marginali e senza protettori della nazione, si accetta implicitamente ogni sorta d'abuso. Non sono solo i manifestanti ad esserne oggetto, ma anche i ladruncoli pestati preventivamente all'arresto e le prostitute costrette a prestazioni gratuite in cambio della loro agibilità professionale. I tutori dell'ordine, per cultura, mentalità ed estrazione sono degli sbirri e non di rado dei criminali nel tempo libero, sono poi invasati, come tutti gli imbecilli a cui si consegni un manganello o una pistola, da uno spirito di supremazia, anziché di servizio e da una piaggeria ruffiana e clientelare verso i superiori, che sono una versione sovraccaricata di loro stessi. Sbirri e delinquenti devono, in fondo, essere fatti della stessa crusca corriva per antagonizzarsi e consentire i ricami degli esteti del dirito, al di sopra e al di fuori della realtà, che oggi si è fatta fragorosamente sentire.

Cecità testarda.

Alexis Tsipras e Vladimir Putin si sono incontrati per un giorno a Mosca e hanno stretto un patto sottile, per il quale la Grecia, già saccheggiata quanto a infrastrutture turistiche dalla Germania, diventerà l'hub di veicolazione del gas russo verso i partners di Atene nell'Unione europea, aggirando ed escludendo l'Ucraina dal servizio e dal furto del gas lungo il percorso. Così Putin, che ha escluso aiuti diretti ad un membro dell'Unione europea, da un lato mette al freddo l'Ucraina arancione e dissestata, fornisce un valido aiuto alla Grecia e si insinua, come un cavallo di Troia, nel fortilizio angusto dell'euro, dal quale sarà difficile scacciarlo, a meno che non ne esca anche la Grecia. Con perfetta tecnica leninista il vecchio 007 ha sfruttato in un colpo solo tutte le contraddizioni e gli egoismi degli euroburocrati. La strategia putiniana si è coniugata con il levantinismo tattico di Tsipras, che, secondo me, non poteva fare altrimenti senza ridiventare la brutta copia dell'odioso governo del falsificatore di bilanci della destra, Samaras, che sull'altare degli interessi di una minuscola oligarchia di evasori fiscali aveva mandato al macello il suo popolo, rinunciando immediatamente al ventilato referendum sui sacrifici, dopo che i maggiorenti rappresentati a Bruxelles avevano opposto un assurdo ed inqualificabile diniego. Il gioco si riapre e subito si allarga, per l'azione di un governo eletto a questo scopo dal proprio popolo. La crisi impazza - è proprio il caso di dirlo - ed oggi un imprenditore fallito ha portato con se ( poco importa che lui sia sopravvissuto ) il proprio giudice, uno dei suoi avvocati, il socio ritenuto corresponsabile. L'ha scampata per caso un nipote. Come sia stato possibile che si spargesse sangue nel tempio per il sacrificio dei reprobi, a me non importa un fico secco. Lo stesso Presidente Mattarella, altrimenti fino ad ora encomiabile, ha usato toni da Sommo Sacerdote, in difesa di quella sovrastruttura sociale che è il diritto, come è evidente soprattutto di questi tempi. Non importa dove una "giustizia soggettiva e vendicativa" si esercita: non è infatti la prima volta ed ai fini pratici nulla cambia se i caduti si trovano in Tribunale o sulla pubblica via. " Che non si ripeta mai più!" Se non si ripeterà in tribunale, si ripeterà nelle Università, nelle case private e negli uffici, come è già accaduto, a grappoli, durante la recente storia nazionale. La violenza dei tempi, l'egosimo censitario, la spietatezza bancaria e il formalismo giuridico, non sono in grado di anestetizzare gli animi esacerbati di tanti individui. Fra l'altro, il gesto era stato preordinato da un anno e mezzo e conseguentemente portato a compimento, come il suicidio in compagnia del pilota tedesco. "Dio acceca chi vuole perdere". Purtroppo ha accecato un'intera società.

mercoledì 8 aprile 2015

Quasi tutti a tavola.

Nè il Papa, né il presidente della Repubblica, presenzieranno all'apertura dell'Expo di Milano. Eppure, le esposizioni universali hanno sempre avuto il suggello delle autorità, di solito laiche, dei Paesi che le ospitavano. Il rifiuto del pampa-Papa si può giustificare con l'incongruità della sua figura con una grande manifestazione commerciale, soprattutto in ragione della sua cifra pontificale, incentrata sulla misericordia e la solidarietà fattiva verso i poveri. Ci sarà occasione per lui e per la Chiesa cattolica di manifestarsi attraverso il Giubileo straordinario indetto per l'autunno, ma non può sfuggire la contraddittorietà, che ha voluto rimarcare, con le più smaccate manifestazioni della ricchezza e del capitalismo che esclude o relega. Il Presidente della Repubblica ha diverse giustificazioni. Da un capo di Stato non ci si aspetterebbe che disertasse una kermesse fra le più significative per l'economia nazionale nella sua proiezione verso il mondo, ma il rigoroso Mattarella non vuole inaugurare un maxi-emporio caratterizzato da corruzione diffusa e palese e da connessioni, più che iframmettenze, mafiose. Lui, fratello di un caduto sul campo, non ha voluto averci a che fare e mascherare la realtà graveolente della Fiera universale, con le apparenze diplomatiche delle inaugurazioni a prescindere dai dati di fatto. Mi sembra una decisione seria, di significato. Si celebrino i fasti - pare prevalentemente alimentari - del Bel paese, ma si separino le istituzioni più rappresentative dalla connivenza con il malaffare politico e criminale. L'Italia è corrotta e la buona tavola piace anche ai mafiosi e ai mazzettieri.

La crisi nella crisi di chi è sempre in crisi.

Il caravanserraglio delle candidature in Campania, lo scempio amministrativo - del tutto simile a quello greco - della Sicilia, marcano la distanza fra l'europa evoluta e quella geografica. Il plebeismo dei favori, unica condizione per il voto in Campania, il privilegio feudale e le sue appendici in una Sicilia " a Statuto speciale" come durante il brigantaggio dei "bravi" degli agrari "liberati", da cui nacque la mafia. Come si fa a convivere in un'unica entità statuale con questi costumi? Nessuna deriva leghista: hanno già mostrato di che pasta sono fatti e anche Salvini cavalca l'insipienza e l'ignoranza padana, ma come nascondersi che con un sistema di sprechi e di malaffare così partecipato a livello plebeo e così condizionante per l'ottimo popolo, una società moderna non può coniugarsi senza affondare nel pantano molle ad ogni passo. Secondo me non era affatto necessario intrupparsi nella moneta unica e la politica di sostegno al reddito poteva essere mantenuta, a patto che il costume amministrativo ed economico fosse seriamente adottato dalla collettività operosa e che fossero civilmente sanzionati i reati dei colletti bianchi. Ma, preliminare doveva essere l'accettazione delle regole del gioco da parte dei lavoratori e degli imprenditori, senza ipocrisie rigoriste e pretesti parassitari. Pieno diritto alla fruizione delle guarentigie del e sul lavoro, libertà d'impresa nel rispetto delle regole contrattuali e legali date. Il fenomeno tedesco è solo questo, ma l'antropologia culturale dei diversi popoli insegna che dai propri caratteri non ci si discosta. L'Italia è una nazione di grande genialità, i reperti storici sono lì a dimostrarlo, anche se è controverso che di "italianità" si tratti, ma è anche un Paese che ha mal digerito la sua unificazione, più che altro subita, attraverso la coscrizione obbligatoria e nel quale si è sempre cercato di sfuggire agli obblighi comuni, in nome di una non dichiarata sfiducia verso una koiné mitologica e un bene comune avvertito invece come una contraddizione in termini. E non senza solide ragioni. Come l'osceno spettacolo delle candidature campane e lo stato fallimentare della Regione Sicilia, per le spese insensate dei suoi burocrati al parlamento regionale, stanno ancor oggi a dimostrare.

lunedì 6 aprile 2015

Rimozioni e punti di osservazione.

In Turchia, come in Cina, le immagini postate su You Tube, Twitter e Facebook, sono state rimosse per ordine di un giudice tutt'altro che indipendente, che ha aggiunto la centocinquantunesima censura dell'era Erdogan, alla libera espressione del pensiero della società turca, stoppando esclusivamente ciò che uniforma, standardizza il costume culturale nel mondo, di pari passo con la sua uniformità economica e commerciale. Con questi atti si vuole limitare un aspetto, non separabile, dell'unica forma di democrazia, con tutte le imperfezioni che si vogliono, nota storicamente. L'immagine del giudice ucciso a Istanbul - non si sa da chi - non doveva essere vista e i soliti pietosi ne converranno, ma la rimozione ha riguardato anche le notizie della corruzione del Primo ministro e dell'entourage, del suo partito trasformatosi in una piattaforma di potere. In Turchia, l'incontrastato premier ( tranne che dalla società civile ) aspira a fare dell'anatolia la leader "moderata" del medio-oriente, un neo Impero da contrattare con le potenze egemoni, con Israele, fra una giravolta amichevole ed una bellicosa, mentre l'evoluto tecnologicamente Iran aspira alla stessa politica e Israele dà di matto. Uniti nei commerci, ma separati nella subcultura e nei costumi, per un particolare disegno di potenza. La Cina, invece, aspira a travolgere l'economia mondiale e ad attestarsi come la prima potenza finanziaria al mondo ma, dopo aver cristallizzato il sistema statuale su quello, inflessibile, del Partito comunista, non vuole consentire prassi liberaleggianti sul suo continente umano. Per questo, qualsiasi regime che si basi sulla limitazione o negazione dello scambio delle notizie non è e non sarà mai un modello, neppure in evoluzione, di democrazia. Di quà gli uni e di là gli altri. Sarebbe anche opportuno non commerciarci con costoro, evitando così di introdurre nella nostra economia elementi crescenti di disgregazione, che non sono colonizzatori, ma distruttivi e basta. Invece i nostri Stati si adeguano e, con cotale politica economica, distruggono l'economia mediana e consegnano le nazioni ad un resuscitato assetto censitario, l'unico che non si lascerà ammanisire e spedirà i fanti, così liberati, alla guerra. In Israele, la destra, cautelativamente rieletta dai coloni e dagli strati, anche quelli radicali democratici, ma teorici, della borghesia, sempre timorosa alla prova dei fatti, cerca l'appoggio della lobby newyorkese per sovvertire al Congresso, i pallidi tentativi "dell'abbronzato" Obama di imprimere dei contenuti da sinistra alla politica imperiale americana. La visita al Parlamento, a maggioranza repubblicana appena formata, saltando il Presidente in carica, è indicativa della rinnovata nevrosi sionista che ha recentemente invitato tutti gli Ebrei a rifugiarsi in Israele ( a Gaza dovranno restringersi un altro po', prima che gli Israeliani li decimino a sufficienza da rendere l'ambiente meno affollato per i superstiti ) dato che l'Europa si farà di nuovo spinosa per loro. Si tratta di una facile previsione, dal momento che Israele sta per accingersi ad un rinnovato isolazionismo ed a condurre colpi bassi, dove necessario, saltando anche le alleanze, almeno a livello istituzionale, più tradizionali. Tutto per la mancata repressione militare della politica energetica iraniana. Insomma, i vicini devono restare poveri e arretrati o ricchi e collusi. Qui torniamo al punto di fondo: nella forma e nella tecnica si tratta sul nucleare iraniano, nella sostanza il negoziato è geopolitico. La trattativa non sarebbe nemmeno cominciata se, al fondo, occidentali, Russi e Cinesi non fossero convinti del fatto che la Persia è attore abbastanza razionale da non volersi dotare di testate atomiche, ben sapendo che appena scoperta verrebbe "vetrificata" da un primo colpo americano e/o israeliano. Trentacinque anni di contrapposizione fra Stati Uniti e Repubblica Islamica, avvelenata dagli stereotipi negativi ed esasperata dalla propaganda, non si possono però cancellare d’un colpo. Serve passare dalla cruna dell’ago nucleare per ricostruire un equilibrio geopolitico regionale oggi inesistente. Ma sauditi e israeliani non sono disposti a includere la Repubblica Islamica in un accordo di fondo sulla divisione dei poteri nel Grande Medio Oriente. La pensava così anche Saddam Hussein, quando, incoraggaito dagli americani condusse una guerra degli otto anni contro i Persiani, prima di allargarsi in Kuwait e cominciare la sua lunga agonia e quella del suo Paese che non è ancora finita. Per i petromonarchi arabi sunniti di Riyad e i loro satelliti del Golfo, i persiani sciiti sono inguaribili sovversivi. La guerra di civiltà si consuma fra diverse confessioni di una stessa fede che condizionano gli assetti statuali dello scacchiere. Teheran è la centrale della rivoluzione nel mondo islamico, che in ultima analisi nega la legittimità del potere politicoreligioso di Casa Saud. Per gli Israeliani, o almeno per Netanyahu e la quasi totalità dell’establishment politico (ma l’intelligence spesso non concorda), la Repubblica Islamica è una minaccia esistenziale permanente, perché all'alterità religiosa aggiunge un apparato tecnologico di prim'ordine. E’ ciò che l’Unione Sovietica fu per gli Stati Uniti durante la guerra fredda. Un fattore di coesione sociale e geopolitica assolutamente strategico. E si sa che cosa succede quando si perde il Nemico. Verso gli Arabi e gran parte delle istituzioni mondiali, Israele è di nuovo solo e cerca convulsamente alleanze in fieri. Trentacinque anni di contrapposizione fra Stati Uniti e Repubblica Islamica, avvelenata dagli stereotipi negativi ed esasperata dalla propaganda, non si possono però cancellare d’un colpo. Serve passare dalla cruna dell’ago nucleare per ricostruire un equilibrio geopolitico regionale oggi inesistente. Così l'iconoclastia del IS mette a repentaglio i ricordi storici e artistici di un mondo desertico galleggiante su di un mare di petrolio, che un giorno si estinguerà, in maniera più assolutista ma meno efficace delle milizie regolari, che dalla cultura prescindono perchè hanno altro da annientare e di cui impadronirsi. Si stringono accordi, sulla base di un equilibrio di interessi che domani, se si modificherà, trasformerà i sodali in avversari sinergizzando alleanze e si mettono in subbuglio sunniti ortodossi ( sauditi ) e sionisti. Chi ha fomentato tutto questo? Un milione e ottocentomila mila morti nelle guerre di Bush, contro un fenomeno recidivante, se suscitato, come il terrorismo, torture paraticate in prigioni "amiche" negli Stati arabi alleati, a Guantanamo, pagando un regolare contratto d'affitto al Governo cubano, ma anche in Polonia, come si è recentemente scoperto. I civili, portati a migliaia di fronte a delle Corti marziali militari, nell' Egitto del deposto Presidente eletto, amico dei Fratelli musulmani, torture e sentenze di morte, ufficiali e nelle segrete. Si presume che non ci debba essere ribellione? Le alleanze con i dittatori sovvertite quando si è ritenuto, a torto, che non fossero più utili, la sconfessione sul campo di un'alleanza fra Berlusconi e Gheddafi, una campagna elettorale da quest'ultimo finanziata in Francia da rendere indimostrabile. Il Vecchio Testamento, in vigore in quelle terre, predica vendetta. Quello nuovo, da noi, non è mai stato applicato.

Il lamento del vento.

Per il mondo, rappresentato dai media, si spande un lamento invocante pace, tutela, giustizia soggettiva. I princìpi sono tornati in auge proprio perchè sono ignorati nella prassi quotidiana. Sono princìpi confermatori di un sistema che tutti invocano quando si tratta di piegarli ai propri scopi o alla propria ipocrisia, strumentalmente quindi, perché nessuno dei suoi impetratori ci crede e li osserva. C'è alla bese una riserva mentale che "rovescia la prassi" giaculatoria. Infatti, agli alti lai, agli imperiosi "must", agli indefettibili sentimenti si accoppiano in sequenza inframezzata ed ininterrotta, i selfie, le foto buffe degli animali domestici i progetti ricreativi con i quali contrastare la noia di poche ore, il senso di vuoto incombente, che dovrebbe essere rivelatore di abitudini insulse ed alienanti. Come sempre, le tragedie personali si consumano nell'intimo di ciascheduno, ignorate dagli altri, anche i più prossimi per consuetudine, familiarità, costanza sentimentale, lavorativa, come in un branco che si sposta quel tanto che serve a far spazio al predatore che si avventa sul più inerme, ricomponendo un po' più in là, l'assetto passivo, "calmo, civile, ordinario".

Il triste carnevale.

L'Italia conduce guerre segrete in ogni angolo del mondo. Lo fa attraverso corpi specializzati, talvolta in autonomia, ma mai per iniziativa unilaterale, talaltra sotto il comando anglo-americano. E' strano che sia ancora esente da attentati sul suolo nazionale. Il doppiogiochismo diplomatico è una nostra caratteristica storica: evidentemente svolgiamo un'azione di supporto specializzato agli eserciti invasori o alle intelligence che contano. La difesa della Patria, quale sacro dovere del cittadino, è superata come la leva militare. Il mondo rischia di scapparci di mano e la difesa energetica dello Stato deve esercitarsi presso le fonti. Pare che i nostri soldati anonimi siano molto apprezzati e gli alti comandi possono baloccarsi con i droni e il meglio della tecnologia militare convenzionale, alla faccia della congiuntura economica e del debito irredimibile dell'Italia verso i paesi più forti dell'eurozona. Israele, smaccato dall'accordo che Obama ha voluto stringere con l'Iran, preconizza sfracelli, la nuclearizzazione dell'area medio-orientale, che ha inaugurato da decenni, la possibilità d'acquisto di armamenti nucleari degli Stati arabi alleati, ma infidi, degli Stati Uniti. Il Presidente uscente degli Stati Uniti, pur prudentissimo nel corso del suo mandato e mezzo, sta tentando di assestare un colpo all'unilateralità delle alleanze strategiche americane nell'area petrolifera e di aprire un dibattito che coinvolga paesi canaglia, casomai per sovvertirli, come è capitato a Saddam Hussein e all'autoriciclatosi Gheddafi. Intanto la Grecia si appresta a ripristinare il sistema del serpente monetario europeo, attraverso il ritorno alla dracma con cambio correlato all'euro, il miglior sistema che sia mai stato elaborato finora, senza togliere, con la sovranità monetaria, l'autonomia agli Stati più deboli. La politica si può infatti esercitare, a differenza della finanza, solo entro i confini nazionali. Il Papa continua a ricordare i cristiani perseguitati in zone nelle quali sono minoranze. Nei Paesi dell'occidente liberal-massonico, la religione è ignorata e le sue istituzioni, in funzione della quantità stimabile di fedeli, hanno un'influenza politica più o meno rilevante. Condizionante in Italia, a prescindere dalla fede. La cristianità sottoposta a stragi e sevizie non viene tutelata in quanto tale, lo sarà, al massimo, quando la geopolitica bellica ed energetica lo richiederà per tutt'altri fini. La schiavitù alla quale sono state ridotte le donne yazide, i continui rapimenti in Nigeria, l'azione nei e oltre i confini, in Somalia e in Kenya, vogliono rimarcare l'estraneità culturale di cui i cristiani si renderebbero portatori in terre islamiche, per conto dei colonizzatori. Che questo sia avvenuto storicamente è fuor di dubbio e non mi sentirei di escluderlo neanche nelle confuse ed ibride contingenze attuali che i fondamentalisti vogliono discernere e "chiarire", anche perché non accettano la concezione delle libere religioni nell'ambito del libero ordinamento degli Stati. Wojtyła seppe attendere dieci anni per richiedere l'intervento della NATO contro i Serbi ( già decisa, per altro ) per evitare che, dopo i Bosniaci, sottomettessro i cattolici Croati. Il gesuita-francescano sembra annaspare nella "misericordia", ma la situazione è molto meno definita e ben lungi dal pervenire ad un chiaro epilogo. Intanto si continua a morire in forme emblematiche e nascoste. Oggi, fra allocuzioni di persone che avevano perso la loro attività lucrosa e che non sapevano a che santo votarsi per il futuro, ho sentito parlare di scelte cinematografiche, di belle giornate che ci attendono ( non da parte dei diretti interessati, ma delle loro compagne ), taluni si seccavano con le mogli che rendevano pubbliche situazioni crescenti di disagio, che dovevano rimanere sconosciute per ragioni d'immagine, soprattutto commerciali. Oggi, economica gitarella fuori porta, domani, come ieri, nel vaniloquio generale.

domenica 5 aprile 2015

Caravellanti alla scoperta di niente.

Il "sentimento" più diffuso di questa Pasqua non ha dissipato la Quaresima: medie attività divenute piccole, costrette alla chiusura dalle banche creditrici, credito al consumo offerto da qualunque sigla di fantasia che nasconde le banche avare, le stesse che hanno negato il credito. Violazioni patenti della privacy attraverso indagini sul posto di lavoro dei garanti, non la semplice conferma dell'Iban, ma informazioni dirette sulla persona, a volte, per superficialità d'indagine, rivolte alla persona medesima. Cause per anatocismo che vengono barattate per una ulteriore bombola d'ossigeno creditizia alle imprese che le hanno promosse, ma cause a go-go, spesso con esito positivo per i ricorrenti, anche a livello di singoli privati. Saccheggio sistematico, soprattutto fiscale sulla piccola e media impresa, ormai destinate all'estinzione, consulenti improvvisati al telefono o allo sportello che ripetono il mantra, modificano, aggravando su di un altro lato le condizioni di rapina ai clienti di scarso "valore aggiunto"; alla criminalità fiscale si è sostituita un'asfissiante balzellomania che ha suscitato per la prima volta l'invidia del piccolo imprenditore nei confronti dei dipendenti, i quali, invece, non hanno più nessun antidoto alla precarietà e devono guardarsi dall'indebitamento anche per investimenti strategici, quali l'abitazione. Il gioco delle coperture fra i gestori del credito ha raggiunto livelli grotteschi, l'Italia è sempre più più un sistema di feudi o di fortini dentro i quali gli appartenenti alla coorte si autotutelano fottendo gli altri, quelli che si affacciano alle feritoie per chiedere soccorso. Che vadano in malora, siamo sempre stati meschini, ma ora non siamo più in grado di dissimularlo: "mors tua, vita mea". Il sistema clientelare, che un tempo assegnava i lavoratori a due distinti tornei, principale e secondario, adesso è impetratore di assegnazioni e di esclusioni, anche solo in funzione di utilità professionali che non riscuoterebbero attenzione in grandi aziende, dove neanche le attività produttive sono, da tempo, curate e valorizzate. In fondo, in realtà "piccine" si tengono reciprocamente la parte, "stringendosi a coorte", ma tutt'altro che pronti alla morte, con nulla nel cuor. La piccola stampa di provincia, che rappresenta interessi di un'oligarchia che fu campagnola, è tutta uno spreco di "degrado, violenza, pestaggio, jihadista", come un tempo era prodiga di attribuzioni al comunismo, ai brigatisti, ai loro fiancheggiatori. I lettori li leggono come un giornalino colorato e non se ne danno pena. Gli articoletti sono brevi - al massimo sessanta righe - per non provocare il mal di testa all'utenza. Di tanto in tanto, sempre a caratteri cubitali, si riportano i luminosi obiettivi di una squadretta di pallone che le prende spesso e volentieri anche in serie B, ripiegando, fra un peana e l'altro, sullo stadio, sui business collegati, su una fantasmatica campagna acquisti per la prossima stagione. La mafia è profondamente radicata in Emilia Romagna. La disattenzione alla immigrazione e la complicità di imprenditori allo stremo, l'hanno trainata e consolidata. Le intimidazioni, le ingiunzioni grevi, le minacce e le aggressioni sotto casa che qualcuno, per fortuna ha cominciato a denunciare ( ma quanti tacciono? ) ha ammorbato un clima che aveva conservato fino ad ora robusti anticorpi, che sono venuti meno. Intanto, le banche e le loro diramazioni finanziarie, per non correre rischi, foraggiano la vanità di imprenditori vanesii, ancorché momentaneamente con il vento in poppa. Sono pochi e a cavallo di destrieri ( aziende) grandi e potenti. Cosa ci può essere di meglio che una bella barca. In fondo, siamo coperti a sinistra, come ai tempi della Contessa Serbelloni Mazzanti Vien Dal Mare e del suo veliero "Poteve opevaio". Anche Dalema e amici hanno un mono o un bi o un trialbero acquistato con un mutuo.

venerdì 3 aprile 2015

Bolle e bollicine.

Nel Marzo di quest'anno, in tutti gli Stati Uniti, 125.000 persone hanno trovato lavoro. Lo perderanno ad Aprile e, in parte, lo riconseguiranno a Maggio. I nuovi occupati marzolini, o meglio quei licenziati a Gennaio che hanno riallacciato un impiego temporaneo senza neppure una scadenza, hanno registrato una diminuzione delle retribuzioni su base media. La prossima volta la busta paga sarà ancora più leggera, fino a che non sarà più conveniente cercare di rioccuparsi e ci si abbrutirà in qualche reditto di cittadinanza alcoolico. Sono queste le statistiche del futuro anche da noi. Le borse statunitensi fletteranno: un eccesso d'impiego produrrà inflazione. Sconteranno così, in anticipo, i rialzi speculativi delle prossime statistiche declinanti. La disoccupazione delle masse è un indice positivo per la rendita, si tratta di una legge nota. Sono gli eccessi di garanzia che stabilizzano gli impieghi, la maggior fonte di preoccupazione dei capitalisti, la cui religione è officiata nei templi borsistici. Lo scoppio della bolla occupazionale gonfia quella finanziaria. Il futuro sorride ai giovani.