giovedì 9 aprile 2015

Il codice che identifica.

Codice identificativo per i poliziotti? Solo di appartenza ad un reparto obiettano i sindacati come se spettasse a loro tutelare chi abusa della divisa dalle giuste sanzioni e dal Parlamento che dovrebbe emanarle. In Italia non esiste neppure il reato di tortura e, se sarà formulato, dubito che non si tratterà di un compromesso gesuitico. Le forze dell'ordine sono ancora considerate le paladine del sistema e non le garanti riconoscibili dei cittadini e, verso le frange marginali e senza protettori della nazione, si accetta implicitamente ogni sorta d'abuso. Non sono solo i manifestanti ad esserne oggetto, ma anche i ladruncoli pestati preventivamente all'arresto e le prostitute costrette a prestazioni gratuite in cambio della loro agibilità professionale. I tutori dell'ordine, per cultura, mentalità ed estrazione sono degli sbirri e non di rado dei criminali nel tempo libero, sono poi invasati, come tutti gli imbecilli a cui si consegni un manganello o una pistola, da uno spirito di supremazia, anziché di servizio e da una piaggeria ruffiana e clientelare verso i superiori, che sono una versione sovraccaricata di loro stessi. Sbirri e delinquenti devono, in fondo, essere fatti della stessa crusca corriva per antagonizzarsi e consentire i ricami degli esteti del dirito, al di sopra e al di fuori della realtà, che oggi si è fatta fragorosamente sentire.

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