venerdì 10 aprile 2015

Muoia Sansone con tutti i Filistei.

I noiosissimi commenti che ammorbano le nostre giornate, sono completamente fuorvianti. Anche se sono stati espressi dal protagonista di fatti demenziali, prima che criminali, sono il frutto del disagio psichico in cui si trova. Pare che voglia avvalorare le tesi ufficiali che certamente gli sono state indotte dagli inquirenti; l'odio che esprime è senza oggetto, è rivolto al suo fallimento personale in un'età dalla quale non puoi aspettarti di risorgere - bisogna avere al massimo trentatre anni - è un vortice d'assurdo che in psichiatria avrà certamente una denominazione, simile, per questo aspetto, all'alienato suicida tedesco. Ebbene, su questa idiozia, in senso tecnico, si è innestato un penoso lamento giudiziario: i giudici seduti, pigri fruitori di laute prebende e lunghe ferie, ma che erano già preedisposti al severo ozio intellettuale, molto schematico e involuto, anche quando erano a tutti gli effetti degli statali, allora anche mal retribuiti. Eccoli che si sentono improvvisamente messi in pericolo dalla denigrazione pubblica degli imputati, come, per converso, il principale "reo" di questi ultimi anni che si è sempre detto "perseguitato" dalle toghe pipistrellesche, mutatesi, all'atto dell'aggressione, in rosso sangue. A parti invertite, il copione si ripete: non disturbate il manovratore, sia che si tratti di un burocrate, sia che si tratti di un imprenditore, vittima della satiriasi da ricchezza e dalla noia che ne deriva. E' stato solo un atto insensato, senza necessità pratica, non alimentare e neppure di difesa, se, per difesa, si deve intendere il pericolo imminente da scongiurare. Sansone è fallito e i Filistei, parte della vasta tribù dei Filistei, in particolare in una significativa figura alla quale non è stato sufficiente appartarsi, sono stati privati dello status quo. Tutto qui.

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