mercoledì 8 aprile 2015

La crisi nella crisi di chi è sempre in crisi.

Il caravanserraglio delle candidature in Campania, lo scempio amministrativo - del tutto simile a quello greco - della Sicilia, marcano la distanza fra l'europa evoluta e quella geografica. Il plebeismo dei favori, unica condizione per il voto in Campania, il privilegio feudale e le sue appendici in una Sicilia " a Statuto speciale" come durante il brigantaggio dei "bravi" degli agrari "liberati", da cui nacque la mafia. Come si fa a convivere in un'unica entità statuale con questi costumi? Nessuna deriva leghista: hanno già mostrato di che pasta sono fatti e anche Salvini cavalca l'insipienza e l'ignoranza padana, ma come nascondersi che con un sistema di sprechi e di malaffare così partecipato a livello plebeo e così condizionante per l'ottimo popolo, una società moderna non può coniugarsi senza affondare nel pantano molle ad ogni passo. Secondo me non era affatto necessario intrupparsi nella moneta unica e la politica di sostegno al reddito poteva essere mantenuta, a patto che il costume amministrativo ed economico fosse seriamente adottato dalla collettività operosa e che fossero civilmente sanzionati i reati dei colletti bianchi. Ma, preliminare doveva essere l'accettazione delle regole del gioco da parte dei lavoratori e degli imprenditori, senza ipocrisie rigoriste e pretesti parassitari. Pieno diritto alla fruizione delle guarentigie del e sul lavoro, libertà d'impresa nel rispetto delle regole contrattuali e legali date. Il fenomeno tedesco è solo questo, ma l'antropologia culturale dei diversi popoli insegna che dai propri caratteri non ci si discosta. L'Italia è una nazione di grande genialità, i reperti storici sono lì a dimostrarlo, anche se è controverso che di "italianità" si tratti, ma è anche un Paese che ha mal digerito la sua unificazione, più che altro subita, attraverso la coscrizione obbligatoria e nel quale si è sempre cercato di sfuggire agli obblighi comuni, in nome di una non dichiarata sfiducia verso una koiné mitologica e un bene comune avvertito invece come una contraddizione in termini. E non senza solide ragioni. Come l'osceno spettacolo delle candidature campane e lo stato fallimentare della Regione Sicilia, per le spese insensate dei suoi burocrati al parlamento regionale, stanno ancor oggi a dimostrare.

Nessun commento:

Posta un commento

Sono graditi i tuoi commenti