mercoledì 27 febbraio 2013

Guardiani del sistema.

In Germania, Paese guida ( da sola ) dell'Europa continentale, la Filiale di Hamazon international si valeva dell'opera di vigilanza degli appartenenti ad un gruppo nazista, efficaci in azienda e, suppongo, in birreria. Costoro, che se la menano pubblicamente e privatamente, sui valori della razza superiore ( e che sospettano che non sia la loro ), sbarcano il lunario come i loro antesignani, esaltandosi per contrastare la depressione e il rifiuto della disillusione. I sottoproletari di Alba dorata, di Casa Pound e anche i vigilantes di Hamazon praticano il dopo lavoro o suppliscono alla sua mancanza o, infine, preferiscono gratificarsi di compiti vicari che consentan loro di rivalersi sugli "schiavi" e di identificarsi con una società gerarchica. Subdolamente, questo sistema si è da tempo insinuato in alcune aziende di piccola mentalità, ma non necessariamente di piccole dimensioni e si alimenta di vessazioni, delazioni, funzionali all'azione arbitraria ed intimidatoria della proprietà. E' questa, del resto, l'anima del fascismo diffuso, ormai reinsinuatosi in troppi meandri. Solo il dibattito nella società civile e l'opposizione fuori degli ambiti in cui autoritariamente e spesso totalitariamente si esplica può contenerlo. Il carburante è la famelicità di guadagno dei quadri aziendali e delle stratificate dirigenze. Il rischio, incipiente nelle società destrutturate, incombe sul concreto esercizio delle liberta e della libertà, che è ridiventata conquista di ogni giorno. - See more at: http://www.rivistailmulino.it/news/newsitem/index/Item/News:NEWS_ITEM:2025#sthash.xvoyEHBP.dpuf Da un contributo al dibattito sulla rivista Il Mulino.

Teutoniche differenze: Ratzinger-Napolitano.

La parte socialdemocratica della Germania, senza veste istituzionale per ora, è passata agli insulti e si è abbandonata ad un liguaggio eugenetico, pseudoscientifico, nel quale si riverbera una mentalità estranea alla nostra e, soprattutto, una mentalità che, quando degenera - come è già avvenuto agli albori della prima e della seconda guerra mondiale - conferma la sua presuntuosa e prevaricatrice uniformità. Meglio si sarebbe adattata a questo grigio ma inquietante costume, la professorale estraneità ai problemi delle persone di Mario Monti, ma Monti vale, nel corpo sociale, un ibrido 10% e non rassicura né lusinga nemmeno la destra, della quale fa parte, burocraticamente però. Con lui, a formare la decina, un fascista estetizzante e un cattolico da carriera, mediocre e galleggiante. Il Governo tedesco non può, ufficialmente, esprimersi in termini offensivi verso il responso elettorale italiano, ma certamente cerca di condizionarne gli indirizzi e male ha fatto Napolitano a correre a Canossa, subito dopo le elezioni. Quello che i Tedeschi hanno fatto e stanno facendo alla Grecia è espressione di un algido razzismo, nel quale la spocchia particolaristica si coniuga con l'appropriazione del Paese, messo in condizione di espropriazione. Invece di porci come postulanti degli avanzi del pasto dei porcini e rosei prepotenti, che tanti danni e sofferenze hanno apportato all'Europa nel 1914 e nel 1933 e che, nella loro robotica ripetitività a-vitale, si ritrovano sistematicamente a primeggiare economicamente sul continente, è per noi doveroso ricordar loro, con fatti conseguenti, che lo stigma del primato è spesso la solitudine. Urge mettere a riposo Napolitano: le lacrime di un vecchio non mi hanno commosso.

martedì 26 febbraio 2013

Sussurri e grida.

Adesso, l'unica cosa da non fare è farsi coinvolgere dalla masturbazione mentale dei commenti accompagnatori alle adusate ed abusate strategie parlamentari. Il risultato andrebbe rispettato, la fotografia sociale accettata. L'atteggiamento della Unione europea è in queste ore molto più composto e, dopo aver cercato fino alla vigilia, di influire sulle propensioni, prende atto ufficialmente della volontà popolare. La reazione scontata dei mercati finanziari, la chiusura ermetica dei possidenti, che hanno già da tempo spostato i capitali a Singapore, lontano dai confini nazionali, è stata altrettanto prevedibile, solo più radicale, ruvida e glabra. La mascheratura devota, l'ipocrita profusione di principi, con la tovaglia sulle mani e le mani sui coglioni, non è stata tentata. La stratificazione sociale è di nuovo netta, ma, a rappresentarne una parte, potenzialmente evolutiva, non c'è più un partito, struttura di contenimento di equilibri e interessi consolidati, più o meno importanti, c'è un movimento che può rappresentare la coscienza civile, finalmente attiva, anche se è fragile ed esposto ad ogni sorta di malizia parlamentare. Però, finalmente, lo spread non è stato determinante e con piena consapevolezza delle democratiche scelte. L'Italia ha reagito in maniera più matura della Grecia, che si è rifugiata nella retorica, senza riferimenti concreti, di Syriza e che deve convivere con una destra parlamentare ed extra, di picchiatori e di assassini ( sono già due gli extracomunitari accoltellati a morte, mentre numerosi sono i percossi e i danneggiati )mentre i pensionati coronano la loro vita accorrendo a frotte alla distribuzione gratuita di ortaggi, non più commercializzati, nei centri abitati. I felpati sussurrii dei retro-bottega sono stati finalmente sovrastati da un vaffa'n culo ciclopico, che si è levato ammonitore di tutti i sepolcri imbiancati e che deve mantenersi anche se, per sciagurata ipotesi, il proposito non riuscisse a confermarsi nel tempo o si rivelasse truffaldino. Gli esegeti del potere, macro e micro, si contorcono cercando di coinvolgerci nei loro filosofemi, sulla governabilità degli eventi che li riguardano di riflesso, dato che fanno la lampada per gentile concessione dell'incancrenita consorteria del privilegio sedimentato, che è ora che conosca una nuova diluzione e una dinamica più, sempre più, diffusa. Purtroppo, ma non c'era da aspettarsi altro, i ricchi si sono rinserrati dietro le rassicuranti sparate di Berlusconi ed hanno cintato il ricco territorio lombardo, senza rendersi conto o infischiandosene dell'influenza profonda della mafia nel loro territorio. E' bastata l'incauta affermazione bersaniana per la quale "chi ha di più, dovrà pagare di più", per provocare un contro vaffa'n culo particolaristico. Sarà bene non menare più il can per l'aia con i "valori comuni": non esistono. Il cacciaballe di Arcore, ha distrutto, dopo averlo creato, l'improvvido Fini, già creatura di Almirante, avventuratosi maldestramente nel vasto e agitato pelago della forza e della ricchezza, dove ha dovuto prendere atto di essere solo un borghesuccio elegante di provincia, vaso di coccio fra vasi di ferro, persino zimbello del navigato Casini, che, per qualità politica, è simile a lui. Berlusca si sarà ubriacato, come aveva promesso e si sarà rigenerato con le sue puttanelle, che lo mantengono e lo manterranno vivo e vivace fino alla morte, in una condizione esistenziale ben diversa da quella dei suoi coetanei pensionati. La vita la fanno le persone, non le entità che sono esterne ( estranee ) alle persone e diversi ne sono, oltre che gli esiti pratici, i riferimenti di costume e le mentalità. L'etica e la "poetica" di questo Paese, macerato da secoli di dominazione mercantil-feudale ( vedi il caso del Monte Paschi ) e di morale cattolica, con ampia facoltà assolutoria, sono solo l'omaggio ipocrita al vizio: soldi al sicuro, padri che cedono l'attività, l'avviamento o la professione ai figli al compimento del levitico; una successione mercatoria dinastica, corredata, ai nostri tempi, da titoli inventati o coniati per sussistenza da Università affamate, anche su base triennale. In un contesto di questa natura, una ventata di giovinezza, di quella che non dipende esclusivamente dall'anagrafe, si è propagata improvvisa ma non imprevista. Speriamo che sia un nuovo inzio; speriamo che non riescano, ancora una volta, a farla sfiorire.

domenica 24 febbraio 2013

Ritualità.

Alle urne in fila indiana, i commenti parlano d'altro, la dicotomia fra istituzioni e società civile è consumata. La politica - forse non da oggi, è ancella -. Alla vigilia del voto la Troika ci ha presentato i conti come un amministratrice di condominii, con sottolineatura e sollecito a noi morosi. Le truppe camellate del conformismo, questa mattina affluivano ai seggi con tenute sciistiche, nella fanghiglia della neve che si scioglieva. Con rigido senso del dovere andavano a confermare, con sicumera, la loro impostazione di fondo, immutabile. Ovviamente, parliamo dei vecchi. Dei giovani, conosco la propensione di voto dei miei nipoti, dei loro amici: le famiglie che io pratico, votano individualmente e spesso in radicale difformità fra i coniugi. Del resto, che opinione farsi di un voto giovanile ai cespugli radicali del caleidoscopio politico, quando si viene da una solida struttura borghese? Che opinione trarre dal populismo stanco e disincantato di altri giovani, già consci delle loro ridotte possibilità. Che creder poi, della famelicità omologante di altri giovani, presi dalla strada, circa i vantaggi "possibili" all'interno di una prassi assimilatoria, dato che non hanno potuto elaborarne una propria e sono vittime delle suggestioni colte lungo un occasionale cammino? Qualcuno, forse, ce la farà a incrementare le schiere dei pérvenus, attraverso una ridicola parodia schakesperiana, dell'intrigo, della doppiezza e dell'agguato. Riusciranno a galleggiare, come gli stronzi. Da dopodomani, una nutrita schiera di cittadini eletti e un'altrettanto nutrita compagine di mestieranti si confronteranno in un dibattito, concretamente sterile, ma importante per accompagnare e disvelare, contrastare od aiutare un mutamento antropologico della nazione. Almeno così spero.

sabato 23 febbraio 2013

Matrioske

La crisi che imperversa e che si protrae è funzionale ad una ristrutturazione, questa volta profonda del capitalismo, che, privato di un competitore reale, rischia di involversi finanziariamente e monetariamente. Le ristrutturazioni domestiche, che tendono all'infinito, susciterebbero il sorriso se non fossero tragiche per chi si viene a trovare nel frullatore. Oltre che tragiche, sul versante degli interessi costituiti, palesi ed occulti, sono anche grottesche, nell'affanno rabbioso di conservazione di costumi, apparati e cricche a prescindere da ogni influenza ambientale, di un contesto vasto, vario e composito. Ormai, la Cina è il primo soggetto produttivo, commerciale e finanziario del mondo. Finanziariamente, lo era già da anni, attraverso la detenzione della stragrande maggioranza del debito pubblico statunitense, mentre i nord americani si indebitavano nella competizione bellica con l'Unione sovietica, uscendone vincitori, ma al prezzo di vedersi superare stabilmente dall'appartato continente cinese. le convulsioni monetarie e finanziarie sono anche funzionali a mettere in crisi la totalitaria economia cinese, priva di vincoli legali, di condizionamenti sindacali, basata, nella sua arretratezza tecnologica, sul sacrificio umano, diretto o da inquinamento. Il versante occidentale dell'economia si è ripiegato su se stesso e arranca in un contesto di crescente disoccupazione e di continui tagli al welfare. Non ha nessun senso che le vecchie oligarchie politiche continuino a prepetuarsi direttamente o tramite i loro discendenti biologici, come nel caso di Matteo Renzi, camuffati da innovatori, secondo un costume feudale e cattolico che non ha più riscontri con l'attualità. La disgregazione politica, quindi, è necessaria per ripartire. L'ambito applicativo sarà ancora capitalistico, ma, se la demolizione sarà radicale, si poterebbero aprire scenari di autentica mobilità sociale, del tutto ignoti, fino ad ora , in Italia.

Omissioni.

L'inutile campagna elettorale si è chiusa senza che nessuno si sia speso, abbia preso impegni vincolanti sull'Europa, sul lavoro e le pensioni. Si è glissato anche sulle devastanti crisi produttive e di vendita. Si è parlato, in fondo, di niente. Si è omesso di trattare e di coinvolgere il corpo elettorale sugli unici due temi dominanti e condizionanti del futuro prossimo, appalesando la completa inanità, incompetenza sui fenomeni in corso, la più assoluta incongruità della propria forma-partito o movimento che dir si voglia, a correggere, influenzare e sanare un modello sociale ed economico che relegherà milioni di persone non più richieste come braccia non qualificate della produzione, nell'indigenza. L'unica forma di rivalutazione popolare ci sarà esclusivamente nella veste di consumatori.

Il Grillo parlante.

Domani si vota sotto la neve che sta mettendo in mora le affermazioni della Protezione civile circa la perfetta agibilità dei seggi. Saranno elezioni di transito, dato che non è possibile, né auspicabile, uscire da una situazione fluida e convulsa con gesti semplici e semplificatori. Spero che il rimescolamento degli assetti sia profondo e che la società civile, impersonata politicamente solo dal movimento di Beppe Grillo abbia un successo vasto e diffuso. Sarebbe falsificatorio e anche inutile che a un gioco predeterminato e eterodiretto ( più dai poteri transnazionali che dai Paesi ricchi della U.E in quanto Stati ) prestassero il loro abusato sembiante i trasformisti, giovani o vecchi, autentici Fregoli del travestimento all'impronta, incapaci di comprendere prima ancora che di gestire i rivolgimenti su se stessa di una società abbarbicata a piccoli e meno piccoli interessi e di nessuno spessore etico e culturale. Il Movimento di Beppe Grillo, compendia, sia pur trasversalmente, molti elementi di risentimento che furono prodromici al fascismo, ma li assorbe e li sterilizza, facendo proposte concrete, terra-terra, arruolando giovani entusiasti e, in molti casi, qualificati. Quanto di questo amalgama darà buona prova, devierà, invece, sui sentieri e i viottoli dell'occasionalità carrieristica, si farà sedurre dall'arricchimento immediato come alla lotteria, si vedrà, ma un vaffa'n quest'oggi è necessario e prodromico al riemergere, su altro versante semmai, di una rinnovata qualità - possibilissima - del vivere associato. Se Grillo lucrerà poco o molto in pubblicità ( di quella che si paga ) poco m'importa: il suo possibile e attuale successo se lo è guadagnato affannandosi su un camper, con ogni tempo, in ogni dove, in un'età non più verde. Non credo che si possa ripetere, ma se avrà fatto qualcosa di buono - in prospettiva, ovviamente e poco importano i sussulti che ne seguiranno - per se e per noi, si sarà già ampiamente meritato questo successo.

Gazzettieri e pennivendoli.

Un quotato notista del Corriere della Sera annota quest'oggi che sarebbe in corso un complotto internazionale per escludere dalla papabilità alcuni prelati, "speculando" sulla pedofilia. E' purtroppo possibile, così come è praticamente certo che il quotato ( da chi? ) notista della grande borghesia, laica ed ecclesiastica, giochi di sponda, sotto le vestigia, storicamente inquinate, della testata che lo ospita perché dica certe cose, con i poteri forti, come sono anche quelle vaticane o religiose, se e quando rivestono un potere. E' così che, il Cardinale "barbera" Bertone, tuona contro la stampa non devota. Non che la stampa non devota, a prescindere che sia tale, non abbia i suoi robusti e forse non limpidi interessi a cavalcare una vergogna, anzi un crimine, che nessuna diplomazia e nessuna politica può mettere in secondo piano. Alla mia moralità semplice e sincera di agnostico e di laico, nulla importa che si salvi la Chiesa se questo va a discapito anche di una sola e concreta vittima. Il guaio è che, questa volta, a non essersi comportato "devotamente" è stato il pur timido e succube Pontefice tedesco, che ha ritrovato nella sua avvertibile onestà e coerenza le risorse per fare il gran rifiuto e nel dichiararne ripetutamente, con le parole e la scelta delle date, le ragioni, liberandosi dal giogo dei cardinali arrivisti, "ladri e fornicatori" - ci sarebbe addirittura una lobby di pederasti come nei cenacoli letterari, artistici, politici ecc., una sorta di fratellanza sodomitica. Il senso della solitudine, della estraneità e dello smarrimento riguardano solo chi si è illuso circa la logica consequenzialità dell'onestà, in ogni ambito. Ma a me, estraneo a qualunque ipotesi o interesse di speculazione su di un atto così specifico ed da me così avulso, questa decisione è piaciuta e spero che sia foriera di un forte dibattito, possibilmente un Concilio, perché, in ambito sociale e sociologico, i cattolici, una delle tante componenti e non più maggioritaria, della società nazionale e di quella mondiale restano una realtà significativa, che, per decenni, si è invischiata in ogni sorta di negozio, con i risultati che si possono apprezzare.

martedì 19 febbraio 2013

Moralità.

Il cardinale di Los Angeles, che ha coperto per anni, oltre un centinaio di pedofili, annidati fra il clero, che hanno distrutto la personalità in evoluzione di tanti poveri bambini, parteciperà al prossimo Conclave, sarà visitato dallo Spirito santo e, già che ci siamo, potrebbe essere nominato successore di Pietro, al motto di :"lasciate che i bambini vengano a me". Gesù Cristo, che viveva in una società primitiva, dove l'abuso verso i minori, di modesta estrazione, era diffusissimo, come ancor oggi avviene nelle società arcaiche ( come la Chiesa? ) e negli arcaici costumi, familiari e sociali che sopravvivono sotto la patina della modernità, fu esplicito, in una delle frasi lapidarie contraddittorie della prassi e che, proprio per questo, ritengo e spero non interpolate: " Chiunque scandalizzarà ( questa, è forse, l'unica espressione verbale interpolata )questi fanciulli, sarebbe meglio che ( prima ) si mettesse una pietra al collo e..". Sarebbe questo, praticamente, l'unico sistema di salvaguardare la salute psichica di tanti fiduciosi immaturi, al riproporsi, attraverso le generazioni di tanti abusatori in potenza e negli atti, nei confronti dei quali non valgono giustificazioni e verso i quali disgusta l'omertà ambientale; di qualsiasi ambiente. La realtà della pedofilia deve essere ben più estesa di quella che si è scoperta recentemente, prevalentemente, anche per scoperti fini speculativi, che non ne attenuano la colpevolezza e la miseria, nei ranghi ecclesiastici e deve essere diffusa in aree del mondo dove la coscienza civile e le condizioni sociali, morali e materiali, sono ben più spente e molto meno reattive che negli Stati Uniti, dove, per altro, la denuncia è stata "compensata" con cospicui risarcimenti finanziari alle vittime venute alla luce, che sono servite ad ammortizzare gli handicap di realizzazione personale, ma soprattutto di amputazione morale e di apprezzamento positivo e fiducioso del mondo circostante, che hanno negato una esistenza normale a tante povere vite. Spaventa, soprattutto, l'indifferenza e la inconsapevolezza di molti, troppi, circa la gravità, irredimibile, di questi comportamenti. Banalizzando molto i comportamenti di costume che la cronaca ci propone, ho letto che il segretario dei democratici, Pier Luigi Bersani, prevedendo che dalla mischia di bassa lega della campagna elettorale scaturiranno coalizioni gracili e influenzabili, si propone di attingere ai ranghi dei deputati e dei senatori grillini, per sollecitarne le velleità di una comoda e prolungata carriera parlamentare, attirandoli verso la propria area, dato che stima, per l'ufficiale indeterminatezza delle loro (non) appartenenze, che possano essere più proclivi ai proclami della sinistra anziché della destra, presumendone una ambizione pari all'inesperienza d'aula e di corridoio. Lo farà "sui fatti", secondo l'abusato frasario della sinistra ex comunista, che fa, dell'esser priva di mezzi materiali, una virtù che invece non esiste, perché limitantesi soltanto ad attingere ai pubblici denari, anziché a quelli privati, come faceva e farà Berlusconi, che i deputati e i senatori li compra in contanti. La sostanza comportamentale di questi smaccati e ormai preventivamente dichiarati atteggiamenti è miseramante e graveolentemente la medesima e di un miglioramento del costume politico - se mai vi sarà - non si intravede traccia. Non solo, dalla consultazione, senza riferimenti oggettivamente praticabili, uscirà un pantano, ma ci si propone, con "realistico" adattamento, di guazzarci dentro e di "lottare" per prevalere in quello specifico elemento.

domenica 17 febbraio 2013

Prospettive.

La campagna elettorale langue perché, quale che ne sia l'esito, le linee di politca macroeconomica saranno comunque eterodirette. Ci siamo legati mani e piedi e rilassati, nella speranza che le possibilità di esercitare un ruolo di leadership nazionale siano "protette" dalle altrimenti gravi ed espositive responsabilità, dalla tutela europea, necessaria e imprescindibile. In questo senso, fra Monti e tutti gli altri schieramenti, esclusi grillini ( movimento di massa ) e fascisti non trasformisti ( movimento di nicchia ), non si segnalano differenze, sia che siano destinati ad un ruolo di governo o di opposizione. Gli Stati Uniti, da dove è originata la crisi, sono entrati a gamba tesa nelle vicende elettorali italiane, eleggendo a loro speaker il povero e anziano Presidente Napolitano, così realista, ormai, da esserlo diventato più dei burattinai. Gli unici dati certi certi di cui possiamo disporre sono: una riduzione di 7 punti percentuali reali del prodotto interno lordo nel corso del 2012, un prosciugamento della liquidità per le tasse e le spese correnti imprescindibili e un accantonamento improduttivo, una immobilizzazione dei capitali finanziari, in gran parte usciti dai confini. Coloro che, prudentemente, avevano accantonato i profitti in immobili e che ancora detengono proprietà industriali, stanno arricchendo consulenti e notai, per escludere dai beni aggredibili, proprio le case, in caso di fallimento o cessazione di attività, in base ad una norma specifica, però fortemente ambigua circa la sua intepretazione, come sempre accade in Italia. Il tessuto produttivo diffuso che nel corso di un decennio e sia pur non uniformemente, ha fatto dell'Italia ( o di gran parte di essa ) una nazione benestante, si sta sgretolando e con ritmi accelerati, mentre non esistono prospettive apprezzabili per quest'anno. Un altro dato certo è che la produzione e il consumo sono già scesi del 25%. Quindi, le aziende chiudono e aumentano i disoccupati, i consumi si rarefanno e le entrate dell'erario diminuiscono in proporzione, così da rendere non più sostenibili le offerte di servizi ( dove sussistono ) che si cercano di mantenere attraverso tagli e imposte locali. Come si può intervenire? Si potrà fare nei limiti dei vincoli di bilancio che, dopo aver rinunciato alla leva monetaria, si sono fatti angusti e soggetti al controllo di un revisore dei conti, che non si mostra riconoscente al vantaggio che ha tratto dalla massiccia esportazione dei suoi prodotti in tutta l'area euro, ma, che già da quast'anno dovrà fare i conti, a sua volta, con la cessazione inprovvisa ma non imprevedibile degli acquisti dei suoi partners messi alle strette. Se lo stato dei conti pubblici fosse quello che, in un solo anno, Monti asserisce di aver prodotto, qualche investimento infrastrutturale sarebbe possibile, ma c'è chi crede che, invece, dopo le elezioni, ci sarà una nuova manovra di prelievo e di prosciugamento delle risorse degli Italiani, se non altro perché, dal prossimo anno, bisognerà osservare l'improvviso, improvvido pareggio di bilancio, assurto addirittura a legge costituzionale, non dell'Italia ma dell'Europa che conta. Bisogna diminuire di un punto all'anno, per vent'anni, la parte del debito pubblico che supera il 60% del PIL= 50.000.000.000 l'anno. Ci si potrebbe arrangiare, se ci fosse un po' di crescita, che non si intravede neanche lontanamente. Ormai, i ricchi non esportano solamente i loro capitali all'estero, ma vi si trasferiscono, al seguito, anche loro, non intravedendo possibilità di investimento, cioè di ulteriore arricchimento e acquisizione di potere in patria e temendone, invece, le predatorie esigenze di bilancio. Di fatto, il Consiglio di amministrazione europeo considera l'Italia un ramo debitore del Gruppo e lo omogeneizza, amministrativamente, di conseguenza. Se un futuro Cancelliere tedesco non accetterà una europeizzazione dei debiti pubblici o, attraverso un rilancio della sua domanda interna, facesse diventare la Germania importatrice, aumentando però corrispondentemente la sua inflazione, la situazione non si sbloccherà. La nuova Europa guglielmina non si farà condizionare dal fantasma di Weimar? Se non di Weimar, di un impoverimento percentuale dei suoi cittadini, realisticamente sì. Lo accetterebbero gli elettori tedeschi? E se si addivenisse ad una omogeneizzazione continentale politica, ne diventeremmo i "terroni"? Probabilmente sì. E' anzi più realistico pensare che di "terronie", sul continente ce ne saranno parecchie, anche fra le regioni degli stessi Stati prosperi, prospettiva nella quale il progetto leghista appare provinciale nel momento stesso in cui, senza il suo contributo, si realizza.

giovedì 14 febbraio 2013

San Valentino o amorini pagani?

San Valentino con omicidio per Oscar Pistorius e la sua fidanzata da copertina, conosciuta appena quattro mesi fa. Coniugando fino alla fine, sfortuna e privilegio, rabbia agonistica per recuperare sull'handicap e scelte ingestibili in ogni campo, l'icona della vittoria sulla menomazione ne ha invece riaffermato l'immodificabile realtà. L'amputazione delle gambe che gli aveva salvato la vita è restata una menomazione insuperabile anche per le protesi più costose che la sua ricca famiglia di coloni, di origine tedesca, aveva potuto permettergli e, a dimostrarlo ci sono i precedenti della sua ancor breve vita, all'insegna della violenza, della minaccia e del timore fondato che non ci fossero possibilità di vivere comunque come avrebbe potuto se alla sua arroganza di privilegiato fosse corrisposta la salute. Probabilmente coinvolto in un ambiente di vincenti per censo e relazioni, ha fatto di tutto per decorarsi con performances sportive dubbie rispetto a competitori normali e, soprattutto, scegliendo una ragazza-immagine alla quale subito ha cominciato ad attribuire potenzialità di inadattamento, ricoprendola frequentemente, in così breve lasso di tempo, di percosse. Il suo spirito agonistico, mitizzato e celebrato, tradisce ora il furore e l'impotenza che le protesi della ricchezza e quelle meccaniche, non potevano surrogare, non diversamente, in fondo, da quello di altri, di pari o ben più modeste origini, che, sentendo la propria inadeguatezza inalterata, nonostante i successi parziali ottenuti, sono caduti in gesti di violenza nei confronti di capri espiatori simbolici. Avesse capito ed accettato che, per lui come per ogni altra condizione umana, solo l'amore avrebbe potuto supplire alle inevitabili e onnipresenti lacune, fisiche o psicologiche, non sarebbe finito così e sarebbe stato meno esposto alle apparenze ricercate. Ha cercato altrove e questo è stato l'esito.

mercoledì 13 febbraio 2013

Sorprese apparenti.

Penso che, col tempo, l'esperienza magistrale di Benedetto XVI, influenzata, anzi condizionata dalla sua formazione, spiccherà nel panorama, pur appesantito dall'ufficialità, della spiritualità cristiana e cattolica. Chissà se erano consapevoli i Cardinali delle incognite culturali e comportamentali diun così fine teologo, ma anche filosofo di solidissima formazione che, pur nel rispetto e nella difesa della consolidata - ma solo dal 1500 - tradizione cattolica, in molte occasioni si era dimostrato autonomo nel giudizio e che amava intrattenersi nelle discussioni ideologiche, sia negli ambienti universitari, sia con i prelati più affini, uno dei quali era l'attuale Vescovo di Bologna, con il quale si intratteneva in lunghe discussioni all'aperto, cioè sul terrazzo dell'Arcivescovado di Ferrara, prima del suo trasferimento a Bologna e della sua nomina a Cardinale. E' un paradosso apparente, quello per cui a una rigorosa prassi di pensiero e di comportamento, spesso corrisponde una gamma imprevedibile di gesti irrituali. La stragrande maggioranza dei Papi e soprattutto quelli degli ultimi decenni, sono stati dei tomisti, intenti, cioè, a esprimere il carattere astorico della Chiesa cattolica, nelle encicliche, ma soprattutto nei loro gesti quotidiani e nelle scelte di vita. Sta di fatto che Ratzinger ha invece privilegiato il pensiero agostiniano, al quale si è spesso pubblicamente rifatto in oltre cinquant'anni di vita episcopale. Ebbene, in Agostino c'è la passione, la sofferenza e il dubbio in cui ciascuno si può identificare. Per quanto ardita e non dimostrabile, questa interpretazione sottende che forse "in interiore homine", la fede - che, in quanto tale, esula dai tentativi di dimostrazione razionale - non è la trasmissione di concetti immutabili che eprimono verità perenni, ma un "mistero" che viene comunicato attraverso le vicende storiche, che contemplano forza e debolezza, dinamismo e inerzia. Sono, codeste, le categorie della vita stessa, pubblica e privata e non c'è bisogno di aver fede per apprezzarle, ma, anche nella fede, acquistano una loro "insostenibile leggerezza", immanente e condizionante, anzi cogente, soprattutto se alimentata dall'amore. Dunque, il grande teologo ha introdotto la debolezza - ben diversamente e originalmente rispetto al suo predecessore - e ne ha fatto una categoria dell'immaginario ( sociale ) cattolico. Sarà interessante vedere quanto profonda sia l'impronta e l'uso che se ne farà. Si tratta di un registro narrativo che è sempre esistito nella coscienza cristiana, ma che è stato confinato nel subconscio collettivo cattolico e non, per salvaguardare l'ordine, l'obbedienza e la "perfezione". Per l'osmosi ideologica e culturale, questi principi sono penetrati, intatti o modificati, nell'etica cristiana e cattolica e, tramite essa o bypassandola, in molte e non evidenti espressioni dell'animo umano e delle sue convinzioni. Ora Ratzinger ha dato alla debolezza - come categoria - legittimità ed autorevolezza, seminando sconcerto, principalmente in quei settori conservatori, ecclesiastici e non, che ne avevano salutato l'elezione con spirito di rivalsa. Ecco come un grande restauratore si rivela, alla fine, ( suo malgrado? ) un potenziale innovatore di lungo termine e, sia pur in un ambito dottrinario ben delimitato, rovesci, nell'esito, le premesse.

martedì 12 febbraio 2013

In margine.

In margine alle dimissioni di Benedetto XVI, sulle quali da ieri si esercitano gli sproloqui più approssimativi o più interessati dei provinciali notisti italiani, tanto da oscurare - come è ovvio - la inconcludente e non convincente campagna elettorale, da parte di persone sensibili, intelligenti e buone, si è avvertita la dicotomia fra l'esperienza apparente di un sacerdote ricco di spiritualità e sapienza e la condizione irredimibile di chi vive il suo ministero come un'espiazione dei peccati del mondo, sacrificando la propria vita morale e anche fisica, come testimonia l'esperienza di tanti perseguitati e uccisi anche fra il clero. Migliaia di preti che combattono, “soffrono”, nelle situazioni più disagiate del pianeta, stasera si troveranno a pregare per un Papa stanco, che non ce la fa a sostenere il proprio ruolo. In questi momenti è difficile uscire dalla constatazione della rottura di un paradigma. Probabilmente il gesto di Ratzinger non è stato una scelta personale. Paradossalmente è proprio la natura del suo potere, assoluto, gerarchico e irreprensibile, che - ritengo - espone il vicario di Cristo alla necessità di un confronto interno, in primis con l’alto clero. Questo è avvenuto probabilmente anche prima dell’annuncio delle dimissioni. Come dire: le cause ci sono, e non si riducono agli impeti della coscienza di un uomo. Il papa uomo è uscito sconfitto da una battaglai condotta nei corridoi della Corte e ha dovuto prenderne atto. Morirà tra poco, anche se non in vincoli - almeno formalmente - come toccò a celestino V, dimissionario dopo solo quattro mesi di scandalizzato pontificato e, forse, fatto strangolare nella sua cella di monaco dal suo successore, il politico, condottiero e prolifico Bonifacio VIII? Oppure se ne è andato di sua esclusiva volontà non ritenendo, comunque, di avere tempo e forza per affrontare una deriva della Chiesa gerarchica e non potendo contare sulle solidarietà dei Cardinali, divisi e litigiosi sulla condotta da tenere? O come Celestino V si è rattrappito nella sua dimensione di mistico, povero e ignorante ed eletto ad usum delphini il primo, incongruo intellettuale, idealista ed illuso circa la riformabilità del potere, il secondo? Quale che sia stata la sua intenzione - se è stata sua - la figura papale ne esce finalmente ridimensionata alla sua dimensione umana, libera - si spera - di compiere in autonomia le sue scelte, aprendo la strada ad un costume più comprensibile del ruolo assolutista del Vescovo di Roma. Sarà un'innovazione proficua o si ripiegherà in un'involuzione dottrinaria e politica, esponendo i pontificati alle trame e alle congiure e rendendoli permeabili agli attacchi espliciti e sotto traccia dei potentati economici, civili e politici? La dicotomia fra l'umile e diuturna esperienza dei preti di trincea e le comode e personalistiche dispute dei Principi non viene però superata e difficile, anche per i credenti meno creduloni ne appare la conciliazione. Personalmente spero che il sacerdote semplice Ratzinger, non perda mai, fino alla fine, la sua libertà vitale ed espressiva. Ma sono quasi certo che non sarà così. Perché, altrimenti, non tornare alla terra natia, per studiare ( e scrivere? ) suonare e pregare? D'ora in poi, il Monarca non è emanazione, "eletto", "unto" di Dio, lo Spirito santo che ne determinò la scelta ha smesso di operare per il decadimento neurologico del corpo o lo Spirito santo abbandona il prescelto dopo il suo insediamento e lo espone alle congiure cortigiane, fino a determinarne il rigetto? Qualcosa sembra essere cambiato - ma con la Chiesa cattolica che riporta ogni riforma alla sua controriforma, è meglio andar cauti -,che cosa sia, eventualmente cambiato, lo vedremo con calma e pazienza.

lunedì 11 febbraio 2013

Solitudine.

Un cuore da bambino e una mente raffinata. Amante dello studio e del raccoglimento e, soprattutto, della musica che dell'uomo è l'espressione spiritualmente più elevata, tanto più era mite quanto più suscitava polemiche e contrasti, perchè rifiutava di leggere le riduzioni dei diplomatici canonici e stilava da solo i suoi discorsi e le sue riflessioni. A sera, prima di coricarsi, suonava, da solo o in compagnia del fratello, arie classiche e i clochards rannicchiati oltre la recinzione di sicurezza che da anni delimita la piazza di San Pietro sapevano, insieme ai radi passanti di via della Conciliazione, che le finestre centrali sopra il balcone della basilica, erano accese perché il Papa suonava. Quando prendeva la parola e, soprattutto, quando lo faceva in sede accademica, non mancava di suscitare pubbliche polemiche, perché diceva quello che la sua conoscenza e interpretazione degli eventi storici e delle dottrine morali gli suggeriva. Furente la reazione alla sua interpretazione della natura dell'Islam, nel discorso di Ratisbona e, anche con gli Ebrei con i quali proseguì ed intensificò il dialogo, non mancò di rimarcare l'auspicio alla loro conversione che gli Israeliti non possono prendere in considerazione. E' considerato un tradizionalista semplicemente perché è un cattolico e un religioso, come se, con queste caratteristiche, potesse vellicare le opinioni di chi non lo è, ma, nei fatti e nelle sue espressioni, è stato libero ed originale, umile e sincero. Coerentemente, dopo un esame di coscienza, ha annunciato il suo autoaccantonamento. A me è piaciuto, come persona, anche se apprezzata solo mediaticamente e superficialmente. Di fede io non ne ho, ma come uomo umilissimo - anche se la necessaria competizione quotidiana non me ne consente la pratica - ho apprezzato la sua testimonianza di "pover uomo, come qualsiasi altro bisognoso di aiuto e di amicizia". Come già diceva di sé, un altro fragile gigante della Chiesa contemporanea: Papa Montini, Paolo VI. Ora la sua solitudine aumenterà, perché la sua ingombrante presenza, sarà relegata in un convento, come un monaco medievale e lì si spegnerà. Con queste premesse, è un probabile Santo futuro, quando la sua parola sarà stata rielaborata ad uso canonico e la sua fede disarmata sarà stata sterilizzata. La sua assurda, per me, sofferenza claustrale ( sempre che non abbia scelto di ritirarsi perché gravemente malato ) entrerà a far parte della sua iconografia, ma a me piace ricordarlo - perché la sua personalità mi ha colpito - come un innovatore, pur nel solco della tradizione, perché ha contraddetto e umanizzato la sua veste istituzionale di monarca assoluto che tanto più, in quanto privo di successori, deve tenere la parte fino alla morte e lo ha fatto con semplice determinazione. E' per me inconcepibile che, per un gesto di libertà, sia destinato ad espiare in tanto triste relegazione, sempre che - ribadisco - non lo faccia per sottrarsi alla curiosità di una eventuale malattia. Che il Papa fosse malato - ricorderete - lo aveva già sostenuto il Cardinale Romeo, Arcivescovo di Palermo durante una sua visita "privata" al politburo del Partito comunista della Cina neo capitalista e che sarebbe morto entro la fine dello scorso anno, mentre le banali veline delle contese curiali e cortigiane avevano costituito il fulcro di speculazioni non trasparenti ma certamente non ingenue, né disinteressate. Ma su questo non mancheranno gli aggiornamenti mediatici.

mercoledì 6 febbraio 2013

Il metodo di lavoro più antico del mondo.

Le insulse baggianate del regime, lo sproloquio buffonesco, la propaganda distorsiva e "captiva", cominciano a sortire piccoli ma sistematici effetti. Gli arditi promotori sono ormai troppo spesso sulla strada e i comodosi clienti sbuffano se, come quasi sempre accade, non li trovano. Con fare noncurante, alle solite balle da impreparazione, vanno subdolamente aggiungendo e sollecitando piccoli contributi segretariali agli stanziali. Alla richiesta di prender nota si vanno aggiungendo risposte monche, tipiche dei call center, nei quali i precari impiegati devono rispondere in maniera ripetitiva e disimpegnata alle disincentivande richieste dei clienti, sotto il ricatto delle investigazioni circa la soddisfazione ricevuta, come se fra le tante mansioni bypassate ci fosse anche quella della customer satisfaction e come, soprattutto, se un simile abborracciato e aberrante costume avesse una qualche forma di cogenza che non fosse pretestuosa. Se si riesce a catturare la soggettività delle persone è facile costringerle e subordinarne la sicurezza al giudizio discrezionale di chiunque, che spesso si rivale delle sue inadeguatezze o sadicamente si diverte a rispedire nei ranghi della sua presunzione chi non vi si adatti. La materia prima duttile, del resto, non manca. Il criterio è univoco e non è più contrastato. Il mondo economico della produzione e dei servizi, risponde indifferentemente alle stesse regole e anche le metodiche applicative si assomigliano. Per altro, dal sindacato aziendale, ma anche da quello che tanta repulsione suscita nella vandeana proprietà, bisognerebbe rifuggire. Il Quadro sindacale, infatti, può fingere, in un contesto simile e in assenza di un sufficiente impegno a scioperarvi contro ( ma dubito che uno sciopero interno e motivato sia mai stato proposto e sono certo che mai lo sarà, rebus sic stantibus ) di ottenere facoltà contrattualmente impreviste, che non garantirebbero un rispetto uniforme di una prassi e di un dettato normativo, ma solleciterebbero solo la gratitudine verso il "buon padrone" accondiscendente. L'applicazione dell'orario prolungato, ormai prossima nei grandi gruppi, per i quali e con i quali si fanno i contratti, risulterebbe nefasta per il Credem'a me, che, costretto alle turnazioni, senza personale sufficiente, non riuscirebbe più a lucrare sulla abnorme quantità di ore annualmente regalate, da maestranze prive di consapevolezza, o in conflitto insanabile con ambizioncelle e ambizioncine, in parte realizzate e sottoposte a un brutale processo di regressione operativa quotidiana o ancora da conseguire, in un'età nella quale sembra un delitto rinunciare ad una possibilità immaginata. Se per quelle strutture, molto ponderose, si instaurerebbe una flessibilità di utilizzo più efficace, rispetto alla stabilità, non specificamente finalizzata, delle mansioni, per le piccole banche rappresenterebbe uno svantaggio competitivo, dato che, chi finisce nel tardo pomeriggio o a sera non può prendere servizio alle h. 8,15 del mattino successivo e se una squadra subentra, la precedente deve lasciare il campo mantenendo inalterato lo stipendio, ma riaffacciandosi improvvisamente alla vita e al tempo libero, al netto degli impegni familiari e diminuendo la quantità di giravolte intorno all'isolato per rientrare, dopo essere usciti sette volte, per ciascuno, in un giorno, al netto dei caffé, provocando un inquinamento acustico da denuncia penale. La realtà, insegnata e pretesa ad e da ogni ruolo gerarchico, ma anche da chi aspira a ricoprirlo, contempla l'espropriazione dei frutti dell'altrui lavoro commerciale e la sua trasmissione ad una pseudostruttura di gestione, riservando ai promotori un impegno infinito e indefinito che assomiglia a quello prossenetico verso le proprie "gallinelle dalle uova d'oro", fra le quali qualcuna ha un ruolo di segnalazione e controllo. E' quindi probabile che, sotto un bombardamento di riunioni, anche in video chat, si cerchi di trascinare le categorie subalterne in compiti vicari ad un'ancor più dinamica attività di presidio del territorio. Che tutto quanto precede si estrinsechi in mansioni ausiliarie anche da parte della crema ( dei piedi )commerciale, che reca ai clienti-padroni la loro corrispondenza fermo posta, la pecunia per le loro puttane nei tagli richiesti, una cifra sempre al di sotto dei mille euro per le piccole spese, su sollecitazione non del beneficiario ma della "collega" segretaria personale, è evento e realtà che non stupisce più, da tempo. Miei prodi - ha intimato Adolfo - dovete resistere nella steppa creditizia, fino all'ultimo uomo. Tanto, fuori c'è la fila. Per questo, fatevi un Pacman come un capannone industriale. Buon lavoro!

martedì 5 febbraio 2013

Messaggi in bottiglia.

Per il vasto pelago informatico, inaspettata mi è giunta una missiva. E' firmata Angelo e Stefano e vi si parla, come fra vecchi amici, di "cattiveria commerciale" e corollari. Ora, la cattiveria basta a se stessa, non vedo il bisogno di aggettivarla, a meno che non la si voglia rendere benefica ( a chi? ). E' un po' come l'onestà "intellettuale". Si è onesti o disonesti, senza gradazioni. Comunque sia, il regressivo sproloquio inneggia alla risalita delle rapide di alcune squadre raggianti di essere schiacciate da un coach e riecheggia le cronache calcistiche di Sky. Anni or sono, al Credem'a me venne tenuto un seminario motivazionale, durante il quale, agli attoniti uditori venne illustrata la metodica applicata dal dialettale allenatore Pier Luigi Del Neri, presso il Chievo f.c. Ritenevo di non aver esagerato, suggerendo subliminalmente e ad audio quasi impercettibile, alcuni discorsi di Adolf Hitler ai Quadri del suo partito e avevo ragione. Con quella becera metodologia, il pigro e mediocre calciatore che era stato, nel confermare la sua mediocrità, si proponeva, riuscendoci, pur fra numerosi esoneri, di scalare gli ingaggi spropositati di uno spettacolo che con lo sport non ha più nulla a che spartire e che rappresenta un'icona dello spirito di sopraffazione e dell'assimilazione partecipe a contenuti speculativi privati ed aziendali. Ricchi premi e cotillons, fra i quali la Mini minor dismessa dalla figlia di Angelo, primo ed unico premio della fiera parrocchiale, per dieci o undici squadre di guastatori e acquisitori delle liberate quote di mercato. Stefano appare nelle slides con una testa gialla di Gabibbo, che ne migliora sensibilmente l'aspetto, mentre fra tripudi carnevaleschi, alcuni saltimbanchi di quelle che si sono ridenominate agenzie promozionali, si contorcono sotto lo sguardo lubrico di una allucinata e fremente claque. In tempi non lontani, certe baracconate sarebbero state tacciate di abuso della pubblica credulità, ma fra di noi, nel nostro privé diventano lecite ed impositive. Pare che un contagio, una pandemia, una riedizione gioiosa della peste si stia diffondendo orizzontalmente in tutta l'Italia Credulona, mentre i Direttori, gli RDO e gli RDE ci ricordano di disperdere le ferie su tutti i mesi dell'anno per non causare oneri all'azienda che è già costretta a pagare gli stipendi ma che, se non fosse legalmente costretta - se tanto mi dà tanto - distribuirebbe, in sostituzione, un po' di ludi circensi, farina ( poca ) e forca ( a volontà ). E' veramente, la nostra, una comunità autosufficente, nella quale si ride da soli, ci si esalta reciprocamente, si tripudia per le fortune del Signore, sempre rinchiusi nel cortile di un castello protetto da mura invalicabili. Saremmo un partito invincibile, se l'asocialità non fosse la nostra cifra e la guerriglia predatoria non riproducesse, in scala, l'imperialismo napoleonico. A proposito. Uno sdegnato Adolfo si chiede, rendendoci partecipi del suo cruccio, come sia potuto avvenire che qualche sconsiderato gazzettiere, al di fuori delle nostre facoltà censorie, si sia azzardato ad assimilarci ad entità giuridiche ed umane palesemente inferiori e tutto perché, a Trani, siamo incappati in due operazioni sui derivati, apportateci da due invasori, prontamente isolati ed espulsi, confondendo artatamente le fisiologiche patologie con l'immoralità generale. La miglior replica sarà dilagare incontrastati sulle rovine fumiganti del credito e della finanza, al grido: vi facciamo un Pacman così!

I vivi e i morti.

Ethan è vivo, Jimmy è stato ucciso. Jimmy era stato certamente traumatizzato dalla guerra del Vietnam, nella quale i soldati cittadini avevano dovuto affrontare, senza adattamento specifico, non solo le insidie degli agguati, ma anche i suoni primordiali delle savane. Ne ho un ricordo personale, in Africa e non ero in guerra. Per non turbare più i buoni sentimenti di una borghesia in grado di farsi valere e non avendo condotto una guerra "patriottica", come tutte le altre che si sarebbero succedute, Il Presidente Nixon abolì la coscrizione obbligatoria, sostituendola con l'esercito di mestiere, sancendo così quanto già in parte avveniva - ma in misura minore rispetto all'Italia -. Solo i poveri, con un basso grado d'istruzione e nessuna tutela familiare alle spalle, sono sacrificabili in guerra..e non solo. Come tutti i reduci, senz'altre qualità, Jimmy avrà trascinato la sua vita nell'anonimato e nella solitudine degli outsiders, forse, in Indocina avrà ucciso o praticato abusi con un livello di consapevolezza pari al suo occasionale ed incidentale utilizzo, la stessa insussistenza che lo ha fatto uccidere con premeditata tecnica. La stessa, residua, con cui aveva eliminato il povero conduttore dello scuola-bus che, nel suo compito e dalla sua piccola veste sociale avrà assunto qualche superficiale, ma inossidabile certezza..dissoltasi in un attimo. Jimmy è stato ucciso, eppure, non aveva abusato, in nessuna forma di Ethan, dopo il sequestro, gli aveva fatto fornire dei giocattoli e, insieme a lui, sia pure in una situazione allucinatoria, guardava la televisione. Forse, a cinque anni, l'età di Ethan, jimmy era già segnato ( il carattere si forma da zero a tre anni ), forse, invece, era ingenuamente più spensierato e felice. Ethan, infatti, è autistico. Come se avesse sintetizzato un'originale esperienza. Come se avesse già avvertito la mancanza d'amore.

sabato 2 febbraio 2013

La pubblicità al tempo della crisi.

Ti basta un quinto per avere tutto. Una sportina verde sbiadita, una speranza tenue. Un contenitore - l'ennesimo - di ogni pauperistica possibilità. La brochure si limita a suggerirne tre: una sdraio al mare ( o una sdraio e basta? ), un divano dell'Ikea e, nel mezzo, il bouquet di una povera sposa, della quale non si esibisce il sorriso radioso, il fisico modellato dal corsetto, per cui...è facile immaginare..anche senza vedere, che, attraverso la cessione del quinto, potrà avere una sdraio e un divano dell'Ikea. Sento già i vandeani tutori della morale, con funzione profilattica, fremere di sdegno: "arido e irridente spregiatore della modestia famigliare, nella quale albergano e si conservano i valori e i sentimenti più puri!. Se avessi ancora accesso al festival letterario aziendale, andrebbe certamente così. La linea era stata tracciata, ma, inaspettata, c'era stata una resistenza efficace e, dato che in ogni regime non ci si può discostare dalle frasi d'uso confirmatorie, si devono, quindi, cancellare quelle disallineate. Le tasse non hanno falcidiato la nostra costitutiva schiera di evasori che, infatti, al piano di sopra, non incappano in manifesti, ma ne ha impaludato i movimenti finanziari, ne ha sollecitato la modestia occultatoria o mascheratoria. Come trar profitto, quindi, dall'inerzia? Speculando sul bisogno, sugli acquisti compensatori, sulle necesità fattesi faticose. Soldi per sostenere la produttività, in assenza di domanda, non ne possono uscire, ma per impiccare la massa dei poveracci ad un indebitamento, tanto più lungo quanto più sarà esteso, se ne possono ancora impiegare. La ricostituzione di squadre di promotori del debito sociale - la banca dei poveri all'incontrario, per la quale non conseguiremo il premio Nobel - sa di credito vintage, con il "Mercante di Reggio Emilia", vecchietto e sbarazzino a orchestrare un manipolo, arruolato per l'ennesima occasione "professionale", di poveracci, quasi come i loro potenziali taglieggiati, dai quali soli trarranno la loro provvigione. All'entrata, vista sul corso, c'è scritto: puoi! Potrai accarezzare o stringere l'oggetto, a seconda delle sue dimensioni, in cambio della tua libertà, stringendo un vincolo più indissolubile di qualunque altro. A questo gravame, dunque, mentre il bene si svilirà, potranno aggiungersi tutte le inopportunità sopravvenienti e schiacciarti, come quel mollusco..che sei. Quindi; desideri una cinquecento ( esclusa la versione Abarth ) , un frigorifero o una lavatrice a basso consumo, un computer per i compiti dei tuoi bambini e non hai più un soldo? Non indugiare. Fidati, lasciatelo mettere. Prima di rivolgerti alla Caritas, passa da noi; puoi...incrementare e stabilizzare la tua vita di stenti che, indebitandoti con noi, diventerà immutabile. Non riflettere. Se i nostri interessi ti impediranno di acquistare il carburante, qualcosa da mettere nel frigorifero o di alimentare, con un abbonamento, la tua linea computerizzata, basterà il loro inutile possesso a darti la speranza di poterlo fare, un giorno. Credem'a me.