giovedì 14 febbraio 2013

San Valentino o amorini pagani?

San Valentino con omicidio per Oscar Pistorius e la sua fidanzata da copertina, conosciuta appena quattro mesi fa. Coniugando fino alla fine, sfortuna e privilegio, rabbia agonistica per recuperare sull'handicap e scelte ingestibili in ogni campo, l'icona della vittoria sulla menomazione ne ha invece riaffermato l'immodificabile realtà. L'amputazione delle gambe che gli aveva salvato la vita è restata una menomazione insuperabile anche per le protesi più costose che la sua ricca famiglia di coloni, di origine tedesca, aveva potuto permettergli e, a dimostrarlo ci sono i precedenti della sua ancor breve vita, all'insegna della violenza, della minaccia e del timore fondato che non ci fossero possibilità di vivere comunque come avrebbe potuto se alla sua arroganza di privilegiato fosse corrisposta la salute. Probabilmente coinvolto in un ambiente di vincenti per censo e relazioni, ha fatto di tutto per decorarsi con performances sportive dubbie rispetto a competitori normali e, soprattutto, scegliendo una ragazza-immagine alla quale subito ha cominciato ad attribuire potenzialità di inadattamento, ricoprendola frequentemente, in così breve lasso di tempo, di percosse. Il suo spirito agonistico, mitizzato e celebrato, tradisce ora il furore e l'impotenza che le protesi della ricchezza e quelle meccaniche, non potevano surrogare, non diversamente, in fondo, da quello di altri, di pari o ben più modeste origini, che, sentendo la propria inadeguatezza inalterata, nonostante i successi parziali ottenuti, sono caduti in gesti di violenza nei confronti di capri espiatori simbolici. Avesse capito ed accettato che, per lui come per ogni altra condizione umana, solo l'amore avrebbe potuto supplire alle inevitabili e onnipresenti lacune, fisiche o psicologiche, non sarebbe finito così e sarebbe stato meno esposto alle apparenze ricercate. Ha cercato altrove e questo è stato l'esito.

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