domenica 21 novembre 2010

Milone

Passeggiando lungo il Corso dell'Indipendenza, di ritorno dal caffé, da sud verso nord, ci si mischia continuamente nel flusso degli arrivi che, dalla stazione ferroviaria, risalgono verso il centro. In un chilometro, fra vetrine deprivate di eleganza ma non dei prezzi di rappresentanza, si concentra, pur fluida, il meticciato italiano ed internazionale che restituisce per quel breve tratto a Bologna, la sua natura di città di transito. Lo sfavillio delle vetrine, le comparse umane che vi si riflettono, la simmetria dei portici che veicolano il transito, l'asimmetria dei palazzi storici e prestigiosi, pur sporchi per l'inquinamento, inducono i viandanti ad un breve ottimismo ed allo scambio lieve delle battute nel gruppo famigliare ed amicale. Dall'interno dei negozi occhieggia qualche proprietario con l'espressione di chi si annoia per la solitudine, le inservienti dei bar sono più compiacenti di noi - mi scuso, più dotate di passione e di responsabilità - e le più giovani e straniere, fra un sorriso, un cappuccino e una marchetta, gridano improvvisamente a qualche vecchio flaccido che sta uscendo: Gaspare, domani sono libera. Chiamami sul cellulare!
Più reperibili di così..avercene! Parallele o perpendicolari al Corso della Libertà conquistata, corrono tante, strette e riservate, quasi buie viuzze ; dalla storica via del Malcontenti, lungo la quale, sotto le sevizie del popolo, avido di sangue e di distrazioni, i condannati venivano tradotti alla Montagnola dove lo spettacolo partecipato si concludeva con lo smembramento dei suppliziati, legati per gli arti a quattro cavalli lanciati in direzioni opposte, alle taverne, ai postriboli ed alle case compiacenti, verso le quali gli sciamanti danarosi potevano deviare con noncuranza, percorrendo solo pochi metri.
Forse, caro Milone, te ne parlerò un'altra volta.
Giunto alla meta, mi rifugio nuovamente nell'austera Sede del Credem'a me, dove il passeggio si selezione e prende ritmo nell'anelito ai piani alti, pur col leggero dispetto sul volto di qualche signora che deve ancora scegliere se trascurare, in sostituzione, parte dello shopping, una canasta o lo spuntino con l'amica accompagnata da due signori e con l'impettita sicumera erettile ( anche questa sostitutiva ) di attempati(ssimi) investitori con sahariana invernale verde e marrone a imbozzolargli il ventre contenuto dalla Gibaud e un berretto bohemienne rosso bordeau con quadri azzurri e verdi. I colleghi entrano ed escono in continuazione; chissà se conoscono tutte le opportunità dei luoghi? A giudicare dall'atletica baldanza, anche alla decima rentrée, si direbbe che non.
Ma non essere troppo fiducioso, Milone.
L'ormai lunga esperienza bancaria mi induce a dubitare della passione e della responsabilità degli sviluppatori, terminalisti od acronimi che dir si voglia.
Oggi c'è un po' di mossa. Il povero stagista è già alla ventesima commissione, il doppio della media.
Con le riunioni al bar, il fischio si fa insostenibile.

Milone

Caro Milone, viviamo in un mondo strano, nel quale le tradizioni, i costumi e fin'anche le norme non costituiscono più un riferimento oggettivo del vivere e dell'operare. Parlavo ieri sera con un'aggraziata signora, amabile e spiritosa, che opera per conto di una stimata società, nostra cliente. Siccome mi porgeva in sequenza una serie di moduli, alcuni dei quali non amministrabili allo sportello, le ho chiesto - nei termini acconci - per quale presunzione ritenesse, lei e la sua società, che noi dovessimo sbrigarle anche le faccende private presso la posta et similia. Dopo aver accennato ad una certa familiarità di rapporti che già intravedevo, ha sottolineato che il pagamento delle utenze societarie e private con bollettini, ad esempio, era soggetta ad una commissione che non si limitava al recupero del balzello (ex)pubblico. Se le cose stanno così, vecchio mio, propongo si istituire anche un servizio di doag's sitter, al quale, nell'ambito della Passione e della Responsabilità, sospetto di essere un potenziale candidato. Ecco perché, di prima mattina, è così minuzioso il computo dei tagli delle banconote richieste a domicilio e la ragione dei rimbrotti, quando i suddetti tagli sono consegnati al primo avventore che, passando, ne faccia richiesta.

Ieri sera si è tenuta una riunione di un'ora e mezza, dopo la chiusura pomeridiana della banca. Mosé era disceso dal Sinai e ci aveva recato le Tavole dei "nostri" Valori, Principi e Impegni.
Dato che non erano discutibili e che la vita urge e reclama, ho ritenuto che li avrei appresi nella prassi e, avendo avvertito il suono di motivi orecchiabili, nell'uscire ho gettato una moneta nella custodia del violino di una brava e gentile, nei tratti e nei modi, ragazza, che, proprio sullo stipite della nostra porta, li suonava per i serotini passanti.
Un'improvvisazione bella ed amabile di una musicista di altra Accademia. Il Conservatorio di Bologna vieta ai suoi studenti di esibirsi in strada, sui mezzi pubblici e davanti ai ristoranti in estate. Secondo me, sbagliando.

Milone, solo tu puoi salvarci. Porcedda, omen-nomen, è insolvente e siamo già a -3. L'ultimo presidente scudettato, Renato Dall'Ara era reggiano e pur aiutato molto e molto discretamente dalla famiglia Goldoni - della quale è scomparso pochi giorni fa l'ultimo rampollo, Franco - i "Gondoni, a Bologna per via dei profilattici che rappresentavano il loro "core business" -, seppe dimostrarsi meno provinciale e più appassionato degli "imprenditori" locali.
Sono convinto che con la tua intercessione e per la Passione e la Responsabilità che caratterizza la Famiglia e i suoi vassalli, la mitica, perché i suoi fasti sono ormai preistorici, società potrà risorgere dalle sue ceneri..o peggio e io sarò il primo presidente del Milone fans club.

mercoledì 17 novembre 2010

Epigrammi.

Un papà azzimato ed intalcato si affaccia sulla soglia della palestra per sollecitare il figlio judoka che si attarda con i compagni. Questi prova ad affidargli la giacca dismessa: " non vedi che è sudata e io sono pulito?", chiosa, sedendosi su di una panca. Esce dalla doccia un altro imberbe atleta: "Sa che cosa mi ha fatto Niccolò, quando eravamo sotto la doccia?" "No", "Mi ha pisciato addosso".
"Niccolò, mi incazzo come una pantera; non perché gli hai pisciato addosso, ma perché la doccia è un servizio pubblico, un luogo frequentato da tutti. Lo fai anche a casa?"
Testuali parole, che ci lasciano, a nostra volta, afoni e prospetticamente pessimisti.

Milone

Quanto siano entropici i sentimenti ed i pensieri ( o immaginati tali ) delle persone, nel loro variabile riproporsi di generazione in generazione, già credevo di sapere, ma la loro proposizione scherzosa seppur veritiera, me li rivela ogni volta, sorprendendomi. I testardi sentimenti di destra che ispirano i miei due - forse tre - compagni di banco odierni, in reazione al suono della manifestazione studentesca che sciama lungo l'Equatore di via Indipendenza, mi sconcerta, perché - ritengo - viene da semplici lavoratori, la cui ingenuità riguardo ai loro destini eterni ( nel senso che non si compiranno mai,come se li immaginano ) e progressivi è pari a quella, almeno gioiosa e canterina, dei manifestanti. Questi ultimi provengono dai Centri sociali delle periferie bolognesi e non ( c'è anche qualche delegazione straniera )e sventolano vessilli domestici ( ho distinto anche due bandiere del Bologna f.c. ). Sono manifestazioni diverse per contenuti e interlocutori, rispetto a quelle dei miei tempi e mi hanno ricordato una campagna elettorale in Brasile, al suono del Samba. Un cartellone recava la scritta:"l'istruzione combatte la disoccupazione", slogan ingenuo non più di quelli che leggiamo quotidianamente sul nostro portale. Io, personalmente, non mi aspetto niente dalla sinistra politica, tanto è vero che, quando votavo, mai un mio residuale suffragio è andato al P.C.I., ma neppure ( me ne guardavo bene ) alla D.C. e al M.S.I., ma non ho mai identificato i miei sogni con il modello socialmente al potere. Uno slogan che - non so se consapevolmente e sinceramente - accenna al sapere ( che per me non deve servire all'occupazione )potrebbe, chissà, per una eterogenesi nei fini, contribuire modestamente all'elaborazione di quello spirito critico, senza il quale la nostra vita di primati rischierebbe di assomigliare troppo ai più divertenti documentari del National Geographic.

Milone

Caro Milone,
la prima cliente di questa mattina mi ha raccontato di essere una ex commerciante di Palermo, costretta dalle continue estorsioni a cessare l'attività. Dal momento che non intendeva pagare, è stata sottoposta a numerose rapine intimidatorie e chiarificatrici circa l'esazione comunque condotta e con qualsiasi mezzo. A compiere questi gesti erano dei ragazzi "in prova", sempre agitatissimi e pericolosi. Fra una rapina e l'altra, danneggiamenti e incendi di beni della proprietaria, il cui andamento di gestione era ben noto ai profittatori, nonostante la sua riservatezza in proposito.
Le estorsioni non sono state denunciate per non mettere a repentaglio la propria famiglia e perché, ad onta di quanto si va proclamando, anche postulando la buona fede, gli organici della polizia non consentono una cura personalizzata e costante, mentre la mano d'opera della mafia è ridondante.
Per questo, due anni or sono si è trasferita a Bologna ed ha trovato un posto in Prefettura come addetta alle pulizie.
A Natale non tornerà a Palermo: non è opportuno. La sua attività andava bene e, chiudendo, ha privato i grassatori di un cespite, ha accorciato la coperta del taglieggio e, per questo, potrebbero vendicarsi.
Quanto a Ciancimino junior e prima che le "troppe" chiacchiere provocassero un accenno d'intervento - un po' siculo - di sintesi degli indottrinatissimi picciotti del Credem'a me, mi ha detto che "è facile pentirsi da una comoda posizione alto-borghese, probabilmente in cambio di adeguati benefici e quando un certo ruolo che la famiglia ha ricoperto, ha perso la sua valenza".
Sarebbe diverso se i pentimenti si verificassero, almeno ogni tanto, in media re.
Mi ha accennato ad altre cose circa la politica, i maggiorenti e le istituzioni. Poi, ritirato il suo miserrimo stipendio, se ne è andata.
Sarà stato per far contenta la Banca d'Italia, ma come facciamo, vecchio Milone della Magna Grecia, a conservarci originali ed immacolati, anzi pieni di passione e di responsabilità, in contesti simili?
Non insinuo, semplicemente me lo chiedo.
Tu dovresti intendertene. Spero che tu voglia darmi qualche chiarimento in proposito. Anche se i carusi mi direbbero che di queste cose non devo (pre)occuparmi.

giovedì 11 novembre 2010

Milone

L'unico inconveniente rilevabile, quando si lavora con quell'eterna reinvenzione che sono i giovani, è che sono "naturalmente" convinti che si debbano ancora condividere le loro impazienze nell'impossessarsi dell'immagine del mondo che hanno attinto crescendo - non abbastanza - a qualche capezzolo ideologico. Per altro, la condivisione comporta lo scambio, ma ci vogliono canoni comuni per comprendersi. Ad esempio, a nulla vale suggerir loro che anche Aiace, nella sua aspirazione a giacere con Giunone, aveva dovuto acontentarsi del simulacro della Regina degli dei, inviatogli, sotto forma di nuvoletta, dal fedifrago ma geloso Giove.
Probabilmente, ci si accorge di invecchiare quando si avverte la restrizione del proprio spazio rispetto all'infinito ( appunto! ) dei novelli Argonauti, ma se questo è lo spazio colonizzabile, glielo lascio volentieri. Crescendo, distingueranno la natura delle ombre riflesse sulla parete della caverna.

Milone

Oggi, Milone, a Casalecchio di Reno, in provincia di Bologna, si festeggia il Santo Patrono ( protettore ). La feudalità di queste ricorrenze, che coniugano etica e "giusto" riposo, sono oggetto di minuta osservanza in Credem'a me. Tanto sulle Bab, quanto sulle mail se ne fa una continua citazione, con allegata utenza portatile dei reperibili e della SAM sostituta. Dalle Alpi alle Piramidi, non passa giorno senza che il calendario gregoriano non sia citato, ma i cassieri volanti, cavalieri cadetti e senza terra, non ricordano di avere mai colto, nelle loro peregrinazioni, qualche religiosa combinazione che li affrancasse dalla maledizione biblica.
Evidentemente, al Credem'a me, è il lavoro che rende liberi.

Milone

E' l'autoconvinzione di possedere qualità superiori che ostacola qualunque sistema meritocratico. La ruota cromatica che accompagna ogni banale iniziativa di questi pavoni ed il favore che la clientela più danarosa riserva a chi, fra di loro, ha saputo efficacemente arruffianarseli, rendono poco credibili i conclamati, troppo conclamati, principi. La sospettosa ed incessante contesa che anima questi venditori di se stessi, attraverso le loro presunte competenze - oggi così diffuse e parcellizzate da essere soggette a rapida obsolescenza - è quanto di più deprimente e, paradossalmente, divertente a cui si possa assistere. Nessuno vuole tirare la volata agli altri, alcuni, invece, si propongono di sfruttare la scia, avendo ancora una scarsa familiarità con gli avventori, fruitori dei nostri servizi. La contesa è celata dalle convenienze, così come le convenienze costituiscono una captatio benevolentiae, nell'auspicata ipotesi che possano trasformarsi in veicolo o volano verso di sé, di opportunità commerciali. Il tutto suona falso fin dall'inizio, ma con il tempo si manifesta attraverso una meccanica di "verità", fatta di attenzione a non prestarne troppa, di approcci superficiali e fuggevoli, di fin troppo trasporto verso i potenziali benefattori, quando si appalesano. Se si accorgono di un trattamento preferenziale, da parte di qualche sportellista, sopratutto a fine anno, per i rush C/C, vengono meno anche i convenevoli e, non potendo inimicarsi i veicolatori, si abbattono sul seduttore scorretto. Cose viste e riviste, caro Milone, sempre uguali, generazione dopo generazione. Come? Ne soffro o ne ho sofferto? Ti giuro che non, anzi, insieme ad altre scenette, queste rappresentazioni mi hanno sistematicamente divertito, attraverso i particolari apportativi dai diversi interpreti. Sono stati una piccola e sistematica conferma di un aspetto - che tende a diventare totalitario della natura, si dice, umana. Resto scettico sulle potenzialità dei meriti, almeno in questa vita, e non ho mai pensato di arruolarmi nel meccanismo deterministico dell'usura vitale, sistematica pur priva di scosse. Non sono mancate le difficoltà..che non sarebbero mancate comunque. Nel tuo Gymnasium, Milone, non ti servi della retorica o di involuzioni lessicali, per stabilire chi vale e chi non. E' un criterio limitato, ma come tutti gli altri.

martedì 9 novembre 2010

Milone

Il processo di incafonimento prosegue, anzi tende ad accelerare.
Forse, in un prossimo futuro, ci daranno ad intendere che il mondo è, di noi gladiatori.
il Corso, piovigginoso ed umido, pullula di povere anime che per guadagnarsi un panino ammiccano ai viandanti indifferenti, alla ricerca di un buon samaritano che abbia tempo e voglia di ascoltarli. Poco più in là, altre poverette - troppe per non essere pagate con una mancia - si informano sulle abitudini di lettura dei perdigiorno che, a quest'ora, gironzolano in cerca di un'occasione di borseggio o in attesa del momento di pranzare. Un ragazzo mi porge un ombrellino, di produzione cinese domestica, usa-rompi-getta; ragazze in abiti di pelle nera, con le labbra rimarcate e ciglia finte lunghe un kilometro, si guardano intorno con aria avida e dispregiativa. Anche qualche travestito passeggia "sulle sue".
Pochi passi e sono alla CAMST. Bé, caro Milone, anche in quest'ambito si nota che troppo e in peggio è cambiato. Mi dirai: "è solo una questione di forma". Ne convengo. Però ricordo che, pochi anni or sono, l'atteggiamento era più "impegnato", l'orgoglio del ruolo - anche quello del vettovagliamento, a beneficio della causa - era vissuto con rivendicata professionalità. Prima del Centro Ristoro, fa bella mostra di sé una Nutelleria cooperativa, gustosa premessa all'obesità secondo i canoni estetici popolari del colonialismo culturale d'importazione. Attigua, la sala mal illuminata del pasto veloce, con un tanfo - non esagero - di condimenti, cotture e conseguenti vapori che rivelano la scadente qualità del cibo, che non deve soddisfare i corrotti palati, ma solo la vista, come da indotto pubblicitario.
Gli inservienti si intossicano ad un tavolo comune, prima di digerire servendo al banco o ai tavoli. Tavarish! era il modo di chiamare il cameriere nell'Unione sovietica: compagno. Questo bastava a conferirgli un senso di dignità nell'uguaglianza, anche se non leniva né scaldava le pene del cuore di ciascuno. Ora, solo un cartellino sul petto con il nome proprio, una specie di epigrafe generica alla sopravvivenza.
Entrano alcune clienti d'antan, non meno restaurate delle peripatetiche sulla via, anzi, come loro un po' incerte e un po' risentite riguardo al loro "ubi consistam".
Adesso che anche la palestra dei gladiatori di Pompei, che aveva resistito all'eruzione del Vesuvio, è crollata, non ci resta che la tua, Milone.
Credem'a me.

Comparse e comparsate.

Il nostro cappellano, quasi ogni sera, all'incirca all'ora di chiusura, fa la sua pastorale comparsa in Sede.
Si porta all'interno del sentiero che collega i box del front-office, scambia qualche convenevole con ciascuno, per poi dirigersi verso la sua scrivania, fra il bagno e l'ufficio del direttore. Il suo sembra il tavolo dell'ultimo arrivato al ristorante, quello arieggiato dalle toilettes, quasi sempre vuoto.
Chi glielo faccia fare, per di più in prolungamento di orario, avendo a disposizione degli attrezzati locali sindacali, non saprei, se non una Passione ed una Responsabilità simbiotiche e mimetiche.

domenica 7 novembre 2010

Milone

Lungo il corso, sotto i portici, una umanità cosmopolita ma raccogliticcia, sciama nella cornice dei negozi, ormai quasi tutti discount. Lo scalpiccio marmoreo ha conservato la scivolosità: ce ne accorgeremo quando farà molto freddo e nevicherà, ma in molti punti è abraso, rimosso, sollevato. Evidentemente non ci sono i soldi per la manutenzione.
I proprietari degli appartamenti, nei signorili palazzi, del bene pubblico non si curano e sono, talvolta, tanto cafoni dal restaurare oltre ogni limite antiestetico, il loro decadente aspetto per inquadrarlo in un contesto privato, coreograficamente gratificante. Sono in buona parte sedicenti imprenditori alberghieri, sedicenti commercianti all'ingrosso, sedicenti "appaio, quindi sono". Un buon numero di costoro provengono da periferiche provincie meridionali e non tradiscono raffinatezza e cultura, bensì, dietro sorrisi di maniera, modi dialettali ed improvvise smorfie dozzinali. L'investimento delle plusvalenze in immobili è uno dei consolidamenti occulti di capitali estorti e sottratti all'occhiuto controllo sociale dei borghi d'origine. Peccato che, insieme ai cespiti, migrino anche i loro parenti, fino all'ottavo grado in via collaterale e che, qui giunti, pur conservando tutte le borboniche e popolari caratteristiche di formazione, si travestano, negli abiti e nelle espressioni, in modernisti incalliti e, subito dopo, sentenziosi. D'altra parte, è la coesione familiare la base e la salvezza dell'Italia, argine e contrasto alla fungibilità morale indotta dal mercatismo, discrimine fra tradizioni consolidate e da tramandarsi e dissipazione reiterata della propria esistenza in inani e ripetute esperienze.
I garzoni di panetteria, le commesse dei negozi, le inservienti dei bar, suonano ai campanelli: " sono la Wanda, le porto su i cappuccini". Un po' come facciamo noi, probabilmente per i medesimi clienti.
Poi. eccole in banca, con lo stesso grembiule indossato al banco, ora al di qua, ora al di là.
La tenutaria - pardon, la direttrice - dello scannatoio di via Dell'Orso, riconvertitosi in albergo senza tralasciare le consolidate tradizioni, precede i suoi numerosi dipendenti e provvede al deposito dei loro stipendi. Segue la processione degli escussori, ciascuno con il suo assegnino.
I cassieri volanti oggi si sono portati, seguendo la linea dell'Equatore, che passa alla latitudine de via Indipendenza n. 22 ( a giudicare dal clima ) sui nostri sportelli e svolazzano fra le voliere con aria assente.
Giuliano l'Apostata è andato a presentare la fidanzata a zia, mammate e sorata. Il suo temporaneo sostituto, appena assisosi al suo posto, mi ha assegnato un compito, per poi sollecitarmi: "voglio proprio vedere".
Mi mischio alla folla.

Milone

Oggi, la Sveglia invoca pane e formazione, sostentamenti materiali e spirituali per ottenere o mantenere lavoro. Non si accenna al valore del denaro che consente di comperare, periodo per periodo, più o meno lavoro, né ne stima la valenza al pari di qualsiasi altro bene fungibile, le patate ad esempio, il pane stesso od altri companatici. Vorrebbe pascere, come tutti gli altri sindacati, in partnership con chi paga il lavoro e ripristinare, anche per via di corporativi inquadramenti, le Arti ed i Mestieri che si sono trascinati intatti dal Medio Evo agli albori del capitalismo e che furono, amministrativamente e nei termini della non innovazione delle abilità tecniche, affidati alle parrocchie, anche in funzione di calmiere fra zone e feudi. Poi passa a d esaminare i patti leonini che, per guardarsi accuratamente dalla concorrenza, la nostra famiglia feudataria ed i nostri vassalli azionisti, fa sottoscrivere, per un tozzo di pane, per un pugno di riso, ai suoi valvassori e valvassini, per sollecitare la mediazione sindacale. Direttamente o indirettamente aumenterebbe solo il prezzo.
Chi fa da sé fa per tre..per quanti errori possa commettere.

Milone

Caro Milone, un sole rifratto, tipico del periodo, illumina la Festa della vittoria mutilata - come la chiamava D'annunzio, quando non era impegnato con i suoi cani al Vittoriale per cerimoniali non celebrativi o con Eleonora Duse, per non "specchiate" rappresentazioni. Il centro cittadino è presidiato da figure improbabili - sempre le medesime - che mi pare di avere scorto anche lo scorso anno ed in tutti i numerosi anni precedenti. Identici, se non gli stessi. L'ufficiale dei carabinieri, alto e magrissimo, che con un guanto ( uno solo ) ripiegato nella mano destra, incede lungo il Pavaglione, incrociando una crocerossina anziana in completa uniforme, che a passettini misura l'acciottolato, con un piglio eviratore e deluso per essersi sciolto nelle trincee ideali e fra le tende da campo, nella cura amorosamente ipocrita e strumentale dei mutilati e nelle ridotte di qualche ufficialetto, che non la sposò. In fondo al porticato, una camionetta con tre poliziotti, con iscrizione sulla schiena, manganello e pistola, capelli arruffati e barba incolta, a contraddire l'iconografia militare, da loro desueta. Fra di loro ed intorno a loro, si affastellano, affollandosi, ma del tutto indifferenti, ragazzi e meno ragazzi in simil eskimo di panno con cappuccio, ragazzine in jeans d'ordinanza, signore e signori dalle mises variabili. Dalla facciata di palazzo D'Accursio, ad ogni finestra e balcone, pendono panni bordeau, come per i decennali parrocchiali.
Sono ormai cerimonie senza partecipazione e senza interesse, probabilmente neppure per chi è comandato ad officiarvi.
Onore ai caduti e a coloro che cadranno! E' la loro unica utilità pretestuosa.

mercoledì 3 novembre 2010

Una journée à la banque.

Plumbea e mortifera giornata. Si succedono, distanziati, delegati ad operare, con rettangoli di carta stropicciata. La splendida dentiera della incaricata di un famoso e vetusto avvocato, mi scintilla davanti, ostentata, mentre prendo nota delle pietre miliari delle domiciliazioni - ormai complete - presso di noi, in attesa dell'ultima formalizzazione, successoria.
Il povero stagista sembra uno staffettista che attende il testimone dal caveau. I colleghi azionisti degli e dagli acronimi alti, fradici alle bussole, le fanno fischiare in continuazione, per paranoica sesnsibilità, funzionale a ridurre il premio assicurativo.
La festa dei simulacri si addice ai colleghi che se ne sono serviti come ponte per anticipare l'eterno riposo, aspirazione ineluttabile ed agognata di chi ha "scelto" di perpetuare la specie e le tradizioni e, con esse, i patrimoni od i mestieri.
Nuovi artefici ed ausiliari degli interessi costituiti, carne da macello...clienti per i marmisti.
Giuliano l'Apostata - di che cosa lo dirò poi - si appalesa con un tabulato dei conti disguidati da Service, che si è vendicato dei bassi salari..tanto, qui o altrove, non cambierà nulla per gli improvvisati operatori.
Morticia, al mio fianco, un'autentica dark lady, li avoca a sé, spegnendo sul nascere la foga produttivistica e proattiva dell'Apostata, che mi aveva preso sul serio quando gli avevo detto che desideravo non assumermi oneri troppo difficili. Concorda con me che non sono proattivo. Apostasia neuronale da trattamento Credem'a me.
E' presente anche, grave, il nostro cappellano-sindacalista. decido di prendere un caffé, gli zombies decidono di affollarsi nei nostri locali, forse attratti dalla luce cimiteriale. Quando rientro, Giuliano l'Apostata sembra dovermi comunicare qualcosa, poi si distrae di fronte al cliente che mi fronteggia. Assume su di sé l'operazione. Provvedo al pagamento della Votiva Lux per l'illuminazione dei locali.
Fa capolino un solicello: è la pallida estate dei morti.
Une journée à la banque.

martedì 2 novembre 2010

Critica e teatro.

Nella mia prima critica dello spettacolo "Hollywood", vincitore fra le compagnie scolastiche, mi focalizzavo sulla performance dei protagonisti principali e, in quest'ambito, sottolineavo talune critiche all'interprete dello sfortunato protagonista maschile, schiacciato fra un amore per una donna frigida e omosessuale, che in lui cercava solo lo strumento della propria realizzazione, il fallimento del suo matrimonio per inseguire caparbiamente un'illusione, e la rapida obsolescenza artistica per l'introduzione del sonoro nel cinema.
In particolare, notavo il mestiere già consumato dell'interprete che metteva in sordina l'istrionismo, il particolare coltivato, l'estro che mi erano sembrati appannaggio di Pietro Riguzzi. A metà strada, ma eccellentemente, si situano le due Greta Garbo, sia la prima senza risorse e sotto traccia, forse anche umile e l'ultima, ormai inserita nel meccanismo della finzione e pronta ad imporre le sue algide caratteristiche. Nel mestiere dell'ottimo e già professionale protagonista, mi era parso di cogliere una certa vanità tecnica, insieme ad una consumata abilità propositiva. va da sè, che la miscela di questi elementi hanno certamente contribuito al successo di tutta la compagnia, sotto l'egida dell'appassionata regista.
non abbia quindi a dolersene il valente primattore, anzi, forte della sua conoscenza circa la finzione scenica, sappia farsi forte delle critiche, anche le più ingenerose, che sono il frutto di una faziosa preferenza, affettiva, ma anche artistica, per il gusto, un po' istrionesco della caratterizzazione personale del proprio personaggio. Se, come ognun sa, il teatro è rappresentazione falsificatoria di un testo letterario, la critica, ancella spesso frustrata ed inane, non può essere da meno, ma questo non deve deprimere chi ha prestato il proprio lavoro con tanto impegno e così importante risultato e , men che meno incrinare i rapporti di costruttiva e feconda coesione interpretativa, che spero prossimamente di poter ricommentare, in una ancor più entusiastica collaborazione.

lunedì 1 novembre 2010

Conferme di un percorso ancora lungo.

La compagnia del Ginnasio-Liceo Marco Minghetti di Bologna, ha vinto il primo premio per la rappresentazione di Holliwood, fra le scuole nazionali.
E' stata una bella soddisfazione per i giovani attori, che si sono scrupolosamente preparati per un anno intero e che hanno visto riconosciuto il loro sforzo. Anche la regista, emarginata dal Liceo per beghe clientelari, ha avuto un suo intenso momento di felicità.
Come tutti gli avvenimenti belli e meritati ha avuto il suo contraltare mesto nell'impossibilità a partecipare di compagnie lontane, attive in aree depresse, che non avevano i mezzi, né l'organizzazione per portarsi fino a Cesena.
Ma questo non toglie nulla alla qualità dell'offerta premiata: la vita è questa e questa la società. In forme cangianti sarà sempre così e gioia e mesta impotenza continueranno a convivere in due mondi paralleli.
Particolarmente felice è stata la conferma di Pietro e delle sue qualità sceniche e canore, che pare intenzionato a coltivare nella faticosa e modesta privatezza di un teatro vero.
Esito parziale di un impegno serio e diuturno, di un ritmo da dare alla propria vita in ogni suo atto e per ogni sua acquisizione, per alternare l'amore per il sapere con le sue costanti e, volta per volta, successive ed autentiche felicità.
Complimenti e avanti così!

Milone

Noi tireremo diritto!
Versione soft: "Sono alloggiata all'albergo qui di fronte e devo partire. Il bancomat non funziona. Non prende la tesserina." "E' cliente Credem?" "Ma che ne saccio io, credem'a me..devo partire subito." "Allora vada nella sua banca".
Versione hard:dopo aver ripartito la posta in arrivo, fatto due o tre quadrature en passant, per mantenersi in allenamento e di ritorno dal caveau gravato di sacche, indifferente all'ovvio incasinamento del bancomat - che non sarà aperto prima di venerdì! - anche se ieri ha contabilizzato senza erogare i soldi entro il termine ultimativo di trenta secondi, si fionda sul cliente credem-doc, appoggiato pigramente al banco.
Tutto, anche il servizio al cliente, nostro o altrui, deve svolgersi secondo i tempi robotizzati di una virtuale catena di montaggio. Le uniche differenze sono di genere: la donna Credem continua a sorseggiare il suo cocktail con l'astante rapito, il Credem-men scapicolla con atletica compostezza verso un obiettivo immaginario.
Alle mie garbate osservazioni, rispondono sinteticamente, che possono attaccarsi- i non clienti, o meglio i non affiliati - allo sperimentato rimedio di chi è solo. Versione aggiornata del
Ce ne freghiamo!

Milone

Non tutti colgono, mio caro Milone, le opportunità che vengono loro offerte.
Non si rendono infatti conto che i biennali avvicendamenti costituiscono evolutive possibilità di crescita che li porteranno, forse, un giorno alla stazione eretta.
Quale posizione gli venga chiesto di tenere durante il cursus honorum meritocratico è implicito e corrisponde all'iter richiesto per ottenere una sposa presso talune tribù primitive dell'Africa. La corvée è a carico del pretendente ed a beneficio del padre della sposa, in rappresentanza del potere e della sua trasmissione, icone a cui sarà educata, ovviamente, la discendenza della neo-coppia-
E' importante essere consapevoli che non stiamo trattando di costumi pittoreschi ed ignoti alle nostre latitudini, come taluni episodi di cronaca nera testimoniano, ultimamente a Taranto e provincia, evidentemente area di consolidate tradizioni tribali.
Resta il fatto che la ritualità filo-padronale, che gli stregoni officiano, lascia amareggiati i destinatari, soprattutto per la consapevolezza, prima rimossa o denegata - anche proditoriamente verso i non eletti - di aver visto spegnersi l'illusione maligna, colpevolmente coltivata, che che gli stregoni e pupari sapranno rianimare ancora e poi...ancora, fino alla spremitura completa.

Milone

Che succede Milone?
Da qualche tempo, il senso delle massime quotidiane che il portale ci propone è parzialmente cambiato ed alla assoluta assertività, positiva e romantica, si è inframezzata una indefinita vena possibilista, anche di potenzialità negative.
Il culmine di quest'ultimo filone, per ora, è stato toccato oggi, con la frase di George Eliot sul fallimento possibile, pur dopo tutte le fatiche di Sisifo.
La disperazione di un esito così antagonista rispetto agli ambiziosi fervori ( Passione e Responsabilità? ) è mitigata, sublimata, rivoltata, nell'orgoglio impotente di uno sforzo fine a se stesso.
Non si indulge, quindi, al pessimismo esistenziale, che, avvilendo, adagia la personalità in una oziosa contemplazione,ma, almeno, si mette in conto che non basta volere - pur elemento indispensabile - per poter coniugare aspirazioni e realtà, ma, ciò non di meno, non è moralmente lecito esimersi dal provarci.
Attento però vecchio mio, non complicarti la vita con senili riflessioni; senza volere, potresti aprire la via al pensiero critico e, per questa via, decadono le civiltà.
Credem'a me.