domenica 7 novembre 2010

Milone

Oggi, la Sveglia invoca pane e formazione, sostentamenti materiali e spirituali per ottenere o mantenere lavoro. Non si accenna al valore del denaro che consente di comperare, periodo per periodo, più o meno lavoro, né ne stima la valenza al pari di qualsiasi altro bene fungibile, le patate ad esempio, il pane stesso od altri companatici. Vorrebbe pascere, come tutti gli altri sindacati, in partnership con chi paga il lavoro e ripristinare, anche per via di corporativi inquadramenti, le Arti ed i Mestieri che si sono trascinati intatti dal Medio Evo agli albori del capitalismo e che furono, amministrativamente e nei termini della non innovazione delle abilità tecniche, affidati alle parrocchie, anche in funzione di calmiere fra zone e feudi. Poi passa a d esaminare i patti leonini che, per guardarsi accuratamente dalla concorrenza, la nostra famiglia feudataria ed i nostri vassalli azionisti, fa sottoscrivere, per un tozzo di pane, per un pugno di riso, ai suoi valvassori e valvassini, per sollecitare la mediazione sindacale. Direttamente o indirettamente aumenterebbe solo il prezzo.
Chi fa da sé fa per tre..per quanti errori possa commettere.

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