martedì 30 settembre 2014

A la guerre comme a la guerre.

Il pampa-Papa lo ha ribadito: contro gli islamisti del Califfato è necessario usare la forza. Lo penso anch'io, ma il Papa è un capo di Stato e rappresenta, più agli occhi degli islamici che ai nostri, l'autorità morale dell'Occidente, il successore dei Crociati. In realtà questo ruolo si è molto affievolito nei secoli, vuoi per le riforme nazionali del cristianesimo, sia per l'erosione che la società edonistica gli ha apportato, ma per chi, da quindici secoli, ripete gli stessi slogans, non è così, non può essere così. Casomai, queste prese di posizione rafforzano la convinzione di un asse collaterale, nascosto ma mai dismesso fra potenze temporali, le une impegnate sul piano militare, l'altra abbarbicata a benedirle esplicitamente o senza parere, per obiettivi di presenza ed influenza nell'area mediorientale, oggi messe violentemente a repentaglio dalle barbare milizie del IS. Insomma, volere o volare, il Papa si è schierato contro gli oppressori, ma sta di fatto che gli oppressi, in quell'area e in questa fase siano le antiche comunità cristiane, verso le quali i banditi del IS hanno portato un assalto distruttivo, spersonalizzante e annichilente sul piano morale e della trasmissione della tradizione. Doveva quindi tacere il Papa? Certamente no, ma non cerchi e non si illuda di far passare questa presa di posizione morale, ma anche politica, come un'ecumenica chiamata interreligiosa a "tutti gli uomini di buona volontà". Non è così e così non può essere, perchè anche l'affermazione che in nome di Dio non si può uccidere, è contraddetta dall'eperienza storica e dalla dottrina islamica, ma anche ebraica e finanche cristiana, tre religioni in una nelle quali l'aspetto caritatevole affianca ma non neutralizza l'aspetto guerriero, autotutelante e espansivo o missionario che dir si voglia. Solo l'ebraismo, pur predicando la ritorsione e praticandola, non si propone di convertire chicchessia, mancandogli la vulgata semplificatoria del catechismo o dell'inseganmento mnemonico nelle madrase o la semplice immersione in un costume arcaico. A la guerre comme a la guerre, quindi, ancora una volta.

Fatti, non parole.

Il cardinale Bagnasco, onnipotente e opaco Segretario di Stato, deposto da Francesco, si era fregato due candelabri di valore nella parrocchia di Chieri; molti altri arredi pregiati erano finiti nella case di amici e di amici degli amici. Bagnasco non è nuovo a queste comodità e profittevolezze. Quando passò le vacanze nel casale di campagna di suo nipote, si peritò, prima di ripartire, di caricare un baule con tutto il vino passito della cantina, se lo fece trasportare e caricare dal nipote, che ne era all'oscuro e se lo portò in Vaticano, Epigono di Marcinkus, ne imitò i traffici nello IOR, senza sporcarsene direttamente le mani e quando Gotti Tedeschi se ne accorse, lo fece espellere dalla sera alla mattina. Il banchiere di Dio era tanto fiducioso circa la sua incolumità, che depositò una memoria dettagliata presso un notaio, in caso di una sua inopinata dipartita. Deve essere ancora là, dato che la dipartita non c'è stata. Adesso vive, incombe sulla residenza di Santa Marta del Papa occupando un attico da settecento metri quadri, con un balcone di altri cento. Delle critiche dell'entourage papalino se ne è beatamente fregato ed ha proceduto ad insediarvisi. Negli smagati ambienti romani gli si attribuisce la paternità del sottosegretario al lavoro del Ministro Fornero, da lui pilotato alle più alte vette della carriera imprenditoriale, cioè nei consigli di amministrazione delle conglomerate più importanti: ebbe il suo momento di vischiosa pratica politica ai tempi dei "bocconiani". Una dolce vita ecclesiastica. Il Bologna f.c. di Massimo Zanetti, per mano di quel valletto di Corte di Luca Baraldi, il giorno dopo l'annuncio, ma non il versamento, ha liquidato l'ex Presidente Guaraldi. Da subito per quanto riguarda la gestione, confusa con il controllo, da Gennaio per quanto riguarda le formalità. Sono passate poche ore dal salvataggio dei propri denari, lasciati inerti come un macigno a condizionare i possibili sviluppi, che il caffettiere per riscatto ha ricominciato a trattare con gli americani per poterne uscire con lucro e in breve, senza "compromettersi" nella fase di quotazione alla Borsa di New York. Ubicazione comoda per eventuali incontri con Tacopina. Se la volpe perde il pelo ma non il vizio, Massimo Zanetti, il "generoso", come lo ha definito il suo Legato, inviso a tutto l'ambiente, starà alla larga dal mondo del calcio, tranne che per trarne un "rapinoso" profitto. Dubito anche che la delega a Guaraldi di "redigere" il bilancio, lo esenti dal pagare i debiti, lo spauracchio che lo aveva indotto a rimanere al timone scassato della società. Se così non fosse, dovrebbero essere gli americani ad accollarseli, ma siccome l'entità del deficit eguaglia il prezzo d'acquisto del brand calcistico, non è detto che, a loro volta, non meditino di lasciarglieli. Una prospettiva terrorizzante per l'Albano e la sua Ditta. Sbaglierò, ma temo che, in questi come in altri frangenti d'affari, il gioco degli inganni sia il vero nodo da sciogliere. Il Ministero della salute aveva indetto un concorso pubblico per due direttori da immettere nel suo staff: qualcuno ha fornito ad un quotidiano nome e cognome di entrambi i vincitori, prima ancora che la prova si tenesse. La lettera anticipatoria è stata depositata da un notaio ed aperta solo a risultati noti. L'uno e l'altro sono usciti effettivamente vincitori, certamente per le loro qualità professionali che hanno suscitato l'invidia dei meno dotati che, prevedendo l'esito scontato, hanno cercato di sputtanarli. Si annuncia una pioggia di ricorsi, dopo il vaglio dei quali forse si ripeterà l'esame e "vedremo stavolta chi sarà più raccomandato". Il professor Scattone che uccise, insieme ad un altro ricercatore, Marta Russo nel cortile dell'Università, sparandole da una finestra, per provare a se stesso se esisteva o meno il delitto perfetto, scontata la sua pena, torna all'insegnamento, mentre il comandante Schettino,sulla plancia superiore della sua nave incagliata chiedeva al telefono un elicottero per sé, nello stesso tempo in cui, di sotto, nei gironi infernali, i dannati si accalcavano in cerca di un'impossibile salvezza. Fatti, non parole.

lunedì 29 settembre 2014

Sotto lo stesso sole.

In Iran, una giovane donna che uccise il marito per impedirgli di violentarla, sarà impiccata domani mattina alle cinque, nel carcere dove è stata tradotta per l'esecuzione. La sentenza è stata confermata due volte ed è diventata esecutiva. Si consumerà all'alba la vendetta pr essersi ribellata alla prepotenza e all'abuso. Nei paesi islamici, ma soprattutto nei paesi e negli ambienti dei medesimi a più arretrato tasso di civiltà, l'indocilità e il rifiuto non sono legalmente ammessi, neppure quando toccano il decoro e la dignità delle persone, quel quid che nessuno avverte di possedere, fino a che non sia messo seriamente in pericolo. Non viene ammessa alternativa alla sottomissione od alla morte. E' un elemento fondante di tutti i sistemi nei quali il potere - in questo caso arcaicamente patriarcale - non ammette rivalse, naturali e spontanee. Temo che se un giorno, il regime teocratico sarà rovesciato, l'aura religiosa risparmierà gli ideologi, tutori di una tradizione inumana, dalla giusta e letale espiazione. Mi sento più che mai nichilista quando vengo a conoscenza di queste aberrazioni. A Bologna, presso il carcere della Dozza, un detenuto è stato recluso in meno di tre metri quadri. Ha ottenuto un risarcimento, a norma di legge.

L'informalità dei blogger. Elettra ed Edipo disconosciuti.

Pubblico un contributo di Elisabetta Ambrosi su un tema da blogger. Come sostiene l'autrice stessa, il tema non è all'onore delle cronache, ma il fenomeno esiste. Nelle società del nord europa scandinavo la legislazione non lo punisce; è semplicemente un fenomeno da comprendere. Ora si aggiunge anche la Germania che, data la sua preminenza economica e domani morale sul continente, prima o poi influenzerà il costume degli altri Stati. Personalmente penso che, fatta salva la libertà, questo aspetto della vita sessuale ed affettiva non debba più essere motivo di scandalo biblico, laddove era proprio più diffuso. Ogni abuso, fisico o psicologico, deve essere invece duramente punito, senza attenuanti. Mi rendo conto che il tema appare inconsueto e, se lo è, la causa va ricercata nella censura "spontanea" dello stigma sociale, culturalmente influenzato Mi rendo altresì conto della fragilità, della delicatezza del tema e pure del fatto che le società nordiche, che noi conosciamo soprattutto per sentito dire, si sono "distinte" anche per pratiche eugenetiche e sperimentazioni neo-barbare, tutte o quasi e non solo La Germania. Che ne parli una blogger, giornalista, è per altro un apporto serio di opinioni libero, che, altrimenti, non troverebbe possibilità di manifestazione. Tutto il mondo soggiacente al tema resta, chissà quante volte dolorosamente da scandagliare, ma il rifiuto aprioristico non cancella i fatti, li relega, talora ipocritamente, talora con la violenza dell'anatema, nell'indicibile. Premessa: del tema incesto è quasi inutile parlare in Italia, paese dove qualsiasi proposta libertaria sui cosiddetti temi “etici” (come se tutto il resto, dalle riforme del lavoro ai tagli, fosse senza conseguenze sulle persone), suscita reazioni indignate - che gridano al relativismo e allo sfaldamento sociale – perfettamente strumentali a che tutto resti inalterato. E però vale la pena commentare il documento del Consiglio etico tedesco dal quale viene l’indicazione di depenalizzare l’incesto. Un documento che, oltre a indurre una certa nostalgia verso un paese in cui un Consiglio etico ragioni effettivamente sul tema, con meno ingerenze politiche, ideologiche o religiose, propone argomentazioni a mio avviso giuste: per prima, quella per cui “non è compito del diritto penale applicare standard morali o porre limiti alle relazioni sessuali tra cittadini adulti e consenzienti, ma difendere i singoli dai danni e da gravi disturbi”. Un principio liberale semplice e ovvio, ma che nel nostro paese ancora – che punisce una creazione incestuosa, soprattutto quando ne derivi un “pubblico scandalo“, con il carcere, da uno a otto anni – fatica ad essere accettato, e non solo su temi come l’incesto. Eppure sarebbe estremamente semplice dirimere questioni morali che solo a chi ha pregiudizi o deformazioni ideologiche, di qualunque “colore” siano, appaiono complesse: se un’azione morale crea danni ad altri, va vietata, altrimenti no. Che tipo di danni può creare una relazione sessuale tra consanguinei? Quando non ci sono figli, nessuna, quindi non dovrebbe interessare lo Stato, quando il rapporto è consensuale. La parola “incesto” suscita ancora oggi l’idea di una violenza, magari su un minore – e in quel caso andrebbe punita la violenza, non l’incesto – ma ad esempio nei casi che hanno ispirato il Consiglio etico tedesco si trattava di due persone consenzienti. Ma come tutelare eventuali figli? Anche se su patologie o problemi di figli di relazioni tra consanguinei la letteratura scientifica non è unanime, basterebbe vietare il matrimonio tra parenti, un’indicazione sociale più che sufficiente a scoraggiare una pratica che nella nostra cultura certo non è diffusa come un tempo, tacitamente, nella civiltà contadina. E al tempo stesso porre un limite, come previsto tra l’altro dal decreto del ministro Lorenzin, al numero di figli previsto per ogni donatore nell’ambito della fecondazione eterologa, oltre a stabilire un unico Registro dei donatori. Per fortuna, comunque, con la legge che equiparava figli naturali e illegittimi è arrivata anche la possibilità di riconoscere i figli di relazioni incestuose (anch’essi portatori di diritti, esattamente come tutti i bambini), che prima era vietata. L’obiezione potrebbe essere: ma se si riconoscono i figli di relazioni incestuose e si depenalizza l’incesto, il passo successivo non potrebbe essere addirittura anche il matrimonio tra consanguinei? Non è detto. Dal punto di vista liberale, forse un’ipotesi del genere non dovrebbe essere del tutto esclusa, ma resta altrettanto vero che andrebbero favorite le pratiche che agevolano l’incontro tra diversità e ricchezze biologiche. Ma allora, se vogliamo seguire rigorosamente il ragionamento, proprio chi considera tabù l’incesto dovrebbe con coerenza difendere e incoraggiare la diversità e l’unione tra diversi in ogni caso, non solo quando il “diverso” rientra tra i suoi standard morali: ad esempio eterosessuale, sposato, cattolico, in una parola come ci hanno insegnato i serial televisivi, “bianco caucasico”.

domenica 28 settembre 2014

L'eterna commedia.

Ho chiesto a un rilegatore e tipografo di confezionarmi un'edizione della Costituzione della Repubblica italiana prima degli stravolgimenti a tappe, apportati da questo o quel figurante, della Legge 300 del 1970 e della Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo e del cittadino, sulla via del ripiegamento verso la Riva dei bruti. Penso di esporli in una vetrinetta. L'approccio forzoso, da "Padri fondatori" della Conumità europea, all'euro per il quale ci mancavano e ci mancano i fondamenti omogenei, ci relegherà nei ranghi minori e poveri della rinata fetta continentale neo-gulgielmina, rinserrata contro il mercato globale in angusti confini e dotatasi di aree depresse da cui attingere ora competenze, ora lavoro. La manfrina di un'opposizione a se stessi non convince, mentre il rinserrarsi storico della società italiana nei suoi privilegi di nicchia rende grottesca la propaganda giustificatoria degli abusi già perpetrati e solo in via di consolidamento. Quell'approccio forzoso ci ha già regalato, del resto, una ancor breve serie di aspiranti fantaccini, di livello sempre più mediocre e, ovviamente, da non sottoporre ad un'elezione politica, che avrebbe ormai il senso delle riproposizioni del dittatorucolo e, col tempo, di suo figlio o di nuove accoppiate comiche, come quella di Putin e Medvedev, interscambiabili, come un tempo Stanlio e Ollio, Gianni e Pinotto, Ric e Gian, Franco Franchi e Ciccio Ingrassia. Una formula abusata e minore della commedia dell'arte. I documenti che mi tratterrò e che stanno per passare alla storia dovrebbero sovrintendere, immutati, alle relazioni civili, politiche e lavorative. Sprattutto gli ultimi due, dato che le Costituzioni, più che subire variazioni, andrebbero riscritte quando superate dall'attualità e dagli equilibri diversi che ne derivano, fatti salvi i principi fondamentali e sfrondate dai compromessi d'epoca. Ma gli equilibri, sempre fra i medesimi soggetti, che vi hanno cooptato nuovi personaggi, più giovani figure di mediocrissima statura, non si sono ancora attestati su una base solida di potere, anzi vagolano nell'indistinto e probabilmente non approderanno, autonomamente, a nulla. Il nuovo ha solo l'incipienza ormonale di un esito ripetibile, ma non è affatto detto che i suoi frutti saranno migliori, più solidi e più duratori, soprattutto.

Il machiavellismo semplificato.

Con le brume d'autunno, si annuncia una battaglia campale su quel che resta dell'art. 18, già abolito dalla Fornero, che al posto del reintegro per un licenziamento arbitrario, aveva introdotto un'indennità di "ben servito". Mi chiedo come farebbe Renzie a gestire una situazione seriamente, se, per uno scherzo del destino, domani si trovasse privato del suo compitino a rima baciata e restasse inerme al governo...suppongo per pochi giorni, prima di trovare un pretesto per andarsene e, possibilmente, dopo aver negoziato un ricollocamento silenzioso. Io non credo molto alla mobilitazione, o meglio, non credo che la mobilitazione condurrà a nuovi soggetti politici ( come sarebbe auspicabile ), né che inaugurerà una nuova stagione di contrasti chiari e definiti. Semplicemente, Renzie sta coinvolgendo nello sputtanamento le formazione "sociali", laiche e religiose e codeste ne prendono le distanze, pur continuando a giocare sotto traccia per pascere il gregge, anestetizzandone e omogeneizzandone la reazione. L'espressione del Presidente della CEI, Card. Bagnasco, è un'intalcatina curiale, per altro molto chiara: Renzie smetta di provocare con battute e sbruffonerie e non porti le cose, attraverso una politica di soli annunci, sul crinale di un possibile "violento contrasto", esasperando gli animi. E' quello che pensano anche i grandi, residui, industriali, che Ferruccio De Bortoli, pur in uscita dal Corriere, ma alla ricerca di un nuovo impiego, che non mancherà, ha inteso significare col suo anomalo articolo di fondo. Renzie pare aver capito e tace da trentasei ore. Il gioco che ha stupidamente scoperto, tanto quanto Letta l'aveva coperto, va avanti: lui non si oppone ai poteri forti, gli hanno fatto solo intendere che cominciano a sentirlo "fuor di luogo". Insomma, gli sciocchi vanagloriosi, di cui avevano pensato di servirsi, sono troppo stupidi allo scopo.

venerdì 26 settembre 2014

Ribollita.

Fa più sul serio la Chiesa cattolica contro gli ecclesistici pedofili o la Cina capital-comunista contro i corrotti? Bergoglio ha dato inizio alle sanzioni canoniche contro i pedofili nei suoi ranghi; pare che ne siano stati individuati cinquemila, fra i quali alcuni Cardinali e Vescovi, non solo nel ruolo di chi copriva gli abusi. Applica il dirito canonico, rimuove, priva dello stato religioso, dopo un'eventuale condanna - vedremo - può procedere all'estradizione dei "rifugiati" in Vaticano. In Cina il Governo, che fa tutt'uno con la Giustizia condanna a morte ed elimina tutti i 200.000 funzionari corrotti dalla loro posizione e dalla possibilità d'intercettare parte dei capitali che vengono messi in circolo. Luigi De Magistris, che aveva attaccato sul piano giudiziario la sua stessa corporazione, nel profondo sud, accusandola di correità con la mafia, una sorta di massoneria borbonica, dopo che la scoperta nei ruoli medesimi del Presidente della Corte di Cassazione, Carmelo Spagnuolo, ne aveva proibito, l'affiliazione per i giudici, è stato condannato per evanescenza probatoria, sostanzialmente per labilità di dati oggettivi a suo suffragio. De Magistris, dalla Procura di Catanzaro, certamente non la punta di diamante dell'umanesimo illuminista, aveva sferrato un attacco massiccio contro i suoi colleghi di Salerno, sui quali aveva facoltà investigativa incrociata, per aver costituito una cosca che collaborava sistematicamente con le cosche campane della camorra. All'alba, i Carabinieri buttarono giù dal letto la magistratura salernitana e ne ispezionarono le abitazioni, ne sequestrarono i computer, prima dell'ispezione negli uffici giudiziari medesimi. La rivolta ambientale e corporativa, lo portarono a interrompere la tradizione quadrigenerazionale della sua famiglia e ad inoltrarsi nei perigliosi sentieri, collaterali a quelli appena abbandonati, della politica, fino all'elezione a Sindaco di Napoli, dove si erano sputtanati fior di politici, fascisti, comunisti e democristiani. Lui, invece, cadrà, per la reazione concentrica del bolso mondo togato, nell'ambito del quale "ci sono tante persone per bene, ma nche tanti fior di delinquenti". Albano Guaraldi, Gianni Morandi, Luca Baraldi e Massimo Zanetti, timorosi di dover rispondere della situazione debitoria del Bologna f.C., e di rimetterci definitivamente i 2,5 mln di euro e i 4 mln di euro che vi avevano ingenuamente depositato, hanno trovato un accordo transitorio per tagliar fuori la banca d'affari statunitenze che voleva rilevare il Bologna, provvedere alla ristrutturazione dello stadio e dell'intero quartiere circostante, cosa che si guarderanno bene dal fare gli industrialotti e l'industrialone veneto-emiliani. Ha prevalso, ancora una volta, il provincialismo speculativo, lo spirito proprietario bottegaio. Privato della possibilità di imitare Alfredo Cazzola nell'appropriarsi della cauzione depositata dagli americani, Guaraldi ha sollecitato lo spirito appropriativo di Massimo Zanetti, facendogli balenare la possibilità di perdere i suoi depositi. In men che non si dica, l'intesa è stata ritrovata, senza vergogna, dopo che i due si erano attaccati e insultati e dopo che il profittatore della Segafredo aveva sentenziato che un suo impegno ufficiale sarebbe stato ostativo al suo prestigio di prossimo quotato alla borsa di New York. Insomma, di questo si vergognava. Tanto è vero che comanderà per interposto Guaraldi, sottoposto al controllo di quel Luca Baraldi che i tifosi avevano indotto ad andarsene pochi anni fa. Non sappiamo cosa avrebbero fatto gli americani, ma Bologna città perde una probabile occasione, dopo decenni di immobilismo di cui questi uomini d'affarucci sono purtroppo lo specchio fedele.

giovedì 25 settembre 2014

Oggi ne ho scelte tre.

Tre notizie oggi tengono campo. Il Presidente Napolitano dovrà testimoniare a Palermo sulla trattativa Stato-Mafia, solo l'ultima nota in ordine di tempo. Il vetusto Presidente già oppone un nodo da sciogliere ed eventualmente sarà sentito nel suo appartamento quirinalizio, alla sola presenza dei legali. L'Italia resta fortemente ancorata al suo borbonismo, soprattutto quando i protagonisti sono istituzionali e del Sud. Non che altrove le resistenze siano più blande, ma, una volta svelate le menzogne, le teste saltano, non si cerca o non si riesce a filtrare la verità. Fa bene la Procura di Palermo a tenere duro: la giustizia c'è o non c'è, non vi sono interpretazioni possibili. Che poi sia questa gente a tutelare la ex democrazia e a subordinarla all'Europa, completa il ritratto. La Chiesa sembra invece aver preso il volo, se sarà il volo della farfalla lo vedremo, ma il pampa-Papa ha cominciato ad inquisire tutti i travisatori del lasciate che i bambini vengano a me. I quadri della Chiesa cattolica rischiano di diventare molto esigui, data l'estensione, solo parzialmente rivelata del fenomeno surrugatorio della sessualità; se questo Papa sarà coerente e sopravviverà alle varie lobby, omosessuali e/o pedofile, da lui stesso confermate, insieme a tutte le altre che si contendono il potere entro le mura vaticane, che sono influenzate da tutte le associazioni confessionali nazionali più ricche, si aprono - speriamo - insperate possibilità per tanti preti onesti e per bene, di estrazione popolare, dato che Vescovi e Cardinali sono rampolli border-line di famiglie influenti e trafficano nelle congregazioni più ricche e con le mani in pasta. Bergoglio è figlio di emigranti, però è gesuita, l'ordine che dovrebbe difendere il papato e, per questo, mai ricoprirne la carica. Che sia stata fatta un'eccezione e che si chiami Francesco, potrebbe voler dire qualcosa, l'intenzione di difendere il papato in forme non conservatrici, in un contesto di nuovo molto critico per le masse popolari. Anche il Primate del Paraguay è stato oggi avvicendato e sostituito con un altro, proveniente da Villarica del Espiritu Santo; speriamo bene, ma l'uscita dalle correnti e dalle massonerie interne, deve essere proibitivo. Toccherà agli esegeti, che però non sono neutrali, sviscerare quanto viene deciso in una direzione contraria e speriamo ostinata, rispetto a quella condotta fino ad oggi, tanto che questo costume ecclesiastico è sembrato far parte di un reciproco riconoscimento, quasi un collaterale "esser parte". Se così è stato e se questo Papa non teme, ad esempio, l'Opus Dei e le sue ramificazioni minori, quali I Legionari di Cristo et similia, come capitò a Giovanni Paolo II, la sua incolumità non è certa. Infine il Comandante della Capitaneria di porto di Livorno, Gregorio De Falco, dopo anni di accantonamento, è stato relegato dietro una scrivania amministrativa. Evidentemente la figura dell'ufficale, strenuo ma frustrato competitore dell'italianissimo Schettino, ha suscitato, sotto traccia, molti risentimenti e preoccupazioni per l'inusuale franchezza e determinazione regolamentare. E' questa una della matrici della mafiosità italiana, che si annida soprattutto nei meandri della burocrazia statale, si alimenta del lavorio e dei capitali delle cosche private e costituisce la base degli accordi strategici di cui sopra, ogni qualvolta l'iniziativa di qualche ingenuo e generoso li metta concretamente in crisi.

mercoledì 24 settembre 2014

Messaggi e interpretazioni.

Andare a fare trekking in Algeria, vuol proprio dire andarsela a cercare. In particolare da parte di un francese. Scacciati dall'autentica insurrezione popolare per le strade ed i vicoli di Algeri, i francesi vi sono ritornati con il colpo di stato che da oltre vent'anni ha cassato la debole e contradittoria democrazia algerina, ripiombando il Paese nella dittaura neocoloniale. Dopo anni di guerriglia sorda e stragi perpetrate dall'esercito, è cominciato un lento e nascosto riallineamento sulle posizioni del movimentisno armato, religioso ed ideologico che, ultimamante, aveva trovato un modello a cui ispirarsi nel costituendo califfato iracheno-siriano. L'aviazione francese è stata competitivamente più zelante di quella inglese nell'affiancare gli statunitensi nei loro bombardamenti massivi sulle posizioni occupate dall'Is che, da fonti non verificabili, provocano cento morti al giorno. Ecco che l'esecuzione di un escursionista francese - un Governo serio e non dissimulatore dovrebbe proibire in questi frangenti il turismo in certi paesi - appena tre giorni dopo il rapimento e un messaggio nel quale costui invocava la cessazione dei bombardamenti da parte della Francia, ha sancito la vendetta simbolica ed espiatoria. La Francia, come l'Italia, ha spesso pagato cospicui riscatti per far rilasciare i suoi cittadini, ma questa volta l'interesse preminente di cobelligerare nelle zone del suo ex dominio coloniale, non la ha indotta alla pietà. L'Italia se ne sta al largo ed ha già annunciato che pagherà ancora, ma l'Italia, a parte la Libia e l'Eritrea, non è stata colonizzatrice di altri popoli e persegue i suoi interessi soprattutto con la corruzione e la collateralità "umanitaria" con gli alleati. Ciò non di meno, la presenza di sessantacinque paracadutisti incursori potrebbe presto assegnarci il ruolo di nemici, se l'azione di questi commandos sarà efficace e sanguinosa. il prelato polacco, ospitato in Vaticano ed ivi arrestato per decisione del suo Sovrano, nel timore che potesse fuggire, sarà giudicato da una Corte presieduta da un magistrato italiano e, se condannato, estradato per l'incarcerazione. Il Papa ha fatto bene a inaugurare la linea della separazione da queste figure odiose, ma un caso non deve fuorviare: chiunque, ecclesiastico o non, deve essere perseguito e l'obbligo di colaborazione giudiziaria, almeno per queste specie, deve essere sancito; altro che "non siamo pubblici ufficiali" della Conferenza episcopale italiana. Il sorriso fiducioso del negretto dominicano, riprodotto sulla stampa con la mano bonaria dell'Arcivescovo sul capo, lo reclama. Oggi, Ferruccio De Bortoli, nel suo editoriale di inaugurazione della nuova veste grafica del Corriere della Sera, inopinatamente, demolisce la figura di Matteo Renzi, contornatosi di ministri non in grado di dargli ombra, di toscani, come se fosse ancora un amministratore locale; le sue poche proposte sarebbero odoranti di massoneria. Il giornale di via Solferino è, per linea e tradizione, filogovernativo e un attacco così smaccato ad un primo ministro in carica è una novità assoluta. De Bortoli lascerà in primavera la direzione per la seconda volta; era ritornato in sella dopo la defenestrazione voluta da Silvio Berlusconi. Ma gli industriali lo accolsero ponendolo alla guida del Sole 24 ore. De Bortoli, infatti, è stato sempre un giornalista economico, ben introdotto e legato agli apparati tintinnanti dell'editoria, per questo la sua intemerata, così inusuale, sucita più interrogativi che convinzioni. Che la classe imprenditorale italiana, quella grande, sopravvissuta alla crisi, abbia ispirato la demolizione ufficiale del Governo degli annunci, eterodiretto e foriero di torbidi in quel che rimane degli stabilimenti produttivi nazionali? Quesiti che non saranno mai sciolti esplicitamente e che gli adattamenti empirici renderanno poco interpretabili, ma la separatezza della grande borghesia dal renzismo è stata sancita. Spiaccicato il gelato per terra, Renzie si calerà un cappuccio in testa?

martedì 23 settembre 2014

La pedofilia ecclesiastica, fenomeno di massa o di nicchia.

Il Nunzio pontificio a Santo Domingo è stato arrestato dalla Gendarmeria vaticana, all'interno delle mura leonine, dove era rifugiato. Godeva dello status dell'extraterritorialità e dell'immunità diplomatica. Durante la sua missione a Santo Domingo amava intrattenersi con ragazzi ai quali offriva denari in cambio di prestazioni sessuali. Tutti rigorosamente maschi, un aspetto da approfondire, quasi di nascosta, simbolica e psicologica appartenenza. Il pampa-Papa ne ha autorizzato l'arresto, che si limita ai domiciliari; la sua condizione non è cambiata di molto, dal momento che non usciva dal Vaticano perché inseguito da una rogatoria internazionale. In questo senso, la vicenda è stata condotta tardivamente, ma correttamente. Ora si tratta di processarlo, in quello Stato della Citta del Vaticano dove vige l'ottocentesco Codice Zanardelli e che non dispone di carceri, ma soltanto di due camere di sicurezza, nelle quali custodire temporaneamente i fermati e che non sono mai state utilizzate in tempi recenti, tranne che per il segretario particolare di Benedetto XVI, Paolo Gabriele, trafugatore dei documenti riservati del Pontefice. Prima della fine del 2012, l'infedele servitore sarà graziato. La notizia è di poche ore fa ed è troppo presto per valutarla; se l'arrestato sarà condannato, in base al Concordato, dovrà scontare la pena in Italia, in un carcere civile o in Polonia dove potrebbe essere estradato. Vedremo come si evolverà la vicenda, ma non possiamo felicitarci e nasconderci che la giustizia, per reati così gravi, non troverà applicazione dai codici delle diverse statualità dove i fatti sono stati commessi, senza attriti e inerzie burocratiche e diplomatiche, con prontezza ed efficacia. La giustizia civile non deve essere ostacolata se il reato viene commesso sul suolo dello Stato e non ci devono essere Concordati che possano procurare una odiosa impunità a queste persone senza principi. La rivelazione pubblica della pedofilia nella Chiesa cattolica non ha avuto disvelazione piena; in Italia, per esempio, le segnalazioni di abusi ci sono state, ma a livello individuale o, al massimo, in ambiti ristretti, ma sempre limitatamente alle poche persone che hanno avuto il coraggio di denunciarle. Nessuna denuncia è stata approfondita e non si sono estese le indagini agli ambienti ed ai contesti in cui sono stati segnalati abusi che non possono aver riguardato solo i singoli denuncianti. Non è credibile, per altro, che i preti pedofili abbiano infestato solo gli Stati Uniti o l'Irlanda. Uno, ex prelato, previamente ridotto allo stato laicale, ma tuttora ospite del Vaticano, almeno è stato preso, ma per atti commessi a Santo Domingo. Attendiamo, probabilmente per sempre, un'indagine a tappeto sul mondo occulto della pedofilia ecclesiastica. Purtroppo, la stampa nostrana non assomiglia neanche lontanamente al giornalismo d'inchiesta degli Stati Uniti.

Vorticose giravolte.

L'impresa è in corso di realizzazione. Superata la prima boa, le riunioni ideologiche hanno incatramato i protagonisti. Che fare da qui alla fine dell'anno? Il giorno dopo i discepoli sembravano allucinati, drogati. Silenzio e ingessatura, presunzione di preminenza e libero insulto, di quello con cui il bue dà del cornuto all'asino. La composizione binaria ha conosciuto un incremento: adesso escono i tre dell'Ave Maria, alla ricerca dell'obolo per la benedizione pasquale. Uno sembra il chierichetto che porta gli attrezzi, il libro e l'aspersorio, in una borsa di pelle. Lo fanno anche a tarda ora, non si sa quando ritornano, ma, nel frattempo, altrettanti presidiano il fortino, ogni sera. Ma, ciò non ostante, tanto si apre e tanto si chiude o viceversa; il senso della presenza è da caserma della Guardia regia. Da otto anni non si crea più ricchezza, la base, quindi, è ridotta e statica. Il conflitto consiste nello spostarne una quota maggiore nella propria bisaccia, ma, alla fine di tanto lavorio, il saldo è stato e sarà zero. Ad ogni fine e ad ogni nuovo inizio, sempre uguale, si travasa, si sposta; i titolari di targhette, occultano agli altri, reindossano poi. La moneta per lo scambio va sulle montagne russe: non si fa in tempo a riemergere che ci si deve reimmergere, ridiscendere appena si è risaliti con le cartucce per la caccia al cinghiale, al tordo o al fagiano. Il fischio sibilante ad ogni accesso sembra un allarme bellico, un indossatore maturo ne approfitta per rimirarsi nel plexiglass, sei-sette volte al giorno: mi ricorda Umberto Francioli di "ho un debole per l'uomo in Lebole", il bianco e nero dell'epoca ricorda la sua grisaglia. Anche il confine con altra entità del Gruppo non è più oltrepassabile dopo una data ora e, sia pur solo per evitare allungamenti di percorso, si innesta spesso la sirena che segnala i fuggitivi. L'andirivieni dei marziali galoppini della finanza itinerante, dei fumatori nevrotici, dei dipendenti dalla caffeina, rincara la dose. In fondo sono sempre gli stessi, interni ed esterni, ad essere annunciati: facce nuove non se ne vedono. Il primo che arriva al cesso rischia di bagnarsi i pantaloni per il frenetico scatenacciare, prima dell'uscita. Dopo pranzo, s'ode un sussurro. Devo andare in bagno. Pochi attimi dopo: ma...hai scorreggiato, senti che puzza, sei ignobile....ti sei cagato addosso? Non è chiaro se le formidabili nuances digestive siano il precipitato di imperiose costipazioni gastronomiche o se si tratti di una sofisticata tecnica di dileggio, consistente nello scorreggiare tre secondi prima di raggiungere la servitù di passaggio che costituisce una scorciatoia per il bagno, per circonfondere e incensare. Certo che lo sforzo verso l'obiettivo, implementatosi a Luglio, produce effetti avvertibili. Ma, pur nell'olezzo, la sparuta pattuglia non si scompone: continua granitica nell'impresa. Al piano di sopra, come accennato, per superare il confine artificiale tracciato dalla Capogruppo, si abbandonano gli avamposti cinque-dieci minuti prima della campanella; una collega più condizionata dagli orari esecutivi, tenta spesso una sortita tardiva fra il filo spinato e induce suoni laceranti di sirene. Il giorno volge al crepuscolo. Di ritorno dall'underground viene fatta scorrere la porta a vetri: posso andare? Vadi...vadi pure. Il ragazzo del pony express caracolla troppo tardi verso il confine: "mannaggia a voi, prima mi hanno chiuso la strada e adesso mi avete chiuso anche la porta". Con una cordicella, la smunta sacca della sezione in isolamento cala verso di lui. Saluti e fuga. Il cenacolo si ricompone, i gesti si fanno cadenzati, finalizzati all'impresa. La formazione di pronto intervento è di nuovo composta da tre elementi; con fare cipiglioso incedono verso l'obiettivo. Quando loro escono, i superstiti si consultano: io fra tre quarti d'ora devo andare....io adesso vado in....mi raccomando, la filiale è nelle tue mani...la settimana prossima vai in ferie? Per quanti giorni? Tutti e cinque, perché? Borbottio indistinto. Mi adeguo:al terzo rientro e prima che risortiscano, vado a prendere un caffé. La trimurti si scompone: uno resta sulla breccia, gli si affianca un nuovo produttore-telefonista, che comincia ad uscire dal centralino. Un notaio lo tratterrà poi per novanta minuti: che categoria di merda. La tempesta si placa, la bonaccia si instaura, bene o male si arriva a sera. Mentre esco sento che si concertano per la cena: no, quello mi fa male, quell'altro mi fa scorreggiare...no, per carità. Fuori della porta, accovacciata sul selciato c'è una povera ragazza incinta, sarà di otto mesi. Le avevo suggerito di spostarsi, per sottrarsi alle visite dei vigili chiamati dai bottegai che ci circondano. Aveva fatto finta di non capire e poi si era allontanata. La sera successiva, una donna anziana, ma valida, l'aveva riportata al suo posto di lavoro, e si era ben guardata dall'aiutarla mentre si appoggiava sulle braccia per sedersi per terra. Stamattina, affiancandomi, mi ha sorriso e mi ha salutato, così come fa quando le passo davanti per la pausa caffé. Qualche volta le lascio cadere qualche moneta nella ciotola, vicino alla quale è scritto "ofame". Non mi sorride per questo, anzi immagino che mi consideri un po' ingenuo, ma mi sorride per l'attenzione. Io so che non mendica per fame, anche se è di una magrezza accentuata; penso che viva in un accampamento e che questo sia il suo lavoro, un lavoro triste come i suoi occhi. Una "signora" mi guarda con dispetto mentre mi chino per salutarla con un tintinnio.

domenica 21 settembre 2014

Le guerre di liberazione da se stessi.

Bisogna per sventura constatare che questa versione accidentata del mondo privo di contrappesi dirupa verso l'accentramento e la conseguente povertà, la cultura strumentale e le substratificazioni sociali, subordinate ad un populismo confermatorio o al greve e insensibile autoritarismo decisionale. I popoli e le nazioni con un ancor radicato senso dell'opposizione sono pochi, periferici e senza riferimenti, mentre lo show delle manifestazioni "morali" lascia invariabilmente tutto nel suo disordine. Il pampa-Papa rende più snelle le procedure di annullamento del matrimonio religioso, sull'abbrivio delle semplificazioni apportate dalle normative europee al divorzio, tenta il recupero di qualche divorziato, riammettendolo nella comunità e fa un raid in Albania, lodandone il Consiglio delle tre religioni: musulmama, ma agnostica, cattolica e ortodossa. L'Albania, staterello "cinese", sulle sponde dell'Adriatico, è l'unico esempio di Stato islamico completamente agnostico ( per ora? ), nel quale le confessioni cattolica e greco-ortodossa sono quasi di semplice rappresentanza. Si sentono in giro espressioni impensabili solo qualche anno fa, ma il contesto non è migliorato, ricerca solo degli equilibri improbabili ai quali spera di sostituire la propria preminenza, dove possibile, o i migliori accordi per una nuova e diversa spartizione delle anime, senza curarsi di interpellarle. Il piccolo Zar copia le iniziative ostili della NATO e sorvola con i suoi Mig l'Alaska che lo Zar Nicola II regalò agli Stati Uniti, ignorandone i giacimenti petroliferi e snobbandone la valenza strategica a favore di quella giovane e inesperta nazione. La vexata quaestio, con la quale si contrabbanda l'8 con il 18, ha un significato politico. I lavoratori sono colpevoli di aver estorto troppi diritti e troppi soldi; per causa loro siamo finiti fuori mercato. Non si accenna minimamente a delle politiche industriali, da parte di incompetenti che cercano di approfittare della situazione, ma si inscenano dei veri e propri esorcismi, come sempre finalizzati a depistare dai veri bersagli, dalle responsabilità effettive. Ecco quindi che un governicchio illegittimo, che conosce solo un barlume d'opposizione da parte della sua minoranza interna, dello stesso partito che esprime il Presidente del Consiglio, in una riedizione minore delle contese fra le correnti della Democrazia cristiana, dichiara sbruffonescamente che cancellerà la normativa di garanzia del rapporto di lavoro. Renzuccio da Firenze distorce le questioni e produce visioni mistificatorie. Con i suoi annunci, il governicchio dice chiaramente con chi sta. Ovvero, con quei ceti manageriali e imprenditoriali che non hanno mai saputo indicare che la ricetta da Terzo Mondo della facoltà di pagare sempre meno e di tenere a bada con la possibilità di licenziare. Oppure, più probabilmente, è questa l'unica natura e cifra dei padroni. Un fessacchiotto come Renzie non ha la forza per non stare dalla loro parte; il presunto riformatore è garanzia di esiti controriformistici. Non avendo un gregge da pascere, ma solo un pascolo da coltivare per sé, la destra è meno insidiosa, se la sinistra sedicente è costretta all'opposizione, che è il ruolo storico in cui ha forgiato i suoi principi e i suoi contenuti.

La mancanza di principi rende gli intrighi pericolosi.

La convinzione pigra che il progresso sia un percorso accidentato ma lineare, che vada dal peggio al meglio, è un'illusione coltivata dai poveri e dagli insoddisfatti della loro condizione. Non esiste infatti un miglioramento sistematico, né delle condizioni di lavoro, né della retribuzione del medesimo, del benessere e del civico sviluppo. Il Jobs act di Matteo Renzie, la cui vanagloria è da oggi sotto attacco da parte delle Procure ( che stupido errore adolescenziale è stato dimezzare le ferie ai giudici )ne è un attestato. Il democristianone padre avrebbe provocato la bancarotta di una società e avrebbe ( ha certamente ) pilotato temporalmente le prime mosse sullo scacchiere del potere del grullesco figliolo, fino a fargli maturare un'indennià a carico della fiscalità generale. Del resto la mogliettina non girava imperterrita per Firenze senza rispettare la ZTL? Che il renzismo sia costellato di tante piccole profittevolezze è nel DNA della famiglia, biologica e politica, del premier, per altro insensibile a cassare la residua, infinitesimale dignità dei lavoratori superstiti, cancellando la giusta causa e il giustificato motivo dalle procedure di licenziamento, assimilato ad un elemento della provvisorietà del lavoro. La Turchia post-moderna ha ottenuto la liberazione dei suoi 46 ostaggi da parte dell'IS. Ovviamente ha asserito di non aver pagato riscatti. Allora, ha certamente offerto una collaborazione ai guerriglieri del califfato che si rifà a quello dissoltosi con l'Impero ottomano nel 1924 e del quale aspira pure ai territori. Una collaborazione e un riconoscimento diplomatici a tutti gli effetti. La Turchia, bastione della NATO durante la Guerra fredda con undicimila Km di confine con l'Unione sovietica, è ormai un neo Stato islamico, non arabo, aspirante all'egemonia regionale ( come l'Iran ) e solidale, sia pur politicamente, con il dinamico mondo islamico - ha un'importanza relativa che sia un dinamismo da straccioni: non è così per chi li foraggia e manovra - per questioni geopolitiche e di rinegoziazione dei suoi rapporti con gli Stati Uniti, la NATO e l'Europa che, giustamente, la rifiuta. Soprattutto adesso. I Turchi hanno rifiutato di partecipare alla coalizione anti IS che gli americani stanno mettendo farraginosamente e lentamente in piedi, hanno creato delle vie di fuga per i miliziani del califfo, sia per sottrarsi ai bombardamenti, sia per ricoverare i loro feriti. Certamente devono aver ottenuto degli affidamenti anche per il futuro prossimo, per quel che possono valere nel mondo della diplomazia. Il 20 Settembre di 144 anni fa i bersaglieri sabaudi entravano in Roma attraverso la breccia di Porta Pia. Subito dopo i massoni sabaudi, i preti e i clericali cominciarono a cogestire l'artificiale nazione e lo Stato che vi si era sovrapposto, in funzione delle ambizioni del Re di Sardegna e della sua dinastia, discioltasi nelle more delle tumultuose vicende che la creazione del Paese ha comportato, drammaticamente per chi le ha vissute. Accanto a costoro, come il Sovrano stesso, sono sgusciati i tanti Italiani che si sottraggono con l'evasione e la fuga ad ogni peripezia, non avendo nessuna fede nella retorica che professano. Il loro ultimo prodotto è Matteo Renzi, fantaccino di Giorgio Napolitano e delle Commissioni europee, alla disonorata ricerca della sua piccina affermazione.

mercoledì 17 settembre 2014

Il proficuo anonimato dei soldi.

Il mondo del pallone è malmentoso, volgare e corrotto. Lo denunciò per primo Carlo Petrini, che di quel tristo spettacolo fu per molti anni protagonista, ma, ad ogni stagione, cioè due volte nello stesso anno, in un tour de force sfinente, il baraccone si ripresenta al suo pubblico di devoti. La piccola imprenditoria domestica mira a speculazioni a breve sul corpore vivo della passione sportiva - che in loro è completamente assente - e la vocazione a trar profitto da situazioni contingenti porta a campionati scadenti e a periodiche retrocessioni. Anche fra le retrocesse, infatti, i nomi nuovi latitano: sono sempre le stesse a scendere e a risalire. Quando si verifica un'anomalia, la natura di profittevolezza spicciola e occasionale, è rivelata poco dopo dal fallimento delle società medesime, che, in quello stato, vengono rilevate per quattro soldi e il ciclo ricomincia. Pare che il Bologna f.c., finito, da ultimo, nelle mani di Albano - certamente dal nome del buon vino che non viene più prodotto - Guaraldi, stia finalmente per trapassare in quelle di un business-man italo-americano, che già sette anni fa tentò l'avventura, che nel frattempo ha favorito l'acquisto della Roma da Unicredit che l'aveva ereditata dalla Banca di Roma, facendovi, la stagione scorsa, un ottimo lavoro. Ora, garantita al pirata Guaraldi ed ai suoi soci una buonuscita personalizzata, messi a repentaglio tre milioni di dollari di cauzione non restituibile, dopo i due che il filibustiere Cazzola - quello del Motor show bolognese scippato per Milano - si intascò adducendo la lungaggine della trattativa, per poi cedere la società ai Menarini - il passaggio del soccer Bologna a una anonima banca d'affari statunitense, sta per entrare nella fase del closing. Peggio di così non potrebbe essere andata fino ad ora e l'evoluzione dello sport professionistico più seguito verso lo show-business mi sembra naturale ed anche auspicabile. Il merito sportivo è morto e sepolto, l'immoralità mercificatoria è imperante e un po' di calvinismo affaristico può solo migliorare la situazione, almeno in un mondo dedito solo ai soldi. Potrà sembrar naturale che ad interessarsi speculativamente delle sorti calcistiche nazionali siano uomini d'affari oriundi dall'Italia, ma il clan di Joe tacopina, James Pallotta e Joey Saputo, rievoca la Chicago degli anni '20 o la trimurti, sbocciata contemporaneamente di Martin Scorsese, Al Pacino e Robert de Niro, su cui aleggiava il simbolico copricapo di Francis Ford Coppola. Era l'epoca dei western all'italiana di Sergio Leone, nell'ambito di uno scambio culturale ed economico di tutto rispetto. Sarà incongruo l'accadimento, ma stranamente, nei mesi scorsi la Philip Morris ha scelto Bologna per impiantarvi un suo stabilimento. Il calcio, per gli americani è un business decentrato, nel quale veicolare tanti denari e dal quale trarre ingenti profitti; come in Inghilterra, dove gli investitori sono stati invece yankee anglosassoni, non resteranno affezionati alla causa per sempre. A tempo e luogo passeranno la mano, a un emiro, a un Kazako, a un Cinese, ma, speriamo, finiranno di spartirsi gli antichi blasoni, i Cazzola, i Menarini, gli Spinelli o un Guaraldi. Insomma, la palude resta, è solo più ricca di fosfati, il brand viene venduto e la "gente", continuando a non capire un cazzo, l'alimenta adorando.

martedì 16 settembre 2014

Accelerazioni

Il Prefetto di Bologna intima sommessamente al Comune di non trascrivere più i matrimoni omosessuali contratti all'estero e validi all'estero, perché non previsti dall'ordinamento italiano. Il libero Comune di Bologna, insediato in quella piazza Liber Paradisus che ricorda la legge con cui, primi al mondo, abolimmo la servitù della gleba, si globalizza e traina la faticosa innovazione legislativa che dovrebbe rendere i matrimoni gay, a tutti gli effetti legali, equiparabili a quelli etero, adozioni, reversibilità e successioni comprese. Lo scontro, sotto traccia, è politico, l'intervento prefettizio era stato sollecitato dalla Curia arcivescovile ed è puntualmente avvenuto. Sulla base di una interpretazione degli indirizzi ministeriali,il Sindaco ha deciso di proseguire nella sua azione, che suggella personalmente, firmando gli atti, per evitare che l'obiezione di coscienza, ai diversi livelli burocratici, impantani le procedure. Personalmente sono del tutto amorfo rispetto alla rivendicata novità civilistica, penso anzi che, come in tutte le spinte particolaristiche ( sia pur molto più diffuse di quanto "normalmente" si pensi ) ci sia un lavorio di lobby, in questo caso, come in tutti gli altri. La formalizzazione matrimoniale servirà a stabilizzare gli interessi e, solo in misura molto minore, i rapporti, assimilandoli a quelli tradizionali. Sul matrimonio, la contesa fra la legislazione civile e quella religiosa è sempre stata asperrima: il matrimonio sacramentale, finalizzato alla riproduzione conforme ai canoni della Chiesa, configura un mondo chiuso e finalizzato, subordinato alla dogmatica della Chiesa cattolica. Lo Stato può agire autonomamente, sottolineando l'empirismo delle variazioni sociali, economiche e di costume, soprattutto quando assumono una considerevole rilevanza numerica e quando intersecano l'internazionalità, come nel nostro caso. La Curia ha rilanciato, dopo la presa di posizione del prefetto, la tesi della forzatura ed ha richiesto un intervento legislativo dello Stato, che, però, stante l'uniformità legislativa, amministrativa e procedurale, che vige nell'Unione europea, non potrà discostarsi, né farlo troppo a lungo, dalle consuetudini comuni. Nello stesso tempo, le comunità ideologiche si organizzeranno e si chiuderanno nella costituzione di lobby morali e di interessi. E' molto prematuro affermarlo, ma la genesi e gli effetti di questi fenomeni, rimanda alla parcellizzazione sociale, pur in ambito legislativo comune, della spiritualità privatistica, personalizzata, vigente soprattutto nel mondo anglosassone e segnatamente negli Stati Uniti, che esportano i loro modelli culturali in tutta quella parte del mondo che influenzano, aspetti di puritanesimo compresi.

Di blog in blog.

Pubblico un contributo tratto dal blog di Valentina Nappi. Costei appartiene ad un mondo, molto ascoltato in ristretti cenacoli accademici e giornalistici e molto pubblicato su riviste filosofiche e/o sociologiche. Il mondo dei blogger è vastissimo, vario e policromo e, in quest'ambito, la Nappi si colloca sul versante del post-femminismo giovane, che non ha vissuto cioè, la pluridecennale esperienza, politica e ideologica delle "donne brutte". Sta di fatto che, dalla vulva modello brand della Renault a questo breve saggio di mitologia applicata alla figa, di strada se ne è percorsa. Un mito su cui è opportuno riflettere è quello secondo cui le ragazze ‘facili’, ‘zoccole’, quelle che fanno molto sesso promiscuo – sesso con tante persone diverse, gangbang… – avrebbero la figa ’sfondata’, ’slabbrata’, ‘troppo larga’ e quindi meno avvolgente, meno piacevole da penetrare. In realtà, dopo un periodo iniziale di ‘rodaggio’ (in media di nove-dieci mesi), tutte le vagine da tale punto di vista si stabilizzano, conservando da lì in poi le medesime dimensioni, forma ed elasticità. È inoltre del tutto ovvio che, per quanto concerne le sollecitazioni meccaniche, il sesso promiscuo vale esattamente quanto il sesso monogamico; e le fidanzatine fedeli, in media, non hanno affatto rapporti sessuali meno frequenti rispetto a una pornostar o a una ‘ragazza facile’ che ’si fa’ duecento ragazzi diversi ogni anno. Ma ciò che più conta è che l’esperienza e la consapevolezza del proprio corpo sono decisive anche al fine di trasmettere la sensazione di ‘figa avvolgente, stretta’ (vedi muscolatura del pavimento pelvico). Insomma: le santarelline poco interessate a fare esperienze variegate, ad apprendere da più persone e ad approfondire gli aspetti tecnici della sessualità sono proprio inutili, mentre le esperte sono le migliori persino nel far sentire la figa stretta ai maschi. Ma cosa c’è dietro un pregiudizio così stupido? Probabilmente l’idea, ereditata dal nostro passato, di giovane ragazza come ‘materia prima’. Una materia prima che va preservata, che non va sciupata, che non va sprecata. Quando le baldraccone post-cinquantenni in televisione dicono che le ragazzine dovrebbero essere educate a ‘non darsi via’, a ‘dare un valore al proprio corpo’ eccetera, non fanno altre che riformulare in un linguaggio contemporaneo il vecchio principio di ‘preziosità’ del corpo di una giovane donna, una preziosità che è tutta materiale, che è legata alla riproduzione delle cellule sociali e che è stata sublimata (secondo il solito, ben noto meccanismo) in uno pseudo-valore spirituale. Sapete come si chiama questo meccanismo? Reificazione. Sì, proprio così: reificazione. Che vuol dire: ’spiritualizzazione’ delle cose materiali (nel caso specifico: ’spiritualizzazione’ dell’utero e delle sue potenzialità di riproduzione materiale). Insomma: esattamente l’inverso – proprio così: l’inverso!- di quello che oramai viene inteso comunemente nel dibattito pubblico. Si tratta di un meschino rovesciamento semantico, che ha contagiato anche Wikipedia, vari dizionari, varie fonti online e non. I soldati della neo-premodernità hanno sempre più séguito e stanno imponendo il loro vocabolario, ripetendoci ininterrottamente le loro litanie. Essi sono i nemici della razionalità moderna, della secolarizzazione, di conquiste della modernità quali il formalismo giuridico, la democrazia procedurale, la dissoluzione dell’autorità comunitaria ’sostanziale’ (l’autorità non codificata: quella del nonno, degli anziani, dei genitori sui figli maggiorenni…). Di tale esercito della neo-premodernità fanno parte le femministe delle differenza. Le loro formule – ad esempio sulla donna ripetutamente ‘violata’ che prima o poi (loro lo sanno, loro lo predicono) sente il bisogno di cambiar pelle – non sono altro che una versione raffinata di quelle delle baldraccone televisive sopra menzionate. Ma cos’è questo, se non la declinazione femminile, ‘educata’ e più o meno pseudo-argomentata, degli odiosi insulti maschilisti sulla figa sfondata e slabbrata? Valentina Nappi

lunedì 15 settembre 2014

Legami scioglibili.

Era il 1974 quando il divorzio fu confermato nell'ordinamento giuridico italiano da un referendum popolare che vide il nord prevalere sulla Vandea meridionale e sanfedista. Fosse stato per le regioni del sud, la facoltà civile di sciogliere il matrimonio non sarebbe passata, così come la monarchia sarebbe stata la forma istituzionale della nazione. Nonostante le "zone bianche" presenti anche nel lombardo-veneto, lo smacco alla Chiesa cattolica, che aveva imposto il referendum alla Democrazia cristiana, fu clamoroso e segnò il declino di quel partito, al potere dal dopoguerra. La D.C. e la Chiesa stessa si trovarono di nuovo alleate con il fascismo del M.S.I., in una sintesi storicamente tante volte realizzatasi, della conservazione fondiaria, finanziaria e di costume. Amintore Fanfani, allora segretario democristiano arringava i contadini siciliani nei paesi, sostenendo che se la serva e la signora fossero fuggite insieme, i mariti sarebbero rimasti soli come degli scimuniti. L'accoppiata Lombardi-Casini capitanò il fronte del si all'abrogazione; il Partito comunista italiano, che fece di tutto per evitare il referendum, finalmente si schierò per il diritto civilistico di por fine legalmente al contratto matrimoniale e il pur timido Enrico Berlinguer si impegnò a mobilitare le masse popolari contro una restaurazione sacramental-clericale che avrebbe cementato un nuovo connubio di potere. I promotori della legge sulla cessazione degli effetti civili del matrimonio furono il liberale Baslini e il socialista Fortuna, le due forze laiche e storiche della società nazionale. Il fronte cattolico si frazionò; Arturo Carlo Jemolo sulla destra e Raniero La Valle sulla sinistra, lavorarono ai fianchi il prevalente mondo cattolico conservatore e il risultato fu una vittoria storica che rinfrancò gli eredi dei diritti dell'uomo e del cittadino. Lo scontro impegnò tutte le forze politiche e culturali del Paese e il confronto fra conservazione e innovazione si fece esplicito, nonostante la proposta di Andreotti di rendere scioglibile il matrimonio civile e mantenere l'indissolubilità per quelli concordatari. La Chiesa eccepì il vulnus al testo concordatario, recepito nella Costituzione per volere dei comunisti, che sapevano di avere una base in gran parte rivoluzionaria e devota nel contempo, secondo la paradossia italiana, ma la Corte costituzionale, nella sua autonomia, diede un'interpretazione differente, che il referendum non riuscì a sovvertire. Fu la dimostrazione palese della reazionarietà della Chiesa cattolica, che solo dopo l'esito della consultazione introdusse i corsi prematrimoniali obbligatori per i cattolici. Fu una figuraccia mondiale; il Paese cattolico per eccellenza si dimostrò quale era realmente e Fanfani ne prese atto e vi si inchinò. Ora, il divorzio quinquennale, se consensuale, e settennale se contrastato, si può ottenere senza pronunciamento del giudice, sulla base di una trattativa fra i rispettivi legali, in termini rapidi, come nel resto del mondo, o quasi. La Chiesa, o parte di essa, sta prendendo atto della situazione, nonostante che negli anni successivi all'introduzione del divorzio avesse moltiplicato gli annullamenti rotali e sta prendendo in considerazione di riammettere ai sacramenti i divorziati. ma tutto ciò, a noi laici, non interessa. La banalità tardiva di quella fremente battaglia è attestata dagli sviluppi attuali, ma la soddisfazione fu grande. Si pensava che ci sarebbero stati ulteriori sviluppi, che in parte ci furono. Oggi l'evoluzione è solo un adeguamento alle normative civilistiche europee, i Lombardi e i Casini tacciono, la Chiesa fa finta di niente. Sia detto a merito di Valerie Giscard d'Estaing che si battè vittoriosamente contro l'inserimento nella Carta dei principi europei, della matrice cristiana dell'Europa. "Fareste in Europa quello che siete usi a fare in Italia" replicò al Vaticano. Aveva perfettamente ragione. Ma la lotta per la libertà non conoscerà soste né riposi sugli allori, andrà soggetta a stasi e regressioni oppure a sviluppi e progressi e parziali regressioni. Basta sapere con certezza da che parte si vuole stare.

domenica 14 settembre 2014

Come le foglie al vento.

La guerra asimmetrica in corso fra l'Iraq e la Siria contro l'IS, sarà d'ora in avanti, costellata di esecuzioni via internet. Ad essere sacrificati con annesso pistolotto esplicativo sulle "ragioni" della macellazione saranno gli appartenenti a quelle nazioni con qualche rapito nelle mani delle milizie barbare del califfo. Probabilmente, per queste persone era stato richiesto un riscatto: chi ha pagato ha avuta salva la vita, almeno all'inizio, chi non lo ha fatto e anzi ha accentuato la sua partecipazione alla coalizione anti islamista, ha fatto pagare agli ostaggi, attraverso l'immolazione. L'Italia, si sa, paga profumatamente, ma la decisione di fornire ai Curdi le armi affastellate nei depositi perché superate dai canoni NATO, potrebbe rinfocolare lo spirito di vendetta e potrebbe toccarci di vedere qualche connazionale decapitato. Le donne (cristiane)diverse dalle "proprie", servono, come in ogni conflitto, a lenire la solitudine dei guerrieri lontani dalle loro famiglie ( sic! ) per mesi; quelle usurate e in soprannumero vengono vendute in pubblici mercati. Molte altre, dicono le fonti dei rapitori, si sono convertite ed hanno sposato in seconde o terze nozze, i loro sequestratori. Il pampa-Papa che aveva invocato lo stop agli aggressori "ingiusti", non appena costoro avevano cominciato a perseguitare i cristiani, pur senza specificarne i mezzi, ha poi ribadito a Redipuglia che la guerra, qualsiasi guerra, è sintomo di pazzia. La constatazione manca però della diagnosi appropriata a prevenire o curare il male, a meno che non ci si attesti sul peccato originale, che non risolverebbe il busillis fino alla fine dei tempi. Tutti i Paesi dell'Unione, tranne la Germania, l'Austria, l'Olanda e la Finlandia, alla quale appartiene quel Katainen che aveva chiesto il Partenone a garanzia dei prestiti alla Grecia, vorrebbero derogare al Patto di stabilità ed è per questo che le "raccomandazioni" delle Commissioni di Bruxelles stanno per diventare obbligatorie, rivelando "l'importanza" che rivestono i due terzi dell'Unione guglielmina. L'Italia è sempre di più una foglia al vento. P.S. Il Sottosegretario Giro ha affermato poco fa che il Governo italiano, sovrano in quest'ambito, porterà a casa i nostri sequestrati con ogni mezzo. Pochi minuti dopo, ha dovuto correggersi, senza smentirsi. L'ISIS, prima di diventare IS, l'hanno finanziata gli americani ai quali gli inglesi si sono subito accodati, ora che la repressione si fa difficile e costosa. LItalia deve avere contezza che anche le nostre rapite ed i rapiti che verranno, possono essere adesso sacrificati, ma lo zio Sam non vuole, pretende anche che gli prestiamo mezzi e truppe per un interesse prevalentemente suo: Matteo Renzi si fa un altro cornetto di gelato: sono situazioni più grandi di lui e che, probabilmente, nelle sue more provinciali, neppure gli interessano, ma, dovrebbe saperlo: dagli amici mi guardi Iddio.

Diacronicità.

Pronto, pronto, pronto....no, non ci sono, sono impegnato/a, saranno cazzate, occupatene tu....viene il/la alle 18....sono Tal dei Tali del...oddio, chi sono?....basta erogazioni pietose, ci marciano. Tichetichetic, impettiti taccheggiano sulle formelle sconnesse, inamidati tornano sui loro passi. Sempre lo stesso percorso; poi si fermano con atteggiamento professionale per qualche operazione, durante la quale si assentano per intraprenderne, proseguirne o concluderne un'altra. In formazione binaria vanno a prendere il caffé e vanno in visita. L'assistente reca la borsa con i documenti. I commessi-viaggiatori di un mondo embrionale ma che già s'intravede, nella gestazione in corso del tutti per strada, s'incontrano nei luoghi più prossimi e nei luoghi più acconci ai commerci: hanno una base, ma ormai sono nomadi. Un crocchio vociante si annuncia alle porte: un portinaio di ventura trascolora, ha riconosciuto un'icona...anzi due. Si profonde in sussurri, ma poi si confonde; con mossa repentina, Tal dei Tali del...col suo sorrisone di rappresentanza e il piglio della guida turistica si è posto alla guida del gruppetto, mentre il portinaio telefona trafelato ai colleghi assenti, perché in missione, ovviamente. Io ho accennato ad alzarmi, come usa con chiunque, per rispondere al saluto che, uno ad uno mi rivolgevano, salvo accorgermi a cose fatte che mi era uscita la camicia dalla cinta dei pantaloni. La costernazione postuma di sono Tal dei Tali del...oddio, chi sono? mi commuoverà profondamente, anche se ai trapassanti sembra non importargliene punto. Solo il primo ha uno sguardo di imbarazzo: controllo, la bottega era chiusa. Forse gli hanno parlato di me o ha letto qualcosa di mio sui Forum, pre censura. Non avendo trovato nessuno, i passanti tornano fuori, probabilmente dopo aver fatto la fila alle ritirate, ricondotti all'uscio dall'ingiaccato portiere che, in questa circostanza, non ha nemmeno il pantalone destro rialzato. Sulla soglia, l'imprevisto incontro con una promotrice, consente ai disertori per servizio di appalesarsi nel vestibolo, utilizzato anche dai marioli del Corso per occultarvi ( nelle cassette per borse e metalli )temporaneamente, la refurtiva. I sorrisi si sprecano, il gaudio è altissimo. Ritorniamo al cenacolo, fra sbuffi di sollievo e battutine defatiganti. Sono Tal dei Tali e l'avventuroso portiere sono emotivamente scossi, affranti. Io non mi sono ancora lavato le mani. Pronto, pronto, pronto....sembra un documentario Luce in bianco e nero sul boom dei telefoni a spinotto degli anni '50.

La pretesa di non essere in guerra.

Ogni volta che qualche d'uno, annuncia di volersi coalizzare contro il califfato, l'IS decolla con un coltello gli ostaggi di nazionalità coinvolta e lo fa riferendosi proprio a questo aspetto. Uccidono quindi dei giornalisti free-lance, che cercano, con rischio, di vendere il loro reportage, ma anche dei cooperanti, di quelle Onlus che, lungi da non avere interessi materiali al loro agire, mettono a repentaglio la vita di troppi infatuati di sentimenti solidaristici con persone che non se li fumano per niente, di cristiana pietà per dei musulmani, speranzosi a volte in qualche facilitazione diretta o indiretta, da trarre dal non trasparente mondo delle iniziative benefiche. Oggi è toccato ad uno scozzese che forse avrebbe votato per la secessione dal Regno unito e che Cameron ha "dannato" a morte per aver trionfalisticamente annunciato che farà parte della missione interforze contro l'IS. Contestualmente, come le altre volte, è stato mostrato in effigie il prossimo sacrificando. Veniteci a prendere sul campo, ripetono gli islamisti in armi, non limitatevi a spianarci con le bombe. Cercano per questa via un riconoscimento internazionale che la sola pioggia di fuoco dall'alto cerca di ottundere, non possedendo i miliziani del califfo, né marina, né aviazione. Per questo uccidono teatralmente, valendosi anche della ultime battute estorte alle loro vittime, con le quali codeste attestano, come in una tragedia antica, le colpe e le cause, non del Fato ma del malvolere degli uomini, in questo caso di quelli che si credevano fratelli. Ormai, però, l'influenza "benefica" delle organizzazioni non governative, va abbandonata: non è detto che sia apprezzata oltre la contingenza del soccorso, non è consentita da forze in armi che esercitano un potere discrezionale su persone e cose, non ha senso se si è in guerra. Pretendere di fare la guerra e "dimostrare" agli inermi colpiti e privi di tutto quanto siamo soccorrevoli, pur conducendo operazioni belliche, ma anche coperte, verso di loro, ha una valenza esclusivamente propagandistica. Anche se qualcuno che ci crede e qualcun'altro che ci specula, si trova sempre, decollati a parte.

sabato 13 settembre 2014

Masquerade.

Il fuciliere Latorre è stato colpito da ischemia nella sua residenza all'ambasciata italiana, dove scontava i domiciliari, in attesa di un processo che non arriverà mai. Si stanno infatti trascinando le litanie italo-indiane e, da parte nostra, si è optato per la solita simulazione di malattia, così in voga in ogni conciliazione della vita nazionale. Insieme non potevano realisticamente ischemizzarsi. Ora l'assassino e falsificatore, in solido con l'altro Rambo di scorta, ( avevano cercato di far testimoniare il comandante del cargo, nel senso che i pescatori sulla loro bagnarola, decine di metri sotto di loro, mostravano minacciosi delle armi ) ha recuperato i suoi affetti, del tutto alieni da qualsiasi considerazione etica e l'altro, rimasto in India, ha cominciato a sentirsi indisposto. In Italia, la fecondazione eterologa avrà un trattamento morale e tickettaro differenziato. In Emilia Romagna, per esempio, è già assicurata gratuitamente ai richiedenti, da lunedì scorso. In Toscana sarà assicurata solo a chi potrà pagarsela con 500 euro a inseminazione, mentre nella cattolica Lombardia di Comunione e Fatturazione, sarà sottoposta al rigido vaglio ( salvo raccomandazioni ) di reciproca sterilità dei soli coniugi e, accertata la naturale incompatibilità gametica, in cambio di un ventaglio di investimenti dai 1.600 ai 3.000 euro, sarà possibile l'impregnamento. Non ho capito perché entrambi i coniugi debbano essere sterili, casualità rara e un po' sfigata; altrimenti si può provvedere, a queste tariffe, privatamente? Matteo Renzie conciona a noi che l'Europa non ci condizionerà. Perché non lo dice a loro, con sicurezza ma a bassa voce? Katainen gli dà del fanciullone velleitario. Lo prende fin troppo sul serio, perchè lo scout farà, fra un lazzo, un frizzo e un gelato, quello che deve fare, cercando solo di salvaguardare le clientele nazionali. Se la severità di Katainen glielo impedisse, sarei con Katainen. L'impero britannico, costituitosi sull'abbrivio del colonialismo inglese, ma tenuto insieme al suo interno dalla monarchia, soggetto ora alle spinte delle autonomie, rischia di perdere la Scozia, mentre ancora conserva l'Irlanda del nord, nel corpo dell'Eire. Le squallide scenografie del profondo nord britannico non apprezzano più l'integrazione puramente retorica nel Regno Unito. Anche se la potenza di fuoco degli unionisti dovesse sovvertire all'ultimo momento le previsioni, la difficile coesistenza fra nazionalità, che pensano di beneficiare dalla separatezza rispetto ad un comunità statuale in crisi e che, nel corso delle generazioni, non ha fatto altro che impoverirle, si accentuerà. Poi, forse la realtà sarà più dura dell'esperienza vissuta, ma le forze centrifughe e le micro-nazioni, nel frullatore del globalismo, sono efficacemente all'opera. L'esercito ribelle che da tre anni combatte, per conto degli Stati Uniti, contro Bashir Assad di Siria, si è chiamato fuori dall'arruolamento contro il califfato islamico, nonostante uno stanziamento di 500.000.000 di dollari a suo favore dell'amministrazione Obama. Cominciò con Jimmy Carter la politica di presidio dei pozzi petroliferi da parte dei nord americani, che, privi dell'argine sovietico, si stanno sempre più confondendo, fino a mobilitare il loro esercito in trasferta in Iraq. Ora Obama è tornato alla vigliacca politica dei bombardamenti distruttivi ed al finanziamento di mercenari, ma i risultati sono contraddittori: gli anti Assad sentono potenzialmente a rischio la loro privilegiata relazione con i committenti che si sono rivolti alla vecchia bottega. Se li armano ulteriormente e si trovassero con un Assad riappacificato ( improbabile, dato che gli israeliani propendono per la sua eliminazione )potrebbero trovarsi con delle forze ancor più sperequate e conflittuali in uno scenario che hanno maldestramente contribuito a disgregare, così come è certo che le armi ricevute dai Curdi serviranno loro a "rivendicare", fra la Siria e la Turchia, il loro Stato. Per fortuna c'è l'Italia che li ha forniti delle armi dismesse perché non più conformi ai canoni NATO.

venerdì 12 settembre 2014

La forza, piccola ma irriducibile, della democrazia.

Durante la recente, ennesima mattanza a Gaza, una specie di tonnara periodica a cui si abbandona l'esercito israeliano, quando la facoltà di disturbo del palestinesi di Hamas si fa troppo insistente e prossima, molti soldati chiamati alle armi, hanno disertato, praticato l'obiezione di coscienza. Oggi, quarantatre militari di Israele hanno inviato una patetica lettera al loro Ministro della Difesa, nella quale e con la quale denunciano la persecuzione a cui sono sottoposti gli internati a Gaza e l'attività di spionaggio che si svolge nell'alveare di confino. Le informazioni che vengono raccolte servono a ricattare, infiltrare e tormentare i nemici ghettizzati: a questo i quarantatre dichiarano di non voler più partecipare. Un diffuso giornale israeliano ha pubblicato con risalto la notizia. La coscienza dei quarantatre soldati non salverà un abitante della Striscia, ma attesta il valore possibile della democrazia e la rivaluta al confronto di chi non ce l'ha e di dove non c'è.

La tristezza dell'assassino.

Oscar Pistorius è dunque colpevole di omicidio, senza premeditazione. Era un po' incazzato e, detenendo una pistola per difendersi dai negri, ha fatto fuori inavvertitamente la modella e fidanzata, mentre sparava a casaccio. La giovane vistosa, fidanzata di un uomo senza la metà degli arti inferiori, certamente per la notorietà che le procurava, o si era stancata di lui o è rimasta vittima della paturnie che certamente albergavano nella mente di un uomo tanto menomato, che cercava di competere con delle protesi con gli uomini normali. In più deve aver giocato l'orgoglio del ricco, la cui presunzione era costantemente contraddetta dall'inabilità, dal doversi smontare ogni sera e rimontare ogni mattina, dal dover calzare con delle scarpe l'estremità di due ferri ammortizzati. Resta il fatto che la giovane donna non vive più e che le attenuanti concesse salomonicamente dalla Corte sudafricana, sono prive di logica che non sia privilegiatrice di uno status. Pistorius disse di aver scambiato, al buio, la sagoma della fidanzata con quella di un ladro e di aver sparato alla cieca. Senza accogliere la sua offensiva versione, i giudici gli hanno accordato i benefici conformi alla sgangherata tesi difensiva. E questo è un altro oltraggio, alla morta e alla giustizia.

giovedì 11 settembre 2014

Le ragioni, neanche tanto nascoste, delle cose.

Tredici anni fa, alcuni infiltrati di Al Qaeda negli Stati Uniti, tutti yemeniti e sauditi, come il loro ispiratore, Osama Bin Laden, trasformarono in ordigno umano due aerei di linea, mentre un terzo mancava l'obiettivo. Qurantunanni or sono, a Santiago del Cile, uno dei tanti colpi di Stato eterodiretti dagli Stati Uniti, rovesciava una democrazia che sembrava immune dai pronunciamenti militari, di eserciti tutelanti solo gli interessi delle classi possidenti e che mai sono stati impegnati in una guerra e ne uccideva il Presidente costituzionale. Ne seguirà una delle più feroci e disumane repressioni, fatta di sparizioni, assassinii e vieta subordinazione agli Stati Uniti, che poterono sperimentare in corpore vivo le teorie dei Chicago boys. L'America del nord si raccoglie nella commemorazione, dimentica delle tante soperchierie che ha consumato nella sua breve esperienza di superpotenza, che emerse in embrione al termine della prima guerra mondiale e si affermò, con la sola contrapposizione dell'Unione sovietica, al termine della seconda. Lo stesso scenario odierno, dopo che una prima "ubriacatura" eltsiniana aveva ridotto la Russia nella topaia economica e morale d'Europa. Il globalismo senza argini ha coinvolto popoli per decenni marginali, ma chiusi e fieri nelle loro convinzioni e tradizioni, controllati e sottoposti alla vigilanza di dittatori laici, poi rimossi. Per questa ragione l'Islam militante è diventato il competitor principale dei Paesi dell'occidente, di cui gli americani sono i leader. Putin, per parte sua, ha rimesso in rotta la Russia, superandone la stentata e fallimentare democrazia finanziaria, riportandosi con durezza e determinazione sul proscenio mondiale. Il mondialismo, che altro non è che il capitalismo di sempre, ha già trovato i suoi contraltari.

L'arida verità dei fatti.

Quindi, De Santis, lo sparatore che ha ucciso, dopo oltre due mesi di agonia chirurgica, il tifoso napoletano che si recava d assistere alla finale di Coppa Italia, giaceva, quando lo ha fatto, al suolo, ferito, sanguinante ed impaurito. Il povero martire, sempre sorridente nel suo letto di dolore, mitizzato e celebrato dalla sua mamma e dai tifosi del ciuccio, era a sua volta un violento che era stato alla fine sopraffatto, non presumendo che l'aggredito fosse armato. Per settimane la Fatwa dei tifosi napoletani era stata intonata ed aveva anche dato luogo, alla stazione, ad aggressioni verso i romani, identificati sic et simpliciter per romanisti. La faida si alimenta della narrazione dei fatti.

Italico spirito.

L'Italia ha offerto alla NATO degli aerei cisterna per i rifornimenti ai bombardieri, ma gli Stati Uniti le hanno "chiesto" di fornire a sua volta dei caccia e delle truppe speciali, da affiancare ai Curdi, cosa che gli americani eviteranno per ragioni d'alleanze. E' scontato che ci adegueremo, con qualche cisterna d'acqua e alcuni carichi di caramelle per i bambini che sopravviveranno. In cambio, le truppe del Califfo decapiteranno qualche nostro prigioniero. Approfitteremo dell'occasione - o meglio, approfitteranno - per tagliar fuori una regione della Siria, articolando il mosaico del sovvertimento del regime di Assad. Luca Cordero di Montezemolo si è accorto di quanto sia precaria e indifesa la condizione dell'orfano: papà Gianni lo aveva tutelato, ad onta di tutte le sue approssimazioni, fin da giovane. Ora, sulla soglia dei settant'anni, dato che non vince più e che la Ferrari, come la Juventus, ha una valenza di influenza politica, viene defenestrato il giorno dopo che aveva smentito la sua rimozione ed offerto altri tre anni di presidenza. E' puro nepotismo: ora la gestione è passata agli Elkann, la mummia di giovane faraone (John) e la scompostezza anche somatica (Lapo). Marchionne, con il suo maglione da pastore abruzzese, lo ha già rimpiazzato, sputtanato in pubblico e liquidato - questo sì - con ventisette milioni di euro. Per i suoi rampolli del secondo matrimonio, potrà essere ancora, come lo fu per lui Gianni, un vecchio, caro, affettuoso papà.

L'esito è sempre lo stesso.

L'orsa Daniza è infine morta, vittima di una narcosi tossica, secondo i rigidi protocolli della Regione Trentino, il cui vantato spirito ecologico si è infranto contro la natura. Daniza e i suoi due cuccioli, ancora immaturi per un mese, si è detto subito dopo, rispetto al tempo in cui la madre, verificatene le capacità autonome, li lascia alla loro vita, sono stati intercettati dai contractors ecologici e, nonostante fossero sfuggiti alle numerose trappole disseminate sul loro territorio, per l'istinto perizioso dell'orsa, non hanno potuto evitare ( almeno in due )la freccia-siringa ha ucciso Daniza. Doveva essere una dose doppia. Pare che in realtà, l'accudimento alla vita dei piccoli richieda dai ventidue ai trentaquattro mesi, durante i quali la madre gli insegna a guardarsi dai pericoli - anche a quelli recati dagli orsi maschi adulti - a cacciare e ad organizzarsi la vita fra attività, accumulo di grassi e letarghi stagionali. Un cucciolo è sfuggito alla cattura; un altro è stato marcato con un rilevatore di presenza e abbandonato - così deve essersi sentito -. Adesso pare che si siano ricongiunti e che vadano insieme verso una sicura morte. Il commercialista, Ministro per l'ambiente, si è profuso in una lamentazione tanto incompetente, quanto ipocrita. Sembra che tutto si sia svolto a sua insaputa, anzi contro la sua volontà, trattandosi di regione autonoma. Daniza aveva a suo tempo intercettato un cercatore di funghi che aveva avvicinato i suoi piccoli, mentre lei era in cerca di cibo e, come usa in natura, lo aveva levato di torno a suon di ceffoni ungolati. Nulla di non etologico. Io sono stato caricato solo da due maiali selvatici in Corsica, quando, appartatomi per urinare, ho avvertito prima il grugnire della scrofa, che poi è uscita dei cespugli e poi il rimbombo del maschio che si è catapultato a difesa della famiglia. Era veramente incazzato quel buon padre di famiglia; la sua espressione ricordo oggi con simpatia. Sono stato anche frequentatore delle montagne del trentino, con la mia famiglia, da bambino. Lungo il tragitto incontravamo spesso delle donne dagli abiti tradizionali con la gerla sulle spalle; capitava di tanto in tanto che si sentisse dire che una era stata aggredita proprio dagli orsi, avendo inavvertitamente invaso il loro campo d'azione. Allora si organizzavano delle battute per uccidere l'orso che aveva rotto il tabù dell'aggressione all'uomo e lo si uccideva. Propio come ora, pur nell'ossequio a tutti i protocolli della naturalistica regione alpina.

mercoledì 10 settembre 2014

Per ora siamo regrediti di soli trent'anni.

I redditi degli italiani sono oggi, nella media, come quelli di trent'anni fa. La slavina è ancora in corso. Con questi dati, le entità economiche e le banche si scannano per contendersi le posizioni, prima di addivenire ad una chiusura o ad una fusione, ad un'esodazione, ecc. Lo Stato rastrella quel poco che è rimasto e che è il frutto del lavoro quotidiano, dato che i capitali sono già riparati al sicuro. Renzie, dopo aver comprato il risultato delle Europee con ottanta euro, elargiti come una donazione da Principe ai plebei, per bocca dela segretaria di Piero Gnudi, quella Maida che in ufficio faceva anche le fotocopie, ha chiarito che il blocco delle retribuzioni degli statali, a prescindere dal fatto che fossero immeritevoli, è dovuto alla copertura dell'elargizione. Renzie ha già provveduto a rendere impossibile una rappresentanza del malcontento, ancora in gran parte inconsapevole, che non troverà, fra le macerie, nessuno sbocco istituzionale. Mai più salario contrattualizzabile e, in queste condizioni, democrazia monca, infine negata, tranne che sull'abbrivio di una pubblicità ingannevole di un successo irraggiungibile, dietro al quale correrà una gran massa di giovani illusi. L'ambizione faticosa di portare le masse popolari verso una crescita della coscienza civile, che le rendesse in grado di partecipare alla vita pubblica, sta rapidissimamente declinando nel vuoto e nel rumore.

martedì 9 settembre 2014

Machiavellismo degli stenterelli.

Renzie, coi tagli, cioè con la ulteriore, progressiva contrazione della spesa pubblica, dice che ridurrà per i residui imprenditori, le tasse sul lavoro, cioè il suo costo. Maggior sottoccupazione, dunque, per imprenditori di imprese domestiche. Mai intenzione fu più chiara, manifesta e trasparente, ma il popolo bove sembra non capire, o meglio, quello che, sia pur sull'abbrivio di una slavina, ha ancora uno straccio di lavoro, vota per la sicurezza e la disciplina, mentre quello che ne è privo e che non può esercitare da se stesso la flessibilità del cambiar proficuamente ingaggio o lavoro che dir si voglia, ma deve subire quella dell'impiego just in time, ha smesso di votare. Tanto l'aborto istituzionale ha già reso le categorie sociali prive di rappresentanza e di rappresentatività ed avallare un designato non avrebbe alcun senso. Fiorentinismi attuali.

Telefoni bianchi.

Due ragazzi di sedici anni si sono resi protagonisti di un'aggressione ad una donna trentatreenne che avevano adocchiato mentre era intenta a prelevare del denaro ad un bancomat. I passanti hanno approfittato della situazione per indirizzare gli agenti, ormai sulle tracce di chiunque, verso un tunisino che, vistosi fermato e non c'entrando nulla con l'accaduto, si è agitato e ha danneggiato la macchina di servizio degli agenti, che lo hanno potuto denunciare per resistenza e effrazione del finestrino, anche se, al momento, non gli avevano ancora contestato il reato per il quale non avrebbero potuto inquisirlo. Successivamente, mettendogli le mani addosso, hanno trovato (?) novantaquattro grammi di hashish ed hanno potuto giustificare la loro arbitrarietà. I poliziotti hanno seguito per caso una traccia sbagliata, relativamente al reato per il quale lo straniero era stato indicato, da un popolino ormai uso ad identificare gli extracomunitari con i marginali e i marginali con i delinquenti. Numerosi mendicanti sostano accovacciati sotto i porticati e i vicini di numero civico sollecitano la solidarietà accusatrice degli ultimi residui di una residenzialità rimossa, da decenni, dalla vicinanza della stazione, sia che si tratti di colorati venditori di copie cinesi, sia che, a deturpare il paesaggio e a spaventare i propri emotivi avventori, siano accattoni travisati e mendici gravide. Interrogati, gli altri frequentatori della zona, svelando subito esperienze di tentati furti, domestici o individuali, lasciano emergere un'ostilità assoluta, ma priva di effetti pratici, che non siano gli invocati interventi di una forza, di una violenza istituzionale. A Napoli, molti degli abitanti del rione Traiano, non avendo impegni per la giornata, sostano davanti alla caserma dei carabinieri presso la quale è di stanza lo sparatore incespicante che ha ucciso Bifolco. Come un prete pedofilo sarò presto trasferito ad altro acquartieramento che, se sarà in un contesto borghese, non darà luogo ad altri riflessi pavloviani. Quello che a Napoli è endemico, altrove si sta ora manifestando, in un crescendo tanto scontato, voluto, quanto ignorato e demandato ad una repressione armata che non potrà avere, prima o poi, che i medesimi esiti. Sembra di ritornare al neo-realismo del dopo guerra. Anche all'epoca della contestazione studentesca, a Roma e a Bologna, in occasione di due manifestazioni che non contrapponevano il "partito armato" alla polizia ed ai carabinieri, due studenti furono uccisi con una tecnica gratuita che sapeva di premeditazione e che nessuno approfondì volutamente. La barchetta zuppa di questo declinante Paese va verso il suo naufragio, con al suo timone un deficiente con il gelato e una pletora di telefonisti.

domenica 7 settembre 2014

La sofferenza che non conta.

In Iraq, i banditi del IS, mentre avanzano sequestrano tutti gli Yazidi che incontrano sul loro cammino. Oggi è toccato ad un orfanotrofio, con cento bambini all'interno. Oltre a decapitare i simboli della comunicazione occidentale, i miliziani del califfato costituendo hanno rapito tutte le donne che sono riusciti a separare dalle rispettive famiglie, spesso insieme ai loro figli. Delle une e degli altri fanno un uso sessuale, fatta salva la possibilità che alcuni dei bambini si "convertano" e si arruolino, anche a undici anni, nelle loro file. Le donne e i bambini vengono venduti come schiavi sessuali e/o da lavoro, secondo tariffari che prevedono - suppongo secondo le disponibilità economiche degli acquirenti - fino ad un massimo di 1.200 dollari. Lucrano anche sui riscatti, per diversi milioni di dollari, che se non vengono pagati danno luogo a documentate esecuzioni, secondo rituali da macelleria islamica. I Curdi, Assad di Siria e anche i Persiani, oggetto gli uni di ignoranza diplomatica e, gli altri, considerati nemici da abbattere, si sono temporaneamente riconvertiti in alleati degli americani in funzione anti-sunnita, anche se Obama non vuole intervemire in questa diatriba interreligiosa per non essere associato ad un'alleanza confessionale contro un'altra. Gli americani perseguono solo i loro interessi. Del destino disumano delle donne rapite e dei bambini abbandonati e anche degli uomini uccisi, nessuno si cura. Fu così anche per la mattanza umana e morale praticata dai Serbi verso i e le Kosovari/e, per dieci lunghi anni, fino a che, sul punto di vincere la guerra, furono osteggiati e travolti dalla resipiscenza bombardesca della NATO, vale a dire degli americani, quando il danno e l'eccidio erano stati irrimediabilmente consumati, come testimonia il mare di lapidi del sacrario, molto parziale, dei caduti. I nostri "meriti" riposano sull'omissione. Chissà se le donne cristiane, vendute o violentate ogni notte dalle soldataglie, saranno sollecitate a portare a termine le gravidanze, come accadde all'epoca delle gestazioni etniche jugoslave? Probabilmente non avranno neppure la possibilità di abortire. L'ottimismo per il futuro è quindi assicurato, così come ne è assicurata la futura delusione, il prossimo disinganno.

sabato 6 settembre 2014

Violenza regina, "bona e mala".

Come a Ferguson, anche a Napoli alcune centinaia di abitanti del quartiere popolare del giovane "Bifolco", ucciso per eccesso d'identificazione col ruolo militare in territorio nemico, sono scesi in strada ed hanno violentemente contestato la "Benemerita". I poliziotti del Missouri, da un lato, hanno ancora interiorizzato un sentimento latente di razzismo, che viene alimentato dalla pigrizia, dalla incoltura delle predominanti popolazioni nere, discendenti di quegli schiavi sui quali si fondava l'economia fondiaria degli Stati del sud. Rozzi ed incolti lo sono entrambi; i poliziotti mal pagati stanno dalla parte della "giustizia" e difendono la proprietà messa barbaramente a repentaglio dalle continue sopraffazioni dei negri, affrancati dalla schiavitù, ma lasciati in una condizione "naturalistica", in un contesto mercantile e pubblicitario, nel quale vogliono essere percettori furtivi e protagonisti per audacia e prepotenza, anche fra di loro. I tutori dell'ordine ( di chi? ) possono ucciderli a man salva; le scuse sono sempre pronte e questo alimenta e incista il senso della caccia di cui sono predatori o prede, per puro stigma sociale, anche quando non fanno niente. Anche a Napoli, i manifestanti hanno evocato la mattanza dei ragazzi senza il casco e la bugia eretta a sistema, quando sul sellino posteriore di un motociclo, neppur travisato da un casco, un segugio "occhio d'aquila" individua un latitante e, per evitare che latiti, spara al conducente. Si dirà, da parte dei benpensanti, di cui i proletari "benpensanti" in divisa sono i tutori a debita distanza, che non c'è barlume di novità in tutto questo e, purtroppo, è vero. Cambia - non per loro - lo scenario di riferimento di queste contrapposizioni senza dottrina, né organizzazione, nelle quali il senso della barbarie si fa sempre più nitido, nelle barbare società che le "all-news" ci portano in casa ora per ora. Il gioco a guardie e ladri si fa infatti mondiale e, in esso, le forze a tutela degli equilibri inclusivi, si impegnano, con compensatoria violenza, contro un'archetipo di potenziale "deviante", mentre solo loro possono "deviare" in forme socialmente ma non esplicitamente approvate, fuggendo spesso di fronte al confronto sul campo, quando non è supportato da una lunga preparazione, dalla sorpresa e dall'azione di squadra. Chissà se il pampa-Papa telefonerà ai genitori del "Bifolco" ucciso?

venerdì 5 settembre 2014

Ghetti e confini.

Napoli come Ferguson: due diciassettenni uccisi gratuitamente dalle forze dell'ordine, segnatamente, in Italia, da quei Carabinieri di pattuglia che si erano già distinti, nella tarda primavera, nell'omicidio a Firenze, di un ex calciatore della squadra locale, senza che nulla, in nessun senso, sia venuto alla luce. Alla vicenda è stata messa la sordina e così sarà a Napoli, dove gli assassini di ragazzi im motorino la fanno franca da generazioni. L'anguillesca capacità di sgusciare degli scugnizzi e la berlina in cui mettono i tutori dell'ordine, non giustificano le gratuite uccisioni, ma contro i poveri dei bassi gioca lo stesso pregiudizio, favorevole alla repressione, che anima la barbara rivincita di poliziotti e militari frustrati e il razzismo degli Stati segregazionisti del sud degli Stati Uniti. Non esiste forse una illegalità ed una violenza endemiche in quegli Stati, alla luce della non integrazione scolastica e lavorativa dei neri e, a Napoli, dei popolosi bassi? Certo che sì, ma la contrapposizone poliziesca, quando si abbatte su dei minorenni, rivela spesso il pretesto e la vigliaccheria con cui si esercita una violenza sostitutiva verso persone "aggredibili", se non inermi. Lo stesso a Napoli dove l'autorità viene ripristinata con le pistole, solo ai posti di blocco o all'inseguimento di centauri senza casco, patente e anche motociclo, di solito rubato. Alla prossima, a Ferguson e a Napoli. Neri e sciuscià. La NATO schiererà dei contingenti di pronto intervento ai confini russi, cioè sui territori dei nuovi componenti dell'alleanza atlantica, anche se quelle nazioni sono separate dall'omonimo oceano da molti chilometri di continente. Insomma si tratterà di una coalizione anti-russa, volta ad impedire a Putin che l'appetito gli torni mangiando e, nel contempo, a tenerlo sul versante centro-occidentale, sotto scacco. Non credo che ci sarà una guerra; la Russia non attaccherà la Polonia, la Romania ecc., quanto all'Ucraina, Russi e Statunitensi ne faranno carne da porco. l'Italia ha deciso ufficialmente di partecipare alla lotta contro le milizie islamiche; deve averglielo chiesto Obama, in cambio di concessioni petrolifere, mentre contro la Russia ci saranno i Canadesi, ma non gli Italiani. Non so se Putin avesse in animo di ripristinare il suo comando sulle regioni liberate dal giogo russo-sovietico o se temesse soltanto una invasiva presenza occidentale ai suoi confini, dopo che aveva deciso di ripercorrere il cammino della Russia zarista, autonoma e forte realtà territoriale, non più disposta a farsi emulsionare e macinare, nel vortice finanziario, che aveva già distrutto il tessuto connettivo della nazione. I Russi non sono e non saranno dei democratici nel senso che si accoglie in Occidente; la finta contrapposizione è rituale e retorica, serve, semmai, a fissare una nuova spartizione dell'Europa, nella quale la Germania sarà interlocutrice privilegiata degli americani, pur sottoposta alla vigilanza, per loro conto, della Gran Bretagna.

giovedì 4 settembre 2014

La discesa dal Sinai di un patriarca fuori stagione.

Shimon Peres ha proposto al pampa-Papa la costituzione di una O.N.U. delle religioni e lo ha candidato ad assumerne la Presidenza. Questa organizzazzione interreligiosa ed ecumenica dovrebbe interporsi, con la sola forza del suo messaggio, in ogni sentore di conflitto. Il messaggio sarebbe declinato in maniera univoca e univocamente accolto? Peres è socialista ed ebreo-laico e, forse, per i suoi novantunanni, non più tanto lucido. Il fatto stesso che, a quell'età, si sia portato in Vaticano per parlarne direttamente al suo candidato-Presidente, non depone molto a favore della sua chiarezza di pensiero. Dubito che il Papa o qualche altro Patriarca ambisca a recitar la parte impotente dell'O.N.U. ed a farlo cantando in coro le stesse inascoltate litanie. Bisognerebbe che, sotto la crosta, non si celassero importantissimi interessi mondani e finanziari, che sono la base materiale delle dottrine e della loro possibilità di diffondersi: dottrine ed interessi. In più, il timore del proselitismo altrui, soprattutto islamico e cattolico, ma anche protestante nelle nazioni vergini, ne farebbe un consesso litigioso e paralitico. Oltretutto, non sarebbe questo l'ecumenismo post conciliare dei cattolici, che ecumenici si dicono e sono solo a condizione di essere i leaders dell'Ecumene. Peres dovrebbe ricordare la proposta di Giovanni Paolo II di internazionalizzare Gerusalemme, sotto l'egida del cattolicesimo e, in subordine, dell'islamismo e nella quale, gli Ebrei si sarebbero ritrovati, almeno culturalmente, nel solito ghetto. Infatti la proposta, apparentemente sensata, non fu presa in considerazione. Perché apparentemente sensata? Perché le religioni sono il frutto, lentissimamente sviluppato e dottrinalizzato delle specifiche culture dei diversi popoli che le hanno elaborate, anche quando hanno una koiné comune, come le tre religioni monoteistiche, di cui solo una, quella originaria, cioè l'ebraica, consente l'agnosticismo, ma prevede la conoscenza, senza per questo inficiare l'ebraicità degli aderenti, in qualunque parte del mondo. Le altre due sono integraliste e, mentre quella cristiana soffre dell'usura del mercantilismo liberale e della sua estensione ideologica e politica a tutti gli strati delle diverse popolazioni, l'islamismo è fede arcaica e profonda e tale resterebbe nell'O.N.U. delle religioni, che mai accetterebbero di essere relativizzate. Se ne convinca l'affasciante figura dell'intellettuale Peres, al quale l'età ha però giocato un brutto scherzo: la pace non è di questo mondo, solo perché un altro non ce n'è.

Bisogna risollevarsi dagli allori.

I video decapitatori dell'IS - già ISIS - impazzano in rete. Le alleanze fra americani e dittatori arabi si stanno modificando: come già Saddam, Assad di Siria sarà alleato contro il Califfo. Il decollamento, già praticato in Iraq al tempo dell'invasione americana, ricorda la macellazione islamica degli animali, ai quali gi improvvisati giudici e boia, assimilano i suppliziati. I giornalisti statunitensi non sono stati i soli ad essere uccisi in questa forma terrorizzante: è toccato a monaci, soldati libanesi e, in almeno un caso documentato, anche ad un bambino. I bruti che incombono sulle vittime eseguono, con un comune coltello militare, il loro compito in due minuti e poi mostrano la testa che fino a poco prima troneggiava sul corpo inginocchiato o reclino e accovacciato al suolo. Anche una mamma russa che reclamava il corpo di suo figlio-recluta, se lo è visto consegnare solo con il tronco; già durante la guerra cecena, le decapitazioni reciproche e le partite a calcio con le teste, erano molto frequenti. Ai confini orientali ucraini si consuma un'altra guerra imperialista, se volete su due fronti, ma l'azione invadente della NATO è stata la chiave di volta della reazione russa. I due contendenti ritrovati vogliono l'uno estendere la sua area di influenza, pronuba la Germania e, per suo conto, l'Unione europea, l'altro non farsi avvicinare oltre una geopolitica distanza di sicurezza, mentre incede verso un'unione euroasiatica che, nelle intenzioni, deve essere alternativa all'Unione europea ed alla finanza deficitaria degli Stati Uniti. Il Presidente russo e quello ucraino, mentre infuriano i combattimenti, hanno stretto oggi un patto di non belligeranza: siamo al grottesco, mentre molti muoiono. La NATO fa la morale a tutti gli altri, per giustificare le sue pericolose ed impacciate iniziative manovriere ai confini, "per rassicurare gli ex Paesi del Patto di Varsavia", mentre la Russia le ricorda di essere una potenza nucleare. Dei disastri prodotti nell'Unione europea dalla politica gugliemina non si parla più. Il focus, per ora, si è spostato sul fronte orientale di una rinnovata contrapposizione e su quello medio-orientale, nel quale, per ragioni di mera tattica, si stringono improvvise ed imprevedibili alleanze con il nemico del giorno prima, accettando la richiesta d'intervento della principale potenza economica araba, quell'Arabia saudita che ha finanziato per prima l'ipotesi di califfato iracheno, non immaginando che potesse diventarle potenzialmente ostile, come il fu Saddam. L'Iran maliziosamente si presta a contenere i sunniti; Israele dà di matto. La politica militare e non degli Stati Uniti sta diventando asmatica, non più credibile sul piano dei principi che vengono ancora stentatamente declamati. Gli allori della guerra fredda sono appassiti, l'ozio morale ( in particolare quello europeo ) non è più procrastinabile.

martedì 2 settembre 2014

La guerra è appena iniziata.

Sono ormai migliaia i caduti sul fronte orientale ucraino, altrettanti i feriti. Senza darni pubblicità, le due parti in conflitto si scambiano i prigionieri. Dopo la mobilitazione di tutta la popolazione maschile valida, il Governo ucraino ha deciso di impiegare solo truppe professionali e scelte, in grado di usare le armi fornite di nascosto dalle potenze occidentali, senza le quali la forza dei ribelli sarebbe incontrastabile. Se lo status quo diventasse endemico, come a Gaza, per esempio, i caduti diventerebbero nel tempo centinaia di migliaia. Ma Putin ha esigenze geo-strategiche attuali, l'Ucraina è storicamente influenzabile e spartibile e linguisticamente disunita. Le sue frontiere non sono chiuse solo ad oriente; anche nella parte prossima alla Lituania ed alla Polonia, sono serrate, ai contatti, ai commerci ed alle comunicazioni. Le forniture ed i sostegni vengono da molto più lontano e le nazioni intermedie, esclusa la Germania, ne sono bypassate. E' opinione diffusa, in questi Paesi di confine, che la rivoluzione arancione sia stata opera di neo-nazisti, rigurgitati dalle prigioni di Stato; sembra cioè che la propaganda di Putin abbia attecchito o sia, per questo aspetto, fondata. Ci sarà una guerra per Kiev? Ne dubito. Propendo per una prolugata agonia, che alimenti le mistificazioni della disinformazione, per un tempo non quantificabile, al termine del quale, Putin avrà ottenuto i suoi scopi. Quello che non capisco, in queste more, è quale sia ( o sia stato? ) lo scopo perseguito da americani e tedeschi, sul continente europeo. Di quali sperimentazioni in corpore vivo si siano fatti artefici. Gli Statunitensi, in particolare, continuano a pagare le folli dabbenaggini del penultimo Presidente, quel Bush junior, incapace di valutare le conseguenze nefaste della sua politica bellica verso uno Stato ormai sotto tutela, che con il terrorismo islamista non c'entrava per nulla. La guerra è appena inizata.

Dalle diverse angolazioni.

La Russia è tornata in campo, sulle tracce della sua dimensione di potenza che la disgregazione, non solo del comunismo, ma dell'intero ordine sociale su cui si reggeva, aveva sgretolato, sembrava irrimediabilmente. L'interpretazione storica del rinato Imperium euro-asiatico, collima con la visione empirica dello scacchiere, nel quale, l'Europa centrale e medio-orientale gli è di nuovo nazionalisticamente ostile, sotto l'egida della NATO e dell'Unione europea. Putin non vuole una coalizione di Stati ostili ai suoi confini e si cautela, attraverso la creazione di cuscinetti e sbocchi commerciali e militari verso i mari caldi. Non esita a scatenare guerre ad ogni approssimazione delle nazioni ostili, fino a quell'Ucraina, che molti degli stessi suoi abitanti considerano sorella della Russia. Vuole circoscritte ma solide basi al suo comando, fra il suo territorio e quello guglielmino e continentale, mentre reagisce alle sanzioni con originali accordi commerciali con la Cina e un'espansione crescente e dichiarata verso la parte asiatica del suo immenso territorio. La creazione di una forza di pronto intervento, dalla Germania ai Paesi baltici,ad opera di una parte della NATO, guidata dall'Inghilterra per conto degli Stati Uniti, ha un compito di controllo: nessuno crede ad una sua applicazione bellica; nessuno crede che la povera Ucraina sarà accolta nella NATO, come da sua reiterata richiesta,in questi frangenti e forse neppure in quelli futuri. Come ai tempi della guerra fredda, si combatte per interposta nazione, mentre anche l'Italia schiera, di nascosto, sessantacinque paracadutisti nella costituenda forza d'interposizione europea, il cui primo progetto fu elaborato nel 2010. Che Putin non abbia tutti i torti nel non volersi far accerchiare, dopo aver rifiutato di farsi assimilare fra i poveri potenziali che il turbo capitalismo produce?