giovedì 4 settembre 2014

La discesa dal Sinai di un patriarca fuori stagione.

Shimon Peres ha proposto al pampa-Papa la costituzione di una O.N.U. delle religioni e lo ha candidato ad assumerne la Presidenza. Questa organizzazzione interreligiosa ed ecumenica dovrebbe interporsi, con la sola forza del suo messaggio, in ogni sentore di conflitto. Il messaggio sarebbe declinato in maniera univoca e univocamente accolto? Peres è socialista ed ebreo-laico e, forse, per i suoi novantunanni, non più tanto lucido. Il fatto stesso che, a quell'età, si sia portato in Vaticano per parlarne direttamente al suo candidato-Presidente, non depone molto a favore della sua chiarezza di pensiero. Dubito che il Papa o qualche altro Patriarca ambisca a recitar la parte impotente dell'O.N.U. ed a farlo cantando in coro le stesse inascoltate litanie. Bisognerebbe che, sotto la crosta, non si celassero importantissimi interessi mondani e finanziari, che sono la base materiale delle dottrine e della loro possibilità di diffondersi: dottrine ed interessi. In più, il timore del proselitismo altrui, soprattutto islamico e cattolico, ma anche protestante nelle nazioni vergini, ne farebbe un consesso litigioso e paralitico. Oltretutto, non sarebbe questo l'ecumenismo post conciliare dei cattolici, che ecumenici si dicono e sono solo a condizione di essere i leaders dell'Ecumene. Peres dovrebbe ricordare la proposta di Giovanni Paolo II di internazionalizzare Gerusalemme, sotto l'egida del cattolicesimo e, in subordine, dell'islamismo e nella quale, gli Ebrei si sarebbero ritrovati, almeno culturalmente, nel solito ghetto. Infatti la proposta, apparentemente sensata, non fu presa in considerazione. Perché apparentemente sensata? Perché le religioni sono il frutto, lentissimamente sviluppato e dottrinalizzato delle specifiche culture dei diversi popoli che le hanno elaborate, anche quando hanno una koiné comune, come le tre religioni monoteistiche, di cui solo una, quella originaria, cioè l'ebraica, consente l'agnosticismo, ma prevede la conoscenza, senza per questo inficiare l'ebraicità degli aderenti, in qualunque parte del mondo. Le altre due sono integraliste e, mentre quella cristiana soffre dell'usura del mercantilismo liberale e della sua estensione ideologica e politica a tutti gli strati delle diverse popolazioni, l'islamismo è fede arcaica e profonda e tale resterebbe nell'O.N.U. delle religioni, che mai accetterebbero di essere relativizzate. Se ne convinca l'affasciante figura dell'intellettuale Peres, al quale l'età ha però giocato un brutto scherzo: la pace non è di questo mondo, solo perché un altro non ce n'è.

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