martedì 2 settembre 2014

La guerra è appena iniziata.

Sono ormai migliaia i caduti sul fronte orientale ucraino, altrettanti i feriti. Senza darni pubblicità, le due parti in conflitto si scambiano i prigionieri. Dopo la mobilitazione di tutta la popolazione maschile valida, il Governo ucraino ha deciso di impiegare solo truppe professionali e scelte, in grado di usare le armi fornite di nascosto dalle potenze occidentali, senza le quali la forza dei ribelli sarebbe incontrastabile. Se lo status quo diventasse endemico, come a Gaza, per esempio, i caduti diventerebbero nel tempo centinaia di migliaia. Ma Putin ha esigenze geo-strategiche attuali, l'Ucraina è storicamente influenzabile e spartibile e linguisticamente disunita. Le sue frontiere non sono chiuse solo ad oriente; anche nella parte prossima alla Lituania ed alla Polonia, sono serrate, ai contatti, ai commerci ed alle comunicazioni. Le forniture ed i sostegni vengono da molto più lontano e le nazioni intermedie, esclusa la Germania, ne sono bypassate. E' opinione diffusa, in questi Paesi di confine, che la rivoluzione arancione sia stata opera di neo-nazisti, rigurgitati dalle prigioni di Stato; sembra cioè che la propaganda di Putin abbia attecchito o sia, per questo aspetto, fondata. Ci sarà una guerra per Kiev? Ne dubito. Propendo per una prolugata agonia, che alimenti le mistificazioni della disinformazione, per un tempo non quantificabile, al termine del quale, Putin avrà ottenuto i suoi scopi. Quello che non capisco, in queste more, è quale sia ( o sia stato? ) lo scopo perseguito da americani e tedeschi, sul continente europeo. Di quali sperimentazioni in corpore vivo si siano fatti artefici. Gli Statunitensi, in particolare, continuano a pagare le folli dabbenaggini del penultimo Presidente, quel Bush junior, incapace di valutare le conseguenze nefaste della sua politica bellica verso uno Stato ormai sotto tutela, che con il terrorismo islamista non c'entrava per nulla. La guerra è appena inizata.

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