domenica 28 settembre 2014

Il machiavellismo semplificato.

Con le brume d'autunno, si annuncia una battaglia campale su quel che resta dell'art. 18, già abolito dalla Fornero, che al posto del reintegro per un licenziamento arbitrario, aveva introdotto un'indennità di "ben servito". Mi chiedo come farebbe Renzie a gestire una situazione seriamente, se, per uno scherzo del destino, domani si trovasse privato del suo compitino a rima baciata e restasse inerme al governo...suppongo per pochi giorni, prima di trovare un pretesto per andarsene e, possibilmente, dopo aver negoziato un ricollocamento silenzioso. Io non credo molto alla mobilitazione, o meglio, non credo che la mobilitazione condurrà a nuovi soggetti politici ( come sarebbe auspicabile ), né che inaugurerà una nuova stagione di contrasti chiari e definiti. Semplicemente, Renzie sta coinvolgendo nello sputtanamento le formazione "sociali", laiche e religiose e codeste ne prendono le distanze, pur continuando a giocare sotto traccia per pascere il gregge, anestetizzandone e omogeneizzandone la reazione. L'espressione del Presidente della CEI, Card. Bagnasco, è un'intalcatina curiale, per altro molto chiara: Renzie smetta di provocare con battute e sbruffonerie e non porti le cose, attraverso una politica di soli annunci, sul crinale di un possibile "violento contrasto", esasperando gli animi. E' quello che pensano anche i grandi, residui, industriali, che Ferruccio De Bortoli, pur in uscita dal Corriere, ma alla ricerca di un nuovo impiego, che non mancherà, ha inteso significare col suo anomalo articolo di fondo. Renzie pare aver capito e tace da trentasei ore. Il gioco che ha stupidamente scoperto, tanto quanto Letta l'aveva coperto, va avanti: lui non si oppone ai poteri forti, gli hanno fatto solo intendere che cominciano a sentirlo "fuor di luogo". Insomma, gli sciocchi vanagloriosi, di cui avevano pensato di servirsi, sono troppo stupidi allo scopo.

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