domenica 29 settembre 2013

Quando si crede di conoscere i propri polli..

Guido Barilla ha pronunciato uno slogan prospetticamente anti-commerciale:" non commissionerò mai uno spot per la vendita della pasta ad una famiglia omosessuale". Il buon Guido, si è rifatto, inconsciamente, alla mentalità borghese ( con ampi margini di ipocrisia ) del suo borgo, ha parlato al pubblico, immaginando che si limitasse alla cerchia dei suoi famigliari, dei suoi amici e della parte ufficiale dei suoi concittadini. Invece, in quanto CEO di una multinazionale del made in Italy, si rivolgeva al mondo intero, un mondo popolato e interconnesso di e da una grande lobby omosessuale, se è vero che poco dopo, è scattato un dichiarato boicottaggio, gaio e planetario, dei suoi prodotti e di alcune delle sue controllate, come l'ottima - prima che l'acquistasse - Voiello. Forse, pur essendo presumibilmente, uomo di mondo, neppure lui immaginava che i gay fossero così numerosi e "politicamente" influenti. Come potrebbe essere altrimenti, del resto, data la rapida modifica delle legislazioni nazionali e finanche dei criteri anagrafici di censimento? Ripresosi dalla sorpresa, il padrone dei bianchi capannoni che fanno bella mostra di se, illuminati giorno e notte, sull'autostrada del sole nei pressi di Parma, accanto agli impianti delle cucine SCIC, già Salvarani, delle quali fu testimonial Gimondi, ha chiesto scusa, adducendo un "rispetto per ogni forma di sentimentalità", che due giorni prima aveva escluso categoricamente. L'unico rispetto che provava era per i suoi interessi, messi a rischio dall'internazionalizzarsi dei costumi, sol consolato dalla certezza dinastica che, comunque, come si diceva a Parma tanti anni fa, "con Barilla la gallina sta tranquilla".

Catarifrangenti.

L'attacco al centro commerciale di proprietà israeliana di Nairobi è terminato. Poco importa se i morti siano stati 69 oppure oltre trecento: importa solo alle vittime reali o potenziali. Pare che ci sia stato un numero ingente di feriti, alcuni caduti fra i militari impiegati e fra i ribelli, venti dei quali sarebbero stati arrestati. Che ne è stato delle forze speciali israeliane, intervenute a difesa della proprietà del super market di un loro connazionale e degli Statunitensi prontamente prestatisi alla repressione. Perché l'assedio è stato così lungo ed inefficace, senza neppur apparentemente risparmiare caduti, che cosa ne è degli incarcerati, godono tutti delle garanzie legali? Quali sono stati gli scopi reali dell'azione, che cosa volevano vendicare gli armati suicidi, o quasi, millantavano o c'è del vero nelle loro monche affermazioni? Quali sono gli scopi delle guerre endemiche in zone ignorate, tranne che turisticamente, del mondo, gli scopi locali, regionali e geopolitici che coinvolgono gli interessi nord americani? Che c'entrano gli Israeliani che compaiono, come il prezzemolo, in questi frangenti ben oltre i confini del medio oriente? Come se non fosse successo niente, invece.

Sfogliando la margherita.

L'A.B.I. ha deciso di cavalcare la tigre della destrutturazione delle categorie professionali. Sul settore non aleggia più da tempo il mito dell'intangibilità, ma ancora non è successo che una banca abbia chiuso i battenti. Ci sono state, è vero, progressive fagocitosi, reciproche e successive, di marchi storici, che hanno trasformato il sistema senza rinnovarlo, ma soprattutto, senza alimentare quelle dinamiche di mercato che, si auspicava, avrebbero provocato. Le aziende di credito hanno dovuto fare, anzi, i conti con un progressivo inaridimento dei flussi di denaro, con una contrazione produttiva e di vendite delle aziende italiane, di tutte le dimensioni. Anziché volano di sviluppo, le banche sono diventate carte assorbenti di liquidità che hanno smesso di prestare alle aziende, favorendone il rapido deperimento e la chiusura massiccia. Incerte sullo sviluppo dell'economia nazionale e sulla configurazione di un'economia transnazionale, sia nell'ambito circoscritto della Unione europea, sia nell'universo mondo, le banche si sono rattrappite in speculazioni finanziarie, all'interno della cui nebulosa - sta emergendo, quasi ovunque - hanno perpetrato e occultato ogni sorta di ribalderia malversatoria. I grandi Gruppi continuano a prestar soldi al settore corporate, ma non ne hanno ritorni, i Gruppi medi annaspano nei fraudolenti marosi delle loro criminali e clientelari gestioni degli ultimi anni. Sembra quasi che banchieri, incensati ed osannati per le loro presunte, miracolose ricette economiche, avessero basato l'abbellimento della loro immagine sui favori, gli affidamenti amicali, le più strampalate intraprese rotaryane, anziché sull'analisi delle potenzialità. Non mancano fenomeni ormai accertati di autogratificanti appropriazioni. Fu così che la Banca delle Marche,si scoprì, dopo vent'anni di floreale magnificenza, all'occhiello, del sistema bancario, una cassa per gli amici imprenditori marchigiani e per gli amici e basta del suo magnificato Presidente, che, indisturbato l'ha portata alla rovina. Nel frattempo, il sistema bancario nazionale andava estendendosi, come la muffa, attraverso una fitta ragnatela di agenzie di ogni marchio, in ogni angolo delle città: chiudeva un negozio storico o artigianale e apriva un Mc Donald's o una banca. Svanito il ventennio, un tempo storico e mitologico di ogni imperialismo nostrano, le agenzie venivano mestamente chiuse o vendute con lucro a qualche attività di ritorno. Il caso del MPS innova solo sul piano degli interpreti del furto con scasso che la politica italiana pratica dal dopo guerra: questa volta, i protagonisti ne sono i democratici in costume del PD, associati nell'inconscio degli anziani ai comunisti, dei quali, invece, hanno superato le prassi e i comportamenti, per precipitarsi nel più distruttivo e insensato finanziamento ad attività private in ambito pubblico. Anche la Banca popolare di Milano, cogestita dai sindacati, è incappata in una serie di operazioni di puntello ( reciproco ) delle diverse e prolificanti associazioni politiche e di mestiere, il cui Guru è stato quel Ponzellini, eletto con il voto determinante delle categorie sindacali. La piccola Cassa di Risparmio di Ferrara, guazza nel suo rigagnolo; latitano i soldi pubblici e i potenziali acquirenti. Finora, si diceva, nessuna banca ha chiuso: i finanziamenti comunitari si rivolgon loro in prima battuta perché siano più sicure nel concedere prestiti, ma loro si rafforzano patrimonialmente e restano immobili o continuano a dissipare senza ritorno. Per questo si propongono di distribuire tutto il personale amministrativo in altri ambiti e categorie professionali, in questo supportati non da una politica facilitatrice, bensì dissimulatoria, che è la ragione di sussistere e, quando è possibile, prosperare, dei sindacati confederali.

Tempeste di sabbia.

La destra si riacconcia sulle spoglie del settanttasettenne giubilato di Arcore. Tutto sorrisi e borotalco, Mario Monti sorreggeva amoroso Giorgio Napolitano, che aveva tenuto un discorso di commemorazione, alla Bocconi ,di un economista romano, molto addentro alla politica, Luigi Spaventa. Appena il Presidente sarà morto o si sarà dimesso, sarà già tanto se gli manderanno gli auguri per le feste. Il Re travicello, per parte sua, non doveva ignorare il senso implicito di riconferma del pupillo della Unione europea che aveva cooptato in Senato e al Governo, prima che, ignorante dei meccanismi politici e della sensibilità popolare, si sgonfiasse come un soufflée alle elezioni. Più prudentemente, Luca Cordero di Montezemolo, figlio naturale dell'avvocato Giovanni Agnelli, non si era presentato. Resta in zona, manovra, arruola, congeda. Su questo sfondo sciapo e moderato s'intravede sempre l'angelico Pierferdinando Casini, la cui ipocrisia si conserva ai vertici, solo un po' stantia, riconoscibile, sfilacciata. Non so se oggi, i cosiddetti moderati amino le cerimonie di questi manichini del buon senso e del ben pensare, presumo che vi si acconcierebbero di nuovo se i loro sospiri prendessero la forma del potere conservatore e conservativo. C'è, però, il convitato di pietra della Unione europea, che rompe le uova nel paniere: i moderati hanno beni al sole, all'ombra e risparmi da parte, vogliono perpetuarsi dinasticamente nei centri di potere, nei ruoli professionali e molti dei loro rampolli, del benessere, hanno mutuato solo la pigrizia e non sono più proponibili in un contesto competitivo. La sinistra è più rassicurante, perchè, fatti salvi i suoi strapuntini del potere, potrebbe scoprire l'apertura progressista dei giovani e meno giovani della classi "colte", anche se hanno studiato dai Barnabiti o in altro cenacolo privato e se il titolo di dottore gli è stato attribuito per convenzione o alla libera università del parcheggio. Se poi la polla del debito pubblico si isterilisse e impedisse di proseguire nell'appeseament del clientelismo spicciolo, l'aspetto di moderazione dovrebbe necessariamente venir meno e lasciar spazio ad una repressione legale e a una relegazione sociale da vetero capitalismo che, da noi, riesumerebbe anche le mummie. Oggi la destra "sociale" è in armi, non vuole pagare tasse per prestazioni da cui rifugge, riservate a categorie che aborre e da cui si guarda. Si sente depredata dalle politiche rigorose, ma recessive, di cui Letta junior, per investitura di Napolitano, si è fatto interprete. La pseudo sinistra che attende solo il momento di dividersi, conta, nel frattempo, di mettere le mani sulle manopole o sui bottoni della stanza di comando, di accreditarsi come partner affidabile presso le entità che contano sul continente, propinando ai propri accoliti la solita broda dei sacrifici e della condivisone dei medesimi, solo fra di loro. Già in questa fase, alcuni si riposizioneranno, per non rinunciare ad un'opportunità fortunosamente afferrata. I mestieranti della politica trasversale non avvertiranno la pesantezza e la desuetudine della loro eterna presenza perché l'unica ragione del voler esserci consiste di già nella nostalgia epidemica di chi è deputato o senatore da soli sei mesi. Su questo spappolamento si baseranno i tentativi di autocommissariarsi. Quando Berlusconi passò la mano, rimettendo nelle mani del Presidente della Repubblica il mandato che aveva ricevuto dai suoi elettori, consentì contemporaneamente quella politica delle tasse che oggi, dopo la sua condanna penale, contro la quale reimpugna e brandisce il gladio, di nuovo oppositore, nella prospettiva di nuove elezioni. Se vi acconsentì, è da ritenersi, che avesse avuto degli affidamenti circa la sua situazione giudiziaria complessiva, non solo relativamente all'evasione fiscale, per la quale è stato sanzionato. Poi, questi patti occulti, non dimostrabili ma praticamente certi, se la logica ha un senso e la politica una tradizione, non sono stati rispettati. Gli attori, come nella trattativa storica fra lo Stato e la mafia ( o Stato minore ) sono stati molteplici, il copione è stato stravolto da altri interpreti giudiziari, giornalistici, istituzionali e tutto è ritornato in uno stato di indeterminatezza, nella quale nessuno è disposto ad essere cerimonialmente sacrificato, ancorché colpevole. Incalza, oltre alla Comunità europea ed alle sue procedure di commissariamento, già in elaborazione, il processo di Palermo, nel quale i P.M. insistono nel citare l'unico testimone noto e vivente, eccetto Mancino, dei conciliabili intervenuti fra l'ex Ministro dell'Interno e il suo Consigliere giuridico e con lui stesso, a proposito di altri conciliabili fra alti ufficiali dei carabinieri e capi mafia latitanti, non più latitanti da un certo momento in poi, sostituiti da altri boss, alla cui elezione avrebbero contribuito, incarcerando, infine, il vecchio capo branco, per far posto al nuovo, dimostratosi collaborativo. Proprio quegli apparati che, istituzionalmente, avrebbero dovuto annientarli. Cos'altro annienterebbero se fossero conseguenti? Se la Grecia è palesemente uno Stato senza alcun titolo per stare in questa Europa, temo che anche l'Italia, su molti ed intrecciati, anzi aggrovigliati aspetti, sia fuori dai parametri per fare parte del nucleo dirigente dell'Unione e che rischi di doverne prendere duramente atto.

venerdì 27 settembre 2013

Precipitati.

In Grecia le Università pubbliche sono chiuse per protesta, prima della chiusura per insostenibilità che si preannuncia. Da un mese si consumano cibi scaduti in confezione, la televisione di Stato ha sospeso le trasmissioni, dopo la revoca della sua chiusura. I dipendenti non vengono pagati e il messaggio non è più ricevuto. Un modo diverso di chiamare la stessa cosa. I suicidi a grappolo dei primi tempi dell'austerità non si sono più ripetuti, oppure, più probabilmente, hanno perso l'aspetto della protesta autolesionista; sono discreti, nascosti. I pensionati continuano a cibarsi degli avanzi commestibili recuperati dai cassonetti, i plotoni di statali licenziati, in un Paese che, nei centri urbani, è composto solo da statali, stanno diventando un esercito. Saranno 1.700 i docenti universitari da licenziare. L'istruzione pubblica, che è l'unica possibilità di acculturarsi del popolo e di tentare di conseguire qualche utile impiego, al netto dei posti riservati, decade, come sempre, in un periodo di immiserimento, di povertà diffusa. Come si può contrabbandare la "necessità" di restare in un contesto che la esclude ( a torto o a ragione, non importa ) di una intera nazione? Dietro la paratia dei nominalismi, bisogna individuare la natura vera della strana Unione, non per pretendere di rimanerci a tutti i costi, ma per sapere a chi e a che cosa giovano gli scempi sociali e umani di un'intera popolazione urbanizzata, dato che nei paesi e sulle isole, gli indigeni, lontani dal "progresso" e dalle sue inspiegabili leggi, vivono senza patemi una vita tranquilla. In italia prosegue lo psicodramma degli impegni sotterranei non rispettati, un fac-simile della trattativa storica fra lo Stato e la Mafia. Le sentenze della magistratura, almeno quelle che hanno riguardato e riguarderanno Berlusconi, non c'entrano, hanno anzi intersecato le manovre per costituirgli un salvacondotto, secondo il lavorio hunderground e i disequilibri che hanno cassato sia i tentativi del PD di andare da solo al Governo, sia - per ora - le aspirazioni quirinalizie di Romano Prodi. Da non dimenticare che i P.M. di Palermo hanno di nuovo citato fra i testimoni chiave dell'intreccio mafia-istituzioni, Giorgio Napolitano, se non altro per la conoscenza che ritengono abbia dei fatti. La crisi di sostenibilità del nostro debito pubblico sta mettendo a repentaglio il reciproco gioco del reggersi la parte. Per quanto possa essere pericoloso e drammatico, foriero di riequilibri malmentosi, io spero che ne possa scaturire almeno una dinamica di miglioramento. Altrimenti, infatti, non si muoverà foglia, in barba a chi, di sacrificarsi, non ha mai smesso.

mercoledì 25 settembre 2013

La resa.

Franco Bernabé, che aveva patito una ingiusta carcerazione quando era a capo delle Poste, che aveva diretto le FF.SS., al culmine della loro crisi e trasformazione, per essere poi chiamato a Telecom Italia a inaugurare la managerialità al giusto compenso, ha dichiarato di non essere stato informato della cessione della sua compagnia a Telefonica Espana. Non ho proprio parole. O non vuole ripetere tristi esperienze, o ha preso atto che il suo impegno, che mi sembra abbia condotto con onestà e senso dei valori imprenditoriali strategici, che era stato chiamato a rabberciare, non aveva fondamento intorno a lui. In questo caso, non accetto le tesi scandalistiche dei farisei nostrani, constato il triste e significativo gesto di Bernabé, che, dopo una così lunga esperienza, ha gettato la spugna.

martedì 24 settembre 2013

Apoteosi commerciali.

Telecom è diventata Telefonica, dopo anni di lesina e dopo decenni di finanziamenti, all'incontrario, a Mediobanca e a Generali, cardini finanziari della nazione, dove, in rapido volo, è passato Cesare Geronzi, l'ultimo garante degli equilibri, prima di pensionarsi con una buonuscita da nababbo. Alitalia, dopo pochi anni di pessima gestione privata, non migliore della vituperata gestione pubblica, sarà prima divisa dal punto di vista azionario esattamente a metà con i pazienti manager di Air France. Pazienti, ma implacabili e si badi che si tratta di manager statali, come quelli della Renault e della Citroen, che sanno gestire efficientemente le aziende del loro Stato. L'economia privata è affrancata, separata dalle economie nazionali, l'azione dei Governi è sterilizzata; una società privata di un Paese in crisi, come la Spagna, può fare razzie sui mercati mentre lo Stato di appartenenza è costretto a ricorrere ai prestiti dell'Unione europea, cioè dei Paesi ricchi dell'Unione. Non si dimentichi che le incursioni nell'azionariato delle altre società cominciò con il Governo D'Alema, aedo entusiasta di Roberto Colaninno, che spronò alla conquista di Telecom all'epoca della sua privatizzazione ed il cui figlio è ora un importante deputato del PD, che la creazione dei grandi Gruppi bancari fu pilotata da Romano Prodi e che, solo la verve propagandistica di Silvio Berlusconi arruolò un gruppo di imprenditori privati, fra i quali spiccò ancora una volta Roberto Colaninno con altri quattordici soci a cui fu regalata l'Alitalia residua, mentre Romano Prodi voleva venderla tutta e per intero alla compagnia di bandiera transalpina. I "patrioti" ottennero rassicurazioni circa il grosso business che intersecava, quando non atteneva direttamente ai poteri dello Stato. Fra l'altro, esiste un patto di sindacato, garantito dallo Stato, fra i "patrioti", che al quinto anno ( appunto in scadenza ) di detenzione della proprietà della Compagnia (ex) di bandiera, prevede la loro uscita tutelata sul piano degli scarsi capitali investiti. Ne usciranno certamente con un guadagno, di che entità si vedrà a cose fatte. La crisi latente precipita mentre domani si annuncia una pubblica stima dell'Unione europea,circa la prolungata e ignorata, come le catastrofi naturali prevedibili, frana economica dell'Italia. Con addestrato riflesso, chi possiede vende tutto il vendibile e ci lascia solo un ammasso di macerie, dopo l'ennesimo sciaccallaggio, oltretutto. I partiti e gli pseudo partiti non rinunciano, infatti, a farsi finanziare dai cittadini, o, in subordine, vogliono sancire la non punibiltà penale delle previste malversazioni. Nuovi orizzonti del diritto, in una nazione saccheggiata.

lunedì 23 settembre 2013

Errata corrige.

Ieri sera, prima di coricarmi, avevo prese per assodate le proiezioni che attibuivano ad Angela Merkel ed alla CDU la maggioranza assoluta dei voti. Invece l'ha mancata per uno 0,50% e, non potrà contare sugli alleati della passata legislatura, i Liberal-democratici, che hanno disperso, a questo punto, un 4,7% di voto d'opinione, pur rispettabilissimo e non potranno colizzarsi con lei. Anche il neo partito anti-euro resta furori dal Bundestag con il suo 4,8%, mentre le proiezioni lo davano oltre il 5%. Nonostante che i socialdemocratici si attestino solo sul 26%, se accederanno al Governo potranno condizionarne la politica. Fino a che punto, riguardo alle ricadute sull'Europa pigra, anche moralmente, e sulle dinamiche di una neo ( ma ripetuta )egemonia sul continente, lo vedremo nei prossimi quattro anni, dodici nella carriera di una piccola apparatcik, quando stava al di là del Muro. Ma anche questa particolarità, lungi dal costituire un aspetto negativo del modello democratico tedesco, ne testimonia invece l'efficacia.

domenica 22 settembre 2013

Confronti.

E' ancora in corso il confronto armato fra un movimento paramilitare somalo e l'esercito kenyota, all'interno di un emporio per turisti e ricchi locali, che, visto dall'esterno, sarebbe, per noi, un supermercato di periferia. So, per esperienza diretta, da che cosa siano contornati questi fabbriche, linde e ordinate, come se fossero un bene non ripetibile , da conservare e da venerare, quindi, mentre a pochi passi scorrono i rigagnoli delle fogne in superficie e comincia la città popolare, fatta di abitazioni di compensato di legno e di lamiera ondulata. L'assalto allo shopping center ha sollecitato una superficiale attenzione degli organi di informazione internazionali, più dell'attentato kamikaze in una chiesa cristiana del Pakistan, che ha provocato, per ora, un maggior numero di vittime. Shopping center, divise mimetiche e armamento che a fatica le milizie reggono in braccio, scarsa la capacità d'intervento, dato che sono già sul posto commandos israeliani e nord americani. La giustificazione sarebbe che il proprietario dell'emporio è un israeliano ( con una partecipazione statunitense? ) La scelta è stata dunque plurisimbolica. L'esercito locale è quindi una presenza imbelle, capace però di atrocità verso gli oppositori somali sul loro territorio. Gli assalitori somali hanno infatti denunciato, tramite twitter, le nefandezze di quei soldati contro la popolazione del loro Paese. Di capacità selettiva sembrano, infatti, non possederne molta, se è vero che sono passati al contrattacco nel supermerket, aprendosi la strada con un lanciarazzi. Certamente dovranno degli indennizzi al padrone israeliano, che non apprezzerà il loro danneggiatorio soccorso, soccorso che israeliani ed americani non hanno prestato ai somali per l'invasione dei loro contractors. Emblematicamente, saltano agli occhi le sinergiche e simboliche alleanze, politiche, militari e "commerciali" fra gli occidentali e i corrotti e turistici apparati locali. Il leader del P.K.K. curdo, Ocalan, che era transitato per l'Italia, all'epoca del Governo D'Alema, rifugiatosi in Kenya, era stato costì venduto e rilevato dai servizi segreti turchi. Non se ne hanno più notizie. Dovrebbe essere ancora in un carcere, su di un'isola. In questi disgraziati Paesi si consumano guerre geo-strategiche di cui nessuno si cura, fino a che non vengono compiuti dei gesti clamorosi e simbolici, verso simboli anche, se non soprattutto, occidentali. Ecco che si scopre, in quelle circostanze, che, in quei luoghi irreali, esclusivi, rispetto al costume endogeno, si trovavano pochi indigeni, qualche coppia mista benestante, e tanti stranieri, di varie nazionalità. Qualche italiano è fra gli ostaggi, un centinaio sono quelli che ancora dovevano accedere e che erano usciti per tempo. Appena questa vicenda si sarà esaurita in una vendicativa immolazione dei temerari, non si parlerà più ( a dire il vero non lo si sta facendo neanche adesso ) dell'Africa negletta, ma presidiata da truppe straniere, rifornita di armi di dimensione e peso spropositati al peso specifico di quelle nazioni, frequentate appartatamente da ricchi oziosi bianchi che spesso vi risiedono stabilmente. Dal loro punto di vista, tutto questo apparato bellico è funzionale a non disturbarli, nel mantenere l'equilibrio di conformi, intrecciati interessi. In Germania, dopo solo undici ore di suffragio, la CDU dell'ex compagna Angela Merkel ha conquistato la maggioranza assoluta al Bundestag. Maggioranza assoluta vuol dire un solo seggio in più della metà dei deputati, ma nessuno ne dubita: con quell'unità in più la Cancelliera governerà sicura, sia che decida di farlo da sola, sia che inglobi la SPD in un esecutivo di "grosse koalition". Con un deputato solo di maggioranza aveva già governato Helmut Kol, all'epoca della riunificazione tedesca. Il rafforzamento del partito conservatore tedesco ha naturalmente comportato la fagocitosi dell'alleato storico della CDU, il partito liberal-democratico, che non ha espresso eletti. I democristiani tedeschi, che avevano già stravinto in Baviera, nella versione cattolica e sociale compongono, con i protestanti del nord, un formidabile apparato di consolidamento dell'egemonia tedesca sul continente e sull'euro e una pesante e univoca conferma della politica di austerità per i Paesi immeritevoli rispetto al rigore tedesco, che, per nessuna ragione, neanche di solidarietà europea, vuole accollarsi i debiti clientelari e da corruzione degli altri. La Merkel è luterana di formazione, suo padre era un Pastore di quella Chiesa e, per i luterani, il debito è una colpa. La chiarezza e la sintetictà dei tedeschi, che pure, dal dopo guerra in avanti, hanno sofferto ogni sorta di autoprovocati divisioni, contrasti, oneri economici, da risarcimento e da debolezza politica, al dissolversi degli equilibri della guerra fredda e dalla pesante presenza dell'Unione sovietica nello scacchiere centro-orientale dell'Europa, nonostante l'integrazione paritaria della ex Repubblica democratica tedesca, che aveva comportato una decurtazione volontaria dei redditi dei cittadini tedeschi-occidentali, in pochi anni ha consentito la riacquisizione della storica e antagonizzata supremazia sul continente e, i Tedeschi federati in nove Land, che sono dei veri e propri Stati, non sono più disposti ad accollarsene gli oneri, non potendo contare né su fedeltà, né su consonanze di costume. Vedremo se saprà astenersi da nuove tentazioni egemoniche. La presenza in Parlamento di un piccolo ( per ora )partito anti-euro, per ragioni opposte a quelle dei Paesi pigs, ha una valenza ambigua, in questo senso. Le condizioni dei diversi Paesi dell'Unione sono troppo differenti perché non ci sia contesa, a meno che noi, popoli creativi, non vogliamo diventare un approdo turistico e commerciali per i Tedeschi. Gli Allemanni pensano e dicono di noi che siamo la causa dei nostri problemi

sabato 21 settembre 2013

Il ciclo che si chiude.

Esco velocemente di casa, ma quasi barcollo. Passo dalla lavasecco di prima mattina, poi entro rapido, per chiedere due specialità, in una farmacia semideserta, nella quale, appoggiato al banco, un cliente intrattiene le farmaciste presenti parlando di chemioterapia; mi avvicino, non è la sua. Accenna ad un lui, loro si congratulano: "è peggio quando non la fanno". Bisogna accontentarsi. Alle dieci devo essere alla cappella mortuaria del Sant'Orsola dove si celebrereranno le esequie del papà di Le'. Arrivo in anticipo ma non trovo parcheggio. Risalendo il viale trovo ricetto quasi all'intersezione con via Mazzini. Trascino il mio pachidermico sembiante a ritroso, devio nella viuzza che porta al ricovero funerario. Il cortiletto - lo avevo già notato prima - pullula di convenuti, le tre camere ardenti sono tutte piene, tranne quella di Giuseppe che è appena stato portato, confezionato, in chiesa. Vi accedo dallo scivolo dei catafalchi e, contemporaneamnte, inizia la funzione. Ero intenzionato a salutare i famigliari abbandonati: la moglie, che osservo affranta, inginocchiata in prima fila con il capo fra le mani, accanto al figliolo, ricercatore di fisica all'Alma mater, che avevo avuto modo di apprezzare in uno speciale televisivo sugli studi condotti in Norvegia su affascinanti fenomeni di rifrazione luminosa. Accanto a lui la sorella, fidanzata di Ricky e imprenditrice di una piccola attività di produzione e commercializzazione di macchine tessili. Rimango isolato dai miei parenti, in mezzo a numerose persone di tutti gli abbigliamenti. Mi sovvengo dei manierismi della mia ditta: non andrei al suo funerale, oppure ci andrei molto elegante. L'officiante porta una fede matrimoniale al dito e scarpe sportive ai piedi: è dunque un diacono laico ed ha famiglia. Il rito non prevederà la comunione agli astanti, ma il sermone sarà bello, filosoficamente coinvolgente. Potrebbe essere, appunto, un professore di filosofia. Darà importanza al povero Giuseppe, con parole in linea con la dottrina ma calate nel reale. Parla del Gesù riconoscente agli apostoli per essere stato da loro sfamato, accudito, curato e visitato in carcere che, al loro stupore, immemori di queste circostanze, chiarisce che ciascuno di questi gesti offerti a chiunque sono stati resi a Lui. Il brano è tratto dal Vangelo di Matteo, il Santo oggi celebrato. L'officiante rivela che Matteo è l'evangelista preferito di Papa Francesco, che proprio in questa data, sessant'anni fa, sentì interiormente la chiamata del Signore. Così Giuseppe è stato artefice e beneficiario delle stesse attenzioni, per se, per i suoi cari, per ogni gesto caritatevole. Si coglie preparazione e sensibilità e aperta concessione alle "intenzioni" di questo Pontefice. Parla infine del fuorviamento ossessivo e della schiavitù del denaro e della fretta di consumare atti convulsi per acquisirne sempre di più, dell'uno e dell'altra, fino alla rivelazione finale di aver vissuto per niente. Deplora la fretta ansiogena. Io lavoro proprio in un ambiente di scristianizzati. Si esce dalla porta principale per far posto ai riti successivi. I necrofori hanno saldato le viti della bara all'inizio della cerimonia, un cero elettrico sovrintende quotidianamente alle commemorazioni che, mi rendo conto, anche quando sono belle e impegnate come quella che ho ascoltato, volano sulle ali dei principi e poco colgono, se non per caso ed impressionisticamente, della natura spenta dello scomparso. Esco. Una signora in lacrime si dispera: "è possibile che non trovi la strada, che si sia perso in una circostanza come questa?" Non so chi sia, penso ai soliti figli che si erano persi da quel dì e che coerentemente non ritrovano la strada. Casomai non si vedevano da anni. Risalgo il viottolo squallido e noto che vi hanno aperto alcune succursali di imprese di pompe funebri, storicamente abbarbicate nei paraggi della Certosa. Dal cortile del policlinico esce un'ambulanza gialla e rossa su sfondo bianco, che reca l'indicazione "Misericordia" di Reggio Calabria. Va veloce per quanto lo consente la stretta sede stradale. Ha consegnato il pacco e torna indietro. Anch'io devo affrettarmi: il frigo è vuoto e il breve fine settimana è zeppo di impegni. La famiglia di Giuseppe lo accompagna al cimitero. La moglie è spezzata; il suo percorso si interrompe, forse finisce. Quello del figlio maggiore, della sua famiglia è in corso, quello di Lè deve ancora trasformarsi per reiniziare. Mentre le metastasi lo distruggevano, ormai in preda ad una emorragia cerebrale, Giuseppe ha invocato, non Dio, ma sua madre, come fanno tutti coloro che muoiono. Si chiude il ciclo, cominciato con eros e conclusosi con thanathos.

venerdì 20 settembre 2013

Disdetta, tremenda disdetta.

E' passata quasi inosservata ( o è solo una sensazione ambientale deformante? ) la disdetta anticipata del CCNL del Credito da parte dell'ABI. La meraviglia e la preoccupazione allignano nei ranghi dei sindacati complici – CGIL compresa -, ma le preoccupazioni che coltivano non sono le stesse. I sindacati si sono gravemente indeboliti durante gli ultimi venti anni; in cambio di una supplenza durante i Governi di centro sinistra, hanno abdicato alla loro autonomia e deprivato le categorie professionali dei loro caratteri e degli istituti faticosamente e costosamente conseguiti da più di una generazione di lavoratori. Nel nostro specifico settore, si è abbandonata la contrattazione normativa, si sono aggiunti quattro soldi alle retribuzioni e, in cambio, si è consentito ad un'indeterminatezza di Accordi Quadro, all'interno dei quali, per le nuove generazioni di lavoratori non è previsto nulla di cogente ( se non per loro ). Le Aziende di credito hanno poi concordato con il Tribunato della plebe una sistematica azione di sostituzione, attraverso esodi, tarati su di un anticipo medio di cinque anni rispetto al pensionamento legale, che hanno visto una corsa alla quiescenza anticipata di tanti ancor giovani operatori. Il Fondo di sostegno al reddito per il personale del credito ha costituito, fino all'ultima tornata, una garanzia e un affrancamento per il personale che ancora aveva nella sua faretra una gamma di regole di contrasto normative al "cupio dissolvi" capitalistico. Così, i sindacati complici, hanno mantenuto inalterati i loro assetti, la loro rappresentanza, nell'ambito categoriale. In questi anni sono usciti e sono entrati, in sostituzione, ma nell'ambito di diversi assetti organizzativi, quarantamila addetti. Nel contempo, l'ubriacatura finanziaria, semplificatoria ed infondata, la creazione di una moneta unica che ha rivelato le discrepanze economiche fra il nord e il sud dell'Europa ( con l'eccezione dell'ancor povera Irlanda ), le ripercussioni sulla produzione e la vendita dell'industria nazionale, le malversazioni finanziarie e le paghe spropositate dei manager, che, se in passato non influivano sulla sostenibilità delle aziende, oggi la condizionano realmente, hanno affossato i bilanci dei grandi Gruppi. Codesti, nonostante la rarefazione dei finanziamenti alle piccole e medie imprese ( che hanno cessato, a migliaia, la loro attività sul territorio nazionale ), continuano ad agire nel Corporate, senza riceverne, per ora, che insolvenze o ritardi nella resa. Per questo, la loro Associazione di categoria, ha rotto gli indugi ed ha affermato nella lettera di disdetta di voler procedere ad un incremento della tecnologia applicata e a un proprozionalmente maggiore superamento del lavoro umano. A questo punto, le strategie sindacali, richiamate in servizio dalla prospettiva di veder sterilizzata e, quindi, in futuro cancellata la loro influenza, sono destinate a divergere, offrendo ad una managerialità professionale – non più quindi al vecchio, individuato padrone – numerose occasioni di vittoria. Le Confederazioni possono illudersi di recuperare domani, in altri settori merceologici, le masse che gravano sui bilanci e sui back-office, quando e se sarà "superato" il contratto nazionale unico, mentre lo storico e maggioritario sindacato di categoria, la FABI, potrebbe vedersi costretto al ruolo della FALCRI dopo la trasformazione delle Casse di risparmio in SpA e della Federdirigenti, dopo il superamento delle figure dei Funzionari e l'introduzione dei Quadri ( anche se i funzionari non erano dirigenti, cominciarono ad inquadrarli nei loro ranghi, insieme agli impiegati "d'alta professionalità" ). In realtà, ritengo, i nuovi precari andranno ad ingrossare le fila del disincanto e alcuni fra i più giovani, fra loro, aderiranno, almeno sentimentalmente, alle Unioni sindacali di base, ignote o quasi in Emilia Romagna, ma ben presenti, anche se inconcludenti, a Milano, Roma e Genova. Anche se siamo solo nella fase, embrionale del fenomeno innescato, si ritiene che l'obiettivo massimo dell'ABI consista nel superamento definitivo del CCNL e nella sua sostituzione con un caleidoscopio di contratti aziendali, riguardanti i comparti Fidi, Finanza e quanto di ipoteticamente lucroso il "commerciale" possa prevedere. Uscirebbe, quindi, dal perimetro bancario, il 50% dell'organico attuale, al quale sarebbe demandata un'altra contrattualistica, con assegnazioni specifiche. In questa prospettiva, la CGIL si è "portata avanti con i lavori", infatti, da tre anni il coordinamento della FISAC ( bancari e assicurativi ) è stata affidata a un dirigente sindacale proveniente dalla categoria dei tessili. Il bradisismo bancario data dalla fine degli anni '80. Fino ad allora, la categoria, che pure aveva perso la scala mobile anomala, grazie all'incipit egualitario – com'è ovvio, al ribasso – delle confederazioni, CGIL in testa, aveva goduto di buone retribuzioni, incentivi orizzontali ed istituti contrattuali addirittura comodi, come le cure termali pagate nella misura di quindici giorni all'anno, in aggiunta alle ferie. Da allora, l'introdotta e guerrescamente magnificata competitività, l'obiettivo esclusivo del profitto al quale non si accompagnava un'espansione del mercato, il raggrinzimento egoistico dei piccoli e medi gruppi, vessilliferi di ambienti familiari censitari, procedeva nella finzione dell'arricchimento cartaceo, fino alla sua implosione, al forte depauperamento dei risparmi investiti in Borsa, agli affidamenti ed ai bilanci fondati sui derivati, sostanzialmente sulle scommesse, come ora che l'unico target in espansione è quello delle sale da gioco, senza che neppure la legge nazionale sul gioco d'azzardo sia stata modificata. Assecondare anche questa deriva vorrebbe dire sparire per il Sindacato autonomo dei bancari, assoggettato alle altre mille categorie professionali, già destrutturate e parcellizzate attraverso il cavallo di Troia dei contratti atipici. Sarebbe però anche la fine di una categoria, che indubbiamente fu privilegiata sul terreno del lavoro dipendente ( e che proprio per questo richiedeva all'ingresso di robuste raccomandazioni ) in un'indistinzione proletaria, para istituzionale nelle messe cantate delle confederazioni nazionali, quattro, perchè al sud la UGL è forte e rappresentativa, come la messa in volgare e i cori cantati, tipici della tradizione protestante, introdotti anche nella Chiesa cattolica dopo il Concilio vaticano II. Dopo decenni di appeasement, di rinuncia e di ignavia, saprà l'attuale categoria riemergere dal coma in cui l'hanno precipitata gli "ozi di Capua" degli imbelli tribuni della plebe, tattici e strateghi senza potere? Su quale versante politico si orienterà l'azione? Quanti saranno gli equivoci gladiatori? Soprattutto, quanto di questo percorso accidentato era stato "disegnato" negli approcci collaborativi degli ultimi anni e quanti contatti, non evidenti, avvengono nelle ridotte della preannunciata ( per l'ennesima volta ) "svolta epocale"? Infatti, di epocale non c'è niente, soprattutto nei comportamenti e nelle tattiche di corto respiro di un sindacato che non sa più uscire dalle contraddizioni in cui si è avvitato e nelle algide "determinazioni" di un'associazione padronale che, nel frattempo, ne ha combinata qualcuna in più di Bertoldo, in combutta con una politica trafficante e priva di bussola. Il dibattito sta per aprirsi, tranne che nel solito baluardo di valori pre democratici e di uniformi costumi.

giovedì 19 settembre 2013

La vita è un sogno di unicità.

Il papà di Marilena, detta Le', se n'è andato in una sinergia di metastasi, quando pensava di doversi inoltrare in un altro viaggio, senza speranza, al Centro europeo dei tumori di Milano. Le metastasi che si erano manifestate senza sintomi durante la loro autonoma evoluzione su un tracciato cieco, lo hanno condotto repentinamente al traguardo che non voleva raggiungere. Finché è stato curato sperimentalmente, ha sentito di essere oggetto, non più soggetto, di attenzioni; non sapeva che erano attenzioni finalizzate e sponsorizzate al brevetto di nuovi farmaci, però, di questa ricerca, ancora viveva, sperando. Quando ha constatato che non lo curavano più, ha pianto di solitudine e di abbandono. La morte non è stata pietosa, ha solo accelerato, dopo essersi manifestata nella sua nudità, implacabilmente, alla coscienza.

martedì 17 settembre 2013

Statistiche.

Quando, diciott'anni fa, cominciò la rottamazione dei bancari, questi assommavano a 330.000 unità, come oggi che l'A.B.I. ha deciso di rendere pubblico il deficit senza rimedio delle sue maggiori associate. Esclusa una, la solita, eccellente e preziosissima. Eppure, chi allora tagliò il laccio, ha vissuto, "accompagnato", una seconda giovinezza. Come sempre in Italia, la quiescenza precoce ed occasionale è stata premiata, come tante altre approssimazioni, con la solita approssimazione. Esodo dopo esodo, fino all'ultimo, sventurato, che non conferisce più sicurezza di regolare corresponsione mensile, una entusiastica fregatura paragonabile a quella dei ritardatari, ansiosi di partecipare ai guadagni di Borsa, quando i prezzi sono al massimo, le uscite stimate sono state calcolate in più che 40.000 unità, sostituite con nuove entrate, disciplinate da contratti sempre meno garantisti e, spesso, contingenti ed occasionali, senza indicizzazioni economiche, con una drastica contrazione dei costi per stipendi. A poco meno di vent'anni dall'inizio, gli addetti del settore creditizio sono gli stessi di allora: non ci sono più i funzionari, i commessi e gli ausiliari sono tutti extracomunitari acculturati e sotto inquadrati. Nel frattempo, però, sono stati implementati e sostituiti per aggiornamento ed efficientamento i costosissimi sistemi informatici e, a fronte di questi investimenti, si è inaridito il mercato. Va detto, per onestà e chiarezza, che la crisi attuale è stata solo il detonatore della spoliazione da parte dei banchieri, dei loro amati orpelli ( costoro continuano ad autoattribuirsi prebende inqualificabili, perché incidenti sulla solidità degli Istituti che dirigono "fungibilmente", passando a "competere" sul fronte contrapposto a quello verso il quale avevano fino a poco prima agito ). Il differenziale sui titoli di Stato di cui sono infarciti e che continuano a comperare, perché richiesti e perché avidi di rendimenti crescenti ma contingenti e di incerta esigibilità finale, ne ha rivelato la fragilità finanziaria nel campo circoscritto dell'euro e le due iniezioni di liquidità, a tasso irrisorio, non ne hanno rinforzato la patrimonializzazione, subito insidiata dalla ineguale contesa intestina continentale e dall'aumento geometrico delle sofferenze e delle tante insolvenze, dovute a fallimenti. Mentre i sindacati sono andati in A.B.I. per "rinegoziare", in realtà per rinnovare l'onerosissimo Fondo per il sostegno al reddito ( pur avendo dovuto constatare che non si sostiene più ), si sono trovati di fronte ad una polemica disdetta del CCNL, con allegati, a giustificazione, dei dati che l'Associazione bancaria italiana aveva preliminarmente trasmesso alla Banca d'Italia. Si apre adesso uno scenario alla Marchionne, con i Tribuni della plebe abbarbicati ad un modello politico fantasmatico ( la politica nazionale è l'amministratrice del debito verso la U.E. e degli scambi di "larghe intese" compatibili fra le "grandi potenze", in questi frangenti, molto incerte e ridimensionate ) nel quale l'unico baluardo attendibile per ricondurre alle regole comuni gli scomposti conati, sarà la sempre più attaccata e bistrattata Magistratura, dietro alla quale si nasconderanno propagandisticamente le truppe in rotta della sempre più mediocre rappresentanza politica e sindacale, che si frammenterà fra chi si metterà sulla scia di una ulteriore, non nuova né originale ristrutturazione, i cui esiti sono nebulosi per le banche stesse, fra l'altro divise fra le situazioni difformi delle realtà internazionali, nazionali e regionali o provinciali e chi giocherà sulla confusione sperando ( per l'ennesima volta ) di entrare in gioco sulle macerie o in un diverso scenario politico. Teniamoci forti e non facciamoci influenzare da artate "analisi" modificatrici dei fatti, per sgradevoli che risultino all'emotività. La razionalità, senza timidezze, è l'unica risorsa in questi frangenti.

Frammenti interpolatori del puzzle.

Nominando un consulente della malavita istituzionale a suo giudice costituzionale, Napolitano ha indicato alla banda politica il suo successore. ha agito come un monarca, un Papa, come quel comunista che è, abituato a ragionare e a decidere per linee interne. In questo caso, realisticamente subordinate. Giuliano Amato è la scelta più mediocre e conformista possibile. Lo specchio della serva Italia. Amato, amato mio.. L'intrascrivibile medico egiziano, succeduto a Bin Laden alla testa di Al Qaeda, ha enunciato scarne e chiare intenzioni: colpire gli U.S.A., con piccoli ma diffusi attacchi, sul loro territorio, come praticato in Israele e, un po' qua e un po' là, in giro per il mondo, sempre avendo di mira interessi statunitensi e del loro braccio destro israeliano ( dell'ebraismo finanziario, soprattutto newyorkese, gli Stati Uniti sono il forziere e, sinergicamente, lo strumento, i sionisti hanno ricambiato in Medio oriente e nell'Africa centro-settentrionale ). L'attacco agli Israeliani ha assunto i connotati del razzismo, dovendo impressionare e coinvolgere masse emotive e fanatizzati esecutori. E' la guerriglia islamica, anzi islamista. Sarà anche il Vietnam islamico? Quando, se e, eventualmente, a quali condizioni, sarà possibile una dialettica o almeno un interfacciarsi con loro? Quale sarà l'influenza del dialogo interreligioso? Quanti capri espiatori richiederà? La mia azienda si è involuta in un minutaggio di orario, simile a quello delle imprese di pulizia: un'ora qui, due ore li, la pausa impiegata per gli spostamenti, ancora due ore dall'altra parte della città..e poi orario libero e non retribuito. Come in Grecia dove il personale delle aziende che hanno smesso di pagarlo, continua a lavorare gratis, per non lasciare incustodito il posto, se mai un giorno dovessero ricominciare a retribuirlo. Intanto i contributi previdenziali non vengono pagati e , amministrativamente, si è precipitati in un caos dal quale non scaturiranno pensioni, se non in misure monche, sostanzialmente inutili. Alla base della "scelta" di tante ucraine, russe, moldave anziane, c'è la scarsità delle corresponsioni previdenziali: cento euro mensili e prezzi ormai prossimi ai nostri. E' il volto del nostro futuro, non una bizzarria post comunista. Un gruppo di intellettuali ottuagenari ha costituito un comitato per la difesa della Costituzione post resistenziale, consegnata invece agli archivi, come il comunismo e, purtroppo, la democrazia sociale. La Presidente della Regione Umbria, piddina, è stata arrestata per corruzione. Avrebbe veicolato lavori della sua tratta di competenza, verso Roma, verso il marito. La famiglia continua ad essere il baluardo dell'Italia. L'emergenza, credem'a me, sta per finire, si proclama, ma io non ci credo. L'emergenza è endemica nei nostri sparuti ranghi e resta finalizzata e particolare. Un'altra emergenza - ma guai ad eccitarsi troppo per le parole - sta per abbattersi sul mondo creditizio, del quale non facciamo parte, tranne che formalmente. L'A.B.I. ha disdetto i brandelli residui del CCNL, sulle orme di Marchionne, perché, da un lato ha dovuto constatare le crescenti perdite dei maggiori Gruppi bancari, a causa dell'istituzionalità non dichiarata che si è voluto loro attribuire, all'epoca dei Governi Prodi, che sono stati la levatrice della loro nascita. Codesti Istituti - più disordinati, anziché più efficienti che pria - continuano a sostenere tutto il finanziabile, a livello di corporate, ma ne traggono equivalenti sprofondamenti di bilancio, il cui parziale recupero riposa sulle ginocchia di Giove. Dal momento che i maggiori oneri, per le aziende di credito, si attestano sulle procedure informatiche, che in quegli ambiti sono molto sofisticate e necessitanti di continui aggiornamenti, sul personale e sulla gestione degli immobili, che ormai viene gestita autonomamente da società specializzate, è chiaro l'intento di alleggerirsi della zavorra e di frullare i temporanei superstiti, a costi decrescenti in rapporto all'uso, fino a che la forza centrifuga non li espellerà dalla Subura mercatoria. Le ricadute famigliari e, lato sensu, morali e sociali saranno progressivamente adattate( o criminalizzate ) in bene, in male e in malissimo, attraverso una studiata medietà e un concreto degrado progressivo. Il Credito scivola verso i tristi suburbi di un lavoro indeterminato. Stando fermi, ovviamente in posizioni di forza, ci si ritrova ( non noi lavoratori, noi non c'entriamo ) all'avanguardia. Non c'è nulla di originale al mondo e, nel nostro caso, non è neppure positivo. Credem'a me. Se le intenzioni sono note ed eversivamente storiche, non è detto, però, che trovino puntuale applicazione nel nostro settore. Non certo per la forte opposizione dei sindacati confederali, che trafficheranno e medieranno politicamente fra i rifiuti dei bassifondi, come ormai si sono ridotti a fare da vent'anni. CGIL compresa, perché nel credito ed in rapporto alla Confederazione, conta come il due di picche nel tressette e perché l'orizzontalità e l'indistinzione professionale sono la sua inconfessata aspirazione. Sarà il corporativismo residuo di una categoria privilegiata ( con la solita eccezione che conferma la regola ) nell'ambito del lavoro dipendente a mantenergli una parvenza di distinzione. Come quella dei maggiordomi e delle servette con le crinoline. L'11 Settembre di quarant'anni fa Henry Kissinger ordinò al Generale Augusto Pinochet di schiavizzare il suo popolo, appena un mese dopo che l'improvvido Presidente Salvador Allende lo aveva nominato Comandante in capo delle forze armate. L'osceno figuro non ci mise un attimo a "disonorare la divisa ed a tradire", come disse l'eletto di Unidad popular prima di morire, nel suo ultimo appello alla nazione, ricordando anche "la storia vergognosa di tutti coloro che hanno la forza, ma non la ragione". Quel sanguinario e fascista regime, non fu solo una palestra di sadismo, classista e socialmente razzista, fu il laboratorio per la sperimentazione dei Chicago boys di Milton Friedman, gli ultraliberisti del ritorno alle origini del capitalismo, non libero da vincoli, ma coatto e servile, che avrebbe costituito il modello, pur in un contesto istituzionale diverso e liberale, della distruttrice esperienza di Margaret Thatcher, mentre l'esperienza argentina si limitò solo all'aspetto criminale della selezione fra i suoi concittadini. Noi abbiamo evitato la palude stagnante del comunismo, ma nella nostra storia recente e in quella che si prefigura, sono ben in azione tutti i peggiori retaggi di una tradizione confusa, conflittuale e violenta che avevamo accantonato ma non rimosso.

giovedì 12 settembre 2013

Riscontri?

Cortese ( da curtis ) dott. ( nella supposizione che lo sia ) D., fido liberto P., anch'io ho riscontrato la pregiata Vostra del 08 Luglio c.a., ma non vi ho riscontrato i sintomi dell'attenta analisi che Vi attribuite. Non me ne stupisco, di autoattribuzioni siete prodighi, nel trenino aziendale, componendo il quale, in posizioni di testa, vi confermate tutti al seguito di A., qualunque insipienza pronunci, pubblicamente o privatamente. Non ci sarebbe stato motivo di scomodarmi - scusatemi, ma del Vostro incomodo non me ne importa niente - per sentirVi risalmodiare quanto già salmodiato dal direttor di Sede, sull'abbrivio di un giocattolo meccanico. E' chiaro che siete l'uno la gemmazione dell'altro, in un meccanismo capzioso, affine a quello delle sette. Nel leggerVi mi avete suscitato un ibrido sentimento di disgustata pietà, sia per il povero pendolare, che sta imparando a fare l'avvocato del padrone da un vecchio arnese d'azienda, sia per quel vecchio, mio coetaneo, impenitente della veronica, ormai priva di appeal. Mi ero impegnato a fare straordinario sostenibile - come ogni cosa - contro retribuzione o recupero e mi ero sentito dire: "se lo faccia pagare, dica che glielo ho detto io", poi, alla prima verifica, si è delegato lo spin doctor dei Santi, che mi ha fatto telefonare, nel tardo pomeriggio lavorativo dal responsabile organizzativo, a proposito di una video conferenza alla quale ho assistito per un quarto d'ora, incuriosito dalla, del medesimo, "partecipazione speciale". Voi ci fate, simulando di esserci, senza curarvi di apparire degli imbelli, solo compiaciuti, in cuor Vostro, di fare imbelli gli altri. Non riesco neppure a provare un sentimento definito, il che, forse salvaguardandomi, mi impedisce di reagire come sentirei di dover fare. Figurarsi, quando mi si ribadisce il penitenziario degli infedeli, dall'alto di una dottrina dissimulatoria che si è valsa finora dell'azione sinergica di un ambiente normalizzato, a mascherare la volontà di imporsi sugli altri con la forza e che si è alimentata di torpore e insensibilità conformistici, che, se non fossero palesemente specifiche del Vostro fortino, inquieterebbero, invece di provocare solo abbassamenti scrotali. Cinque anni di incalzanti successi, poco meno di mancati riconoscimenti, tralasciando le espropriazioni improprie, precedute da pretestuose sanzioni senza altra cura che replicare alle osservazioni prodotte in risposta con un "non sono utili, nè accoglibili" o qualcosa di simile. Che cosa sarebbe stato accoglibile, un atto di abiura e di sottomissione? Come dire: "abbiamo ottemperato all'officio formale e poi abbiamo riaffermato il nostro arbitrio". Ma davvero, cortese dott(?) D. alla nostra età, Le pare concepibile che ci si possa preoccupare dei pop up, elemosinare di svolvere il Debcre, dato che è impossibile entusiasmarsene, come richiestomi, che dopo una giornata passata a smaltire, con qualche aforisma defatigante, sempre le stesse, a volte insopportabili facce, non abbia altre aspirazioni? Quale significato vorreste attribuire al mio agire, che riempie la mia giornata di ritmi e di pesi, che, "quando l'ora volge al desio", non vedo l'ora di deporre, per uscire e non essere più molestato dall'incessante incalzare di reiterati, frenetici gesti e concitate parole, accompagnate da un ritmo podistico uniforme che pare il frutto dell'addestramento di un Corpo militare? Ai nostri "bersaglieri" io devo, comunque, allegria, sopportazione ( reciproca ) e apparente amicizia, sempre insidiata dalle Vostre sistematiche interferenze. Per loro, che per necessità, si sono fatti irretire nella Vostra macchina spremitoria e priva di rispetto per chi Vi consente tanti vantati guadagni, ma che nega loro ogni istituto contrattuale di settore, ogni gratificazione economica che sia supportatrice di quella solidarietà sociale che non è nella Vostra genetica, sui quali scaricate le Vostre macroscopiche lacune organizzative, solo perché si sono lasciati condurre per mano, come dei bambini fiduciosi o bisognosi, nella macchia dei Vostri desideri e che non possono aspirare ad altro che alla consolazione, senza effetti, del Vostro cappellano-sindacalista, provo affetto e spero che possano efficacemente affrancarsi dal vostro sfruttamento. Non voglio che si riverberi il mal di stomaco che mi ha colto, dopo il deprimente e per tanti versi tossicologico colloquio che ho avuto con le SS.VV. illustrissime a Reggio nell'Emilia, senza neppur una licenza di qualche ora per potere ripassare la mia perorazione. Non dica che alle ore 12,05, quando si è conclusa la sua telefonata spicciativamente informativa o puntualizzatrice con il RDE, lo ha invitato a congedarmi, per consentirmi di "mangiare". A quel punto ho preferito partire alle 13 meno qualche cosa, per limitare al minimo la mia permanenza in luogo alieno - parlo della D.G., credem'a me -, così complicato e intrigante nelle sue dinamiche culturali, strutturali ed organizzative. Ah già, dimenticavo il pop up. Di tutto quello che ci siamo detti, compreso che io, alla Sua ennesima provocazione, ricorrendone le circostanze storiche "Le avrei tagliato la testa", non c'è il minimo cenno - mi lasci indovinare: a mio beneficio - ed è stata stravolta, interpretativamente, la mia osservazione sul target - glielo confermo, quasi esclusivamente economico, dei clientes del Credem'a me - e sulla mia sensibilità verso i loro domestici e affittauri, meno verso le loro escort, ma solo per autotutela. Mi è ormai chiaro che non varrebbe la pena di parlare con Voi, perché non ne ricorrono i presupposti, ma, per contrastare le Vostre piccinerie, bisogna farlo, quando è necessario e previsto. Non sapendo che dire tranne pop up, Debcre ecc., ritorna(te) sulle chiavi, che non posso detenere, perché afflitto da bassa pressione, indotta da farmaci, da molti anni a questa parte, che mi lascia in condizione di parziale astenia fino alle ore dieci a.m. Ma a Voi che ve ne frega? Si apre una lacuna - anzi se ne chiude una - nel "puntuale" accesso degli inquilini del Vostro condominio, che fu la gloriosa Ferramenta Morassutti, quando via dell'Indipendenza era una strada meno mal frequentata. Nella vita ci vorrebbe pietas, come la intendevano gli antichi, ma solo verso gli animi nobili, di cui Voi non fate parte. Siete solo dei replicanti. Seguace del Fato, l'ho assecondato verso la peggiore destinazione possibile, ai margini, anzi fuori dalle prassi del credito e Vi dirò che, questa scelta, per paradosso, mi sta fornendo informazioni e contributi interessanti, a me, che, pur avendovi trascorso gran parte della mia vita, del credito, in versione pilatesca e piratesca, importa quanto ai fiorentini della loro Beata più citata. Il mio senso di giustizia reclama, per me come per chiunque, il rispetto degli impegni scritti con il cedente che non prevedono per noi, venduti insieme alle agenzie, il VAPR, che non riconoscete, unici nel sistema bancario, a nessuno dei Vostri dominicali lavoranti, bensì il mantenimento dell'ex premio di rendimento ( ampiamente scontato in fatica quotidiana ), cifra fissa e in via di progressiva svalutazione, di cui godevamo presso una banca, criticabile finché si vuole, ma una banca, che Voi avete stravolto in premio, attribuibile solo in base agli automatismi di una macchina, per evitare analisi e deroghe, che presupponendo specifiche responsabilità, implicherebbero conformi inquadramenti. Perchè a Voi incassare piace, ma pagare Vi fa venire quella pellagra di cui beneficiavano i Vostri braccianti, all'epoca della Vostra accumulazione originaria. Riconducete, per questo, la Norma alle regole della casa. Basterebbe questo per indurmi alla più profonda cautela nei Vostri confronti. Venticinque anni di esperienza sindacale, condotta fino alla Segreteria dell'Organo di coordinamento di una banca ben più complessa ed insidiosa della Vostra, che è potenzialmente letale, ma priva di sfumature, mi hanno educato a ben altre cautele. Ma Voi date disagio, il disagio che si prova con chi bleffa. So bene di dover queste vicissitudini all'anguilloide natura di figure cerimonialmente velenose, sguscianti in un contesto chimico tossicologico che conoscono o presumono di conoscere bene. Costoro non contemplano attriti, amanti come sono del massaggio corporeo lubrificato. Per un periodo ne avevate, in parte, superato la configurazione, ma qualche cosa non tornava e li avete riesumati, anzi implementati. Io voglio i miei soldi perchè mi sono dovuti. Nel confermarVi la mia ragionata mancanza di fiducia, Vi ribadisco, inoltre, che io ho bisogno di contributi, che accumulerò con il lavoro negli anni a venire, che gradirei non fossero caratterizzati dal mobbing dissimulatorio che ha segnato quelli che sono trascorsi e che, constato, si sono intensificati per la Vostra orizzontale propensione alla ubbidienza cieca. Nessuna drammatizzazione, sia chiaro; le perversioni nascono dagli apporti individuali al proprio adattamento conformistico, di ruolo e di circostanza, verso obiettivi reddituali e vanitosi, a costo di assumere il sembiante dei maggiordomi, ammantati di goldoniani manierismi, ai quali vorreste che si subordinassero e si uniformassero le categorie strumentali. Si produrrebbero ( le perversioni ), con qualche variazione, in ogni contesto aziendale. Il fatto è che io non ci sto. Resto, in questo senso, coerentemente indisponibile. Convenzionali saluti. Pier Paolo Castellari

Il cattofeudalesimo.

Ormai è evidente. La pretesa di essere giudici e legislatori di se stessi è una deformazione, una sotto cultura della classe imprenditoriale italiana. Marchionne ha voluto fare del diritto consuetudinario, fra l'altro, prima di creare una consuetudine, e ha sanzionato ed estromesso l'unica entità che vi si è opposta. I Riva, autentici delinquenti, ladri di salute, intercettati, per il loro esclusivo profitto, sottoposti a sequestro, rilanciano ricattatoriamente con la chiusura, ( la serrata è illegale e incostituzionale ) certi dell'appoggio vandeano di miserabili ( in tutti i sensi ) maestranze sotto la guida di CISL e UIL e dei politici locali. Pretenderebbero di continuare ad arricchirsi alla "cinese" e a man salva. Berlusconi è alla sua ultima inqualificabile recita, dopo essersi aggiustato tutta la legislazione che lo riguardava, attraverso lo strumento di una masnada di politici, comprati e mantenuti come le olgettine. Tradito dallo spread, sta ora ricattando una compromessa, ricattabile e, per questo tremebonda classe politica, completamente inadeguata alla gestione ed alla rappresentanza in questi tempi difficili, da lei stessa creati, con il postulatorio concorso della società (in)civile, alla continua ricerca di benefici clientelari, dei quali si sono fatti e si fanno postulatori i sindacati complici insieme alle emanazioni sociali della Chiesa cattolica, oggi rappresentata, solo scenograficamente, da un alieno. La retorica sull'impresa creatrice di ricchezza non deve più consentirsi senza una chiara riforma dei comportamenti di un'imprenditoria assistita e poi autoassistitasi. Una riforma che non si trasformi, provenendo dal seno stesso delle entità storiche contestate, in un'altra controriforma. Sarà durissima.

martedì 10 settembre 2013

Riduzionismi ingiusti.

Quella che sembra una deriva di civiltà in Italia, non è che una conferma del nostro contegno istituzionale. In ogni circostanza critica, si persevera nella delega di responsabilità e nell'accomodamento..comodo, a costo di abdicare alla propria indipendenza, se gli interessi combinati - privati e di categoria ( politica, nella fattispecie )possono essere salvaguardati. Dell'interesse pubblico, chi se ne frega. Il giudice di un reo condannato in via definitiva è stato lapidato dai corifei del reo, come in pieno feudalesimo, nessuno lo ha difeso, anzi è andato progressivamente soggetto a configurazioni sanzionatorie da parte degli organi che avrebbero dovuto assumerne la rappresentanza. Non ha detto niente che non fosse nelle sue facoltà di cittadino, non ha anticipato sentenze, già pronunciate, né motivazioni, ma è stato trascinato sul banco degli imputati, reo di non aver assolto il colpevole. Se lo avesse fatto sarebbe stato, brevemente, incensato. Il tardo Presidente della Repubblica sacrifica ogni libertà e dignità alla mitica, per lui comunista, unità, anche nell'abominio, purché sia "unitaria". Una meschina "reductio ad unum", simile alla filosofia di Platone nella riduzione di Plotino, pur sapendo che "de minimis non curat praetor".

Storici e ricorrenti comportamenti.

Mentre la diplomazia internazionale non trova un accordo per evitare un distruttivo e tardivo intervento in Siria e a nulla vale la disponibilità di mettere sotto controllo internazionale i depositi di gas venefici che Assad non ha negato di possedere, ma di aver usato, è assoluta la volontà di ambienti americani, neppur tutti ascrivibili alla Presidenza, di attaccare e di proseguire in una scivolosissima deriva bellica. In Italia, per rimanere sotto la tutela dell'Unione europea, della quale si sono resi garanti i due maggiori partiti nazionali, si continua a far strame di ogni principio di civiltà giuridica, pur di assicurare un'impunità vergognosa ad un condannato in via definitiva, che neppure i pittoreschi regimi sud americani avevano posto in atto in forme così sfacciate e a cose compiute. Se ad Assad, come già a Saddam, a nulla varrà l'evidente inoffensività, tranne che nei confronti degli insorti fomentati, a Berlusconi verrà consentito di ricattare, non solo i suoi beneficiati-dipendenti del Popolo della libertà, ma anche l'apparato del PD, con il contributo sistematico del golpista Presidente della Repubblica. Si demanda, forse, la quarantena alla medesima Unione europea e alla Merkel, che pare intenzionata a non accogliere più Forza Italia nel Partito popolare europeo e sospingerla nei ranghi della destra, mentre noi continuiamo nella politica della compromissione che ci vale la disistima espressa e implicita, sul piano storico e su quello attuale.

Le composizioni delle coscienze.

Il velo della confusione fa da schermo ai fatti e, contro ogni evidenza, si alimentano miti celebrativi a paragone di nemici arretrati, quindi malvagi e, infine, insignificanti. Gli Italiani in Etiopia si comportarono come belve e, nonostante questo, si auto accreditarono come brava gente, un'ipocrisia che si riverbera ancora nelle missioni umanitarie. Indro Montanelli, ottimo cronista di tutte le situazioni nelle quali non era diretta parte in causa, rimosse fino alla morte la testimonianza di quegli eventi dei quali era stato testimone e protagonista, ammettendo solo, anzi vantandosi, delle poligamiche spose bambine di cui aveva usufruito, non trovando di meglio che sostenere che codeste adempivano ad un ruolo sociale sedimentato nella loro società e che anzi erano molto orgogliose di essere spose e sue spose e che, comunque, il Generale Graziani disponeva di un harem. Non so se delle bambine avessero o potessero permettersi di queste civetterie, ho visto invece personalmente, nelle sale di un hotel per rotaryani, dove anch'io soggiornavo, sulla petite cote senegalese, le mogli, in numero di tre per alcuni di loro, pavoneggiarsi sorridenti, insieme, in un caleidoscopio di costumi variopinti e spaziosi, data la mole di uomini e donne, in una brulicante e sottilmente graveolente adunata di affiliati africani alla sovranazionale accolita della rotella dentata. Non c'erano - ricordo - bianchi in quel consesso. I rotaryani hanno facoltà di partecipare a riunioni associative in ogni parte del mondo. Sta di fatto che nell'Etiopia della guerra coloniale italiana si viveva senza alcuna fede, morale, rigore. Metà della popolazione si proponeva per pulire scarpe e stivali, l'altra metà, femminile, si offriva. In Etiopia, a sud di Macallé, a settecento chilometri a nord di Addis Abeba, c'è un massiccio montuoso chiamato Amba ( rilievo )Aradam , dove, dal 10 al 19 Febbraio del 1936, le truppe degli invasori italiani, comandate dal Maresciallo Pietro Badoglio, combatterono contro gli Etiopi, guidati dal Ras Mulughete Yeggazu. L'aviazione italiana, l'unica in azione, utilizzò su larga scala il gas iprite, irrorandolo a bassa quota, con la precisa finalità di terrorizzare sia i soldati, sia la popolazione civile e piegarne ogni resistenza, mentre le truppe italiane lanciavano, con l'artiglieria, proiettili al fosgene e arsina. Già dal 23 dicembre del 1935, l'esercito italiano usava le armi chimiche, contravvenendo al protocollo di Ginevra del 17 Giugno 1925, che pure aveva sottoscritto. Nel Luglio del 1936, il deposto Imperatore Hailé Selassié aveva denunciato all'Assemblea della Società delle Nazioni: " mai, finora, vi era stato l'esempio di un Governo che procedesse allo sterminio di un popolo, usando mezzi barbari e violando le più solenni promesse fatte a tutti i popoli della terra, che non si debba usare contro esseri umani la terribile arma dei gas venefici". Tre anni dopo, tra il 9 e l'11 Aprile del 1939, una carovana di partigiani, guidata dal Capo del Movimento di liberazione etiope, Abedé Aregal, si rifugiò in una grotta, dopo essere stata individuata dall'aviazione italiana. Con loro, molti parenti che garantivano le cure ausiliarie e, fra di essi, molte donne con i loro bambini. Non mancavano i vecchi che non si era voluto abbandonare. Un'autentica comunità familiare, sociale e combattente. Il plotone chimico della Divisione Granatieri di Savoia l'attaccò usando bombe e gas d'arsina e iprite. La maggior parte dei rifugiati nella grotta morì per questo. Ottocento superstiti, arresisi, furono subito fucilati. Coloro che, nell'interno della grotta, continuarono la resistenza, furono uccisi con i lanciafiamme. Le estese ramificazioni della grotta resero impossibile esplorarla completamente. Il Comando militare italiano ordinò, quindi, di ostruirne l'imboccatura. Non difforme, per efferatezza, fu l'occupazione della Libia. Sulle Dolomiti, il monte Civetta presenta, all'apice, una lacuna, una slabbratura profonda che divide innaturalmente le frastagliate vette. Rappresenta l'esito di una pluriennale guerra di posizione fra le truppe austriache, acquartierate sul pendio, lungo il quale avevano scavato un fortilizio e gli assaltatori italiani che, provenendo dal basso, erano sempre respinti, con ingenti e incessanti perdite. Fu un capitano italiano a porre termine all'assedio, facendo minare la base del fortilizio roccioso e facendolo franare addosso agli Austriaci, i cui resti sono ancora là sotto. In quelle grotte, negli antri oscuri della nostra coscienza nazionale, giacciono, sepolte, le nostre infingitorie mitologie.

lunedì 9 settembre 2013

Prospettive per i posteri.

Quando il pampa-papa afferma che ci stiamo addentrando verso la terza guerra mondiale, non scruta all'interno dei misteri, di Fatima o di altra fonte, ma da gesuita che di politica ne sa tanta, denuncia, non esplicitamente, che stiamo procedendo, noi occidentali, su di un sentiero di guerre progressive: ora la Siria, dopo l'Iraq e la Libia, domani l'Iran e poi la Cina, l'unica superpotenza in divenire, in grado, se lo volesse, di strozzare l'economia statunitense di cui detiene il debito e ridurre all'impotenza i patetici partners europei, già in contraddizione con la moneta unica. Per mantenere un'egemonia franante, gli Stati Uniti dovranno disgregare la Cina, ricca e non povera come l'ultima Unione sovietica e tenuta saldamente insieme da un conservatosi partito comunista. La logica dell'imperialismo, anche di quello di ridotta, è bellicistica, le armi atomiche, che anche la Cina possiede, sono fortemente condizionanti per tutto il mondo che ne è privo, ma la contesa si giocherà sui tavoli verdi della finanza, sui quali gli americani hanno molte probabilità di venire sconfitti. Per questo procedono di guerra in guerra, affiancati dagli Inglesi ( ma nella fattispecie attuale, c'è stato un netto rifiuto della Camera dei Comuni ), ora dai Francesi, in posizione strumentale e vicaria dagli Italiani. I costi delle guerre inducono ad una sdrucciolevole resistenza i paesi indebitati, fra cui l'Italia. Per noi, alla fine dei giochi, un cambio di schieramento, un'alleanza con la Cina, un cambiamento di regime, con sempre gli stessi capitalisti a menare la danza, è possibile. Come si schiererà o semplicemente si pronuncerà la Chiesa cattolica, da chi sarà diretta? La Germania di nuovo leader nell'Europa continentale in funzione del debito con cui terrà subordinati i numerosi popoli insolventi, con chi stringerà alleanze? Ma questo non sembra interessare all'Impero statunitense, troppo dispersivi e particolaristici ne sono i connotati, mentre sembra incamminato verso le prossime, decisive battaglie.

domenica 8 settembre 2013

La guerra liquida

Io non so se la pace a tutti i costi sia sempre la miglior scelta. E' certamente vero che attraverso un dalogo fitto e sottile nello stesso tempo, si potrebbero neutralizzare le tentazioni semplificatrici, ma è probabilmente altrettanto certo che questo potrebbe avvenire solo a livelli teorici, che sarebbe cioè appannaggio di intellettuali disinteressati e inclini, non solo a trovare le probabili convergenze, ma anche ad accettare serenamente le sicure divergenze e incompatibilità. Si finirebbe in un'analisi infinita, ricca di spunti culturali, ma senza esiti concreti, ai quali la violenza concorre anche nelle particolarità delle dottrine che si oppongono, prevalentemente, ma non assolutisticamente ad essa. Nell'attuale fase storica, più che a conquiste territoriali o a colonizzazioni dirette, si punta a smantellare strutture ed istituzioni rigide, frutto degli equilibri della Guerra fredda e a interagire fluidamente ( finanziariamente ) con esse, anche a costo di dare la stura ad ogni arcaico antagonismo, di solito terroristico. Le contese indotte non si risolvono da sé e, probabilmente, finirebbero per sancire la preminenza del potere ufficiale, senza il sostegno occulto delle potenze interessate alla destabilizzazione regionale, che, alla fin della fiera, prendono in mano risolutivamente la situazione, assestando una mazzata mortale all'istituzione obsoleta. Provvederanno i tribunali locali a condannare a morte il despota prima ossequiato, ma dopo la sua fine, la società sarà esposta alle lotte sanguinosissime e, a loro volta, senza esito delle fazioni, mentre un'istituzionalità aliena sovrintenderà a se stessa, conformemente agli interessi dei liberatori. La risoluzione, impossibile, dei problemi, verrà, per questa via, rimandata a nuove prove di forza, nella calcolata speranza di tenere sotto controllo un gioco pericolosissimo, soprattutto quando gli appetiti intorno ad una preda apparentemente piccola, si vanno ingigantendo, perché coinvolgono molti e variegati interesssi che la regione in contesa contiene e rappresenta. Contro Assad si doveva intervenire subito, senza attendere il ricorso a gas venefici, non si sa da parte di chi e se comunque in possesso degli insorti e procurati da non si sa chi, se l'oggetto del contendere fosse stata l'inammissibilità della crudeltà dinastica della sua famiglia. Ma così non è, non è mai stato, anzi, la crudeltà sempre dispiegata dai liberatori potenziali e sempre spiegata con un linguaggio accettato dalle comuni culture a cui si rivolgeva per giustificarla, è del tutto analogo a quello con cui il dentista di Damasco si giustifica con la societa inclusiva siriana.

Pochi..ma buoni. L'ambaradan delle contraddizioni e di ciò che le rende possibili.

Credetemi, amici miei, in un solo semestre di un anno recessivo, abbiamo incamerato 71 mln di utili e c'è da giurarci che per la fine dell'anno la performance sarà incrementata rispetto all'atteso 142, per poi ricominciare ad anno nuovo, a maggior gloria dell'azionista e di Adolfo che nel manifesto di incensazione posa come un bravo scolaro appena diplomatosi: bello, modesto, affaticato ma lieto. I discendenti azionisti degli agrari, assenteisti e reddituari, erano già stati rassicurati in sede di assemblea di bilancio circa la resa dei loro investimenti da una ultraventennale dirigenza, inamovibile e fiduciaria. Il risultato ante mercato è stato ottenuto nonostante un incremento del costo del personale ( pur tenuto sotto strettissimo controllo, nel numero e fin anche nei singoli atti ) del 3,1%, tramite l'incremento degli impieghi con doppia profilassi, o in esclusivo ambito finanziario, attraverso il quale si sono consolidati i legami fra clienti ( sempre gli stessi ), azionisti, Ghota e ghotino aziendale. Lo stremato, ma felice, Adolfo promette ai suoi azionisti: "nonostante la nostra sventurata appartenenza ad un ambiente domestico rispetto al quale ci sforzeremo di rimanere estranei, cresceremo ancora per Voi, pigri percettori di dividendi, calpesteremo ancora i malcapitati al Vostro servizio, ormai ridotti ai minimi termini, scacceremo, prima o poi, con le buone o con dei pretesti, tutti coloro che non assimilano il Vostro stile padronale, antecedente ad ogni degenerazione normativa, che adatteremo ai Vostri protocolli". Che cosa si fa, quindi, nello tsunami finanziario globale e nell'Italia in crisi di cui tanto si amano, soprattutto, i suburbi? Si sta sotto vento, per non farsi scompigliare i capelli, si custodiscono nelle preistoriche cassette di sicurezza i ricordi più cari e le mazzette per ogni sorta di non segnalata spesa, per i consumi spiccioli evasivi dei più affezionati. Investe, il fortino, esponendosi in prima persona, rassicura i rentier facendoli partecipare alla sua patrimonializzazione: non li remunera ma li consolida. E' la seconda o la terza cassa dei depositanti che le affidano il loro peculio di riserva, con logica da cassettisti.Il desiderio di mimetizzarsi, trova nella mimetica entità la scenografia più appropriata, il timore maniacale di incappare in segnalazioni e controlli, rassicura gli occultatori, immersi nell'ottica nascosta di un riflesso. Col commercio sversatorio dondoliamo sull'altalena del commercio frivolo dei trucchi, dei costumi da bagno e delle calze, mentre un eroe dell'indebitamento non brilla più in tutto il suo splendore sui nostri tappeti d'Aladino: ha dovuto chiudere. Che cosa va offrendo secondo la sua concezione filosofica da accademia della Stoa o del peripatetismo, come frena le emorragie, come trasfonde il sangue nuovo portato da due vampiri, uno anziano e uno giovane col canino insanguinato nello stemma di famiglia, al cui arrivo un precedente vampiro, ormai sdentato, ha disceso lo stesso sentiero all'incontrario, cercando di riverberare un "prestigio" in via di ridimensionamento? Ma, soprattutto, come vengono impiegati questi soldi? Nel corporate, ci distinguiamo quali efficienti fattorini; concepiamo gli impieghi come emulsioni finanziarie nelle quali le obbligazioni domestiche la fanno da protagoniste. E' tutto oro quel che luce di autopropaganda? A giudicare dalle continue emissioni obbligazionarie, ci sarebbe da sospettarne.Che siano quasi sempre contestuali con incrementi periodici quadrimestrali dei ritmi produttivi, sembra confermare che la rinomata cucina produce budini, frullati e soufflées. Il sistema di inclusione capzioso in schemi meccanici e disumani, attesta il disprezzo per i lavoratori, come già fu per gli antichi braccianti. E' vero che nel parcheggio aziendale della dei nostri proprietari estetizzanti, i dipendenti che si recano al lavoro in macchina pagano il parcheggio, o si tratta di "cattiva informazione?" Che cosa fa quindi, a parte coltivare minuziosamente i suoi interessi? Nient'altro, senza rispettare nessuna norma contrattuale o legale, mistificandole sistematicamente senza incontrare nessuna opposizione, esponendosi solo a continue figuracce presso le commissioni per il lavoro, involuto in sua primitiva "fase anale", sadicamente autogratificante. P.S. A forza di rispondere al telefono, finisco per intercettare, involontariamente, illuminanti indicazioni operative ed organizzative. Sul far mediano del mattino, uno sconosciuto si informa: "sono Tal dei Tali, parlo con la prima linea? Si. Qual fortunata circostanza. Vi volevo avvisare che questo pomeriggio, si presenteranno il Geom. Talaltri e un suo assistente, per prendere visione delle superfici da moquettare lunedì mattina. Bene. La squadra degli operai sarà sul pezzo dalle ore 7 a.m. Alle 8,30 arriverò io per sovrintendere al fatto compiuto". Se il senso di orientamento non mi inganna, si tratta della solita, scontata presunzione che ci si mobiliti per assicurare l'eleganza e la confortevolezza degli ambienti d'accoglienza e non si consentano interferenze con l'operatività corrente, come per le riunioni dopo l'orario. Tutto gratuitamente, come al solito. Mi sono peritato di informare gli interessati, "affinché non si spaventassero per l'inopinata intrusione", che avremmo lasciato i volonterosi fuori dalla porta fino all'orario ufficiale d'ingresso, almeno noi della "prima linea".

Intasamenti.

Il piccolo Mediterraneo non riesce più a contenere tutti i mezzi navali che vi affluiscono per prepararsi all'attacco alla Siria. Bene ha fatto il Papa, questa mattina, ad insinuare che le guerre abbiano lo scopo nascosto di smaltire gli arsenali per poi rimpolparli, secondo scansioni produttive e commerciali, che scandiscono le sempre più ravvicinate "rese dei conti", in aree già di per se critiche. Esistono, per altro, centinaia di conflitti che nessuno segue, illustra, per i quali le grandi testate giornalistiche e i network televisivi non impiegano cronisti e per le quali non si elaborano statistiche sui caduti per la libera informazione. Gli Stati Uniti hanno posizionato nel Mediterraneo anche sottomarini a propulsione nucleare che stanno depositando nella bagnarola le loro scorie, la Francia sta per mobilitare una portaerei, i Russi schierano una contro flotta e si riservano, a loro volta, l'invio di sottomarini nucleari, ma, in particolare, hanno portato in zona truppe da sbarco e missili per Assad. Anche la Cina, quatta quatta, ha attraversato il canale di Suez con una unità con centinaia di marines assalatatori a bordo, mentre altre non dichiarate unità navali sono in stato di mobilitazione. Bisognerà presto regolare il traffico in zona o le navi non riusciranno più a muoversi. Gli schieramenti sono palesi, gli scopi degli schieramenti, tutt'altro.

Contingenze atemporali.

Il pampa-Papa ha deciso di collocare la Chiesa all'opposizione e di intercettare quel diffuso sentimento popolare, da tempo privo di ancoraggi e riferimenti. Offre ai popoli una dottrina ideologicamente accettabile ed affine a tutti gli uomini di buona volontà. La perorazione del Papa si rivolge, nei fatti, ai popoli atlantici tecnologicamente ed economicamente dominanti, ma coinvolge in un nuovo ecumenismo tutti i popoli religiosi, indipendentemente dalla loro fede. Nel farlo, pone in atto una spettacolarizzazione degna del teatro religioso antico, che si recitava sulle piazze e sui sagrati. L'invocazione a non resuscitare Caino si scontra con un conflitto intestino già in atto da due anni e che ora si vorrebbe spingere ad un esito favorevole ai fomentati ribelli, per l'utilizzo di gas venefici, di incerta attribuzione, adducendo che senza sanzione internazionale potrebbero, d'ora innanzi, usarli tutti. Che dire allora dell'impunito uso dei gas nervini italiani contro gli Eritrei, voluti dal generale Badoglio, lo stesso dell'armistizio e della deposizione del fascismo, delle due bombe atomiche sganciate dagli Statunitensi sul Giappone, per piegarlo, che continuano a fare vittime anche oggi tra i discendenti di quelle ombre? La politica, cioè l'arte di governare i popoli, segna uno dei suoi momenti più bassi e i rischi involutivi sono inscritti nella Storia. Per non diventare una Onlus caritatevole, il gesuita-francescano ce la sta mettendo tutta.Il nemico apostata non c'è più, è tempo quindi di insinuarsi nelle contraddizioni del mondo che ne è scaturito. Le legioni del Papa sono reclutate fra i giovani, che ha invitato in Brasile a "fare casino" e sul popolo indistinto al quale si rivolge d'impeto, come se volesse sfuggire alla tela del ragno degli apparati curiali, per attualizzare il sedimento storico immutabile della dottrina cattolica.

venerdì 6 settembre 2013

Ultimi, progressivi congedi.

E' stato sancito. Per il paziente "non c'è più niente da fare", che, tradotto, vuol dire: questo Istituto di ricerca sul cancro, che usufruisce, a questo scopo, di iniezioni di denaro e può valersi per la sua controllata sperimentazione di pazienti in corpore vivo, non può più utilizzare i fondi per una terapia impossibile, né continuare a investigare le cause dell'invasione corporea, ormai giunta alla diffusione su tutte le ossa delle metastasi, senza incorrere nella sospensione delle corresponsioni ( poche, le pubbliche, molte, quelle delle industrie farmaceutiche )finalizzate. Abbandoniamo, quindi, il paziente. Questa è stata la formula, burocraticamente infame, che è stata ripetuta ai famigliari della vittima defedata. Non è più compito nostro accompagnarla alla morte. Nessun consiglio, nessuna indicazione. Ora si prospetta, non tanto per il diretto interessato, il cui orizzonte è definito, ma per i suoi parenti, un itinerario, senza speranza, al Centro delle neoplasie dell'Ospedale Sant'Orsola di Bologna o al Centro europeo dei tumori di Milano, ex Mario Negri. Una tortura per mitigare il dolore, per qualche ora di apparente recupero, mentre il corpo si riduce, fagocitato dal suo interno, da se stesso, in contraddizione biologica, senza sintomi, tranne una febbriciattola, a tempo scaduto, quando appena un anno fa, ancora faceva sport e sosteneva sforzi. L'importante Centro di cura e ricerca che, dopo aver esperito gli accertamenti standard, si era inoltrato, giustificato, in una seconda scansione più evoluta, da non praticare se la prima diagnostica fosse stata esaustiva, aveva avuto l'imprimatur per la terza, la più evoluta, raffinata e costosa. Ebbene, neanche quest'ultima era riuscita ad accertare l'origine del tumore; solo talune cellule malate di tipo intestinale avevano indicato una localizzazione, ma non la sua cronologia. Uomo, lasci questi luoghi che hanno deluso le tue ultime aspettative. Noi facciamo un altro mestiere.

martedì 3 settembre 2013

La guerra che verrà.

I tempi dilatati che gli Stati Uniti e la Francia, che sembra la moglie interessata che pungola il marito, si sono dati per attaccare la Siria, sono costellati di esercitazioni e dettagliate preparazioni. La replica di Assad alle accuse di avere usato i gas nervini, è logoca e discorsiva, priva di diplomazia e di reticenze. Si chiede, infatti, il Presidente se a qualche d'uno sembri logico usare mezzi di morte indiscriminati nelle stesse zone occupate dalle proprie truppe, parte delle quali ne ha subito le conseguenze mortali. Con questa dichiarazione, Assad ha voluto rimarcare come la "condanna" franco-americana sia ipocrita e, supportata dal battage mediatico, anestetica della sensibilità pubblica, verso un intervento a lungo pianificato, dato che, in due anni, i ribelli non hanno fatto autonomamente passi avanti. Diventa quindi necessario disarmare il regime per consentire alle proprie truppe cammellate di "vincere la battaglia per la libertà" e consegnare parte delle forze disorganizzate all'influenza di Al Qaeda. Di fronte alle bugie americane, la ragion non vale, non è mai valsa ogni qual volta si sono decise azioni militari contro i competitori, avversari, nella fattispecie, anche del presidio israeliano nella regione. Le manovre interconnesse israelo-americane, sono lì a dimostrarlo, se mai ve ne fosse ancora bisogno. Il Senatore Kerry, ancora nel 2009, cenava con Assad insieme alle rispettive signore ed oggi lo definisce "come Hitler, Stalin e Saddam Hussein, assimilando l'ex alleato, poi demonizzato, alle più suggestive icone del "male", combattute militarmente su scala planetaria. L'unico "vantaggio che gli Iracheni hanno ricevuto dall'invasione liberatoria che hanno subito è stato di poter nuovamente schierare 30.000 soldati al confine siriano, carne da macello necessaria ad avanzare sotto i bombardamenti "amici", del conquistatore alleato, dopo otto anni di guerra per procura contro l'Iran e una rovinosa invasione del Kuwait, che ha innescato la reazione a lungo termine degli Stati Uniti. Il Vaticano ha evocato una nuova guerra mondiale, individuando negli elementi presenti nella esplosiva miscela mediorientale, l'innesco di un conflitto in espansione. La diplomazia vaticana è sottile e raffinata, anche se quanto asserito è "diplomaticamente" da interpretare: gli interessi russi nel Paese nel mirino non sembrano in grado di innescare un'adesione progressiva e contrapposta al conflitto che sta per accendersi, se il diavolo non ci metterà la coda e la coda per la Chiesa è la preponderanza degli interessi israeliani nell'area, per conto degli Stati Uniti, che inibiscono il dialogo interreligioso. Per vie traverse, si rimanifesta l'antisemitismo occulto delle gerarchie cattoliche, l'irritazione profonda per il cuneo che i Giudei rappresentano, dilatando le possibilità di utili e altrimenti possibili, compromessi. La sorte di Assad è segnata, come lo fu quella di Saddam Hussein. I tempi per un'abdicazione e per un esilio si sono esauriti, come si esaurirono per Saddam Hussein. Bisognerà valutare l'atteggiamento dell'Iran, prossima vittima designata del neo imperialismo; deciderà inutilmente di attendere e di sopravvivere o, in una maniera o nell'altra, passerà all'azione? Quando si va in guerra si è in fondo all'oscuro dei suoi possibili esiti, rispetto alle proprie intenzioni.

domenica 1 settembre 2013

Il porcaio, ovvero la democrazia possibile.

Che ne è stato degli intellettuali praghesi che contestaromo la presuntuosa dittatura comunista nel loro infelice ma evoluto Paese, sempre tradito e per questo consapevole di dover contare solo su se stesso per sopravvivere e conservarsi? Gli estensori di Charta '77 sono, credo, tutti morti, uno di loro, Vaclav Havel è stato anche Presidente della Repubblica. Un suo epigono, Topolanek, più recentmente, scondinzolava, con la coda anteriore, a bordo piscina della villa sarda di Berlusconi. Le altre nazioni anticomuniste erano - solo negli ultimi anni di crisi economica dell'Impero sovietico - agitate da forze politiche, morali e spirituali ( oltre che da robusti interessi da recuperare ) - diverse e sovrastrutturali ad una matura consapevolezza culturale: la Chiesa nazionalistica polacca, l'astuzia appresa nel '55 in Ungheria, dalle decine di corporazioni ( i piccoli proprietari terrieri, i piccoli proprietari di case, ecc. ) che erano rimaste impresse sullo sfondo, dopo la presa del potere assimilatrice, alla fine della seconda guerra mondiale, dei comunisti. I Cechi erano stati abbandonati alle truppe sovietiche dal Generale Patton che occupava il loro Paese, in seguito alle decisioni di Yalta e si erano vaccinati contro le illusioni del luccicante mondo libero e, soprattutto, contro la sua labile moralità. Oggi si trovano in balia di un padrone non meno arbitrario e anche la corruzione vi ha trovato la sua sedimentazione, in forme esplicite e dirette, non cerimoniali ed ipocrite, come da noi. Quella generazione di intellettuali ha quindi perso. Che almeno la loro indomita indipendenza non sia prostituita a fondamento di società che con le loro aristocratiche aspirazioni non hanno nulla a che fare. Non c'è democrazia che tenga: la libertà è aria di vetta.

Ripiegamenti.

Da domani, in Grecia, si potranno comperare, a prezzi scontati, gli avanzi, cioè i cibi in confezione scaduti. E' un ritorno al passato che la corruzione ha reso possibile, ma che il ragionieristico rientro dal debito, che, con l'euro, i Paesi frivoli hanno scoperto di avere accumulato nei confronti di Tedeschi, Olandesi e Norvegesi, inchioda alla miseria. Paesi non superficiali, nè corrotti, come alcune socialdemocrazie scandinave, trovatesi in soggezione per l'impeccabile stato sociale che ha caratterizzato tutta la loro storia recente ( ben diverso dallo sbandierato e inesistente welfare italiano, più incline al clientelismo che all'assistenza su di una popolazione comunque molto superiore ), non hanno abboccato all'euro e, senza subire la vendetta di un qualche dio finanziario, stanno come prima, cioè benissimo. L'euro è un modello di riferimento economico che attiene alle strutture economiche sovranazionali, bancarie ed industriali ed è estraneo alle esigenze concrete dei popoli, tanto quanto ai loro costumi ed alle loro tradizioni culturali, che restano diversissime. Con l'ignoranza che caratterizza le plebi moderne, come quelle antiche, sarà però possibile argomentare che l'inedia è già stata propria dei popoli europei in altre circostanze storiche e che, come allora, bisognerà piegarsi nello sforzo di recuperare, per poi crescere, ecc., per il bene dei nostri figli e, come al solito, di una indeterminata nazione. Quanto ai peculii "circolari" delle mille associazioni finanziarie e sedicenti bancarie italiane, si rinserreranno, finché potranno mantenere isolato l'assetto speculativo e arcaicamente prevaricatore. Credem'a me.