domenica 22 settembre 2013

Confronti.

E' ancora in corso il confronto armato fra un movimento paramilitare somalo e l'esercito kenyota, all'interno di un emporio per turisti e ricchi locali, che, visto dall'esterno, sarebbe, per noi, un supermercato di periferia. So, per esperienza diretta, da che cosa siano contornati questi fabbriche, linde e ordinate, come se fossero un bene non ripetibile , da conservare e da venerare, quindi, mentre a pochi passi scorrono i rigagnoli delle fogne in superficie e comincia la città popolare, fatta di abitazioni di compensato di legno e di lamiera ondulata. L'assalto allo shopping center ha sollecitato una superficiale attenzione degli organi di informazione internazionali, più dell'attentato kamikaze in una chiesa cristiana del Pakistan, che ha provocato, per ora, un maggior numero di vittime. Shopping center, divise mimetiche e armamento che a fatica le milizie reggono in braccio, scarsa la capacità d'intervento, dato che sono già sul posto commandos israeliani e nord americani. La giustificazione sarebbe che il proprietario dell'emporio è un israeliano ( con una partecipazione statunitense? ) La scelta è stata dunque plurisimbolica. L'esercito locale è quindi una presenza imbelle, capace però di atrocità verso gli oppositori somali sul loro territorio. Gli assalitori somali hanno infatti denunciato, tramite twitter, le nefandezze di quei soldati contro la popolazione del loro Paese. Di capacità selettiva sembrano, infatti, non possederne molta, se è vero che sono passati al contrattacco nel supermerket, aprendosi la strada con un lanciarazzi. Certamente dovranno degli indennizzi al padrone israeliano, che non apprezzerà il loro danneggiatorio soccorso, soccorso che israeliani ed americani non hanno prestato ai somali per l'invasione dei loro contractors. Emblematicamente, saltano agli occhi le sinergiche e simboliche alleanze, politiche, militari e "commerciali" fra gli occidentali e i corrotti e turistici apparati locali. Il leader del P.K.K. curdo, Ocalan, che era transitato per l'Italia, all'epoca del Governo D'Alema, rifugiatosi in Kenya, era stato costì venduto e rilevato dai servizi segreti turchi. Non se ne hanno più notizie. Dovrebbe essere ancora in un carcere, su di un'isola. In questi disgraziati Paesi si consumano guerre geo-strategiche di cui nessuno si cura, fino a che non vengono compiuti dei gesti clamorosi e simbolici, verso simboli anche, se non soprattutto, occidentali. Ecco che si scopre, in quelle circostanze, che, in quei luoghi irreali, esclusivi, rispetto al costume endogeno, si trovavano pochi indigeni, qualche coppia mista benestante, e tanti stranieri, di varie nazionalità. Qualche italiano è fra gli ostaggi, un centinaio sono quelli che ancora dovevano accedere e che erano usciti per tempo. Appena questa vicenda si sarà esaurita in una vendicativa immolazione dei temerari, non si parlerà più ( a dire il vero non lo si sta facendo neanche adesso ) dell'Africa negletta, ma presidiata da truppe straniere, rifornita di armi di dimensione e peso spropositati al peso specifico di quelle nazioni, frequentate appartatamente da ricchi oziosi bianchi che spesso vi risiedono stabilmente. Dal loro punto di vista, tutto questo apparato bellico è funzionale a non disturbarli, nel mantenere l'equilibrio di conformi, intrecciati interessi. In Germania, dopo solo undici ore di suffragio, la CDU dell'ex compagna Angela Merkel ha conquistato la maggioranza assoluta al Bundestag. Maggioranza assoluta vuol dire un solo seggio in più della metà dei deputati, ma nessuno ne dubita: con quell'unità in più la Cancelliera governerà sicura, sia che decida di farlo da sola, sia che inglobi la SPD in un esecutivo di "grosse koalition". Con un deputato solo di maggioranza aveva già governato Helmut Kol, all'epoca della riunificazione tedesca. Il rafforzamento del partito conservatore tedesco ha naturalmente comportato la fagocitosi dell'alleato storico della CDU, il partito liberal-democratico, che non ha espresso eletti. I democristiani tedeschi, che avevano già stravinto in Baviera, nella versione cattolica e sociale compongono, con i protestanti del nord, un formidabile apparato di consolidamento dell'egemonia tedesca sul continente e sull'euro e una pesante e univoca conferma della politica di austerità per i Paesi immeritevoli rispetto al rigore tedesco, che, per nessuna ragione, neanche di solidarietà europea, vuole accollarsi i debiti clientelari e da corruzione degli altri. La Merkel è luterana di formazione, suo padre era un Pastore di quella Chiesa e, per i luterani, il debito è una colpa. La chiarezza e la sintetictà dei tedeschi, che pure, dal dopo guerra in avanti, hanno sofferto ogni sorta di autoprovocati divisioni, contrasti, oneri economici, da risarcimento e da debolezza politica, al dissolversi degli equilibri della guerra fredda e dalla pesante presenza dell'Unione sovietica nello scacchiere centro-orientale dell'Europa, nonostante l'integrazione paritaria della ex Repubblica democratica tedesca, che aveva comportato una decurtazione volontaria dei redditi dei cittadini tedeschi-occidentali, in pochi anni ha consentito la riacquisizione della storica e antagonizzata supremazia sul continente e, i Tedeschi federati in nove Land, che sono dei veri e propri Stati, non sono più disposti ad accollarsene gli oneri, non potendo contare né su fedeltà, né su consonanze di costume. Vedremo se saprà astenersi da nuove tentazioni egemoniche. La presenza in Parlamento di un piccolo ( per ora )partito anti-euro, per ragioni opposte a quelle dei Paesi pigs, ha una valenza ambigua, in questo senso. Le condizioni dei diversi Paesi dell'Unione sono troppo differenti perché non ci sia contesa, a meno che noi, popoli creativi, non vogliamo diventare un approdo turistico e commerciali per i Tedeschi. Gli Allemanni pensano e dicono di noi che siamo la causa dei nostri problemi

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