giovedì 10 settembre 2009

Epiloghi retorici.

Funerali di Stato per Mike Bongiorno e, prima, esposizione alla Triennale. Mi sembra eccessivo per un intrattenitore sia pur cinquantennale e per un uomo di spettacolo leggero, che ha saccheggiato i talk show americani e che scimmiottando quel tipo di candore ha saputo diventare nazional popolare. Bongiorno è stato un famigliare e piacevole compagno delle serate nelle case. Niente di più e niente di diverso. per altro ha cercato il guadagno e, per alimentarlo, ha gestito con misura ed abilità una immagine rassicurante ed affidabile. Il resto stroppia.

lunedì 7 settembre 2009

Dissociati, dissociazioni e sepolcri imbiancati.

Vittorio Feltri prosegue la sua opera di demolizione degli insidiosi compagni di viaggio di Berlusconi. Oggi se la prende, una volta tanto in maniera inappuntabile sul piano interpretativo, con Gianfranco Fini. Sembrano baruffe fra maggiordomi che conoscono bene la loro mediocrità. Che Fini, come Casini sia un opportunista di molti modi e scarse qualità, uso a cogliere le occasioni per tradire, non solo la moglie, ma anche i propri benefattori è ormai evidente. Dopo decenni di ossequi conformistici a Forlani ed Almirante, ecco i due vecchi-nuovi leader, impegnati a contendersi/spartirsi le cariche di Presidente o della Repubblica, o del Consiglio dei ministri. Stanno vivendo una patetica, ultima giovinezza. Fini, in particolare, sta cercando di contarci di essere diventato un illuminista da quel sanfedista che era, in uno spregio concettuale, ma soprattutto morale, che considera parole e principi, merce per allocchi. Berlusconi, poi, che si dissocia dal suo sicario strapagato, ogni volta che questi lo difende dalle insidie dei suoi (altri) clienti è la definitiva consacrazione del bugiardo a cavallo. Speriamo che, la prossima volta, se riuscirà a convocare i comizi elettorali, gli italiani se ne ricordino. Per chi votare, però?

domenica 6 settembre 2009

Cadone le prime foglie...

Non si sa se per l'eccessivo caldo di Agosto o per l'influenza di arie settentrionali, alla ripresa dell'attività politica, nelle Cittadella proibita, qualche fogliolina non più irrorata è caduta dai rami ed ha mestamente volteggiato fino al suolo, rimirando la cima della robustissima pianta sulla quale stava vanitosamente appesa e dalla quale pensava di poter saccheggiare impunemente la morale e le ipocrise correnti che anche l'appendice linfatica continuava ad alimentare per fisiologica necessità. Quando il vegetale si reincarnava, compulsava a violarle privatamente non sopportando il disagio della "civiltà". Era strumento, come il suo giustiziere al servizio di un prevaricatore, che in cuor suo si compiace di essere al servizio solo del suo portafoglio. Ha pensato, gongolando, di essere, filosoficamente, la riduzione del Principe, che invece, fattivamente, è chi ha ordinato la sua cancellazione e, con un solo colpo, che riduce "ad uno", come la filosofia di Platone nella sintesi di Plotino, la sua complessa personalità, è stato relegato in Purgatorio dal suo Consiglio di amministrazione in abiti talari e sottratto alla visibilità. La lotta, endogena ed esogena, gli scambi non dichiarati ed inutilmente denunciati continueranno. Le vendette eventuali si consumeranno quando non saranno più riconoscibili e il mondo continuerà come prima. L'etichetta delle spiegazioni tradizionalmente e culturalmente consolidate continuerà a rassicurare i devoti della loro "giustezza" mentre raccattano le briciole, più o meno grandi, intorno al desco.

sabato 5 settembre 2009

Egoisti vittimisti.

Gli Israeliani, per l'ennesima volta, alla richiesta di un blocco degli insediamenti in quel che resta del territorio palestinese, hanno contrapposto un piano di edificazione massiccio e rapido che dovrebbe ospitare, ma da padroni, nuovi coloni e nuovi immigrati alla ricerca di una terra, di un lavoro e di una casa a spese altrui e non come semplici migranti. I Sionisti hanno sempre fatto così, scatenando, con dei pretesti, delle feroci repressioni e devastazioni sulle quali riedificavano per se stessi, relegando la popolazione residente in ambiti sempre più ridotti e poveri, dove ogni tanto fanno dei raid per ammansirli quando i movimenti armati sorti in Palestina, con i camikaze sul "loro" - territorio, o con qualche missile a gittata breve, reagiscono alla pulizia etnica. Il mondo occidentale, di fronte a tanto particolarismo e caparbietà, che non rinuncia alle querimonie del vittimismo congenito degli Ebrei ed alla ricorrente colpevolizzazione degli europei per lo sterminio nazista, è impacciato ed ipocrita, soprattutto quello anglo-americano che con l'Olocausto non ha avuto nulla a che fare. Ma i Sionisti gli assicurano un avamposto in una terra estranea ed in parte ostile, fino a che sarà strategica per risorse e geopolitica. Dopo, come gli Ebrei sanno, potrà venire per loro un nuovo esilio, ma loro, come i Mussulmani sono refrattari alla carità ed al senso di comunità umana. Lo sono provincialmente e senza ipocrisie, quindi, ideologicamente, sono pronti a pagare il fio della loro particolarità e del loro egoismo ed a continuare, per non assimilarsi, nel loro nomadismo mitologico. Riflettano però i poveri Ebrei di Israele, provenienti da ogni parte del mondo che a loro e solo a loro, toccherà il nomadismo fisico; esiste per l'ebraimo come per ogni altra etnia, un'élite ricca, colta e "particolareggiatamente" stanziale, come loro sulla terra degli altri, unica alternativa offerta e raccolta fino ad ora, alla loro - per altro fertilissima - ricerca della Terra "promessa".

Congiure bizantine.

Sta maturando nel nostro Paese un cambio di Governo o meglio, il cambio del leader. Una capziosa campagna mediatica si è incaricata di dimostrare che il primo ministro conduce una vita licenziosa e dissipata. Il miliardario Capo del Governo avrebbe avviato alla politica, dopo averne ottenuto i favori sessuali, numerose veline, donne di spettacolo ed ambiziose di varia estrazione, in parte attinte dai provini delle sue televisioni. Niente di più conservativo, sul piano del costume, di un Presidente del Consiglio conservatore. La profanazione della politica si sarebbe consumata bypassando ogni traversata nella burocrazia dei partiti. Dopo aver favorito fiscalmente e legislativamente la Chiesa cattolica ed essere stato ricambiato dalla gerarchia istituzionale dello stato della Città del vaticano, Berlusconi non ha esitato a replicare alle critiche dei Vescovi, colpendone il portavoce, mettendolo alla berlina e provocandone le dimissioni. Ha richiamato dalla riserva dei fedelissimi ben retribuiti Vittorio feltri e lo ha incaricato del killeraggio dei suoi avversari, ben conoscendo la sua capacità di infangare il prossimo. Il neo-direttore di ritorno non ha esitato ad agire. La Chiesa si rifarà favorendo la sua sostituzione con un altro leader più affidabile e manipolabile, che non pretenda di trattare alla pari, o peggio, di imporsi alle gerarchie ecclesiastiche solo per averle ben remunerate come le sue conquiste. Si ritiri nelle ridotte il santo gazzettiere sporcaccione della C.E.I., con umiltà ed obbedienza. Adesso, però, il Governo Berlusconi potrebbe cadere per una congiura giornalistica - l'adagio: chi di spada ferisce, di spada perisce, vale anche per lui e non solo per Boffo - espressione di una delle tante possibili congiure di Palazzo, che furono caratterizzate all'inizio, dalle mene di Scalfaro. Sul piano politico ed elettorale, Berlusconi fu sconfitto per due volte da Romano Prodi, ma il vendicatore dell'I.R.I. fu sistematicamente disarcionato dalle faide interne al suo schieramento. Questa è la realtà del vischioso potere degli apparati partitici ed acclesiastici, di quelli sindacali e con forme e modalità originali, giudiziari.. In tutto questo, brillano per irrilevanza, i cittadini e, per assenza, l'opposizione, buona solo ad impedire al suo Presidente, espresso solo per la campagna elettorale, di governare. Non credo che in questi anni sia stata in pericolo la democrazia politica; Berlusconi non ha attentato ad essa più di quanto non la abiano omogeneizzata i politici tradizionali e senz'altro mestiere e, quando ha reagito - ora in maniera scomposta - è stato perché si cercava ipocritamente di rivolgergli contro questa o quella parte dell'opinione pubblica. Da qualche anno, anche all'interno del movimento politico che lui o chi per lui ha inventato, anche i due gregari storici ed ormai vecchi catenacci dell politica, Casini e Fini, occhieggiano a destra e a manca per la successione, come la seconda moglie ed i suoi tre figli. Senza Berlusconi si riaprirebbero tutti i giochi e tutte le pratiche spartitorie.
Dopo i sindacati, che hanno surrogato il potere politico in crisi, ai tempi del Centro-Sinistra e che ora si arrabattano, divisi, in ogni velleità corporativa, alle quali, la CGIL, con la Destra si rifiuta, sono oggi i giornali ad avere assunto la guida degli schieramenti. La Repubblica, non nuova a questo ruolo, anzi nata proprio per questo, con i soldi dell'Ingegner De benedetti che ha potuto licenziare migliaia di lavoratori anche quando le piazze ribollivano, con i buoni uffici delle Confederazioni e della CGIL in primis, interpreta da sola la voce dell'opposizione, mentre il timoroso PD sta al traino, senza neppure spendere troppe parole, per non disturbare. Sul fronte opposto, quello governativo, Berlusconi ha deciso di intraprendere una guerra contro chiunque lo denunci o lo contrasti, a cominciare dai giudici per finire con i cattolici non compiacenti, nel tentativo di riportare all'ovile i suoi ingrati alleati del partito degli interessi. Gli arieti del cvaliere sono due pensionati del giornalismo, Emilio Fede e Vittorio Feltri, quest'ultimo soprattutto, abile nel killeraggio mirato e trasversale verso ogni potere che non sia quello di chi lo ha ingaggiato, compreso quello ecclesiastico.
Quando Mussolini fondò Il Popolo d'Italia e abbandonò l'Avanti e, per farlo, accettò di farsi finanziare dalla Francia, che voleva essere spalleggiata nella guerra contro l'Austria, cominciò a manifestarsi la decadenza della democrazia liberale e si aprirono le strade della demagogia, verso la dittatura.
Oggi, troppi elementi di un rinnovato clima oppressivo, a cominciare da quello vigente in quegli ambienti lavorativi dai quali non si viene espulsi se non attraverso prepensionamenti - almeno per ora - ma all'interno dei quali è preteso il più vieto conformismo e la totale dedizione, si manifestano ed inquinano la serenità delle persone. I sintomi sono quelli di una malattia in corso.

Il Griso e il Sacrestano.

La polemica che Avvenire, insieme a Famiglia cristiana ha condotto nelle ultime settimane sui comportamenti immorali del premier, è stata interpretata come una velina della C.E.I. Nella presunzione che non fosse condivisa dalla Segreteria di stato, stante il silenzio dell'Osservatore romano, si è deciso di replicare con una controdenuncia pubblica, mirata sulla persona del direttore del quotidiano dei Vescovi, che, si dica o si disdica, ha accusato il colpo e si è dimesso.
L'importante giornalista cattolico è stato il Capro espiatorio del conflitto mediatico che rischiava di alienargli una parte del voto confessionale e congiurava ad autenticare la disistima personale verso Berlusconi, a prescindere dalle appartenenze.
Vaso di coccio fra i vasi di ferro, è stato sacrificato, ucciso da un sicario.
E' difficile credere che sarebbe stato possibile senza l'assenso di una parte - quella politica e istituzionale - della Chiesa cattolica, che è stata messa, nel suo insieme, in un nuovo, grave imbarazzo. Potrebbe essersi trattato di una forzatura per fare emergere dei contrasti noti ai vertici della politica, ma sarebbe stata una grave imprudenza per le lontane, tardive rispetto ai fatti, micidiali repliche della Chiesa. Se Berlusconi fosse stato in grado di far dimettere Feltri o avesse avuto la volontà di licenziarlo, dopo averlo appena nominato, forse Boffo, che non ha lasciato tutti i suoi incarichi, sarebbe ancora al suo posto. Ma per il Cavaliere sarebbe stato un boomerang, come quello originato dalle mancate promesse fatte alla Daddario.
Boffo avrebbe dovuto ricordarsi e ricordare alla C.E.I., che solo chi è senza peccato può scagliare la prima pietra e che, proprio perché senza peccato, se ne asterrebbe. Non avrebbe dovuto fare, quindi, il Tartufo della situazione e interpretare i "sentimenti" dei devoti. A rammentare a lui il Vangelo, ci ha pensato il Bravo di Don Silvio, che lo ha annichilito sotto un masso.
Boffo è stato sputtanato per un fatto privato e personale che aveva già trovato la sua sanzione. Berlusconi è stato attaccato, sul versante laico-radicale, perchè avrebbe avviato alla politica della prostitute e questi contegni, indipendentemente dalla moralità personale del direttore-commentatore di un organo di stampa, fanno parte del mestiere del cronista, sicuramente d'accordo con le sue Gerarchie e dietro la spinta dei devoti scandalizzati.
E' proprio ai devoti che il Griso si è indirizzato, per turbarne le coscienze. Feltri è il Griso del Berlusconi-Don Rodrigo, come la Daddario è l'icona delle sue conquiste.
Boffo, forse, ha minacciato la moglie dell'uomo del quale ambiva ad avere l'esclusiva ed è stato condannato per questo. Deve pagare due volte? Berlusconi, tramite la produzione legislativa si esime da qualsiasi giudizio e per ora non ha pagato, neppure quando è stato condannato. Al suo avvocato, Previti, invece è accaduto e se non se ne è risentito deve essere perché i soldi sono il suo esclusivo orizzonte e perché contraccusando, avrebbe infangato se stesso. Purtroppo è vera la morale di Dostoevskij. lega gli uomini con un delitto. Alle insinuazioni, se false, il danneggiato primo ministro non poteva reagire con una querela? Ha preferito querelare il fronte laico ed infangare quello moralista, ben sapendo che, vere o false, certe accuse non si puliscono in poco tempo e che, sulle spoglie del povero improvvido, le parti possono riappacificarsi.
A Boffo, che non risulta aver commesso abusi, tranne quelli morali sulla moglie del suo drudo, poteva essere rimproverato quanto tradizionalmente si attribuisce ai preti, di predicar bene e razzolar male.
Una morale laica severa imporrebbe adesso che di questa vicenda venisse data una delucidazione veritiera e documentata, nella speranza di poter inibire contegni ipocriti e strumentali per il futuro, per inaugurare un nuovo costume, ma siamo certi che non potrà Avvenire.