sabato 5 settembre 2009

Il Griso e il Sacrestano.

La polemica che Avvenire, insieme a Famiglia cristiana ha condotto nelle ultime settimane sui comportamenti immorali del premier, è stata interpretata come una velina della C.E.I. Nella presunzione che non fosse condivisa dalla Segreteria di stato, stante il silenzio dell'Osservatore romano, si è deciso di replicare con una controdenuncia pubblica, mirata sulla persona del direttore del quotidiano dei Vescovi, che, si dica o si disdica, ha accusato il colpo e si è dimesso.
L'importante giornalista cattolico è stato il Capro espiatorio del conflitto mediatico che rischiava di alienargli una parte del voto confessionale e congiurava ad autenticare la disistima personale verso Berlusconi, a prescindere dalle appartenenze.
Vaso di coccio fra i vasi di ferro, è stato sacrificato, ucciso da un sicario.
E' difficile credere che sarebbe stato possibile senza l'assenso di una parte - quella politica e istituzionale - della Chiesa cattolica, che è stata messa, nel suo insieme, in un nuovo, grave imbarazzo. Potrebbe essersi trattato di una forzatura per fare emergere dei contrasti noti ai vertici della politica, ma sarebbe stata una grave imprudenza per le lontane, tardive rispetto ai fatti, micidiali repliche della Chiesa. Se Berlusconi fosse stato in grado di far dimettere Feltri o avesse avuto la volontà di licenziarlo, dopo averlo appena nominato, forse Boffo, che non ha lasciato tutti i suoi incarichi, sarebbe ancora al suo posto. Ma per il Cavaliere sarebbe stato un boomerang, come quello originato dalle mancate promesse fatte alla Daddario.
Boffo avrebbe dovuto ricordarsi e ricordare alla C.E.I., che solo chi è senza peccato può scagliare la prima pietra e che, proprio perché senza peccato, se ne asterrebbe. Non avrebbe dovuto fare, quindi, il Tartufo della situazione e interpretare i "sentimenti" dei devoti. A rammentare a lui il Vangelo, ci ha pensato il Bravo di Don Silvio, che lo ha annichilito sotto un masso.
Boffo è stato sputtanato per un fatto privato e personale che aveva già trovato la sua sanzione. Berlusconi è stato attaccato, sul versante laico-radicale, perchè avrebbe avviato alla politica della prostitute e questi contegni, indipendentemente dalla moralità personale del direttore-commentatore di un organo di stampa, fanno parte del mestiere del cronista, sicuramente d'accordo con le sue Gerarchie e dietro la spinta dei devoti scandalizzati.
E' proprio ai devoti che il Griso si è indirizzato, per turbarne le coscienze. Feltri è il Griso del Berlusconi-Don Rodrigo, come la Daddario è l'icona delle sue conquiste.
Boffo, forse, ha minacciato la moglie dell'uomo del quale ambiva ad avere l'esclusiva ed è stato condannato per questo. Deve pagare due volte? Berlusconi, tramite la produzione legislativa si esime da qualsiasi giudizio e per ora non ha pagato, neppure quando è stato condannato. Al suo avvocato, Previti, invece è accaduto e se non se ne è risentito deve essere perché i soldi sono il suo esclusivo orizzonte e perché contraccusando, avrebbe infangato se stesso. Purtroppo è vera la morale di Dostoevskij. lega gli uomini con un delitto. Alle insinuazioni, se false, il danneggiato primo ministro non poteva reagire con una querela? Ha preferito querelare il fronte laico ed infangare quello moralista, ben sapendo che, vere o false, certe accuse non si puliscono in poco tempo e che, sulle spoglie del povero improvvido, le parti possono riappacificarsi.
A Boffo, che non risulta aver commesso abusi, tranne quelli morali sulla moglie del suo drudo, poteva essere rimproverato quanto tradizionalmente si attribuisce ai preti, di predicar bene e razzolar male.
Una morale laica severa imporrebbe adesso che di questa vicenda venisse data una delucidazione veritiera e documentata, nella speranza di poter inibire contegni ipocriti e strumentali per il futuro, per inaugurare un nuovo costume, ma siamo certi che non potrà Avvenire.

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