martedì 31 luglio 2012

A volte ritornano. Anzi, si ripropongono sempre.

Annamaria Cancellieri, il baritonale Prefetto, assurto alla notorietà dopo essere andato in pensione, sarà di ritorno a Bologna, il 2 di Agosto, per l'ennesima commemorazione della strage alla stazione. Le parole vuote, come quelle riservate ai giudici uccisi dalla mafia, riecheggeranno ancora nell'assolato piazzale prospiciente la sala d'aspetto di seconda classe. Giusva Fiorvanti, che io ricordo quando, bambino, seguivo alla televisione la serie della famiglia Benvenuti, dove il giovanissimo e promettente attore si cimentava in compagnia del "papà" Enrico Maria Salerno, nel serial in bianco e nero, ha detto la sua, come si conviene ad un caustico e cinico romano: "Bolognesi ha perso solo la suocera e fa il presidente del Comitato dei parenti delle vittime per nomina politica", lasciando intendere che forse della dipartita della mamma della moglie non si fosse, in cuor suo, particolarmente doluto. L'ipocrisia del sistema inconcludente ha riesumato la scomunica del reprobo impenitente, mentre, in questa sequela di parole, da attore maturo, Fioravanti ha espresso una battuta che gli competeva in quanto protagonista per atti effettivi o costruzione giudiziaria "dell'unico atto che non ho commesso e per il quale sono stato condannato". Male fanno, secondo me, la figlia prediletta di Aldo Moro e il fratello di Paolo Borsellino - che almeno, sia pur costantemente contraddetto, vede uno spiraglio, frutto della pericolosa attività di qualche collega della Procura di Palermo, nella vicenda dell'omicidio annunciato del familiare, a presenziare. Della strage di Bologna non si conoscerà mai nulla di accertabile e neanche di verosimile. Forse, Maria Fida ne farà oggetto di una testimonianza della coscienza, della verità idealizzata e ignota, come se potesse esistere una verità, in una dimensione ultraterrena, anche se nessuno la vuole accertare. E' purtroppo vero, infatti, che la rappresentanza della "vendetta testimoniale" non avrebbe avuto risalto se non fose stata assunta a strumento di lotta politica, se non si fosse nutrita di generiche invettive verso una sola parte politica, probabilmente braccio armato di interessi mai compiutamente percepiti a livello esecutivo, proprio per evitare di chiedere un accertamento di ogni responsabilità documentabile e senza indulgere all'analisi politica, che spetta ad altri esegeti ed al metodo storico. Per questo, il baritono prefettizio, già Commissario prefettizio ed ora Ministro prefettizio, ascolterà il solito discorso di Bolognesi e poi, rivolgerà inutili e gutturali espressioni ai soci dolenti, all'interno delle sale comunali a lei arcinote. Nel 20010 e nel 2011 il Governo aveva omesso di presentarsi. Torna adesso, in sede tecnica, a porte chiuse. Ma l'insignifianza infinita resta la medesima. Non so se fra i membri del Comitato delle Prefiche alligni qualche deputato e senatore, come è avvenuto per l'altro comitato cittadino, quello dell'abbattimento dell'Itavia Bologna-Ustica ( Daria Bonfietti, presidente )o se, addirittura, siano più d'uno, come è avvenuto per tutte le vedove dei caduti in missione di intelligence o di supporto "tecnico" al ministero del lavoro ( con l'unica e esemplare eccezione della vedova di Marco Biagi ), ma sono certo che da questi Comitati sotto tuela e dalle "inconsolabili" che vi hanno costruito sopra una rendita politica, non verrà nessun contributo a far cessare le cerimonie, a smettere di portare il lutto. Ci mancherebbe solo di ritrovarci la Cancellieri alla Presidenza della Repubblica, a fare il Commissario prefettizio della Terza Repubblica, dopo che la seconda si è rivelata una finzione, una mistificazione e un aborto.

domenica 29 luglio 2012

Lasciatece passa'..semo romani.

Il Sindaco Alemanno ha nominato consulente del Comune un ex membro della banda della Magliana, della quale, per altro, molti si sono serviti per servizi collaterali alla politica, alle istituzioni e al Vaticano. Addirittura, si tratterebbe del braccio destro di Renatino De Pedis, forse figlio del Cardinale Ruini, come è vulgata diffusa a Roma. I moralismi di facciata, a Roma, città avvezza da sempre ad un connubio strettissimo con il potere, in tutte le sue declinazioni, non valgono una delle tante battute con le quali i romani catechizzano gli ingenui e gli ipocriti; banda della Magliana e violenza, fanno tutt'uno con lo spirito borgataro di quell'esponente della Destra sociale, che coniugava spirito borghese e formalistico, con la bassa retribuzione del padre, ufficiale dell'esercito e la fisicità agonistica ed esuberante delle razzie borgatare e del confronto frequente con le forze dell'ordine. Una sorta di anarchia vitalistica che, una volta conseguito il potere, continua ad esercitarsi in difesa di retorici principi. Per far questo, un conoscitore dello spirito "coatto" delle periferie romane è quanto di più appropriato. E' quello che non aveva capito Pasolini.

Il greco Ingroia.

Riporto un flash di Antonio Ingroia a proposito della sua decisione di andare in anno sabbatico in Guatemala. Era già chiaro. Il magistrato si muove su un crinale dialettico, intelligente ed astuto. Non so fino a che punto utile contro la grezza violenza della mafia, braccio armato dei poteri ai quali, invece, rivolge i suoi articolati segnali. Dell'opinione pubblica, credo che sappia che non vale far conto: non conta nulla e, proprio per questo, è ambigua. "Dispiace sempre lasciare. Ma se non cambiano le condizioni, passi avanti non se ne possono fare. Il magistrato si è ritrovato in una stanza buia, devono essere gli altri attori politico-istituzionali ad accendere la luce. Se dovesse accadere, potrei anche restare".

sabato 28 luglio 2012

Rigenerazioni politiche, esulando dagli apparati.

Estrapolo da un odierno articolo di Flores D'Arcais, pochi cenni all'unica strada per rigenerarci politicamente, condividendoli, parola per parola. Aggiungo che questa ricostruzione deve coinvolgere e superare anche le attuali rappresentanze sindacali, figlie di realtà superate, ideologie, morali o religiose che siano e intrise, invece, di clientelismi, interessi economici diretti o trasversali, collateralità nella gestione di scopi contraddittori. Non è un'alternativa bell'e pronta, ma una costruzione che richiede la partecipazione, l'attenzione e la critica di ciascuno. "Di fronte alla debacle dei partiti, è ormai acclarato anche il fallimento dei “tecnici” liberisti. Tutte le loro misure (che tolgono ai poveri e impoveriscono i ceti medi, lasciando a evasori, ladri e banchieri ogni privilegio) falliscono, perché solo una redistribuzione delle ricchezze in chiave neo-keynesiana può invertire la deriva. Partitocrazia e “tecnici” di Monti sono ormai la padella e la brace. Se ne esce solo con una classe dirigente del tutto nuova, da selezionare nella società civile. Il Terzo Stato sarà capace di esprimerla? O subirà il monopolio di un establishment politico-finanziario ammanicato che ci sta portando alla rovina?"

Vie d'uscita.

Come si potrebbe fare ad uscire dalla crisi? Sarebbe indispensabile, inizialmente, nazionalizzare le banche e lasciare le perdite agli azionisti. Poi, andrebbe rinegoziato o riprofilato il nostro debito, senza continuare ad aumentarlo. L'enorme voragine andrebbe riempita razionalizzando stabilmente le spese ed escludendo dalle medesime le fasce ricche o benestanti della popolazione, che dovrebbe pagarsi i propri servizi. La cosiddetta patrimoniale dovrebbe essere leggera, in rapporto ai beni posseduti, ma stabile: gli evasori andrebbero incarcerati per un tempo non stimabile dalle Corti di giustizia, in rapporto all'entità, ma chiaramente prequantificato, per la commissione del reato. Altrimenti, tutti gli evasori continueranno a sogghignare di ogni possibile "ravvedimmento". Infatti, una norma che non preveda una sanzione, non è una norma, ma qualche cosa di incerta definizione. Tutte le tecniche di elusione, accantonamento ed espatrio, in valuta corrente o in valuta rifugio dovrebbero essere monitorate attraverso accordi con la Svizzera e gli altri paradisi fiscali europei: Andorra e Lichtenstein e andrebbero perseguiti dalla Guardia di finanza, inasprendo le pene per le infedeltà istituzionali di quest'arma fiscale. L'archivio informatico delle banche, grandi e piccole, dovrebbe essere disponibile all'accesso da parte delle autorità di controllo, senza attriti burocratici. Il contrasto alla mafia andrebbe internazionalizzato, sotto l'egida dei servizi di intelligence esterni, mentre quelli interni dovrebbero occuparsi della mafia autoctona, consentendo alle forze di polizia di intervenire, in via repressiva e preventiva, a colpo sicuro. Una buona ed efficiente politica di redistribuzione del reddito, senza affidarsi ad intemediari sindacali o patronali ( sono compiti che non devono spettare a loro ), ci porterebbe stabilmente a cambiare il nostro costume accomodatorio e a diventare un Pese di vertice, economico e culturale, dentro o fuori dall'euro. Altrimenti, se continuiamo a chiedere assistenza senza modificare di un acca i nostri comportamenti, non dobbiamo risentirci se non troviamo riscontro.

venerdì 27 luglio 2012

Scenari europei.

In Grecia non si pratica più la chemioterapia. i malati di tumore, tanto, morirebbero comunque; quindi, tanto vale risparmiare. Le mammografie sono state abolite in tutto il paese e l'assistenza domiciliare ai malati terminali, sospesa. Syriza, il movimento di sinistra, non troppo radicale, se, come è avvenuto, non ha avuto neppure il coraggio di preconizzare un'uscita della Grecia dell'euro, almeno si prodiga nell'assistenza sostitutiva, protegge gli immigrati dai raid dei fascisti xenofobi di Alba dorata, alla quale aderisce il 67% dei poliziotti. Il fascisti greci stanno, per parte loro, allestendo delle strutture di accoglienza e ricovero per soli Greci. Il fenomeno della sottonutrizione di molti bambini è un dato acclarato. Ma non tutti i Greci versano in queste condizioni. Le ristrette élites, in rapporto alla modesta popolazione globale: 11.000.000 di abitanti, non soffrono certo di questa situazione. I loro asset sono già al sicuro, sia pur temporaneamente, in dollari. A queste operazioni hanno collaborato le banche elleniche. Un fenomeno del tutto identico, è avvenuto anche in Italia nelle ultime settimane e si è aggiunto, come in Grecia, all'evasione fiscale endemica. Al realizzarsi del pauperismo tipico delle società capitalistiche, non corrette da ricette keynesiane, si somma, si sente dire sempre più spesso, la "transnazionalità" di fatto di ricchi, novelli "ebrei erranti", in fuga per il mondo, senza che una "terra promessa", casomai a scapito di qualche altro popolo stanziale, si stagli ancora nel loro orizzonte. Questo ritorno di fiamma alla "ebraicità" della finanza risuggerisce comparazioni propagandistiche fra l'aterritorialità dei capitali e il complotto "giudaico-massonico" e rianima il sentimento fascsita sepolto dalle bombe della seconda guerra mondiale. E' fondamentale, in questi tempi di depauperamento di risorse materiali e morali, corazzarsi contro un risorgente nazionalismo neofascista, che serpeggia in tutte le società mediterranee e che trova, purtoppo, ascoltatori e acritici aderenti. Il fenomeno della regia dei flussi finanziari mondiali è nei fatti, ma i registi sono di ogni credo e nazionalità. Ciò che li rende specifici è la ricchezza monetaria, la sua salvaguardia e il suo sviluppo. Nient'altro.

La capacità di prendere decisioni.

La Società ILVA di Taranto è stata finalmente sequestrata. ha seminato malattie, invalidità in tutto il comprensorio, in cambio dell'occupazione maladetta di tutte le possibili maestranza della provincia. Il Giudice, alla luce degli atti, non poteva fare altrimenti e bene ha fatto a intervenire, interdicendolo, su uno strumento di arricchimento, di clientelismo, di complicità sindacale, che, mentre denunciava, scioperava e lamentava, mai ha fatto in concreto nulla per impedire che insieme alla disoccupazione diminuissero anche le aspettative di vita. Quando è necessario, bisogna saper creare delle situazioni; se la loro evoluzione sarà positiva o se tutto sarà lasciato andare in vacca, sono considerazioni che non devono condizionare il decisore e permettere, sulla base di un compromesso morale, la perpetuazioni di obbrobri di cui pochi beneficiano - Tribunati della plebe compresi - e tutti gli altri sono afflitti. Eppure, ecco gli operai - nuovi barbari - occupare la città, i ponti e le autostrade, come fecero con successo qualche anno fa, in zone limitrofe, per evitare la retrocessione di squadre calcistiche locali che avevano alterato i campionati, suscitando i buoni uffici dei politici locali. Lavoro, si invoca, in realtà si invoca lo stipendio; la famiglia, la Curia che raccomanda moderazione, il giusto mezzo fra la vita contingente e la morte prossima. Tengano duro, i giudici, altrimenti la sentenza sulla responsabilità della Tyssen group nell'orribile fine di alcuni operai, sarà clamorosamente sconfessata, solo sulla base del numero e della pelosa speculazione sull'economia di un'area depressa. Più depressa di così.

I nuovi seguaci di Quinto Fabio Massimo.

Sono solo dei temporeggiatori, i vari Mario Draghi, Francois Hollande e Mario Monti. Anche Angela Merkel si accoda ad una generica difesa del Governatore, ma senza prendere impegni, che, nello specifico dei bond, la Banca centrale tedesca ribadisce che non possono diventare euro-bond. L'incertezza decisionale ci riporta, noi Italiani, ai tempi gommosi e dilatori della Democrazia cristiana che, come diceva Andreotti: "se sceglie, è perduta". Nel frattempo, si argomenta, potrebbe entrare in vigore il fondo salva Stati, che, dietro l'apparenza salvifica, nasconde l'indebitamento di un'intera generazione di europei minori; li impicca al debito alla stregua di un qualsiasi paese del terzo mondo. Uno Stato, una nazione che coniassero la loro moneta, potrebbero essere poveri, ma, tecnicamente e di fatto, non potrebbero fallire e diventare schiavi, per le basse retribuzioni del loro lavoro, delle nazioni più ricche, che recupererebbero il mancato assorbimento delle proprie eccedenze commerciali, con il lavoro sfruttato e sottopagato dei popoli pigs. E' un modello che provocherebbe nuova emigrazione, sulla falsariga di quello che nei decenni trascorsi ha portato tanti clandestini est europei e africani a venire a consumare le loro speranze da noi, che speravamo di fare i ricchi a spese della Germania, in base ad una concezione pelosa della solidarietà che i Tedeschi non conoscono, con molte e fondate ragioni. L'uscita dall'euro deve essere presa in considerazione e studiata fin da ora nei dettagli tecnici, anche se questo osta agli interessi delle oligarchie ricche e parassitarie, private e bancarie. Le parole, i sacri impegni distraggono ed illudono.

domenica 22 luglio 2012

Buona uscita.

Antonio Ingroia va in Guatemala. Si allontana per un anno dalle sue indagini, non senza prima di completare l'istruttoria di quelle che tanto scalpore hanno procurato. Scalpore, non tanto per l'argomento - ventennale - quanto per gli ambienti e, quindi, le persone che stava chiamando in correità. Quando le istituzioni gli si sono uniformemente rivoltate contro, ha preso una decisione che evrebbe potuto assumere a fine carriera o se fosse stato un annoiato pubblico ministero di provincia. Un anno servirà, forse, a mettere al sicuro gli apparati dello Stato che ucisero Paolo Borsellino. Poi, se sarà ancora vivo, Antonio Ingroia andrà a infoltire le file dei parolai in Parlamento e nelle piazze mediatiche, dove le sue parole si perderanno. Beata quella nazione che non ha bisogno di eroi. Noi ce l'avremmo.

Pensiero più (s)connesso degli altri.

L'euro è irreversibile! L'Europa non fallirà! Falliranno, invece, molti dei singoli Stati che la compongono e con loro le nazioni che sono portatrici di civiltà fondative. Ecco rivelato involontariamnente il gioco coperto e...allineato delle entità, grettamente materiali, che ci opprimono, a cominciare dalle loro illogicità.

Pensieri (s)connessi.

Gli Stati non possono soccorrere le imprese. Le banche possono essere soccorse dalla BCE. Gli Stati anche, ma perdono sovranità. Se gli Stati non sono più sovrani, a che servono i Parlamenti, sia pur ridotti dei parlamentari in esubero? Se le regioni e, dove sussistano, le nazionalità, possono fallire, sono vietate le autonomie e la democrazia è un equivoco. Siccome ogni cosa che va a scapito di qualcuno è conseguenza del vantaggio altrui.... La Germania dovrebbe far assorbire le sue eccedenze commerciali, ma, nella situazione che si è creata, non è più possibile. La Germania ha ragione nel non trasformare la debolezza dei partners in un onere fiscale per i suoi cittadini, ma si deve uscire dall'euro. Se, alla fine, uscisse la Germania, gli euro-sfigati resterebbero nel loro mini-euro. Troppi interessi bancari di clienti, amministratori e soci.

sabato 21 luglio 2012

Regresso anglofono.

Fiscal compact: traduzione. 50% di debito pubblico da ammortizzare in meno in vent'anni. 1000 miliardi in tutto; 50 all'anno. Gli interessi ammontano a 80 miliardi all'anno= 130.000.000.000. E' l'equivalente di una guerra perduta, anche se non combattuta. La Germania, che già pagò le riparazioni di guerra, non ne vuole più sapere. Rispettare il fiscal compact significa portare il reddito e le condizioni sociali indietro di un secolo. I redditeri stanno già spostando gli asset in zone valutarie stimate, per il momento, meno franose. Grecia, Irlanda Portogalle e Spagna stanno già percorrendo questa strada a ritroso. I prossimi saremo noi. Anche gli oscurantismi culturali riemergenti, sono un segno collaterale di questa involuzione.

Mentre la dissenteria finanziaria dilaga.

Che cosa è il Fondo salva Stati? Avrebbe dovuto essere un fondo temporaneo, ma si è poi "deciso" che, nel 2013, si sarebbe trasformato nel cosiddetto meccanismo europeo di stabilità. Con un credito di 440mld d euro, si sarebbero dovuti soccorrere, a prestito, i Paesi potenzialmente insolventi. Il Fondo salva Stati, però, non finanzia l'Irlanda e il Portogallo, bensì le banche europee, a rischio di fallimento. il fondo prende a prestito il denaro grazie all'emissione di eurobond strutturati, concepiti ad hoc e composti, per così dire, a strati, dei quali il successivo garantisce il precedente, in una catena debitoria che si autoalimenta. Nel 2010, ad esempio, il fondo, con queste obbligazioni, rimpinguava l'Irlanda sull'orlo della bancarotta perché non era in grado di ripianare i debiti delle banche private. I prestiti erano stati concessi e raccolti in forza delle garanzie emesse dai rimanenti quindici Stati di Eurolandia, in proporzione al loro PIL. La Grecia non partecipava più: è infatti fuori dal mercato, sotto silenzio, dal maggio del 2010. La somma totale venne tagliata in tanti pacchetti, ciascuno dei quali conteneva una fetta garantita dalla Germania, un'altra dal Portogallo, un'altra dalla Francia. Per credibilità di garante, diversi tassi d'interesse. Questi pacchetti erano venduti come obbligazioni di Stato alle banche dell'Europa stessa, quantunque fossero e siano in stato di bancarotta, che deve essere solo dichiarata. Il paradosso del Portogallo: in stato pre-fallimentare e costretto a chiedere un prestito, ad alti tassi d'interesse, per conto dell'Irlanda, che lo porterà, prima che poi, a uscire dai mercati monetari, come già la Grecia, nell'omertà generale. Quando il Portogallo non sarà più in grado di sostenere gli interessi sul prestito, dovrà chiedere l'elemosina al Fondo. Stessa sorte per l'Italia, che ha contribuito in egual maniera a rifinanziare le banche spagnole, posponendosi alla Spagna sulla strada dell'insolvenza. Eppure, si insiste, a parole, con l'euro, quasi fosse un sostituto dell'ego, per permettere alle realtà finanziarie, bancarie e private, di riallocare i propri asset, riconducibili a singole famiglie e persone. Comunque, il Fondo dovrà continuare ad emettere, senza scopo che non sia transitorio, altri titoli di debito. Mano a mano che i singoli Paesi si sfileranno, l'onere aumenterà sulle spalle dei rimanenti. La speculazione, che altro non è che l'azione diretta o indiretta delle stesse banche, comprese quelle nord americane ed asiatiche, pur in crisi a loro volta, che procrastinano il loro redde rationem, si concentrerà, volta per volta, sul Paese marginale dell'Unione, i cui tassi d'interesse aumenteranno per titoli che non saranno rimborsati a scadenza e che non potranno neppure essere, di emissione in emissione, oggetto d'arbitraggio, finché non saranno più sottoscritti e questi Paesi saranno spinti fuori dai mercati. Di marginalizzazione in marginalizzazione, la cordata delle nazioni all'interno del Fondo sarà così ridotta che esse non potranno più sostenere il peso del debito totale, se mai lo volessero. In ipotesi astratta, alla fine graverebbe solo sulla Germania, ma, per allora, l'euro sarà già imploso.

mercoledì 18 luglio 2012

Icone paradigmatiche.

Walmart è uno dei più grandi conglomerati del mondo. I suoi profitti ammontano a 335 miliardi di dollari. Solo la Exxon-Mobil gli è superiore. Walmart produce sottaceti e li vende alle famiglie americane,singole e plurime, agli homeless, ecc. La Walmart non conosce innovazione tecnologica. I suoi metodi si riducono ad una cura meschina, attraverso strattagemmi ingegnosi, per comprimere i prezzi dei suoi fornitori e per intaccare i salari dei lavoratori coinvolti in tutte le fasi della produzione e della distribuzione della merce. Walmart ha fatto qualcosa a cui nessuno aveva mai pensato prima: ha confezionato una nuova ideologia dell'economicità, in un marchio che avrebbe dovuto rivolgersi alla classe operaia e alla classe medio-bassa. Ad esempio: l'innovazione di Walmart consistette nel vendere i suoi sottaceti in barattoli da 3,8 litri, per 2,97 dollari. Chi diavolo avrebbe potuto rivolgere al produttore una domanda simile? Perchè, dunque, offrire il prodotto in quella quantità individuale? Era l'idea di enorme quantità a un prezzo ultra basso. I clienti di Walmart non stavano comprando solo dei sottaceti; stavano comprando il valore simbolico dell'economicità. I consumatori erano attratti dall'idea inconscia di essere complici astuti di Walmart, quasi che, associandosi a lui, avessero ottenuto di potersi impossessare di tanta roba per così pochi soldi. I poveri diavoli americani che, se avevano conservato un posto di lavoro, non avevano incrementato, in termini reali, il loro salario dal 1973 ( crisi petrolifera ) ci cascavano e compensavano, con una piccola e apparente vittoria, la loro stabile sconfitta. Anche Walmart si vale di maestranze, di operai e impiegati, ma non si può sostenere che li maltratti. Anche perché sostiene di non averne affatto. Walamrt descrive la gente che lavora per lui, come suoi soci. Ciò significa che la società non si sente vincolata a trattare i suoi lavoratori come manodopera vivente, umana, salariata. Essa, invece, impiega il linguaggio orwelliano per spiegare la sua proibizione a tappeto di qualsiasi attività sindacale nelle proprie sedi. Ne risulta una quantità di accuse sgradevoli: che la maggior parte dei "soci" di Walmart facciano abitualmente straordinari non pagati, che i salari vengano decurtati con capziose interpretazioni, che portano la retribuzione mediamente percepita in corso d'anno, a 10 dollari l'ora, mentre, frequentemente, i magazzinieri rimangono chiusi tutta la notte negli hangar, a lavorarvi. Queste pratiche hanno prodotto, contro Walmart, 63 cause legali in 42 Stati. La società ha scelto di risolvere queste cause con conciliazioni che sono costate, complesivamente, 352 milioni di dollari, una grossa somma che è, tuttavia, solo una frazione dei salari rubati e risparmiati.

martedì 17 luglio 2012

Senza argini, l'effetto domino è conseguente.

Tutte le agenzie, in ogni parte del mondo, riportano la notizia dell'entrata a Damasco degli insorti. Ormai si combatterebbe strada per strada. La signora Assad ha completato ieri presso i più rinomati mobilieri di Londra i suoi acquisti di mobilia per 300.000 euro. Serviranno al suo rientro in patria, dove conobbe e sposò Bashir che vi faceva il dentista. Rientrato in Siria per raccogliere l'eredità del padre, che eveva represso una precedente rivolta di stampo religioso, facendo tabula rasa degli insorti, senza che nessuno muovesse un dito o spendesse una parola, assunse anche la presidenza del partito Baath, lo stesso di Saddam Hussein. Il Baath è stato l'unico partito laico della regione mediorientale in un mare musulmano ed ha avuto la funzione di tenere sottomessi i movimenti religiosi, altrove imperanti, ma che , nei due paesi, non davano affidamento di filo-occidentalismo. In Iraq, il Baath era servito anche a contenere e contrastare l'Iran, prossima tappa dell'incontrastato domino degli Stati Uniti e, in misura molto minore, dei Francesi, mentre l'Inghilterra che ne fu espulsa dagli USA, viene mantemuta sulla soglia del Medio oriente, dove pure vorrebbe tornare, ma con una visione troppo provinciale e superata degli interessi in gioco, come pensano gli americani. La rivolta, sicuramente indotta e alimentata, sta per raggiungere i suoi fini e vedremo se, per assestarle il colpo di grazia sarà necessario un intervento NATO o, come in Libia, un anno fa, un'azione avio-coperta dagli USA di qualche altra media e piccola potenza: Francia, Italia e Inghilterra? Le addotte ragioni umanitarie fanno ridere i polli, come false e pretestuose sono risultate quelle addotte in ogni dove, quando si è intervenuti a rimuovere le dittature, frutti di equilibri non più attuali. Anche le primavere arabe sono state suscitate per questo. Solo il Presidente tunisino, meno coinvolto in fatti di sangue, ha salvato la ghirba ed è riparato in Arabia Saudita, con immense ricchezze. Rispetto alla malizia delle democrazie, almeno in questa fase storica ed economica, la rigidità dei despoti, alla lunga non paga e il lungo giorno da leone vissuto si sconta, anno dopo anno, in un angoscioso cupio dissolvi, prima che tutto si spenga in qualche cannibalico rito di immolazione del "Padre odiato". Il prossimo sarà l'Iran.

lunedì 16 luglio 2012

Messico e nuvole.

A volte ritornano. Quante affinità fra il Partito rivoluzionario istituzionale e le fantasiose denominazioni dei movimenti italiani, in attesa dei Rivoluzionari moderati. Il Capo dello Stato che promuove la messa in stato d'accusa di una procura che ha intercettato delle telefonate col manutengolo dei mafiosi, come ce ne sono tanti al Sud, senza per questo far parte dell'onorata società. I dati statistici sembrano un'allegra sagra del "dare i numeri", quando la ragione del ritorno alle origini, dopo tante miscellanee di suoni e di colori, è da ritrovarsi nella intatta staticità di società, sistema e prospettive. In Messico, dopo venticinque anni di mascheramenti e traformismi, è tornato al potere il P.R.I., il Partito Rivoluzionario Istituzionale, al potere ininterrottamente per sessant'anni, prima della temporanea eclissi. Un paradosso linguistico e non, per stare al governo in certi Paesi..come l'Italia.

domenica 15 luglio 2012

In pellegrinaggio ai nuovi confini.

Mario Monti è tornato dell'Idahoo, dove ha partecipato ad una convention di scamiciati e ridanciani finanzieri e dove, si presume, ha chiesto investimenti finanziari in Italia. Il nostro Rettore, che ha appena cooptato al Ministero dell'economia un altro bocconiano fa parte del Circolo Bilderberg, un'associazione privata, cioè segreta, che si riunisce ogni anno presso un castello nella campagna tedesca. In ognuno di questi consessi si discute - si presume, sempre - di economia, investimenti, disinvestimenti. Affari, insomma. Nulla di illecito - si presume ancora -, ma di pericoloso si e quando un presidente del Consiglio continua nel suo bunga-bunga economico con assoluta spregiudicatezza, non mitigata dal fare quasi dimesso e grigio, nell'assenza del minimo singulto di contestazione, bisogna prendere atto della separazione netta fra parlamentarismo e governo, completamente svincolato dal controllo e che non deve tener altro conto che degli interessi dei maggiorenti di questo o di quel movimento, con il più responsabile - si presume - per mancanza di riferimenti privati e quindi subordinato ad una politica economica pubblica, che ora non è neppure in agenda, per i tecnocrati, annidati in alcune Università e nei consigli di amminstrazione delle maggiori banche - pronto a recitare per l'ennesima volta, la parte del difensore delle cause perse e ad essere accantonato a giochi fatti, perchè ha fatto riferimento a ambienti, persone e interessi che, con quelli delle categorie o classi rappresentate, non avevano niente a che fare. Di eccesso di realismo si muore.

I cicli della crescita e le sue vittime.

Per farsi un'idea, quanto meno coerente, degli scopi economici di cui noi siamo strumenti e poi scarti, dobbiamo analizzare le carenze della macchina che trasforma il lavoro in capitale. Si, proprio delle carenze, perchè con le magnificenze ostentate non andremmo da nessuna parte. Carenze decisive, ma, per assurdo, egemoniche. Ricorderete il grande inganno borsistico della new economy, che, nel 2001, crollò nell'abisso delle vendite delle .com. La bolla era stata preceduta dalla recessione del 1991, preceduta a sua volta, dal default dell'America latina negli anni '80. Se poi rammentate la devastante recessione inglese che coinvolse l'80% della popolazione e che fu frutto della politica della Teacher, avrete un quadro più definito di quanto accade e di ciò che ci attende, pur se si trattò, in quei casi, di crisi regionali o nazionali. Solo nel 2008 il crollo è stato globale. Da allora, le analisi e i calcoli prospettici hanno perso i loro fondamenti. Non sono più possibili. Stiamo navigando in acque insidiose e non segnate, l'equipaggio è disorientato, il comandante è terrorizzato. L'ansiosa incredulità ha preso il posto dell'indolenza intellettuale, i personaggi che occupavano le cariche d'autorità, sembrano ormai privi di ogni autorevolezza. Avevamo scambiato una grande bolla per il paese di cuccagna. Eravamo caduti in preda alla nostra retorica. Dopo il trattamento Teacher, Reagan, esportati sulle ali dell'irrazionalità ( i due Paesi angli sono l'uno estraneo e l'altro di sentinella all'Europa continentale ) la deindustrializzazione aveva spostato gli investimenti, cioè i cespiti di quella deindustrializzazione, nel settore finanziario e, proprio per questo, ad esempio la stessa Inghilterra, nell'arco di pochi anni avrebbe vantato un debito pubblico pari a due volte e mezzo il PIL e le famiglie britanniche avrebbero avuto debiti superiori al PIL medesimo. In Italia, l'evasione fiscale era stata investita prevalentemente in titoli di Stato: una sorta di patto sotto traccia, come con la mafia. Ma, allora e fino ad ora, volò e vola, pericolasamente e senza bussola, nel ventilatore, insieme ai risparmi certosini delle famiglie. Dei subprime statunitensi forse ricorderete. I debiti cominciarono ad essere venduti in giro per il mondo. Alcuni godettero e godono di una miglior sorte collocatoria di altri, non esclusivamente, ma prevalentemente perché le legislazioni vessatorie nei confroonti dei cittadini-sudditi li rende appetibili o non. Esclusa da tutto questo la Germania, che rappresenta un'eccezione. La retorica, non compresa ma condivisa, vagheggiava di un rischio senza rischio, perchè la suddivisione del medesimo lo avrebbe reso sostenibile,- è la teoria alla quale si oppone, a ragione, la Merkel - anche se i debiti erano diventati di molte volte superiori al reddito effettivo globale. Cominciò, orizzontalmente e su larga scala, il gioco dei derivati. Il mondo delle economie integrate o interconnesse fu ingoiato da un buco nero, nel quale ancora viaggia cieco, per aver creduto alla propria retorica, per aver dato per scontato che, nella peggiore delle ipotesi, il futuro non sarebbe stato differente dal passato più recente.

sabato 14 luglio 2012

Ladro e calunniatore. Calunniatore, poi, no!

Povero Senatore Lusi, in carcere da solo per appropriazione indebita di soldi pubblici. Povero, perché, pur essendo un ladro, è solo un elemento della banda degli allegri e trasformisti profittatori che a Roma allignano e crescono, in un contesto di fondi non guadagnati ma cospicui e mobili: basta muoversi con elasticità per i corridoi della politica e delle amministrazioni. Città dai molti volti, lontanamente medio-orientali, Roma è la burocrazia ( se la Capitale fosse Milano, sarebbe lei la città burocratica ) e tutto, dei suoi formali e formalistici poteri ( aveste visto le capigliature cotonate dei burocrati i loro abiti di Litrico, l'epidermide rosa emaciata ma priva di sudore dei suoi funzionari, quando prendono servizio sul palcoscenico, intendereste benissimo quanto dico ) è funzionale a sorreggersi il gioco, a meno che qualcuno non ne violi le felpate e sperimentate regole. Uno che non sappia deriderle, compiacersene, ghignarne. Il grassottello senatore mi sembra un provincialotto capitato lì per caso, messo, per questo, a capo di un'amministrazione mutevole per i mutevolissimi spostamenti del principale piacione, ottima icona dell'inconsistenza - anche morale - profittatrice degli angiporti della politica. Anche la moglie, giornalista di mediocre levatura ma molto ben introdotta nei labirinti dell'editoria di sinistra, in una città che non conosce una classe operaia, se non per le periodiche manifestazioni provenienti dal nord che la attraversano, lo ha affiancato sul versante della propaganda e, soprattutto, delle pubbliche relazioni. Una coppia Clinton minore. Solo il povero Lusi, al fioco lume di una candela, faceva i conti, faceva il senatore, si faceva viaggi mentali su di un rapido ed incontrastato arricchimento, limitandosi al pezzo materiale dei soldi, la materia prima, che va però condita con i principi, l'azione politica pubblica e privata, la professione di fede ( anche di più fedi ) il distacco dai maccheggi, a distanza prudenziale. In questo Casini, ad esempio, leader di un piccolo partito, è maestro, pur avendo, in ogni dove e ambito, la più alta percentuale di inquisiti e anche condannati. La magistratura romana è la più inutile ed inconcludente d'Italia, il suo compito è di garantire, oggi come ieri, gli assetti di potere, politici, economici e amministrativi, di sovvertire sentenze mal viste dal potere centrale, di promulgarne altre a suo favore. Dimentichi, nel nostro caso che "de minimis non curat praetor", stanno sacrificando il ladro - perché ladro, comunque rimane - maldestro, a maggior gloria di chi ha saputo stare al gioco ed ha avuto anche l' avvertenza di esporsi poco, pur lucrandone per se il massimo profitto. Al lume di candele, Lusi, il ladro, non demorda.

E tornan le dolenti note a farmisi sentire.

Vedrete, cari amici, che i mesi che ci separano dalle prossime elezioni politiche e dall'elezione del nuovo (sic!) Presidente della Repubblica, saranno confuse. Da un lato, gli ectoplasmi dei partiti dovranno dichiarare la propria indefessa e contraddetta fedeltà agli interessi dei ceti di riferimento e cercare di confondere i sentimenti - non dico le idee - di quanti stanno sul confine, reale o mentale, ma, nello stesso tempo, dovranno consentire a Mario Monti e al suo mentore di completare il lavoro di destrutturazione legislativa. Quello che ancor manca o è incompleto. La facoltà di scelta, in realtà, non esiste più e, all'accanita iniziativa di consolidamento dei propri assetti rappresentativi, si è da tempo sostituta una convergenza al centro del sistema - di cui Casini non è riuscito a cogliere i frutti, per via del bipolarismo bastardo, che lo ha costretto a periodiche virate ( ricordate la Vela, il primo simbolo dell'UDC o come si chiamava allora? )-: una paccottiglia disgustosa. Ma è l'unica sbobba offerta. Perché quanto sopra si realizzi, ecco tornar di necessità, non più ( solo ) berlusconiana, il più rigido divieto di diffondere pensieri incongrui o alternativi o critici dell'UNUM sentir dire: poco tempo fa la chiamavano legge bavaglio. Qualcuno di voi ricorderà i post it gialli sulle pagine de La Repubblica, la levata di alti lai e fieri sdegni del PD, la difesa orizzontale di principi semplici e irrinunciabili della vita democratica, che, in compagnia di siffatti potentati politici ed editoriali sembrava forte, non negletta. E invece lo era. Infatti, adesso, il tecnocrate nominato, sempre nominato, fortissimamente nominato, sta per metter mano, in un inquietante silenzio, a quegli stessi strumenti censori che soli assicurano l'indisturbata campagna di demolizione, fino a che i fatti o le circostanze non li contraddiranno ( e quando li contraddiranno ). E' il momento del riciclaggio, della centrifuga omogeneizzante, con il solo "acchiappacolore" nel mezzo a salvaguardare le apparenze, rivalutando il giocoso e divertito lavoro del Cavaliere cavalcante, che, rispetto a questi, era solo meno sfigato.

Le ragioni della situazione, sul versante del lavoro.

Pubblico questo contributo di Giorgio Cremaschi, condividendone i contenuti. E' un'analisi breve, comprensibile e documentata, in quanto vissuta dall'interno, dell'ipocrita mutazione del sindacalismo italiano, delle sue ragioni e dei suoi esiti. Sono purtroppo convinto, che la parte bastonata delle masse lavoratrici, perché esanimi, sia il gregge delle mezze maniche e dei galoppini, consegneranno alla storia contemporanea queste delucidazioni di fatti confusi, fino a che, mutatis mutandis, una crisi indotta, ma mal condotta, del capitalismo provocherà in altre generazioni rinnovati sussulti, in mezzo ai quali godere, per qualche tempo, di un'avvertita identità. Come tutti i reazionari, il presidente del consiglio Monti ha affermato che la rovina dell’Italia sono i sindacati. Naturalmente lo ha affermato nel suo linguaggio bocconiano, parlando di concertazione, ma il significato sociale delle sue parole è chiaro, così come quello democratico. Monti è interprete di un potere borghese multinazionale che considera ogni vincolo sociale un ostacolo allo sviluppo degli affari. Marchionne, che non deve accontentare l’ipocrisia del Partito democratico, dice le stesse cose con ben più aspro tono. La risposta sindacale, in particolare della Cgil, a queste affermazioni è stata penosa. Voi non vedete i meriti di una concertazione che ha salvato l’Italia, siete irriconoscenti! E’ vero, ma proprio questo dato di fatto dovrebbe richiedere risposte meno subalterne. La concertazione in Italia comincia con la cosiddetta svolta dell’ Eur nel 1977/78. Allora Cgil Cisl e Uil scelsero la linea dei sacrifici, della moderazione salariale e della flessibilità normativa e da allora non hanno abbandonato più quell’impostazione. Naturalmente non tutte le forme della concertazione furono eguali. Esse si sono spesso intrecciate con i passaggi della politica. Craxi e Berlusconi hanno cercato di forzare il quadro per escludere la Cgil e prima il Pci e poi il Pd, trovando sostegno in Cisl e Uil. I governi di unità nazionale e quelli di centrosinistra hanno invece perseguito, per ovvie ragioni, una concertazione bipartizan e inclusiva di tutto il sindacalismo confederale. Ma un punto di fondo è stato comune a tutto il percorso della concertazione. Essa proponeva uno scambio garantito dal potere dello stato e accettato dal sistema delle imprese. Lo scambio era tra la riduzione dei diritti e del salario dei lavoratori e la crescita del potere istituzionale del sindacalismo confederale. Ci sono stati alti e bassi, accordi peggiori e migliori, ma questa è stata la tendenza e la caratteristica di fondo della concertazione italiana. I sindacati finora si sono salvati, i lavoratori no. Oggi Monti rifiuta questo scambio. Egli infatti non solo deve peggiorare le condizioni del lavoro, ma deve dimostrare che lo fa in fretta e senza condizionamenti, così come esigono i padroni dello spread. Non può più rispettare quanto affermato dallo scomparso Padoa Schioppa, che in una intervista al Corriere del 2006 spiegava che il suo obiettivo era lo stesso della signora Thatcher, ma che aveva bisogno di più tempo per realizzarlo, con la concertazione. Oggi la finanza, le banche e la loro Europa non aspettano e Monti, così come Fornero e Marchionne, deve scontare in Borsa l’umiliazione sindacale. Cosa che ha puntualmente fatto. Per questo la concertazione è morta e ogni volontà di riaffermarla potrà servire alla campagna elettorale del centrosinistra, ma non porterà da nessuna parte. Al sindacato italiano sono oramai riservate solo due strade. La prima è quella di ritirarsi nel corporativismo aziendalista, naturalmente con le aziende che ci stanno. Camusso e Squinzi insieme contro Monti, per capirci. A me pare questa una ritirata ulteriore, della quale i lavoratori pagherebbero tutti i prezzi e che peraltro si presenta anche priva di reale concretezza. L’altra via è quella di ricostruire il sindacalismo del conflitto e del cambiamento sociale, con un nuovo programma e una nuova pratica, abbandonando una strategia che dopo trent’anni è giunta al capolinea. E che ha portato i lavoratori italiani in una delle peggiori condizioni del mondo industriale, senza risolvere uno solo dei problemi del Paese. Giorgio Cremaschi

venerdì 13 luglio 2012

Volli, sempre volli, fortissimamente volli.

"Tirannide indistintamente appellar si debbe ogni qualunque governo in cui chi è preposto all'esecuzione delle leggi può farle, distruggerle, interpretarle, impedirle, sospenderle o anche soltanto eluderle con sicurezza di impunità. E quindi o questo infrangileggi sia ereditario o elettivo, usurpatore o legittimo, uomo buono o tristo, uno o molti, ad ogni modo, chiunque ha una forza effettiva che basti a ciò fare è tiranno, ogni società che lo ammetta è tirannide, ogni popolo che lo sopporta è schiavo." Vittorio Alfieri, Della Tirannide (1777)

Chi fa i conti senza l'oste?

Oggi, i telegiornali celebrano il successo del collocamento dei titoli di Stato italiani, senza accennare a nessun dato tecnico: tasso, durata, specie. Non analizzano il senso dell'investimento: compratori ecc. Ma gli Italiani non hanno smesso di spendere? Subito dopo, in termini aggressivi, si scagliano comtro le agenzie di rating, per adeguarsi alle quali, la democrazia parlamentare è sospesa in Italia, più che in Grecia e in Spagna, che, almeno, hanno ricorso ad elezioni. Pare,addirittura, che sia stata costituita una Commissione di inchiesta nazionale sulle agenzie di rating: paura, paura!! Pensavano, forse, che dopo averle compiaciute avrebbero smesso di fare i conti, come si usa(va) in Italia? La Torino-Lione si farà, se l'Europa e non la Francia e l'Italia ( dispostissima ) ci metteranno i soldi. Di chi? Dell'Irlanda e del Portogallo? Polizia e manifestanti: cornuti e mazziati. Nell'Idaho, il Professor Monti prenderà la parola, questa notte, in un meeting di capitalisti internazionali, associati in un club. Lo farà a porte chiuse, senza la presenza di giornalisti. La formazione delle giovani generazioni, tutta incentrata su criteri di profittabilità, non consente loro di coltivare altro pensiero, altra illusione che non sia quella diun successo contraddetto nei fatti, dagli anni che passano e di una mentalità propria di un mondo del tutto estraneo al loro: di origine e attuale. La frustrazione strisciante, piccolo-borghese, apre scenari tristi sull'evoluzione civile dell'Italia.

giovedì 12 luglio 2012

Carissimi

Gentili Grasso e Casolari, mi è stato appena rassegnato dai gradevoli colleghi - qualcuno oggi mi ha rimproverato di divertirmi insieme a loro - di avere eguagliato Berlusconi ( sarà la mia mania di protagonismo ): mi avrebbero fatto una legge ad personam. Me la sono appena stampata, la esaminerò e, dopo le ferie, vi farò sapere. Nessuna mania di protagonismo, che casomai avverto nell'incensatoria gara di tutti coloro che, in azienda, occupano anche un modesto strapuntino di potere..acronimico. Mi sembra di riassistere alla sfilata ( per noi della Max Mara, absit iniuria verbis ) dei compenenti del direttivo centrale del mio sindacato: tutti alla tribuna, per riaffermare la loro fedeltà e continuare a mantenere la posizione e possibilmente migliorarla. Quanto alla mancanza di sensibilità per la tua condizione, caro Grasso, non ti sarebbero state d'aiuto parole di conforto, che, quando sono sincere, sono inutili e, quando non lo sono, sono ipocritamente odiose. Ritengo che la tua azienda non sia stata rispettosa della tua condizione, inventandosi questo nuovo tipo di adempimento serale. Nulla da dire sulla tua voglia di lavorare, ma, da sindacalista, ti ricordo che il rapporto di lavoro è regolato da norme. Viviamo tutti in un sistema di norme, anche il Credem, terremotati e non. Questa mattina, per strada, un altro collega si è lagnato della mancanza del valore del rispetto dell'Uomo da parte mia. per strada non potevo imbastire una discussione filosofica, ma ammetto che è vero. Io non ho rispetto per l'Uomo, che non esiste, è una trascendenza immaginaria: ho rispetto per gli uomini e le donne, singoli e concreti. Non ho fede e non per posa. Se ti sei sentito ferito, mi dispiace, non era mia intenzione, al contrario. Tralascio le ingiunzioni e le valutazioni di maniera - non me ne offendo, ognuno esprime con le parole che possiede i concetti che può e certamente mal interpreta le espressioni degli altri -. Non mi sono offeso e spero che Casolari non si offenda della replica, che attiene appunto ai contenuti, ai concetti e non all'onore. Ritengo che, su questa base, il Credem'a me abbia gioco facile nell'imporre nle sue interpretazioni utilitaristiche e anche opportunistiche, che so, però, largamente NON condivise. Già in passato ebbi a dire ad altro suggeritore che, dopo l'abolizione delle pensioni di vecchiaia sarei rimasto serenamente al lavoro e lo confermo. Credi, Casolari, il Credem, su questa via, non ha bisogno del tuo sostegno. Pier Paolo castellari 12-07-2012 15.23 - dieci minuti dopo aver preso visione delle repliche di Grasso e Casolari. Cinque minuti dopo, il mio post è stato cancellato. Non ho verificato se anche i due "garbati corrispondenti" fossero stati rimossi, in base ad un regolamento, forse temporalemnte non ancora entrato in vigore, al momento in cui mi avevano scritto. Mi chiedo: le regole che ho stampate e che voglio esaminare attentamente, valgono anche per loro?

mercoledì 11 luglio 2012

Market(t)ing

In piazzetta, a Casalecchio di Reno, polo industriale alla periferia nord di Bologna, ogni giovedì di Luglio, dopo l'orario, apre il nostro gazebo informativo. Lungo la passeggiata, fra gelatai e venditori di croccanti e palloncini, si distingue il nostro logo, seguito dallo slogan: "Credem'a me, la banca più bella che c'è!" Compresi nella spartana coreografia, in penombra perché fotografati da un dilettante con una macchinetta portatile, un mesto collega terremotato, tutto tenda e gazebo e un giovane monzunese, con un sorriso spento che sembra preludere ad un attacco di isteria. Entrambi rientreranno a tarda sera all'accampamento e all'arroccato paesino appenninico, con i propri mezzi. Ti ricordi, Mazzoni, quando ti scandalizzavi perché non ti filtravo le telefonate o quando dicevi a Fortunio che era la sguattera delle aziende? Sic transit gloria mundi. La pena, ovviamente, è a rotazione, uniforme. Per questo, nessuna indennità è prevista, nessun recupero. Se domani proporranno loro una retribuzione senza contributi previdenziali, accetteranno? Temo di si. Siamo un'azienda paesana e si vede. Anche il market(t)ing deve nascere, come la lampadina di Pico De Paperis, nel fervido cicaleccio di quell'avamposto dei campi e delle officine, senza che nessuno si ponga il problema del minimo rispetto, non dico delle persone, ma dei criteri, nudi ed essenziali, della giuslavoristica. Sono certo che, se qualcuno si degnasse di rispondermi, obietterebbe che sono prestazioni previste nelle località, sedi di fiere e mercati, sofisticando, con malignità agreste, sull'assonanza di fischi per fiaschi. Se almeno l'Area manager sostasse in mezzo a loro, come già fece fra bruti sudaticci, che partecipavano ad un torneo di volley, favorirebbe l'affluenza, sarebbe un richiamo ben più efficace; ma...poi le mogli diventerebbero ostili e, forse, a sera, anche lei non sarebbe così impeccabilmente perfetta, come siamo soliti conoscerla. Pensate che io, ancor oggi, quando la vedo, veloce e fugace, apparire alle bussole, credo sempre di vedere la Madonna. Madonna Morena. Se, sulla parete interna dell'incerata, ci fosse una fotografia di Adolfo, con le gambe accavallate a squadra e l'espressione a compasso, la scenografia sarebbe perfetta. Il nostro sventurato RDO, che alloggia nei pressi, in un appartamento ad uso foresteria, è, invece, già un personaggio in piazzetta: scrocca caramelle alle famigliole, mentre rimpiange la sua e fa venir l'ora di andare a letto. Le feriae Augusti, con la desertificazione che provocheranno, ci lasceranno solo le Case protette, come potenziali interlocutrici e in autunno, per fortuna, piove. Se fosse vero che il Credem'a me è la banca più bella che c'è...

martedì 10 luglio 2012

Tecnicismi.

La provocazione di Beppe Grillo, l'ultima, potrebbe essere fondata. Perché il "savoiardo" o borbonico illuminista napoletano, che occupa la Presidenza della Repubblica, con l'antico spirito "realistico" dei comunisti, di cui è stato uno degli esponenti più coerenti, fino a difendere l'inserimento dei Patti lateranensi e del matrimonio concordatario indissolubile nella Costituzione, ha abbandonato l'aplomb ostentato fino al colpo di Stato del Governo tecnico, per sollecitare "urgentemente" una riforma - una per legislatura - della legge elettorale? Perché, dice il tribuno della Rete, gli Italiani potrebbero sovvertire i giochi politici "riservati" e attribuire al Movimento 5 Stelle , la maggioranza relativa, con annesso premio di maggioranza, segnando il tramonto definitivo del gerontocratico apparato politico che si autosostiene trasformisticamente, ad onta degli stravolgimenti susseguenti alla caduta del Muro di Berlino e all'incontrastata egemonia della finanza. Una riforma elettorale approvata a maggioranza, che premiasse i partiti disposti ad assicurare la continuità del governo Monti anche dopo il 2013, potrebbe essere definita anche come un golpe, un perfezionamento del precedente, senza spargimento di sangue. I partiti esclusi e penalizzati dalla nuova legge sarebbero costretti a concorrere alla vita politica del paese con una o anche due mani legate dietro la schiena. L’obiettivo dichiarato è buttar fuori in modo permanente le rappresentanze politiche “inaffidabili” rispetto ai “programmi” prescritti dalla troika (Bce, Ue, Fmi). Fuori anche da un luogo svuotato di qualsiasi potere decisionale, ma tutto sommato indispensabile per salvare le apparenze della democrazia formale. Neanche il “diritto di tribuna”, insomma. Non si sa mai come potrebbe esser usato... Il governatore della Bce Draghi ha mandato in soffitta, con le sue dichiarazioni, il “modello sociale europeo”, incompatibile con la competizione globale del XXI Secolo. Il cerchio di ferro tra Monti, Napolitano ed eurocrazia sta mandando invece in soffitta la democrazia rappresentativa conosciuta dal primo dopoguerra ad oggi.

La nuova cortina di ferro intorno a Monti e la "macellazione" del presidente di Confindustria.

Il povero Squinzi, industriale minore e rappresentante di una industria preoccupata dagli effetti della recessione e delle misure antisociali sul mercato interno, sta pagando un doppio “torto”: Il primo è quello di aver vinto in Confindustria contro Bombassei, il candidato dei grandi “prenditori” (da Marchionne a Montezemolo a Tronchetti Provera); il secondo di aver detto pane al pane quello che pensava delle misure adottate dal governo Monti in materia di lavoro e spesa pubblica: “una boiata” (la controriforma del mercato del lavoro), “una macelleria sociale” (il decreto sulla spending review). Parole che avremmo dovuto sentire da Bersani e dalla Cgil sono state invece pronunciate dall’attuale presidente degli imprenditori italiani. Non si è rovesciato il mondo. Al contrario, dentro la crisi gli interessi materiali entrano in campo cercando di imporre soluzioni “confacenti”. Non a un “interesse generale” sempre meno tangibile, ma a quelli di gruppi ben delineati e potenti. Solo i lavoratori pubblici e privati non hanno avuto voce in capitolo dentro il Parlamento. Ma anche le “imprese che non possono delocalizzare” e che quindi devono stare attente al mercato interno si ritrovano davanti problemi irrisolvibili e che questo governo non ha interesse a risolvere. Squinzi rappresenta soprattutto quest'anima. Intorno al governo Monti e alla sua sintonia con i poteri decisionali a livello europeo (e transatlantico), si è stretto un cordone di protezione, anzi un cerchio di ferro, che non ammette dissonanze, neanche nei piani inferiori dei poteri forti. Tant’è che lo stesso Monti, conversando amabilmente in uno splendido giardino provenzale, ha lasciato intendere che non disdegna l’idea di rimanere al potere anche dopo le elezioni del prossimo anno. Ciò significa che a quel "posto lì" non potrà andarci neanche un Bersani, ma solo personaggi assolutamente integrati con l'establishment sovranazionale. E’ evidente come il garante politico e istituzionale di questo governo unico delle banche sia il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. L’ultima entrata a gamba tesa sulla riforma elettorale che va fatta subito, costi quel che costi. Al confronto, le “picconate di Cossiga” erano amichevoli suggerimenti.

lunedì 9 luglio 2012

Ci stiamo imbarbarendo.

L'Italia è in declino sul piano culturale. Il taglio brutale alla ricerca, anche a quella più qualificata e feconda di risultati, è il sintomo della mentalità dei ragionieri, nella patina dorata dello status di economisti. Il contestuale foraggiamento di Università ricchissime quali la Bocconi e la Luiss, perché direttamente attribuibili a Confindustria e, quelle, insensate ad atenei attribuibili a ministri del governo in carica e a screditate e non trasparenti Università on line, lasciano esterrefatti circa la ostentata manovra di sostegno all'istruzione strumentale e utilitaristica. In gran parte l'Università puubblica si è screditata da sé, ricorrendo, per sopravvivere, ai corsi di laurea senza sostanza, per consentire a chi ci tiene di fregiarsi del titolo di dottore, che, etimologicamente, dovrebbe significare "dotto", senza parlare degli esami a quiz, ma è certo che se ancora sopravvivono barlumi di conoscenza approfondita e critica, di logica - che non sia solo quella del guadagno - e di scienza, è ancora nelle strutture statali che allignano, in quanto mantenute,a questo scopo, con le tasse che solo i lavoratori dipendenti pagano. Si cerca quindi di spostare l'asse dell'istruzione verso l'apprendimento d'utilità..contingente. E' arci noto che, per interessi clientelari dei partiti, troppe risorse sono state sprecate, troppe previsioni di spesa, gonfiate, ma non è declinando privilegio con privato,che la cultura nazionale aumenterà. Contestualmente, infatti, il governo dei tecnocrati ( all'italiana, perché tradiscono spesso approssimazione e incompetenza )ha abolito il tetto massimo previsto fino ad ora per le tasse delle Università statali, privatizzandole di fatto e favorendo l'esclusione delle classi popolari e medie, già in via di impoverimento per i tagli alle prestazioni e la precarietà del lavoro. L'autonomia degli Atenei era riservata alla libertà di insegnamento e di ricerca, perché il potere, politico od economico, non ne influenzasse le scelte. Le raccomandazioni, per questa via, aumenteranno non ostante la ridotta base dei beneficiari. Sconcerta e deprime, già oggi, constatare di quanta pochezza formativa sia costituito il bagaglio personale di tanti dottori nelle materie più parcellizzate, e quanto povera sia la conoscenza che non contempli la prospettiva di un guadagno, che viene poi smentito, nella maggior parte dei casi, da un potere discrezioanle e assoluto delle entità economiche che assoldano i neo robotizzati, perché lavorino per loro. E' un declino rapido ed incontrastato, frutto di una "razionalità" puramente materiale, che non trova più un argine e un competitore, sul suo stesso totalitario piano.

domenica 8 luglio 2012

Il nuovo che avanza, non necessariamente è migliore di ciò che sostituisce.

Nel giro di diciotto mesi e con il consenso partecipe di quasi tutti, si sta realizzando il progetto della Loggia Propaganda 2 di Licio Gelli; sta prendendo forma definita. Nei diciannove anni precedenti, vari tentativi parziali erano stati esperiti; parziali perché Destra e Sinistra avevano cercato di dare il loro Imprimatur ad approcci, anziché definizioni della stessa, riconoscibile trama. La realizzazione di un progetto "modernizzatore", ormai ultra trentennale potrebbe riuscire ai tecnici della Unione europea. Il Governo Quisling comunitario. Le obiezioni, verbalmente virulente verso Berlusconi, le alleanze e i tradimenti, l'improvvisazione di nuovi e labili movimenti - solidi solo riguardo alle sostanze di cui appropriarsi - sono (state ) funzionali a tentativi di riposizionamento. Lo stesso dicasi dei sindacati che, nonostante abbiano abdicato - e non da oggi - alla loro funzione di rappresentanza dei lavoratori, anzi, proprio per questo - cercano, senza vergogna, un loro ruolo anche nella Terza Repubblica, a cui un manipolo di non disinteressati Capo Mastri sta lavorando, anche per loro. Della compagine berlusconiana, i veri e confusi interpreti del progetto sono stati i "Colonnelli" e qualche altro graduato inferiore, non il Capo stesso che, casomai, mirava ad ulteriori benefici economici per sé e la sua famiglia, mentre, sempre più vanitosamente e senilmente, vagheggiava nuovi ruoli di rappresentanza: lui, ricco lo era già e il politico lo faceva "per non vedersi costretto a chiedere l'elemosina", come aveva auspicato Dalema, poi suo strenuo - per calcolo - tutore. Le tutele del lavoro sono state completamente divelte e il traguardo della pensione spostato, in un'autentica gara di resistenza. Esulando dalla rapacità in marcia delle soldataglie politiche, non esistono più milizie di destra, né di sinistra. Gli effetti dell'impoverimento, indotto, delle classi medie non è apprezzabile ora. Lo sarà, purtroppo, in prospettiva. La privatizzazione di ogni servizio renderà difficile l'istruzione per i figli della borghesia, il cuscinetto del sistema, che sembra destinato a regredire in non sperimentate forme di indigenza ed a perdere la nozione di se stessa. La propaganda giornalistica esalta acriticamente ogni iniziativa eterodiretta di un Governo a-democratico, mentre l'opposizione si autorappresnta sul Web, ottenedo un rapido e non meditato successo, mentre i movimenti, costituiti da appartenenti ai Centri sociali - che hanno comunque il merito di contribuire a tenerne molti lontani dalle patrie galere - e allo studentato che non studia. sperimentano, per i loro figli le moderne "sommosse del pane". Dalle rivendicazioni dei nonni e dei padri, all'occasionale saccheggio dei magazzini, dove appropiarsi dei sognati, perché propagandati, strumenti informatici.

Matrimoni concordati.

Ci vuole una bella voglia a sposarsi ai primi di Luglio, se non fosse per godere di un quindici+quindici ad Agosto, mese morto, per la chiusura delle aziende, anche se, ormai, sono semichiuse per il resto dell'anno. Si sa, con passione e responsabilità, bisogna andargli a prendere gli assegni, a portargli i documanti da firmare e, mentre si aspetta, portargli a spasso il cane. In periodo feriale, oltre tutto, ci sono una serie e una gamma di coperture sostitutive da assicurare e nel mese di Luglio l'attività è(ra) fremente. Credem'a me, mia cara, ci concederanno una vacanza piena, somma algebrica delle due ( non plus ultra )settimane più le due di licenza matrimoniale. E' un utile accomodamento; la nostra vita ne sarà piena. Anzi, il matrimonio, istituto costituzionale, come le ferie, sarà confermato da un simposio aziendale, nel quale sarai esposta all'accettazione e all'assimilazione, come si conviene alla moglie di un Credem'a me. Se resteremo insieme per sempre, sarà su queste basi, la fondazione della nostra famiglia si innesta sul fondamento proprietario, al quale il destino ci ha assegnati. Perché, Amore, fai il broncio? Che te ne frega a te? Ma no! Per favore, non mettermi in difficoltà, mettitici tu..noi ci amiamo..Che c'entra? Ti prego..

giovedì 5 luglio 2012

Costumi padronali. Costumi servili.

E' ormai chiaro che in Credem'a me non vengono rispettate le ferie contrattuali dei dipendenti, diritto tutelato dalla Costituzione, di cui, a dire il vero, si sta facendo, in Italia, carta da cesso. Comunque, la Costituzione, in Credem'a me non è mai entrata. E' palese che non ci si attiene alle norme sulla maternità, perché prevedono tempi di allattamento, successivi al parto, di cui, invece, non si fruisce dopo aver prolungato il servizio fino alla fine della gravidanza, o quasi, per ritornare a tempo pieno, a svezzamento compiuto. A questo abuso circa il dettato contrattuale nulla toglie che questo avvenga, con la mediazione del sindacato giallo aziendale e, in qualche caso, con la condiscendenza dell'interessata, che, casomai, ne trae spunti di vacanza, se benestante, o di organica coerenza di carriera, esperiti i fastidiosi obblighi naturali. E' infatti l'ennesima, volgare conferma che in Credem'a me nulla può avvenire fra parti autonome e paritarie, ma tutto deve essere concordato ed adattato con il sistema aziendale, in spregio sostanziale di ogni diritto. La retribuzione, in Credem'a me è strettamente correlata alla resa di ciascun addetto, attravesro monitoraggi a distanza del tutto illegali e un sistema di delazione nel quale all'invocato spirito di squadra si contrappone l'impossibilità di stimare dei presunti colleghi che sono tutti, potenzialmente, dei delatori. Non esiste un sistema premiante, né si ottempera al calcolo - dovuto - del VAPR, o premio di produttività-redditività, non trovando mai, per nessun anno, l'accordo sui criteri di calcolo, ovviamente con la passività complice del sindacato giallo ( non importa da chi composto ).L'etica, che non sia quella di un ragioniere, è assente dal bagaglio culturale di un bancario medio e questo porta la massa a uniformarsi alla volontà di un potere, tanto arbitrario, quanto totalitario, anzi ne favorisce il costume manutengolo e spionistico. Il Credem'a me, che vuole recuperare su ogni categoria contrattuale non "ricontrattualizzabile con prassi interna", artefà, con spudorata e meschina, ma non scientifica doppiezza, ogni facoltà difforme, legittimamente goduta dal suo personale acquisito, addirittura attraverso ecuperi e penalizzazioni retrospettive, soprattutto rispetto a chi, per caso, le dia ombra, con comportamenti non "normalizzati". La pulizia degli ambienti è affidata alla vigilanza dei responsabili dei servizi esecutivi, chiamati anche a ritoccare macchie e pisciatine fuor di confine, di uomini e di animali ed è esperita, per breve tempo, solo tre volte a settimana. I responsabili degli esecutivi, anche al fine di eviatare di dover intervenire personalmente, sono designati a redigere la scheda delle pulizie straordinarie e a fornirne una valutazione scritta, controllandone gli effetti, e a inoltrare lamentele e reclami alle ditte dispensatrici di braccia. In ogni circostanza, la logica dello sfruttamento più primitivo riverbera radiosa nel cielo del Credem'a me. Chi conosce un po' la storia del Sindacato, sa che nacque in rapporto a tre esigenze: la sicurezza del salario e, poi, della contribuzione previdenziale, l'orario di lavoro ( in Credem, organicamente ed organizzativamente moltiplicato )e le condizioni igieniche dei luoghi di lavoro. Dulcis in fundo, per ora, le licenze matrimoniali. Chi si sposa, consuma la luna di miele e l'istituzionale, ancorché precedentemente esperita fino alla noia, copula fondativa della "famiglai", compatibilmente con le esigenze di servizio, attaccando i quindici giorni agli altri quindici ( non di più ) nei mesi morti. Di solito d'Agosto. E' conseguente pensare che anche la programmazione degli sponsali sia concordata con l'azienda. Il rito fondativo dell'assorbimento organizzativo del nuovo nucleo, sarà officiato, in Ottobre, davanti alla Setta ( personale di ogni ordine e grado, ma meglio sarebbe dire " e acronimo" ), riunita al ristorante. E' infine chiaro che eventuali denunce tardive e frutto di aspettative frustrate di buone uscite negate, vengono ribaltate in rapporto alla individualità del ricorso, già inquinato da tante, troppe "complicità" sistematiche e storiche. Per questo, il Credem'a me resta la banca più bella che c'è.

White list. Servizi stagionali.

Prendetevi cura, voi che fate delle ferie affannose e brevissime, dei vostri clienti in vacanza all'estero. Informatevi, intratteneteli, offrite questo per proporre quello. Scrivete a "sicurezza" e, per conoscenza ( sempre in due, come Carabinieri ), a "pmo", moltiplicate le forze e gli adempimenti, tanto sarete sempre gli stessi. non sarete né inquadrati, né pagati, se non mettendovi d'accordo con noi, che, come fate voi coi clienti, vogliamo sapere tutto di voi, ovviamente senza aggravi di contributi. Il contributo lo date voi a noi e noi a voi, in gerarchica simbiosi, laddove la gerarchia, proprio perchè dissimulata da una familiarità cafona, è, come sempre, presente, ma più subdola e insidiosa. Pascete, fratelli e sorelle devoti, il vostro gregge, in coordinata obbedienza al vostro sventurato RDO e guardate con riconoscenza ai vacanzieri clienti, che vi mantengono le vostre ridotte sostanze, con le quali non potete imitarli. Infatti, noi dell'Ordine del Credem'a me, ci guardiamo bene dal suggerirvi i vizi che le banche vere favoriscono, con cospicui premi di rendimento e, soprattutto, di produttività, elargiti proprio a Giugno, in coincidenza con l'inizio della vacanze, che per voi devono restare le vacanze degli altri.

mercoledì 4 luglio 2012

Novelli enciclopedisti, all'incontrario.

Chissà come sarebbero orgogliosi di noi gli Enciclopedisti, Voltaire, D'Alambert, Diderot, se avessero avuto il privilegio di godere, quasi ogni mattina, della Wikipedia nostrana, nella quale trovare gli anticorpi contro l'oscurantismo del mondo esterno e, casomai, imparare il mestiere. Non appena le nostre casse sono state insidiate da malfattori, con malizia e doppiezza, dopo averne fatti arrestare un paio, in base alle attitudini da questurini dei nostri direttori e dopo una prima infarinatura, divulgata, con le foto segnaletiche, dal nostro sventurato RDO, ecco il portale della conoscenza ingravidarsi di un nuovo, analitico vademecum su truffe e rapine, con il Commissario COR e l'Ispettrice SIF. Di Commissari Rex ne abbiamo ad abundantiam. Sta di fatto che gli Enciclopedisti elaborarono buona parte dei loro ammaestramenti nelle segrete del carcere, perché invisi a Sua Maestà ed al suo Reggente. Soprattutto Voltaire soffriva dell'ostilità della figlia adulta del Reggente stesso, con la quale papà intratteneva una conosciuta relazione ( avete capito bene ), perchè l'illuminista li metteva alla berlina con alcune novelle satiriche. Il Reggente, anzi, lo teneva in simpatia e lo fece scarcerare ripetutamente. Gli opposti apparenti, sulla scena della vita, sotto traccia empatizzano, ammiccano e si reggono la parte perché, in fondo, sanno di recitare solamente parti diverse. Il nostro intento, ovviamente, è opposto. Noi non siamo illuministi e immorali. Vogliamo, invece, incorporare ogni possibilità aliena nel nostro maniacale sistema e reagire come un corpo scelto di Moschettieri, neutralizzare ed uccidere ogni virus che tenti di insinuarsi nel nostro organismo sano e vandeano. Non senza tralasciare un'occhiata, dopo, nel suo portafoglio.

martedì 3 luglio 2012

Virtù: a che serve l'onore, quando c'è la reputazione?

Di ritorno da Bruxelles e da Kiev, dove non ha visto la Timoshenko, l'allampanato professsore ha ripetuto ai parlamentari quanto avevamo già letto sui giornali e ne ha ottenuto le lodi, insieme alla raccomadazione di non contraddire gli interessi degli strati sociali rappresentati. Soddisfare le richieste della destra economica sarà probabilmente più facile e, infatti, sembra che su quel versante il Governo sia inerte, mentre è attivissimo nella deframmentazione sociale delle classi subalterne. Fra queste, come in Grecia, dove anziché essere licenziati, gli statali vengono assunti, di prevede una modesta limatura delle schiere dei dipendenti dei Ministeri. Dubito che si tratti di un risprmio strategico se, come si ventila, si tratterà di soli diecimila elementi. Nella pubblica amministrazione venivano arruolati manipoli devoti e sottoacculturati, in base a un tacito patto: "non sei chiamato a lavorare, io, in compenso non ti pago, se non in maniera irrisoria, notabilato di vertice, escluso". I partiti di Governo facevano, in quest'ambito, un clientelismo popolare, familiare, in rapporto al quale gli assunti appartenevano alla bottega cattolica e, pro quota, ai partiti borghesi della Prima Repubblica. in cambio di un salario di sussistenza, avevano le "malattie" contrattualizzate, nella misura di venti giorni l'anno, oltre alle ferie ordinarie e a una miriade di benefit, riferiti, realmente o per finta alla maternità e all'assistenza familiare. Gli orari erano flessibili ed era ritenuto normale - perchè, in effetti, non necessario, fare la spesa in orario di lavoro e fruire di una continua sospensione dell'attività, comunque scarsa, per permessi,retribuiti e non. Si tratterà, quindi, di un tentativo per "tastar terreno", concordando, dopo una qualche forma di agitazione simbolica, i criteri di "potatura" della selva burocratica. I sindacati neutri, la CISL e la UIL, ma a Roma anche la UGL, oltre a collocare i candidati delle loro strutture sociali di riferimento, ne favorivano la carriera, la vita comoda, contribuendo ad osteggiare chi non era della loro parrocchia ed alterava il clima, con il pieno accordo delle Direzioni. Fa, per questo, tenerezza, il riflesso condizionato scioperaiolo della CGIL, simile a quello di un pugile suonato che si metta a boxare ogni qual volta suonano al campanello di casa, in un settore nevralgico per gli assetti di potere dal quale, proprio per questo, è sempre stata tenuta ai margini. Si pongono in essere, in realtà, quegli ipocriti "comportamenti virtuosi", ai quali è subordinato il pagamento delle sanzioni derivanti dallo sforamento di bilancio che, anno per anno, le amministrazioni pubbliche, oneste e timorate, non riusciranno ad evitare e che toccherà alla Germania saldare, in base ad un bizzarro accordo europeo dell'ultimo fine settimana. E' un tocco di cattolicesimo politico in un contesto calvinista e, probabilmente, massonico. Per questo, con molte espressioni di dolore e di morale sostegno, le greggi vedranno ridursi il foraggio prima di sottoporsi, comunque, alla tonsura, mentre le aziende discriminano il personale nelle assunzioni, privilegiando il "popolo fedele" e riducendo con artefatte interpretazioni il diritto, svilito, per "ragioni" commerciali a mero folklore. Il braccio secolare, gestito da un ex Prefetto in pensione - da allora non è mai stato così attivo - nei giorni scorsi ha colpito non meglio identificati gruppi anarchici, in giro per l'Italia. Non si conoscono gli addebiti che sono stati loro mossi, né lo status attuale dei pesci colti dalla rete poliziesca, quasi si fosse voluto, oltre che dare "il senso della risposta dello Stato" all'attentato al Dirigente dell'Ansaldo, a Genova, soprattutto intimidire e metter sulla difensiva entità romantiche e disorganizzate, use al dopolavoro irredentista nei rock café o nelle cantine, nella speranza che non facciano troppo casino mentre la nazione - o, meglio, la consueta parte di essa - si inarca nelo sforzo della declamata impresa.

domenica 1 luglio 2012

Segreti e "rivelazioni".

Che fine ha fatto Paolo, il maggiordomo del Papa? E' ancora rinchiuso nella segreta 4 x 4? La sua famiglia è ancora agli arresti domiciliari? Gli interrogatori proseguono e, se sì, sono rispettosi del diritto degli imputati o il fatto di essere stato incarcerato in uno Stato assolutista, è già sentenza, solo da formalizzare? Il vaticano è proprio una setta, piccola e meschina, nella sua ridottissima sala di comando, ma con interessi materiali in ogni parte del mondo, dove i cattolici siano presenti e più o meno influenti. In fondo, quest'uomo, sotto pagato e destinatario di qualche beneficio feudale, ridotto e condizionato, ha solo collaborato a un lavoro di documentazione sul "dietro le quinte" del Colonnato del Bernini, senza, a mio giudizio, rivelare niente che non fosse scontato e prevedibile. L'unico difetto delle delazioni è stato di essere state documentate e prodotte, nero su bianco. Poco dopo, è stato defenestrato il Presidente dello IOR, a dimostrazione che la chiave di tutte le corruzioni risiede in banca. Un banchiere "laico", al punto da affidare a un notaio le sue valutazioni circa le ragioni di un suo possibile omicidio. Il veicolo di queste banali rivelazioni è stato un giornalista di Libero, giornale apparentemente free lance della destra più retriva, annidata all'interno del PDL, nelle sue varie ramificazioni correntizie post e, forse pre Berlusconi II. Le "rivelazioni" riguardano, all'inizio della raccolta, il caso Boffo, del direttore del quotidiano dei Vescovi, Avvenire, che fino agli anni '60 si pubblicava a Bologna con il titolo di Avvenire d'Italia, per poi trasferirsi a Milano, privo del riferimento nazionalistico. Vittorio feltri, un killer del giornalismo italiano, un mestierante usurpatore del buon lavoro di redazione e sul territorio, assurto per meriti omicidi a Direttore di testate, a metà fra il gossip e la denigrazione, aveva sentenziato di un Boffo, moralista verso Berlusconi, che era stato condannato per stalking verso la consorte di un suo concupito o amante omosessuale. Un mese dopo, Feltri ritrattò, sostenendo di essere stato ingannato. La condanna resta agli atti, lo stalking c'era stato, ma le motivazioni non erano quelle addotte. Intanto Boffo, si era dimesso. poi era stato recuperato alla direzione di TV sat 2000, la TV digitale dei Vescovi. Uscito dalla porta, era poi rientrato dalla finestra. Nel carteggio pubblicato, Boffo, con untuosità e ammiccamenti curiali e prelatizi, chiede soccorso e risarcimento a vari Principi della Chiesa, al Segretario di Sua Santità, fino a che il Cardinale segretario della Conferenza episcopale italiana e Arcivescovo di Genova gli assicura un posto di pari livello, ma meno esposto. Una Setta, appunto. Che cosa c'è di nuovo e non immaginabile? Direi niente. Allora perché questo faticoso, certosino accanimento, proveniente da una destra, certamente non devota, ma conservatrice, che nella Chiesa ha sempre trovato la sua sponda, alla quale ha offerto la sua sponda, fin dallo storico connubio fra il Trono e l'Altare? Secondo alcuni, perché Benedetto XVI non avrebbe proseguito nella politica di invadenza sanfedista di Giovanni Paolo II, citando al proposito un'inchiesta, corredata di video documenti, sulla vita dei preti omosessuali a Roma e sulle loro chat di reclutamento, all'epoca delle registrazioni del Premier, in intimità con le sue escort. Che Benedetto XVI sia un conservatore mi pare assodato, che, esendo un uomo di pensiero e di raffinata cultura lo sia in maniera meno acritica e rozza del Beato predecessore, si avverte, che la destra italiana sia al livello di Gerry Calà non favorisce un buon accordo fra personalità cosi disomogenee. Un aspetto che può aver dato ombra, non al papa ma alla Curia o a parte di essa, è la rivelazione di una fliera ininterrotta di cardinali genovesi, non per nascita, ma per nomina prelatizia, in ogni ganglio della diplomazia vaticana, dopo l'accantonamento, parziale, del Cardinale Ruini, efficacissimo Ministro degli esteri della Ost politik, a cui Wojtila aveva messo fine. La Chiesa che sempre interferisce con la legislazione nazionale degli Stati cattolici e dell'Italia in particolare, si chiude nella sua omertà non appena qualcosa di suo, di suo particolare, viene rivelato. Le ragioni del giornalista saranno, forse, di mestiere e, quindi, non nobili, ma di quanto mestiere sia fatta la penitenzieria apostolica ( degli altri ) è a noi utile e lecito, sapere.

Un'emergenza scaccia l'altra.

Non so se ci avete fatto caso, ma, non ostante le rarefazione dei bagnanti sulle spiagge e il mare calmo, la tratta dei migranti sulle coste meridionali dell'Italia, della Grecia e di Malta ( quest'utima, qualche volta è stata tentata, ma sempre deviata sulle rive italiane ) sembra cessata. Con la crisi dell'euro, almeno per la propaganda. le possibilità di accoglienza, anche in un CIE, i diritti umani e il dovere dell'accoglienza, enunciando i quali i girondini del diritto e la Chiesa cattolica hanno fatto il loro compitino, sono venute meno e, come per incanto, sono cessati i trasporti. Non c'è trippa per li gatti o, noi italiani, abbiamo intavolato, con successo, una trattativa Stato-trafficanti?

La meridionalizzazione..temporanea dell'Europa.

Mario Monti, da Bruxelles ha portato un compromesso transitorio, nella più inveterata tradizione italiana. E' stato, per questo, salutato come il Vincitore del Week end, in un diluvio di sostantivi, aggettivi, participi. Le spoglie dei lavoratori non sono servite ad altro che ad un breve rinvio della presa d'atto che l'euro è una moneta artificiale, utile solo alle speculazioni finanziarie, che hanno provocato la crisi e che, sulla crisi prosperano, senza riguardo alla dignità ed alle esigenze materiali delle nazioni, Germania compresa. In tempi meno "evoluti" o meno maliziosi, una situazione come l'attuale avrebbe già provocato l'ammassarsi degli eserciti ai confini. In questo contesto, la macellazione della povera gente si pratica con mezzi giuridici che richiamano, all'incontrario, il diritto romano-barbarico e finanziari che rimandano all'antropologia storica e culturale, prima ancora che all'economia. All'italiana, ci si contraddice su tutti i fronti: i fondi salva banche vengono utilizzati per riprendere gli esodi incentivati del personale - per le realtà pseudo-bancarie più meschine, per mantenere costanti e spropositati i dividendi e i compensi ai dirigenti, pur in presenza di una degradazione reale del rating - con i buoni uffici dei sindacati, che assecondano parlando d'altro. Banca Intesa li ha ripresi, in camuffa, da qualche settimana, pronubo Passera, al governo; Monte Paschi procederà negli stessi termini per quattromila, in parte rivenienti dalla chiusura di quattrocento sportelli, con Profumo, area di centro-sinistra, come Passera, al timone. Dulcis in fundo, per ora, diecimila statali prepensionati direttamente dal Governo che, ufficialmente, nega a tutti di continuare con queste modalità. Ormai, non solo le leggi, ma anche le "parole" non sono più tali, scorregge cerebrali, flatus vocis. Intanto, su basi compromissorie e compromesse, dovrebbe iniziare un'integrazione federale dell'Europa, che, se sarà, sarà antesignana di tante altre piccole federazioni interne ai singoli Stati, ridotti ad aree economico-geografiche. Quando i conservatori torneranno al governo in Inghilterra, promuoveranno un referendum per l'uscita completa dall'Europa, come si va configurando. Forse - ma bisognerà attendere pazientemente - l'Europa continentale è, da oggi, un po' più italiana.

La valle di lacrime..di Elsa Fornero. Di Moni Ovadia

La Corte dei Conti ha dichiarato senza mezza termini che i cancri che affliggono il corpo della nostra nazione sono la corruzione e l’evasione. Con altrettanta adamantina chiarezza, la Corte dei Conti ha affermato che lo zoccolo duro dell’evasione fiscale nel nostro Paese è stata appena scalfita. Di fronte a tale spietata diagnosi sui mali del bel Paese, che cosa fa il governo? Vara una legge per regolare il mercato del lavoro, iniqua, vessatoria dei più deboli e sostanzialmente inutile, anche a detta di molti imprenditori seri che di mestiere fanno gli imprenditori e a detta di gruppi stranieri che hanno comunque deciso investire nel nostro paese i quali non cessano di ribadire che il problema che scoraggia gli investimenti stranieri sono corruzione e paralisi del sistema giuridico che determina una durata dei processi civili corrispondenti ad ere geologiche. Eppure molti saggi e ponderati politici, dai palcoscenici dei media annunciano con sussiego che il governo di Mario Monti sta salvando il Paese. Da cosa? Non dai mali principali del Paese. Da cosa allora? Dalle oscillazioni pericolose dello spread? A quale scopo? Francamente non si capisce. La legge sul mercato del lavoro non porterà lavoro, non ai disoccupati e nemmeno ai giovani. In compenso porterà angosce, farà regredire culturalmente il paese ad una sorta di darwinismo sociale per distruggere i diritti del lavoro e per trasformare la nostra straordinaria Costituzione in un optional. Il Fornero-pensiero, in piena sintonia con il Marchionne-pensiero, vuole trasformare i lavoratori in una folla di dannati condannati in perpetuità ad una competizione dolorosa per conquistare il lavoro e per guadagnarsi la vita in una permanente lotta per la sopravvivenza. Difficile non rintracciare in questa idea di società, un’ideologia fondata su visioni pseudoreligiose che fanno dell’esistenza mondana un’espiazione del peccato originale per le quali il vivere è solo dolore in una valle di lacrime in attesa della redenzione in un’altra vita che non è di questo mondo. Questa degenerazione culturale, rischia di passare in cavalleria a causa del ricatto della crisi economica, crisi le cui responsabilità gravano su molti soggetti economico-finanziari ma non certo sui lavoratori ai quali però se ne addebitano i costi. Quale salvezza può esserci per un Paese, o anche per l’intera Europa, se la si radica nell’ingiustizia più indegna: colpire chi lavora e produce, a vantaggio di corruttori ed evasori. I grandi evasori, i corrotti e corruttori si individuano e si colpiscono solo con la reale volontà di farlo. Questa volontà in Italia non ha mai governato. Non con Monti, non prima di Monti.