martedì 31 luglio 2012

A volte ritornano. Anzi, si ripropongono sempre.

Annamaria Cancellieri, il baritonale Prefetto, assurto alla notorietà dopo essere andato in pensione, sarà di ritorno a Bologna, il 2 di Agosto, per l'ennesima commemorazione della strage alla stazione. Le parole vuote, come quelle riservate ai giudici uccisi dalla mafia, riecheggeranno ancora nell'assolato piazzale prospiciente la sala d'aspetto di seconda classe. Giusva Fiorvanti, che io ricordo quando, bambino, seguivo alla televisione la serie della famiglia Benvenuti, dove il giovanissimo e promettente attore si cimentava in compagnia del "papà" Enrico Maria Salerno, nel serial in bianco e nero, ha detto la sua, come si conviene ad un caustico e cinico romano: "Bolognesi ha perso solo la suocera e fa il presidente del Comitato dei parenti delle vittime per nomina politica", lasciando intendere che forse della dipartita della mamma della moglie non si fosse, in cuor suo, particolarmente doluto. L'ipocrisia del sistema inconcludente ha riesumato la scomunica del reprobo impenitente, mentre, in questa sequela di parole, da attore maturo, Fioravanti ha espresso una battuta che gli competeva in quanto protagonista per atti effettivi o costruzione giudiziaria "dell'unico atto che non ho commesso e per il quale sono stato condannato". Male fanno, secondo me, la figlia prediletta di Aldo Moro e il fratello di Paolo Borsellino - che almeno, sia pur costantemente contraddetto, vede uno spiraglio, frutto della pericolosa attività di qualche collega della Procura di Palermo, nella vicenda dell'omicidio annunciato del familiare, a presenziare. Della strage di Bologna non si conoscerà mai nulla di accertabile e neanche di verosimile. Forse, Maria Fida ne farà oggetto di una testimonianza della coscienza, della verità idealizzata e ignota, come se potesse esistere una verità, in una dimensione ultraterrena, anche se nessuno la vuole accertare. E' purtroppo vero, infatti, che la rappresentanza della "vendetta testimoniale" non avrebbe avuto risalto se non fose stata assunta a strumento di lotta politica, se non si fosse nutrita di generiche invettive verso una sola parte politica, probabilmente braccio armato di interessi mai compiutamente percepiti a livello esecutivo, proprio per evitare di chiedere un accertamento di ogni responsabilità documentabile e senza indulgere all'analisi politica, che spetta ad altri esegeti ed al metodo storico. Per questo, il baritono prefettizio, già Commissario prefettizio ed ora Ministro prefettizio, ascolterà il solito discorso di Bolognesi e poi, rivolgerà inutili e gutturali espressioni ai soci dolenti, all'interno delle sale comunali a lei arcinote. Nel 20010 e nel 2011 il Governo aveva omesso di presentarsi. Torna adesso, in sede tecnica, a porte chiuse. Ma l'insignifianza infinita resta la medesima. Non so se fra i membri del Comitato delle Prefiche alligni qualche deputato e senatore, come è avvenuto per l'altro comitato cittadino, quello dell'abbattimento dell'Itavia Bologna-Ustica ( Daria Bonfietti, presidente )o se, addirittura, siano più d'uno, come è avvenuto per tutte le vedove dei caduti in missione di intelligence o di supporto "tecnico" al ministero del lavoro ( con l'unica e esemplare eccezione della vedova di Marco Biagi ), ma sono certo che da questi Comitati sotto tuela e dalle "inconsolabili" che vi hanno costruito sopra una rendita politica, non verrà nessun contributo a far cessare le cerimonie, a smettere di portare il lutto. Ci mancherebbe solo di ritrovarci la Cancellieri alla Presidenza della Repubblica, a fare il Commissario prefettizio della Terza Repubblica, dopo che la seconda si è rivelata una finzione, una mistificazione e un aborto.

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