martedì 17 luglio 2012

Senza argini, l'effetto domino è conseguente.

Tutte le agenzie, in ogni parte del mondo, riportano la notizia dell'entrata a Damasco degli insorti. Ormai si combatterebbe strada per strada. La signora Assad ha completato ieri presso i più rinomati mobilieri di Londra i suoi acquisti di mobilia per 300.000 euro. Serviranno al suo rientro in patria, dove conobbe e sposò Bashir che vi faceva il dentista. Rientrato in Siria per raccogliere l'eredità del padre, che eveva represso una precedente rivolta di stampo religioso, facendo tabula rasa degli insorti, senza che nessuno muovesse un dito o spendesse una parola, assunse anche la presidenza del partito Baath, lo stesso di Saddam Hussein. Il Baath è stato l'unico partito laico della regione mediorientale in un mare musulmano ed ha avuto la funzione di tenere sottomessi i movimenti religiosi, altrove imperanti, ma che , nei due paesi, non davano affidamento di filo-occidentalismo. In Iraq, il Baath era servito anche a contenere e contrastare l'Iran, prossima tappa dell'incontrastato domino degli Stati Uniti e, in misura molto minore, dei Francesi, mentre l'Inghilterra che ne fu espulsa dagli USA, viene mantemuta sulla soglia del Medio oriente, dove pure vorrebbe tornare, ma con una visione troppo provinciale e superata degli interessi in gioco, come pensano gli americani. La rivolta, sicuramente indotta e alimentata, sta per raggiungere i suoi fini e vedremo se, per assestarle il colpo di grazia sarà necessario un intervento NATO o, come in Libia, un anno fa, un'azione avio-coperta dagli USA di qualche altra media e piccola potenza: Francia, Italia e Inghilterra? Le addotte ragioni umanitarie fanno ridere i polli, come false e pretestuose sono risultate quelle addotte in ogni dove, quando si è intervenuti a rimuovere le dittature, frutti di equilibri non più attuali. Anche le primavere arabe sono state suscitate per questo. Solo il Presidente tunisino, meno coinvolto in fatti di sangue, ha salvato la ghirba ed è riparato in Arabia Saudita, con immense ricchezze. Rispetto alla malizia delle democrazie, almeno in questa fase storica ed economica, la rigidità dei despoti, alla lunga non paga e il lungo giorno da leone vissuto si sconta, anno dopo anno, in un angoscioso cupio dissolvi, prima che tutto si spenga in qualche cannibalico rito di immolazione del "Padre odiato". Il prossimo sarà l'Iran.

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