venerdì 31 dicembre 2010

Milone

Buon anno, Milone! Non sarà molto diverso da quello trascorso, perché se devi continuare la scalata al Milione - dal Sig. Bonaventura a Gerry Scotti, al Credem'a me, è lo slogan nazional-popolare - non potrai che ripeterti.
Ho appena finito di parlare con una bella ragazza, con qualche tratto di trascuratezza, che passerà la fine e il principio ( sic! )con la sua gatta e che non sa se la roulette della vita le consentirà di cogliere una simultanea magia. C'è chi punta, ripunta, spera nella combinazione vincente, senza credere in altro e, eventualmente, accontentandosi di questa.
Auguri a tutti gli amici del giaguaro, moderna stirpe servile, a chi, per essere "in", si infile in tutte le morse più costrittive, si traveste in tutte le fogge, coglie l'attimo che, siccome è breve, va ricolto in continuazione, non essendo capace di offrire un'autentica soddisfazione. Auguri perché, miscelandosi con gli arcana imperii, possano gustare i rarefatti sentori di quella vita che, non essendoci, è per questo agognata e, paradossalmente, rimpianta.
Una nuova stagione di spettacolo sta per cominciare. Auguri a tutti noi!

mercoledì 29 dicembre 2010

Milone

Sono tornate di moda le berrette di lana e i cappellini di feltro, stile liberty. Le signore ne beneficiano, le ragazze meno. Mancano ancora le velette. Qualche ragazza, in maschera simil-operaia - in realtà sono( pseudo )intellettuali che se ne guarderebbero bene - porta il bertocco della nonna con ricami all'uncinetto. E' l'Italia dei telefoni bianchi che si riattrezza. Il Paese della bipartizione fra le due Chiese, dopo la caduta dei miti e del Muro, è diventato il Paese del Nord e del Sud ( lo era già )e anche altri aspetti iconografici riemergono, come se niente fosse stato. L'unica Entità che, mutando, si conferma ( oltre alla Chiesa cattolica ) è il Credem'a me.

Milone

Mi sto godendo, caro Milone, il silenzio sepolcrale dei locali vuoti, contrastato solo dall'uniforme ronfio dei sifoni che portano nelle nostre arterie l'acqua del
riscaldamento. Sono entrati solo due camusi, addetti alle pulizie ed il nostro postino indio-peruviano. Gli sparuti clienti rimasti si rivoltolano nelle coperte. Dopo la prima colazione, una scorsa al giornale, dove leggeranno, per riempitivo, del prossimo attentato a Fini nel paesello di fra' Giuseppe e poi, prima di colazione, faranno un salto in banca. Credo che qualcuno si sia tenuto i soldi da parte per portarceli durante la settimana bianca degli altri e sentirsi meno soli.
Forse è proprio per questo vuoto angosciante, improvvisamente deprivato di proattività, che qualche abraso neuronale s'inventa disordini, disservizi teorici e attiva la fileira spionistico-organizzativa.
Mirandolina faceva, all'occasione, le sue "confidenze" a Sior Todaro e così lo coinvolgeva. Non aveva capito che il suo compito era di risolverglieli i problemi, non di crearglieli.

Milone

Ti dicevo, Milone, che in questa azienda i diritti sindacali - dei lavoratori, non dei sindacalisti - non sono riconosciuti e la plebe, apparentemente, non se ne adonta. Le dieci ore di assemblea all'anno, senza crumiri itineranti, non vengono usufruite. Certamente per non interrompere la servile catena di montaggio, con metronomo umano senza inquadramento e obblighi connessi, ma anche, ritengo, per non permettere un'espressione meno che conformistica da parte degli imprudenti e coraggiosi partecipanti.
Anche se molti non verrebbero, se la assemblee fossero tenute per piazza, sono convinto che ne verrebbe fuori un quadro problematico e non più idilliaco della realtà, Credem'a me.
In due anni non ho visto un volantinaggio, un aggiornamento, un voto sullo stato di una qualche trattativa, di cui per altro si legge sul bollettino parrocchiale, fino al rapido ed ineluttabile precipitare dove "paron" vuole..
Ora sembra che, per dare una parvenza di pluralismo al regime, stia infilando il muso in casa - come fanno i cani nelle adiacenze vestibolari dominicali - un'altra timida aspirante. Ironia del destino, le due pretendenti, le chiameremo per il momento, la moglie e l'amante, sono l'anagramma l'una dell'altra e hanno stretto uno strumentale patto di collaborazione, non presentando caratteristiche molto diverse fra di loro.
Come in ogni regime, il pluralismo di facciata non deve mancare, salvo non contare niente perché senza base di consenso.
E' però possibile che l'opposizione nasca all'interno del regime stesso, non alterandone la natura antidemocratica, ma offrendo una bifocalità di rappresentazione.
P.S.
Va pur detto, mon cher ami, che, se anziché al Credem'a me, fossi finito alla Pop. Milano, per esempio, avrei dovuto constatare altrettali e vischiose difficoltà ed altrettanto impegnativo sarebbe stato dire la mia. Lo avrei fatto in assemblea e con ogni strumento agibile, pur non aspettandomi grandi esiti dalla nostra compromissoria categoria, che, non essendo né carne, né pesce, aspira "all'eccellenza" e, sapendo di non poterla conseguire, ripiega facilmente su qualche beneficio accessorio.
Per altro, alla Pop. dell'Etruria, il rappresentante sindacale e dirigente territoriale aziendale appartiene alla CGIL.
Io, che lavoro in azienda e per il sindacato, non appartengo a nessuno.
Forse è solo un gioco, che può diventare pericoloso per la fantasiosa indulgenza che troppi dimostrano nel credere alle trame ed alle cospirazioni e, per colmo di dabbenaggine, nel credersene protagonisti.

sabato 25 dicembre 2010

Milone

Oggi potevamo tranquillamente chiudere. A parte qualche solitario e qualche commerciante all'ingrosso che ha chiuso i magazzini, nessuno fa capolino in banca. Imbarcati, direttamente alla porta delle scuole, i figlioli non ancora autonomi, le famiglie si sono trasferite verso le località sciistiche. E' il genetliaco di una partenogenesi, simbiosi di simboli potenti, che coinvolgono anche gli agnostici e che ci fanno percorrere a ritroso e in pastis, tappe di una non lineare evoluzione autocertificata.

Milone

Oggi, alle 18,30 - diretta su Sky e La 7 - presso il bar Zanarini-Zanetti, si terrà il party iconografico del "nuovo" Bologna f.c., targato Segrafedo-Zanetti, con la regia finanziaria di Intermedia. Fioccheranno gli auguri "a te e Consorte". Sul lato opposto della piazzetta, in locali messi a disposizione dalla Banca di Bologna, si terrà un mini CDA dell'uno+undici. A parodiare il tutto, Lucio Dalla, con movenze da primate spellacchiato al buffet, in attesa di dedicare un mese di concerti - a pagamento - al mito pedatorio cittadino e Gianni Morandi, Presidente onorario, dietro versamento di 500.000,00 euro.
Considerando che il re del caffè ( altrui )subentra con un impegno diluito al 35%, subito dopo aver spogliato l'insolvente Porcedda di un albergo periziato per 11.000.000,00 di euro - mentre il debito era di 6,6 - ed il pasticcione Menarini di appartamenti, capannoni e garages e che già si annunciano cessioni di giocatori appena ingaggiati, è lecito dedurne che la sua impresa inizi senza esborso effettivo di capitali.
Banca di Bologna sarà la banca della società sportiva e la supporterà ( pubblicizzata ) in ogni sua iniziativa. La Banca di Bologna è sinonimo di Pierferdinando Casini e del suo partitino clientelare. Rapidissima evoluzione ( apparente ) da Cassa Rurale ed Artigiana che era.
Ci sarà anche il Presidente degli azionisti poveri ( 100 euro )Maurizio Cevenini, fermato da un ictus nella sua corsa a Sindaco.
Tutto per Amore, dichiarano.
Come noi, nel nostro ambito, per Passione e Responsabilità.
Senza mischiare valori, sentimenti ed aree di interessi.
Altrimenti, la Max Mara's family avrebbe perso una occasione.

Milone

Caro Milone,
è passato un altro anno della nostra formazione da seminario Credem'a me. Le dieci ore individuali che il contratto di lavoro riserva alla non interferita discussione delle tematiche professionali ed ambientali non sono state ( mai ) utilizzate., tanto che i piu ( come i morti ) non ne sospettano neppure l'esistenza. In compenso, ben più di dieci ore ( fuori orario ) sono state dedicate alla propaganda di regime, puntellata dalla spicciativa vigilanza dei suoi delegati "a credenza", cioè senza responsabilità.
In questo periodo, i gestori, versione Babbo Natale, fanno le consegne a domicilio dei gadget, dopo aver sostituito i filippini e i cingalesi nelle incombenze finanziarie delle famiglie che ci danno da mangiare. Non esiste il premio di produttività, sostituito, discrezionalmente ed al ribasso, dagli ad personam. Dei sindacati, desiosi di SAS, tracce sparse come l'albumina nelle urine. Meglio così, di questi campioni è bene fare a meno ed affidarsi al Foro interiore.
Di auguri non mi sento di farne, tranne che al buon Sulati, costretto a recitare come da copione ed al quale, come da copione correttamente interpretato da trent'anni, ho risposto.
A tutti gli altri, un cordiale: incapponitevi!

Milone

Riepilogando: il back office si fa dopo ( il front office ), ma se il tempo ordinario di lavoro non lo consente, buona grazia se lo incastro fra le mene susseguentisi. Capisco l'ira repressa di chi, più che per passione ( sic! )e responsabilità, fa le cose per forza, ma un po' d'aplomb, Credem'a me.

Milone

Sulle ali dell'Amore, i miei valenti colleghi planano su Parigi, nei fine settimana e poi ci restano per l'inagibilità delle piste. In più, essendo voli ed amori low-cost, non sono previsti servizi sostitutivi, in affitto, dei quali usufruì un po' di anni fa, quando approdai ad Orly con l'Air Tunisie, noleggiata per i suoi clienti da Air France.
Così, per un'indeterminazione circa le ferie, i suoi tempi e l'incastro con ogni altra specie di latitanza, per la lagnanza di un RDE senza galloni ( che aveva sofferto dello stesso inconveniente ), per l'intervento di una RDO frettolosa, per un cupio serviendi riflesso, ma privo di riflessione, si devono leggere amene baggianate sulla posta elettronica, mentre la passione e l'irresponsabilità turistico sentimentale provocano disservizi che il caso provvede fortunosamente a sanare. Credem'a me.

Milone

Milone, il 60% dell'organico preme alle bussole. intravedo anche il mio frate-guardiano, Giuseppe d'Andria, uno dei più importanti teologi aziendali. Stupito e scandalizzato, chiedo alla prima avventrice la ragione di tanta apparente irresponsabilità ed ella, soavemente e con consumato mestiere, mi giustifica l'avanti-indietro con la consegna delle agende e dei calendari per i bambini dei clienti.
La RDO-AR30 occupa il salottino di lato, a fronte della mia postazione. E' sola e sposta le pedine sul computer, nell'aziendale gioco degli scacchi. Ogni tanto sorride e parla felice, fissando lo schermo. Che sia in video-conferenza? Mi accorgo che da un orecchio le pende un filo: si consulta o parla con il fidanzato. Tutto insieme, proattivamente.
Donde provengo, aziendalmente parlando, i caratteri e le espressioni erano molteplici: i cloni dei miei attuali colleghi c'erano, eccome, ma l'ecosistema era estremamente vario. E' vero che la gestione non era per piccoli gruppi, come si fa qui, per conformare chi vi è ospitato, ma una simile uniformità era impensabile. A dire il vero, anche gli azionisti erano un esercito e non una piccola conventicola di interessi. Basta poco per dirsi S.P.A., Credem'a me.

martedì 14 dicembre 2010

Milone

Impazza, per me improvvisamente, il manicomio dei gadget natalizi. Anche noi non ci esimiamo dall'ansia del presente inutile e banale, tarandolo sulle qualità reddituali dei diversi destinatari. I più facoltosi ne riceveranno quanti ne può contenere un magazzino e ne butteranno via una gran parte; li daranno ai bambini piccoli, ancora analfabeti, ma già con l'istitutrice che parla inglese, che provvederanno a farli a pezzettini. I meno peggio, saranno riciclati ai dipendenti - da noi esclusi in prima battuta - come un tempo i vestiti smessi. Il diuturno allenamento ginnico si esercita ora dalle postazioni di lavoro all'improvvisato deposito delle agende e dei calendari formato tabloid, trasparenti sulle due facciate. Devono essere calendari estivi. L'importante è adempiere al rito maniacale, mostrarsi non solo memori, ma devoti e proni. Probabilmente, un comportamento omissivo della consolidata tradizione non sarebbe neanche notato e tutto si esurisce all'interno dell'anima anelante.
Purtroppo, anche in famiglia et similia, imperversa lo stesso tsunami: dal cappone - già castrato all'uopo di essere definitivamente sacrificato nella ricorrenza di una nascita, propedeutica ad un altro sacrificio finalizzato ..e poi dicono che le culture evolvono..- ai certosini, alle riunioni prenatalizie per lo scambio di regali, fino all'apoteosi spendereccia per figli e nipoti. Maestre gioiose di cerimonie sono le donne che, prese come sono dall'ansia di perfezionismo, delegano una serie incrementantesi di incombenze logistiche e di trasporto, facendosi direttoriaramente sostituire. Dev'essere un destino.
Telefona la Galotti: "c'è il dottor Loviso?"; "no, è in ferie"; "quando ritorna?"; "immagino, la settimana prossima"; - pensa, caro Milone, quanto levecchie tare gravano ancora su di me - "non è possibile, giovedì ha appuntamento con noi"; "mi informo".
Torna domani.
Ciao, Milone.

Milone

Il saloncino è deserto e, con i suoi tappeti al suolo, sembra una dimora beduina. Scorrendo lungo gli ambiti professionali, intravedo una scenografia progressiva e cangiante, incasellata nelle finestrelle successive. Taluni, soli, sembrano ipnotizzati dal videoterminale, talaltri si intrattengono con gli ultimi avventori.
Il sistema delle camerette in progressione lungo i corridoi o dei semplici paraventi era in uso, fin dall'antichità, per l'esercizio di altre lucrose attività. La stilista ci ha preso per caso, o, sapendolo, si è divertita a produrne una costosissima copia?

Milone

Buongiorno vecchio mio e bene alzato.
Oggi occupo la cella di un collega dedito alle imprese, che sta smaltendo le sue ferie come i grassi superflui alla salute dell'organismo aziendale. Sono all'estremo opposto del corridoio carcerario ideato da Gae Aulenti per le maestranze Credem'a me. Sento in lontananza la voce monocorde, come quella di una segreteria telefonica, del nostro capostazione di Aversa che chiede di me, sospettando che anche oggi sia arrivato in ritardo, anche se questa mattina sono sfuggito al suo controllo, perché in ritardo è arrivato lui. Non passano venti secondi che, come atteso, inquadro la sua testa nella finestra che dà sul corso laterale al CIM: controlla con un solo sguardo, chiede conferma di quello che già sa, ringrazia e saluta. Sempre le stesse parole, come "il pranzo è servito" degli attori esordienti. Saltellando da un posto all'altro, manteniamo coperte le posizioni, come i mezzi busti della R.A.I. durante la prima Repubblica, o come i manichini che il papà di mio cognato, già bon vivant, corridore delle Mille Miglia, metteva nel letto della casa di campagna per ingannare l'indaffaratissima consorte, vera architrave anche economica della famiglia ed uscire dalla finestra, per recarsi a far visita a qualche succulenta contadinotta.
Così inganniamo il nostro Super-io, aziendalmente orientato, e cerchiamo di insinuarne uno conforme agli educandi collaboratori. Ma, sapendo che le costrizioni interiorizzate si trasformano in nevrosi - e quanti sintomi e prodromi se ne avvertono d'intorno - continuerò a far conto di essere a teatro, casomai all'Arena del Sole che celebra i suoi duecento anni, i primi centocinquanta dei quali, dedicati all'intrattenimento diurno del popolo, che assisteva agli spettacoli masticando una crescente con la cipolla e commentava le vicende a viva voce, interagendo con gli attori. Nell'Arena indistinta, si mischiavano grossolanità e riservate e modeste finezze, che non avevano altra possibilità di contemplazione e di espressione.
Deve essere l'ora del libero passeggio nel corridoio della nostra San Quintino, perché un altro detenuto nei box sbuca lungo il camminamento e dice la sua su questa mia.
Ci sentiamo.

Milone

Mio caro Milone, non mi giungono notizie di interessamento della Famiglia all'acquisto dello spellacchiato Bologna f.c., da cui anche un Porcedda qualunque può pensare di spillar quattrini. La nostra è una realtà provinciale, come ha avuto la spudoratezza di sottolineare - proprio lui - ma l'affermazione è fondata, tanto è vero che, non appena si esula dalla contabilità domestica, si subiscono le scorribande di ogni sorta di avventurieri.
Ho l'impressione che anche nell'ambito delle aziende sia ancora sedimentata una mentalità premoderna e asindacale che per tutelare la propria bottega trascura le possibilità dei supermerket. Vige ancora l'economia dei piccoli feudi, dei piccoli castelli che costellano, restaurati, ogni sperduto e ridotto territorio. Da ciò l'inevitabile e "necessaria" mentalità cortigiana. ma di questa, se ne avrò estro e convinzione, ti riferirò poi.
Non so se intenzionalmente - credo di sì - o per precipitato di una miscela di elementi, il ruolo che ricopre il sindacato compatibile, esemplificativamente presso il Credem, sia riassumibile così:
la fase delicata dell'azione sindacale nasce quando bisogna determinare il valore della funzione economica rispetto all'utilità aziendale ed assegnare a ciascuna raltà produttiva, una zona, la più ampia possibile, di movimento e di sviluppo. La facoltà di giudicare in questo campo spetta esclusivamente al Credem, inteso come Ente di governo e non più - anzi, qui mai - ai sindacati o associazioni professionali che siano.
Gli scopi di governo del Credem vengono tutelati dai suoi organi esecutivi, coesi e orizzontali, molti dei quali privi di attribuzioni formali - vedi l'acronimicità della gerarchia di fatto, a confondere ed esemplificare ( sic! ).
I sindacati, se vogliono avere un diritto - limitatissimo - di cittadinanza, devono subordinarsi e ricevere una missione regolamentare ben definita, in forza della quale essi divengono degli organi para-aziendali. Ma il Credem, con ciò, non aliena da sé la propria sovranità, in quanto, in un ambito regolamentare, i sindacati non rivestono carattere di autonomia e non sono altro che dei mezzi per la disciplina economica e produttiva dell'azienda. Il modello Credem'a me ha realizzato lo svuotamento dei sindacati nell'azienda e la loro trasformazione in organi amministrativi, distaccati dai lavoratori ed irresponsabili. Anche se questi organi continueranno a sviluppare il nome di sindacati, la loro costituzione ed il loro funzionamento, il loro impiego, non avranno più nulla a che fare col sindacalismo, ma l'assimileranno alle altre branche dell'azienda ed alle più odiose fra di esse: a quelle adibite, in modo particolare, a stillare ai lavoratori una parte delle loro spettanze e, soprattutto, della loro dignità.

domenica 12 dicembre 2010

Milone

Le Tavole degli impegni ( assunti da chi e per conto di chi? ) di questa anziché di quella sottosezione aziendale, oltre ad essere dei nonecaloghi o dei dodecaloghi, per non sembrare presuntuosi o per esserlo troppo, sono tanto simili da sfiorare l'identità, per cui suggerirei di sostituirli sinteticamente, nei termini che seguono:
il Credem è unico, è una monade inscindibile;
il Credem è una cittadella nella quale non vi possono essere antitesi, né di individui, né di gruppi;
il Credem controlla tutte le organizzazioni al di fuori, ma non può essere controllato al di dentro.
Solo il Credem trascende gli interessi contrastanti dei singoli e dei gruppi, per coordinarli ad un fine superiore.
La nostra parola d'ordine è: durare!
Durare giorno per giorno, mese per mese, anno per anno, di modo che tutte le riserve, le critiche, le opposizioni si infrangano come mota, dinnanzi a questo monolitico blocco della volontà e della tenacia.
Per il triennio in corso...con Passione e Responsabilità.

mercoledì 8 dicembre 2010

Milone

Dalla rarefatta posizione riservata ad un tutelato di legge - condizione alla quale, per certi versi, mi assimilo anch'io - la vetrina sul mondo risulta particolarmente angusta ed extra vitale. Non consente di cogliere nel loro decomprimersi, le dinamiche dell'esistenza, tanto comuni ed iterative, quanto particolaristiche alla nostra individualistica sensibilità, ma solo qualche fotografia...un po' mossa di quanto, a decompressione in atto e a ricompressione in potenza, accade nei due, tre attimi fra l'entrata e l'uscita. Pochissimi prendono sul serio il ruolo - suppongo importantissimo, anzi strategico -, del portinaio ed è lui stesso, talvolta, a darsi importanza, suggerendo a qualche imbranato alle bussole che..come si entra dalla bocca, così si esce da..
Ogni tanto qualcuno saluta, altrettanti chiedono banalità convenzionali di cui non possono essere ignari, se non altro per l'età ed una certa frequentazione, anche occasionale, delle banche. Quando l'usciere viene puntato con decisione, si tratta del bancomat sbarazzino che continuamente rimpinzito per sollecitazione di extra-comunitarie di recente immigrazione, che non sanno ripetere che le solite tiritere - come i non graduati acronimi di questo esercito di Pancho Villa -, addebita ma non eroga, eroga la ricevuta del prelevamento precedente o non consente proprio di prelevare per qualche motivo che il cliente di altro sportello finge di ignorare...
In compenso, si sta un po' in pace e si può mettere ordine nei pensieri che premono; oltre la parete lignea giungono attutite le conversazioni telefoniche concitate degli indaffarati e i trilli isterici d'insofferenza di qualche donzella con la testolina dall'estetista.
I colleghi, agenti della Securitate, sbucano alle spalle o di lato, a seconda delle adiacenze e non omettono mai di lanciare uno sguardo allo schermo o al tavolo; si presentano anche i gestori con qualche annosa incombenza trascurata, indirizzati dagli informati ed organizzativamente coinvolti militanti. Anche i cassieri volanti trovano il tempo di ammannire le copie delle operazioni firmate a domicilio - anche a grandi distanze -, che trattengono per mesi, dai clienti "che ci danno da mangiare, a chi meglio e a chi peggio", quando "si libera" qualcuno più precario di loro. Qui, con Passione e Responsabilità, "ci si fa carico" anche degli aspetti meno esornativi del lavoro altrui. A Roma, la chiamavano massa di m(erda)anovra o il tavolo della mignotta, dove ce buttan tutti.
Roba da "coatti", figurarsi al Credem'a me.

lunedì 6 dicembre 2010

Milone

Milone, vecchio mio, la manifestazione degli studenti sosta all'altezza del parallelo dell'Equatore, proprio davanti alle griffate adiacenze del Credem'a me. Lo speaker propone gli slogans che vengono avvalorati dall'inarticolato consenso dei partecipanti; la manifestazione è interferita dagli agenti della Digos che non si distinguerebbero dagli studenti in processione dietro qualche illusorio baldacchino, se non fosse per l'età. Dall'interno degli augusti locali che ci ospitano, gli sportellisti mugugnano frasi di qualunquismo reazionario. E' la generazione dell'impresa al potere, come noi lo siamo stati di un Paese più libero e meno bacchettone, in tutti i sensi. Il mondo sogna, involvendosi rotatoriamente su se stesso. Basta saperlo e non farsi, né oggi, né mai, menare per il naso dagli slogans, distinguendoli per la gioia giocosa o per la noia che apportano e curarsi bene perché non costituiscano mai un precetto.

Milone

Fra imprenditori e prestatori d'opera non intercorrono quelle differenze che gli uni e gli altri, per consolarsi della loro ignoranza, avvertono. Si tratta di una mera differenza reddittuale, basata su una speculare mentalità materialistica, ignara dei concetti di civiltà, dignità e valore, che non si riduca - quest'ultimo - a differenziale di prezzo e di potere d'acquisto.
Figlio di un accessibile e rudimentale empirismo, l'utilitarismo degli uni si scontra con quello speculare e neghittoso degli altri, senza che entrambi e ciascuno per la sua parte sappiano riconoscerne la comune matrice.

Milone

Caro Milone, sono cominciati i consumi natalizi, cartina di tornasole della capacità di spesa di noi italiani. Molti negozi sperano di ridurre il deficit o di accantonare qualcosa per i tempi grami che succederanno al Natale. Insieme alle luminarie, ogni azienda punta all'abbellimento in extremis dei suoi smunti bilanci.
Anche se il denaro circolante è sclerotico, è altresì vero che, dagli anni '60, nessuno fallisce povero. Il previdente accantonamento, soprattutto in nero e all'estero, costituisce la miglior assicurazione contro gli eventi di mercato, tanto contrabbandati nei confronti della clientela e dei dipendenti, quanto riguardati come la peste, nell'ambito del tutelato ( oggi un po' meno ) capitalismo de no' antri. Le aziende nascono, si consolidano, si gonfiano e poi cessano le attività, nell'arco di pochi decenni. In provincia di Bologna, nel 2011 saranno premiate ( se resisteranno alla congiuntura ) le sei aziende che, il prossimo anno raggiungeranno i cento anni di sopravvivenza, nonostante i passaggi ereditari. Ma siccome in natura nulla si crea e nulla si distrugge, si può supporre che la circuitazione della ricchezza prodotta si sposti temporalmente e fra le famiglie - quanto imparentate sarebbe istruttivo conoscere - lasciando invariato il prodotto, salvo crisi effettive e distruttrici che, per quanto evocate ad ammonimento e per indurre paura, ci si cautela di evitare razionalmente, come la concorrenza vera. Lo stesso diritto nazionale si ostina a considerare dei reietti e a dare l'ostracismo ai falliti, a differenza del diritto anglosassone che consente di perseverare ed eventualmente di fallire ripetutamente. Da noi, la stabilità tradizionale e corporativa di chi compra lavoro e di chi lo vende, è vissuta come un valore imprescindibile, un po' come la famiglia che , anche se molto meno stabile di un tempo, conserva la referenzialità tutoria della Gens sui suoi legittimi discendenti.
Ops! Ho sentito un botto. E' stato Giovanni che, a forza di correre da un box all'altro, ha sbattuto il cranio contro uno spigolo. Una tumefazione violacea si appalesa sullo zigomo; fa un salto all'enoteca nel vicolo di fronte e torna con una borsa del ghiaccio."Mi hanno offerto anche un bicchier di vino". La tumefazione aumenta. "Chiederai un risarcimento per infortunio professionale?" "No, mi sembra una piccola cosa."
La tumefazione comprende l'occhio destro e straripa verso la tempia. E' la nostra Gens, Credem'a me.

domenica 5 dicembre 2010

Milone

Caro Milone, bunkerizzato sulla linea dell'Equatore di via Indipendenza e preso purtroppo da mille altre incombenze, mi era inizialmente sfuggita la dipartita di Mario Monicelli, autentico autore e raffinato tecnico del cinema, nei confronti del quale i tentativi di classificazione nell'ambito delle convenzioni politiche, ideologiche e morali "politicamente corrette", non hanno mai scalfito la sua fiera ma tranquilla particolarità di "maledetto toscano". Viareggino di nascita, quindi versiliese, come la mia mamma, che però è di Lucca, ( due mondi separati da soli cinque chilometri, ma irriducibili, direbbero gli uni degli altri ) ha avuto per tutta la sua lunga vita una visione senza filtri dell'esistente, ritradotto in immagini fedeli e, e perciò stesso urticanti. Ironia, intelligenza, assoluta indipendenza di giudizio lo hanno guidato nella sua esistenza appagata, che non ha voluto più condurre allo sfacelo del cancro che lo divorava. Essendo molto anziano, la sua malattia è evoluta lentamente e fino a Maggio, magro, esangue, ma lucidissimo, aveva rilasciato interviste e lasciato il suo contributo penetrante e fuori dalle mode e, proprio per questo, tanto chiarificatore ed incisivo. Quando ne ho accennato a Giuliano d'Aversa, uno dei maggiori teologi del nostro Ordine - come avrebbe chiosato Umberto Eco - mi ha chiesto: "e chi era?"; "novantacinque anni? Corbezzoli!"; " si è suicidato, come?"
Il tempo passa e cancella tutti i suoi segni per poi ridisegnarli, sempre uguali, ma con differenti capacità d'espressione. Nella sua morte Monicelli ha dato testimonianza di un ethos antico e precristiano. Niente funerali, a che e a chi servono? Il figlio, già anziano, ha aggiunto: "nessuna litania dolente; per vivere, ha vissuto." E tanto basta.

Milone

Ore 11,30.
Dopo due sportellate della velocissima anta della bussola d'ingresso, una vetusta ed elegante signora caracolla per il salone, accompagnata da una minuta e troppo giovane badante. Troppo, perché non dovrebbe essere lecito legare un (quasi) morto a un vivo, supplizio riservato dagli Inca e da qualche tribù indigena del nord-America ai rei di qualche sciamanico reato. Le analogie camaleontiche fra ciò che è stato e ciò che ancora è, mutatis mutandis, non le conosciamo e viviamo, ogni volta, con la stessa inconsapevole convinzione che siano una novità e, quindi, non ci curiamo di modificarle in senso più civile.
L'aggrotata ma sverzurosa signora ha più di novant'anni e la bambina che l'accudisce sorride sbarazzina alle sue battute, della sua sordità e si prende cura di lei con attitudine filiale. Mai immaginerebbe in quali spire sia finita e per quale favorevole - nonostante tutto - combinazione del Fato non corra il rischio di essere ancor più impropriamente coinvolta. La Signora ha due conti, uno personale ed uno intestato ad una Società Alberghi Bologna, costituita un anno dopo l'applicazione della legge Merlin, in via dell'Orso, dove sorge con nuovo marchio post-fusione l'hotel Metropolitan, nella mansarda del quale l'attempata inquilina vive ancora. Ha dovuto accettare di ascoltare la televisione con la cuffia, perché disturbava gli ospiti flanellanti e più dediti al riposo, ( anche se l'usbergo è noto per non aver dimesso le tradizioni ) con il volume dell'audio.
Paziente e prodiga ( sussurra alla ragazzina di trattenersi trenta euro di mancia ) sorride charmante e, indicando con vigore il soffitto, mi incarica di salutarle il "capoccia".
Nella precedente vita bancaria, in via delle Clavature, ricevevo le sollecitazioni telefoniche di tale Signora Nelly - ometto il cognome - che, nonostante avesse un miliardo di lire da parte, in B.O.T. e C.C.T., ogni mese voleva essere aggiornata circa la sua pensioncina di ex dipendente statale. Ebbene, costei percepiva effettivamente lire 1.500.000, in quanto da simil-giovane aveva diretto, con regolare contratto, una casa di tolleranza regia. All'epoca, l'amministratore - il ragioniere dei casini - godeva dei rispetti di tutta la direzione delle banche affidatarie: ottimo cliente, apportatore di denaro fresco.
E la fonte del denaro, "sacro", lato sensu, continua inesauribile ad alimentare l'organismo sociale, di cui le banche sono il cuore pulsante. Con Passione e Responsabilità.