mercoledì 29 dicembre 2010

Milone

Mi sto godendo, caro Milone, il silenzio sepolcrale dei locali vuoti, contrastato solo dall'uniforme ronfio dei sifoni che portano nelle nostre arterie l'acqua del
riscaldamento. Sono entrati solo due camusi, addetti alle pulizie ed il nostro postino indio-peruviano. Gli sparuti clienti rimasti si rivoltolano nelle coperte. Dopo la prima colazione, una scorsa al giornale, dove leggeranno, per riempitivo, del prossimo attentato a Fini nel paesello di fra' Giuseppe e poi, prima di colazione, faranno un salto in banca. Credo che qualcuno si sia tenuto i soldi da parte per portarceli durante la settimana bianca degli altri e sentirsi meno soli.
Forse è proprio per questo vuoto angosciante, improvvisamente deprivato di proattività, che qualche abraso neuronale s'inventa disordini, disservizi teorici e attiva la fileira spionistico-organizzativa.
Mirandolina faceva, all'occasione, le sue "confidenze" a Sior Todaro e così lo coinvolgeva. Non aveva capito che il suo compito era di risolverglieli i problemi, non di crearglieli.

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