martedì 14 dicembre 2010

Milone

Impazza, per me improvvisamente, il manicomio dei gadget natalizi. Anche noi non ci esimiamo dall'ansia del presente inutile e banale, tarandolo sulle qualità reddituali dei diversi destinatari. I più facoltosi ne riceveranno quanti ne può contenere un magazzino e ne butteranno via una gran parte; li daranno ai bambini piccoli, ancora analfabeti, ma già con l'istitutrice che parla inglese, che provvederanno a farli a pezzettini. I meno peggio, saranno riciclati ai dipendenti - da noi esclusi in prima battuta - come un tempo i vestiti smessi. Il diuturno allenamento ginnico si esercita ora dalle postazioni di lavoro all'improvvisato deposito delle agende e dei calendari formato tabloid, trasparenti sulle due facciate. Devono essere calendari estivi. L'importante è adempiere al rito maniacale, mostrarsi non solo memori, ma devoti e proni. Probabilmente, un comportamento omissivo della consolidata tradizione non sarebbe neanche notato e tutto si esurisce all'interno dell'anima anelante.
Purtroppo, anche in famiglia et similia, imperversa lo stesso tsunami: dal cappone - già castrato all'uopo di essere definitivamente sacrificato nella ricorrenza di una nascita, propedeutica ad un altro sacrificio finalizzato ..e poi dicono che le culture evolvono..- ai certosini, alle riunioni prenatalizie per lo scambio di regali, fino all'apoteosi spendereccia per figli e nipoti. Maestre gioiose di cerimonie sono le donne che, prese come sono dall'ansia di perfezionismo, delegano una serie incrementantesi di incombenze logistiche e di trasporto, facendosi direttoriaramente sostituire. Dev'essere un destino.
Telefona la Galotti: "c'è il dottor Loviso?"; "no, è in ferie"; "quando ritorna?"; "immagino, la settimana prossima"; - pensa, caro Milone, quanto levecchie tare gravano ancora su di me - "non è possibile, giovedì ha appuntamento con noi"; "mi informo".
Torna domani.
Ciao, Milone.

Nessun commento:

Posta un commento

Sono graditi i tuoi commenti