sabato 25 dicembre 2010

Milone

Milone, il 60% dell'organico preme alle bussole. intravedo anche il mio frate-guardiano, Giuseppe d'Andria, uno dei più importanti teologi aziendali. Stupito e scandalizzato, chiedo alla prima avventrice la ragione di tanta apparente irresponsabilità ed ella, soavemente e con consumato mestiere, mi giustifica l'avanti-indietro con la consegna delle agende e dei calendari per i bambini dei clienti.
La RDO-AR30 occupa il salottino di lato, a fronte della mia postazione. E' sola e sposta le pedine sul computer, nell'aziendale gioco degli scacchi. Ogni tanto sorride e parla felice, fissando lo schermo. Che sia in video-conferenza? Mi accorgo che da un orecchio le pende un filo: si consulta o parla con il fidanzato. Tutto insieme, proattivamente.
Donde provengo, aziendalmente parlando, i caratteri e le espressioni erano molteplici: i cloni dei miei attuali colleghi c'erano, eccome, ma l'ecosistema era estremamente vario. E' vero che la gestione non era per piccoli gruppi, come si fa qui, per conformare chi vi è ospitato, ma una simile uniformità era impensabile. A dire il vero, anche gli azionisti erano un esercito e non una piccola conventicola di interessi. Basta poco per dirsi S.P.A., Credem'a me.

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