mercoledì 8 dicembre 2010

Milone

Dalla rarefatta posizione riservata ad un tutelato di legge - condizione alla quale, per certi versi, mi assimilo anch'io - la vetrina sul mondo risulta particolarmente angusta ed extra vitale. Non consente di cogliere nel loro decomprimersi, le dinamiche dell'esistenza, tanto comuni ed iterative, quanto particolaristiche alla nostra individualistica sensibilità, ma solo qualche fotografia...un po' mossa di quanto, a decompressione in atto e a ricompressione in potenza, accade nei due, tre attimi fra l'entrata e l'uscita. Pochissimi prendono sul serio il ruolo - suppongo importantissimo, anzi strategico -, del portinaio ed è lui stesso, talvolta, a darsi importanza, suggerendo a qualche imbranato alle bussole che..come si entra dalla bocca, così si esce da..
Ogni tanto qualcuno saluta, altrettanti chiedono banalità convenzionali di cui non possono essere ignari, se non altro per l'età ed una certa frequentazione, anche occasionale, delle banche. Quando l'usciere viene puntato con decisione, si tratta del bancomat sbarazzino che continuamente rimpinzito per sollecitazione di extra-comunitarie di recente immigrazione, che non sanno ripetere che le solite tiritere - come i non graduati acronimi di questo esercito di Pancho Villa -, addebita ma non eroga, eroga la ricevuta del prelevamento precedente o non consente proprio di prelevare per qualche motivo che il cliente di altro sportello finge di ignorare...
In compenso, si sta un po' in pace e si può mettere ordine nei pensieri che premono; oltre la parete lignea giungono attutite le conversazioni telefoniche concitate degli indaffarati e i trilli isterici d'insofferenza di qualche donzella con la testolina dall'estetista.
I colleghi, agenti della Securitate, sbucano alle spalle o di lato, a seconda delle adiacenze e non omettono mai di lanciare uno sguardo allo schermo o al tavolo; si presentano anche i gestori con qualche annosa incombenza trascurata, indirizzati dagli informati ed organizzativamente coinvolti militanti. Anche i cassieri volanti trovano il tempo di ammannire le copie delle operazioni firmate a domicilio - anche a grandi distanze -, che trattengono per mesi, dai clienti "che ci danno da mangiare, a chi meglio e a chi peggio", quando "si libera" qualcuno più precario di loro. Qui, con Passione e Responsabilità, "ci si fa carico" anche degli aspetti meno esornativi del lavoro altrui. A Roma, la chiamavano massa di m(erda)anovra o il tavolo della mignotta, dove ce buttan tutti.
Roba da "coatti", figurarsi al Credem'a me.

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