giovedì 21 aprile 2011

Milone

Anche quest'anno, Milone, celebreremo la Pasqua in un tripudio di capri espiatori e di masticazioni. Molti ritualizzeranno spiritualmente l'olocausto, altri neppur questo. I teneri agnelli furono concepiti con monte programmate in tempo utile per averne in sovrabbondanza ( da caricare sul prezzo ) per la Festa. E' così per tutta la filiera alimentare zootecnica e, spesso, si ricorre alla fecondazione eterologa senza che nessuno abbia niente da ridire.
Fra brindisi e gassosità, verso l'alto e verso il basso, noi Farisei compenseremo la nostra interiore vacuità, affidandone poi al sonno l'oblio.

Milone

Si salva solo il Credem'a me, come Pietro l'aretino nella battaglia di Montaperti. Soli, in mezzo al campo, fra i caduti, inermi ma ancor vivi. La nostra Generalessa, invece, svetta nel suo tripudio anatomico, sulle povere spoglie.
Nuove conquiste ci attendono.
Le truppe operative, che sostengono il loro costo facendo le pulizie, aprendo le porte, sostituendosi al centralino e che, per questo, godono della considerazione gratuita e di un melenso rispetto che sa di presa in giro, da parte degli altri componenti dell'azienda, stanno per dirigersi verso la Marca marchigiana. Prima passeranno per il Montefeltro, poi declineranno verso mezzogiorno.
In questa compagine, l'assegnazione è per area, non per ufficio, mansione o filiale. Per risparmiare quattro soldi e non correre rischi con gli affidamenti - ridotti all'osso - si continua a sfottere chi resiste..perché di puro spirito di sopportazione si tratta.
Per lavorare qui, Credem'a me Milone, bisogna essere giovani, atletici, eleganti..poveri, ma belli.
Passione e Responsabilità eugenetiche.
Donde provengo, avevamo molti colleghi provenienti dall'Arma dei carabinieri, prima commessi e poi cassieri, fedeli ai valori custoditi come a quelli della Benemerita; qui provengono certamente dal Corpo dei Bersaglieri.
Dimenticavo: i nostri milites gloriosi sono inquadrati ( purtroppo ci sono norme che mettono il padrone in balia dei dipendenti ) al minimo sindacale.
P.S.
Il contenuto del problema non consiste nella contesa per le ferie nella Marca di levante - è quanto mi viene rassegnato ed è una delle debolezze della rappresentanza in rapporto alle "esigenze" di questa pavida e poco consapevole categoria - ma nel modello organizzativo che sceglie con chi e come far fruttare il lavoro. Facoltà del proprietario è di usare, trarre frutti ed anche distruggere il bene che ritiene - in questo caso - di possedere ed anche di quest'ultima facoltà si vale, come dimostrano le costanti dimissioni, anche se talvolta colgono impreparato l'utilizzatore.
In quest'azienda, dall'origine che non è centenaria, sindacalmente siamo all'anno zero. Mediare su queste basi è rendersi complici, Credem'a me, consentendo un caso più unico che raro di clonazione dell'unum sentire legionario, come quello della pecora Dolly, destinata, dopo le fastose celebrazioni degli esiti scientifici, ad essere sacrificata.

lunedì 18 aprile 2011

Milone

Caro Milone, è consolante che il quotidiano economico nazionale attesti la nostra decontestualizzazione dal sistema bancario.
Sono capace anch'io di far utili per me, se faccio credito solo ad amici, soci e cointeressati e se tengo saldamente per gli ammennicoli il personale operativo, delego a quello commerciale ogni incombenza da sbrigafaccende e lo remunero sotto traccia in base al portafoglio che mi ha recato e, infine, tengo sotto organico le maestranze muovendole sulla scacchiera della dama, tramite digitazioni sul computer.
Le piccole banche di famiglia, una volta molto diffuse su questo e su quel territorio, erano strumenti di logge massoniche locali e servivano alle partite di giro fra "fratelli" e loro referenziati. Per generazioni, hanno costituito lo strumento di rifugio e mantenimento di micro assetti sociali e parentali, in barba alle variazioni del mercato, agitate propagandisticamente a maleficio di clienti non strategici e dipendenti.
Comunque sia, per noi è sancito: l'eccellenza mitologica è conseguita.

Opzioni espiatorie.

Egr. Dott. Vezzani,
opterei per scontare la pena nei giorni 9-10 e 11 Maggio p.v., per prolungare o riprendermi dai festeggiamenti di un genetliaco significativo.
Le confesso che non ho ancora riletto il testo della sentenza, né lo ho confrontato con la mia replica alla prima contestazione, ma Le preannuncio fin d'ora che replicherò, per iscritto, per le seguenti ragioni:
il provvedimento, in sé, non esaurirà le sue conseguenze; le ricadute economiche che ne seguiranno sono l'ultima delle mie preoccupazioni, come, suppongo, sia anche per Voi, quelle sulla compromessa qualità del rapporto mi perplimono un po' di più e voglio che, a futura memoria, restino tracce scritte della interpretazione autentica che io dò dei fatti.
Se bypasso - ed è la seconda volta - la definizione giudiziaria della vicenda, è perché i tempi, sia per me, sia per Voi, ritengo che non siano ancora maturi. Preferirei se non maturassero, ma, se questo avvenisse, sarò pronto e, forse, a mia volta, bypasserò, se giuridicamente possibile ed opportuno, i direttori interni.
Se mi autorizza, sarà a Lei che indirizzerò il testo, fra breve. Altrimenti La prego di indicarmi un altro referente.
Spiacente per l'aggiunta di disagio che Le arreco, La saluto cordialmente.
Pier Paolo Castellari

Milone

E così, vecchio mio, eccoci di nuovo insieme. I dottori del Tempio sono stati, in prima istanza, clementi e mi hanno comminato una usurpatio trinoctis, simile a quella delle vedove nella primitiva Roma delle XII tavole. L'usurpatio trinoctis era, nei fatti, un'adulterina concessione al compresso estro femminile, a cui era concesso, per tre notti nella vita, di dormire fuori di casa, senza fornire giustificazioni.
In questo modo, si illudevano le coltivate velleità di emancipazione e di liberazione, "una semper" del vis erotica, concussa alle femmine.
O, forse, si è trattato di una squalifica temporanea, per intemperanze verso un guardalinee, come nel pallone, a salvaguardia del tutore delle regole della casa, senza riguardo alla fatica fisica e nervosa di chi è impegnato nel "gioco". Sarà capitato anche a te, mio buon Milone, nell'ambito della tua attività agonistica.
Chissà, Milone, se riuscirò ad andare in pensione prima di cadere sotto la mannaia posta al termine di una serie di forche caudine, stilizzate come la filiale di Gae Aulenti, in questo cenacolo di giovani-vecchi, in cui mi sono trovato nell'età della saggezza ( alla quale non rinuncerò )?
Per fortuna, amo i paradossi.

martedì 12 aprile 2011

Milone

Caro Milone, sono in attesa del legato aziendale che mi recherà la sentenza dell'Inquisizione del Credem'a me. Con impeccabile "correttezza" è la seconda volta che mi pre-invita alla riflessione, ai tempi lunghi del pentimento, nell'ultima occasione, definito"razionalizzazione", in omaggio alla mia empia devozione a Giordano Bruno. Purtroppo, non attendo nella solitudine e nella macerazione del reprobo - l'efficienza aziendale non lo permette e il mondo incalza - per cui vivo sereno questo scampolo di vita, come colui che è ignaro che le sue cellule si stanno deteriorando, ma ancora non ne avverte i sintomi. Temo o credo, comunque, che ciascuno di noi morirà interpretando l'ultimo capitolo del canovaggio coerente della sua vita.
Eventualmente, per qualcuno, nella teatralità e nella finzione.

Milone

Adesso siamo proprio il clone di Unicredit, versione 2008. Un modello ancora attuale, di base, sia pur implementato, o meglio, involuto per gli aggiornamenti attuali. In questa betoniera si impastano e si confondono le dinamiche di incremento dei portafogli - la polpa intorno all'osso è sempre la stessa, anzi, dal 2008 si è fatta più scarsa - di amministrazione dei costi-ricavi, della riduzione delle spese, attraverso lo sfruttamento sempre più intensivo delle maestranze. In quel contesto, per gli stessi scopi mimetici, si è fatta molto articolata e sofisticata la rete delle relazioni sindacali, nella quale l'alta percentuale dei sindacalisti-quadri è lì a testimoniare lo spirito di connivenza che vi regna.
Noi, Credem'a me, coniughiamo innovazione e tradizione, attenta gestione di ogni centesimo speso, in termini di utilità e ritorno, con una forte vocazione al dettaglio speculativo.
Al corrispettivo, proporzionale, incrocio azionario, si assimila, in parte, quello dei clienti più facoltosi, almeno su questa piazza, buona parte dei quali riferentisi all'Euromobiliare e non alla banca.
La perdita di una struttura del personale, normativamente demandata alla gestione ed alle relazioni sindacali e la sussunzione ( meglio sarebbe dire, la sottomissione ) alle esigenze reddituali delle aziende, di cui l'organizzazione è specchio, mette il personale in balia di imposizioni, per buona parte illegali, per l'estro machiavellico e gattopardesco di produrre norme in contraddizione e demandi imprecisi, con il beneplacito - a sinistra, perché a destra il problema non si pone - anche dei sindacati. Ma si parla, in questa sede, di furbi da dozzina. la giurisprudenza resta incerta, ma non i fondamenti del diritto.
Sullo sfondo, una crisi della domanda che non si attenua e che testimonia una contrazione ormai definitiva di capacità di spesa delle famiglie ed una concentrazione di ricchezza, non spesa né investita, in un ristretto ambito di soggetti. Se la politica ancora se ne cura, mi sfugge.
Però, l'offerta di candidati politici ed amministrativi non è mai stata così prolifica. Sono sempre orientato a non votare, ma siccome mio nipote che vota per la prima volta, mi ha chiesto di parlarne, non potrò influenzarlo in negativo e, per questa via, almeno stavolta mi convertirò, sicuro comunque di pentirmene.

sabato 9 aprile 2011

Milone

"Ti sono venuta alle spalle e ho visto che le maschere si alternavano sul video del computer, mentre servivi una sola signora. intanto i clienti sbuffavano ( sarebbe bastato aver spento il riscaldamento ) e, in fila, c'erano ben sette persone ( erano circa le 13 e i ritardatari si scavalcavano ). Tu eri solo allo sportello" ( detto con tono colpevolizzante ).
Direi che non ci sono parole.

Milone

Otto minuti di monologo gerarchico. Tre uditori e testimoni, un solo destinatario. Il più svillaneggiato è stato quel pover'uomo di Giuseppe d'Andria, ufficialmente investito di un compito di monitoraggio incivile ed illegale e del compito di relazionarne, per coprire l'Area manager da repliche giudiziarie.
Da Delatore del Direttore a Delatore dell'Area manager.
Io, di Morene, ho conosciuto un'estetista.
Fiero cipiglio, ferrea volontà di monologare e io, quelli che vogliono parlare - solo loro - li lascio parlar da soli.
Accentuata inflessione dialettale pur corretta attraverso lezioni di dizione; sintassi approssimativa.

Milone

Le esecuzioni si succedono, con un tempus lugendi di dieci minuti fra l'una e l'altra. Oggi il cappellano fa gli straordinari perché i i suppliziati-condannati hanno bisogno di assistenza spirituale che li consoli con la prospettiva di una vita migliore, per di più eterna. I condannati stessi vestono con abiti cerimoniali: sembrano pronti per l'inumazione. L'esecutore può quantificare il suo premio-budget, mano a mano che le teste cadono. L'Area manager offre, per un attimo, la sua immagine di letizia e beatitudine, a mano a mano che la processione si dipana, poi torna nel bunker concertatorio. Non un muscolo, non un crine si muove asincronicamente. Umanità robotica. Chiunque, anche privo di contenuti, può agire, ma non vivere, così.

Milone

Di ritorno dalla tre giorni reggiana, il nostro povero ideologo, Giuseppe d'Andria, non fa altro che muovere appunti cavillosi, che non si era mai sognato prima di utilizzare, ha un atteggiamento ridicolmente minaccioso che contrasta - solo apparentemente - con un accentuato servilismo, che lo ha esposto nel ruolo che non fu neppure di Mirandolina: la lucidatura del tavolo sul quale il taglia teste aziendale eseguirà le sentenze. Si approssima, con fare incerto e umile - che lui non può vedere - il cappellano aziendale che, invece di intrattenersi con i giustiziandi, si apparta con l'esecutore, come fa con i direttori quando porta la benedizione aziendale al domicilio dei devoti.
In attesa dell'avvento della Maddalena, pre-Credem conversa, con la quale ho un rendez-vous dalle 13,20 alle 13,30, ti saluto caramente, mio buon Milone.

Milone

I cassieri volanti, caro Milone, sono stati ormai trasformati in cassieri Jo-Jo. Il cavo elastico che li costringe, si tende e si ritira, portandoli un giorno a Ravenna e l'altro in Sede; un giorno a Imola..ecc.
Sembrano ignari che i popoli e gli individui civilizzati aspirano alla sedentarietà, quella, per intenderci, dei placidi castellani a cui noi diamo da mangiare i prodotti migliori e, come la storia dei popoli nomadi o migratori ci dimostra, tanto che i moderni emigranti vengono strumentalizzati e ghettizzati o respinti al mittente - che non li vuole più - in qualità di esuberi per ambo le parti. E' solo questione di tempo..La politica, nei confronti di questi deprivati di diritti non bisogna di sofisticatezza: i Governi e le opposizioni sanno benissimo che i loro elettori non aspirano ad altro che a non averli fra i piedi.

Gheddafi resiste perché la raffazzonata coalizione neo-coloniale e petrolifera non si è ancora messa d'accordo sulla spartizione delle sue spoglie. I Francesi vogliono sostituirci, con i buoni uffici dei Cirenaici, nella nostra posizione privilegiata in termini di forniture e di investimenti ( vedasi la quota di capitale sociale detenuta dai Libici in Unicredit, già in Banca di Roma e, prima, in FIAT, ora verso Detroit ), gli Inglesi, tatticamente con i francesi, vogliono riprendere l'antica influenza politica in Medio Oriente, per conto proprio e degli Statunitensi, in maniera da ridisegnare il ruolo, nell'area, di Israele.
Non gliene frega niente a nessuno fra di loro, ma si muovono all'insegna dell'ONU.
Per cointeressenze economiche, a questo dittatore tribale viene perdonato molto di più di quanto non sia stato concesso ad altri, come lui velleitariamente ribellatisi all'egemonia imperiale, anche attraverso sanguinosi attentati. Potrebbe, però, rimaner vittima di un "danno collaterale", prima o poi.

Da noi, Credem'a me Milone, il regime mistifica e manipola i contenuti civilistici, è fonte e creatore del diritto..consuetudinario, sostenuto dalla propaganda e dalla coesione conformistica di una falange, articolata in manipoli.

Il solito grappolo delle 11. Gli Enti ordinatori che sovrastano ai loro smonati ( dicono nel Veneto ) destini, li portano nel nostro contenitore, dove espletano, contrariati per l'attesa e, sgravati, escono.

La cura estetica del Credem'a me non sostituisce la precaria igiene per il risparmio sui turni di pulizia. Solo quando una coppia, madre e figlia, di senza tetto approfitta delle ritirate, ritenendo che, comunque, sia quella la loro funzione, l'RDE provvede personalmente a cancellarne le tracce, anche se minori di quelle che altri, di e fra di noi putendo, lasciano ai subentranti. Estetica razzista.

Milone

La proattività motoria degli addetti operativi si aggira sui 15 km giornalieri, escluse le escursioni alla CAMST ed alle Poste. Gli scalini, discesi e scalati sono all'incirca 725.
I personal bankers, in un anno, fanno sei volte il giro del mondo, pur applicandosi nella ristretta area di loro competenza.
Le missioni prevedono sempre, o quasi, il ritorno alla base, non è chiaro se per farsi vedere o per qualche inderogabile adempimento.
I colloqui che la direzione aziendale intrattiene con le maestranze, si svolgono sempre a coppie di Quadri-Dirigenti, mentre il malcapitato di turno è sempre solo. Oltre che di un'evidente cautela di ordine testimoniale - il verbo è sempre uno ed univoco - è probabile che si tratti di un reciproco controllo. Non fuorvii la possibile presenza del cappellano aziendale a fianco dell'intrattenuta/o: al massimo è lì per impartire l'estrema "unzione".

Milone

Perché, con tutti i versamenti che le botteghe, in questa filiale ed altrove, ci riservano, abbiamo solo due casse continue a Bologna e provincia, una delle quali acquistata insieme alla filiale?
Misteri della taccagneria.
Come non dedurne che il mio stipendio, pur modesto in sé, stimato al lordo, per di più a fronte di una ridotta motilità-mobilità, non perplima qualcuno in Consiglio d'amministrazione?
"Ma cosa dici mai?", diceva Topo Gigio.

lunedì 4 aprile 2011

Milone

Una giornata al Credem'a me.

All'ouvertoure, mentre i saturnini avventori - di cui solo un 30% è costituito da persone che, poi, devono recarsi al lavoro - si affastellano dietro la guida, la frenesia delle formiche operaie è già al culmine, come se non avesse trovato ristoro durante la notte e come se il temporis vacuum non fosse stato dedicato alla meditazione ed al relax. Il Padre guardiano non evita di guardare ostentatamente l'orologio, né di rimarcare criticamente il passo normale con il quale solitamente mi muovo. Senza alcuna decantazione adattativa, si cominciano a servire gli astanti, coinvolti, a prescindere, dal moto galattico, fino alla temporanea espulsione nell'aere vasto dal quale provenivano quando li abbiamo catturati e, forse per questo, così insofferenti. Per novanta minuti circa, saremmo liberi cittadini, sia pur al nostro desco, se l'RDE stalker o il suo stuntmen-sostituto non si affacendassero a riversarci sul banco ogni sorta di scartoffie, in originale, copia o formato fax e, per accertarsi che i tempi di lavorazione siano rispettati, a chidercene conto ogni venti-trenta secondi, sia girando fra i loculi operativi, sia, per normale stanchezza, alla voce..da distante.
Ogni volta che ci si muove, per sgranchirsi le gambe o per normale esigenza di socializzazione e/o presa d'aria, il tuo compagno di sventura si lagna perché "ti muovi", così da "non poter aprire la porta" o perché, in questa guisa, non si possono intercettare tutti i clienti - o quasi - e consentire conseguentemente lo svolgimento di non meglio identificati compiti di retro-sportello.
Comunque, tutti cantano in coro.
Avevo l'abitudine, nella vecchia banca, di fermarmi talvolta, durante l'intervallo, a leggere il giornale, ma qui non è possibile. C'è sempre qualcuno che lavora a voce alta e con non omette di coinvolgerti ogni due per tre; dopo un quarto d'ora cominciano i rientri scaglionati e ciascuno pretenderebbe, se fossi presente, di vedersi aprire la porta. Per cui, il giornale lo leggo sotto i portici, delegando agli altri di evitarmi e sull'autobus, quando trovo posto a sedere. La sera, quando, dopo ritmi da cottimo, saluto e mi congedo, i miei proattivi colleghi fanno la loro donazione quotidiana, offrendo il loro lavoro in sacrificio, gratis et amore dei, a volte, a causa di una riunione convocata fuori orario dall'Area manager o dal Direttore, che non fanno altro che ripetere pedissequamente quanto appreso in un "C" superiore o in equivalente occasione di apprendimento, tramite comunicazione ad una via.
Se, in tutto quanto precede, semplicemente descritto, c'è un solo elemento positivo, "mi mangio un bricco". Temo anche che questo inane e stagnante conformismo sia rivelatore di una attitudine acritica a qualunque compromesso adattativo. Un'impostazione morale poco rassicurante.

domenica 3 aprile 2011

Milone

Deve essere proprio vero, caro Milone, che la crisi ( dei dividendi ) morde ai garretti. Mi tornavano alla mente, nei giorni scosi, le parole della dimissionaria da Marella: "avevano trasformato la vecchia caserma in un lager. Tutto per impilare soldino su soldino". A latere dell'ennesimo "C", il povero Giuliano d'Aversa ha accentuato il suo infelice ruolo di Padre guardiano ( lui che era volato sulle ali di Pegaso!! ) e infesta acusticamente l'aere con i suoi incessanti solleciti. Sapevo che fra le sue numerose qualità c'era anche quella del metronomo, ma adesso si sta convertendo all'orologio marcatempo, coinvolgendo nella nevrotica trama anche i due giovanissimi cassieri. Quando resto solo, la sua ansia da prestazione lo porta a chiedere anche a me se so dove è andato a finire Tizio o Caio, come se anch'io fossi uso a violare l'altrui privatezza.

Per una mal organizzata conventio ad unum, mentre un grappolo di clienti invade la sala e, in archivio, fervono lavori di recupero-documenti, si appalesa l'Area manager, anche oggi in rosa shoking; Giuseppe d'Andria, spettinato e scarruffato, con la cravatta a banderuola, si applica al dechatlon aziendale. Convocato per comunicazioni, ci informa che alle 13,15, la magliarda signora vuole conferire con noi. Come impazzito, ripercorre, avanti-indietro, il perimetro che ha interiorizzato, fra risa ingiustificate e commenti incongrui.

Penso che se Giovanni Jo-Jo e Christian si dimettessero, come altri fanno, l'organizzazione territoriale salterebbe come un regime mediorientale: ma loro reggono con passione e Responsabilità.
Ci aggiorniamo, Milone.

Milone

Davanti al mio maxi schermo televisivo ideale, si alternano, in rapido passaggio, i miei colleghi ginnasiarchi, come nel game boy domestico.
Appaiono fra le due colonnine del mio box, passano veloci, mentre altri, in controtendenza, sciamano all'incontrario. La loro forma fisica e il loro aspetto estetico attestano l'efficacia del trattamento. Ho fatto mente locale: le riunioni alle 13,15 devono essere speculari a quelle che, alla stessa ora, teneva Simone Cilloni in viale XII Giugno e che finivano regolarmente al termine dell'intervallo. Il quarto d'ora accademico all'incontrario, serviva al relatore per imbonire adeguatamente i coscritti. Mi fu detto che si faceva per coinvolgere una collega a part-time. Qui ce ne è uno solo a ripartizione d'orario modulabile, ma, ugualmente, si comincia prima, per finire, dieteticamente, quando riprendono i lavori.
Io spero di essere un democratico e non farò differenze: usufruirò, come allora, dopo una istruttiva esperienza, dell'intervallo.
P.S.
La comunicazione, questa volta, è stata breve, ma già come avvenuto nella precedente visita di inizio mese, si è tradotta in un unanime prolungamento d'orario, in straordinario non pagato né recuperato, alla fine del venerdì fantozziano.