domenica 3 aprile 2011

Milone

Deve essere proprio vero, caro Milone, che la crisi ( dei dividendi ) morde ai garretti. Mi tornavano alla mente, nei giorni scosi, le parole della dimissionaria da Marella: "avevano trasformato la vecchia caserma in un lager. Tutto per impilare soldino su soldino". A latere dell'ennesimo "C", il povero Giuliano d'Aversa ha accentuato il suo infelice ruolo di Padre guardiano ( lui che era volato sulle ali di Pegaso!! ) e infesta acusticamente l'aere con i suoi incessanti solleciti. Sapevo che fra le sue numerose qualità c'era anche quella del metronomo, ma adesso si sta convertendo all'orologio marcatempo, coinvolgendo nella nevrotica trama anche i due giovanissimi cassieri. Quando resto solo, la sua ansia da prestazione lo porta a chiedere anche a me se so dove è andato a finire Tizio o Caio, come se anch'io fossi uso a violare l'altrui privatezza.

Per una mal organizzata conventio ad unum, mentre un grappolo di clienti invade la sala e, in archivio, fervono lavori di recupero-documenti, si appalesa l'Area manager, anche oggi in rosa shoking; Giuseppe d'Andria, spettinato e scarruffato, con la cravatta a banderuola, si applica al dechatlon aziendale. Convocato per comunicazioni, ci informa che alle 13,15, la magliarda signora vuole conferire con noi. Come impazzito, ripercorre, avanti-indietro, il perimetro che ha interiorizzato, fra risa ingiustificate e commenti incongrui.

Penso che se Giovanni Jo-Jo e Christian si dimettessero, come altri fanno, l'organizzazione territoriale salterebbe come un regime mediorientale: ma loro reggono con passione e Responsabilità.
Ci aggiorniamo, Milone.

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