lunedì 18 aprile 2011

Milone

E così, vecchio mio, eccoci di nuovo insieme. I dottori del Tempio sono stati, in prima istanza, clementi e mi hanno comminato una usurpatio trinoctis, simile a quella delle vedove nella primitiva Roma delle XII tavole. L'usurpatio trinoctis era, nei fatti, un'adulterina concessione al compresso estro femminile, a cui era concesso, per tre notti nella vita, di dormire fuori di casa, senza fornire giustificazioni.
In questo modo, si illudevano le coltivate velleità di emancipazione e di liberazione, "una semper" del vis erotica, concussa alle femmine.
O, forse, si è trattato di una squalifica temporanea, per intemperanze verso un guardalinee, come nel pallone, a salvaguardia del tutore delle regole della casa, senza riguardo alla fatica fisica e nervosa di chi è impegnato nel "gioco". Sarà capitato anche a te, mio buon Milone, nell'ambito della tua attività agonistica.
Chissà, Milone, se riuscirò ad andare in pensione prima di cadere sotto la mannaia posta al termine di una serie di forche caudine, stilizzate come la filiale di Gae Aulenti, in questo cenacolo di giovani-vecchi, in cui mi sono trovato nell'età della saggezza ( alla quale non rinuncerò )?
Per fortuna, amo i paradossi.

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