venerdì 16 settembre 2011

Milone

Lugano addio, cantava...
e dire che non si trova più una cassetta di sicurezza. Abbandoniamo l'inafferrabile finanza e ci ripieghiamo su di noi, aspettando che la bufera passi.
Intanto ci rassicuriamo con i ratios: male che vada, abbiamo ampie possibilità di svalutazione patrimoniale senza ricorrere ai 230 azionisti+la famiglia, anzi, possiamo fare shopping delle potature periodiche dei rami delle altre piante, quando rischiano di inaridire. Retail possessivo e possessorio, presidio del territorio, omogeneizzazione dominicale dei famigli, come se fossero stati associati al fondo.
Costoro acquisiscono un costume vicario, senza sviluppare nessuna solidarietà fra di loro. L'uso di darsi del "tu", maschera le gerarchie, che diventano più insidiose e favorisce la delazione. Per altro, di quanto avviene alle persone in azienda, è fatto divieto di parlare. Così, qualsiasi difformità morale non attecchisce e viene isolata ed espulsa dagli anticorpi, per questa via, creati.
Il controllo sugli atteggiamenti esteriori delle persone è minuto, attenendo all'immagine, ne tarpa le espressioni. Non si parla d'altro che di lavoro in termini applicativi, come se chi lavora non avesse altra opzione che l'obbedienza.
Si tratta, ovviamente, di una prassi: Il Credem'a me non è una fonte del diritto, ma a molti sfugge la differenza.

Berlusconi e Gheddafi non sono stati amici casualmente,
Condividono, infatti, mitatis mutandis, la stessa condizione di uomini assediati, ricchi, viziati, resistenti ma in fuga.
All'interno della formazione creata su toponimi sud americani - come gli altri trasformistici pseudo partiti - ormai i fedeli si sono trasformati in congiurati.
Vedremo chi prevarrà.
Al centro avremo probabilmente Montezemolo, a sinistra Alessandro Profumo.
Quasi, quasi, la prossima volta, voto per Berlusconi.

Riepiloghiamo.
Siamo appassionati e responsabili, curiamo l'aspetto reputazionale della nostra attività, ci proponiamo di creare valore nel tempo senza correre rischi, tendiamo all'eccellenza, siamo impeccabili e talmente selettivi che non si capisce come abbiamo fatto ad aumentare gli impieghi del 9,6% ( induciamo bisogni fittizi? ).
Non rammento tutte le autoincensazioni che ci siamo rivolti. Da piccolo, mi dicevano che "chi si loda, si imbroda".
Se il personale si accontenta...

In funzione di tutto quanto precede, caro Milone, la cappellania sindacale è la più adeguata al mantenimento dell'ordine societario. E', in realtà, pleonastica sul piano effettuale, ma utile, anche solo a livello simbolico, al soddisfacimento degli archetipi interiorizzati.

mercoledì 7 settembre 2011

Milone

6 di settembre, giornata pre-autunnale. Sono in sciopero a tutela di quell'art. 18 che protegge le maestranze anziane dal collocamento forzoso a riposo, nell'ambito del quale, le pensioni non potranno reggere a lungo il loro pur modesto potere d'acquisto. I giovani lavoratori a intermittenza, precari come una lampadina in procinto di spegnersi, erano probabilmente al lavoro. Uno, tre, sei mesi di ingaggio non possono prevedere decurtazioni di paga.
Prendo l'automobile e commetto lo stesso errore di molti altri; mi trovo, cioè, imbottigliato sui viali di circonvallazione, dove i vigli, come gli antichi castellari di guardia alle porte d'accesso della cinta muraria, che fu poi colpevolmente abbattuta, marginano il traffico.
Coloro che svolgevano un'attività commerciale su gomma, quelli che si muovono solo in auto, inframmezzati da ciclomotoristi, ciclisti ecologisti che pedalavano nello smog e pedoni trasandati, sembravano uno sciame di insetti impazziti, come se ne vedevano una volta, intorno al mosto nei tini.
Rimbalzavano contro lo schermo invisibile dell'amministrazione, restando nei pressi.
Nella confusione, qualche stuntmen zigzagava, faceva inversione ad U, metteva a repentaglio la sicurezza, ma non si muoveva dalla cinta periferica.
Recuperata, dopo molto tempo, una via di fuga, andavo in cerca di qualche lavoratore dotato di passione e di responsabilità, ma non trovavo un ufficio postale aperto in nessuno dei pur popolosi e serviti suburbi e nulla di mia spicciola utilità.
Caparbio come un reazionario, imboccavo un casello autostradale sperando di poter cambiare il telepass, prossimo all'esaurimento,presso un Punto blu, ma, ad accogliermi, davanti alla porta serrata, ho trovato solo un ombrello di servizio, dentro l'apposito contenitore.
In compagnia di due dei miei formidabili nipoti, mi sono inerpicato, quindi, sulle dolci vette del nostro Appennino, in un progressivo rannuvolarsi, fino all'approdo di una gradevole trattoria, di buona qualità.
Se non ora, quando?

ecco, siam sulla ceglia..da una poesia di Gaetano Arcangeli

All'inizio mi sono sentito male; ho avuto un mancamento. In bagno, poi, sono stato soggetto ad un accesso di dissenteria.
Così si intraprendono le opere più significative della nostra vita? Un senso di inadeguatezza, di debolezza rispetto all'esito sperato, l'amnesia momentanea della coscienza del compito, così come la psiche se lo figura?
Poi, la reazione del corpo, liberatoria delle scorie e rilassatrice della tensione.
Infine, sono stato bene e leggero nel corpo e nello spirito, mi sono concentrato sulla lotteria del test.
Ora non so se, questo pomeriggio, andrò a rileggermi domande e risposte, oppure se persevererò nel percorso programmato e rimanderò al 15 p.v. l'esito ora temuto.
Ci andrò, forse, domani con lo zio.
La catarticità imposta mi ha isolato, ma la mia anima e il mio corpo hanno reagito in successione, come il lampo e il tuono e hanno liberato le mie facoltà.
Che si fondi su questi elementi la costruzione dell'uomo, della sua vita e su questi presupposti si basi la sua speranza, la sua illusione, ma anche la sua forza?
Anche se, alla fine del lungo, ardimentoso, travagliato percorso, scoprissimo che il nostro propellente morale, spirituale e fisico, si è tradotto in una lunga scia di liquami, mal indulgeremmo ad una materiale filosofia scatologica, anziché affidarci al ricordo felice dei dolci frutti delle nostre concimazioni, per mitigare la mestizia del tempo autunnale.

sabato 3 settembre 2011

Milone

Il nostro mondo, Milone, declina al peggio.
Ho appena negoziato un assegno di una banca di Lanciano, personalizzato con una succulenta mortadella e la publblicità: salumi d'abruzzo.
Nel frattempo, una povera donna, commercialmente utile solo per l'accattonaggio ai semafori - per mancanza d'avvenenza; è la triste discriminante di chi è controllato dal raket - trascinava faticosamente un ingombrante cartone lungo il corridoio, direi con passione e responsabilità, a giudicare dalla fretta che adoperava in funzione delle altre consegne. Le è stato indifferentemente indicato il luogo di destinazione ed ella, che aveva scelto o trovato un travail pour le travail, arrancava, gravata da un peso non molto inferiore al suo.
Da provetto driver, subito dopo e in largo anticipo sulle mollezze della titolare del servizio, il buon Fortunio - mai nome apparve così satirico - recava carte e denari raccolti al domicilio della viziata clientela.
Sensazioni..

Milone

Sfogliavo la margherita, Milone, incerto.
Partecipare o non partecipare, esserci o non esserci?
Intendevo allo sciopero generale con il quale la CGIL, se resterà all'opposizione, confermerà la sua tradizione di formidabile organizzazione dei lavoratori, di storica matrice operaia.
Se resterà all'opposizione e autonoma, anche dal pastisse del PD, perchè altrimenti entrerebbe, pro componente, nella palude degli interessi e degli apparati o supplirebbe al Ministero nell'indirizzo delle politiche economiche, compromettendo il suo mandato.
Io credo, almeno in politica, nella dialettica degli opposti, che prevede, quando serve, il conflitto.
Confliggere per che cosa?
Il manifesto del Sindacato si compone delle istanze di tutte le sue componenti più influenti e spazia nel mondo dell'ipotetico,ma non è questo che conta, come anche la mia esperienza suggerisce.
Non mi identifico in nessun progetto globale, rifiuto il pensiero unico, sospetto di quello debole, credo che di unitario ci sia solo l'individuo, altrimenti si ripiega su di una "reductio ad unum".
Rifuggo però dall'accomodamento del "giusto mezzo". La ragione non è mai a metà, ma sta, di volta in volta, or qua or là. Proprio per questo la dialettica è necessaria.
Ma soprattutto non mi piacciono coloro che per ottenenre i loro scopi barano al gioco, contando sulla credulità. In questo senso ed anche per una questione pratica, che mi riguarda, la tutela dell'art. 18 della Legge 300 del 1970, mi preme.
Per poter continuare a scriverti, Milone.

Ogni tanto passa Anna dei Miracoli. E' un bel vedere, aggraziato e garbato. Quando non è affaticata e non è di fretta se ne avverte la felicità e l'orgoglio.
E' particolarmente gradevole l'immagine che offre, perché inusuale nel mondo del lavoro e abbastanza rara in generale: le mie precedenti colleghe sparivano alla prima aciclicità e tornavano come quando si erano assentate.
Se non fosse avventato, proporrei l'istituzione di un Circolo delle gravide di Passione e di Responsabilità, ma non so se l'iniziativa che, forse, incrementerebbe la natalità aziendale, risulterebbe gradita al Top management.