sabato 25 giugno 2011

Milone

Ricevo e disciplino un crescente numero di telefonate che hanno per oggetto risposte promesse dai gestori da qualche tempo ( forse brevissimo ).
Sta di fatto che i nostri moderni servi della gleba sono usi capitalizzare un fine settimana lungo - al massimo tre giorni - a titolo di ferie e così lasciano insoddisfatti i clienti che commentano: "mannaggia! Mi tocca di procrastianre l'esito sperato per due settimane".
Evidentemente, loro vanno in ferie sul serio ( prima tranche ), probabilmente lontano e si dolgono di non essere sollevati da questo cruccio prima di partire.
Loro, devono essersi affrancati.

giovedì 23 giugno 2011

Milone

La maternitù non è affatto favorita, caro Milone.
Me ne rendo conto, constatando i vari maccheggi alle porte d'accesso, con disinserimenti vari degli allarmi e dei magneti, accompagnati da sbuffi e improperi, quando una mammina si affaccia smarrita all'ingresso. Quando si tratta di extracomunitarie - le uniche procreatrici meritevoli del termine, in questi tempi grami - non se ne parli..
La mia generazione è quella che ha dato di meno: l'ideologia ribellistica del "vogliamo l'impossibile", pur foriera di una chiara evoluzione civile e civilistica, ha comportato, per i limiti oggettivi e quelli complicati della nostra povera natura umana, un invecchiamento progressivo in tutti i sensi.
Il baggiano mercantilismo ha aggravato la tendenza e ha offerto ogni sorta di giustificazione, fra la mistificazione e l'illusorietà, ad egoistiche visioni.
Purtroppo, non è la sede e non c'è il tempo per sviscerare un fenomeno complesso quanto, in gran parte, inconsapevole presso i suoi ( mancati ) protagonisti.
A noi basti il superficiale sentore di un fastidio evidente, quando, nel tentativo di non rallentare l'operatività, inneschiamo un lacerante sibilo per i timpani, mentre i pargoli, basiti e con gli occhi sgranati, cominciano a prender sentore si un'artificiale realtà.
Quanto a noi, credem'a me Milone, sono di più i postel richiesti ai primi sintomi di gestazione, che la passione e la responsabilità procreatrice.

mercoledì 22 giugno 2011

Milone

Oggi, Milone, cominciano gli esami di maturità, viatico alla vita adulta, almeno per chi ha avuto capacità, volontà e possibilità di studiare. Da ora in poi, anche chi proseguirà all'Università, non sentirà più parlare di certi contenuti, ma, anche se gli sembrerà di non ricordarsene più e per quanto i "falsi profeti" potranno "chiedergli" di adeguarsi, dalle origini dell'anima riemergeranno sempre e lo terranno "in rotta".
E' un privilegio di cui, in queste ore arrovellate, non ci si rende conto.

Sempre oggi, uno dei nostri valenti artisti-cassieri di strada è andato a tappare un buco nelle vicinanze, ma presso un'altra azienda: la dismittenda, a pezzettini, Banca Euromobiliare.
Sembra il mercato dei domestici: secondo la "fama" e fuori regola.

Due fine settimana or sono, un altro cassiere mezzofondista, dopo aver chiuso il suo sacello monetario, si è precipitato a raccogliere i "valori" di un collega in procinto di andare in ferie, secondo una pratica organizzativa assolutamente originale nel mondo bancario. Non ha eguali nel credito... se ventisette anni di sindacalismo posson bastare..

In tutto questo, a chi è funzionale il sindacato...riformato ( uno dei tanti paradossi, trattandosi di bottega cattolica ) "nazionalizzato" e protetto dell'azienda?

Milone

Una delle strutture portanti della nostra imprenditorialità è il gioco di squadra.
Ogni vicenda, non solo quelle celebrate sul portale aziendale, vede il concorso univoco di tutte le componenti utili e non trascura i supporti.
Questo fascio di volontà e intenzioni "comunizza" gli esiti e consente, nel contempo, di controllare che nessuno alzi la cresta.
Sulle ali di un pensiero univoco, a ciascuno è intimato di mettere all'ammasso uno spicchio di cervello e di non utilizzare il restante.
Così si risparmia sugli inquadramenti e si fornisce all'imbambolato fruitore un senso di indivisa devozione alla sua preminenza, a cui non è quindi richiesta la seduttività individuale e la personalizzazione del rapporto.
Tutto è dovuto al Pater. Sarà lui, a sua discrezione, a distribuire ai suoi operai della vigna un quartino di vino, per inebriarli della loro uniforme fatica.

Milone

Caro Milone, oggi è il solstizio d'estate.
Mi sovveniva, osservando lungo il corso, le prime comitive di Giapponesi, che anche noi "godiamo" di un regime festaiolo del tutto speculare al loro.
Pochi giorni, da trascorrere in località esotiche, beneficiando delle occasioni low cost e poi subito in battuta, praticamente senza soluzione di continuità, date le convulsioni feriali, tutt'altro che ricreative, tutt'altro che riposanti.
I Giapponesi sono scintoisti per tradizione, ma, in realtà vivono di autocoscienza. le loro visite al tempio servono a caricarsi nel lavoro, nella vita sociale. Pregano per poter comprare l'ultimo modello di automobile, per avere successo, anche solo retorico, in azienda, coniugano innovazione e tradizione in un sincretismo di slognas.
Efficienti e sudditi.
L'ideale di ogni mandarino.

sabato 18 giugno 2011

Milone

Un ristoratore che ristora nei paraggi, ha appena finito di dirmi che da un singolo gestore è trapassato - al manifestarsi di talune criticità reddituali - ad un consulto gestorio che lo costringe a passare in sede per versamenti piccoli, ma continui, come coloro che sono in libertà vigilata, alla quale concorriamo, non come fanno le questure, non, come noi, per la stessa mancanza di organico e di mezzi da impiegare, ma perché sono costrette - loro malgrado - ad applicare le regole di un moderno Stato di diritto.
Ho notato, infatti, che man mano che la situazione si fa periclitante, aumenta il ruolo dell'RDE, cioè di una figura rispettabile ( se ha rispetto di se stesso ), ma minore, come costuma da molti anni nelle banche, a consolare con pochi soldi le carriere femminili e del personale con poche risorse economiche o clientelari.

Milone

Commento ad una letterina devota sul buon operare aziendale in squadra.

Fabio Giacalone: Santo subito!!!
Beatificazione per Giacomo Carrea, in attesa di altri miracoli.
Intorno a loro, un coro di beati e di pie (?) donne in un tripudio di sinfonie cherubiniche.
Sulla terra si levi un coro di be(o)atitudine e di condivisione che coinvolga tutti i destinatari della mail.
Avvisate l'Area manager perché adegui il suo abbigliamento, per l'occasione.

martedì 14 giugno 2011

Milone

La cessione di Banca Euromobiliare Suisse non può essere partecipata nei termini di un comunicato, dal quale sarebbe stato meglio espungere spiegazioni che non spiegano.
In Svizzera, negli ultimi anni, hanno spostato o eletto domicilio, soprattutto rampolli di uomini di finanza e, in partnership con papà, hanno consolidato robusti asset personali.
Qualcuno/a ha stabilito sodalizi, anche matrimoniali, e, dopo non molti anni di facile "gavetta", ora se la trattano alla grande.
Così ha fatto la figlia del private banker del Banco di Roma e uno dei figli dell'omologo di Unicredit. Il primo è in pensione da vent'anni ma continua a svolgere consulenza presso Carisbo, mentre ho visto il responsabile di quell'ufficio borsa, che conoscevo, presso di noi.
Ma stendiamo un velo di privacy su questi movimenti circoscritti e sincronizzati.
Sta di fatto che questa volontà di non crescere, di ripiegarsi su una auto-affermata natura domestica, risulta poco convincente, anche alla luce, abbacinante e schermata, della natura "evasiva" dei capitali da investire appena oltre confine.
Per la nostra come per le altre banche.

Milone

Sono sempre più entusiasta, caro Milone, dei nostri criteri di gestione, efficaci e redditizi.
Da Termini Imerese, due giovani fidanzati sono passati per riscuotere una piccola cifra, utile per la casa che hanno cominciato ad apprestare.
La conversazione è stata breve, come lo scarso organico e la pretesa di fare sempre bella figura a prescindere dalla realtà, impongono, ma sufficiente a raccogliere il disincanto di un differito, ex Banca di Roma, che, acquisito cinque anni or sono, dopo aver inizialmente apprezzato il disinvolto dinamismo dell'acquirente, si era anche illuso di poter accedere ad un esodo individuale ( dato che noi non aderiamo al fondo esuberi, per non doverne sostenere l'onere ) , convinto che il suo tempo fosse venuto e che bisognasse lasciar campo ai giovani, più sfruttabili. Se ne era quindi andato, dopo un'oculatissima disamina dei pro e dei contro.
Fatto sta, diceva il figliolo, che da due anni non percepisce "una beata minchia". Per fortuna che mamma lavora.

Che il Credem'a me fosse poco incline a pagare si sapeva, ma gli attestati, che sembrano talvolta un criptico segnale che mi venga rivolto, perché io non faccio nulla per sollecitarlo, si susseguono. Non sono innumerevoli, ma sono costanti e vanno a formare un quadro coerente del modus operandi di questa strana banca.
Altre testimonianze hanno riguardato il canone di locazione di certi locali, presi in uso d'agenzia.

Mi sovviene di quando mi fu proposto di cercare di attestare ciò che non ero stato, come erano riusciti a fare altri due colleghi in Puglia ed in Sicilia.
A Termini Imerese?

mercoledì 8 giugno 2011

Milone

Mentre procediamo, senza volercene rendercene conto, verso una società meticcia nelle origini, nelle culture e nei costumi, ci abbarbichiamo puntigliosamente ai nostri, come se, anziché una vetero realtà agro-capitalistica, fossimo dei mercuriani itineranti e cercassimo di sedimentare i nostri guadagni e le nostre certezza, in assenza di una terra nostra.
Ieri sera, un Tamil, rappresentante di una razza disprezzata a lungo a Ceylon, con gli effetti che si possono constatare oggi, si lamentava con me per aver "trascinato" il fratello in un mutuo Credem'a me.
La cravatta o cappio trentennale, si è recentemente allentato ( o stretto? ) per l'insorgere di una malattia neurologica nel sottoscrittore ed una rata - dico una - non è stata pagata.
Subito dopo, il fratello, interpostosi, gli ha fatto chiedere la moratoria di diciotto mesi, senza accumulo d'interessi, prevista da un recente provvedimento legislativo. Adducendo ringhiosamente ( parole sue ), la possibilità scampata dal moroso "di essere messo in mezzo alla strada", il suo platformista gli ha applicato ( sua sponte? ) , la sospensione interbancaria o A.B.I.
La differenza nelle competenze fra l'onere inevaso ( in un anno e mezzo ) e i soli dodici mesi onerosi concessi, è di 7.200,00 euro. Ottocento contro ottomila.
Mi è venuta in mente la lamentela del Credem'a me circa gli "irresponsabili" partecipanti alla Convention dello scorso anno, che provocò, appunto, un maggior onere sul budget calcolato di 7.000,00 euro, la sentenza per "morosità" fiscale del Tribunale di reggio Emilia, le viste ad limina di clienti della provincia parmigiana-reggiana, che si versano, a distanza, 4.900,00 euro ed i prelevamenti di pari importo locali, prenotati al gestore, per saltare la fila.
O forse, in via.... sono di una dottrina interpretativa talmudica differente dalla nostra.
Il gran Rabbinato di Reggio Emilia, pur nel rispetto che portiamo alle diversità dei fratelli, potrebbe dare un parere; credo anzi che un nostro giovane iniziato si sia già interessato in tal senso, quando ha sentito che le sue rassicurazioni generiche non sviavano il cliente dalla rischiosa "causa".
Sinagoga di Bologna

Milone

Che pazienza, Milone, con questi Patati che, ritenendo di essere depositari, oltre che di un ruolo servile, anche della sapienza aziendale, contraddicono tutte le prassi consolidate, anche in presenza della clientela, salvo constatare - in presenza della medesima - che le cose erano andate come da subito anticipatogli e, tout de suite, come se non avessero fatto la figura dei babbei presuntuosi che sono, per non perdere tempo, adattano la logica del discorso alla constatazione appena fatta.
Povere anime dimissionarie...forse entro una decade.
P.S.
Per recitare lo stesso copione, su un altro palcoscenico.
Se Javé li fulminasse...talmudici e veterotestamentari come siamo, possiamo permetterci queste invocazioni.

Milone

Ieri Patato non c'era.
Oggi, al suo posto - e solo per oggi - è riapparsa Federica, evidentemente neo-affidataria del nostro direttore dimidiato.
Nell'ambito della proattività aziendale, si manifesta un particolare spirito di appartenenza, dei clienti come dei prestatori d'opera: quella del Capo.
Deve essere un obiettivo ( inconscio? ) e un'identificazione con un modello sociale, perché al ruolo attribuito per meriti sperimentati, corrisponda un'adeguata capacità interpretativa, che releghi ad un livello sottostante la propria personalità, scambiandola per un'evoluzione.
Sta crescendo.

Milone

Sono le 13,11, caro Milone, e le luci - già a basso consumo - si sono affievolite.
La giornata plumbea, all'esterno, incornicia i nostri lumini votivi, che illuminano pallidamente i devoti operosi.
Sinagoga di Bologna del Gran Rabbinato di reggio Emilia

venerdì 3 giugno 2011

Milone

Ormai ho imparato a distinguere, caro Milone, se i colleghi sono in ferie, oppure non.
Intendo dire che seleziono lo stato attivo da quello di riposo, dalla veste che li ricopre.
Sono, comunque, sempre presenti e fedeli, come i Carabinieri.
Quando, però, caracollano per gli estetizzanti ( solo anti ) locali in jeans, camiciola e zainetto, ne deduco che sono in ferie e che approfittano delle medesime per sbrigare qualche faccenduola che hanno lasciato in sospeso, per completare un adempimento che la sera precedente, allo scoccar dell'ora fatidica dell'inserimento dell'allarme, non avevano ancora risolto, per corrispondere ad una sollecitazione ricevuta in extremis, via fono o sms.
Più che dei dipendenti, sembrano degli indaffarati uomini e donne d'affari. Spero per loro che sia così.
Non conoscendo i patti para-sociali, non sono in grado di formarmi un'opinione.
Opino, però, che sia proprio il para-para, uno dei nostri cardini costitutivi.

giovedì 2 giugno 2011

Milone

Oggi, un affabile cliente mi ha confidato, caro Milone, che i platformisti "vanno in ferie, quando comoda a noi clienti di calibro".
Non avevo quindi supposto invano che le occasionali assenze di cui usufruiscono i gestori della clientela, a tutti i livelli, fossero funzionali ai privati calendari degli impegni, dei loro feudatari.
Che di un'economia di mantenimento si tratti è dimostrato dalla stabile e statica utenza, che viene in banca a farsi fare anche le operazioni più elementari, più volte al giorno e che chiede una gamma di servizi da banca di credito cooperativo, in coerenza con la nostra origine di banca agricola.
Con buona pace del "mercato", che vale solo a giustificare i pagamenti indispensabili ai dipendenti e, come lamentava un manutentore, stanco delle insistenti rimostranze di Patato, quelli ritardati ai fornitori, almeno a quelli di servizi.

I ritmi di lavoro, secondo un programma "casalingo" utile agli esiti voluti, circa il frenetico tran-tran quotidiano e i frivoli impegni del dopo-lavoro, vengono scanditi anche dai compagni di banco, che talvolta assumono atteggiamenti intimidatori e, almeno verbalmente, violenti.
Bisogna perciò ricordargli, come ho dovuto fare venerdì con Rustichello, fidanzato di Mirandolina, quali sono le attitudini nelle quali possono dare il meglio di se stessi.

Ho conosciuto un'altra dimissionaria di Marella, secondo la quale, il ruolo di "mazzieri" del padrone è sempre interpretato dai colleghi, in questo senso ispirati, ma anche frustrati dal trattamento pure a loro riservato e che non hanno il coraggio di rivolgere l'espressione del proprio malessere a chi dovrebbe essere naturalmente diretta.