giovedì 2 giugno 2011

Milone

Oggi, un affabile cliente mi ha confidato, caro Milone, che i platformisti "vanno in ferie, quando comoda a noi clienti di calibro".
Non avevo quindi supposto invano che le occasionali assenze di cui usufruiscono i gestori della clientela, a tutti i livelli, fossero funzionali ai privati calendari degli impegni, dei loro feudatari.
Che di un'economia di mantenimento si tratti è dimostrato dalla stabile e statica utenza, che viene in banca a farsi fare anche le operazioni più elementari, più volte al giorno e che chiede una gamma di servizi da banca di credito cooperativo, in coerenza con la nostra origine di banca agricola.
Con buona pace del "mercato", che vale solo a giustificare i pagamenti indispensabili ai dipendenti e, come lamentava un manutentore, stanco delle insistenti rimostranze di Patato, quelli ritardati ai fornitori, almeno a quelli di servizi.

I ritmi di lavoro, secondo un programma "casalingo" utile agli esiti voluti, circa il frenetico tran-tran quotidiano e i frivoli impegni del dopo-lavoro, vengono scanditi anche dai compagni di banco, che talvolta assumono atteggiamenti intimidatori e, almeno verbalmente, violenti.
Bisogna perciò ricordargli, come ho dovuto fare venerdì con Rustichello, fidanzato di Mirandolina, quali sono le attitudini nelle quali possono dare il meglio di se stessi.

Ho conosciuto un'altra dimissionaria di Marella, secondo la quale, il ruolo di "mazzieri" del padrone è sempre interpretato dai colleghi, in questo senso ispirati, ma anche frustrati dal trattamento pure a loro riservato e che non hanno il coraggio di rivolgere l'espressione del proprio malessere a chi dovrebbe essere naturalmente diretta.

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