giovedì 31 dicembre 2015

Riassunto.

Sintesi amara di un anno difficile per il continuo, ma inavvertito aggravarsi degli eventi. Inavvertito per le pronte cure del caso, per l'impegno della famiglia e dei sanitari, mancato nei dettagli, fondamentali, come temuto, in questi giorni di "assenza". Un'altra pagina, una delle ultime, è stata girata: viene istintivo riaprirla, ma il suo contenuto ultimo è acquisito. La si rivolta, ma il maroso dei pensieri, anche quelli più lontani e apparentemente rimossi, torna a manifestarsi, a farsi vivido. E' già un riassunto. La rigorosa, distaccata burocrazia definitoria e rimotrice, attende il mio scalpiccio: il servizio per ora, è stato puntuale..soprattutto sulle indicazioni circa cosa fare, con che tempi e modalità, con quali documenti, corredato di quali presenze. Presenze superstiti per assenze. Il brulicare del centro, il vuoto delle periferie, acquistano altri sensi per chi, catatonico, distratto e frettoloso vi si immerge, li fende e vi assiste. Stai facendo cose a latere della vita, non ti richiamano ad essa i cinguettii delle ragazze, le sbruffonate dei ragazzi, il cicaleggio delle signore e il meravigliato o grave disquisire, sempre del solito, dei signori. La piccola folla dei mancanti al chiasso ripetitivo, semmai con qualche aggiornamento, si accalca nelle tue brevi pause, nel tuo sonno, uguale alla partecipe insensatezza eppure così significativo, dolorosamnete significativo per te. Sarà, per così dire, un Capodanno di sostegno reciproco, mentre l'obbligo dello svago ridurrà i ranghi dei sosteniendi.

martedì 29 dicembre 2015

Saluto.

Questo pomeriggio, Pietro, a nome di tutti i nipoti, ha rivolto questo saluto alla sua nonna Maria. Lo ha scritto con semplicità e verità. Semplicità e verità sono state espresse in forme accorate e contenute da lui e da ciascuno degli altri. "Cara Nonna Maria, in questi giorni di festa la tua improvvisa scomparsa ci ha profondamente addolorati e ha lasciato una gravosa sensazione di vuoto emotivo che razionalmente non possiamo colmare. Ci piace pensare che ti sia ricongiunta ai tuoi cari: i tuoi genitori, i tuoi fratelli, il tuo amatissimo marito Pietro, che così prematuramente ti ha lasciata, la tua dolcissima nonna, che in questi ultimi tempi di sofferenze così spesso invocavi... Ci hai cresciuti nell'amore trasferendoci il tuo forte senso di giustizia e il grande valore del rispetto reciproco. Non possiamo dimenticare di quando, da piccoli, ci intimavi di terminare tutto il pranzo e se osavamo contraddirti comunicandoti di non averne la minima intenzione, un po' per capriccio, un po' per l'estrema ricchezza dei piatti che offrivi, ci ricordavi che non a tutti era concesso il privilegio di poter consumare un pasto caldo e che mentre gettavamo nell'immondizia quei due maccheroni, da qualche parte nel mondo c'era un bambino che moriva di fame. Non possiamo dimenticare di quando la sera, quando i genitori uscivano a cena, tu ci portavi a dormire, ci rimboccavi le coperte fin sotto il naso e ti sedevi ai piedi del letto, nel buio della stanza, senza lasciarci neanche un istante, proteggendo sempre e comunque la tua più grande ragione di vita: la famiglia. Non possiamo dimenticare di quando a noi, che elemosinavamo uno dei tuoi rari “bacini”, con estrema serietà rispondevi: “questa volta ve lo concedo, ma ricordatevi che l'amore si dimostra con i fatti, non con i bacini”; di quando, uscendo in terrazza, ci guardavi percorrere tutta via Corradi mentre tornavamo nelle nostre case e di come ci telefonavi poco dopo per assicurarti che fossimo rientrati e che fossimo così nuovamente al sicuro. Non possiamo dimenticare la tua gioia, a Settembre, al matrimonio del tuo primo nipote, Riccardo, tanto grande che non riuscivi a trattenerla durante la cerimonia e acclamavi a gran voce “come sono emozionata!”. Non possiamo dimenticare di quando dieci giorni fa ti portammo in centro a vedere le luminarie natalizie... quella luce sorpresa nei tuoi occhi per avere ritrovato lì quasi tutti i tuoi cari, casualmente, avrai pensato. L'ultima immagine che di te ci lasci risale proprio a quell'istante, la tua mano che sporge dalla carrozzina, chiedendo di essere stretta fino all'ultimo. Eri diventata fisicamente così fragile, ma il tuo spirito era rimasto forte e combattivo come un tempo; per questo siamo intimamente convinti che cercassi la nostra mano non per trovare protezione ma per continuare ad offrirla a noi, anche se non ce la facevi più. Ci dicevi sempre, sorridendo con dolcezza infinita e con un velo di commozione: “Sapete perché vi voglio tanto bene? Perché sono la mamma della vostra mamma, sono la vostra mamma due volte”. Sai perché, nonna, ora ci manchi così tanto? Perché siamo rimasti orfani, due volte".

Ciao.

Ultime ore prima della consegna alla terra che, solo per noi, non sarà un'archiviazione di pratica. Hai passato due notti nella solitudine, fra i morti, anche se qualcuno crede nella comunità della luce. La luce rimasta accesa dolorosamnte è un lumicino dentro di noi da custodire e incrementare. Ti rivedremo a breve per uno di quei tanti saluti rituali che si chiudono con un congedo e un arrivederci. Non ci siamo separati in vita, non ci separeremo ora.

domenica 27 dicembre 2015

Una sintesi di sentimenti veri.

Nella Santa notte di Natale, tanto cara ai ricordi di una vita, amatissima Mamma e Nonna Maria Isola Castellari, hai ceduto infine al richiamo di quel tuo mondo antico che ineludibilmente ti avocava a sé e nel quale ti vedevamo lentamente e inesorabilmente scivolare. Ti ameremo per sempre di quello stesso amore del quale ci hai colmato e in nome dell'esempio di quel tuo spirito generoso, indomito, sprezzante dell'ipocrisia, dell'ambiguità, del compromesso e dell'ingiustizia con il quale ci hai difeso dalle bassezze e dalla meschinità, hai protetto le nostre fragilità e hai nutrito le nostre nobiltà. grazie per esserci stata. Grazie per esserci. I tuoi figli Pier Paolo, Angela, Emanuela con Andrea e Fabio e i tuoi nipoti Riccardo con Marilena, Pietro, Sara, Enea. Ai tuoi parenti si uniscono coloro che li amano.

sabato 26 dicembre 2015

Un grigio e atemporale colore.

La debolezza e la commozione salgono a fiotti alla coscienza ed alle ciglia in questa giornata plumbea e vuota. Il bel volto è immoto ed immutato ma la parola è assente. Lo sarà per sempre. Lungo la strada di un deserto peregrinaggio, dai riti funebri alla casa, con sotto il braccio una carpetta di preventivi e di formulari da sottoporre a qualche altro officiante, il senso di atemporalità non è scalfito dall'ammasso dei rifiuti festaioli, dagli spostamenti che si intuiscono fra la casa avita e quella della progenie o viceversa. I bar, che fanno anche pasticceria, sono stati aperti anche a Natale; per mezza giornata lo sono anche oggi. I pasticcini sono un bene fresco sempre ambito, asportabile sul momento. Qualche Pub resta aperto la sera: i ragazzi non rinuciano al ritrovo birresco, appena riavutisi dagli ingolfi culinari della due giorni celebrativa. Il contorno funereo, così simile al senso della giornata, costituirà l'ultimo rito partecipativo e familiare, ma il membro amputato non ci sarà più. Al suo simulacro saranno prestati onori coreografici che costituiscono l'obiettivo commerciale delle "officine specializzate", osservanti delle norme sanitarie ed organizzate per un'eterna ripetività. Vien da chiedersi, a giudicare dalle tariffe, se anche l'inumazione, adattata alla rappresentazione, non faccia parte della società dell'indebitamento e del superfluo, dopo la "preparazione" che si svolge lontano da occhi lacrimevoli, l'esposizione dell'ultima ora - come l'ultimo desiderio di un condannato "a morte" - prima di essere versati nel buio, per sempre, anche fisicamente. Nel rito si simula la spiritualità, nella distruzione o nell'occultamento, l'estremo rifiuto. Resta, sì, il dolore, proveniente dall'essersi forgiati nella vicinanza e nell'educazione, orfane delle sue basi, anche se si rappresenteranno e si vivranno, a propria volta, fino alla fine. Per chi l'ha amata e curata come la sua creatura, contenitiva del suo amore, della sua famiglia, l'abbandono inconsapevole della propria casa sarà uno strappo, seppur inavvertito.

venerdì 25 dicembre 2015

Spero, negli ultimi anni, di averla ripagata di tanto amore. Ma non ne sono certo.

Sono passate poche ore da che la mia mamma è assente e, per costume inveterato, sono già entrati in azione i riflessi simbolici e sociologici dei parenti. Non richiesti, i soliti organizzatori di cerimonie convenzionali hanno già preso contatti con una parrocchia di prossimità che mia madre non frequentava proprio perché non apprezzava chi la frequentava. Quasi certamente, in questa collaborazione non richiesta, giocano il coinvolgimento periodico di tutti gli amici, ma anche di tanti interessanti e interessati sodali d'affari. La fretta di ritornare ai propri. Su questi metterà l'aspersorio un prete, un parroco o un suo delegato. La riunione e la citazione in ambito "consacrato" di una persona, ignota se non per sentito dire, soddisferà lo stanco convivio. Per fortuna, lei sarà assente. La ruvida badante ucraina ha avuto parole per me toccanti; ha parlato con le sue amiche, quelle che in tante altre occasioni l'hanno fomentata alla miglior resa del suo duro e faticoso servizio, indifferenti alla nostra correttezza e possibile generosità. Maria è vissuta alungo contornata dall'affetto dei suoi figli e dei suoi nipoti. Io ho perso un figlio a trentatre anni in un incidente e, in ogni momento, è come se fosse successo ieri. Nelle more del suo disperato lavoro, ho scoperto o ho creduto di scoprire gli echi di una cultura arcana e propria dei contadini poveri della sua terra e, per molta parte e per tanti archetipi, partecipe universalmente. Maria è felice, sta bene, è entrata in paradiso dove ha ritrovato suo marito e le persone più care, tante volte invocate nei momenti di smarrimento, durante la sua malattia. Ho visto persone alimentarsi per anni con un sondino e contorcersi fino alla fine per il dolore, più sole, meno accudite. Ora abbi cura di te. Oggi è Festa ed è Festa anche per lei. Tutte le mie amiche hanno commentato in questi termini l'evento che chiude la sua vita in un giorno così simbolico. Sul bel viso, conservatosi nonostante gli anni e l'indebolimento fisico e neurologico, è stampato un sorriso beato e intelligente. Ho dovuto constatarlo anch'io. Permane, nonostante l'irrigidimento progressivo del corpo e il colore cereo dei tessuti del viso. Fra poco, contattato il parroco, si terrà una programmata Messa natalizia: non ho capito se Maria sarà citata prima, secondo un rito che mi sfugge, in quella chiesa o di questi tempi liturgici. I parenti che fino a ieri sera festeggiavano l'Avvento in pigre riunioni gastronomiche a base di pesce, pare che convergeranno verso questo polo d'attrazione. Mi piacerebbe pensare che la mia indomita mamma, se la rida nascosta: le sono state di conforto le visite, la vicinanza in vita, alla fine della quale ha raccomandato alla cura più attenta il più piccolo dei suoi nipoti, disperandosi di non poterlo più accudire lei, come aveva fatto per tutti gli altri, fino all'età adulta. Per questo, fin da questa notte, li ho visti e sentiti tutti partecipi e addolorati. E' stato il premio della sua vita, apprezzata sul limitare di un'età non ancora corrotta dalle consuetudini.

Grazie.

Grazie per cosa hai fatto, di ciò che hai pensato di fare, di ciò che non hai saputo di poter fare, di ciò che avresti voluto fare.

Lo scrigno dei sogni.

Lo scrigno dei sogni si è chiuso. La mamma è morta. Un'ora fa.

Contraffazioni.

E' un Natale come tutti gli altri, ben diversi eventi storici hanno intersecato questa ricorrenza. Roma, però, è da giorni deserta. Gli abitanti, usi ad ogni allegorica malizia e ad ogni pigra battuta dispregiativa di qualsivoglia presa d'atto d'impegno, importanza o gravità, stavolta hanno paura. Il loro istinto difficilmente sbaglia. C'è qualcosa di diverso. L'uso sprecone dei regalini inutili - anche per i cani di famiglia - si è ripetuto, per beni puramente simbolici e di poco costo che, cumulati, hanno prosciugato le tasche di molti connazionali. Durante le cene e gli incontri ciascuno ha continuato a recitare il suo copione, mentre, in famiglia, la realtà espressa è da tempo molto diversa, fatta di rinunce e di debiti. Eppure, così galleggianti, aggrappati a un salvagente traditore, in convivialità siamo indotti a riprendere la trama parolaia, intessuta di frequentazioni rotaryane, ma depotenziata di opportunità e di reddito. La retorica si adatta a tutto, ma continua a celebrare scelte pratiche, risparmiatrici, di miope orizzonte, come se precludessero al nuovo mondo, scientifico e tecnologico, mentre sono solo ripieghi. Ma le repliche dello spettacolo devono continuare, più che mai oggi, che siamo tornati a vivere di apparenze; continueremo a ripetere consunte litanie alle quali replicheremo con cori assuefatori, mentre la celebrazione del passato riguarderà i sempre più vetusti pensionati, la cui mitologia non macinerà più. Le donne si riciclano in rimodellate vesti e mansioni familiari, dal portare le vivande in tavola, dopo aver confezionato cenette, a competere con i partner's, quasi mai coniugi, sul nome del nascituro, eletto a compensazione di un vuoto interiore di lungo corso. vecchie e nuove rifacitrici di propsettive incerte o certe solo sul piano della greve materialità, adbdicatrice della qualità, perché spesso sconosciuta, impiegando il resto del tempo nella canasta o nel burraco. Gli uomini ridono sperduti di un senso negletto e non riagguantabile, i ragazzi vanno verso il loro destino con consapevole disincanto. Pesce alla vigilia, scofanate di intingoli a poche ore di distanza, Poi una difficile digestione. Intanto i malati continuano a morire, i pochissimi che sono di turno ad assisterli schiumano rabbia e insofferenza, manifestate anche dall'asprezza della voce. Le badanti alzano la posta della remunerazione festiva, se gli aggravamenti ne richiedono la presenza, si spera, ma non è detto, insieme ai parenti e nonostante un semplice spostamento del turno di riposo. La ragione non risiede nel loro particolare interesse; sono state costrette ad emigrare e, tranne le connazionali colleghe, non hanno spesso altre relazioni sociali, ma alla pressione volgare dei parenti rimasti in patria a laurearsi, a sposarsi e prolificare o, al termine degli studi, a barcamenarsi con stipendi di pcohe centinaia di euro, già rapiti però dalle suggestioni, in gran parte scemate in occidente, di una ricca "professionalità" e, per non perdere tempo, attingono ai bancomat remoti, disseminati all'estero. Queste festività sono una condanna ulteriore per tutti i poveri e i senza fissa dimora, non solo e non tanto per il contrasto con la frenesia festaiola, quanto per l'ulteriore rarefazione, il sostanziale annullamento effettivo, dei servizi assistenziali e purtroppo anche sanitari, in una corsa verso l'abbandono centrifugo della cura dei "troppo" anziani e dei "troppo" indigenti. Chi crede può vedervi il simbolo della croce, il Golgota di Gesù, ma, al di fuori della simbologia, l'animale contesa spasmodica e svantaggiata per una istintiva e nient'altro, sopravvivenza, accumuna, in senso proprio e figurato, gli homeless, sdraiati lungo i marciapiedi, fra le urine dei cani e lo scalpiccio che si fa più rado, fino a chiudersi, scomparire definitivamente negli androni delle case. Gridano afasiticamente nel deserto e muoiono in dignitosa ma non apprezzata solitudine, solo perché esclusi dalle contraffazioni del mondo.

mercoledì 23 dicembre 2015

Noi ce la caviamo sempre.

Il presidentino della Repubblica Mattarella ha di fatto amnistiato i due agenti della CIA che, a Milano,, rapirono, con la collaborazione subordinata dei poliziotti italiani, Abu Omar, che fu tradotto all'estero, torturato e dopo alcuni anni, rimesso in libertà. La richiesta era stata formulata all'Italia all'epoca di Napolitano, dall'omologo Obama. Forse le "autorità" italiane sperano che la stessa propensione al compromesso a perdere alligni in India, ma, a quanto pare, non è così e la situazione indefinita, circa la certa colpevoleza dei fanti di marina, si prolumga indefinitamente ma non induce le autorità indiane a lasciar perdere. A noi non è stato concesso di processare i piloti che tranciarono il cavo della funivia del Cermis e il marine che uccise il nostro inviato al riscatto, pagato, della giornalista Sgrena del Manifesto. Così è l'Italie e, infatti, non conta niente, se non come pedina tattica, ma ininfluente. Non abbiamo neanche rivendicato i responsabili dell'abbattimento dell'Itavia, che pure non erano americani, abbiamo celebrato, ingannandolo e poi abbandonato, Gheddafi, sotto gli attacchi dei cacciabombardieri francesi, fornendo alla mini coalizione ( c'erano anche inglesi e statunitensi )le solite basi logistiche, leggi aeroporti. I profughi di quest'anno approdati sulle coste europee hanno raggiunto il milione, la cifra più alta dopo la fine della guerra civile nella ex Jugoslavia; trecentocinquantamila sono siriani. Incerto il numero degli annegati e degli uccisi, perché intercettati "in itinere". L'effetto sulla migrazione incontrollata e incontrollabile dei popoli è proprio la guerra, a meno che non si trovi una qualche Striscia di Gaza in cui rinchiuderli. Ma poi bisognerebbe bombardarli ogni tanto e il terrorismo diventerebbe uan vera e propeia guerra guerreggiata, come in Israele. Ma noi, proprio perché siamo degli ignavi, ce la caveremo.

Si salvi chi può. Sarebbe bello.

La U.E. insiste: il Governo non salvi le banche! Ha ragione, perchè non si tratterebbe solo delle quattro attualmente "incriminate" per aver cercato di "salvare" capre e cavoli di tre generazioni di economia clientelare, alla quale avevano partecipato i cosiddetti manager, i dipendenti ed anche la clientela territoriale. Si salveranno parzialmente, con trattamento preferenziale, attraverso delle pseudo-fusioni o delle acquisizioni secche, nelle quali giocheranno le ingiunzioni della Banca d'italia, le opportunità di potere e l'ambizione nascosta di ingrossarsi: tanto i fasti e le carriere, soprattutto se già ben avviati, non durano in eterno..ed allora cogliamo e godiamo l'attimo fuggente. Almeno sperabilmente, altrimenti c'è sempre una finestra dalla quale gettarsi. Il "povero" risparmiatore che attribuiva alla banca in genere, di fatto semipubblica per la garanzia della Cassa depositi e prestiti e, in ultima istanza, dello Stato, scopre che il mondo si è fatto avido, come lui, ma non è più statico; dinamicamente contempla il rischio. Fra le tante sigle che contraddistinguono l'amministrazione dello Stato, dell'INPS, ecc, c'è - l'ho scoperto da poco - l'autodichiarazione riguardante i brevissimi ricoveri a titolo gratuito negli ospedali pubblici e nelle cliniche private fallite, con essi convenzionate. Di che sigla si tratta? Non ho voglia di riesumarla dalla cartella in cui è riposta, dopo la risoluzione della pratica. Ebbene, per un trattamento invalidante e trascurato, l'INPS decurta l'assegno di accompagnamento degli invalidi totali, dei giorni trascorsi, a spese dello Stato, per farsi "allettare", che non significa sedurre, bensì ritrovarsi per la propria vita residua, su di una sedia a rotelle o su di un letto con materasso antidecubito, per l'atrofia muscolare senile che interviene dopo alcuni giorni di immobilità ed in assenza di fisioterapia che non si limti a venti minuti al giorno. Dopo undici anni di lavori per portare a termine una striscia autostradale di trenta chilometri, alternativa al necessario raddoppio della A1 fra Bologna e Firenze, oggi, Matteo Renzie l'ha percorsa, inaugurandola e menando al proposito gran vanto, come un ministro dei lavori pubblici del dopo guerra. Ha anzi annunciato nuovi lavori, mi pare sulla A3. Si prepari, chi la percorre, a continui e prolungati intralci per interminabili lavori di cesello, revisoni dei piani, intralci imprevisti e quant'altro doverebbe essere invece prevedibile, dato che l'autostrada ha ormai sessant'anni. Gli operai della SAECO di Bologna, in realtà olandese, si dovranno dividere fra il Vescovo Zuppi e il Sindaco in campagna rielettorale Virginio Merola: due testimonial senza nessina possibilità di influenzare una scelta di carattere puramente economico e che gli operai non sono in grado di negoziare. "Io c'ero", potranno dire e i telegiornali vintage, all'occorrenza ne riproporranno le immagini, i fogli amici e i siti web faranno altrettanto. Il loro regno, pur alternativo, almeno una volta, non è di questo mondo. Oggi è venuto un giovane e taciturno tecnico della Telecom a riallacciarmi una difficle connessione ad Internet. Ha capito rapidamente i termini del problema e vi ha ovviato con rapidità e personale coinvolgimento. Poi se ne è andato senza menare il can per l'aia, darsi delle arie. In cuor suo ritenenva che il suo status sociale non glielo consentisse e che la sua capacità professionale non fosse sufficiente ad accreditarlo, così come altri pensano che titoli e comunicazioni imparate a memoria, insieme ad un sorriso stereotipato, facciano di un coglione un coglione rappresentabile. Grazie per l'utilità e la non ostentata cortesia.

Auguri! Auguri!

Mentre i borsaioli incrementano l'attività sotto le volte illuminate del centro, i negozi rigurgitano di acquirenti di beni da quattro soldi da scambiare sotto l'albero. L'ostentazione dei beni da comperare si fa massiva, recupera gli avanzi di magazzino e li espone come se fossero stati creati per l'occasione e avessero i crismi di un'imperdibile novità. Come la rottamazione del buon senso di Renzie. Gli scaffali delle librerie rigurgitano di titoli vecchi di anni, riproposti con lo socnto del 15%, come se fossero, cioè, nuovi. I titoli e le tematiche sono intimisti o ripiegano sui classici in edizione economica, in quanto non più gravati dai diritti d'autore. Non c'è niente di nuovo, niente d'interpretabile. Il cretinismo spendereccio da regalie e donazioni ai parenti, minori, neo dottori o neo family partners, stentano a riaccreditarsi alla memoria ormai avviata alla dispersione dei giovani approdati ai riti professioanli e di frequantazione, senza dei quali non potrebbero ambire ad alcunché. Il pampa-Papa ha chiesto scusa ai cinici e sottopagati dipendenti vaticani dei peccati della loro datrice di lavoro: quando fu eletto, però, negò loro lo straordinario prestato. In questo è perfettamente in linea con i tempi e, se tanto mi dà tanto..Un mio amico frate, ormai passato nelle schiere celesti, mi rammentava che se avessi sentito la Chiesa giustificare i costumi e le prassi mondane, avrei dovuto tranquillamente abbandonare la fede, perché sarebbe stata la prova provata che si trattava di un'istituzione puramente umana. "E tu vuoi prestar fede ad un'istituzione umana?" Mi chiedeva ironico. Si prospetta una rimescolata di fusioni bancarie alla fine dell'inverno. Sotto traccia gli accordi sono già stati presi: BPM andrà sposa ad UBI banca, ecc. Pudibonde istituzioni private dicono di non sapere che cosa accadrà, che resisteranno a tutte le pressioni ed intanto, per la prima volta nella loro storia mitologica, hanno aderito al Fondo esuberi, hanno messo in vendita storiche filiali, sottoposte ugualmente a campagne demenziali martellanti e si preparano a menare il torrone di tutte le capziosità. Alla larga dai (loro) sindacati, anzi dai sindacati in genere. Non è questo il loro tempo. Anche i candidati alla presidenza degli Stati Uniti si appellano alle guerre stellari, che sono quelle che hanno determinato, nell'inconsapevolezza generale, il tracollo economico dell'Unione sovietica, al quale si è accodato un santo polacco, mentre oggi ce n' è uno paladino dei poveri che sono e saranno, con facile e gesuitico spirito profetico. A quarant'anni dalla morte, va molto di moda Pasolini: ne hanno ripubblicato tutte le opere e le esegesi. E' l'unica riedizione postuma involontariamente onesta, perché allude all'antipolitica, alla crisi vera, intima della chiesa cattolica, alla sociologia della corruzione portata alle sue estreme conseguenze, al linguaggio ed al costume, primitivo, illetterato e violento dei poveri, realisticamente descritti, come i cafonissimi gerarchi di tutte le gerarchie e che, proprio per questo, provocarono l'anatema politico e pubblico dell'urticante pensatore, ma non l'ostilità della Chiesa cattolica che, almeno durante il pontificato di Paolo VI, durante il quale fu ucciso, ne ebbe rispetto. Ho rivisto ieri notte, su SKY, un film di liliana Cavani, intellettuale modenese, regista e infine direttrice della Scuola di cinematografia, prima della morte prematura, ambientato, come altre sue opere, nell'Italia fascista, negli anfratti della sua borghesia carrierista, nell'estetica dell'omosessualità femminile ambivalente, nelle purghe dissimulate contro gli oppositori interni alle aspirazioni dei conformisti, nelle contraddizioni delle eroine - per modo di dire - comodamente interne al sistema, ricche ma anche istruite, come non usa più, se non in termini tecno-utilitaristici, influenzate da qualche presenza esotica, non ariana "aut similia" e non disposte a rinunciare alla loro libertà individuale e individualistica, per assopirsi solamente nei vantaggi arrecati dalla carriera di mariti in folle esasperazione per questa violazione dell'ipocrisia del loro ambiente. Come avviene ancora, per anticonformismi ben minori. Opera torbida, ma di squisita fattura e intelligenza. Non ne trovo traccia attualizzatrice. Roma è deserta. il Giubileo non intriga o spaventa. O sono tutti in vacanza o sono tutti in casa. Il Vescovo di Bologna passeggia sulla scalinata per San Luca, sale al colle e poi riceve gli operai della Saeco i cui posti di lavoro sono messi in discussione dalla proprietà olandese e calvinista. Un Vescovo operaista nella patria del movimento operario istituzionalizzato? Sotte le volte dei portici, sempre più spesso, in mezzo ai mendicanti con budget, stazionano accasciati giovani e meno giovani senza dimora, avvolti nei loro panni sporchi, ignorati dal brulichio scalpicciante dei festanti nevrotici e low cost. Il mondo si è fatto insicuro, ma tutti si accreditano, vendendo indifferentemente le stesse mercanzie virtuali, di intemearata e non contraddetta onestà. Come la moglie avvenente e artista del funzionario fascista, che cede e partecipa ai brevi e rivendicativi orgasmi del marito, ma ama e amoreggia con la figlia dell'ambasciatore giapponese a Tokyo, pallida e diversa e, proprio per questo, assunta dalla pittrice e tennista coniugale, come la sintesi anodina e glaciale della bellezza. La bellezza ambivalente - Eros e Thanatos - della morte e, più banalmente, dell'accettabilità. Lo smog ricopre Bologna e Milano: colpa della pioggia che non è caduta. Deve essere cosi anche in Cina, "che cresce rifiutando di adottare misure anti inquinamento". Forse non ha tutti i torti, dato che da noi gli stabilimenti, da tempo, non fumigano più.

mercoledì 16 dicembre 2015

Cronache italiane.

Con la morte di Armando Cossutta e di Licio Gelli si chiudono due pagine della storia recente dell'Italia: quella del più grande partito comunista in un paese assegnato, a Yalta, all'occidente e la carriera all'italiana di un rappresentante di materassi. Armando Cossutta è stato, fino alla fine del comunismo, il referente economico del P.C.I. presso l'Unione sovietica; attraverso le sue mediazioni sono passati milioni di dollari che la patria del comunismo ha destinato, fin quasi alla fine, al partito fratello, destinato a non governare mai, ma che aveva espresso il commissario politico internazionale più influente, dopo il Segretario generale del PCUS: Palmiro Togliatti. Intendiamoci: Togliatti fu il più algido, cinico rappresentante dell'ortodossia "in partibus infidelium". Non ci credeva, ma "realisticamente" la interpretava. Così facendo assicurò al suo partito, in Italia, una lunga sopravvivenza e influenzò a lungo - per paradosso, positivamente - la politica nazionale. Armando Cossutta ne fu l'erede e l'emblema postumo; fino alla fine del P.C.I. e anche oltre. Quando si presentava in Senato, anche dopo il suo abbandono della politica parlamentare, era sempre eretto e distante, come se ancora rappresentasse un potere allogeno, ma reale. In un certo senso, non accettò, non solo la politica berlingueriana ( Berlinguer patì un attentato a Sofia, sul quale fu fatta calare una coltre di silenzio ) che, effettivamente, iniziò l'abbandono dell'approdo storico deella sinistra italiana o almeno della sua maggiore rappresentanza, poi si attardò retoricamente nella "rifondazione" autoctona, che assomiglaiva al rudere albanese durante la guerra fredda. Cossutta è stato un uomo sopravvissuto a lungo alla sua fede e formazione storica, la quale ha avuto la serietà di non riprodursi in qualche camaleontica trasformazione, come fecero i cattocomunisti del PDS, antesignani del PD. Personalmente non attribuisco nessuna veste di sinistra, che non sia ridicola, al PD, come non l'attribuivo al cattolico Ulivo. Io, che non sono mai stato comunista, ma attento al fenomeno, agnostico "studente" del fenomeno e che, per questo, sono sempre stato, alla lunga, inviso sia ai reazionari ( cosa di cui mi onoro ) sia ai comunisti che non mi potevano vedere, proprio in quanto - ritenevano - eretico eppur dialogante sul loro medesimo terreno, estraneo a qualsiasi conformismo e indifferente al potere totalitario da loro perseguito. Licio Gelli, dopo la guerra, ad Arezzo, faceva il rappresentante per la Permaflex. Durante il conflitto era stato una spia, bene informata, dei nazisti, dei fascisti e, per le sue conoscenze acquisite in loco, anche degli anglo-americani, durante la risalita dell'italia. Costoro, empirici, non andavano tanto per il sottile nel scegliersi i collaboratori, come dimostrerà la rapida carriera di tanti funzionari nazisti, se dotati di competenze utili: Von Braun alla NASA, Henry Kissinger in diplomazia, quasi esclusivamente sul versante conservatore. Per alcuni anni Licio Gelli tracheggiò in Toscana, poi eccolo comparire sulle pagine della collezione patinata della rivista "Epoca", all'inaugurazione degli stabilimenti bolognesi della Ducati - oggi in mano all'AUDI tedesca - a fianco del giovane Giulio Andreotti, sotto segretario alla Presidenza del Consiglio e dell'allora amministratore delegato del validissimo marchio motociclistico, Umberto Ortolani, gran massone, ma già anziano, che si trasferirà pochi anni dopo in Uruguay, per morirvi. Probabilmente, fu Ortolani il fondatore della P2, di cui Andreatti fu il regista e Licio Gelli il manovratore, il burattinaio. Il Piano di rinascita italiana non fu certo scritto, né concepito da Licio gelli, al quale fu affidato il reclutamento, la gestione esposta e le azioni sanguinarie, ai quali il "Venerabile, che mai avrebbe pensato di poter esser tale", si prestò con tutto il peso degli interessi compositi che la P2 rappresentò, e l'amoralità grezza, italiana, del maneggione, sempre più ambizioso, mano a mano che le sue possibilità di vivere al di sopra delle sue possibilità diventavano reali, in combinazione con le figure sfumate che tessevano la trama e che gliene affidavano l'esecuzione. Il tabulato dei "Cinquecento" non è mai stato scoperto o reso noto. Lo teneva in qualche forziere, italiano od estero, Mario Barone, Amministratore delegato del Banco di Roma, uomo con "il pelo sullo stomaco", perché, richiesto, due anni di carcere vero se li fece, senza mai tradire la consegna. A pena scontata, fu reintegrato e ulteriormente promosso al Banco di Roma, regolarmente pensionato e sontuosamnente liquidato. Oggi che, fallito il tentativo berlusconiano, perchè osteggiato dalla composita sinistra attuale, sotto l'egida dell'Europa massonica, il Piano di rinascita italiana è almeno alla metà della sua realizzazione, dobbiamo tristemente constatare che all'obiettivo è stato chiamato un fantaccino, posto ai vertici da un Presidente ex comunista, nel segno del solito "realistico" trasformismo subdolo e subordinato. La rinascita italiana messa in opera da un comunista fallito, eppur Presidente e da un fanfarone che si presta per sedimentare una posizione sociale. Nel solco del nostro tratturo, che un qualche "Gladio" è sempre pronto, nascostamente, a difendere a beneficio delle successorie e mascherate figure.

martedì 15 dicembre 2015

Speculeremo anche su questo.

La nostra cronaca politica è ritornata ai suoi prodromi: conflitto di interessi della Ministra botticelliana, un intreccio di interessi locali intessuti all'ombra di qualche loggia, il falso obiettivo che nasconderebbe la volontà di far ruzzolare Renzie, come se questa possibilità fosse esperibile in assenza di un aggancio del medesimo nella trama. Intanto l'Italia sta aumentando il suo impegno contro il Is. Non lo ha detto il nostro Presidente del Consiglio o la Ministra della difesa, che usa l'aeronautica militare per rientrare a Genova, ma il nostro Capo, Barak Obama, al quale e solo al quale prestiamo di nascosto i nostri servigi. Nel contempo, un settimanale ormai emasculato, L'Espresso, non sapendo più di che inchieste trattare, si è impegnato, con i buoni uffici di qualche agente segreto insoddisfatto del suo stipendio, di documentare, attraverso le rilevazioni satellitari, il servaggio di spionaggoi con i nostri droni disarmati, al servizio di chi bombarda il Is, in attesa di ottenere l'autorizzazione americana ad armarli per "aumentare il nostro contributo" alla lotta al Califfato. Quel servizio è stato ripreso in tutto il mondo; strano, data la modestia del contributo. A questo punto, l'attentato è annunciato e l'union sacrée si costituirà sul sangue dei nostri martiri, da vendicare con una Fatwa all'incontrario. Nel frattempo, si cerca una scappatoia per rimborsare i "sostenitori" delle banche fallite, che invece dovrebebro seguire la sorte delle loro casse prescelte, anche se vi sono incappati per ragioni occasionali o perché hanno seguito logiche o pseudo logiche, ben diverse dalla valutazione di affidabilità delle medesime. Il gioco è cambiato e, se non se ne accetteranno le regole e le conseguenze, si cercherà di conservare una mafia familistica sulle vestigia dismesse dello Stato clientelare, illudendosi di essere il "Principe di Salina del Gattopardo", anziché l'amico di "Peppino". Quel che è certo è che cercheremo di speculare privatamente anche su questo.

domenica 13 dicembre 2015

L'abito del monaco.

Insomma, Stefano Cucchi è stato ammazzato di botte. "Nel ricordarlo, mio marito rideva", ha affermato la moglie di un graduato partecipante all'orgia. Si erano divertiti e si divertivano, anche interiormente, da soli, a ricordarlo. La presunzione d'impunità, dovuta al ruolo, ai "paramenti", ne aveva liberato l'indole non "civilizzata", non costretta nei canoni recitatori della rappresentazione quotidiana. La vittima, il povero geometra romano, un drogatello innocuo, un po' labile neurologicamente, proprio per questo è stato lo zimbello dei caramba aguzzini. ripetutisi all'aperto, al buio e in fretta, nei confronti di un ex calciatore, a Firenze. Un centinaio di magistrati, poliziotti, carabinieri e addetti ai lavori, avevano visto il cadavere martoriato subito dopo il linciaggio: nessuno ha parlato, in virtù di una "comunanza di favori scambievoli". Stefano Cucchi non sarà mai vendicato. La sua vicenda è rivelatrice di un senso comune occultato nell'educazione formale, del tutto analogo allo stupro, alla violenza etnica, al sadismo contro gli animali domestici o condotti al macello, al razzismo, supportati dalla forza o, ugualmente, dall'abito che "copre".

sabato 12 dicembre 2015

Nel labirinto del diritto, al quale non è estranea la cultura di un popolo.

Alberto Stasi è da questo pomeriggio consegnato alla carceri italiane per l'omicidio della fidanzata, che era riuscito ad occultare in maniera da non fornire all'accusa prove oggettive. Eppure e non ostante la richiesta del P.G. della Corte di Cassazione, l'ultima, nel rito processuale italiano, che aveva definito la condanna della della Corte d'Assise, irrazionale ed infondata ( ciò di cui si occupa la Cassazione ), ne ha confermato i termini e la pena. Da uomo della strada, ho sempre pensato che Stasi fosse colpevole e che cercasse di sfangarla mettendo a contributo la sua non banale mente da bocconiano, appplicandola al crimine ed ai termini di oggettività che sa necessari al giudizio penale. Chissà perché e chissà per come, il tribunale italiano ha "voluto" condannarlo e la Corte delle formalità pandettare ci ha messo il sigillo. Quanto all'oggettività, mi viene in mente quanto si è consumato di recente a proposito di Raffaele Sollecito e della sua fidanzatina americana, che, difesa dal quel manipolatore di carte di Joe Tacopina, ottenne in appello l'assoluzione che le consentì di tornare per sempre negli Stati Uniti. In un primo tempo, prese le distanze anche dall'ex e ormai lontano fidanzato, che ha minacciato querele e chiesto risarcimenti, dopo essere stato, a sua volta, assolto, per ingarbugliamento di prove. Raffaele Sollecito, prima della "grazia giudiziaria", era stato intercettato al confine - non ricordo se svizzero o austriaco - dove si trovava per caso e, nel corso del processo erano state chieste raccomandazioni, per lui, a politici del suo collegio, tramite il padre. Eppure, per riguardo alla dottrina e alla vaghezza indotta dalle troppe parole in una situazione altrimenti chiara e circoscritta, nella quale gli unici a pagarne le spese, sono stati un ivoriano, attualmente in carcere, per giusto motivo e un pizzaiolo, anche lui di colore che Amanda la volpe, aveva tirato in ballo, al suo posto, durante la prima fase del contenzioso giudiziario, per la pietra tombale che la Suprema Corte ha posto sulla narrazione giudiziaria della vicenda, i due giovani potranno vivere la loro vita, a Meredith negata per un gioco irresponsabile, confermato come tale dalla sentenza, che ne riafferma gli archetipi di costume, morali. Mi chiedo cosa stiano meditando in queste ore i genitori della povera Meredith.

venerdì 11 dicembre 2015

L'ineluttabilità del fato.

Salvate le banche, a prescindere. Di banchieri competenti - ma almeno fossero onesti - non ne abbiamo. Tentiamo il salvataggio con un istituto privato ( sic!) che per statuto si propone di salvare le banche in crisi. Cassato sul nascere dalla Unione europea. Renzie ondeggia, si offende, finge di offendersi e getta la spugna. Gli obbligazionisti e gli azionisti fiduciosi ma, a loro volta incompetenti e suggestionati dalle clientele, non vogliono contribuire alle spese. Avete venduto dei prodotti inadatti, dice l'Unione europea. Forse. Costituiremo un comitato e un fondo per gli obbligazionisti. Sbagliato. Così la mentalità non cambierà mai. Abbiamo fatto scommesse nella convinzione atavica che lo Stato avrebbe provveduto e, per la prima volta, così' non è stato. L'economia reale, però, è a sua volta strettamente correlata e subordinata a queste logiche e non saprebbe districarsi diversamente. Ecco perché il salvataggio di banchette di nessuna consistenza, ma radicate sul territorio e con i loro rappresentanti nelle istituzioni, nelle logge o in Curia, è necessario per tutelare il piccolo cabotaggio. Ricominciano i suicidi, cifra morale di questi risparmiatori, come nella prima fase della crisi economica, si intentano le più strampalate cause inventandosi la legge e la giurisprudenza, montano le proteste scomposte e reazionarie dei piccoli risparmiatori gabbati, che ricordano quelle dei reduci tornati alla mediocrità della vita civile...come se non fosse stata identica a quella patita in guerra. Il metodo mercantile, trasposto sulle rive del Mediterraneo, è ancora quello dei commercianti fenici: levantino e disonesto. La facilità informale dell'approccio alle offerte incessanti sul mercato è pari alle sorprese successive all'acquisto di un bene o di un servizio, che diventano inemendabili, irrestituibili se non con ritardo ed a costo di penali inventate. Manca ancora in Italia un'avvocatura di base, eppure gli avvocati sono sovrabbondanti. Anche questo è un riferimento culturale. Manca la "class action" che non sia intentata dai Codacons o da qualche altra setta politiccizzata, la grande industria e, fra non molto, la grande finanza emigreranno all'estero e le piccole e medie imprese finanziarie saranno indotte ad ingrandirsi entrando in una spirale aggiustatoria difficilmente gestibile. Che quanto avviene sia deterministicamente necessitato è la religione di questo tempo, ma è palesemente falso. Scontata l'inabilità mentale dei governanti e degli amministratori che, proprio per questo, saranno lautamente remunerati e occuperanno quelle posizioni che, con ingenuità, altri, certamente molto più competenti, aspirerebbero a ricoprire, qualcuno si è chiesto perché alla destra venissero imputate tutte le manchevolezze del mondo e alla pseudo sinistra, in ispecie al Ministro Maria Elena Boschi, figlia di tanto padre ed in palese conflitto d'interesse, assolutamente niente? E' facile rispondere che la destra italiana persegue scopi privati ed è politicamente destabilizzante, mentre la sinistra persegue, per fini di bottega e di auto-accoglienza, gli interessi che le vengono affidati perché li tuteli secondo schemi mediatori. Per questo, nella fattispecie, il fato risulta ineluttabile e solo il suicidio rappresenta la via per sfuggirgli.

Le terapie trascurate dai falsi medici.

Nell'arco di pochi giorni, il peronismo argentino è stato messo in naftalina ed il "chavismo" venezuelano ribaltato dalle fondamenta. Entrambi i regimi, fascistoide il primo, comunisteggiante il secondo, procuravano pensioni e appannaggi vari ai bisognosi e anche alloggi gratuiti, ma si guardavano bene dal responsabilizzare le masse perché fornissero, con quelle mutate e più confortevoli condizioni di vita, un'educazione e un'istruzione ai figli, mentre nessuna sollecitazione ad intraprendere un alvoro dignitoso veniva rivolta d una base grossolana e pigra, nella speranza di fondare sulla pigrizia e sulla sussistenza un regime imperituro. Il contrario di quello che ha fatto Fidel Castro a Cuba, tenedo sotto il tallone i cubani, prevenendone le riottosità, imponendo un'istruzione di massa ma seria e prolungata, relegando nelle riserve carcerarie le lamentele teoriche degli intellettuali, una schiera, con l'aggiunta del potere, ma conquistato sul campo di battaglia, alla quale lo stesso Castro appartiene. Non si può dire altrettanto dei Kirchner e di Ugo Chavez, o del suo successore Maduro, tanto che è caduto dall'albero. L'ignoranza coniugata con la confortevolezza non ha originato la pace sociale, ma ha alimentato un ritorno allo stato di natura che, soprattutto in Venezuela, ha scontentato anche le classi sociali dotate di un lavoro e di una prospettiva, rispetto alla subura che aveva invaso tutto il territorio nazionale. Non c'è altra spiegazione al fallimento della sperimentazione venezuelana, mentre per l'Argentina si tratta del solito dualismo fra peronisti e radicali o come si fanno chiamare oggi. La situazione più triste è quella venezuelana, nella quale, alle ingenti risorse naturali sprecate, per l'innanzi si sostituirà la rivincita di una classe proprietaria e delle competenze profondamente razzista sul piano delle relazioni civili, feudale prima ancora che fascista. Fino a che - ma ritenevano di non averne interesse, in quanto loro stessi appartenevano alla solidale categoria dei somari - non si darà luogo ad un'alfabetizzazione di massa, ad una programamzione di diplomi per gli impieghi e, parallelamente, alla presa di coscienza di una identità civile, in quelle trascurate nazioni, qualsiasi cavata di genio e di fantasia, nasconderà sempre, per un po', la vocazione feudataria ma anche plebea di dominare una situazione, anche la più povera e la più trsite.

giovedì 10 dicembre 2015

L'uomo freudiano, fra la nascita e la morte.

Se si fa mente locale riguardo al numero di morti quotidiano per guerre, terremoti e malattie, si deve concludere che il flusso ininterrotto di eros e thanatos non conosce soste e che non corrisponde a nessun criterio che non sia la semplice sostituibilità delle figure sulla scena. Se a queste eliminazioni affianchiamo i traumi della violenza, della miseria, degli sconvolgimenti nelle condizioni di vita e nelle sue prospettive, ne ricaviamo uno scenario umano imperscrutabile, una serie costante di atti originati nel profondo della psiche da ogni sorta di alterazione dello stato di benessere. L'agire concitato o pigro delle persone è privo di ogni logica, di ogni giustificazione razionale e sciaborda fra l'istintualità, il riso gratificatore e spesso prevaricatore, la depressione occasionale o di esistenza, nella negazione completa, che non sia retorica e mitologica, di ogni accumunante sentire. L'uomo protagonista del disagio della civiltà si agita dissimulando i suoi atti, attribuendo loro dei significati verbali, facenti capo a tutti i luoghi comuni di cui si alimenta la nostra presunzione di civiltà. Invece, interpretativamente, il rag. Righi, il dott. Sussi o lo stagnino Alimondi, sono in balia dell'Es e nevrotizzati dal Super Io. Per superare temporaneamnete questa artificiale dicotomia a favore dell'elemento censore e controllore dell'emotività e della gratificazione, è sempre concesso di sentenziare, e reprimere in forme socialmente approvate, i discostamenti dall'ordine anodino della quotidianità; al piacere si sostituisce il "prestigio", alla soddisfazione la personificazione di un ordine qualunque. Lo stare in branco sostituisce la contesa libera, il riconoscersi, annusandosi o blandendosi, prelude al favorirsi, in termini personali e poi dinastici. Per questo, l'omologazione familistica, la cassazione definitiva della libertà, interviene, prima o poi, a bilanciare e anestetizzare l'istintualità e la sperimentazione, a beneficio del placido adagiarsi. Fin che morte non vi separi...quando sarete in balia di un sistema imprevisto che, fra paure e insicurezze, vi condurrà alla morte. Inutile comunque, come la vita.

Il restauro.

Il dissolvimento dei maggiori marchi bancari, in regime pubblico, I.R.I. e Popolarl, con fini di sussidiarietà ( sic! ) e delle B.C.C., legate all'utenza rurale e artigianale del borgo più che della provincia, segna la fine, annunciata e trascinata, di un modello economico nel quali tutti i mediocri hanno trovato ricetto ed i profittatori un'occasione, altrimenti insperata, di arricchimento e "prestigio sociale", in quella società, a scapito delle rare, ma presenti competenze. Una corsa alla mangiatoia, a digradare, che ora vede coinvolta una nutrita congerie di banche "territoriali", il cui scopo apprezzabile è stato il mantenimento di accrocchi di potere clientelare nei comprensori di riferimento. Ecco che quelle clientele, si raccolgono a coorte e si fanno salvare: o dallo Stato o dagli incauti obbligazionisti, usi a pensare che sotto le finestre di casa, nessuno si azzarderà a derogare alle aspettative di serena pennichella dei soci fiduciosi e fiduciari. Invece, l'infezione che ha già eliminato marchi storici, si estende alla periferia della foresta pietrificata, tutt'altro che trasformatasi, bensi corrosa dalle sue fondamenta. Lo scivolamento occultatorio prosegue attraverso il coinvolgimento delle poche realtà - normalmente appannaggio di un club ristrettissimo di azionisti - in grado di farsene carico, a scapito del loro equilibrio e della loro missione particolare, trascinate nella mimetizzazione del sistema bancario. Si ha un bel gridare: "noi non siamo il sistema bancario!", nessuno lo nega, altrimenti gli sguardi obliqui propedeutici al "salvataggio" non sarebbero loro nemmeno rivolti, ma è nel sistema che sono chiamati ad omogeneizzarsi, in cambio di un posto di riguardo nei prossimi calderoni creditizi privati. Dei grandi azionisti, ovviamente, non dei piccoli. Gli appetiti elettorali, quelli dei piccoli azionisti ed obbligazionisti delle zone interessate, congiurano per chiedere tutela, quella tradizionale che deresponsabilizza e rassicura. Ma l'Italia è e resterà per decenni uno Stato insolvente in Europa e gli ispettori di Bruxelles cassano autoritariamente ogni barlume di svicolamento dalla "retta via" tracciata dai Paesi più forti, che non hanno nessuna intenzione di indebolirsi con i default altrui. In Italia, il nuovo gioco è stato rimosso, il riso compiaciuto per le furbate di galleggiamento è spento ad intermittenza, ma non accantonato, mentre alle statistiche, da verificare nel tempo, sugli effetti occupazionali del Job's Act, si affiancano i crolli ed i restauri del precedente sistema da restaurare.

Sentore di primavera.

Quattro banche "territoriali" volgono al fallimento. Dato che le clientele locali e i relativi voti sono in pericolo, si ricorre al salvataggio di Stato, sotto forma dell'intervento caritatevole di un Ente formalmente privato, che, in quanto tale, non si sognerebbe neppure di soccorrere banche depredate e mal amministrate a favore di incroci fra assistenzialismo, credito drogato e voti. Sta di fatto che, con questi sistemi, buona parte dell'economia della Toscana meridionale e dell'alto Lazio, della provincia - già derelitta - di Chieti, di Ferrara, al quarantasettesimo posto del reddito nazionale, rispetto al comprensorio di Reggio Emilia e Modena, attestato sul terzo psoto stabile, di Parma e Piacenza, al quarto, e delle Marche, fino a quindici anni fa regione modello dell'Italia economica, andrebbe definitivamente a puttane. Ecco dumque il tentativo di salvataggio a carico dei contribuenti, al quale si oppone prontamente la deputata commissione europea, che pretende ed ottiene l'applicazione del criterio comunitario della corresponsabilità di tutti i coobbligati, come si conviene in un mercato senza ammortizzatori che possano compromettere il parziale e lunghissimo piano di rientro che ci è stato comminato, per poter rimanere legati al carro dell'euro. Un pensionato, di quelli che avevano privilegiato la conoscenza presunta degli amministratori "di casa", visto volatilizzare il suo peculio di cento mila euro, si è ucciso: apriti cielo! Istigazione al suicidio, investigazioni della Procura, dichiarazioni pubbliche con le quali si asserisce di aver subito un torto, mentre dal 1° Gennaio, lo stesso "torto" potrà essere a carico di qualunque depositante con liquidità e/o investimento mobiliare superiore ai fatidici centomila euro. Questo scenario dovrebbe trasformare, dalla sera alla mattina, un popolo di trafficoni e di manutengoli interesstai dei trafficoni, in una nazione rigortosa e virtuosa, nella quale onori, ma anche potenziali oneri, gravino sul capitale, non quello pubblico ed indistinto, ma su quello privato cointeressato al buon andamento delle aziende depositarie. Credete che avverrà? Io penso di no; ci sarà, ogni tanto, qualche suicidio. Fra le condoglianze del governo e le dichiarazioni di un "intervento umanitario" a favore degli obbligazionisti di cui sopra, fervono - e non da oggi - le manovre per appaltare le banche fallite a quelle che, stando nel sistema, o per dimensione di volumi o per efficacia di gestione e solidità di patrimonio, possono rilevarle, producendo in tal guisa, un'osmosi tossica che, a dimensioni intere, modificherà in peggio l'assetto organizzativo interno alle aziende acquirenti e le candideranno a confluire, a loro volta, in un futuro ancora indeterminato, in qualche grande calderone, con il quale i rapporti degli azionisti di maggioranza siano stabili e consolidati. Mentre l'inverno è alle porte, già s'intravede la fioritura primaverile che ne seguirà. Peccato che si tratti di una fioritura di serra.

mercoledì 9 dicembre 2015

Una pippa colossale.

Con il Natale alle porte aumentano i poveri mendici, soprattutto nelle vie più trafficate, al riparo di un portico. A volte sembrano veri, Qualcuno mendica da qualche hanno con la stessa cartellonistica; se ha perduto il lavoro, non ha più ritrovato l'occasione di un impiego qualunque o vi ha rinunciato, forse è separato giudizialmente e così evita di continuare a pagare degli alimenti per studi che i figli non completeranno e che la ex moglie emulsiona in una stentata rendita. Mi capita di vedere qualche "balordo" che alterna qualche "servizio" per bar ed alberghi ( trasporto suppellettili leggere e conduzione al cassonetto di altri rifiuti ), che, nei tempi morti, chiede l'elemosina, per poi tornare ai suoi compiti sopravvenienti. Quando si dice la fungibilità e la costanza nell'applicazione...I bottegai rigongolano: nei negozi la clientela è a strati; gli italiani hanno qualche soldino in più da spendere. La ricrescita si alimenta dei consumi più banali, voluttuari e festaioli, i negozi che rigurgitano sono quelli dei generi d'apparenza o altrimenti inutili e ci restituiscono l'immagine di un'umanità ancora legata alla sua natura primordiale e selvaggia, quella per la quale tutto quel che luccica affascina e attrae, salvo ritrovarsi a Gennaio in difficoltà a pagare le bollette. Le scadenze inutili si affastellano: la polizza infortuni di cui mai si è usufruito, la luce votiva per i defunti, i "regalini" per le festicciole prenatalizie e i regali per il giorno della Natività. Come se questi "riconoscimenti" cambiassero di un'acca la vita dei donatori e dei riceventi. La scarsa tredicesima fa da volano ad una spesa priva di prospettiva e, per tanti versi, ripetitiva: all'IPhone si sostituisce un altro IPhone, a un compuetr un altro computer ad un televisore un "nero assoluto" che offende la vista. Intanto, in Ucraina, quello Stato sta per dichiarare un nuovo default, nonostante i finanziamenti statunitensi, a scapito dei propri cittadini, privi anche dell'assitenza sanitaria. In un certo senso l'Ucraina si è italianizzata. Attratta nell'orbita occidentale della pubblicità importata, ha indotto nelle nuove generazioni aspettative "occidentali". Per questo ha messo alla stanga le nonne, facendole emigrare all'estero, perché provvedano - in veste di badanti, per l'irriducibilità alla morte delle genie benestanti - agli studi, al mantenimento di uno stuolo di nipoti e di figli, all'automobile ed anche alla casa che, con trentamila euro ci si può assicurare. Come nella Grecia post Syriza. A queste badanti, il coglionesco Stato italiano ha concesso un contratto nazionale di lavoro: peccato che le lavoratrici siano tutte straniere e, da allora, formino una lobby che si incontra in "piazzola", ultra sindacalizzata ed ultra autofomentata, che baratta ogni extra con denaro, costringendo il 37% delle famiglie con ascendenti disabili ad indebitarsi e a ipotecare la propria casa. Nel frattempo, tutte le attività tradizionali, destinate ad essere superate ed assorbite dal grande emporio per i consumi di massa, hanno aumentato i prezzi, tarandoli sul ridotto numero di utenti, al netto della resezione dei collaboratori dei tempi normali. Le merci ed i prodotti per i consumni popolari si stanno concentrando su scaffali affollati ed anonimi, mentre il numero degli esercizi diminuisce a vista d'occhio. I bottegai sono economi: pochi falliranno e vivranno di stenti, anche se piangeranno come sempre. L'avidità predatoria, i prezzi fuori controllo, sono un'insidia temporanea per i consumatori, nel momento di transizione dal negozio di quartiere alla grande distribuzione, nella quale diventa inutile sapersi orientare, perché tutti i prodotti, anche quelli tecnici, hanno una data di scadenza ed una qualità standard. Sono assemblati in Paesi a basso costo della mano d'opera. Le merci sono esposte, non c'è nessuno che sia in grado di formulare un parere extra depliant; quando il "senso" suggerisce si può afferrare il manufatto e presentarsi alla cassa: dentro l'involucro si troveranno le istruzioni, tutto all'insegna di una pippa colossale. Le luci dei festoni brillano su di un'illuminazione pubblica stentata: comportano infatti un consumo d'energia minimo: sono la tenera anima della Festa.

martedì 8 dicembre 2015

Se non se ne parlasse..

Giubileo, Giubileo. Lo dice la parola: una festa gerarchica ma partecipata, seguita con rapimento estatico. Se ne parla e se ne parlerà in termini retorici per poco meno di un anno, se ne farà madiaticamente, una o la chiave interpretativa di tutto quello che avverrà e di quello che non avverrà. il Giubileo rientra, nei canoni degli uomini e delle donne "pratici", nell'ambito delle cose che "non servono", ma alle quali è "bello" essere partecipi e, così facendo, riaffermare la "bontà" del potere. Un potere apparentemente statico, familiare: in realtà dinamico sotto traccia, sul volano degli strumenti disponibili, a cui si affianca in simbiosi tecnica. Nella simbiosi apparente appaiono i fasti, i pellegrini ai sacri luoghi simbolici, i migranti in cammino, sottoposti ad ogni genere di sevizie e quelli, in spirito, in fondo al mare. Tutto ciò di cui si parla è "canonizzazione" del potere o, in epoca moderna, contrasto "canonico" del potere. Gli incolti, oggi ben frammisti ai bene informati..del Giubileo, di "Gente" e di "Novella 2000", ascoltano per passarsi il tempo, i sospiri di uomini in abito talare altrimenti ben pasciuti. Non se ne parlasse, non esisterebbe. Eserciti di bracci secolari passano al metal detector, moderno e sbreccato setaccio, i turisti post Expo in cerca di nuove sensazioni interiori: dal ventre, all'anima, perchè altri, ideologizzati sul loro nulla nelle Madrase, aspirano a ridurre la loro sofferenza in terra, apportandone ad altri, meno sfortunati, perciò "indicati" come "infedeli". Lo spirito, guerriero o misericordioso, filosofia in qualche parte - non in tutte - del mondo circoscritto ad un pianeta nel cosmo. "Giustificazione" d'amore e di giudizio, di "offesa o di difesa".

lunedì 7 dicembre 2015

Diverse latitudini socio-politiche e culturali.

Al titolo, ho omesso "economiche e di potere", nel riferirmi al risultato delle elezioni venezuelane, nelle quali, dopo quattordici anni di "chavismo", che ha influenzato altri paesi sud-americani e che aveva stretto un rapporto sentimentale e ideologico ( come nel Cile di Allende ) con Cuba, che hanno visto la schiacciante vittoria di un ancora - per me - non meglio identificato partito alternativo, ma probabilmente frutto di "larghe intese" fra le parti più retrive della società venezuelana e i brandelli di borghesia che possono essersi creati in quella nazione dalle grandi risorse, ma dai pensieri confusi fra una società pirandelliana e abiti mentali ancora troppo legati all'agricoltura, intesa come attività prevalente della popolazione. Maduro, che, ogni notte, riceveva le indicazioni del defunto Presidente Chavez, in sogno, direttamente dall'al di là, è stato travolto da una coalizione nella quale cercheranno di far valere i loro desideri, sia la vecchia casta incartapecorita in un "onore" censitario e sotto-culturale molto simile a quello borbonico, così affine alla nostra società meridionale, sia i piccoli favori "distintivi" di un'accozzaglia, ma compunta, di sottufficiali, impiegati, tecnici. Il partito dei lazzari e dei contadini, contesi ad un'aristocratica e feudale Chiesa cattolica, ha stufato, con le sue fanfaronate, i suoi slogans, le sue pittoresche iniziative, ad uso e consumo di una massa famelica di postulanti, per nulla sollecitati ad impegnare la loro giovinezza nello studio e per nulla incline e capace di creare le condizioni minime per la sedimentazione di un'opinione pubblica che potesse iniziare e non concludere per se, in un solo atto, un processo di crescita economica, civile e di educazione. Il fatto che il contadiname, stretto fra le suggestioni e le illusioni di un mondo comunque immaginifico, non abbia più avvertito il fremito di una rivoluzione fatta di trasformismi, corruzione orizzontale e abbia dovuto prendere consapevolezza di una violenza criminale ormai endemica e priva dei suoi riferimenti di classe, non significherà che la plebe troverà ricetto dalla razzistica, staticamente benestante, istruita, eppur così arretrata, "razza fondatrice del venezuela moderno" ( che sarebebro loro ), rispetto alla dinamica economica moderna ( a sua volta in crisi, ma post-industriale ): ritroverà e, per un attimo, si "riposera" nei vecchi rituali delle poche dinastie censitarie, negli "onorevoli" profittatori di un'umanità che solo un governo democratico evoluto potrebbe mettere sul cammino dell'evoluzione e che non esiste: troppo lungo e gravoso l'impegno, troppo appisolate le gerarchie militari che mai combatteranno una guerra, ma che possono appisolarsi nella routine e godere dell'abuso, in ogni ambito, verso una popolazione sub-umana o, almeno, da sempre avvertita come tale. Troppo faticoso incivilirsi e, anche in un contesto così depresso, a chi ci lievita sopra, chi glielo fa fare? Il chavismo è stato un inganno, non un generoso esperimento sovvertito dalle forze sempre in agguato della reazione, un medio interregno, nel quale, lasciando le cose peggiorate, un ristretto manipolo di profittatori fantasiosi, ha menato per il naso, il popolo credulone, fino a che, spaventato dagli stessi eccessi che inconsapevolmente aveva messo in moto, gli si è rivoltato contro, non innovando ( come avrebbe potuto? ), ma ritornando all'antico, in tutti i sensi.

Impiastri medicinali contadini.

Marine Le Pen stravince fra les paysans, che hanno fatto Front national. A Parigi ha preso un contenuto 10%. E' una vittoria del popolo contro le élites, ha detto. In un dato senso, è vero, ma il popolo che ha reagito all'estraneità della provincia alla multiculturalità, è un popolo rispettabile, modesto, ma rancoroso, perché si sente inabile contro le complessità - molte delle quali gravemente negative - della mobilità dei costumi, dei pregiudizi e non solo delle etnie, chiuse in se stesse come gli indigeni con i quali si trovano a convivere e che rifiutano ogni modificazione del loro tran-tran, anche se misero e sacrificato. Altri, messi più o meno come loro, non vogliono guardarli nello specchio, il loro modo di star male gli risulta deformante. Basta, per ora, con le interpretazioni. Resta il fatto di una Francia divisa fra la sua capitale, da sempre invisa ( e viceversa ) ai provinciali e il mare verde, esteso e poco popolato, mai uscito del tutto dal feudalesimo, rinchiusosi nella suo livore. Un'altra conferma della dicotomia sociale che sempre più caratterizza l'europa unionista: prevalenza indistinta della vulgata finanziaria, dissimulata da tante definizioni moderniste, una provincia lattiginosa abbarbicata ai simboli nazionalisti, ma in realtà impaurita dal disordine nella tradizione indotta dalla speculazione finanziaria che incrementa il debito e l'insicurezza, da identificare con degli estranei con i quali convivono, in tralice, da molti decenni. E' una riedizione del fascismo di sempre, un movimento pre-istituzionale di marcata impronta plebea, a salvaguardia della tradizione e dei maggiorenti che artatamente la impersonano.

domenica 6 dicembre 2015

Diversamente poveri.

La stucchevole polemica che, ad ogni Natale rinfocola sui media e nelle comunità scolastiche pubbliche, su presepi, visite di prelati e crocifissi, ci parla di un mondo di servizi scolastici, sempre più approssimativo e privo di risorse, nel quale, una delle prime esigenze è diventato il mantenimento dell'ordine in classe. Nelle scuole private, credo che il problema non si ponga e, in fondo, l'espressione della religiosità festosa, ma superficiale è un fatto privato, una festa che, nel momento in cui non viene condivisa, rivela una separatezza, fino ad allora inavvertita, fra due comunità infantili, che si alimenterà, nel tempo, delle insufficienze, della marginalità assoluta e relativa, sedimentando un'ostilità che potrà non manifestarsi in presenza di un collocamento sociale integrato, ma potrà dar luogo a contese, casomai pretestuose, fuori dai canoni "regolamentari" del vivere associato. Qualunque escluso, vessato o misconosciuto, potrà rifugiarvisi. La pregnanza omologatrice cattolica era sempre stata. nelle scuole inferiori, un collante richiesto, riconosciuto e avvalorato. Nelle scuole tecniche, alla pace sociale si associa l'gnosticismo istituzionale scolastico, per tenere fuori dalla porta le differenze religiose o ideologiche. Resta il fatto che, nelle famiglie islamiche, la religione segna il flusso delle ore quotidiane - con tutte le contraddizioni del caso - come nelle famiglie cattoliche, mentre l'indifferentismo generale e trasversale alle classi sociali, non identifica più la "famiglia cristiana". Su questo "laicamente rinunciatario" equilibrio si dipana l'iter scolastico di ragazzi e ragazze destinati alle attività strumentali, a meno che non siano destinati a mandare avanti le aziende, grandi o piccole, di famiglia. Per aziende grandi, nelle quali i rampolli hanno un ruolo di rappresentanza e stuoli di "technicians servant", non dobbiamo pensare alla FIAT et similia, bensì a quella vasta schiera di capannoni, ormai semi deserti o abbandonati, che arricchivano l'Italia e, soprattutto, i loro proprietari, ancor troppo condizionati "dall'aspetto pratico della vita", per contornarsi di "eburnei" umanisti o scientisti presuntuosi. Le piccole aziende, anch'esse rarefatte, resistono ancora in qualche ridotta e impiegano qualche operaio o impiegato, talvolta di altra cultura tradizionale. E' questo mondo, dei mestieri o della sopravvivenza periferica, che è già cambiato, ma non ha sperimentato tutti gli effetti dell'incongruena sotto-culturale, divisa fra rassegnazione, malinconia e competizione fra diversamente poveri.

sabato 5 dicembre 2015

La violenza ai piani bassi.

La morte, a colpi di fucile, di quattordici handicappati, ricoverati in un centro di riabilitazione e di cura - sicuramente privato - a Los Angeles, da parte di una coppia araba, rivela, ma nello stesso tempo conferma, l'ectoplasma del modello sociale periferico che, dagli Stati Uniti sta dilagando in tutto il mondo, sia in quello delle cinture "ad excludendum" delle grandi e medie città, amministrate e ghettizzate secondo l'imperio capitalistico, sia nel mondo disordinato che non fa notizia, ma nel quale queste vicende, attraverso espressioni più manuali, sono all'ordine del giorno. Lui, il marito, era un operaio integrato, almeno nel lavoro, nel reddito sufficiente a possedere una casa e ad amministrarla. Lei, conosciuta su una chat in Arabia Saudita, lo aveva sposato, subito dopo averlo incontrato e, probabilmente, scaraventata in una realtà del tutto incongrua rispetto alla sua, aveva riscoperto la vocazione alla guerra santa, non senza prontamente adeguarsi al modello femminile nerd americano, avere legalmente comperato le armi ed avere fatto una "capa tanta" al marito, perché si decidesse ad agire "da uomo". Ancella del focolare, lo aveva accompagnato al martirio, incurante del destino di una bambinetta di soli sei mesi. Come gesto di "pazzia" è assimilabile a quelli che ogni giorno vengono comunicati dagli U.S.A. e, con crecente frequenza, anche dalle nostre province. Omicidi d'interesse nell'ambito di matrimoni ereditari, adolescenti che uccidono i genitori che non assecondavano un amoruccio, pronto a trasfromarsi in assassino, ma anche per ereditare le pingui sostanze familiari e poter vivere secondo le proprie fantasie. Delitti seriali e prevaricazioni, nei borghi come nelle scuole. Alle lotte politiche per il pane, si sono sostituiti i saccheggi per l'IPad: il teppismo spicciolo, la saga del "dominio" invalidante per l'avversario, nei vicoli e nei cortili, non hanno subito variazioni.

Trattamenti "preferenziali".

Mi sono accorto, ieri, che in Israele si stanno svolgendo i campionati "europei" di nuoto, ai quali parteciapno, come testimonials, anche gli atleti di quella non europea nazionalità Nazionalità non europea, a meno che non si voglia considerare, come prevalente, il "ricongiungimento" nella terra di Sion, degli emigrati post-bellici superstiti, proprio dall'europa. Così si avvalorerebbe quello che è un dato di fatto: la doppia nazionalità, civile in quanto italiani, tedeschi e armeni, di fede?, religione? o vera e propria "nazionalità" ebraica. Sia pur dispersa. Un'incongruenza, dal momento che si nega - opportunamente - alla Turchia di aderire all'Unione. Un riconoscimento ambiguo della "differenza", scaricata sui palestinesi e "alleata", non tanto con l'Europa medesima, quanto con gli Stati Uniti d'America, non senza un combinato-disposto di interessi e di servigi. Nello stesso tempo, non si può escludere che dalla frammentazione delle politiche regionalistiche e di riposizionamento strategico in corso, alle più strane "unioni" possano aggiungersi altri paesi diversamente interessati dall'influenza europea, quali quelli del nord Africa. Esulando da valutazioni strettamente geo-militari, lo Stato della Città del Vaticano, negli ultimi trent'anni ha ampiato il raggio del suo ecumenismo, alla ricerca di nuovi adepti e di nuove sfere d'influenza, ma anche nei confronti dei popoli migranti, compresi quei musulmani, storici competitori del cristianesimo papista. La strategia gesuitica di Bergoglio, che anche oggi ha ribaltato la concezione confessionale dell'istruzione cattolica ed affermato che deve comprendere la conoscenza delle diversità sociologiche ( si presume, senza giudicarle ), attraverso l'evangelizzazione protettiva dei poveri e dei senza terra a seguito delle "razionali" guerre delle potenze e dell'occidente in primis, si porta con decisione nel "gurgite vasto" del disordine planetario prodotto dal venir meno degli equilibri e dai disastri, che sono impliciti nella finanza, strumento speculativo fine a se stesso. Nel frattempo, i trattamenti preferenziali tattici intersecano la più becere violenze, riservandosi di invertire i ruoli, sulla base di pregiudizi storici sopiti, al primo refolo di cambiamento.

giovedì 3 dicembre 2015

Come in ogni guerra.

La diatriba fra la Turchia e la Russia, impegnate a parole contro il IS, ma solo sul fronte Curdo-Siriano ( trascurando l'Iraq ) assume toni vebalmente virulenti. Ieri, quattro generali russi hanno tenuto un briefing, durante il quale hanno mostrato le immagini satellitari dell'entrata entro i confini anatolici, senza controlli, delle cisterne cariche di petrolio, trivellato dagli operai del califfato, senza che nessuno, né Russi, né Turchi, né Statunitensi, li abbiano mai bombardati: si denunciano le speculazioni ( pagate con delle armi )petrolifere di Stati e dinastie politiche ed affaristiche, ci se le scambia alla pari, ma nessuno ha pensato di inbire ai miliziani scalzi e soprattutto ai loro Capi, l'introito miliardario della vendita di energia. Nessuno ha bombardato quei pozzi a cui lo stesso Saddam Hussein diede fuoco, quando fu costretto a rientrare nei suoi confini, anzi a ridurli a una zona mediana dell'Iraq originario, dopo il suo tentativo di annettersi il Kuwait. "Se sarà provato, mi dimetterò". Strana affermazione. O sei innocente o sei colpevole e nessuno meglio di te può saperlo. Che cosa vuol dire dunque, "se riusciranno a dimostrarlo?" Dal canto suo Vladimir Putin si muove con sapienza tattica ( quale sarà la sua strategia, lo vedremo nel tempo ). Si muove senza inibizioni, applica alla Turchia le sanzioni che gli occidentali hanno riservato al suo Paese, sfoga sul competitore storico nell'area la sua intenzione di decidere, di essere protagonista, in tutte le crisi internazionali. Come si conviene ad una potenza atomica, alla quale non verrebbe riconosciuto alcun ruolo paritario in un'ipotetica area comune, rifiutata fin dall'inizio. Solo le aree di Mosca e di San Pietroburgo sono sviluppate, in termini mercantili, il resto del territorio è povero. Eppure Putin ha sottratto la Russia allo scempio sociale che il capitalismo finanziario le aveva apportato. Putin - da solo o in solido con la palude cecena - ha sulla sua insensibile coscienza la morte violenta di Anna Politkovskaja e numerosi regolamenti di conti con gli oligarchi con lui in competizione ( ostracismo o incarcerazione ), ma quell'altro campione della dittatura elettiva, Recep Tayyip Erdoğan, non riesce a controllare la sua bulimia vampiresca, sia che si tratti di sangue, sia che si tratti di affari condotti dalla cabina di regia di un potere senza contraltari. Voglio ricordare la morte, per "suicidio" della coraggiosa giornalista britannica Anne Sutton, trovata impiccata in una ritirata dell'aeroporto di Istanbul. E' forse il caso, pur recentissimo, più rimosso nella successiva, lunga e continua catena di interventi omicidi condotti da Erdogan per tentare, con crescente insuccesso, di sedimentare il suo potere feudale. Così, nei cieli e nelle fratte delle intelligences, si conduce una battaglia di interessi personali o geo-politici, facendo coincidere o tentando di far conicidere le due "esigenze", mistificandone l'illustrazione. Come in ogni guerra. Se la guerra è la continuazione della politica, con altri mezzi, che cos'è la politica se non il pretesto per arricchimenti personali? Poi arriva, inaffidabile, la nemesi storica.

La truffa definitiva.

Ogni quattro giorni, un bolognese contrae l'Aids. Da anni non se ne parlava più, ma i reparti - per lo più ambulatoriali e per brevi degenze - delle malattie sessualmente trasmissibili, sono stati sempre frequentatissimi. Diminuisce l'età media dei malati: alcuni sono molto giovani. La privacy ospedaliera vieta investigazioni al riguardo, ma molti confessano apertamente di aver praticato prostitute o di aver avuto rapporti omosessuali, senza proteggersi, per aumentare il piacere. Il risultato è tristissimo. Un impiegato romano, frequentatore di chat per incontri occasionali, ha dimostrato che queste piattaforme hanno un successo inaspettato: ha infettato con il virus dell'immunodeficienza acquisita decine di donne ( recitano le cronache del Tempo e del Messaggero ), pur sapendo di essere malato. Per questo attentato cosciente alla salute pubblica, è stato arrestato. Per altro - pare - che non abbia avuto reticenze a confessare di essere sempre stato al corrente del suo stato; di che cosa si è trattato allora? Di indifferenza incosciente o di rivalsa sul mondo per la sua condanna? Sta di fatto che ha portato l'infezione dentro diverse famiglie: le sue partners erano, in molti casi, sposate e da una di loro, che se ne era accorta, è stato denunciato. Non è dato sapere quanti, fra i mariti, abbiano contratto la malattia e quanti potenziali orfani ne saranno coinvolti. Questa, per me strana, modalità di relazionarsi, in particolare, riguardo ad un pubblico e ad un'utenza femminile, se non associandola alla prostituzione, pare che abbia delle usufruitrici, in percentuali molto ridotte rispetto agli uomini, ma comunque nutrite. Qualcuna delle interlocutrici dell'untore romano saranno state proprio delle prostitute, ma, stando ai resoconti, la grande maggioranza erano donne dai mariti pigri e bolsi, spesso insopportabili. Ecco allora che i buoni uffici di Colombina, i "mordi e fuggi" con i vicini o con i colleghi, sono diventati una segreteria galante on-line, portatrice però di tutti i virus, verso uno dei quali non basterà un'opera di disinfestazione. Il rifiuto del profilattico nell'ambito dei rapporti promiscui tradisce un'incoscienza inaspettata in una società molto bene informata. La sensazione di essere "unici", perché la fila non è visibile, è un autoinganno, una roulette russa, un gioco anonimo, con il quale i veicolatori, attraverso i siti Web, accantonano, truffaldinamente, ottimi cespiti. Si tratta della truffa definitiva.

martedì 1 dicembre 2015

La concertazione incongruente.

La Turchia è in preda alla lotta intestina più cruenta dal periodo che va dal 1977 al 1980, quando si verificò l'ultimo colpo di Stato dell'epoca post-kemalista. Attualmente, la crisi e il sangue versato sono certamente opera del governo di Erdogan, anche se, all'interno della galasia della politica informale, oltre ai servizi segreti agiscono partitini armati rivoluzionari, che vendicano le prepotenze affiancatrici della magistratura verso gli oppositori del regime in formazione: è stata la fine teletrasmessa del Procuratore capo di Istanbul, che aveva tenuto bordone alla polizia durante le rivolte di Gezy Park, seguito a ruota dai suoi uccisori. Sono venute le elezioni politiche di Giugno che hanno portato in Parlamento una rappresentanza dei Curdi, osteggiati, fino all'omicidio, dall'esecutivo turco, un vorticoso rivolgimento che ha riportato alle urne la nazione, dopo un sanguinoso attentato alla stazione ferroviaria di Ankara. L'abbattimento dell'aereo da combattimento russo sui cieli siriani è stato un atto deliberato di Erdogan e del suo Stato maggiore, che bombrda i Curdi, alleati contro il IS, seguito da arresti massivi di intere redazioni di giornali non allineati, che avevano documentato l'appoggio logistico e finanziario al Califfato e gli affari petroliferi con le milizie della fanteria islamica. Quattro giorni fa, l'assassinio del più noto ed impegnato avvocato dei Curdi in Turchia e, quest'oggi, l'attentato alla metropolitana. In queste condizioni, con una faccia di tolla, a dimostrazione della più assoluta mancanza di principi politici e morali che non siano utilitaristici ( purtroppo anticpata dal decadimento della politica europea e mondiale ) continua, sessione dopo sessione, a riproporre la sua adesione all'Unione europea, all'interno della quale costituirebbe un cavallo di Troia. Per quanto, fino ad ora, respinta, la sua insistenza per aderire ad una compagine priva di qualsiasi coesione interna che non sia, solo per alcuni Paesi, la camicia di forza della moneta comune, la pervicacia nel volere ignorare tutte le ragioni storiche, culturali e di ambizioni regionali e strategiche, trasmette la sensazione di una lotta senza argini in un mondo parcellizzato e contraddittorio, in presenza di una guerra di sempre più vasto scenario, che ciascuno combatte per conto proprio, chiedendo agli altri di accodarsi e di fare da comprimari. Che diavolo ci vadano a fare milleduecento tedeschi, una fregata, una nave cisterna e un velivolo da rifornimento oltre a numerosi aerei da combattimento - gli stessi Tornado che l'Italia, per ora, non utilizzerà - ieri in Mali e oggi contro il IS, a rimorchio di una potenza regionale, ma atomica, che è loro debitrice, non si comprende ancora. I Turchi pare che se ne siano accorti e che speculino su questo slabbramento della coesione sempre affermata e subito negata dai fatti, per cercare di imporre anche la loro, ennesima incongruenza.

Tradizionali rifugi.

Lucrezia Borgia non fa parte del "generone" vaticano, ma Francesca Chaouqui ne è una emula intrallazzatrice e ricattatrice. La sua influenza lobbystica - che a qualcuno, in Vaticano, deve essere piaciuta, al punto da raccomandarla per funzioni molto delicate, in fondo proprie di uno Stato sovrano, ma - badate bene - di uno Stato assolutistico. Trovatasi in difficoltà e dopo la ricusazione della Corte del suo avvocato italiano ( come per Nuzzi e Fittipaldi ), la bruttissima quanto brillante Giulia Buongiorno, già artefice del salvataggio giudiziario di Giulio Andreotti, ha cominciato a vomitare ingiurie verso tutti coloro che al di quà del Tevere o oltretevere, la osteggiano, la sputtanano o non le tengono più la parte. Così Giulio Tremonti ( sembra una diatriba familiare interna alla Gens Iulia ), sarebbe un omosessuale - ma che c'entra, è un tentativo di condizionamento tardivo, una vendetta banale, una trivialità interiore? - Ratzinger un leucemico - anche qua mi sfuggono i contenuti "dell'accusa" e via smerdando. Infine, dall'Italia, tramite la sua avvocatessa non ammessa in Vaticano ( probabilemnte per la rete di rapporti intrattenuti a livello politico e professionale )e dalle laute parcelle che forse qualcuno contribuisce a pagare, ha proposto istanza per essere dichiarata "perseguitata politica" dallo Stato della Città del Vaticano e, non fidandosi, a giusta ragione, dell'imparzialità delle presunte autorità italiane, ha fatto interpellare il Consiglio d'Europa, il suo Alto commissario ed ogni altra istituzione sovranazionale. Per questa specie, a differenza di tutte le altre - o quasi - dubito che l'europa la tutelerà: quel potere con il quale ha giocato di sponda, strumentalizzato e del quale ha abusato, rischia di lasciarla cadere, casomai dopo un congedo per maternità a rischio.

Un mondo di miserabili ipocrisie.

Quello che sta venendo fuori nel processo sui corvi e i beneficiari delle fughe di notize sulle note riservate vaticane, è ben più significativo, anche, se vogliamo, prevedibile e scontato, rispetto al contenuto delle soffiate e dei trafugamenti. La figura della lobbysta, risentita per il suo allontanamento dalle questioni economiche vaticane dopo l'abolizione della conmmissione nella quale era stata pilotata dall'altra gola profonda e suo amante in clergyman, risalta nella sua ordinaria mediocrità e nelle sue pretenziose aspirazioni, frivole e intriganti. "Mi ha sedotto il 28 Dicembre del 2013" ha esordito così nella sua confessione giudiziaria il suo principale e sponsor, Mons. Balda. Occhio e croce, gli avrà fatto un pompino. Lei, lobbysta, piena di numeri telefonici e lagata ai servizi segreti, ospite alle feste di Berlusconi a Villa Grazioli, eppur "sciapa" e bruttina, sapeva chi frequentare. Una nobildonna romana, amica del suo Cardinale di riferimento, un certo Tauran, che, a suo dire, era in mano ai servizi segreti. Feste in salotti d'altre epoche, rapporti fra personalità ed ambienti regressivi, una Lucy - australopithecus afarensis - pelosissima, tutta dedita agli intrallazzi e profittatrice di un pover'uomo sessualmente complessato, oggi intimidito con promesse di demolitorie vendette e l'insulto classico delle donne respinte: è un finocchio. Sta di fatto che l'Immacolata d'occasione è stata nominata da Bergoglio, che, resosi conto della sua non imperscrutabile inaffidabilità ( che cosa poteva aspettarsi da una lobbysta? ), l'ha allontanata dagli incarichi e dal Vaticano. Sarebbe cominciata allora la fuga di notizie, veicolata dai legami sotterranei fra servizi e "giornalisti d'inchiesta" attraverso il ricatto nei confronti di Mons. Balda di rivelare le sue fornicazioni, attraverso qualche "rivelazione" giornalistica, come avvenne per Boffo, direttore di Avvenire. Immacolata era anche sposata ed ora sarebbe incinta. Di chi? Un mondo di miserabili ipocrisie, un mondo arcaico, un mondo rappresentativo della Chiesa nei suoi aspetti più sordidi e clientelari. Non aveva frequentazioni migliori o almeno non esclusive, il Principe francese in abito talare, nella Chiesa spoglia di un Vescovo delle periferie? Oggi mi sono parzialmente ricreduto, fatta salva, in ogni caso, l'assoluta libertà di stampa e d'informazione. Saranno altre tribune analitiche a selezionarne gli elementi.