martedì 29 dicembre 2015

Saluto.

Questo pomeriggio, Pietro, a nome di tutti i nipoti, ha rivolto questo saluto alla sua nonna Maria. Lo ha scritto con semplicità e verità. Semplicità e verità sono state espresse in forme accorate e contenute da lui e da ciascuno degli altri. "Cara Nonna Maria, in questi giorni di festa la tua improvvisa scomparsa ci ha profondamente addolorati e ha lasciato una gravosa sensazione di vuoto emotivo che razionalmente non possiamo colmare. Ci piace pensare che ti sia ricongiunta ai tuoi cari: i tuoi genitori, i tuoi fratelli, il tuo amatissimo marito Pietro, che così prematuramente ti ha lasciata, la tua dolcissima nonna, che in questi ultimi tempi di sofferenze così spesso invocavi... Ci hai cresciuti nell'amore trasferendoci il tuo forte senso di giustizia e il grande valore del rispetto reciproco. Non possiamo dimenticare di quando, da piccoli, ci intimavi di terminare tutto il pranzo e se osavamo contraddirti comunicandoti di non averne la minima intenzione, un po' per capriccio, un po' per l'estrema ricchezza dei piatti che offrivi, ci ricordavi che non a tutti era concesso il privilegio di poter consumare un pasto caldo e che mentre gettavamo nell'immondizia quei due maccheroni, da qualche parte nel mondo c'era un bambino che moriva di fame. Non possiamo dimenticare di quando la sera, quando i genitori uscivano a cena, tu ci portavi a dormire, ci rimboccavi le coperte fin sotto il naso e ti sedevi ai piedi del letto, nel buio della stanza, senza lasciarci neanche un istante, proteggendo sempre e comunque la tua più grande ragione di vita: la famiglia. Non possiamo dimenticare di quando a noi, che elemosinavamo uno dei tuoi rari “bacini”, con estrema serietà rispondevi: “questa volta ve lo concedo, ma ricordatevi che l'amore si dimostra con i fatti, non con i bacini”; di quando, uscendo in terrazza, ci guardavi percorrere tutta via Corradi mentre tornavamo nelle nostre case e di come ci telefonavi poco dopo per assicurarti che fossimo rientrati e che fossimo così nuovamente al sicuro. Non possiamo dimenticare la tua gioia, a Settembre, al matrimonio del tuo primo nipote, Riccardo, tanto grande che non riuscivi a trattenerla durante la cerimonia e acclamavi a gran voce “come sono emozionata!”. Non possiamo dimenticare di quando dieci giorni fa ti portammo in centro a vedere le luminarie natalizie... quella luce sorpresa nei tuoi occhi per avere ritrovato lì quasi tutti i tuoi cari, casualmente, avrai pensato. L'ultima immagine che di te ci lasci risale proprio a quell'istante, la tua mano che sporge dalla carrozzina, chiedendo di essere stretta fino all'ultimo. Eri diventata fisicamente così fragile, ma il tuo spirito era rimasto forte e combattivo come un tempo; per questo siamo intimamente convinti che cercassi la nostra mano non per trovare protezione ma per continuare ad offrirla a noi, anche se non ce la facevi più. Ci dicevi sempre, sorridendo con dolcezza infinita e con un velo di commozione: “Sapete perché vi voglio tanto bene? Perché sono la mamma della vostra mamma, sono la vostra mamma due volte”. Sai perché, nonna, ora ci manchi così tanto? Perché siamo rimasti orfani, due volte".

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