martedì 8 dicembre 2015

Se non se ne parlasse..

Giubileo, Giubileo. Lo dice la parola: una festa gerarchica ma partecipata, seguita con rapimento estatico. Se ne parla e se ne parlerà in termini retorici per poco meno di un anno, se ne farà madiaticamente, una o la chiave interpretativa di tutto quello che avverrà e di quello che non avverrà. il Giubileo rientra, nei canoni degli uomini e delle donne "pratici", nell'ambito delle cose che "non servono", ma alle quali è "bello" essere partecipi e, così facendo, riaffermare la "bontà" del potere. Un potere apparentemente statico, familiare: in realtà dinamico sotto traccia, sul volano degli strumenti disponibili, a cui si affianca in simbiosi tecnica. Nella simbiosi apparente appaiono i fasti, i pellegrini ai sacri luoghi simbolici, i migranti in cammino, sottoposti ad ogni genere di sevizie e quelli, in spirito, in fondo al mare. Tutto ciò di cui si parla è "canonizzazione" del potere o, in epoca moderna, contrasto "canonico" del potere. Gli incolti, oggi ben frammisti ai bene informati..del Giubileo, di "Gente" e di "Novella 2000", ascoltano per passarsi il tempo, i sospiri di uomini in abito talare altrimenti ben pasciuti. Non se ne parlasse, non esisterebbe. Eserciti di bracci secolari passano al metal detector, moderno e sbreccato setaccio, i turisti post Expo in cerca di nuove sensazioni interiori: dal ventre, all'anima, perchè altri, ideologizzati sul loro nulla nelle Madrase, aspirano a ridurre la loro sofferenza in terra, apportandone ad altri, meno sfortunati, perciò "indicati" come "infedeli". Lo spirito, guerriero o misericordioso, filosofia in qualche parte - non in tutte - del mondo circoscritto ad un pianeta nel cosmo. "Giustificazione" d'amore e di giudizio, di "offesa o di difesa".

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