martedì 1 dicembre 2015

La concertazione incongruente.

La Turchia è in preda alla lotta intestina più cruenta dal periodo che va dal 1977 al 1980, quando si verificò l'ultimo colpo di Stato dell'epoca post-kemalista. Attualmente, la crisi e il sangue versato sono certamente opera del governo di Erdogan, anche se, all'interno della galasia della politica informale, oltre ai servizi segreti agiscono partitini armati rivoluzionari, che vendicano le prepotenze affiancatrici della magistratura verso gli oppositori del regime in formazione: è stata la fine teletrasmessa del Procuratore capo di Istanbul, che aveva tenuto bordone alla polizia durante le rivolte di Gezy Park, seguito a ruota dai suoi uccisori. Sono venute le elezioni politiche di Giugno che hanno portato in Parlamento una rappresentanza dei Curdi, osteggiati, fino all'omicidio, dall'esecutivo turco, un vorticoso rivolgimento che ha riportato alle urne la nazione, dopo un sanguinoso attentato alla stazione ferroviaria di Ankara. L'abbattimento dell'aereo da combattimento russo sui cieli siriani è stato un atto deliberato di Erdogan e del suo Stato maggiore, che bombrda i Curdi, alleati contro il IS, seguito da arresti massivi di intere redazioni di giornali non allineati, che avevano documentato l'appoggio logistico e finanziario al Califfato e gli affari petroliferi con le milizie della fanteria islamica. Quattro giorni fa, l'assassinio del più noto ed impegnato avvocato dei Curdi in Turchia e, quest'oggi, l'attentato alla metropolitana. In queste condizioni, con una faccia di tolla, a dimostrazione della più assoluta mancanza di principi politici e morali che non siano utilitaristici ( purtroppo anticpata dal decadimento della politica europea e mondiale ) continua, sessione dopo sessione, a riproporre la sua adesione all'Unione europea, all'interno della quale costituirebbe un cavallo di Troia. Per quanto, fino ad ora, respinta, la sua insistenza per aderire ad una compagine priva di qualsiasi coesione interna che non sia, solo per alcuni Paesi, la camicia di forza della moneta comune, la pervicacia nel volere ignorare tutte le ragioni storiche, culturali e di ambizioni regionali e strategiche, trasmette la sensazione di una lotta senza argini in un mondo parcellizzato e contraddittorio, in presenza di una guerra di sempre più vasto scenario, che ciascuno combatte per conto proprio, chiedendo agli altri di accodarsi e di fare da comprimari. Che diavolo ci vadano a fare milleduecento tedeschi, una fregata, una nave cisterna e un velivolo da rifornimento oltre a numerosi aerei da combattimento - gli stessi Tornado che l'Italia, per ora, non utilizzerà - ieri in Mali e oggi contro il IS, a rimorchio di una potenza regionale, ma atomica, che è loro debitrice, non si comprende ancora. I Turchi pare che se ne siano accorti e che speculino su questo slabbramento della coesione sempre affermata e subito negata dai fatti, per cercare di imporre anche la loro, ennesima incongruenza.

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