mercoledì 23 dicembre 2015

Si salvi chi può. Sarebbe bello.

La U.E. insiste: il Governo non salvi le banche! Ha ragione, perchè non si tratterebbe solo delle quattro attualmente "incriminate" per aver cercato di "salvare" capre e cavoli di tre generazioni di economia clientelare, alla quale avevano partecipato i cosiddetti manager, i dipendenti ed anche la clientela territoriale. Si salveranno parzialmente, con trattamento preferenziale, attraverso delle pseudo-fusioni o delle acquisizioni secche, nelle quali giocheranno le ingiunzioni della Banca d'italia, le opportunità di potere e l'ambizione nascosta di ingrossarsi: tanto i fasti e le carriere, soprattutto se già ben avviati, non durano in eterno..ed allora cogliamo e godiamo l'attimo fuggente. Almeno sperabilmente, altrimenti c'è sempre una finestra dalla quale gettarsi. Il "povero" risparmiatore che attribuiva alla banca in genere, di fatto semipubblica per la garanzia della Cassa depositi e prestiti e, in ultima istanza, dello Stato, scopre che il mondo si è fatto avido, come lui, ma non è più statico; dinamicamente contempla il rischio. Fra le tante sigle che contraddistinguono l'amministrazione dello Stato, dell'INPS, ecc, c'è - l'ho scoperto da poco - l'autodichiarazione riguardante i brevissimi ricoveri a titolo gratuito negli ospedali pubblici e nelle cliniche private fallite, con essi convenzionate. Di che sigla si tratta? Non ho voglia di riesumarla dalla cartella in cui è riposta, dopo la risoluzione della pratica. Ebbene, per un trattamento invalidante e trascurato, l'INPS decurta l'assegno di accompagnamento degli invalidi totali, dei giorni trascorsi, a spese dello Stato, per farsi "allettare", che non significa sedurre, bensì ritrovarsi per la propria vita residua, su di una sedia a rotelle o su di un letto con materasso antidecubito, per l'atrofia muscolare senile che interviene dopo alcuni giorni di immobilità ed in assenza di fisioterapia che non si limti a venti minuti al giorno. Dopo undici anni di lavori per portare a termine una striscia autostradale di trenta chilometri, alternativa al necessario raddoppio della A1 fra Bologna e Firenze, oggi, Matteo Renzie l'ha percorsa, inaugurandola e menando al proposito gran vanto, come un ministro dei lavori pubblici del dopo guerra. Ha anzi annunciato nuovi lavori, mi pare sulla A3. Si prepari, chi la percorre, a continui e prolungati intralci per interminabili lavori di cesello, revisoni dei piani, intralci imprevisti e quant'altro doverebbe essere invece prevedibile, dato che l'autostrada ha ormai sessant'anni. Gli operai della SAECO di Bologna, in realtà olandese, si dovranno dividere fra il Vescovo Zuppi e il Sindaco in campagna rielettorale Virginio Merola: due testimonial senza nessina possibilità di influenzare una scelta di carattere puramente economico e che gli operai non sono in grado di negoziare. "Io c'ero", potranno dire e i telegiornali vintage, all'occorrenza ne riproporranno le immagini, i fogli amici e i siti web faranno altrettanto. Il loro regno, pur alternativo, almeno una volta, non è di questo mondo. Oggi è venuto un giovane e taciturno tecnico della Telecom a riallacciarmi una difficle connessione ad Internet. Ha capito rapidamente i termini del problema e vi ha ovviato con rapidità e personale coinvolgimento. Poi se ne è andato senza menare il can per l'aia, darsi delle arie. In cuor suo ritenenva che il suo status sociale non glielo consentisse e che la sua capacità professionale non fosse sufficiente ad accreditarlo, così come altri pensano che titoli e comunicazioni imparate a memoria, insieme ad un sorriso stereotipato, facciano di un coglione un coglione rappresentabile. Grazie per l'utilità e la non ostentata cortesia.

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