venerdì 25 dicembre 2015

Spero, negli ultimi anni, di averla ripagata di tanto amore. Ma non ne sono certo.

Sono passate poche ore da che la mia mamma è assente e, per costume inveterato, sono già entrati in azione i riflessi simbolici e sociologici dei parenti. Non richiesti, i soliti organizzatori di cerimonie convenzionali hanno già preso contatti con una parrocchia di prossimità che mia madre non frequentava proprio perché non apprezzava chi la frequentava. Quasi certamente, in questa collaborazione non richiesta, giocano il coinvolgimento periodico di tutti gli amici, ma anche di tanti interessanti e interessati sodali d'affari. La fretta di ritornare ai propri. Su questi metterà l'aspersorio un prete, un parroco o un suo delegato. La riunione e la citazione in ambito "consacrato" di una persona, ignota se non per sentito dire, soddisferà lo stanco convivio. Per fortuna, lei sarà assente. La ruvida badante ucraina ha avuto parole per me toccanti; ha parlato con le sue amiche, quelle che in tante altre occasioni l'hanno fomentata alla miglior resa del suo duro e faticoso servizio, indifferenti alla nostra correttezza e possibile generosità. Maria è vissuta alungo contornata dall'affetto dei suoi figli e dei suoi nipoti. Io ho perso un figlio a trentatre anni in un incidente e, in ogni momento, è come se fosse successo ieri. Nelle more del suo disperato lavoro, ho scoperto o ho creduto di scoprire gli echi di una cultura arcana e propria dei contadini poveri della sua terra e, per molta parte e per tanti archetipi, partecipe universalmente. Maria è felice, sta bene, è entrata in paradiso dove ha ritrovato suo marito e le persone più care, tante volte invocate nei momenti di smarrimento, durante la sua malattia. Ho visto persone alimentarsi per anni con un sondino e contorcersi fino alla fine per il dolore, più sole, meno accudite. Ora abbi cura di te. Oggi è Festa ed è Festa anche per lei. Tutte le mie amiche hanno commentato in questi termini l'evento che chiude la sua vita in un giorno così simbolico. Sul bel viso, conservatosi nonostante gli anni e l'indebolimento fisico e neurologico, è stampato un sorriso beato e intelligente. Ho dovuto constatarlo anch'io. Permane, nonostante l'irrigidimento progressivo del corpo e il colore cereo dei tessuti del viso. Fra poco, contattato il parroco, si terrà una programmata Messa natalizia: non ho capito se Maria sarà citata prima, secondo un rito che mi sfugge, in quella chiesa o di questi tempi liturgici. I parenti che fino a ieri sera festeggiavano l'Avvento in pigre riunioni gastronomiche a base di pesce, pare che convergeranno verso questo polo d'attrazione. Mi piacerebbe pensare che la mia indomita mamma, se la rida nascosta: le sono state di conforto le visite, la vicinanza in vita, alla fine della quale ha raccomandato alla cura più attenta il più piccolo dei suoi nipoti, disperandosi di non poterlo più accudire lei, come aveva fatto per tutti gli altri, fino all'età adulta. Per questo, fin da questa notte, li ho visti e sentiti tutti partecipi e addolorati. E' stato il premio della sua vita, apprezzata sul limitare di un'età non ancora corrotta dalle consuetudini.

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