sabato 5 dicembre 2015

Trattamenti "preferenziali".

Mi sono accorto, ieri, che in Israele si stanno svolgendo i campionati "europei" di nuoto, ai quali parteciapno, come testimonials, anche gli atleti di quella non europea nazionalità Nazionalità non europea, a meno che non si voglia considerare, come prevalente, il "ricongiungimento" nella terra di Sion, degli emigrati post-bellici superstiti, proprio dall'europa. Così si avvalorerebbe quello che è un dato di fatto: la doppia nazionalità, civile in quanto italiani, tedeschi e armeni, di fede?, religione? o vera e propria "nazionalità" ebraica. Sia pur dispersa. Un'incongruenza, dal momento che si nega - opportunamente - alla Turchia di aderire all'Unione. Un riconoscimento ambiguo della "differenza", scaricata sui palestinesi e "alleata", non tanto con l'Europa medesima, quanto con gli Stati Uniti d'America, non senza un combinato-disposto di interessi e di servigi. Nello stesso tempo, non si può escludere che dalla frammentazione delle politiche regionalistiche e di riposizionamento strategico in corso, alle più strane "unioni" possano aggiungersi altri paesi diversamente interessati dall'influenza europea, quali quelli del nord Africa. Esulando da valutazioni strettamente geo-militari, lo Stato della Città del Vaticano, negli ultimi trent'anni ha ampiato il raggio del suo ecumenismo, alla ricerca di nuovi adepti e di nuove sfere d'influenza, ma anche nei confronti dei popoli migranti, compresi quei musulmani, storici competitori del cristianesimo papista. La strategia gesuitica di Bergoglio, che anche oggi ha ribaltato la concezione confessionale dell'istruzione cattolica ed affermato che deve comprendere la conoscenza delle diversità sociologiche ( si presume, senza giudicarle ), attraverso l'evangelizzazione protettiva dei poveri e dei senza terra a seguito delle "razionali" guerre delle potenze e dell'occidente in primis, si porta con decisione nel "gurgite vasto" del disordine planetario prodotto dal venir meno degli equilibri e dai disastri, che sono impliciti nella finanza, strumento speculativo fine a se stesso. Nel frattempo, i trattamenti preferenziali tattici intersecano la più becere violenze, riservandosi di invertire i ruoli, sulla base di pregiudizi storici sopiti, al primo refolo di cambiamento.

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