giovedì 10 dicembre 2015

L'uomo freudiano, fra la nascita e la morte.

Se si fa mente locale riguardo al numero di morti quotidiano per guerre, terremoti e malattie, si deve concludere che il flusso ininterrotto di eros e thanatos non conosce soste e che non corrisponde a nessun criterio che non sia la semplice sostituibilità delle figure sulla scena. Se a queste eliminazioni affianchiamo i traumi della violenza, della miseria, degli sconvolgimenti nelle condizioni di vita e nelle sue prospettive, ne ricaviamo uno scenario umano imperscrutabile, una serie costante di atti originati nel profondo della psiche da ogni sorta di alterazione dello stato di benessere. L'agire concitato o pigro delle persone è privo di ogni logica, di ogni giustificazione razionale e sciaborda fra l'istintualità, il riso gratificatore e spesso prevaricatore, la depressione occasionale o di esistenza, nella negazione completa, che non sia retorica e mitologica, di ogni accumunante sentire. L'uomo protagonista del disagio della civiltà si agita dissimulando i suoi atti, attribuendo loro dei significati verbali, facenti capo a tutti i luoghi comuni di cui si alimenta la nostra presunzione di civiltà. Invece, interpretativamente, il rag. Righi, il dott. Sussi o lo stagnino Alimondi, sono in balia dell'Es e nevrotizzati dal Super Io. Per superare temporaneamnete questa artificiale dicotomia a favore dell'elemento censore e controllore dell'emotività e della gratificazione, è sempre concesso di sentenziare, e reprimere in forme socialmente approvate, i discostamenti dall'ordine anodino della quotidianità; al piacere si sostituisce il "prestigio", alla soddisfazione la personificazione di un ordine qualunque. Lo stare in branco sostituisce la contesa libera, il riconoscersi, annusandosi o blandendosi, prelude al favorirsi, in termini personali e poi dinastici. Per questo, l'omologazione familistica, la cassazione definitiva della libertà, interviene, prima o poi, a bilanciare e anestetizzare l'istintualità e la sperimentazione, a beneficio del placido adagiarsi. Fin che morte non vi separi...quando sarete in balia di un sistema imprevisto che, fra paure e insicurezze, vi condurrà alla morte. Inutile comunque, come la vita.

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