lunedì 7 dicembre 2015

Impiastri medicinali contadini.

Marine Le Pen stravince fra les paysans, che hanno fatto Front national. A Parigi ha preso un contenuto 10%. E' una vittoria del popolo contro le élites, ha detto. In un dato senso, è vero, ma il popolo che ha reagito all'estraneità della provincia alla multiculturalità, è un popolo rispettabile, modesto, ma rancoroso, perché si sente inabile contro le complessità - molte delle quali gravemente negative - della mobilità dei costumi, dei pregiudizi e non solo delle etnie, chiuse in se stesse come gli indigeni con i quali si trovano a convivere e che rifiutano ogni modificazione del loro tran-tran, anche se misero e sacrificato. Altri, messi più o meno come loro, non vogliono guardarli nello specchio, il loro modo di star male gli risulta deformante. Basta, per ora, con le interpretazioni. Resta il fatto di una Francia divisa fra la sua capitale, da sempre invisa ( e viceversa ) ai provinciali e il mare verde, esteso e poco popolato, mai uscito del tutto dal feudalesimo, rinchiusosi nella suo livore. Un'altra conferma della dicotomia sociale che sempre più caratterizza l'europa unionista: prevalenza indistinta della vulgata finanziaria, dissimulata da tante definizioni moderniste, una provincia lattiginosa abbarbicata ai simboli nazionalisti, ma in realtà impaurita dal disordine nella tradizione indotta dalla speculazione finanziaria che incrementa il debito e l'insicurezza, da identificare con degli estranei con i quali convivono, in tralice, da molti decenni. E' una riedizione del fascismo di sempre, un movimento pre-istituzionale di marcata impronta plebea, a salvaguardia della tradizione e dei maggiorenti che artatamente la impersonano.

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