lunedì 7 settembre 2009

Dissociati, dissociazioni e sepolcri imbiancati.

Vittorio Feltri prosegue la sua opera di demolizione degli insidiosi compagni di viaggio di Berlusconi. Oggi se la prende, una volta tanto in maniera inappuntabile sul piano interpretativo, con Gianfranco Fini. Sembrano baruffe fra maggiordomi che conoscono bene la loro mediocrità. Che Fini, come Casini sia un opportunista di molti modi e scarse qualità, uso a cogliere le occasioni per tradire, non solo la moglie, ma anche i propri benefattori è ormai evidente. Dopo decenni di ossequi conformistici a Forlani ed Almirante, ecco i due vecchi-nuovi leader, impegnati a contendersi/spartirsi le cariche di Presidente o della Repubblica, o del Consiglio dei ministri. Stanno vivendo una patetica, ultima giovinezza. Fini, in particolare, sta cercando di contarci di essere diventato un illuminista da quel sanfedista che era, in uno spregio concettuale, ma soprattutto morale, che considera parole e principi, merce per allocchi. Berlusconi, poi, che si dissocia dal suo sicario strapagato, ogni volta che questi lo difende dalle insidie dei suoi (altri) clienti è la definitiva consacrazione del bugiardo a cavallo. Speriamo che, la prossima volta, se riuscirà a convocare i comizi elettorali, gli italiani se ne ricordino. Per chi votare, però?

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