martedì 30 settembre 2014

Fatti, non parole.

Il cardinale Bagnasco, onnipotente e opaco Segretario di Stato, deposto da Francesco, si era fregato due candelabri di valore nella parrocchia di Chieri; molti altri arredi pregiati erano finiti nella case di amici e di amici degli amici. Bagnasco non è nuovo a queste comodità e profittevolezze. Quando passò le vacanze nel casale di campagna di suo nipote, si peritò, prima di ripartire, di caricare un baule con tutto il vino passito della cantina, se lo fece trasportare e caricare dal nipote, che ne era all'oscuro e se lo portò in Vaticano, Epigono di Marcinkus, ne imitò i traffici nello IOR, senza sporcarsene direttamente le mani e quando Gotti Tedeschi se ne accorse, lo fece espellere dalla sera alla mattina. Il banchiere di Dio era tanto fiducioso circa la sua incolumità, che depositò una memoria dettagliata presso un notaio, in caso di una sua inopinata dipartita. Deve essere ancora là, dato che la dipartita non c'è stata. Adesso vive, incombe sulla residenza di Santa Marta del Papa occupando un attico da settecento metri quadri, con un balcone di altri cento. Delle critiche dell'entourage papalino se ne è beatamente fregato ed ha proceduto ad insediarvisi. Negli smagati ambienti romani gli si attribuisce la paternità del sottosegretario al lavoro del Ministro Fornero, da lui pilotato alle più alte vette della carriera imprenditoriale, cioè nei consigli di amministrazione delle conglomerate più importanti: ebbe il suo momento di vischiosa pratica politica ai tempi dei "bocconiani". Una dolce vita ecclesiastica. Il Bologna f.c. di Massimo Zanetti, per mano di quel valletto di Corte di Luca Baraldi, il giorno dopo l'annuncio, ma non il versamento, ha liquidato l'ex Presidente Guaraldi. Da subito per quanto riguarda la gestione, confusa con il controllo, da Gennaio per quanto riguarda le formalità. Sono passate poche ore dal salvataggio dei propri denari, lasciati inerti come un macigno a condizionare i possibili sviluppi, che il caffettiere per riscatto ha ricominciato a trattare con gli americani per poterne uscire con lucro e in breve, senza "compromettersi" nella fase di quotazione alla Borsa di New York. Ubicazione comoda per eventuali incontri con Tacopina. Se la volpe perde il pelo ma non il vizio, Massimo Zanetti, il "generoso", come lo ha definito il suo Legato, inviso a tutto l'ambiente, starà alla larga dal mondo del calcio, tranne che per trarne un "rapinoso" profitto. Dubito anche che la delega a Guaraldi di "redigere" il bilancio, lo esenti dal pagare i debiti, lo spauracchio che lo aveva indotto a rimanere al timone scassato della società. Se così non fosse, dovrebbero essere gli americani ad accollarseli, ma siccome l'entità del deficit eguaglia il prezzo d'acquisto del brand calcistico, non è detto che, a loro volta, non meditino di lasciarglieli. Una prospettiva terrorizzante per l'Albano e la sua Ditta. Sbaglierò, ma temo che, in questi come in altri frangenti d'affari, il gioco degli inganni sia il vero nodo da sciogliere. Il Ministero della salute aveva indetto un concorso pubblico per due direttori da immettere nel suo staff: qualcuno ha fornito ad un quotidiano nome e cognome di entrambi i vincitori, prima ancora che la prova si tenesse. La lettera anticipatoria è stata depositata da un notaio ed aperta solo a risultati noti. L'uno e l'altro sono usciti effettivamente vincitori, certamente per le loro qualità professionali che hanno suscitato l'invidia dei meno dotati che, prevedendo l'esito scontato, hanno cercato di sputtanarli. Si annuncia una pioggia di ricorsi, dopo il vaglio dei quali forse si ripeterà l'esame e "vedremo stavolta chi sarà più raccomandato". Il professor Scattone che uccise, insieme ad un altro ricercatore, Marta Russo nel cortile dell'Università, sparandole da una finestra, per provare a se stesso se esisteva o meno il delitto perfetto, scontata la sua pena, torna all'insegnamento, mentre il comandante Schettino,sulla plancia superiore della sua nave incagliata chiedeva al telefono un elicottero per sé, nello stesso tempo in cui, di sotto, nei gironi infernali, i dannati si accalcavano in cerca di un'impossibile salvezza. Fatti, non parole.

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